lunedì 7 ottobre 2024

a tavola

 


Chissà che fanno i sogni di giorno quando il sonno è là da venire.



–: la politica non è solo amministrazione degli uomini (e delle cose) 

ma (principalmente) garanzia della libertà pubblica. HArendt. 



 Il consiglio dei dodici al tredicesimo: i gatti sono stati creati per mangiare i topi. C. Wolff



Forti di schiena i pesisti d'Irillai, marcati da calvizia precoce. Nessuno balbuziente tra loro. Calli da scalpellini e muratori. Con più tecnica solleverebbero il mondo: due dentro e due fuori a farlo rotolare avanti e indietro come una botte con la feccia. Zikinu, una piuma da sessanta kili, sollevò da terra con le braccia tese, Boranzelu che pesava venti chili più di lui e gli disse: ricordati quel che mi devi. Si, provò a dire Bore con la faccia come uno straccio da cucina. Ma mettimi giù.


Se fossi nato di notte, avrei sempre aspettato il giorno.

Esser nato è certo opera divina, come immaginare la creazione dal nulla. 

Che poi qualcosa c'è sempre, da qualche parte del mondo, in qualche valle, come a Marreri, dove l'alto Cedrino va verso quel mare che accoglie ogni relitto della mia specie.


Dimmi, chiese alla moglie, cos'è il mondo senza di me?

Quando Billia Bicariu fu ordinato cavaliere dell'ordine dell'asfodelo, dai liberi muratori dell'ordine della cazzuola e del nuraghe, andò ad abitare nella nuova casa in via dell'Innocenza a Irillai, e già dalla prima notte si svegliò di soprassalto al primo canto del primo gallo e scuotendo la moglie dal sonno gli chiese :- Dov'eri? Come, dov'ero? Mi vedi che son qui al tuo fianco? Ah, non sognavi, fa lui. Non lo so. Mi pare di averti visto sognare davanti alle vetrine del Corso. Poco fa hai detto:- C'è tutto quel che mi manca. Vorrei essere più bella e andare a ballare. No, tu sei la parte che mi manca. D'ora in poi, sappilo, quando in casa non ci sono io, non c'è nessuno.Si, e se manco io manca l'universo. Chi cucina in casa? Sii assennata e pianta le vetrine.


 La gratitudine si addice a chi esaudisce i desideri. Sarà sempre riconoscente il cuore.


Nella sottostante valle del santuario, le belle suore di Orane e Sarule colgono i bianchi gigli per la turchina vergine di Gonare, stella del puro mattino e della sera inoltrata con le pupille d'oro, poi rientrano in convento e si inseguono per gioco, nel chiostro fiorito. Entrano nella sala del refettorio, della preghiera e della lettura, dove come in famiglia, stanno anche i monaci e i bambini vestiti come i grandi. Quindi in perfetto silenzio mangiano come una gran famiglia, senza divisioni, come in un convento misto. Nello stesso momento sul prato del cortile certi energumeni in tuta mimetica, fanno scoppiare una bomba che mette in fuga i corvi appollaiati sui tetti e sul campanile. 


Favorevoli e contrarie le circostanze mi fanno da sponda; in confidenza posso esaltarmi fino a fare l'ambiguo come i cortigiani che vanno appresso a potenti possidenti a scodinzolare con chi ha di più e salutare chi può far comodo per essere qualcuno rispettato dalla vita.

O temuto e mostrato col dito, come quello che certe cose non le avrebbe dovute fare.


L'artigiano Pepe Puale attende alle faccende della sua bottega dove la mente guida le mani all'opera, ma è da come parla che si capisce quel che vale: deve parlar bene; affidereste voi un lavoro a uno che d'acchitto è antipatico perchè parla senza grazia? Un attore che fa l'avvocato. Oh, non che la faccia debba far mostra di chi piange la moglie morta, no, caso mai può parer distratto da un problema che ha tra le mani e allora consideri che ci mette l'anima su quel che fa, a uno così se accetta gli dai anche l'acconto. Lui è la persona giusta. Ha in dote quel che ci vuole per un lavoro ben fatto.


Ora devo andar piano per non arrivar prima dell'ora giusta per scherzare: e arrivato là, dove è sempre primavera, farò passi grandi come quelli che i re fanno in battaglia. Ma. Caccerò il cinghiale con la forchetta, schioccando la lingua nel rosso vino che spilla e stilla per me dalla mezza collina di Marreri, tirata su col lievito dai miei parenti, per Bobore Makoco abbandonato da Dio.


  Animo allegro il farmaco aiuta.

 

Chi non ride vive un furibondo conflitto col demone che soccombe al sentir ridere


Donn'Elene Tittamanna dai bei lombi, con le bluse di pizzo e bracciali d'oro, levatrice di vitelle adatte ad esser munte con le fossete lunari sulle guance; donna Elene dai bei fianchi, non lasciava passar giorno senza ricamare il corredo delle figlie a cui aveva fatto un costume nella tradizione di Ohiai: Orune, Oliena, Orgosolo e Orane. Ognuna si sarebbe sposata col suo costume. Beninteso donn'Elene voleva che lo sposo (Bobore Puntore, patrizio d'Irillai, a nome degli altri) avesse almeno due o tre abiti da cerimonia, uno per le pubblicazioni, uno per il giorno delle nozze, va bene, l'altro per l'ottavo giorno, la domenica successiva, ci mancherebbe, quando doveva indossare un'altro abito nuovo e diverso. Come segno di credere nel matrimonio, di avere buone intenzioni, un conto e star bene, altro esser ricchi e fedeli, ma ciò che è necessaria è la serietà, non si dice che il carico si aggiusta durante il viaggio? E allora! Essere in grazia di Dio è esser degni della provvidenza. Ah, la fortuna d'esser nati vicino all'alto Cedrino, dove l'acqua non ristagna ma passa e va, come le cose e gli affari nel regno di Panta Rei. 

  

Già dalla prima occupazione Badore Babosu (che almeno tre volte all'anno sognava di aver spinto il padre giù dalla rupe d'Irillai, dopo averlo dissetato al ninfeo delle Janas a Soloti o, come dicono le malelingue, averlo ubriacato nella foresta di Farcana, per aver donato al Comune una casa con giardino da adibire a ospizio di vecchi orfani malandati e abbandonati), si preoccupava di cercare oltre la vera solidarietà e la sincera amicizia, quella cosettina originale che ci distingue (-la faccia ci differenzia e non le interiora -)tra uguali ghiottoni di cozze crude che racchiudono colori e sapori dei fondali marini, dai mangiatori di salsicce a carnevale inoltrato, quando il naso è sempre teso a profumi, odori e aromi, da non vedere che chi si contenta di poco vive tranquillo come la mela che caduta dal ramo invecchia e in ogni caso si decompone come succede a chi muore ubriaco cadendo (come dal tetto di casa) dallo sgabello nella bettola di Zigottu dove i giorni si contano dal fuoco di sant'Antonio al festino di san Biagio, dalle crapule di san Francesco fino alle rebotte del Redentore, col ritorno alle origini, col bell'inganno del: Padre nostro che sei nei cieli...fino al “rosariu minuiu”, parlar tra se e se, borbottando di ingratitudine e forse di inganno....

dimenticavo che Badore Babosu nacque quarantenne vicino all'alto Cedrino in una famiglia di pastori e contadini, ortolani e muratori, artigiani e bottegai e le femmine di casa impiegavano nove mesi a scolpire una creatura con la voglia di ridere come si deve...

che non può essere comicamente scomunicata...

non si può fare a meno del metodo comparativo nelle cose religiose (mistiche e belle superstizioni) che solo alla nascita sono innocue ma nella maturità intolleranti e da vecchie fanatiche e rabbiose.



Alle mie freddure ridono solo cani e gatti, cionondimeno mi piace comporle e, anche se non mi giova, non credo in nulla.

Mi piace riflettere sulla morte poiché è il fine a cui tendono le mie beffarde composizioni.

Oltre la tomba vedo una soave burla e una siepe di spine paurose e di rose speranzose... e siccome non credo alle beffe non credo nemmeno alle burle...conto di morire allegro, se, come ultima cosa, riesco a farcela


Il melograno della madonna d'Irillai ride fino a spaccarsi, poi sta zitto come un ciarlatano in punizione nel vicolo cieco del Cuzone.



E' improbabile che i cornuti (siano allegri come medici che guariscono i barbieri a tocchi di riso) possano con le buone maniere, essere onesti amministratori degli affari pubblici: meglio gobbo, nano mancino e zoppo maldestro e impiccione, che cornuto, sentenziano al circolo di Zommaria Zigottu, dove si bisticcia per un uovo e un invito. Tocca la gobba e il bastone del molente (estro dell'asino alla mola) solleverà il saio del fraticello zoppo, ballerino per necessità, che prega per essere ascoltato: più della miseria (o pisello) teme la castrazione. Dicono che i cornuti non sappiano più ridere a cuore aperto.



Certo la vendetta – nonostante l'anzianità - non è delle cose migliori che si è in grado di fare,

tuttavia bisogna tenerne conto nelle domande che si pongono conversando le persone con intenti bonaccioni e che dubitano dei sistemi e hanno in antipatia i dogmi che impediscono la bontà della vita semplice in campagna e in città, a Orosei e a Fonni



Vestiva alla moda dei semplici sapienti che vegliano in grotta senza mai dormire per sentire

i dialoghi tra le stelle, con un lenzuolo di tela a mò di saio in estate e d'inverno una coperta di lana grezza sulle spalle con un cappuccio da frate che studia la frase classica, delicata e decisiva per chiedere l'elemosina agli abbienti che se ne infischiano dell'educazione e ai falsi ricchi senza mestiere che si intendono di finanze senza suonare un soldo

nacque prima dell'ultimo Nuraghe o poco dopo con l'idea di fare qualsiasi cosa gli fosse tornata utile per aiutarsi se solo ne fosse stato capace

Predusimula era sempre pronto a giurare su di se, che Dio mi faccia le corna, diceva, di

ricordare

come effettivamente stavan le cose nella stanza dove nacque trent'anni prima, per averle viste

appena nato, e lui non dimentica quel che ha visto. Che Dio mi faccia impotente, aggiungeva.



Giunto a maturazione il giorno tramonta

e col cielo tinto di sangue nasce la notte

mentre la luna per magia sale sopra il colle

lei la sempre visibile non sa dove nascondersi

lei dalle forme varie e misteriose, smilze e piene

lei la sola che sappia del primo movimento delle stelle

lei sa tutto poichè si è mossa per prima

verso il perchè dovrà fermarsi un giorno per esurimento

e lo dirà come chi ha avviato il tutto

Lei che si è mossa prima dell'inizio del dialogo con le stelle


La luna è vecchia come Giapeto, ke a tziu Batista Nuke che ha dato avvio agli affari d'Irillai durante il primo decennio del primo nuraghe

 

Mamea Mentefarre morì come Gesù nel tentativo di far buoni i cattivi, di migliorare i peggiori che se ne infischiano della legge e della poesia che – per sua natura - se ne infischia dei risultati ottenuti da chi la legge

Dopo aver corso l'isola dalla Baronia a Bosa e da Carloforte alla Maddalena, con qualche

intrusione a Ohiai dove la boria si vede in faccia, fece di tutto per andare in tv e davanti alle

telecamere si tagliò le vene come quei filosofi che si radevano davanti al mare e le onde gli

pulivano il rasoio ma l'acqua lo sommerse e lo svegliò per trovarsi legato al letto per non

cadere pensò e parenti, amici e conoscenti lo toccavano prima di farsi il segno della croce e

allora lui disse: Devo render conto a qualcuno di quel che ho fatto, pensavo ai miei beati

genitori, son loro grato e rispettoso, mi han reso migliore di come potevo essere ma ora non

mi rimane che contar su Dio e dormire con lui che mi sorride sempre senza darmi mai le spalle come una moglie trascurata

                                                             .

Il dialogo è continuo tra cervello e stomaco.

La mente se la vede con gli invisibili saperi, come lo stomaco che gli invisibili sapori li

smaltisce.

Immagino che la mente produca il pensiero come il ventre elabora la digestione: il cervello

immagina come l'apparato interiore utilizza il necessario a vivere.

L'immaginazione permette al corpo di abbandonare il mondo comune per un luogo appartato

(l'utopia singolare?), senza direzione, né muovere un passo e agitar l'ala

perchè l'uomo maturo è alla pari col mondo che l'ha fatto scaltro per non perire

è così che modelliamo il comportamento in base all'esperienza del giorno

l'esperienza fatta modella la persona che lo vuole.

Il modello finito è la cristallizzazione dell'esperienza vissuta

                                                      .


La provvidenza del cielo e la grazia della terra

La luce del cielo e il cibo della terra

La natura è la sposa di dio e han casa tra cielo e terra

La natura è quel che non si può fare a meno di vedere; a dio non conviene mostrarsi dove la moglie è dappertutto, si mostra poco in giro in attesa dell'ultima scena con la cena finale.

                                          .

  Il neonato tra sangue, caca e piscia, è senza problemi, poi ne avrà campi seminati e sterminati come mari pescosi; ultimo problema sarà quello di morire e si dice che la coda sia difficile da scorticare

                                                                                 .


Dicono che gli animali non sappiano ridere; a me pare che non sappiano nemmeno piangere.

Dicono che il riso sia invenzione degli Dei; non so se Gesù abbia pianto per Giuda.

Dicono che ai malinconici faccia bene ridere, perciò i malati d'amore muoiono piangendo come vitelli al macello.

                        

 Melagranada a pupusa s'ammorada, ciclamino è il suo bambino Kukubaiu nato col ciuffo come l'upupa, fatto con Kucumiau vecchio gufo sovrano di Farcana, fratello di covata della civetta Kukumeu regina di Soloti

.

  A Sant'Antonio, nostro benefattore, che rubò il fuoco dall'inferno con la ferula, per tutti coloro che il freddo accomuna davanti alla stufa:

tutti – senza vederlo - sentono il freddo imperiale

chi più - chi meno, solo i morti se ne infischiano

e di loro si deve dire solo bene e riposino con il ricordo

sulla lapide: tutto qui quel che è rimasto di me

perchè

la morte è l'umile termine di un modesto inizio dopo un passaggio strepitoso e vano

con l'ausilio ineffabile

del vino di san Martino con nicchia a Lukula, protettore dei vignaioli di Marreri che nascono col languor di stomaco: stomaco a posto e un intelletto sano

ai fannulloni col portafoglio gonfio

come hanno medici e avvocati

da loro capisco, si, capisco

chi muore arrabbiato

ragion per cui ci fu un certo periodo che il corpo mi trascinò dove voleva lui non senza aver ottenuto il mio consenso

perchè la vita è quella commedia nella quale recitiamo senza ingaggio

- Solo Stalin conosceva "gli interessi autentici del proletariato" -

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Piatti piani, fòndi a Fonni e tondi a Fondi.


La schiatta dei Pinzirra - fanatici del libero arbitrio, devoti al libero giudizio, all'ironia grossolana e alla beffa lieve - discende naturalmente dal primo Pinzirreddhu che col carismatico grembiulino dei primi misteriosi massoni copriva alla bell'è meglio, le bibliche vergogne, come gli arnesi della riproduzione classica e accademica che rifulgono tutt'ora nelle nicchie dei musei

I Pinzirra si vantavano di essere quel che gli altri dicevano: beoni come i bettolieri, onesti tra gli onesti e, fiduciosi della fiducia posta in loro,  laboriosi tra i poderosi mezzadri che coltivavano i famosi poderi d'Irillai, Lucula, Marreri e Isporosile, con la sapienza dei primi ortolani del Gange, del Nilo e della vecchia Mesopotamia, trasposta nelle anse del vecchio e sinuoso Cedrino


Si pubblica un blog per bagnarsi nell'acqua del tempo libero che tiene a galla i vecchi amici adatti alla pacata compagnia

a quelle

che alimentano la consapevolezza di non esser soli

e

il bisogno di paternità: non si è al mondo senza padri

Pepeddhu Lovicu la bestia umana

Roma, 21 agoosto 2012. il carabiniere Corbeddu è morto nel servire le Leggi della Repubblica. Cordoglio diffuso e l'informazione impiega 24ore per diffondere una foto dell'ucciso.

                                           Mentre.

  Per Fam. Cris, CL applaude quelli al potere per averne benefici.







il babbo a Tripoli






" nel' 15-18 i soldati che avevano colpito il nemico al volto accusavano contrazioni dei muscoli facciali; quelli che lo avevano colpito allo stomaco soffrivano di crampi addominali, mentre i cecchini perdevano la vista."



"Col termine popolo si intende l'insieme degli uomini raccolti in un paese in quanto esso costituisce un tutto. 

Si chiama nazione (gens) quell'insieme, o elementi di esso, che per l'origine comune si riconosce congiunto in una unità civile; 

la parte che si esclude da queste leggi (cioè la moltitudine indisciplinata del popolo) è detta plebe (vulgus)..." Kant, antropologia.


- Quando l'angelo del signore si attarda è perchè col fuoco cancella il suo recente passato, quando prometteva di far la terra simile al cielo.

 

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A biography, vita e morte di poeta.

L'animo è il circolo privato della libera immaginazione che si serve delle parole per mescolare le offerte del mondo comune con quelle cose che ciascuno tiene in conto per se come Pepeloru – un avaro - il suo denaro e Zomaria Zigottu – bettoliere - il suo vino

quindi 

Fraluisi Cacavele che dormiva con un berrettino a visiera, rise tutta la vita come ride un bambino a natale quando lo vestono d'azzurro come i beati del cielo che non hanno età, come la bellezza muliebre se non perde la freschezza

posso dire di lui che sia nato dal riso e vivendo ridere come se non sapesse fare altro per non dare a intendere di esser venuto da un mondo più lontano del ventre materno

Mimiu Minninnone

dove era stato ospite desiderato

appena nato Fraluisi ebbe la misteriosa virtù di scegliere il miglior latte del mondo dal capezzolo della mamma che amava i sentieri erbosi che portano alla pergola di Dioniso dove col marito beveva fresco vino con gazzosa

Buon appetito Fralui, gli augurò lei appena spontaneamente s'attaccò alla tetta, e impara a scegliere col gusto dei migliori latini che mangiavano le stesse cose con gusto diverso.

Lo stesso augurio glielo ripetè, finchè ebbe vita, ogni mattina col caffelatte

Mamma, sia buono quel che in bocca entra, ma quel che esce deve essere migliore, rispose lui il giorno che si sposò

Giusto, replicò lei; fai vedere quel che sei e dì che le cose buone e belle passano per la bocca.

Caspita, questo è parlar di poesia. Ovvero: dir che la poesia è inventare cosa dire nel modo migliore.

Il pericolo che si corre di bocca in bocca è di sbadigliare a forza di rimuginare le stesse cose: varietà infinita dona la natura divina alle persone a modo

La poesia e il cibo cotto e salato, distinguono noi dagli animali che se ne infischiano d

Pipiu Pissetone

ell'ammonite del monte che ha dissipato il suo carbonio

l'esperienza fa grande il cuoco per i piatti che presenta a tavola non per come li prepara in cucina

ma, diceva Gesù,

è la buona compagnia che fa ottimo il desinare a Ubisti la fonte d'Irillai

la poesia è l'arte d'inventare affari con le parole di tutti i giorni e diventa scienza con lo studiare il modo di associarle alle immagini di dentro e di fuori; ora questo studio non ha più maestri da quando Apollo ha chiuso la bottega delle Muse, così che ciascuno vi si ingegna come può, vegliando di notte con la luna e dormendo con la canicola sotto la pergola rosso-oro di Dioniso

i sapori del pranzo in onore del defunto da seppellire, arrestano il pianto e le lacrime degli eredi affranti e “afframicati”, come la poesia

Fraluisi Cacavele nacque poeta e morì mangione come Bobore Karrabusu, la perla del “muntonarju” d'Irillai, dalla andatura incerta e traballante, che se ne andò con un bello starnuto e una scorreggia incoraggiante, dicendo come Museddhu:- Vado via perchè – come si usa dire - mi manca il tempo che vorrei avere tutto per me. Ma ciò è concesso solo a dio e il lunedì ai barbieri.




le gemelle d'una sacca Mallena e Manzela





 La bellezza che si vede deperisce prima di quella che si sente

La bellezza che va via tornerà la prossima primavera

La bellezza che si sente non sfiorisce mai

La bellezza che parla da sola tace davanti a chi l'apprezza

Chi apprezza la bellezza e legge un buon libro alla settimana non sarà mai dannato


--> Maschio e femmina Dio li fece nascere allo stesso modo, così che da adulti assumessero ruoli e funzioni diverse ma complementari per rigenerare il mondo come si deve: la femmina avrà la bellezza della terra da fecondare sempre, materia ricca di sostanza da manipolare in ogni caso con piacere; il maschio avrà la saggezza del sole che governa il cielo e sarà l'inseminatore ufficiale della terra per migliorare la razza che occuperà la lettiga celeste dei gentiluomini alla destra del Padre Austero e sempre giovane e regale dalla nascita fino a noi ribaldi e atei che viviam come possiamo

senza l'ordine celeste del Gran Padre tutto minaccia di andare a casaccio e dal puro cielo può venire uno scuoter d'ali come d'uccello metallico che striderà dalle nuvole: Salvate Quirico, primogenito del nuovo priore di san Francesco a cui è riservato il puledro più mansueto della stalla che ha briglie di liquirizia. Salvate Quirico che non cada dal cavallo domato, grida la mamma; gliel'ha donato il vecchio priore con una sporta di carruba e dotato di una sella d'Ozieri


-->

  I passi di Mummua non lasciano orme sulla neve

quando sempre scalza viene d'inverno

a rigenerar la vita in nome di Gesù

salta di notte i chiusi delle tanche

fa le scale senza rumore

e spalanca al buio le porte blindate

fruga ogni angolo di casa

e porta via quel che gli si deve rendere

non fa nulla di male e

per la carità divina o perDio

non disturbatela quando va via

.

 

-->

Egli viveva per pensare a come vivere senza gravare sugli altri

e a morte avvenuta ne misurammo il valore

ora che non è tra noi certo starà tra i beati

e li allerta sulla gioia di andare in moto


L'intelletto senza i sensi durerebbe quanto un breve sospiro...

Intelletto è quel che attiene alla veridicità dei sensi o, altrimenti, l'intelletto ordina quel che i sensi via via raccolgono dalla realtà esterna, oppure: l'intelletto è la coscienza di quanto i sensi percepiscono, ancora: l'intelletto è la realtà dei sensi e, forse, la loro sintesi

...i sensi senza intelletto brancolerebbero ancora nel buio.

L'intelletto è fuso nella materia adatta ai sensi.

Solo nel corpo sostenuto dai piedi c'è l'intelletto e il suo linguaggio esprime lo spirito prudente.

Pensiero e materia viva son tutt'uno: con l'uno c'è l'altro.

ovunque sia la sostanza prende forma.

 


Con l'inerzia della morte trova riposo malinconico il pensiero. 

 

Dire: non penso a niente è una somma bugia pensata e detta a fior di labbra 

 

La storia tramanda le testimonianze delle persone sugli avvenimenti che hanno scosso il mondo, dopo la rinuncia di dio di farci tutti buoni e cari come gli apostoli e gli anziani del contone Ballaloi



Solo la bontà umana è spiritosa; l'invidia è triste, porta a calpestare le aiuole e a far pipì negli angoli bui

Predufava Mannebadas: "socrate è un'amico, platone è un amico, ma la verità vale di più." aristotile secondo ammiano suo biografo.


Con lo sbocciar d'amore a festa, Zenia Pirizolu prendeva sottobraccio Kikina Kikkaiu e sostenuta, andava a far parata come una gallina dopo aver fatto l'ovo santo, bisbigliando per farsi sentire, vicino al cantiere dove lavorava il suo ganzo che, a sera, ricambiava davanti al pollaio di Zenia, con il caloroso chicchirichi di Zomaria Karratzolu maestro di calcina che rendeva omaggio al suo coraggioso fiore. E passava e ripassava, dirà poi lei con un ritorno di memoria, come il sole a festa sul germoglio. Ci hai messo un segno. Si, ricordo. È quanto rimane di quel che è stato.


 I cristiani come i mortali temono la morte perciò contano sulla resurrezione: Percorrerò la stessa via, o Signore, più sano di prima e forse migliore.


- mi vien da da dire che la bellezza interiore 

è quella  sublime che non si vedrà  mai -



non c’è momento dei miei giorni che non mi riveda sul tavolo sopra la cisterna della terrazza su calalunga col richiamo del gracchio e l’alto volo del falco e 

le scorribande di guardia del prode bacco che annuncia la visita del buon Gianni


Tutti in casa mi sollecitano nel perder tempo come se lo facessi io che non so nemmeno  da  dove cominciare  a contare. 


ma cosa mi è venuto in mente  di dire se non l’ho sentito di sfuggita in casa dove tutti sono loquaci.


il destino è un cugino del dio che ordina il tempo e a lui affida il calendario 

di ciascuno  in cui segna l’ordine del giorno e dell’intera nuda esistenza

e a qualcuno capita di vedersi  assegnato l’oro di Bosa 

per cui chi ce l’ha non riposa


- l’opinione si insinua in noi col dono dei padrini di battesimo - 


-  per me quel che più conta è che l’Iddio ci sia - 

  • il  teologo studia solo il dio che conosce per ciò che ha fatto 

               e non per quel che non è opera sua -


“per esempio: dio è solo bene e non può quindi aver inventato il male”


sublime è il cielo abitato da Dio e sempre più in alto abitano i suoi simili

che immaginiamo doverosamente tali e quali al dio più vicino a noi


il cielo che immaginiamo senza fine è probabile che non abbia avuto alcun inizio

quindi sublime sarà forse il nulla senza forma né sostanza come un’ eterna  idea che vive d’aria


tu, se vuoi, prendi questo santo simbolo e mettilo sul comodino 

o sotto le ascelle che non se ne accorge  nessuno

se non ti fa bene non ti fa manco male


- la vista di una mano e un braccio martoriato da una macchina sul lavoro mi spaventa.


- la complessità del mondo non spiega  perché la gente in ogni dove stia tutta in piedi con la testa sulle spalle e non sotto i piedi-



- solo colui che combina qlcs di suo può conoscere un istante di felice creazione 

simile ai  bagliori scaturiti dai progetti dei  novelli innamorati davanti alla tv- 


:Chi paga la pigione provi a non pagarla per vedere che succede col mobilio in trasloco.


- Ogni carica elettiva una volta ottenuta -

fa sentire  il fortunato - come un prodigioso taumaturgo 

che non lesina sulla necessità dei miracoli da fare.


Santo colui che segue anche da sveglio 

le visioni del sonno notturno persino dopopranzo


il mondo è un continuo scambio di faccende tra noi 

e non tutti hanno del superfluo da barattare con facilità


dai volti scontenti che si vedono in giro si potrebbe supporre che non ci sia

 al mondo un angolo dove libertà e felicità siano superflue più che mancanti


mi   meravigliano le ricche e rare bellezze vaticane

ma mi sbalordisce di più che i popoli  vedano in  ciò un avamposto dell’esercito divino 


 nulle terre sans maître - non c’è terra senza padrone


- e il padrone della terra se la chiude come se l’avesse fatta lui -

                                  binza kene jaca - vigna di poca sostanza è


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