s’apperin cada manzanu
-dei primi 10 anni di vita ho solo
vaghe immagini delle premure materne-
-
la coppia riproduttiva viene innanzitutto, poi viene la casa protettiva
con ciò per lo sviluppo successivo è necessaria la forza energica
per placare la miseria della fame reclamata dal corpo per vivere
per muoversi e respirare, dire - agire e fare:
a a h apre la bocca e acqua e aria a me..
.suono che viene dal più profondo sospiro dell'inquanticabile cielo
nelle borse del mondo si compra con l’accumulo dei capitali
con la speranza di guidare l’immancabile guadagno verso la sede
come fonte dell’investimento fatto a risarcimento del rischio corso
finanziando in anticipo la pesca o quindi la semina dell’anno stabilito
chi compra i valori in borsa investe i suoi risparmi
solo con la speranza di guadagnare l’inaudito
incalcolabile
beve vino chi ama fingere con se stesso -
Una è la faccenda del corpo altro è la mente
che parte non è scadente dell'intero ordito e
tramato con cimosa e frange
Perciò il rattoppino Sanzirdeu cuciva tessuti
freschi d’estate e. ..
Uno è l'opera delle mani altro son le immagini mentali
che le membra gestiscono, facile fare gli speranzosi
con i propri sogni che cambiano con le stagioni
- parigi 1848 -
prende il nome di vesuviennes ogni donna attiva come
un vulcano rivoluzionario:
dotiima
vittoria colonna, emily dickinson
grazia deledda, rosa luxemburg
maria curie, hannah arendt
-l’unico organismo vivo nato muto che
cerca invano da sempre di parlare
col naso sul dorso è la balena-
-chiunque nasca al mondo della luce
avrà per tutto il suo tempo
la croce in
spalla
anche senz’oro nelle dita nè moccio al
naso-
-se necessario l’aquilotto può irrompere nel pollaio
più difficile che il gallo si vendichi rovistandogli il nido-
– è sempre il caso di resistere con la ragione
alle prepotenti intemperie irrazionali-
-finchè posso mi piace far da me
come ho sempre fatto
-l’unico organismo vivo nato muto che
cerca invano da sempre di parlare
col naso sul dorso è la balena-
-chiunque nasca al mondo della luce
avrà per tutto il suo tempo
la croce in spalla a fargli ombra
in campagna e compagnia in città-
-meno gravoso il lavoro fatto da chi sa farlo
anche senz’oro nelle dita nè moccio al naso-
-se necessario l’aquilotto può irrompere nel pollaio
più difficile che il gallo si vendichi rovistandogli il nido-
– è sempre il caso di resistere con la ragione
alle prepotenti intemperie irrazionali-
-finchè posso mi piace far da me
come ho sempre fatto
il necessario che mi concerne-
il necessario che mi concerne-
-l’unico organismo vivo nato muto che
cerca invano da sempre di parlare
col naso sul dorso è la balena-
-chiunque nasca al mondo della luce
avrà per tutto il suo tempo
la croce in spalla a fargli ombra
in campagna e compagnia in città-
-meno gravoso il lavoro fatto da chi sa farlo
anche senz’oro nelle dita nè moccio al naso-
-se necessario l’aquilotto può irrompere nel pollaio
più difficile che il gallo si vendichi rovistandogli il nido-
– è sempre il caso di resistere con la ragione
alle prepotenti intemperie irrazionali-
-finchè posso mi piace far da me
come ho sempre fatto
il necessario che mi concerne-
- nulla è quel che on nasce non vive-
- ciascun essere animale misura da se
la distanza necessaria per campare alla buona
nella realtà del mondo in cui si viene alla luce
del placido o vivace ambiente che l’accoglie
con la purezza del proprio animo in costante sviluppo
e perenne formazione fino all’ultimo sospiro
Signore Iddio dammi un' orto fertile che seminerò solo
di devoti fratelli e sorelle francescane che faranno per te
il miglior torrone del mondo anche senza noci
e mandorle ma di sole nocciole di Tonara!
Non da ora mi sento subumano ma da quando
non corro come un bipede senza penne.
vizio è l’attitudine- o capacità di agire
- nuocendo alla propria persona fisica e morale-
danneggiando anche altre persone-
Artù r -o re degli artigiani risiedeva a Barumini con la moglie di nome Letrankikurza dove
affilavano le falci dei mietitori miseri come arnesi che
facevano andar male i roveti bruciando le more
per sentir la voce del Dio tonante seduto
accanto alla botte della malvasia da un lato
e dall’ altro il pirizolu che ha sempre inebriato
gli immortali celesti tutti ultracentenari.
può darsi che il nuovo dentino spuntato stanotte
cominci ora a scardinare l’altro
che l’ha preceduto-
senso della realtà è;
non dir nulla in via definitiva sugli Dei.
luogo comune è far paura ai bambini con i boboi.
al marito si addice smaniare
per le ghiottonerie della mugliera
da quando Eva rubò il primo cestino
di sacri fichi dall’albero del vicino
i fichi sono tanto sacri che le primizie
passano nelle bocche dei sacerdoti
che le ingurgitano per conto divino.
la natura maestra di vita ha dato a noi il comprendonio
e le mosche ha dotato delle ali per volare
e alle leggiadre divinità la qualifica di capo cantiere
-
non siedo a tavola per pesare con gli occhi
quel che mangiano gli altri
se mi siedo è solo per mangiare quello che posso
e pagare a fine pasto la quota uguale della spesa comune
come da sempre succede a tutti i viventi di morire
chi satollo di delizie e chi d’inedia nera
senza tener conto di pesare il passato
-
se del vissuto è felice il ricordo
mi sa che sia meglio immaginarlo
tanto vale al vivere se si ha
di aver la cognizione di farlo, arte
in fondo è facoltà di riprodurre il bello
se mi riesce di stare ritto sulla cupola
del Brunelleschi come un ciclamino
potrei anche rotolarci nel sonno senza
mutande sazio di saporiti maccheroni
produttori e consumatori di vita eterna
il blog d'irillai - di outis keine hostis :
su recreu di sanzirdeu, il rattoppino del paese di grulleria,
alle falde del Parnaso, nella Cussorgia di Ohiai Benimindhe,
dove sgorga perenne la sacra Botte dell'Elicona
dove bevono e ribevono i liberi in pace nel mondo
La legalità è il rispetto della legge;
la moralità è il rispetto di me stesso.
Pepp’antoni beve vino e se ne infischia.
-squarespace o la mia vetrina -
- ilcielo è lavetrina del divino armato di fulmini e lance-
Varrone:
l’ottantesimo anno mi esorta a preparare i bagagli,
prima che esca dalla vita-
La vita è quanto di più precario esista tanto più
che solo in minima parte le cause sono nostre
come le pene lo sono per intero e se i vecchi
ricordassero i sogni per intero sarebbero
un’eccellente consolazione per le stesse pene -
nessuna vicenda ci riguarda fin dalla nascita
come l’unica certezza che tutto quel che viviamo
finirà come i sogni custoditi nella dispensa
della terrazza con la pergola d’uva mediterranea
dove anche gli dei svaniranno
se nessuno ha la briga di tenerli in vita.
La divagazione è l’enorme libertà che la parola concede
a chi vuol dire qualcosa del suo singolare intendimento -
una bella frase sarebbe dir: meglio non nascere per dover
praticare il male anche a discapito del piacere
di far bene e godere la bellezza dell’esistenza
con i compaesani pur con l’incombenza di dover
poi morire senza poter rinascere come invece
mangiamo di nuovo dopo esserci ben saziati a pranzo-
-un fatto certo è che nasciamo spontaneamente-
- tanto che, forse, nemmeno il padreterno
ha chiesto al figliuolo unigenito
se voleva nascere per morire e poi risorgere:
come fatto dalla dea Teti figlia del mare
e a conoscenza del futuro,
con l’imbattibile Achille -(pur essendo
il più forte preferiva Patroclo alla bella Elena)-
che sappiamo ad ogni ora saltellante negli Elisi-
la vita è quella faccenda per cui si nasce e si muore
nel letto di ogni dimora ospitale
- wivano in eterno inglese i mostaccioli sardi
- Abbasso i dogmi vecchi e i nuovi, i belli e i cattivi-
-dogma o verità che sostiene quel che credo -
-il giove pagano aveva i suoi titani
e se ne serviva come l’iddio dei suoi angeli-
-fà che tutto sia come la vita e
comincia con un delicato ciclamino
termina poi con la morte e tre gelsomini
se nel mezzo ci hai messo tutto quel che ben ci sta
come un lindo giglio nel vasto campo -
la colomba pasquale vien subito appresso alla cornacchia
sotto la croce con una mezza dozzina di piccioni col becco a spirale-
-con l'infantile voglia di vivere dei bambini senza colpa
che centra il cosiddetto reato originale
che procura il pane bianco senza tribunale
alla divina casta sacerdotale
politica è la possibilità che hanno i mortali
di espletare in libertà di comuni moltitudini
ciascuno le proprie facoltà umane -
-l’identità è il meglio che ciascuno conserva in se del proprio passato-
- la felicità che ci esalta : quando si assenta ci deprime-
come la mancanza di un ciclamino che attenua l’ardore-
-normale è ciò che uno fa emulando i propri simili-
-la necessità se non è vinta ci sopprime-
la necessità che vaga libera nello spazio temporale
infilandosi nei varchi aperti delle faccende universali
è la gran Madre che decide sulle cose da fare quando avvengono
nello spazio delle vicende inarrestabili
con l’avvento degli animali eterni e degli umani mortali
sui bisogni orditi dal tempo con le trame del destino ineluttabile-
: dalla necessità non ci si salva nemmeno con l’obbedienza!
la giudiziosa esperienza è la balia
che ci dà la mano dall’adolescenza all’ospizio -
Il melograno ride degli altri credendosi il frutto migliore
che però quando si squarcia non si ricompone più -
difficile esser più pigri dell’impiegato
che non accelera il passo nemmeno
a fine mese per riscuotere la paga -
un compagno di lavoro gli fece notare che non rideva mai
al che gli rispose :
da tempo aspetto di farlo quando tu piangerai -
Sono detta saggia da quelli che provano il male;
ma prima che ne soffrano son pazza. Cassandra in erasmo-
chi deruba gli altri fa mostra di sfarzo col bottino
e insegna alle vittime come scroccare un invito a pranzo
s’isseta o spina, rubinetto della botte
bere senza misura è come remare in alto mare
su una barca senza timone -
- chiesa o non chiesa dio è dappertutto -
-anche nel pollaio delle carmelitane che vendono le uova
-e i francescani del convento scambiavano le loro nocciole
con le lenticchie dei preti del seminario
che amavano lo scambio alla pari
come sempre in uso con le fetecchie-
felice l’invitato della regina madre -( costui figlio unico d’una gentildonna ancella della regina , allevava usignoli canterini alle cui code legava campanellini d’argento che con leggere scosse si armonizzavano con l’ugola) -che la minestrina finale del banchetto gli preme minacciosa di esondare dalle orecchie come dire che nessuna autorità gli avesse mai pungolato le chiappe per mangiare e bere con dovizia come un novizio dopo le prime nocciole
abbiamo l’intelletto per vivere con i piedi
e con gli occhi per vedere dove andare a parare
slargo ' su contone è Belloi
- Innocua storiola sceneggiata in memoria della morte e tumulazione
di bustianu satta
nella coscienza del prete dell’ordine capitolare:
-perdoniamo il poeta che cercava la sua singolare verità :
quella che appartiene a ciascuno di noi miseri mortali :
umani perchè pratici d’amore :
il piccione pasquale
- perdoniamolo con la maschera della misericordia
trascurando quella della vergogna che arrossa
le carni del volto terreno d’ogni fratello lecito:
e accompagnamolo ora : ma meno curiali
quindi come pietosi cristiani umani
al varco dell’aldilà dove gli verrà assegnato
il suo posto stabilito fin dall’inizio del tempo
fino al termine delle beghe che scuotono la luna e le stelle
noi presenti accompagniamo lungo la Via Sulis francesco
fino allo slargo del Contone Belloi
aperto sulla Carrera che immette al cancello dell’aldilà
sopra Lucula, Marreri e Isalle
dove posano i rematori del Tirreno che aspettano il prode Sebastiano Satta
che cantò con la sua maestria,
nel breve scorcio della propria esistenza
le tribolazioni dell’Isola cattolica che un tempo fu pagana -
per traghettarlo sulle sponde del remoto aldilà
:
«Alla notizia della morte di Sebastiano Satta, pastori e banditi, e insieme a loro i contadini, con le mogli e la crialla,
scesero dai monti per accompagnarlo nella strada dei morti senza preti all'ultima dimora».
il corteo funebre s’avviò dalla casa del poeta e risalì a via Roma incamminandosi con la salma in spalla nella salita di via Sulis davanti alla chiesa di santa croce fino al Contone d’Irillai a cento metri dal cimitero di Sae Manca
zia tonia sellone, ricordava : con comar Badora, e comar mallena bussa e zia lenarda moro,
coetanee del 1904
di aver visto il passaggio del funerale di sebastiano satta davanti al muntricu -
varco d’accesso del vicolo su cuzone -
e in quel momento nessuno al Corso fece Chapeau al Poeta !
diretto al contone belloi e alla carrera di campusantu i’ sae manca.
lettere d’amore tra comari e compari
Comar Concisa Concetta, nobildonna del Cedrino: di poche e laconiche parole
non c'è nient'altro da dire? O han prezzi fuori mercato le parole nel capoluogo?
Dio, che tristezza. Non un verso gentile né di garbo femminile.
Che sarà mai successo?
Fammi credere e dimmi qualcosa di sensato
e che dio ti dia quel che ti manca
Lo stesso augurio che mi faccio.
Bene, ma gentiluomo del Tirso, bene, almeno qualche parola ci scriviamo
io, sola e indifesa, rischio di perdermi e di fare brutti incontri
poiché l'uomo solo, credimi, in coda o al comando
è più vulnerabile del brioso Akille
sono io che bado al mio corpo e il mio animo tiene a bada me
- Dimmi, chi sei tu, mi chiedo: sei un pensionato anziano e sedentario
che mostra il resto della sua originaria baldanza, solo andando a letto a riposare
e sempre col coraggio che, al calar del sole
è riposto , in una coppa di vino
tinto come il sangue di un capretto da latte
Vivo come dio vuole, senza colpa né merito, senza voler nulla di meglio
né di diverso ma nemmeno peggio
Sto bene con gli amici che mi guidano con i loro lasciti scampati
- per somma fortuna - all'incuria del tempo
Rispondimi ti prego, perché mi piace leggere, amare e comunicare
ho i miei anni
e ora li ho affascinato dalle tue foto sul giornale
dove siam presenti come comari e compari
e non posso fare a meno di scriverti pregando gli dei celesti,
le fate boschive e gli orchi marini, che mi degni di una risposta
mi ha colpito la tua frase di 'rimaner fedele alla tua indole naturale'
in perfetto equilibrio tra l'animo che sostiene il corpo e la realtà dove il corpo vive
E' così bello conversare passeggiando nei sentieri del mondo
altro che starnazzi televisivi!
così stai bene per ora e che la salute e la gioia non manchi nei tuoi futuri progetti
Eccitante e frenetica Martina, buongiorno a te
tanto è ricca la tua presentazione che - confuso - mi ci perdo
ciononostante qualcosa trarro' da scrivere
Mi presento a te - decisa transalpina - come Ozu Ghermanu -
per la passione ai libri che ci accomuna, e la vicinanza geografica,
col piacere del dialogo e della conversazione lontana dagli sproloqui televisivi
ma mi mancano gli altri requisiti, in primis l'altezza
per rientrare nei tuoi parametri (perché 177cm? 200cm, poi, sarebbe
l'altezza ideale della croce)/ l'altezza e lo studio e la cura dell'orto /
rientro giusto nell'indice degli anni / non so ballare ma mi piace il blues del delta
quanto la poesia sarda improvvisata / sono sportivo e al calar del sole,
mi piace bere un po di vino che ben si addice a chi ha fatto solo la scuola dell'obbligo /
ti saluto augurandoti il meglio durevole e il doppio delle tue aspettative. Ciao
- “ Affinché io possa portare quella promessaIn Paradiso, con me Per insegnare agli Angeli, la cupidigia,Che Voi, Signore, per primo insegnaste - a me” . emily dickinson.
-sakussorja de Ohiai Beniminde sorse con l’avvento d’Irillai con i coloni d’Onifai e Biscollai,
Tuccurutai s’aggregò con Ollolai e Orzai, caprai i primi e pecorai i secondi e al seguito vennero
gli ortolani con i ravanelli e i cocomeri per i maiali e i contadini con l'orzo e il fieno
per gli animali da fatica e gli agricoltori per il grano agli umani spendaccioni che si stabilirono
a seuna nell’ateneo di fossu loroddhu
-nutriva astio verso il padre che aveva avviato una dinastia della burocrazia borghese
a sostegno dell’industrioso capitale dei gusai gallisò che investivano l’accumulazione precedente
per lo sviluppo elettrico della cussorgia che ambiva inoltre all’uso della ceramica padronale
nonchè al salutare talco dopo il mensile pediluvio dei pastori e contadini
che lui, ultimogenito della nidiata -
con i rimasugli e la risciacquatura delle ferramenta familiari-
aveva interrotto- lui che amava la madre
che però versava le sue premura allo sviluppo di Lovico
che con lo studio la scampò dalla tbc che invece colse lui scricciolo
come preda
innocente per l’avvento degli antibiotici
lui che per l’eternità edificò l’esempio del sacrificio materno per la
prole
Sto a fare poesia come nei tramonti a cala lunga esaltando la sera con l’amore
- che senso ha proibire i piaceri che non ingannano nessun
innocente?
- occhi aperti a come parla un bancario secondino del soldo -
- gonfio di se come usa la rana euforica col portafogli pieno-
- la povertà rende modesti e misurati i mortali che
giocherellano col berretto
che copre i segreti nell’attico esposti al sole come beni
ereditati
-tutto ciò che è mio è con me-
-dura quel che non si consuma -
-dal gioco delle alte nubi coglie i presagi nuvolosi
che si rovesceranno come un cappello
sul mai certo domani rovinoso o benefico -
-quando compaiono le rughe sulla fronte è segno che i conti
della mente non tornano-
- patria è dove mi accettano indifferenti
e io non caccio via nessuno in alcun modo
nemmeno il sorcio che sfrega la porta
in cerca di croste di cacio-
patria è il luogo chi vi nasce appena sta in piedi usa andarsene
dove gli pare e piace
camminando, volando e remando
-per i malvagi patria è dove vige il sopruso
il mondo è la patria degli umani
la terra è la patria di chi viene al mondo per quel giusto periodo
necessario a conoscere il sole e la luna senza dover ringraziare
chi ve l’ha condotto
senza prenotare il biglietto
per i buoni patria è dove chi ci vive agisce per bene
ed è ricambiato dai vicini di casa
le massaie d’Irillai non meno cortesi delle cortigiane dell’etfas
di Corte
dove signoreggia in eleganza sull’orizzonte il monte
con la graziosa Madonna del primo Re Gonario d.Ohiai B. in cima, dove non c’è compagnia che non aumenti l’allegria e la follia -
-:-
-nell’ospizio dei miserabili anche il primo pitocco arrivato
si ammanta del prestigioso ruolo di caposala -
Solo quel che mi rimane da vivere è affar mio
e conto di viverlo come posso quando viene
vi sono parole che stimolano a rifletterle -
L'arte del "confusioner" è aizzar lite e attizzar zuffa -
-la vita intera è un punto indivisibile della linea euclidea: Plutarco
Quel che accade senza la nostra volontà
è voluto dal destino in mano di presunti onnipotenti -
Gli uomini di buona volontà non si mischiano in faccende violente
ma previdenti come ispirati da un nume
si armano per difendersi da un sempre possibile invidioso
di pessimidea allevato con brodaglia per far baccano
dal didietro come usa il vagabondo oltre la siepe
i sensi delle persone vivono in coppia, un occhio e una mano
attizzano il fuoco dell’amore, che l’altra soddisfa di piacere -
-
-solo l’intromissione del denaro nell’animo
o dell’amore nel cuore può far deflagrare l’amicizia -
-il lusso che ostentano i ricchi è il necessario che manca ai poveri
e col quale potrebbero campare degnamente anche i miseri
vedovi già orfani -
- Ci rotoliamo nel sonno come il globo davanti al sole
in costante equilibrio nel sentiero del buon dio
che corre lungo l’asse terrestre
e la gravitazione dei corpi maggiori e minori-
- sa binza de sas pipiristasa
divina vigna fatta da braccianti contadini
nati con la luna della buona notte
facendoli nascere con la sua luce
con la sorte armonica di zufoli campestri
e retribuiti dall’ottimo oculista che curava la loro vista
badando bene che le ciglia non s’intrecciassero
con quelle di sopra, come i lacci dei sandali
del Polifemo con la fronte bassa e stretta-
il cielo universo con forma d’uovo pieno
- equinozio e solstizi
3 mesi ogni stagione = 91giorni
delle 4 che formano l’anno
di 121/- giorni x 3 = 365 anno solare
10 stagioni 90anni
- la lingua di solito inghiotte
quel che i molari son soliti masticare
quel che gli incisivi mordono d'acchito -
maestri e preti biasimano chi li segue
di non praticare abbastanza la loro perfezione
ma quella via della perdizione d’Irillai
adulando perciò quella sacralità della natura
fonte dei loro istinti primitivi privi di fronzoli-
a proposito di bigotti e tartufi:
-tifo per i pagani e fischio i monoteisti
che disprezzano le piacevolezze della natura
mentre i primi le esaltavano come divinità:
afrodite nelle femmine e bacco nel vino -
Segui passo passo la fortuna e vedrai che cederà.
E, se è il caso, sollecitala in salita.
XV - Considerazioni sull'individuo di Ohiai Benimindhe
che una prima domenica di primavera
col primo verde benedetto dai Campagnoli
voleva fare una forchetta di ferro e inventò il rampino
per frugare nel pozzo e cercare il tesoro nel fondo
-
Considerazioni in ricordo del mite Bertumeu
arso d’amore in piazza stimolato dal vin novello
che ha in dote la mescola delle cose serie
con gli affari faceti.
Bennardhu col rampino legato allo sperone della zampa
- alfonsina la sua gallina zoppa -
mugliera esperta in faccende amorose
Il pio galletto canterino, educato e puntuale
che gioca d’anticipo per cantare con gli altri.
La sua rossa cresta adornerà sempre
la bianca e immacolata veste di Asclepio
divino dottore di veloci piccioni e immacolate colombe.
XXXIX
Considerazioni, di autore ignoto, sulla condizione
dell'individuo capostipite di Ohiai Benimindhe,
Predu Pilurzi, primogenito di tzia Zenia Laidona-dhona,
nondimeno madre di altri quindici figli,
che, fino a cent'anni fa, campavano
senza aver mai conosciuto un barbiere,
uno che si vantasse di aver inventato
il pettine e di saperlo maneggiare
come un pennello, quello che non poteva
mancare nel taschino del flaneur, che
borbottando, si specchiava nelle vetrine
del Corso che, come un cordone ombelicale,
collegava le Grazie di Seuna con le disgrazie
del Rosario, insomma il primo barbiere
di Irillai che venne da Bosa,
ingaggiato dall'Artiglieria Leggera,
e si chiamava Alfonso come i grandi Madrileni
cugini dei reali Barocchi di Spagna.
Quel che vedo oscuro negli altri
lo vedo chiaro nei miei vizi
Quel che non voglio veder chiaro in me
lo vedo riflesso negli altri
Sul frontone della prima casa del C…
si trova scritto:
- Perdonami ciò che ti ho fatto, come
io ti perdono quel che ho subito
disse la vicina che aveva abbattuto
le travi della casa senza che nessuno abbia
mai varcato la soglia di casa sua…-
come sul Partenone è raffigurato lo scontro tra
Atena e Enosigeo per il possesso dell’Attica.
Che la giustizia sia il giudizio che
esprimiamo sulle faccende delle cose che non ci premono proprio?
XXVI
Considerazioni sulla salute dell'individuo di Ohiai Benimindhe
giusto, bello e buono come la natura ne fa nelle sponde del Tirreno,
perfetto come un palo della luce,
sorridente come una lampadina nella notte,
ardito come un grongo del Cedrino quando le fanciulle lavano i panni,
consapevole di ben portare nella persona l’opera divina del nuotatore
che si tuffa nelle vasche degli orti d’Isporosile e dei giardini di Marreri
seguendo la rotta indicata dal suo timone a pelo d’acqua
con la salda presa della mano come un delfino portabandiera
Un saluto a chi legge: che ti governi la Salute
Edizioni Agnus dei
del leggiadro gracchio del Rosario
che sa dire – amen – e si crede
la reincarnazione di Amedeo Nazzari
saltella danzando al tempo del tip tap
degli scalpellini del Contone diretti
dal magistrale picchio di sant'Ussula
che porge il suo Saluto agli onesti
0 ai gentili e agli infedeli del mondo:
Salute a voi chiunque voi siate
e bevete il buon vino con chi lo merita
Considerazioni Anonime sulla condizione dell'uomo di Ohiai Benimindhe, sul suo ruolo nella realtà delle
cose vive, vegete e durevoli, ke, ispirato dal carciofo, inventò il pungolo di ginepro, la lesina e la forchetta
Il gran maestro ostile allo squallore
galliffet
Beati sono i morti che siedono alla destra del padre
non quelli seduti a sinistra che conoscono il male
non i principi teutonici che squartarono Thomas Munzer
non i dotti della Sorbona che strangolarono Berquin
e ne bruciarono il cadavere, né Giovanni Calvino
che arse vivo Michele Serveto, medico
che non credeva nella trinità
né il prete boia che legò la lingua a G.Bruno
o Lutero convinto da Dio con i fulmini di Giove
a farsi frate e concedere ai cristiani armati
di combattere i nemici della fede che dissentivano da lui.
Senti e vedi. Pensa e scrivi.
Scrivi quel che pensi:
La Polio rende rachitiche le membra.
Detto del galletto d’Irillai
della scorta di Asclepio che saluta chi legge:
Salute a voi, bevitori del Chiaretto di Marreri
che rende lievi le serate ai convalescenti della polmonite
e fa vedere Polifemo Monoftalmo
e il Minotauro Cretese e gli infernali Alarpi d'Irillai
che rubano al volo spiedini di salsiccia arrosto. E gli arrabios...
Onora il padre e la madre e Leggimi
i libri si spolverano con gli occhi, Leggendoli
I libri tra le mani si leggono,
col respirare si spolverano
e con un sospiro si depongono.
La vita nel labirinto del mondo è distinguere
la porta della ragione dal laboratorio dei malefici
Nel labirinto le porte sono aperte
e vi passa solo lo spirito umano.
Nell’ospedale senza porte vi entra solo
chi è responsabile dei suoi capricci.
Il labirinto è il luogo tortuoso
dove l'animo vive nei sinuosi
meandri del corpo
come il Cedrino delle prime piogge
sulla terra degli antenati
e dei primi avi nella soave Baronia
Il cavo della scatola cranica contiene la matassa di Arianna,
la cui funzione è farci capire quel che vediamo e scriviamo
come usano i doganieri e i dazieri
Il problema di sempre, naturalmente
è veder chiaro nella confusione,
col filo della ragione nel Labirinto delle interiora,
delle cose comuni, della memoria e degli affari di cuore.
Questi libricini vanno presi per quel che sono:
unici, simili tra loro e diversi dagli altri.
Essi parlano di quel che può accadere
di sentire per poter pensare.
Queste pagine hanno la sola pretesa
di vivere in libertà.
Proprietà riservata all'autore
vissuto per passatempo
nel mondo altezzoso
che mescola il serio col faceto
col diritto di far circolare liberamente
la sua opera
anche senza la sua autorizzazione
Della legna che brucia non rimane il ricordo.
I boscaioli di Tonara fanno lo sconto sulla legna da ardere
a chi legge, durante l’inverno, “Guerra e pace” di L. Tolstoi
Considerazioni -di autore ignoto- sulla natura e cultura
dell'uomo comune di Ohiai B.
e delle sue donne belle, graziose e gentili
L’aria salubre fa pensierosa la mente.
L’embolia uccide.
La nostra natura fa di noi quel che vuole.
Il ricordo – sorriso e parole -
delle mie donne, vive per me.
Non c’è famiglia Assegnataria della Riforma Agraria
nella contrada di Ohiai Benimindhe
che il primo giorno di primavera
non spolveri l’argenteria al sole sull’aia
Che il pane non manchi in nessuna mensa
perché a nessuno è concesso
di mangiare tutto quel che vede
Alla mensa, tu sii moderato col vino del nonno
in modo che nessuno resti escluso
dal bere il bene comune
Considerazioni sulla cultura dell’individuo di Ohiai Benimindhe che si chiede che ne sarebbe della sua contrada se non ci fosse Gonone, Mamone e il Gologone?
Considerazioni - di autore anonimo - su episodi paesani di uno svagato autore convinto che la vita sia una stagione col clima festivo tutto da ridere e nulla ci sia di inattuale in quel che accade e nulla ci sia da castigare poiché tutto rientra nell'ordine delle cose che sono state, che sono e che forse saranno
Considerazioni sulla salute dell'individuo di O.B. giusto, bello e buono come la natura ne fa nelle sponde del Tirreno, perfetto come un palo della luce, sorridente come una lampadina nella notte, ardito come un grongo del Cedrino quando le fanciulle lavano i panni, consapevole di ben portare nella persona l’opera divina
Alla mensa fai un uso moderato del vino del nonno Felisi
facendo in modo che nessuno resti escluso dal bere bene comune
Mimiu Minninnone e Pipiu Pissetone che durante il pasto non avevano niente da dire a nessuno
Bennardhu il galletto di Sant’Ussula sacrificato ad Asclepio che tribola per la post-polio
Alarpi e Arrabios sono i volatili più ostili
al candido gracchio di sant'Ussula
che - dalla punta del cipresso - saluta
i defunti che varcano il cancello del cimitero
edicola di kikina karai
angelo senz’ali d’Irillai
Considerazioni sulla realtà delle cose di tutti i giorni
- di autore orfano, vedovo e sedentario -
dell'ordinario individuo di Ohiai Benimindhe
nel rispetto delle leggi, degli orari
di entrata all’ospedale dei Clisteri
e di partenza degli affari pubblici locali
Non dir male di Pietro Pilurzi con i capelli come Dio li fa, non parlar male alle sue spalle che fin da piccolo è malaticcio, da quando, cioè, caduto dal dorso dell’asino ne ha sùbito anche i calci
Considerazioni Anonime dell'autore
sulla condizione dell'uomo di Ohiai Benimindhe
sul suo ruolo nella realtà delle cose isolane
e sulla mancata responsabilità nelle faccende politiche
Beati sono i morti che siedono alla destra del padre, non quelli seduti a sinistra che conoscono il male, non Lutero convinto da Dio con i fulmini di Giove, a farsi frate e concedere ai cristiani armati di combattere i nemici della fede che dissentivano da lui, non i principi teutonici che squartarono Thomas Munzer, non i dotti della Sorbona che strangolarono Berquin e ne bruciarono il cadavere, né Giovanni Calvino che arse vivo Michele Serveto, medico che non credeva nella trinità, né il prete boia che legò la lingua a G.Bruno.
Salute a voi, bevitori del Chiaretto di Ohia B. che fa vedere Polifemo Monoftalmo, il Minotauro Cretese e gli infernali Alarpi d'Irillai che rubano al volo le polpettine di manzo che piovono dal cielo stellato nella notte di san Giovanni Codimozzo, la notte più breve dell'anno in corso che ha dato al mondo l’ineffabile presenza degli arrabios che svegliano i mortali dormienti
Imponibile: prezzo: un sorriso d'amore della zoppa del pollaio libreriadelcardellinocerimonioso
Considerazioni di uno svagato autore sulla natura dell'individuo di Ohiai Benimindhe -territorio compreso tra i paesi che orbitano attorno al sacro Monte Ortobene di Sardegna, dove il culto di san Francesco unisce la pace alle genti col discreto ausilio dei Barazelos (che addestrano i loro cavalli da parata a ballare il ‘’ballu tundhu’’al suon dell’organetto paesano) -che sa di piangere quando gli occhi lacrimano per il ricordo delle vecchie pene inferte all’animo dal mai estinto amore.
Salute a voi, bevitori del Chiaretto di Ohihai B.che vedete Polifemo Monoftalmo, il Minotauro Cretese e gli infernali Alarpi d'Irillai che, con gli Arrabbios di Tzuccarutai,, rubano al volo gli spiedini di salsiccia arrosto offerti da Pride Zanketa ai Dodici Savi del Cantone Ballaloi che reggono dritte e salde le nivee colonne del Paese e godendosi il solicello primaverile tutto l'anno rievocano ogni giorno i buoni costumi del passato di cui si è persa la pratica con l’avvento della formidabile tivù generalista.
I dottori sanitari del distretto d'Ohiai B.
comunicano concordi ai loro pazienti che gli sconvolgimenti interiori tipici della florida primavera appartengono al passaggio da una stagione all'altra che si avverte nella flora intestinale e sollecita alla corsa anche gli sciancati.
Riforma e Controriforma - che non sapevano leggere nel futuro - risentiti
un dell'altro, se ne sono ampiamente
sbattuti degli scritti di Erasmo che
Francesco I chiamava: cher et bon
ami. I preti della controriforma non
assolvevano chi leggeva Erasmo..
Considerazioni anodine – che non fanno ne caldo ne freddo - sull’individuo di Ohiai Benimindhe che pensa il Nordamerica come il luogo ideale che ci induce al piacere allettante che ci irretisce come ghiotti ghiozzi, specialmente da quando è trapelato che la direttrice sia zoppa
Libricino gracile, abbine cura e Leggilo: è gratis Scritta all’ingresso del circolo dei liberi pesisti d’Irillai con la calvizie precoce:- Nessuno entri se non è pastaio, panettiere, fornaio o muratore.
Circolo degli Scalpellini Diplomati col santo rosario, che col loro tipete e tapete, han conosciuto il Minotauro cretese, Polifemo Monofotalmo e gli Alarpi d’Irillai che sfrecciando sulla piazza come comuni avvoltoi rubavano il loro pranzo. Essi scalpellini avevavo come riferimento divino il celestiale tip-tap del picchio di sant’Ussula che in una tormentosa notte del passato abbattè con colpi mirati al midollo il famoso albero secolare su cui saltava e volava libero e leggero il beato Lorenzo noto Tarzan che si schiantò come un cocomero l’unica volta che mancò la presa, Dio l’abbia con se nell’eterna gloria che gli concerne e il buon Lorenzo meritava dall’infanzia.
La salute del mondo non vi manchi, nobili e onesti che curate la sacra vigna non meno delle vostre pupille.
Fate in modo che non manchi il vino alla mensa comune del Beato Diecu Loscalzo, astemio e amico del nonno che beveva con moderazione il suo vino quotidiano.
Fate che nessuno sia escluso dai brindisi.
Considerazioni Anonime sulla condizione dell'uomo
di Ohiai Benimindhe
sul suo ruolo nella realtà delle cose vive e vegete, concrete
e durevoli che, ispirato dal carciofo, inventò
il pungolo, la lesina e la forchetta.
da un autore innocuo come un ravanello
come tanti se ne vedono bere
nei Circoli di Lettura soli
come vedovi sedentari sconsolati
dal belvedere di santUssula
di Papalufrone, lo smilzo fiore delle sue donne
Considerazioni anonime – su Jubanne Lukia,
casaro - che da scontato il suo formaggio a
chi legge Montaigne e sulla natura comune
dell'individuo di Ohiai Benimindhe.
Vento, terremoti e formiche senza salario
, con gli uomini dalla nascita, mutano il mondo
Non un giorno senza chiacchiere
non un pasto senza cibo
non un sonno senza sogni
Detto del galletto d’Irillai della scorta di Asclepio
che saluta chi legge:
all’annuncio dell’alba l’ora della cova
Salute a
voi, bevitori del Chiaretto di Marreri che fa vedere Polifemo Monoftalmo, il Minotauro Cretese
e gli infernali Alarpi d'Irillai figli delle Erinni che rubano al volo spiedini di salsiccia arrosto.
Osserva le cose e Leggi. Pensa e scrivi.
Scrivi quel che pensi:
La Polio rende rachitiche le membra.
Detto del galletto d’Irillai della scorta di Asclepio che si intendeva di salute, di malattia e creava le medicine adatte a sanare quel che Apollo, suo divino padre, consentiva, col consenso di ziu Kirone e della imbattibile lancia di Achille.
Abbiamo visto il re! Ghetta su murguè!
CONSIDERAZIONI sull'individuo di O.B. che ha individuato in una immagine della fucina di Efesto lo zoppo il mantice e la forgia e il carbone e il martello gli strumenti ad hoc ad appuntare gli scalpelli dei prodigiosi scalpellini d'Irillai.
Un saluto a chi legge:
Che il senno governi la tua salute
il galletto promesso ad asclepio
che saluta il sole con un :
ave o cesare
Non un giorno senza chiacchiere
ne un giorno senza vino
conta le stelle, sorridi alla luna e Leggimi
DANTE CRUCIANI EDITORE
ostile allo squallore
Venne al mondo col passo dell'esploratore
fu sopraffatto dalla luce ed ebbe sete
per giorni fu l'insegna del quartiere
fino all'enorme sentenza:
forse la scampa alla mortalità infantile
e la calda massaia lo strinse a se
e fu al campo tra i mietitori: è guarito dissero
giocherà tra i covoni e raccoglierà le spighe
prima di smarrirsi sazio di fichi sulla via del ritorno.
Che il pane non manchi in nessuna mensa
perchè a nessuno è concesso
di mangiare tutto quel che vede
"Oggetto è la persona o la cosa necessaria
alla soddisfazione dell’istintività".
libreria di marie papassè
Dai tempo al tempo e Leggimi
che da scontato il suo formaggio in assaggio,
a chi conosce Pierre Besuchov per averlo letto in….
Bevi o vattene. -
Invito imperativo sulla porta della bettola di Zomaria Zigottu
Considerazioni sull'individuo di Ohiai Benimindhe
che una prima domenica di primavera
col primo verde benedetto dai Campagnoli
volendo battere una forchetta di ferro
inventò il rampino
Considerazioni sulla biblioteca
delle ambizioni delittuose di Lady Mcbeth
che perse il senno pensando all'Edipo
che uccise il padre e alla Cordelia
che per il padre morì. Così sommo' l'affare
morto il re s'uccise come la figlia.
Considerazioni Anonime
sulla condizione dell'uomo
di Ohiai Benimindhe
- che inventò il pungolo -
sul suo ruolo nella realtà delle cose vive, vegete e durevoli.
CONSIDERAZIONI sull'individuo di O.B.
che ha individuato in una immagine
della fucina di Efesto lo zoppo il mantice
e la forgia e il carbone e il martello
gli strumenti ad hoc ad appuntare gli
scalpelli dei prodigiosi scalpellini d'Irillai.
Considerazioni sulla natura riconoscente
dei beniamini di famiglia dell’agro di Ohiai Benimindhe
che dalla prima e ad ogni successiva contravvenzione
delle forze dell’ordine ai loro danni
sparacchiano i segnali stradali con pallettoni
altrimenti riservati ai rudi cinghiali
della foresta di Farcana
(e alle calcagna dei ladroni di Soloti)
insofferenti per antica abitudine
all’abbaiare dei cani collezionisti ringhiosi
e bramosi delle loro preziose setole
che donano ai calzolai d’Irillai in cambio
d’uno stinco di maiale domestico
che i raffinati patrizi paesani chiamano prosciutto.
Considerazioni sulla scelta dei priori
del sempre serafico San Francesco di Lula
con le mani piagate dall’angelo Serafino
che stempera i calori licenziosi
dei banditi respinti dall’amore
delle sempre ardenti fanciulle in fiore.
La congrega degli Alarpi Arrabios di Corte 'e susu
garantisce che l'Autore è senza nome per paura dell'Indice
e quel nome se poi uno lo tira fuori è senz’altro falso.
Considerazioni sullo stato delle cose a Ohiai Benimindhe
e sulle faccende quotidiane dei conterranei
che hanno scoperto l'uso del filo a piombo e del livello dell'acqua.
LIBRERIA nella pergola di AGNUS DEI
dove si può leggere Erasmo mangiando cacio,
presciutto e pane carasau, bevendo vino
con bicchierini di cristallo da rosolio
che lascia un po' sobrio cio che vive
nell’attico sopra i piani alti
Considerazioni sulla natura dell'individuo di Ohiai Benimindhe
che quando lascia le mura del paese e annusa l'aria
approda in costa come l'atteso messia
che nessuno può ferire
tanto è coriacea la sua scorza
Quanto scrivo lo ricavo da quel che respiro
quando riposo, vedo, sento, tocco, odoro, leggo e penso.
l’alloro di Laurina
Gli dei stanno oltre l'Olimpo,
oltre lo spazio finito che non si può misurare
finchè rimane sconosciuto ai civili cittadini
che vivono a su Contone Ballaloi
e separano le mandorle dolci dalle amare
così come son disposti i giorni della vita
Considerazioni di circostanza
- di autore anonimo e occasionale -
sulla natura dell'individuo di Ohiai Benimindhe
che si spaccia sempre più vecchio degli altri
con le sue rappresentazioni morali e storiche
sulla genesi delle cose e sul loro moto.
Merziò! Turuddhò! Backisè!
Lascia correre il tempo irrequieto e Leggimi se puoi
Se la Baronia mi è stretta
me ne vado in Campidano
dove all’asta c’è un sovrano
Che mangia senza forchetta
Considerazioni scritte sulla storia orale di Ohiai Benimindhe da dove
“ omnia munda mundis, è meglio scappare se non vuoi bere
L'uomo di Ohiai Benimindhe - artefice delle sue azioni -
dorme sodo e sogna, ride nel sonno quando non lo tien desto la fame
Stai bene e Leggimi
la tua umiltà per il bene del mondo
Biblioteca di Sant’Ussula
che premia con mezzo litro di Pirizolu chi legge a voce alta un episodio di Gargantua
Circolo del tipete e tapete, dove ha pernottato il Minotauro Cretese in visita agli Alarpi d‘Irillai, e Polifemo Monofotalmo e stato ospite degli Arrabios del Contone che sfrecciando ovunque ci sia da rubacchiar briciole fanno bottino. Il circolo si rifà al celestiale tip-tap del picchio di sant‘Ussula che in una luminosa giornata di luglio abbattè con colpi mirati al midollo il famoso albero secolare piantato da Zuankinu E.Remitanu trecentotrentatre anni fa e su cui saltava e volava libero e leggero il beato Lorenzo noto Tarzan che si schiantò come un cocomero l’unica volta che mancò la presa, Dio l’abbia nell’eterna gloria poichè il buon Lorenzo meritava una serena vecchiaia. Una prece al suo ricordo.
al benigno Asclepio a noi sempre propizio
Considerazioni - di autore anonimo -
sulla natura dell'arte a Ohiai Benimindhe
nella fattispecie di Predu Pilurzi che si avventurò
di gran carriera nel mondo consegnando latte a domicilio
su cui faceva la cresta (annacquando il latte)
per comprare i libri di S. Satta, G.Deledda e Monsignor Della Bua di zia Zustina.
Fate quel che vorreste e Leggetemi
Lo stato del mondo migliori col vostro lavoro, eccellenti vignaioli di Ohiai Benimindhe.
Questa è una parte delle miscellanee che ogni anno maturano dalle parti dove un tempo fece ombra eterna a molti scapestrati l’allegro- il pigro Albero di Sant’Ussula dove nidificavano gli Alarpi e si arrampicavano gli Arrabios.
Minninna Manna che durante il pasto non aveva niente da dire e Pissita Minore che parlava sempre dimenticandosi di mangiare
Bello dire una parte della frase e poter ben intenderla tutta.
I cori montani sulle spiagge e nel piano, sanno di martiniche da circo, scimmie ubriache e macachi ammaestrati.
Nulla escluso del buono che riposa nella cantina del vigneto di nonno Filize Felisi.
Considerazioni - di autore anonimo - sulla natura dell'individuo di Ohiai Benimindhe, Zomaria Zigottu, bettoliere che salutava gli avventori con un : - O bevi o vai via, ma dava scontato il suo vino a chi gli cantava il Credo tradotto da Erasmo.
A tavola bevi con moderazione il vino di nonno Filize Felisi
in modo che nessuno resti escluso dal bene comune
per cui dio tiene sospeso il mondo che da un po'
di tempo in qua galleggia sconsolato tra le nuvole.
Considerazioni, di autore anonimo, sulla persona d'Irillai - maschio o femmina che sia - responsabile di quel che fa (quando ne fa) in grazia di Dio, con la riconoscenza del mondo e la sua gratitudine all'ambiente che lo ha visto crescere senza impedirglielo come spesso succede un po' dovunque.
Considerazioni sui produttori in proprio del sempre gradevole se non proprio prelibato Pirizolu d’annata con cui i poveri miserabili cercano di stemperare i licenziosi calori della loro natura che li vuole sempre ardenti d’amore.
Lo stesso Bennardhu, l’impone alle galline per fare una dozzina d'ovi agli asparagi da portare ad Asclepio.
Fate che il mondo scoppi di salute, o eccellenti vignaioli di Marreri e vostra sia la colpa ma Leggetemi
Considerazioni grossolane - di Fraluisi Lubrè - sull’individuo comune di Ohiai Benimindhe pensieroso per il suo animo oscuro che teme propenda alla tenebrosa malinconia.
Lascia il mondo come l’hai trovato e Leggimi
Considerazione sulla meraviglia che sempre desta la magia della creazione dal nulla delle valli del Gennargentu. Che poi l’acqua scivoli al mare è una storia più semplice.
Considerazioni sulla realtà delle cose che sono ai sensi dell'ordinario individuo di Ohiai Benimindhe
Considerazioni su Bennardhu Bibekela, il galletto liberato da Sant’Ussula e sacrificato per scommessa con le clarisse di Cucullio e Ugolio, al vecchio dottor Asclepio che – figlioccio di Apollo e garzone di bottega di ziu Predu Kirone - vantava un credito col paziente Socrate il più dolce e soave pettegolo del mondo che suscitava l’invidia di spioni buoni a nulla come Anito e Meleto
Non c'è volumetto il cui contenuto non abbia il modo proprio di trattare le parole centrali e marginali
Libricino gracile, abbine cura e Leggilo: è gratis
Sopporta il destino, non darlo via e Leggimi
Considerazioni - di autore anonimo - su episodi paesani di uno svagato autore convinto che la vita sia una stagione col clima festivo tutto da ridere e nulla ci sia di inattuale in quel che accade e nulla ci sia da castigare poiché tutto rientra nell'ordine delle cose che sono state, che sono e che forse saranno
Abbilo caro e Leggilo senza sputare
Zommaria Zigottu, bettoliere di Sardegna,
dà il vino sottocosto a chi legge l'immenso
Erasmio e per la prima volta nella sua carriera
offre il bicchiere della staffa a chi legge Shakespeare
Considerazioni - di autore anonimo -
sulla natura dell'individuo di Ohiai B.
Jubanne Lukia, casaro, che da scontato
il suo formaggio a chi gli recita a
memoria una poesia di Sebastiano Satta
trascurando la declamazione retorica
Non pestare i piedi agli umili e Leggimi
Edizione straordinaria dell'Agnus Dei - srl,
dei gemelli d'una sacca Mimiu Minninnone
e Pipiu Pissetone autori e stampatori in proprio
nelle cantine provinciali del Pirizolu
che non può mancare sulla mensa del vescovo
d'Irillai Monsignor Della Bua che fa sempre
sbalordire padrini e figliocci dei priori
del serafico san Francesco di Lula.
Bennardhu, l’attento gallo che ha visto per primo
il fantasma di re Amleto padre,
per gentile concessione di Asclepio
che lo ha in simpatia più dei capponi
preti di Cibele
Considerazioni, di autore ignoto,
sulla condizione dell'individuo capostipite
di Ohiai Benimindhe, Predu Pilurzi,
primogenito di tzia Laiddhona,
nondimeno madre di altri quindici figli,
che, fino a cent'anni fa, campavano senza
aver mai conosciuto un barbiere,
uno che si vantasse di aver inventato il pettine,
quello che non poteva mancare nel taschino
del flaneur che, borbottando, si specchiava
nelle vetrine del Corso che, come un cordone ombelicale,
collegava le Grazie di Seuna con le disgrazie del Rosario,
insomma il primo barbiere di Irillai
che se ne venne da Bosa, ingaggiato
dall'Artiglieria Leggera, e si chiamava Alfonso.
Considerazioni - di autore anonimo -
sulla natura civile dell'individuo di Ohiai Benimindhe
che canta e balla nelle feste nuziali e nei battesimi
e non sorride nei riti funebri che accompagnano
i defunti alla tomba dove li saluta con man lieve
sulla bara e con un elegante segno della croce.
Non negare l’evidenza e Leggimi
Considerazioni sulla natura spontanea
dell'individuo di Ohiai Benimindhe
che pensa alla dolce mescola che si
potrebbe trarre dal connubio tra il miele
delle api e le uova fresche della gallina
zoppa che pare sia la favorita di Bennardhu
che di notte gioca d'anticipo sul tempo delle ore.
Salute a voi, bevitori del Chiaretto
che fa vedere da vicino Polifemo Monoftalmo,
il Minotauro Cretese, gli infernali Arrabios
e Alarpi d'Irillai che rubano al volo le ciliegie
a chi le piantate, i fichi a chi li ha coltivati
e i grappoli dalla vigna del proprietario
che non da il dovuto a Bacco.
Considerazioni su episodi paesani – urbani e rurali - di uno svagato autore - convinto che la vita sia una stagione col clima festivo tutto da ridere e nulla ci sia di inattuale in quel che accade e nulla ci sia da castigare poiché tutto rientra nell'ordine delle cose che sono state, che sono e che saranno.
Un saluto a chi Legge: Salute a te, uomo d'onore! Buon prode!
Considerazioni, di autore anonimo, sulla persona d'Irillai - maschio o femmina che sia - responsabile di quel che fa (quando ne fa) in grazia di Dio, con la riconoscenza del mondo e la sua gratitudine all'ambiente che lo ha visto crescere senza impedirglielo come spesso succede un pò dovunque. L'uomo di Ohiai Benimindhe - artefice delle sue azioni - dorme sodo e sogna, ride nel sonno quando non lo tien desto la fame
Considerazioni personali e grossolane - di autore ignoto - sulle faccende quotidiane dell'individuo di Ohiai Benimindhe che sopporta 50grammi di spaghetti giornalieri
Considerazioni sull'anonima quotidianità dell'uomo comune di Ohiai Benimindhe
e sui protocolli sanitari del prestigioso ospedale dei clisteri che pretende dai compaesani recalcitranti l'uso quotidiano di supposte di sapone per prevenire le emorroidi
Considerazioni sull’'uomo comune di Ohiai Benimindhe - che ha un tacito accordo con se stesso (non so se ne è sempre consapevole) - nasce alla anonima quotidianità, per cercare la trama della vita, che sfugge come l'acqua dalle mani, e si disperde nel cielo come la tramontana di Orune che sconvolge la mente per inseguire la luce nel buio.
Considerazioni sulla semplice esistenza dell’individuo comune di Ohiai Benimindhe che non esce di casa senza l’immancabile catalogo di immagini e parole proprie della Vecchia Baronia
Considerazioni – di autore sconosciuto –
sullo stato di salute del pollame d’Irillai
da sempre promesso ad Asclepio
in eccellenti condizioni di vita:
- galline e galli, polli, pulcini e picchi maestri
di tip-tap, graccchi canterini, pollastri e
capponi di Lucula, con gli Alarpi di sant'Ussula,
garanti legali ed eleganti del tribunale di Ohiai
Benimindhe con lo scopo primario di proteggerli
dai gatti selvatici, dalle volpi di Lollobe e
dai cristiani battezzati e affamati, dai gentili
screanzati e sgarbati e dagli infedeli dei paesi vicini.
Salute ai mirabili con la zappa.
Salute a te, onorevole imbroglione.
Salute, agli alacri spiriti salottieri
Salute ai galantuomini in disfacimento
Considerazioni – di ignoto autore –
sul semplice individuo di Ohiai Benimindhe
che, nel benessere che trae dalle faccende d’amore
coniugate con l’ottimo vino delle vigne
del nonno, vede il balsamo della vita.
Considerazioni - di autore adespoto - sulla vita
che viene e quella che non rimane se ne va
per l’universo che si espande come la luce
incommensurabile del Signore, del comune
individuo di Ohiai Benimindhe, che non
mangia i funghi diversi da quelli eduli che
portava il babbo a casa.
- Lascia stare l’ordine del mondo
che non hai fatto tu e Leggimi -
Considerazioni sul canto del gallo di sant'Ussula
che annuncia i preliminari del giorno
agli anziani del contone Ballaloi
che hanno aggiunto la lama affilata
al manico del coltello.
Considerazioni - di un oscuro autore -
sull'uomo comune di Ohiai Benimindhe.
Egli è un uomo comunque si vesta.
Egli va allo stadio per esultare come chi ha vinto la corsa.
Egli sopporta il pianto convinto che prima o poi ridera'.
Dalla carne verrà lo spirito per capire che non di sola carne è fatto.
Egli sa che con la carne che va male anche lo spirito è in dissesto.
Egli sa, fin dal primo canto del gallo, qual'è l'ordine del giorno.
Considerazioni fortuite e senza paternità
sul farsi concreto delle cose, faccende e affari
del sempre impettito gallo d'Irillai che sarà
prossimamente offerto ad Asclepio invece
dell'aitante, cavalleresco e fortunato gracchio
che la scampa sempre dal male maggiore
Considerazioni – di un misterioso, timido
e sedentario autore - sull'individuo di Ohiai
Benimindhe che, ricercando le antiche
tradizioni che non trova, finisce col riderne
Considerazioni sullo stato di salute dei bietoloni
col pancione pieno di spinaci, che augurano
una sempre ottima Salute agli abili alla zappa.
Salute a voi, onorevoli imbroglioni, rispondono quelli.
Salute, agli alacri spiriti salottieri
Salute, ai savi anziani del Contone Ballaloi.
La salute del mondo sia con voi,
eccellenti vignaioli di Marreri.
Salute ai galantuomini in disfacimento
Dolce vita a voi, fratelli dimenticati nell'ospizio.
Considerazioni d'autore sulla pratica
dei buoni costumi del passato, quando
nelle case di Ohiai Benimindhe
si faceva ai vicini una parte del
maiale ammazzato per l'inverno
Considerazioni su Predu Pilurzi, l'usignolo d'Irillai vestito come un antico sardo, segue il corso del rio Lucula per andare al mare, cantando per amor di Pepparosa che vuol far sua sposa pensando alla gran cosa che unisce i cuori puri con l'animo illibato
Ai fornai carlofortini - abituati a peregrinare -
per aver portato il pane comune a Nuoro
(della cui nuova bontà la crialla d'Irillai fu
subito ingorda del cocone ben arrivato),
fu concessa l'entrata gratis al Quadrivio,
l'arruolamento gratis in una compagnia
di caccia e un posto di riguardo nella
chiesa del Rosario riservato ai cittadini
benemeriti per almeno cinque generazioni;
alle massaie per il pane carasau che rendeva
i tempi felici e sonoramente “trakeddhaiti”
per sostenere la concorrenza delle donne
versus la panificazione sanpietrina, fu
concessa l'esenzione dalle tasse,
una blusa col colletto di astrakan
e un biglietto gratis al cinema della domenica.
Quelli, si, quelli erano altri tempi.
Anonime considerazioni
sull’uomo di Ohiai Benimindhe
artefice delle sue azioni
dorme sodo e solo
ride nel sonno, sogna
e lo sveglia la fame.
Libere considerazioni
- anonime ma oneste -
dell'individuo naturale di Ohiai Benimindhe
da modesto individuo
con la bella Kikina sua concubina
Considerazioni di circostanza
sulla natura del cristiano battezzato di Ohiai Benimindhe
che sa contare, scrivere e parlare, misurare, pesare
e osservare quel che gli è dato vedere con i propri occhi.
Considerazioni
- di autore anonimo -
sulla natura innocente
dell'individuo battezzato
di Ohiai Benimindhe.
Considerazioni - di autore anonimo -
sulla natura dell’individuo comune di Ohiai Benimindhe
che inventò il fuoco estivo per debellare le siepi spinose del rovo
che non dà più le more del bel tempo che fu.
A M E N
Considerazioni - di rapsodo anonimo e liberale -
sulla natura pubblica e privata dell'individuo
di Ohiai Benimindhe che ha brevettato l'uso dell'acqua
del Cedrino, del Tirso e del Mediterraneo , per affrancare
i fichidindia della dolce e soave Baronia (dove gli
adulteri fan gli spacconi dal barbiere che si nutre
di intime e improbabili confidenze, come delle prediche
di don Zancheta che suffraga l'anima del defunto al buon dio),
dal pullulare incontrollato delle spine secche e volatili
quando la siccità imperversa a Mannasuddhas dove gli
asfodeli a primavera son Gagliardi come, nella
piana di Troia, i Mirmidoni del molto Elegante Akille
Considerazioni - di autore anonimo -
sulla natura dell'individuo di Ohiai Benimindhe
che brevettò l’uso dell’acqua corrente del Cedrino,
del Tirso e del Mediterraneo, per liberare i fichidindia
dalle spine in sovrappiù prima di sbucciarli e mangiarli.
Considerazioni sull’autonomia morale
dell’uomo comune di Ohia Benimindhe
col suo spontaneo sviluppo nell’isola pagana
convertita al cattolicesimo dalle malie di Bonifacio ottavo
e del Giulio secondo soldato di Gesù per la maggior gloria di Roma
Considerazioni sull’usura quotidiana
dei vecchi costumi paesani osservabili nella
semplice natura dell'individuo di Ohiai Benimindhe
che si diverte più al carnevale popolare che nei cruenti
riti del venerdì santo di chiaro stampo curiale,
serale e seriale per inorridir le genti
fino a rischiare di render l'anima a Dio.
Considerazioni personali di autore anonimo
e grossolano sulle faccende morali che
determinano lo stile della vita comunitaria
- a base di maccheroni -
dell'individuo, elettore spiritoso, di Ohiai Benimindhe.
che mi ha dato alla luce d'Irillai senza alcun dolore.
Considerazioni senza paternità sul piacere
che prova l'individuo di Ohiai Benimindhe
nel vivere una vita da manuale
secondo i prontuari della generazione precedente alla propria
quando non c'erano cessi turchi, aeroplani e lavatrici
C o s i S i a e in effetti è.
Considerazioni sulla realtà delle cose di tutti i giorni
- di autore orfano, vedovo e sedentario -
dell'ordinario individuo di Ohiai Benimindhe
nel rispetto delle leggi, degli orari di entrata all’ospedale
dei Clisteri e di partenza degli affari pubblici locali
Nessun commento:
Posta un commento