lunedì 25 novembre 2024

reminiscenza : e rapidi sguardi d'amore labili come le intese tra comari e compari




-nella gola di Gorrophu  scordati di debiti e crediti

ricordandoti di Tiscali lontana nel tempo


Il naso sente prima di vedere i fiori  

in quel che non per caso c’è nel vaso-


-l’uomo fa ricchi regali alle belle donne 

che amano le  radiose lusinghe 

e nel frattempo il lui adorante si gratta 

dove  più prude la mania 

affinchè lnon si esasperi  con i sacri piaceri 

 dei  più co-s,ospirati desideri-


-C ‘ è chi si sente obbligato a imporsi libertà  non a tutti concessa .


- da chi amministra la benevolenza per  la sua provincia





-dei primi 10 anni di vita ho solo 

vaghe immagini delle premure materne-


Nei momenti in cui rifletti sulle facende

che ti riguardano capita di soffermati sul tempo che scorre

senza la presenza di un fianco da tempo assente 

Manca metà della vita quando non c' è quel che completa l' intera presenza esistenziale perché non c'è giorno senza notte e una notte senza fine erge un muro senza crepe che offende il sole artefice dell' oro e del grano





la coppia riproduttiva viene innanzitutto, poi viene la casa protettiva

con ciò per lo sviluppo successivo è necessaria la forza energica

per placare la miseria della fame reclamata dal corpo per vivere

per muoversi e respirare, dire - agire e fare: 

a a h apre la bocca e acqua e aria a me..

.suono che viene dal più profondo sospiro del cielo 

















  

       - parigi 1848 -

  • prende il nome di vesuviennes 

ogni donna attiva come 

  • un vulcano rivoluzionario: diotima

  • vittoria colonna, emily dickinson

  • grazia deledda, rosa luxemburg

  • maria curie, hannah arendt



  • le borse mondiali son la sede dove si assiepano i sogni sui tesori a rischio



nelle borse del mondo si compra con l’accumulo dei capitali 

con la speranza di guidare l’immancabile guadagno verso la sede

come fonte dell’investimento fatto a risarcimento del rischio corso

 finanziando in anticipo la pesca o quindi la semina dell’anno stabilito


chi compra i valori in borsa investe i suoi risparmi 

solo con la  speranza di guadagnare l’inaudito

incalcolabile





-l’unico organismo vivo nato muto che 

cerca invano da sempre di parlare 

col naso sul dorso è la balena-



-chiunque nasca al mondo della luce 

avrà per tutto il suo tempo 

la croce in spalla a fargli ombra

in campagna e compagnia in città-



-meno gravoso il lavoro fatto da chi sa farlo

anche senz’oro nelle dita nè moccio al naso-



-se necessario l’aquilotto può irrompere nel pollaio

 più difficile che il gallo si vendichi rovistandogli il nido- 




– è sempre il caso di resistere con la ragione 

alle prepotenti intemperie irrazionali-




-finchè posso mi piace far da me 

come ho sempre fatto

 il necessario che mi concerne-


- nulla è quel che non nasce non vive-

- ciascun essere animale misura da se 

la distanza necessaria per campare alla buona 


Signore  Iddio dammi un' orto fertile che seminerò solo di devoti fratelli e sorelle francescane che faranno per te il miglior torrone del mondo anche senza  noci e mandorle ma di sole nocciole di Tonara!


Non da ora mi sento subumano ma da quando non corro come un bipede senza penne.


  • vizio è l’attitudine- o capacità di agire

  • - nuocendo alla propria persona fisica e morale-

  •  danneggiando anche altre persone-


  • beve  vino chi ama fingere con se stesso -


Una è la faccenda del corpo altro è la mente 

che parte non è scadente dell'intero ordito e 

tramato con cimosa e frange

Perciò il rattoppino Sanzirdeu cuciva tessuti 

freschi d’estate e. ..


Uno è l'opera delle mani altro son le immagini mentali 

che le membra gestiscono, facile fare gli speranzosi 

con i propri sogni che cambiano con le stagioni



  • Artù r -o re degli artigiani risiedeva a Barumini con la moglie di nome Letrankikurza dove 

affilavano le falci dei mietitori  miseri come arnesi che 

facevano andar male i roveti bruciando le more 

per sentir la voce del Dio tonante seduto 

accanto alla botte della malvasia da un lato 

e dall’ altro il pirizolu che ha sempre inebriato

 gli immortali celesti tutti ultracentenari.



  • può darsi che il nuovo dentino spuntato stanotte

 cominci ora a scardinare l’altro

che l’ha preceduto- 


  • senso della realtà è;

non dir nulla in via  definitiva sugli Dei.


  • luogo comune è far paura ai bambini con i boboi.


  • al marito si addice smaniare

 per le ghiottonerie della mugliera 

da quando Eva rubò il primo cestino 

di sacri fichi dall’albero del vicino

i fichi sono tanto sacri che le primizie

passano nelle  bocche dei sacerdoti

che le ingurgitano per conto divino.



  • la natura maestra di vita ha dato a noi il comprendonio

e le mosche ha dotato delle ali per volare

e alle  leggiadre divinità la qualifica di capo cantiere


                                -


  • non siedo a tavola per pesare  con gli occhi 

  • quel che mangiano gli altri 

se mi siedo è solo per mangiare quello che posso 

e pagare a fine pasto la quota uguale della spesa comune

come da sempre succede a tutti i viventi di morire 

chi satollo di delizie e chi d’inedia nera

senza tener conto di pesare il passato 

                       

                           -


se del vissuto è felice il ricordo 

mi sa che sia meglio immaginarlo

tanto vale al vivere  se si ha 

di aver la cognizione di farlo, arte 

in fondo è facoltà di riprodurre il bello

                         se mi riesce di stare ritto sulla cupola

                         del Brunelleschi come un ciclamino

potrei anche rotolarci nel sonno senza 

mutande sazio di saporiti maccheroni 

produttori e consumatori di vita eterna

-


nella realtà del mondo in cui si viene alla luce

del placido o vivace ambiente che l’accoglie 

con la purezza del proprio animo in costante sviluppo 

e perenne formazione fino all’ultimo sospiro




-squarespace o vetrina -

- ilcielo vetrina del divino armato di fulmini e lance-


  • Varrone: 

  • l’ottantesimo anno mi esorta a preparare i bagagli,

  •  prima che esca dalla vita-



  • La vita è quanto di più precario esista tanto più 

  • che solo in minima parte le cause sono nostre 

  • come le pene lo sono per intero e se i vecchi 

  • ricordassero i sogni per intero sarebbero 

  • un’eccellente consolazione per le stesse pene -

  • nessuna vicenda ci riguarda fin dalla nascita 

  • come l’unica certezza che tutto quel che viviamo 

  • finirà come i sogni custoditi nella dispensa 

  • della terrazza con la pergola d’uva mediterranea 

  • dove anche gli dei svaniranno 

  • se nessuno ha la briga di tenerli in vita.



  • La divagazione è l’enorme libertà che la parola concede 

  • a chi vuol dire qualcosa del suo singolare intendimento -

una bella frase sarebbe  dir: meglio  non nascere per dovere

 praticare il male anche a discapito del piacere 

di far bene e  godere la bellezza dell’esistenza 

con i compaesani pur con l’incombenza di dover 

poi morire senza poter rinascere come invece 

mangiamo di nuovo dopo esserci ben saziati pranzo-

-un fatto certo è che nasciamo spontaneamente-

- fanto che, forse, nemmeno il padreterno 

ha chiesto al figliuolo unigenito 

se voleva nascere per morire e poi risorgere:

 come fatto dalla dea Teti figlia del mare 

e a conoscenza del futuro, 

con l’imbattibile achille (pur essendo 

il più forte preferiva Patroclo alla bella Elena)

che sappiamo ad ogn’ora saltellante negli Elisi-


  • la vita è quella faccenda per cui si nasce e si muore

  • nel letto di ogni dimora ospitale  



- wivano in eterno inglese i mostaccioli sardi


Abbasso i vecchi dogmi e i nuovi,i belli e i cattivi-

-dogma o verità che sostiene quel che credo -

-il giove pagano aveva i suoi titani 

e se ne serviva come l’iddio dei suoi angeli-

-fà che tutto sia come la vita e 

comincia con un delicato ciclamino 

 termina poi con la morte e tre gelsomini

se nel mezzo ci hai messo tutto quel che ben ci sta

come un lindo giglio nel vasto campo -



  • la colomba pasquale vien subito appresso alla cornacchia 

sotto la croce con una mezza dozzina di piccioni col becco a spirale-



-con l'infantile voglia di vivere dei bambini senza colpa

 che centra il cosiddetto reato originale

che procura il pane bianco  senza tribunale

alla divina casta  sacerdotale


politica è la possibilità che hanno i mortali 

di espletare in libertà con comuni moltitudini

Di ciascun individuo con le proprie facoltà umane - con cui far mostra nel mondo -


-l’identità è il meglio che ciascuno conserva in se del proprio passato-


- la felicità che ci esalta : quando si assenta ci deprime-

come la mancanza di un ciclamino che attenua l’ardore-


-normale è ciò che uno fa emulando i propri simili-


-la necessità se non è vinta ci sopprime-

  • la necessità  che vaga libera nello spazio temporale  

infilandosi nei varchi aperti delle faccende universali

è la  gran Madre  che decide sulle cose da fare quando avvengono 

nello spazio  delle vicende  inarrestabili 

con l’avvento degli animali eterni  e degli umani mortali

sui bisogni orditi dal tempo con le trame del destino ineluttabile-

: dalla necessità non ci si salva nemmeno con l’obbedienza!



  • la giudiziosa esperienza è la balia 

  • che ci  dà la mano  dall’adolescenza all’ospizio -


Il melograno ride degli  altri credendosi il  frutto migliore 

che però quando si squarcia  non si ricompone più -


  • difficile essere più pigri  dell’impiegato 

  • che non accelera il passo  nemmeno  

  • a fine mese per riscuotere la paga -


  • un compagno di lavoro  gli fece notare che  non rideva mai

  • al che gli rispose :  

  • da tempo aspetto  di farlo quando tu piangerai -



  • Sono detta saggia da quelli che provano il male; 

  • ma prima che ne soffrano son pazza. Cassandra in erasmo-


  • chi deruba gli altri fa mostra di sfarzo col bottino 

  • e insegna alle vittime come scroccare un invito a pranzo


  • s’isseta o spina,  rubinetto della botte

  • bere senza misura è come remare in alto mare 

  • su una barca senza timone -


- chiesa o non chiesa dio è dappertutto -

-anche nel pollaio delle carmelitane che vendono le uova

-i francescani del convento scambiavano le loro nocciole 

con le lenticchie dei preti del seminario 

che amavano lo scambio alla pari 

come sempre in uso con le fetecchie-


  • felice l’invitato della regina madre ( costui figlio unico d’una gentildonna ancella della regina , allevava usignoli canterini alle cui code legava campanellini d’argento che con leggere scosse si armonizzavano con l’ugola) che la minestrina finale del banchetto gli preme minacciosa di esondare dalle orecchie  come dire che nessuna autorità gli avesse mai pungolato le chiappe per mangiare e bere con dovizia come un novizio dopo le prime nocciole 


  • abbiamo l’intelletto per vivere  con i piedi  

  • e con gli occhi per vedere dove andare a parare


- Innocua storiola  sceneggiata in memoria della morte e tumulazione 

di  bustianu satta

nella coscienza del prete dell’ordine capitolare:

-perdoniamo il poeta che cercava la sua singolare verità : 

quella che appartiene a ciascuno di noi miseri mortali : 

umani  perchè pratici d’amore :

- perdoniamolo con la maschera della misericordia 

trascurando quella della vergogna che arrossa 

le carni del volto terreno d’ogni fratello lecito:

e accompagnamolo ora : ma meno curiali 

quindi come  pietosi cristiani umani 

al varco dell’aldilà dove gli verrà assegnato 

il suo posto  stabilito fin dall’inizio del tempo 

fino al termine delle beghe che scuotono la luna e le stelle

noi presenti  accompagniamo lungo la Via Sulis  francesco

fino allo slargo del Contone Belloi

aperto sulla Carrera che immette al cancello dell’aldilà 

sopra Lucula, Marreri e Isalle

dove posano i rematori del Tirreno che aspettano il prode Sebastiano Satta 

che cantò con la sua maestria,

 nel breve scorcio della propria esistenza

le tribolazioni dell’Isola  cattolica  che un tempo fu pagana - 

per traghettarlo sulle sponde del remoto aldilà

:

«Alla notizia della morte di Sebastiano Satta, pastori e banditi, e insieme a loro i contadini, con le mogli e la crialla,  scesero dai monti per accompagnarlo  nella strada dei morti senza preti all'ultima dimora». 

 il corteo funebre  s’avviò  dalla casa del poeta e risalì a via Roma incamminandosi   con la salma in spalla nella salita  di via Sulis davanti alla chiesa  di santa croce fino al Contone d’Irillai 

a cento metri dal cimitero di Sae Manca

zia tonia sellone, ricordava : con comar Badora,  e  comar mallena bussa  e  zia lenarda  moro, 

coetanee del 1904 

di aver visto il passaggio del funerale di sebastiano satta  davanti al muntricu -

 varco d’accesso del vicolo su cuzone  -

e in quel momento nessuno al Corso fece al Poeta Chapeau!

 diretto  com’era al contone belloi e alla carrera di campusantu 

i’ sae manca.



le faccende stabilite fin dall’inizio del tempo stabile



per  accadere all’ora data 

non aspettano il nostro consenso 

sempre invischiato in  interminabili e imperiture grane 




è la vita





Lo stesso anno è composto da oltre trecentotrentatre frammenti 

di luce che se ne infischiano e della provvidenza divina 

e della previdenza sociale e delle loro provvigioni.

Ogni giorno contiene i suoi argomenti, distinti l'un dall'altro, 

come vecchi pastori e contadini d'una volta che guidavano i paesi,

 i cosiddetti temi del giorno, tanto giudiziosi quanto dissennati 

(il senno esprime il giudizio), ma mai conclusivi 

come cani e gatti chiusi nel recinto della sera





-Il naso sente prima di vedere i fiori

in quel che non per caso c’è nel vaso-






biblioteca del rosso fiotto dell’amore


i gemelli d'una sacca Mimiu Irricconnotu

e Pipiu Pessikiu amanti del Pirizolu 

che fa l'animo ardito


La memoria è una raccolta di dati passati 

utili al presente per vivere bene 

se non  si può meglio


non far dispetti al mondo che ti sopporta 

e Leggimi

dante cruciani editore


I dottori sanitari della contrada  d'Irillai 

nella libera cussorgia di Ohiai Benimindhe

 comunicano concordi ai loro pazienti 

che gli sconvolgimenti interiori tipici del 'generale' inverno 

appartengono al passaggio da una stagione all'altra 

che si avverte nella flora intestinale 

che sollecita alla corsa anche i frati sciancati 

rendendoli bellicosi come i focosi ballerini di tango 

già virtuosi nell’antico tip-tap del picchio di sant’Ussula.





-l’uomo fa ricchi regali alle belle donne 

che amano le  radiose lusinghe 

nel frattempo lui l’adorante si gratta

dove  più prude la mania 

affinchè lo ricambino  con i sacri piaceri 

dei  più sospirati desideri-







Sos corofulos de maria

s’apperin cada  manzanu






su pinnone 'e Ir

-dei primi 10 anni di vita ho solo 

vaghe immagini delle premure materne-




la coppia riproduttiva viene innanzitutto, poi viene la casa protettiva

con ciò per lo sviluppo successivo è necessaria la forza energica

per placare la miseria della fame reclamata dal corpo per vivere

per muoversi e respirare, dire - agire e fare: 

a a h apre la bocca e acqua e aria a me..

.suono che viene dal più profondo sospiro dell'inquanticabile cielo






le borse mondiali son la sede dove si assiepano i sogni sui tesori a rischio

nelle borse del mondo si compra con l’accumulo dei capitali 

con la speranza di guidare l’immancabile guadagno verso la sede

come fonte dell’investimento fatto a risarcimento del rischio corso

 finanziando in anticipo la pesca o quindi la semina dell’anno stabilito


chi compra i valori in borsa investe i suoi risparmi 

solo con la  speranza di guadagnare l’inaudito

incalcolabile

















  • beve  vino chi ama fingere con se stesso -


Una è la faccenda del corpo altro è la mente 

che parte non è scadente dell'intero ordito e 

tramato con cimosa e frange

Perciò il rattoppino Sanzirdeu cuciva tessuti 

freschi d’estate e. ..


Uno è l'opera delle mani altro son le immagini mentali 

che le membra gestiscono, facile fare gli speranzosi 

con i propri sogni che cambiano con le stagioni






























   - parigi 1848 -

  • prende il nome di vesuviennes ogni donna attiva come 

  • un vulcano rivoluzionario:

  • dotiima

  • vittoria colonna, emily dickinson

  • grazia deledda, rosa luxemburg

  • maria curie, hannah arendt

-l’unico organismo vivo nato muto che 

cerca invano da sempre di parlare 

col naso sul dorso è la balena-

-chiunque nasca al mondo della luce 

avrà per tutto il suo tempo 

la croce in

spalla

anche senz’oro nelle dita nè moccio al

naso-

-se necessario l’aquilotto può irrompere nel pollaio

 più difficile che il gallo si vendichi rovistandogli il nido- 




– è sempre il caso di resistere con la ragione 

alle prepotenti intemperie irrazionali-




-finchè posso mi piace far da me 

come ho sempre fatto

-l’unico organismo vivo nato muto che 

cerca invano da sempre di parlare 

col naso sul dorso è la balena-



-chiunque nasca al mondo della luce 

avrà per tutto il suo tempo 

la croce in spalla a fargli ombra

in campagna e compagnia in città-



-meno gravoso il lavoro fatto da chi sa farlo

anche senz’oro nelle dita nè moccio al naso-



-se necessario l’aquilotto può irrompere nel pollaio

 più difficile che il gallo si vendichi rovistandogli il nido- 




– è sempre il caso di resistere con la ragione 

alle prepotenti intemperie irrazionali-




-finchè posso mi piace far da me 

come ho sempre fatto

 il necessario che mi concerne-


 il necessario che mi concerne-

-l’unico organismo vivo nato muto che 

cerca invano da sempre di parlare 

col naso sul dorso è la balena-



-chiunque nasca al mondo della luce 

avrà per tutto il suo tempo 

la croce in spalla a fargli ombra

in campagna e compagnia in città-



-meno gravoso il lavoro fatto da chi sa farlo

anche senz’oro nelle dita nè moccio al naso-



-se necessario l’aquilotto può irrompere nel pollaio

 più difficile che il gallo si vendichi rovistandogli il nido- 




– è sempre il caso di resistere con la ragione 

alle prepotenti intemperie irrazionali-




-finchè posso mi piace far da me 

come ho sempre fatto

 il necessario che mi concerne-

- nulla è quel che on nasce non vive-

- ciascun essere animale misura da se 

la distanza necessaria per campare alla buona 

nella realtà del mondo in cui si viene alla luce

del placido o vivace ambiente che l’accoglie 

con la purezza del proprio animo in costante sviluppo 

e perenne formazione fino all’ultimo sospiro

Signore  Iddio dammi un' orto fertile che seminerò solo

di devoti fratelli e sorelle francescane che faranno per te

il miglior torrone del mondo anche senza  noci

e mandorle ma di sole nocciole di Tonara!

Non da ora mi sento subumano ma da quando

non corro come un bipede senza penne.

  • vizio è l’attitudine- o capacità di agire

  • - nuocendo alla propria persona fisica e morale-

  •  danneggiando anche altre persone-




  • Artù r -o re degli artigiani risiedeva a Barumini con la moglie di nome Letrankikurza dove 

  • affilavano le falci dei mietitori  miseri come arnesi che
    facevano andar male i roveti bruciando le more
    per sentir la voce del Dio tonante seduto
    accanto alla botte della malvasia da un lato
    e dall’ altro il pirizolu che ha sempre inebriato
    gli immortali celesti tutti ultracentenari.



  • può darsi che il nuovo dentino spuntato stanotte

 cominci ora a scardinare l’altro

che l’ha preceduto- 

  • senso della realtà è;

non dir nulla in via  definitiva sugli Dei.

  • luogo comune è far paura ai bambini con i boboi.

  • al marito si addice smaniare

 per le ghiottonerie della mugliera 

da quando Eva rubò il primo cestino 

di sacri fichi dall’albero del vicino

i fichi sono tanto sacri che le primizie

passano nelle  bocche dei sacerdoti

che le ingurgitano per conto divino.

  • la natura maestra di vita ha dato a noi il comprendonio

e le mosche ha dotato delle ali per volare

e alle  leggiadre divinità la qualifica di capo cantiere

                                -

  • non siedo a tavola per pesare  con gli occhi 

  • quel che mangiano gli altri 

se mi siedo è solo per mangiare quello che posso 

e pagare a fine pasto la quota uguale della spesa comune

come da sempre succede a tutti i viventi di morire 

chi satollo di delizie e chi d’inedia nera

senza tener conto di pesare il passato 

                       

                           -

se del vissuto è felice il ricordo 

mi sa che sia meglio immaginarlo

tanto vale al vivere  se si ha 

di aver la cognizione di farlo, arte 

in fondo è facoltà di riprodurre il bello

                         se mi riesce di stare ritto sulla cupola

                         del Brunelleschi come un ciclamino

potrei anche rotolarci nel sonno senza 

mutande sazio di saporiti maccheroni 

produttori e consumatori di vita eterna

il blog d'irillai - di outis keine hostis : 

su recreu  di sanzirdeu,  il rattoppino del paese di grulleria, 

alle falde del Parnaso, nella Cussorgia di Ohiai Benimindhe, 

dove sgorga perenne la sacra Botte dell'Elicona  

dove bevono e ribevono  i liberi in pace nel mondo    



La legalità è il rispetto della legge;

la moralità è il rispetto di me stesso.

Pepp’antoni beve vino e se ne infischia.




-squarespace o la mia vetrina -

- ilcielo è lavetrina del divino armato di fulmini e lance-


  • Varrone: 

  • l’ottantesimo anno mi esorta a preparare i bagagli,

  •  prima che esca dalla vita-



  • La vita è quanto di più precario esista tanto più 

  • che solo in minima parte le cause sono nostre 

  • come le pene lo sono per intero e se i vecchi 

  • ricordassero i sogni per intero sarebbero 

  • un’eccellente consolazione per le stesse pene -

  • nessuna vicenda ci riguarda fin dalla nascita 

  • come l’unica certezza che tutto quel che viviamo 

  • finirà come i sogni custoditi nella dispensa 

  • della terrazza con la pergola d’uva mediterranea 

  • dove anche gli dei svaniranno 

  • se nessuno ha la briga di tenerli in vita.



  • La divagazione è l’enorme libertà che la parola concede 

  • a chi vuol dire qualcosa del suo singolare intendimento -

una bella frase sarebbe  dir: meglio  non nascere per dover

 praticare il male anche a discapito del piacere 

di far bene e  godere la bellezza dell’esistenza 

con i compaesani pur con l’incombenza di dover 

poi morire senza poter rinascere come invece 

mangiamo di nuovo dopo esserci ben saziati a pranzo-

-un fatto certo è che nasciamo spontaneamente-

- tanto che, forse, nemmeno il padreterno 

ha chiesto al figliuolo unigenito 

se voleva nascere per morire e poi risorgere:

 come fatto dalla dea Teti figlia del mare 

e a conoscenza del futuro, 

con l’imbattibile Achille  -(pur essendo 

il più forte preferiva Patroclo alla bella Elena)-

che sappiamo ad ogni ora saltellante negli Elisi-


  • la vita è quella faccenda per cui si nasce e si muore

  • nel letto di ogni dimora ospitale  



- wivano in eterno inglese i mostaccioli sardi



- Abbasso i dogmi vecchi e i nuovi, i belli e i cattivi-

-dogma o verità che sostiene quel che credo -

-il giove pagano aveva i suoi titani 

e se ne serviva come l’iddio dei suoi angeli-

-fà che tutto sia come la vita e 

comincia con un delicato ciclamino 

 termina poi con la morte e tre gelsomini

se nel mezzo ci hai messo tutto quel che ben ci sta

come un lindo giglio nel vasto campo -



  • la colomba pasquale vien subito appresso alla cornacchia 

sotto la croce con una mezza dozzina di piccioni col becco a spirale-



-con l'infantile voglia di vivere dei bambini senza colpa

 che centra il cosiddetto reato originale

che procura il pane bianco  senza tribunale

alla divina casta  sacerdotale



politica è la possibilità che hanno i mortali 

di espletare in libertà di comuni moltitudini

 ciascuno le proprie facoltà umane -


-l’identità è il meglio che ciascuno conserva in se del proprio passato-


- la felicità che ci esalta : quando si assenta ci deprime-

come la mancanza di un ciclamino che attenua l’ardore-


-normale è ciò che uno fa emulando i propri simili-


-la necessità se non è vinta ci sopprime-




  • la necessità  che vaga libera nello spazio temporale  

infilandosi nei varchi aperti delle faccende universali

è la  gran Madre  che decide sulle cose da fare quando avvengono 

nello spazio  delle vicende  inarrestabili 

con l’avvento degli animali eterni  e degli umani mortali

sui bisogni orditi dal tempo con le trame del destino ineluttabile-

: dalla necessità non ci si salva nemmeno con l’obbedienza!



  • la giudiziosa esperienza è la balia 

  • che ci  dà la mano  dall’adolescenza all’ospizio -


Il melograno ride degli  altri credendosi il  frutto migliore 

che però quando si squarcia  non si ricompone più -


  • difficile esser più pigri  dell’impiegato 

  • che non accelera il passo  nemmeno  

  • a fine mese per riscuotere la paga -


  • un compagno di lavoro  gli fece notare che  non rideva mai

  • al che gli rispose :  

  • da tempo aspetto  di farlo quando tu piangerai -



  • Sono detta saggia da quelli che provano il male; 

  • ma prima che ne soffrano son pazza. Cassandra in erasmo-


  • chi deruba gli altri fa mostra di sfarzo col bottino 

  • e insegna alle vittime come scroccare un invito a pranzo


  • s’isseta o spina,  rubinetto della botte

  • bere senza misura è come remare in alto mare 

  • su una barca senza timone -


- chiesa o non chiesa dio è dappertutto -

-anche nel pollaio delle carmelitane che vendono le uova

-e i francescani del convento scambiavano le loro nocciole 

con le lenticchie dei preti del seminario 

che amavano lo scambio alla pari 

come sempre in uso con le fetecchie-


  • felice l’invitato della regina madre -( costui figlio unico d’una gentildonna ancella della regina , allevava usignoli canterini alle cui code legava campanellini d’argento che con leggere scosse si armonizzavano con l’ugola) -che la minestrina finale del banchetto gli preme minacciosa di esondare dalle orecchie  come dire che nessuna autorità gli avesse mai pungolato le chiappe per mangiare e bere con dovizia come un novizio dopo le prime nocciole 


  • abbiamo l’intelletto per vivere  con i piedi  

  • e con gli occhi per vedere dove andare a parare




slargo ' su contone è Belloi

 - Innocua storiola  sceneggiata in memoria della morte e tumulazione 

                                                     di  bustianu satta

nella coscienza del prete dell’ordine capitolare:

-perdoniamo il poeta che cercava la sua singolare verità : 

quella che appartiene a ciascuno di noi miseri mortali : 

umani  perchè pratici d’amore :

il piccione pasquale

- perdoniamolo con la maschera della misericordia 

trascurando quella della vergogna che arrossa 

le carni del volto terreno d’ogni fratello lecito:

e accompagnamolo ora : ma meno curiali 

quindi come  pietosi cristiani umani 

al varco dell’aldilà dove gli verrà assegnato 

il suo posto  stabilito fin dall’inizio del tempo 

fino al termine delle beghe che scuotono la luna e le stelle

noi presenti  accompagniamo lungo la Via Sulis  francesco

fino allo slargo del Contone Belloi

aperto sulla Carrera che immette al cancello dell’aldilà 

sopra Lucula, Marreri e Isalle

dove posano i rematori del Tirreno che aspettano il prode Sebastiano Satta 

che cantò con la sua maestria,

 nel breve scorcio della propria esistenza

le tribolazioni dell’Isola  cattolica  che un tempo fu pagana - 

per traghettarlo sulle sponde del remoto aldilà

:

«Alla notizia della morte di Sebastiano Satta, pastori e banditi, e insieme a loro i contadini, con le mogli e la crialla, 

scesero dai monti per accompagnarlo  nella strada dei morti senza preti all'ultima dimora». 

il corteo funebre  s’avviò  dalla casa del poeta e risalì a via Roma incamminandosi   con la salma in spalla nella salita  di via Sulis davanti alla chiesa  di santa croce fino al Contone d’Irillai a cento metri dal cimitero di Sae Manca

zia tonia sellone, ricordava : con comar Badora,  e  comar mallena bussa  e  zia lenarda  moro, 

coetanee del 1904 

di aver visto il passaggio del funerale di sebastiano satta  davanti al muntricu -

 varco d’accesso del vicolo su cuzone  -

e in quel momento nessuno al Corso fece Chapeau al Poeta !

 diretto al contone belloi e alla carrera di campusantu i’ sae manca.


lettere d’amore  tra comari e compari

Comar Concisa Concetta, nobildonna del Cedrino: di poche e laconiche  parole 

non c'è nient'altro da dire? O han prezzi fuori mercato le parole nel capoluogo? 

Dio, che tristezza. Non un verso gentile né di garbo femminile. 

Che sarà mai successo? 

Fammi credere e dimmi qualcosa di sensato 

e che dio ti dia quel che ti manca

Lo stesso augurio che  mi faccio.



Bene,  ma gentiluomo  del Tirso, bene, almeno qualche parola ci scriviamo 

io, sola e indifesa, rischio di perdermi e di fare brutti incontri

poiché l'uomo solo, credimi, in coda o al comando

 è più vulnerabile del brioso Akille 

sono io che bado al mio corpo e il mio animo tiene a bada me 

- Dimmi, chi sei tu, mi chiedo: sei un pensionato anziano e sedentario

 che mostra il resto della sua originaria baldanza, solo andando a letto a riposare 

e sempre col coraggio che, al calar del sole 

è riposto , in una coppa di vino 

tinto come il sangue di un  capretto da latte 



Vivo come dio vuole, senza colpa né merito, senza voler nulla di meglio

 né di diverso ma nemmeno peggio 

Sto bene con gli amici che mi guidano con i loro lasciti scampati

 - per somma fortuna - all'incuria del tempo 

Rispondimi ti prego, perché mi piace leggere, amare e comunicare


  

 ho i miei anni

e ora li ho affascinato dalle tue foto sul giornale

dove siam presenti come comari e compari

e non posso fare a meno di scriverti pregando gli dei celesti, 

le fate boschive e gli orchi marini, che mi degni di una risposta

mi ha colpito la tua frase di 'rimaner fedele alla tua indole naturale'

in perfetto equilibrio tra l'animo che sostiene il corpo e la realtà dove il corpo vive

E' così bello conversare passeggiando nei sentieri del mondo

altro che starnazzi televisivi!

così stai bene per ora e che la salute e la gioia non manchi nei tuoi futuri progetti

Eccitante e frenetica Martina, buongiorno a te

tanto è ricca la tua presentazione che - confuso - mi ci perdo

ciononostante qualcosa trarro' da scrivere

Mi presento a te - decisa transalpina - come Ozu Ghermanu -

per la passione ai libri che ci accomuna, e la vicinanza geografica,

col piacere del dialogo e della conversazione lontana dagli sproloqui televisivi

ma mi mancano gli altri requisiti, in primis l'altezza

per rientrare nei tuoi parametri (perché 177cm? 200cm, poi, sarebbe

l'altezza ideale della croce)/ l'altezza e lo studio e la cura dell'orto /

rientro giusto nell'indice degli anni / non so ballare ma mi piace il blues del delta

quanto la poesia sarda improvvisata / sono sportivo e al calar del sole,

mi piace bere un po di vino che ben si addice a chi ha fatto solo la scuola dell'obbligo /

ti saluto augurandoti il meglio durevole e il doppio delle tue aspettative. Ciao


- “ Affinché io possa portare quella promessaIn Paradiso, con me Per insegnare agli Angeli, la cupidigia,Che Voi, Signore, per primo insegnaste - a me” . emily dickinson.



-sakussorja de Ohiai Beniminde  sorse con l’avvento d’Irillai  con i coloni d’Onifai e Biscollai, 

Tuccurutai s’aggregò con Ollolai e Orzai, caprai i primi e pecorai i secondi e al seguito vennero 

gli ortolani con i ravanelli  e i cocomeri per i maiali  e i  contadini con l'orzo e il fieno 

per gli animali da fatica e gli agricoltori  per il grano agli umani spendaccioni che si stabilirono 

a seuna nell’ateneo di  fossu loroddhu

-nutriva astio verso il padre che aveva avviato una dinastia  della burocrazia borghese  

a sostegno dell’industrioso capitale dei gusai  gallisò che investivano l’accumulazione precedente 

per lo sviluppo elettrico della cussorgia che ambiva  inoltre all’uso della ceramica padronale 

 nonchè al salutare talco dopo il  mensile pediluvio dei pastori e contadini

che lui, ultimogenito della nidiata - 

con i rimasugli e la risciacquatura delle ferramenta familiari-

aveva interrotto- lui che amava la madre 

che  però versava le sue premura  allo sviluppo di Lovico

che  con lo studio la scampò dalla tbc che  invece colse lui  scricciolo

come preda

 innocente per l’avvento degli antibiotici

lui che per l’eternità  edificò l’esempio del sacrificio materno per la

prole

  • Sto a fare poesia  come nei  tramonti a cala lunga  esaltando  la sera con l’amore 

- che senso ha proibire i piaceri  che non  ingannano nessun

innocente?  

- occhi aperti  a come parla un bancario  secondino del soldo -

- gonfio di se come  usa la rana euforica col portafogli pieno-

- la povertà rende modesti e misurati i mortali  che

giocherellano col berretto 

che copre i  segreti nell’attico esposti al sole come beni

ereditati


-tutto ciò che è mio è con me-

-dura quel che non si consuma -


-dal gioco delle alte nubi coglie i presagi nuvolosi  

che si  rovesceranno come un cappello 

sul  mai certo domani rovinoso o benefico -

-quando compaiono le rughe sulla fronte è segno che i conti 

della mente non tornano-

- patria è dove mi accettano  indifferenti 

e io non caccio via nessuno in alcun modo

nemmeno il sorcio  che sfrega la porta

 in cerca di croste di cacio-

patria è il luogo chi vi nasce appena sta in piedi usa andarsene

dove gli pare e piace 

camminando, volando e remando

-per i malvagi patria è dove vige  il sopruso 

il mondo è la patria degli umani 

la terra è la patria di chi viene al mondo per quel giusto periodo 

 

necessario a conoscere il sole e la luna senza dover ringraziare

chi ve l’ha condotto 

senza prenotare il biglietto

per i buoni patria è dove chi ci vive agisce per bene 

ed è ricambiato dai vicini di casa

  • le massaie d’Irillai non meno cortesi delle cortigiane dell’etfas 

  • di Corte  

  • dove signoreggia in eleganza  sull’orizzonte il monte 

  • con la graziosa Madonna del primo Re Gonario d.Ohiai B. in cima, dove non c’è compagnia che non aumenti l’allegria e la follia -

-:-

-nell’ospizio dei miserabili  anche il primo pitocco arrivato 

si ammanta del prestigioso ruolo di caposala -

  • Solo quel che   mi rimane da vivere è affar mio 

  • e conto di viverlo come posso quando viene 

  • vi sono parole che stimolano a rifletterle - 

  •  L'arte del "confusioner" è aizzar lite e attizzar zuffa -


-la vita intera è un punto indivisibile della linea euclidea: Plutarco

  • Quel che accade senza la nostra volontà 

  • è voluto dal destino in mano di presunti onnipotenti -


  • Gli uomini di buona volontà non si mischiano in faccende violente

  • ma previdenti come  ispirati  da un nume

  • si armano per difendersi da un sempre possibile  invidioso 

  • di  pessimidea allevato con brodaglia per far baccano 

  • dal didietro come usa il vagabondo oltre la siepe


  • i sensi delle persone vivono in coppia, un occhio e una mano

  • attizzano il fuoco dell’amore, che l’altra soddisfa di piacere -

-

-solo l’intromissione del denaro nell’animo

o dell’amore nel cuore può far deflagrare  l’amicizia -

-il lusso che ostentano i ricchi è il necessario  che manca ai poveri 

e col quale  potrebbero campare degnamente  anche i miseri

vedovi  già orfani -

- Ci rotoliamo nel sonno come il globo davanti al sole 

in costante equilibrio nel sentiero del buon dio

che corre lungo l’asse terrestre 

e la gravitazione dei corpi maggiori e minori-

- sa binza de sas pipiristasa

divina vigna fatta da braccianti contadini

nati con la luna della buona notte 

facendoli nascere con la sua luce

con la sorte armonica di zufoli campestri

e retribuiti dall’ottimo oculista che curava la loro vista 

badando bene che le ciglia non s’intrecciassero 

con quelle di sopra, come i lacci dei sandali 

del Polifemo con la fronte bassa  e stretta-

il cielo universo con forma d’uovo pieno

- equinozio e solstizi

3 mesi ogni  stagione = 91giorni 

delle 4  che formano l’anno

di  121/- giorni x 3 = 365 anno solare

10 stagioni 90anni

- la lingua di solito inghiotte 

quel che i molari  son soliti masticare 

quel che  gli incisivi  mordono  d'acchito -

  • maestri e preti  biasimano chi li segue 

  • di non praticare  abbastanza la loro perfezione 

  • ma quella via della perdizione d’Irillai

  • adulando perciò  quella sacralità della  natura 

  • fonte dei loro istinti  primitivi privi di fronzoli-


  • a proposito di bigotti e tartufi:

-tifo per i pagani e fischio i monoteisti  

che disprezzano le piacevolezze della natura 

mentre i primi le esaltavano come divinità: 

afrodite nelle femmine e bacco nel vino -



Segui passo passo la fortuna e vedrai che cederà.

 E, se è il caso, sollecitala in salita.



XV - Considerazioni sull'individuo di Ohiai Benimindhe

che una prima domenica di primavera

col primo verde benedetto dai Campagnoli

voleva fare una forchetta di ferro e inventò il rampino

per frugare nel pozzo e cercare il tesoro nel fondo


-

Considerazioni in ricordo del mite Bertumeu 

 arso d’amore in piazza stimolato dal vin novello 

che  ha in dote la mescola delle cose serie

 con gli affari faceti.



Bennardhu col rampino legato allo sperone  della zampa 

- alfonsina la sua gallina zoppa - 

mugliera esperta in faccende amorose

Il pio galletto canterino, educato e puntuale 

che gioca d’anticipo per cantare con gli altri. 

La sua rossa cresta adornerà  sempre 

la bianca e immacolata veste  di Asclepio

divino dottore di veloci piccioni e immacolate colombe.



XXXIX

Considerazioni, di autore ignoto, sulla condizione 

dell'individuo capostipite di Ohiai Benimindhe, 

Predu Pilurzi, primogenito di tzia Zenia Laidona-dhona, 

nondimeno madre di altri quindici figli,  

che, fino a cent'anni fa, campavano 

senza aver mai conosciuto un barbiere, 

uno che si vantasse di aver inventato

 il pettine e di saperlo maneggiare 

come un pennello, quello  che non poteva 

 mancare nel taschino del flaneur, che

 borbottando, si specchiava nelle vetrine 

del Corso che, come un cordone ombelicale, 

collegava le Grazie di Seuna con le disgrazie 

del Rosario, insomma il primo barbiere

 di Irillai che venne da Bosa, 

ingaggiato dall'Artiglieria Leggera, 

e si chiamava Alfonso come i grandi  Madrileni  

cugini dei reali Barocchi  di Spagna.



 Quel che vedo oscuro negli altri

 lo vedo chiaro nei miei vizi

Quel che non voglio veder chiaro in me 

lo vedo riflesso negli altri


Sul frontone della prima casa del C…

si trova scritto:

- Perdonami ciò che ti ho fatto, come 

io ti perdono quel che ho subito

  disse la vicina che aveva abbattuto

le travi della casa senza che nessuno abbia

mai varcato la soglia di casa sua…-

come sul Partenone è raffigurato lo scontro tra 

Atena e Enosigeo per il possesso dell’Attica.


Che la giustizia sia il giudizio che

 esprimiamo sulle faccende delle cose che non ci premono proprio?




XXVI

Considerazioni sulla salute dell'individuo di Ohiai Benimindhe  

giusto, bello e buono come la natura ne fa nelle sponde del Tirreno, 

perfetto come un palo della luce, 

sorridente come una lampadina nella notte, 

ardito come un grongo del Cedrino quando le fanciulle lavano i panni, 

consapevole di ben portare nella persona l’opera divina del nuotatore 

che si tuffa nelle vasche degli orti d’Isporosile e dei giardini di Marreri 

seguendo la rotta indicata dal suo timone a pelo d’acqua 

con la salda presa della mano come un delfino portabandiera



Un saluto a chi legge: che ti governi la Salute



Edizioni Agnus dei

del leggiadro gracchio del Rosario 

che sa dire – amen – e si crede 

la reincarnazione di Amedeo Nazzari 

saltella danzando al tempo del tip tap 

degli scalpellini del Contone diretti 

dal magistrale picchio di sant'Ussula 

che porge il suo Saluto agli onesti 

0 ai gentili e agli infedeli del mondo: 

Salute a voi chiunque voi  siate 

e bevete il buon vino con chi lo merita


Considerazioni Anonime sulla condizione dell'uomo di Ohiai Benimindhe, sul suo ruolo nella realtà delle 

cose vive, vegete e durevoli, ke, ispirato dal carciofo, inventò il pungolo di ginepro, la lesina e la forchetta


Il gran maestro ostile allo squallore

galliffet

Beati sono i morti che siedono alla destra del padre

non quelli seduti a sinistra che conoscono il male

non i principi teutonici che squartarono Thomas Munzer 

non i dotti della Sorbona che strangolarono Berquin 

e ne bruciarono il cadavere, né Giovanni Calvino 

che arse vivo Michele Serveto, medico 

che non credeva nella trinità 

né il prete boia che legò la lingua a G.Bruno 

o Lutero convinto da Dio con i fulmini di Giove

a farsi frate e concedere ai cristiani armati 

di combattere i nemici della fede che dissentivano da lui.


Senti e vedi. Pensa e scrivi. 

Scrivi quel che pensi: 

La Polio rende rachitiche le membra. 

Detto del galletto d’Irillai 

della scorta di Asclepio che saluta chi legge:

Salute a voi, bevitori del Chiaretto di Marreri 

che rende lievi le serate ai convalescenti della polmonite

e fa vedere Polifemo Monoftalmo 

e il Minotauro Cretese e gli infernali Alarpi d'Irillai 

che rubano al volo spiedini di salsiccia arrosto. E gli arrabios...


Onora il padre e la madre e Leggimi


i libri si spolverano con gli occhi, Leggendoli

 I libri tra le mani si leggono, 

col respirare si spolverano 

e con  un sospiro si depongono.

La vita nel labirinto del mondo è distinguere 

la porta della ragione dal laboratorio dei malefici

Nel labirinto le porte sono aperte

 e vi passa solo lo spirito umano. 


Nell’ospedale  senza porte vi entra solo

 chi è responsabile dei suoi capricci.

Il labirinto è il luogo tortuoso

 dove l'animo vive nei sinuosi 

meandri del corpo

 come il Cedrino delle prime piogge 

 sulla terra degli antenati 

e dei primi avi nella soave Baronia

Il cavo della scatola cranica contiene la matassa di Arianna, 

 la cui funzione è farci capire quel che vediamo e scriviamo

 come usano i doganieri e i dazieri

  Il problema di sempre, naturalmente

  è veder chiaro nella confusione, 

 col filo della ragione nel Labirinto delle interiora, 

 delle cose comuni, della memoria e degli affari di cuore.


Questi libricini vanno presi per quel che sono: 

unici, simili  tra loro e diversi dagli altri. 

Essi parlano di quel che può accadere 

di sentire per poter pensare.

Queste pagine hanno la sola pretesa 

di vivere in libertà.


Proprietà riservata all'autore 

vissuto per passatempo

nel mondo altezzoso 

che mescola il serio col faceto 

col diritto di far circolare liberamente  

la sua opera

anche senza la sua autorizzazione



 Della legna che brucia non rimane il ricordo.

I boscaioli di Tonara fanno lo sconto sulla legna da ardere

 a chi legge, durante l’inverno, “Guerra e pace” di L. Tolstoi


Considerazioni -di autore ignoto- sulla natura e cultura 

dell'uomo comune di Ohiai B.

e delle sue donne belle, graziose e gentili


L’aria salubre fa pensierosa la mente.

L’embolia uccide.

La nostra natura fa di noi quel che vuole.


Il ricordo – sorriso e parole -

delle mie donne, vive per me.


Non c’è famiglia Assegnataria della Riforma Agraria 

nella contrada di Ohiai Benimindhe 

che il primo giorno di primavera 

non spolveri l’argenteria al sole sull’aia


Che il pane non manchi in nessuna mensa

perché a nessuno è concesso 

di mangiare tutto quel che vede


Alla mensa, tu sii moderato col vino del nonno

in modo che nessuno resti escluso 

dal bere il bene comune 

 

Considerazioni sulla cultura dell’individuo di Ohiai Benimindhe che si  chiede che ne sarebbe della sua contrada se non ci fosse Gonone, Mamone e il Gologone?


Considerazioni - di autore anonimo - su episodi paesani di uno svagato autore convinto che la vita sia una stagione col clima festivo tutto da ridere e nulla ci sia di inattuale in quel che accade e nulla ci sia da castigare poiché tutto rientra nell'ordine delle cose che sono state, che sono e che forse saranno 


Considerazioni sulla salute dell'individuo di O.B. giusto, bello e buono come la natura ne fa nelle sponde del Tirreno, perfetto come un palo della luce, sorridente come una lampadina nella notte, ardito come un grongo del Cedrino quando le fanciulle lavano i panni, consapevole di ben portare nella persona l’opera divina


   Alla mensa  fai un uso moderato del vino del nonno Felisi

 facendo  in modo che nessuno resti escluso dal bere bene comune

             

Mimiu  Minninnone e Pipiu Pissetone che durante  il pasto non avevano niente da dire a nessuno

Bennardhu il galletto di Sant’Ussula sacrificato ad Asclepio che tribola per la post-polio


Alarpi e Arrabios sono i volatili più ostili 

al candido gracchio di sant'Ussula 

che - dalla punta del cipresso - saluta

 i defunti che varcano il cancello del cimitero


edicola di kikina karai

angelo senz’ali d’Irillai


  Considerazioni sulla realtà delle cose di tutti i giorni

- di autore orfano, vedovo e sedentario -

dell'ordinario individuo di Ohiai Benimindhe

nel rispetto delle leggi, degli orari 

di entrata all’ospedale dei Clisteri 

e di partenza degli affari pubblici locali


Non dir male di Pietro Pilurzi con i capelli come Dio li fa, non parlar male alle sue spalle che fin da piccolo è malaticcio, da quando, cioè, caduto dal dorso dell’asino ne ha sùbito anche i calci


Considerazioni Anonime dell'autore

sulla condizione dell'uomo di Ohiai Benimindhe

sul suo ruolo nella realtà delle cose isolane

e sulla mancata responsabilità nelle faccende politiche


Beati sono i morti che siedono alla destra del padre, non quelli seduti a sinistra che conoscono il male, non Lutero convinto da Dio con i fulmini di Giove, a farsi frate e concedere ai cristiani armati di combattere i nemici della fede che dissentivano da lui, non i principi teutonici che squartarono Thomas Munzer, non i dotti della Sorbona che strangolarono Berquin e ne bruciarono il cadavere, né Giovanni Calvino che arse vivo Michele Serveto, medico che non credeva nella trinità, né il prete boia che legò la lingua a G.Bruno.


Salute a voi, bevitori del Chiaretto di Ohia B. che fa vedere Polifemo Monoftalmo, il Minotauro Cretese e gli infernali Alarpi d'Irillai che rubano al volo le polpettine di manzo che piovono dal cielo stellato nella notte di san Giovanni Codimozzo, la notte più breve dell'anno in corso che ha dato al mondo l’ineffabile presenza degli arrabios che svegliano i mortali dormienti

Imponibile: prezzo: un sorriso d'amore della zoppa del pollaio libreriadelcardellinocerimonioso


Considerazioni di uno svagato autore sulla natura dell'individuo di Ohiai Benimindhe -territorio compreso tra i paesi che orbitano attorno al sacro Monte Ortobene di Sardegna, dove il culto di san Francesco unisce la pace alle genti col discreto ausilio dei Barazelos  (che addestrano i loro cavalli da parata a ballare il ‘’ballu tundhu’’al suon dell’organetto paesano) -che sa di piangere quando gli occhi lacrimano per il ricordo delle vecchie  pene inferte all’animo dal mai estinto amore.


Salute a voi, bevitori del Chiaretto di Ohihai B.che vedete Polifemo Monoftalmo, il Minotauro Cretese e gli infernali Alarpi d'Irillai che, con gli Arrabbios di Tzuccarutai,, rubano al volo gli spiedini di salsiccia arrosto offerti da Pride Zanketa ai Dodici Savi del Cantone Ballaloi che reggono dritte e salde le nivee colonne del Paese e godendosi il solicello primaverile tutto l'anno rievocano ogni giorno i buoni costumi del passato di cui si è persa la pratica con l’avvento della formidabile tivù generalista.


I dottori sanitari del distretto d'Ohiai B.

comunicano concordi ai loro pazienti che gli sconvolgimenti interiori tipici della florida primavera appartengono al passaggio da una stagione all'altra che si avverte nella flora intestinale e sollecita alla corsa anche gli sciancati.


 Riforma e Controriforma - che non sapevano leggere nel futuro - risentiti

 un dell'altro, se ne sono ampiamente

 sbattuti degli scritti di Erasmo che  

Francesco I chiamava: cher et bon 

ami. I preti della controriforma non 

assolvevano chi leggeva Erasmo..          


Considerazioni anodine – che non fanno ne caldo ne freddo - sull’individuo di Ohiai Benimindhe che pensa il Nordamerica come il luogo ideale che ci induce al piacere allettante che ci irretisce come ghiotti ghiozzi, specialmente da quando è trapelato che la direttrice sia zoppa


Libricino gracile, abbine cura e Leggilo: è gratis Scritta all’ingresso del circolo dei liberi pesisti d’Irillai con la calvizie  precoce:- Nessuno entri se non è pastaio, panettiere, fornaio o muratore.


Circolo degli Scalpellini Diplomati col santo rosario, che col loro tipete e tapete, han conosciuto il Minotauro cretese,  Polifemo Monofotalmo e gli Alarpi d’Irillai che sfrecciando sulla piazza come comuni avvoltoi rubavano il loro pranzo. Essi scalpellini avevavo come riferimento divino il  celestiale tip-tap del picchio di sant’Ussula che in una tormentosa notte del passato abbattè con colpi mirati al midollo il famoso albero secolare su cui saltava e volava libero e leggero il beato Lorenzo noto Tarzan che si schiantò come un cocomero l’unica volta che mancò la presa,  Dio l’abbia con se nell’eterna gloria che gli concerne e il buon Lorenzo meritava dall’infanzia.


La salute del mondo non vi manchi, nobili e onesti che curate la sacra vigna non meno delle vostre pupille.

Fate in modo che non manchi il vino alla mensa comune del Beato Diecu Loscalzo, astemio e amico del nonno che beveva con moderazione il suo vino quotidiano.

Fate che nessuno sia escluso dai brindisi.


Considerazioni Anonime sulla condizione dell'uomo

di Ohiai Benimindhe

sul suo ruolo nella realtà delle cose vive e vegete, concrete

e durevoli che, ispirato dal carciofo, inventò 

il pungolo, la lesina e la forchetta.


da un autore innocuo come un ravanello 

come tanti se ne vedono bere 

nei Circoli di Lettura soli 

come vedovi sedentari sconsolati

dal belvedere di santUssula

di Papalufrone, lo smilzo fiore delle sue donne


Considerazioni anonime – su Jubanne Lukia,

 casaro - che da scontato il suo formaggio a 

chi legge Montaigne e sulla natura comune 

dell'individuo di Ohiai Benimindhe.


Vento, terremoti e formiche senza salario

, con gli uomini dalla nascita, mutano il mondo


Non un giorno senza chiacchiere

non un pasto senza cibo    

non un sonno senza sogni


Detto del galletto d’Irillai della scorta di Asclepio

 che saluta chi legge:

all’annuncio dell’alba l’ora della cova


Salute a

 voi, bevitori del Chiaretto di Marreri che fa vedere Polifemo Monoftalmo, il Minotauro Cretese

e gli infernali Alarpi d'Irillai figli delle Erinni che rubano al volo spiedini di salsiccia arrosto.

Osserva le cose e Leggi. Pensa e scrivi. 

Scrivi quel che pensi: 

La Polio rende rachitiche le membra. 

Detto del galletto d’Irillai della scorta di Asclepio che si intendeva di salute, di malattia e creava le medicine adatte a sanare quel che Apollo, suo divino padre, consentiva, col consenso di ziu Kirone e della imbattibile lancia di Achille. 

Abbiamo visto il re! Ghetta su murguè!

CONSIDERAZIONI sull'individuo di O.B. che ha individuato in una immagine della fucina di Efesto lo zoppo il mantice e la forgia e il carbone e il martello gli strumenti ad hoc ad appuntare gli scalpelli dei prodigiosi scalpellini d'Irillai.


Un saluto a chi legge:

Che il senno governi la tua salute

il galletto promesso ad asclepio

che saluta il sole con un :

ave o cesare

Non un giorno senza chiacchiere

ne un giorno senza vino


conta le stelle, sorridi alla luna e Leggimi

DANTE CRUCIANI EDITORE

ostile allo squallore


Venne  al mondo col passo dell'esploratore

fu  sopraffatto dalla luce ed ebbe  sete

per  giorni fu  l'insegna del quartiere

fino all'enorme sentenza:

forse la scampa alla mortalità infantile

e la calda massaia  lo strinse a se

e fu  al campo tra i mietitori: è guarito dissero

giocherà tra i covoni e raccoglierà le spighe

prima di smarrirsi sazio di fichi sulla via del ritorno.


Che il pane non manchi in nessuna mensa

perchè a nessuno è concesso 

di mangiare tutto quel che vede


"Oggetto è la persona o la cosa necessaria

alla soddisfazione dell’istintività".

libreria di marie papassè

  Dai tempo al tempo e Leggimi

che da scontato il suo formaggio in assaggio,

 a chi conosce Pierre Besuchov per averlo letto in….


  • Bevi o vattene.     -

Invito imperativo sulla porta della bettola di Zomaria Zigottu


 Considerazioni sull'individuo di Ohiai Benimindhe

che una prima domenica di primavera

col primo verde benedetto dai Campagnoli

volendo battere una forchetta di ferro

inventò il rampino


Considerazioni sulla biblioteca 

delle ambizioni delittuose di Lady Mcbeth 

che perse il senno pensando all'Edipo 

che uccise il padre e alla Cordelia 

che per il padre morì. Così sommo' l'affare

 morto il re s'uccise come la figlia.


Considerazioni Anonime

sulla condizione dell'uomo

di Ohiai Benimindhe

- che inventò il pungolo -

sul suo ruolo nella realtà delle cose vive, vegete e durevoli.


CONSIDERAZIONI sull'individuo di O.B. 

che ha individuato in una immagine 

della fucina di Efesto lo zoppo il mantice

e la forgia e il carbone e il martello 

gli strumenti ad hoc ad appuntare gli 

scalpelli dei prodigiosi scalpellini d'Irillai.


Considerazioni sulla natura riconoscente 

dei beniamini di famiglia dell’agro di Ohiai Benimindhe 

che dalla prima e ad ogni successiva contravvenzione 

delle forze dell’ordine ai loro danni

sparacchiano i segnali stradali con pallettoni 

altrimenti riservati ai rudi cinghiali 

della foresta di Farcana

 (e alle calcagna dei ladroni di Soloti)

 insofferenti per antica abitudine

 all’abbaiare dei cani collezionisti  ringhiosi

 e bramosi delle loro preziose setole 

che donano ai calzolai d’Irillai in cambio 

d’uno stinco di maiale domestico 

che i raffinati  patrizi paesani chiamano prosciutto.


Considerazioni sulla scelta dei priori 

del sempre serafico San Francesco di Lula 

con le mani piagate dall’angelo Serafino

che stempera i calori licenziosi

 dei banditi respinti dall’amore 

delle sempre ardenti fanciulle in fiore.


La congrega degli Alarpi Arrabios di Corte 'e susu

garantisce che l'Autore è senza nome per paura dell'Indice

e quel nome se poi uno lo tira fuori è senz’altro falso.


Considerazioni sullo stato delle cose a Ohiai Benimindhe 

e sulle faccende quotidiane dei conterranei 

che hanno scoperto l'uso del filo a piombo e del livello dell'acqua.


LIBRERIA  nella pergola di AGNUS DEI

dove si può leggere Erasmo mangiando cacio, 

presciutto e pane carasau, bevendo vino 

con bicchierini di cristallo da rosolio 

che lascia un po' sobrio cio che vive 

nell’attico sopra i piani alti


Considerazioni sulla natura dell'individuo di Ohiai Benimindhe 

che quando lascia le mura del paese e annusa l'aria  

approda in costa come l'atteso messia 

che nessuno può ferire 

tanto è coriacea la sua scorza


Quanto scrivo lo ricavo da quel che respiro 

quando riposo, vedo, sento, tocco, odoro, leggo e penso.


l’alloro di Laurina

Gli dei stanno oltre l'Olimpo, 

oltre lo spazio finito che non si può misurare 

finchè rimane sconosciuto ai civili cittadini 

che vivono a su Contone  Ballaloi

 e separano le mandorle dolci dalle amare 

così come son disposti i giorni della vita                                         


Considerazioni di circostanza 

          - di autore anonimo e occasionale -

       sulla natura dell'individuo di Ohiai Benimindhe 

             che si spaccia sempre più vecchio degli altri 

          con le sue rappresentazioni morali e storiche

sulla genesi delle cose e sul loro moto. 

                         Merziò! Turuddhò! Backisè!


 Lascia correre il tempo irrequieto e  Leggimi se puoi


Se la Baronia mi è stretta

me ne vado in Campidano

dove all’asta c’è un sovrano

Che mangia senza forchetta


Considerazioni scritte sulla storia orale di Ohiai Benimindhe da dove

omnia munda mundis, è meglio scappare se non vuoi bere


 L'uomo di Ohiai Benimindhe - artefice delle sue azioni - 

dorme sodo e sogna, ride nel sonno quando non lo tien desto la fame

Stai bene e Leggimi


la tua umiltà per il bene del mondo

Biblioteca di Sant’Ussula

che premia con mezzo litro di Pirizolu chi legge a voce alta un episodio di Gargantua


Circolo del  tipete e tapete, dove ha pernottato il Minotauro Cretese in visita agli Alarpi d‘Irillai, e Polifemo Monofotalmo e stato ospite degli Arrabios del Contone che sfrecciando ovunque ci sia da rubacchiar briciole fanno bottino. Il circolo si rifà al celestiale tip-tap del picchio di sant‘Ussula che in una luminosa giornata di luglio abbattè con colpi mirati al midollo il famoso albero secolare piantato da Zuankinu E.Remitanu trecentotrentatre anni fa e su cui saltava e volava libero e leggero il beato Lorenzo noto Tarzan che si schiantò come un cocomero l’unica volta che mancò la presa,  Dio l’abbia nell’eterna gloria poichè il buon Lorenzo meritava una serena vecchiaia. Una prece al suo ricordo.


al benigno Asclepio a noi sempre propizio


Considerazioni - di autore anonimo - 

sulla natura dell'arte a Ohiai Benimindhe 

nella fattispecie di Predu Pilurzi che si avventurò 

di gran carriera nel mondo consegnando latte a domicilio 

su cui faceva la cresta (annacquando il latte)

 per comprare i libri di S. Satta, G.Deledda e Monsignor Della Bua di zia Zustina.


Fate quel che vorreste e Leggetemi


Lo stato del mondo migliori col vostro lavoro, eccellenti vignaioli di Ohiai Benimindhe.


Questa è una parte delle miscellanee che ogni anno maturano dalle parti dove un tempo fece ombra eterna a molti scapestrati l’allegro- il pigro Albero di Sant’Ussula dove nidificavano gli Alarpi e si arrampicavano gli Arrabios.

Minninna Manna che durante il pasto non aveva niente da dire e  Pissita Minore che parlava sempre dimenticandosi di mangiare


Bello dire una parte della frase e poter ben intenderla tutta.


I cori montani sulle spiagge e nel piano, sanno di martiniche da circo, scimmie ubriache e macachi ammaestrati. 

 

Nulla escluso del buono che riposa nella cantina del vigneto di nonno Filize Felisi.


Considerazioni - di autore anonimo - sulla natura dell'individuo di Ohiai Benimindhe, Zomaria Zigottu, bettoliere che salutava gli avventori con un : - O bevi o vai via, ma dava scontato il suo vino a chi gli cantava il Credo tradotto da Erasmo.


A tavola bevi con moderazione il vino di nonno Filize Felisi

in modo che nessuno resti escluso dal bene comune 

per cui dio tiene sospeso il mondo che da un po' 

 di tempo in qua galleggia sconsolato tra le nuvole.


Considerazioni, di autore anonimo, sulla persona d'Irillai - maschio o femmina che sia  - responsabile di quel che fa (quando ne fa) in grazia di Dio,  con la riconoscenza del mondo e la sua gratitudine all'ambiente che lo ha visto crescere senza impedirglielo come spesso succede un po' dovunque.


Considerazioni sui produttori in proprio del sempre gradevole se non proprio prelibato Pirizolu d’annata con cui i poveri miserabili cercano di stemperare i licenziosi calori della loro natura che li vuole sempre ardenti d’amore.

Lo stesso Bennardhu, l’impone alle galline  per fare una dozzina d'ovi agli asparagi da portare ad Asclepio.


Fate che il mondo scoppi di salute, o eccellenti vignaioli di Marreri e vostra sia la colpa ma Leggetemi


Considerazioni grossolane - di Fraluisi Lubrè - sull’individuo comune di Ohiai Benimindhe pensieroso per il suo animo oscuro che teme propenda alla tenebrosa malinconia.


Lascia il mondo come l’hai trovato e Leggimi


Considerazione sulla meraviglia che sempre desta la magia della creazione dal nulla delle valli del Gennargentu.  Che poi l’acqua scivoli al mare è una storia più semplice.


Considerazioni sulla realtà delle cose che sono ai sensi dell'ordinario individuo di Ohiai Benimindhe


Considerazioni su Bennardhu Bibekela, il galletto liberato da Sant’Ussula e sacrificato per scommessa con le clarisse di Cucullio e Ugolio, al vecchio dottor Asclepio che – figlioccio di Apollo e garzone di bottega di ziu Predu Kirone - vantava un credito col paziente Socrate il più dolce e soave pettegolo del mondo che suscitava l’invidia di spioni buoni a nulla come Anito e Meleto


Non c'è volumetto il cui contenuto non abbia il modo proprio di trattare le parole centrali e marginali 

Libricino gracile, abbine cura e Leggilo: è gratis 


Sopporta il destino, non darlo via e Leggimi


Considerazioni - di autore anonimo - su episodi paesani di uno svagato autore convinto che la vita sia una stagione col clima festivo tutto da ridere e nulla ci sia di inattuale in quel che accade e nulla ci sia da castigare poiché tutto rientra nell'ordine delle cose che sono state, che sono e che forse saranno  


Abbilo caro e Leggilo senza sputare


Zommaria Zigottu, bettoliere di Sardegna, 

dà il vino sottocosto a chi legge l'immenso 

Erasmio e per la prima volta nella sua carriera 

offre il bicchiere della staffa a chi legge Shakespeare


Considerazioni - di autore anonimo - 

sulla natura dell'individuo di Ohiai B. 

Jubanne Lukia,  casaro, che da scontato

 il suo formaggio a chi gli recita a 

memoria una poesia di Sebastiano Satta

trascurando la declamazione retorica 


Non pestare i piedi agli umili e Leggimi

 

Edizione straordinaria dell'Agnus Dei - srl, 

dei gemelli d'una sacca Mimiu Minninnone

 e Pipiu Pissetone autori e stampatori in proprio

 nelle cantine provinciali del Pirizolu 

che non può mancare sulla mensa del vescovo 

d'Irillai Monsignor Della Bua che fa sempre 

sbalordire padrini e figliocci dei priori

 del serafico san Francesco di Lula.


Bennardhu, l’attento gallo che ha visto per primo 

il fantasma di re Amleto padre, 

per gentile concessione di Asclepio 

che lo ha in simpatia più dei capponi 

preti di Cibele


Considerazioni, di autore ignoto,  

sulla condizione dell'individuo capostipite 

di Ohiai Benimindhe, Predu Pilurzi,

 primogenito di tzia Laiddhona, 

nondimeno madre di altri quindici figli,  

che, fino a cent'anni fa, campavano senza 

aver mai conosciuto un barbiere,

 uno che si vantasse di aver inventato il pettine,

quello  che non poteva  mancare nel taschino 

del flaneur che, borbottando, si specchiava 

nelle vetrine del Corso che, come un cordone ombelicale, 

collegava le Grazie di Seuna con le disgrazie del Rosario, 

insomma il primo barbiere di Irillai 

che se ne venne da Bosa, ingaggiato 

dall'Artiglieria Leggera, e si chiamava Alfonso.


Considerazioni - di autore anonimo - 

sulla natura civile dell'individuo di Ohiai Benimindhe

 che canta e balla nelle feste nuziali e nei battesimi 

e non sorride nei riti funebri che accompagnano

i defunti alla tomba dove li saluta con man lieve

 sulla bara e con un elegante segno della croce.


Non negare l’evidenza e Leggimi


Considerazioni sulla natura spontanea 

dell'individuo di Ohiai Benimindhe 

che pensa alla dolce mescola che si 

potrebbe trarre dal connubio tra il miele 

delle api e le uova fresche della gallina 

zoppa che pare sia la favorita di Bennardhu 

che di notte gioca d'anticipo sul tempo delle ore.


Salute a voi, bevitori del Chiaretto 

che fa vedere da vicino Polifemo Monoftalmo,

il Minotauro Cretese, gli infernali Arrabios 

e Alarpi d'Irillai che rubano al volo le ciliegie 

a chi le piantate, i fichi a chi li ha coltivati 

e i grappoli dalla vigna del proprietario 

che non da il dovuto a Bacco.


Considerazioni su episodi paesani – urbani e rurali - di uno svagato autore - convinto che la vita sia una stagione col clima festivo tutto da ridere e nulla ci sia di inattuale in quel che accade e nulla ci sia da castigare poiché tutto rientra nell'ordine delle cose che sono state, che sono e che saranno.
  Un saluto a chi Legge: Salute a te, uomo d'onore! Buon prode!

Considerazioni, di autore anonimo, sulla persona d'Irillai - maschio o femmina che sia  - responsabile di quel che fa (quando ne fa) in grazia di Dio,  con la riconoscenza del mondo e la sua gratitudine all'ambiente che lo ha visto crescere senza impedirglielo come spesso succede un pò dovunque. L'uomo di Ohiai Benimindhe - artefice delle sue azioni - dorme sodo e sogna, ride nel sonno quando non lo tien desto la fame

Considerazioni personali e grossolane - di autore ignoto - sulle faccende quotidiane dell'individuo di Ohiai Benimindhe che  sopporta  50grammi di spaghetti giornalieri

Considerazioni sull'anonima quotidianità dell'uomo comune di Ohiai Benimindhe
e sui protocolli sanitari del prestigioso ospedale dei clisteri che pretende dai compaesani recalcitranti l'uso quotidiano di supposte di sapone per prevenire le emorroidi


Considerazioni sull’'uomo comune di Ohiai Benimindhe - che ha un tacito accordo con se stesso (non so se ne è sempre consapevole) - nasce alla anonima quotidianità, per cercare la trama della vita, che sfugge come l'acqua dalle mani, e si disperde nel cielo come la tramontana di Orune che sconvolge la mente per inseguire la luce nel buio.

Considerazioni sulla semplice esistenza dell’individuo comune di Ohiai Benimindhe che non esce di casa senza l’immancabile catalogo  di immagini e parole proprie della Vecchia Baronia

 Considerazioni – di autore sconosciuto – 

sullo stato di salute del pollame d’Irillai 

da sempre promesso ad Asclepio

 in eccellenti condizioni di vita:

 - galline e galli, polli, pulcini e picchi maestri 

di tip-tap, graccchi canterini, pollastri e

 capponi di Lucula, con gli Alarpi di sant'Ussula, 

garanti legali ed eleganti del tribunale di Ohiai 

Benimindhe  con lo scopo primario di proteggerli 

dai gatti selvatici, dalle volpi di Lollobe e 

dai cristiani battezzati e affamati, dai gentili 

screanzati e sgarbati e dagli infedeli dei paesi vicini.


Salute ai mirabili con la zappa.
Salute a te, onorevole imbroglione.
Salute, agli alacri spiriti salottieri
Salute ai galantuomini in disfacimento


Considerazioni – di ignoto autore – 

sul semplice individuo di Ohiai Benimindhe 

che, nel benessere che trae dalle faccende d’amore 

coniugate  con l’ottimo vino delle vigne

 del nonno, vede il balsamo della vita.

Considerazioni - di autore adespoto - sulla vita

  che viene  e  quella che non rimane  se ne va  

per l’universo che si espande  come la luce 

incommensurabile del Signore, del comune

 individuo di Ohiai Benimindhe, che non 

mangia i funghi diversi da quelli eduli che 

portava il babbo a casa.


-  Lascia stare l’ordine del mondo

  che non hai fatto tu e  Leggimi  -

Considerazioni sul canto del gallo di sant'Ussula
che annuncia i preliminari del giorno
agli anziani del contone Ballaloi
che hanno  aggiunto la lama affilata

al manico del coltello. 


Considerazioni - di un oscuro autore -

sull'uomo comune di Ohiai Benimindhe.
Egli è un uomo comunque si vesta.
Egli va allo stadio per esultare come chi ha vinto la corsa.
Egli sopporta il pianto convinto che prima o poi ridera'.
Dalla carne verrà lo spirito per capire che non di sola carne è fatto.
Egli sa che con la carne che va male anche lo spirito è in dissesto.
Egli sa, fin dal primo canto del gallo, qual'è l'ordine del giorno.

Considerazioni fortuite e senza paternità

 sul farsi concreto delle cose, faccende e affari 

del sempre impettito gallo d'Irillai che sarà 

prossimamente offerto ad Asclepio invece 

dell'aitante, cavalleresco e fortunato  gracchio 

che la scampa sempre  dal male maggiore


Considerazioni – di  un misterioso, timido 

e sedentario autore - sull'individuo di Ohiai 

Benimindhe che, ricercando le antiche 

tradizioni che non trova, finisce col riderne

Considerazioni sullo stato di salute dei bietoloni 

col pancione pieno di spinaci, che augurano 

 una sempre ottima  Salute agli abili alla zappa.
Salute a voi, onorevoli imbroglioni, rispondono quelli.
Salute, agli alacri spiriti salottieri
Salute, ai savi anziani del Contone Ballaloi.
La salute del mondo sia con voi, 

eccellenti vignaioli di Marreri.
Salute ai galantuomini in disfacimento
Dolce vita a voi, fratelli dimenticati nell'ospizio.                             
                                       
Considerazioni d'autore sulla pratica 

dei buoni costumi del passato, quando 

nelle case di Ohiai Benimindhe

 si faceva ai vicini una parte del 

maiale ammazzato per l'inverno 


Considerazioni su Predu Pilurzi, l'usignolo d'Irillai vestito come un antico sardo, segue il corso del rio Lucula per andare al mare, cantando per amor di Pepparosa che vuol far sua sposa pensando alla gran cosa che unisce i cuori  puri con l'animo illibato

Ai fornai carlofortini - abituati a peregrinare - 

 per aver portato  il pane comune a Nuoro 

(della cui nuova bontà la crialla d'Irillai fu 

subito ingorda del cocone ben arrivato), 

fu concessa l'entrata gratis al Quadrivio, 

l'arruolamento gratis in una compagnia 

di caccia e un posto di riguardo nella 

chiesa del Rosario riservato ai cittadini

 benemeriti per almeno cinque generazioni; 

alle massaie per il pane carasau che rendeva

 i tempi felici e sonoramente “trakeddhaiti”

 per sostenere la concorrenza delle donne

 versus la panificazione sanpietrina, fu

 concessa l'esenzione dalle tasse, 

una blusa col colletto di astrakan 

e un biglietto gratis al cinema della domenica.  

Quelli, si, quelli erano altri tempi.

Anonime considerazioni
sull’uomo di Ohiai Benimindhe
artefice delle sue azioni
dorme sodo e solo
ride nel sonno, sogna
e lo sveglia la fame.


Libere considerazioni
- anonime ma  oneste -
dell'individuo naturale di Ohiai Benimindhe
da modesto individuo
con la bella Kikina  sua concubina  


Considerazioni di circostanza
sulla natura del cristiano battezzato di Ohiai Benimindhe
che sa contare, scrivere e parlare, misurare, pesare 

e osservare quel che gli è dato vedere con i propri occhi.

Considerazioni
- di autore anonimo -
sulla natura innocente
dell'individuo battezzato
di Ohiai Benimindhe.

Considerazioni - di autore anonimo -
sulla natura dell’individuo comune  di Ohiai Benimindhe
che inventò il fuoco estivo per debellare le siepi spinose del rovo
che non dà più le more del bel tempo che fu.
                          A M E N   


Considerazioni - di rapsodo anonimo e liberale -

sulla natura pubblica e privata dell'individuo 

di Ohiai Benimindhe che ha brevettato l'uso dell'acqua 

del Cedrino,  del Tirso e del Mediterraneo , per affrancare

 i fichidindia della dolce e soave Baronia (dove gli 

adulteri fan gli spacconi dal barbiere che si nutre 

di intime e improbabili confidenze, come delle prediche

 di don Zancheta che suffraga l'anima del defunto al buon dio), 

dal pullulare incontrollato delle spine secche e volatili 

quando la siccità imperversa a Mannasuddhas dove gli

asfodeli  a primavera son Gagliardi come, nella

piana di Troia, i Mirmidoni del molto Elegante Akille

Considerazioni - di autore anonimo -
sulla natura dell'individuo di Ohiai Benimindhe
che brevettò l’uso dell’acqua corrente del Cedrino,
del Tirso e del Mediterraneo, per liberare i fichidindia
dalle spine in sovrappiù prima di sbucciarli e mangiarli. 


Considerazioni sull’autonomia morale 

dell’uomo comune di Ohia Benimindhe
col suo spontaneo sviluppo nell’isola pagana
convertita al cattolicesimo dalle malie di Bonifacio ottavo
e del Giulio secondo soldato di Gesù per la maggior gloria di Roma 


Considerazioni sull’usura quotidiana
dei vecchi costumi paesani osservabili nella

 semplice natura dell'individuo di Ohiai Benimindhe
che si diverte più al carnevale popolare che nei cruenti

 riti del venerdì santo di chiaro stampo curiale, 

serale e seriale per inorridir le genti
 



fino a rischiare di render l'anima a Dio.

 Considerazioni personali di autore anonimo 

e grossolano sulle faccende morali che

 determinano lo stile della vita comunitaria 

- a base di maccheroni -
dell'individuo, elettore spiritoso, di Ohiai Benimindhe.

      che mi ha dato alla luce d'Irillai senza alcun dolore. 


  Considerazioni senza paternità sul piacere

 che prova l'individuo di Ohiai Benimindhe
nel vivere una vita da manuale
secondo i prontuari della generazione precedente alla propria
quando non c'erano cessi turchi, aeroplani e lavatrici
                                                          C  o  s  i     S  i  a    e in effetti è.
                       
Considerazioni sulla realtà delle cose di tutti i giorni
- di autore orfano, vedovo e sedentario -
dell'ordinario individuo di Ohiai Benimindhe
nel rispetto delle leggi, degli orari di entrata all’ospedale

dei Clisteri e di partenza degli affari pubblici locali


















































































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