La riflessione è la digestione della mente nell' animo
Simile a quella dello stomaco nell' apparato digerente
1- riviva in eterno colei che chiamò:
iperbolica astuzia la trinità- emily dikinson
2- J. Joyce: l'arte deve rivelarci idee,
essenze spirituali senza forma.
3 -Non è facile mangiare l’anguria
ne il consorte cocomero
se non si è capaci di tagliarli
in parti adatte ai presenti bipedi
alle mosche e ai porci polifagi
4 - anni e millenni di preghiere che ora
non ci evitano di tremare per la minaccia atomica
5 -il Leone è morto da solo
il 7 novembre 1910.
Quel che avanza dei miei pasti
lo mescolo alla terra di un vaso
dove a suo tempo sviluppano
foglioline d’erba ancelle di
peperoni, pomodori e pesche -
mentre cammini nelle strade del tuo paese
ti aspetti di vedere nei giardini che costeggi
i segreti che animano le case di gioia e pena
che chi ci vive rinserra nei frigo temperati
6 -“ E' un dono che possiedo, semplice, semplice: un folle spirito stravagante, pieno di forme, immagini, figure, oggetti, idee, concetti, apprensioni, movimenti, rivolgimenti, generati nel ventricolo della memoria, nutriti nel grembo della pia mater e partoriti nella maturità dell'occasione.” Oloferne maestro di scuola. Pene d'amor perdute. william shakespeare
7 - non posso che esser grato a google
che pubblica le mie pagine
affinchè chiunque abbia modo di leggerle
come non posso che essere grato a mia moglie
per essere con lei rinato trentenne a novella stagione
che si dice prometta di riconoscere con un
colpo d’occhio la giusta misura delle cose utili
e necessarie compresi i segreti desideri
leciti solo se a portata di mano
solo a pochi è concessa la segreta
perchè suprema verità
contenuta nei misteriosi libri sacri
quando non si beve più avendo ormai
buttato via anche il chiodo
a cui si appendeva il bicchiere
sull’alta scala senza balaustra
- su quel che vivo ora rifletto - su quel che uno è,
l’essere uno dei tanti insignificanti esseri qualsiasi-
a dir la verità non so come sono arrivato fin qua
se non fosse stato per l’amore di una madre
e della sua figlia maggiore
a lei quasi coetanea
che la sosteneva nella tribolazione
del tempo in cui si viveva
in rigogliosi campi di malva e asfodeli
che infondevano nelle mie pie donne
la fede nello spirito santo che concepì
l’unigenito figliol di dio
non c’è ora del giorno e della notte
che non si possa andare a cavallo
di una canna del Cedrino mansueta
e fedele al devoto fantino
senza carruba e artiere
Con la fede in apollo e atena cadmo
seminò i denti del drago e alle calende di primavera
spuntarono dalla terra come lombrichi
non come bimbi che si affacciano
nelle labbra del ventre materno
per amor degli Dei olimpici e celesti
i combattenti angelici per fondare Tebe
i cardinali son per la chiesa
un po come gli apostoli
erano per il cristo nazareno
con la sola fede ci si convince
che lo scorpione solleva il macigno
che lo copre nel letargo
Madalena Tadeu e MallenaPaddheu
ki su coro Manti Donau credono in dio
e nella resurrezione della carne
il tempo scorre via ma solo per noi
la terra gira ma è sempre in se stessa
come il sole che scompare e la luna
che cresce o si dimezza
noi mutiamo ogni momento per cui non
siamo mai come eravamo né come saremo
in ogni momento veniamo alla vita
e in ogni momento l’abbandoniamo
come chi va di fretta al bar beve, piscia e scappa
Boborischina
a Irillai le più minute formichine le chiamiamo Luzana
- quello che più conviene a ciascuno
è quello che gli è più proprio- : montaigne -
- con te sto bene - perciò mi piace starti vicino -
poichè mi pare di migliorare i miei costumi
ovvero rende più chiara la mia condotta quotidiana
poichè solo ora capisco
- caramia - che non è facile averti
a sor prides de Irillai cada cristianu ‘e biddha
li nat’a su chi juket in coro
finas si non lu nata a sa zustissia
ki tottu cossolata ki’n’annos de galera
publico questo blog perchè malmenato dalla polmonite
che ha interrotto la produzione dei libretti che facevo per
darli in giro impaginati e incollati tra i compaesani d’Irillai
o colui che compensa le negligenze del mondo
ha unito le coppie e il regno
ha fatto grande la Bretagna con la penna
e a fatto splendere di poesia
l'opaca corona dei sovrani della terra
Leone 7 novembre 1910
fuori l’inganno degli infami sempre affamati
dalle dimore del popolo
e dentro gli onesti sazi con poco cibo
e moderati con le parole
ma sempre lieti e in buona salute
come gli asinelli a primavera
- Voglio augurare a ogni Signor Dottore Capo Commissione
rinnovo patenti di essere invaso dalla polio
per almeno metà degli anni di cui prega di vivere
e di non aver la patente come me per merito suo.
Che questo augurio si volatilizzi nel cosmo fino al compimento,
nell'attesa Lei vada in malora e se ne stia male fin da ora!
se non peggio agganciando una polmonite -
- L’inumano ci è compagno su ogni via che percorriamo -
A Irillai si racconta che spesso i beoni
fanno circolare la favola di tziu Perreddu
che visse più di cent’anni superati
i quali diede la sua famosa vigna
al vignaiolo che doveva fornirgli
il vino quotidiano fino a che schiantasse
nel sonno dei giusti che passano il corpo oltre la siepe dell’eden
senza paura della sofferenza
che si dice accompagni la morte con certi lucertoloni
che portano via le nostre carcasse scortate da rospi e corvi
Così beveva fino ad addormentarsi e al risveglio mangiava
una scodella di caffelatte con pane carasau
che con due o tre ruttini digeriva facendo due o tre giri
di campo ruttando come l’asinello
quando solleva la coda scaccia mosche
attorno alla sua casa per alleggerirsi oltre la
vecchia siepe dove copriva le feci con la zappa
come gli antenati con zolle perfette
non mancando della provetta maestria del
centenario che ha deciso di andar via in pace
col mondo lasciandolo come lo ha trovato
sommergendo il caffelatte col vino
col quale scommettono che dorma
ancora come loro vivi di non ricordare
i sogni e a mala pena si riconoscono in loro
se dalla coda si riconosce la volpe
e dall’occhio del falco che resiste al sole
dall'orecchio destro hai la prova dell’onestà umana
e dal sinistro della sua infamia mondana
- è sempre eccellente il momento in cui ti rendi conto
di star sbagliando in quel che vai operando-
- ma come si fa a vivere credendo che il lavoro sia la punizione
per aver peccato disobbedendo alla santa alleanza del trono con l’altare-
date onori e meriti agli infami
che degli onesti virtuosi
son già gli elisi
Nostra signora ‘e Gonare
bezza kei sa kessa
Jumpat su mare ki su sale
pro sa merca
- ogni nuovo nato che viene alla luce del mondo
ha precipuo lo scopo di vivere degnamente
tra i molti che trova perchè l’han preceduto -
- il divino è ciò che non ci riguarda
poichè siamo mortali e io
ho già sufficienti difficoltà
a capir le nostre piccole ma pie vicende
intrise di gravi e ben più empie faccende -
quel che il delfino fa nel mare
e il gabbiano nell’aria
è come quel che è
l’essere al mondo del carrabusu
che fa sempre da quando nasce:
gioca per vivere: è maestro di circonvoluzioni
con la palla dietro le siepi di lentischio
promette l’immenso che arrotola
col suo fare eterno
come la schiuma del mare
come l’erba dalla zolla
insomma il carrabuso che rotola il mondo
con la gravitazione universale
dove ogni essere vivo usa defecare
anche se la bulimia perseguita il popolo
che versa la decima all’erario religioso
per pagare il signore iddio di quel che ci da
aria, acqua e luce giorno dopo giorno
- ( Il fato beffardo beffato dalla sorte malfida
rivista dalla commissione medico legale dell’ASL
-(la Commissione sa bene che ci vuole un nuovo anno
per certificare se è diabetico il poliomielitico che a 80 anni rinnova la patente)-
sarebbe come una innocente beffa
intestare una commedia alla domanda rivolta al poliomielitico -
dalla Commissione composta
da esperti scolari deI divino ippocrate
se è iscritto alla lista degli invalidi civili permanenti
perchè vedi mai se è anche diabetico
e beve senza giusta misura chiaretto di Marreri
come usano i barbaricini identitari col bruskete -
per la correttezza formale con cui la Commissione ML ha applicato
le norme procedurali con le quali vive la legge
la patente scaduta e per la mancanza
della certificazione sanitaria senza la quale
il titolare della patente non può usare l’auto
per recarsi al mercato di Carloforte e acquistare
pomodori. tonni e pesche di stagione
e per tale faccenda
deve incaricare altre personalità del consorzio umano e civile -
dunque il titolare della patente è un disabile
che la detiene da 50 anni
ora la Commissione dell’ufficio ML
la rinnova con un certificato del Diabetologo che garantisce che
l’ottantenne con o senza diabete mellito può guidare la vettura
e nel frattempo il disabile incarica altri che comprino le pesche
necessarie al corpo - ma per le faccende dell’animo è impedito
quindi i suoi affetti non han corso di attuazione
sarebbe una buona legge universale se provenisse dal
capocollo della Commissione ML che con ordini e certificati
dirige la baracca come il duce del nonno
per deresponsabilizzarsi col mondo -
- stia attenta la tanto impavida Commissione di ML
che alla fine l’adoperare tanto rigore non si accanisca
in un ottantenne
che resiste alla post-polio per vivere dignitosamen
- potrebbe essere un più piacevole dovere
per chi legge conoscere la pars pro toto -
ovvero, conoscere:
- il lamento coperto dal pianto
che nasconde il dolore latitante -
- per cui il mondo è il luogo in cui
ci rendiamo conto di quel che siamo -
- facciamo perciò -
- la scuola come un vivaio di piante da frutto
se si vuol fare giardini felici delle città del mondo
dove chiunque possa cogliere ciò che gradisce
e così fertilizzare a piacere le aiuole sotto casa
con lo spuntar spontaneo di peperoni, pomidoro
ravanelli e fior di pesco da affogare nel vino
le sofferenze umane in pena nel cuore dell’animo-
- salude a mariu e a caralu
ki deus bo sarbet
dae faker male e pessare peius
ca nanki jukies’ idea de irrikire
ki su corju e sas colobras candho
in tribulas s’ispozan’ de sa pedde
sicca e bragan ki sa noba frisca ke
rosa ‘e nostra sennora ‘e mesagustu
garriga de lallanos d’oro
e prediskeddhasa intintasa
de beranu birde e granos ke
tridicu muriscu mannos che ocros
de bacca linghendhe bitellos -
- a Irillai c’è chi racconta di tziu Perreddhu
che il mattino del giorno in cui morì
seduto accanto alla porta di casa
vide la sua ombra uscirsene da lui
e per quanto potè la seguì
per incamminarsi nella carrera
che finisce davanti al cimitero
e scomparire oltre il cancello di ferro
dell’aldilà dove i poveri beati che nei
piani alti applaudono i commensali
serviti da millenarie madonne celestiali
cantando e pregando più degli angeli
castrati come manzi, capponi e lumaconi -
mannaggia al mondo del globo
che non si può dividere
in fette uguali come un cocomero
- che prete è chi se ne infischia
del timor di Dio e del dolore del mondo -
- Con che animo dare un’offerta ai bisognosi
quando quei denari passano tra le grinfie
di certe arpie dopo la decima del grano da macinare
ai cardinali con la B che li usano per arredare
500 metri q. d’abitazione e comprare palazzi
accanto alla torre di Londra invece
che far pozzi nel Corno d’Africa
dove si muore di sete e di fame
più che non di cancro e diabete -
- ogni nostro senso è una zolla di materiale universale
che ci fornisce la possibilità di capire
il come e il perché dell’esistenza organica
nell’immensità del mondo per puro caso
come la paura di trovarmi in fallo alla guida dell’auto
che per anni accompagnava i miei percorsi stradali
che inibendo la patente mi avrebbero limitato
- per via delle scadenze temporali - la patente mi è scaduta
e la legittima commissione dei sanitari preposti che prima
saltuariamente esigeva pep0ynl accurate delle mie condizioni fisiche
constatando la sola evidenza della poliomielite
che anche i ciechi e gobbi sobri vedono
ora vigono regole più severe di accertamento della salute
per kkk tj kim serie sanitarie locali e nazionali
richiedono dozzine di mesi per certificarle
e in mancanza delle stesse non mi rinnovano la patente
che temevo di perdere e con essa la pura libertà di movimento
dato che non sono un quadrupede e non ho mai avuto
le gambe salde e agili come un postino capofamiglia -
la malasorte è come pensare a qualcuno che ti fa uno sgambetto
o a qualche dispetto ordito di traverso nel tuo essere del mondo
- sono 80anni che parlo sardo come in famiglia
e 70anni che scrivo quando è necessario
in italiano il mio nome
conosco appena l’alfabeto e la tavola pitagorica
con qualche ombra di tremula grammatica
vago come posso con quel po che ricordo
degli infausti anni mai lieti delle elementari
mi sono sfuggiti gli accenti di una corretta ortografia
come a dire che l’acqua è cattiva ma non nel senso
di malvagia per conto terzi,
ma sporca o salmastra o stagnante
Dopo i primi quindici anni di vita col fardello della poliomielite
scopro la scienza medica che mi permette di camminare
col piede saldo allo stinco e non più ciondoloni dalla gamba -
- il piffero di mingroi era il nasone d’un preticello
scampato dal seminario
perchè senza posa dalle narici
colava denso quel moccio verde menta
inarrestabile come come le colate
incandescenti dell’etna eterna che lui
con la punta della lingua deviava
bramoso e insaziabile
agli angoli della bocca ciucciando
con destrezza come un chupa chups
da sfegatati questurini dei leader in carica -
Cesare Beccaria:
- la massima felicità divisa nel maggior numero -
- temo che anche la mia musa sia sgraziata-
come me cresciuto sgarbato
con un grossolano eloquio
e incapace di proferir verbo sottovoce
la roncola d’Irillai con la quale un giovane contadino
appena rientrato a casa alla fine della grande guerra
si innamorò di una ragazza per la cui famiglia
aveva innestato una mezza dozzina d’alberelli
da frutta e non volle una lira per quella passioncella
che ardeva il cuore ma quando dichiarò il suo amore
non fu accettato con la sua roncola disfece quel
che aveva fatto
- ora trovo lugubre il monotono ronzio delle vespe
che fanno il verso alle dolci modulazioni delle cugine api
lo sento orrido come l’incendio estivo
sulla stridula siccità che impera in sardegna -
Il certificato di invalidità civile me lo porto appresso da settant’ott’anni
e costituisce la zavorra che mi tiene in equilibrio.
E mi ci gioco una palla che lei non sa nemmeno
riscrivere con i suoi modi più presunti che concreti
se non stolti e dissimulati come verosimili
per il poco che mi concerne
Son prima volterriano che aristofanesco
e poi con lui Lucianesco
per tifare poi l’immenso Carletto
e il sublime Erasmiuccio che
consentono la navigazione nella laguna
cosmo idolatra così voluta dalla natura
che ci canzona mescolandoci il miele
col fiele con cui imbrattiamo i sentieri
che sopportano la nostra presenza
come non capiamo nel matrimonio
chi ci mette il miele e chi lo addobba col fiele
- noi, comuni cittadini repubblicani,
viviamo col timore di essere governati
da personalità peggiori di noi -
se i ricchi sono gli immortali
mortali sono i poveri
dov’è la parentela tra gli uni e gli altri?
che vivono in monarchia gli uni
che di nulla bisognano
e mortali sono i repubblicani
che di tutto mancano
se privi della libertà come gli schiavi
che possono solo suicidarsi
- dove la carne si corrompe nella terra
lo spirito è di già evaporato nell’aria -
- è vero che la carne sorregge lo spirito
come è vero che lo spirito conduce la carne -
- se eterna è la memoria col ricordo
anche la polpa della materia lo è -
- il Fato è l’ineluttabilità del dover vivere
fino all’ora ineluttabile del fatto finale
col dover morire -
- è nel consorzio umano che fioriscono
i buoni costumi e le malvagie usanze -
- rivivano quindi i santi
che ci difendono dai vizi malvagi -
così beati sono i ricchi sfondati
che nella marsala intingono
i biscotti di fior di farina, latte e miele
dopo aver cibato midollo di manzo con pane
ciucciano malvasia per tirar su
la panza piena come quella del gran principe
che sempre vien da oriente
come il contadino che sfotteva l’ortolano
che chiamava angurie le mogli del cocomero
marito maschio dell'ingiuria
- mi pare un pò esagerata l’dea
che nel gran cielo noi si sia gli unici abitanti
per la sola, unica e provvidenziale grazia di Dio:
come l’illusione infantile che il proprio padre
di famiglia sia il migliore del quartiere -
ja lu juket su billellere, quando uno farnetica
ovvero stravolge la realtà immediata
come punto dall’estro di eros
che rende libidinosi i folli d’amore
masticando allucinati boli d’elleboro
- sulla morte sempre misteriosa -
L’opinione occupa la trincea che divide e tutela
ogni singolare esperienza della coscienza
che formula l’opinione a quanto dicono coloro
che assistono i moribondi
da loro assistiti che vedono
e dialogano con la morte man mano
che si approssima al loro capezzale
che fa misterioso e atroce quel mestiere
dell’accabadore che interrompe
sto irripetibile e sublime dialogo
tra vita divina e l’eterna morte umana
Non credo che viva in paese
un vecchio che sopporti l'età
senza baloccarsi con le proprie
ferramenta vitali
che gli fan rivivere
le celestiali bravate giovanili
feconde di spontanee delizie
ma che noi si sia di quelli che a irillai
spianano la fronte come l’orto
che aspetta il seme quando chiedono soldi
e la corrugano quando i denari li danno
aggrottando le sopracciglia
i compaesani vagano nel mondo
come assaggiatori del vino
che se non li uccide subito
possono berlo anche i poppanti
e gli anziani sdentati
del contone Ballaloi
quando il paesano ha capito
di poter pensare per capire
che in lui c’era un’anima
che non mostrava
di prostrarsi a lui
cicero- proverbio:
quando non sei più
ciò che sei stata
non c'è più motivo
per voler vivere.
Ohh Ora mi sento sempre debole
e si offeso ma alla pari con gli altri
che prima mi rinfacciavano la mancanza
ora sento una volontà di gioire inaudita
domenica7luglio sempre elegante
cristian degli asinelli al cancello
borsetta sul granito con la chiave di casa
ziu Loru e Compare Cocco
e Cordeddhu - a sventura terza sorella
causa della sempre prematura morte che precede gli avvenimenti
che intrecciano la sua coda nella sorte maligna
per la fattura d’amore deposta col malocchio dell’invidia
per il cui rancore viscerale il bel fratello sposa la tundhona
col germano pentito e manesco sul linguacciuto
la borsetta all’ombra - abbraccio sudaticcio e bacio a culo di gallina
e freno con rimando al meriggio
fiera del giorno libero e mostra degli asinelli
- mangiare da grillo, filindeu al rifugio -
autonomia virtuosa sotto il palmizio - e identità di saper vivere
orgoglio degli avi e tradizione da conservare
primo della schiera, a seguire Basolu e Cicero
- ziu jubanne coniugato e forse becco per la coda della prole
così diversa da chi l’ha preceduta -
insomma - una signora posapiano con famiglia
teme la critica e si sente osservata
spia la via - sorveglia la piazza - convinta di non esser vista
recita- non sfasata - ricorda si - ma non dimentica di esser sola
chiesa, cimitero e quartiere e solitudine col cane da guardia
-
-sineddoche la parte per il tutto-
-
io Ti penso
tu Dimenticami
Non posso
Voglilo
Ho paura di sciogliermi come neve a primavera
Fatti di ghiaccio allora
sii Gelido come il fondo dell' universo
Dove il cuore dell' amore smette di battere
Baciami allora
E non lasciare che la lingua inaridisca
in fondo alla gola del deserto celeste
dove gorgoglia la coratella della vita
—
dal barbiere: - si ricordi che il collo è mio
e lei non è il boia del re -
pratico - esperto di gioia - ghigliottinesca
—
se i gracchi sono i principi delle pernacchie
le cornacchie scorreggione sono le ancelle regine
degli alti cieli solari e solitari agli antipodi
delle braci defecate dalle streghe infernali
un:-Vai marji!! 24, 06, 2024
giacomo e noemi
fausto vi sia questo santo giorno
cogliendovi colmi di gioia come augurio
di felice armonia coniugale,e di dolce salute,
di sereno giudizio e soave letizia
vivete quindi felici come gli auspici
d’oggidì fanno presagire.
(può andare come biglietto d’auguri per gli sposi! o no?)
sento il cuoricino come imbarcato
dentro un guscio di noce
in balia di una burrasca sul Tirreno.
con un solo boh! pone termine al diverbio
- penso e dico frottole -: in libera e onesta salute
si racconta di un sagrestano fedelissimo dei santi del centro sardegna
devotamente li pregasse di infondergli il coraggio
di morire senza farsela addosso
così una mattina lo trovarono comodo nel cesso
col sorriso di chi muore senza mutande
leggero come una nuvola dopo aver rovesciato l’anima
sul tavolato geometrico di ravanelli e lattughe
scaturito dalla mente e dalle mani del terreno ortolano
Cesare Beccaria:
“la massima felicità divisa nel maggior numero dei vivi mortali”
mort’è su re!
ghetta su murguè!
su carradore ‘è dommo è la formica che porta il guadagno in casa
per dire del padre laborioso che fatica per la famiglia
o del figlio ubriaco che rientra a casa
con una finestra in spalla trovata nel cancello di un’abitazione vuota
o del ladro che afferra qualcosa d’altri dovunque passi
per non rientrare al nido col sacco vuoto
sono nato quando tutte le divinità l’han concesso
- ma dieci mesi dopo la natura - ha esploso la polio
nel mio mondo- ma la solidale scienza umana
mi ha portato - al sessantasettesimo anno
per farmi sentire nuovamente la sovranità
della natura che voleva espellermi
dal suo consesso con la polmonite
ma la scienza medica mi rimesso in sesto e vivo ancora
- di grandi e piccole personalità si dice
che fin da piccoli avevano nitido
nell’animo il preciso scopo da imprimere
alla propria vita crescendo ben decisi
a scegliere le circostanze più vantaggiose
e adattando a modo loro le occasioni
maggiormente convenienti aggirando
rischi di lavoro onesto da privato
o pubbliche malversazioni a due mani
quasi come dire di uno nato
col chiodo fisso di appendere quadri più belli
nei muri di casa che mutano forma
e sostanza dalla mattina alla sera
w la libertà!
- la repubblica e la democrazia -
e viva sempre la giustizia sociale.
- e abbasso il patto scellerato tra trono e altare -
alle nottole, gufi e civette del mediterraneo
sia affidata la diffusione delle future liete novelle
sulla vita eterna e sull’amore universale
per la luce solare e l’ossigeno siderale
giorno dopo giorno, anno dopo anno
bevendo l’eterno vin sempre novello
che scalda il sangue cominciando
dall’alluce su su fino alla punta del
naso che si arrossa prima che il gelo
renda livide le orecchie già frastornate
dalle fandonie teologiche che pungolano
gli umili a faticare per poi godere
nel regno dei cieli dell’aldilà da venire
la natura muta le sue faccende
strada facendo aggiustando il carico
per provarne altre con differenti risultati
e adottare le migliorie benigne ai mortali che
invecchiando diventano sempre più irrequieti
tanto è rara la buona occasione
concessa dalla sorte intangibile
quanto è comune il rimpianto
per non averla abbrancata al volo
con lo sgambetto fatto all’occasione femmina
anche con l’alea che ti potesse far cadere
o (rischio col maschile momento o attimo)
i giorni scambiano con le notti la luce e il buio
che hanno in dote per migliorare noi come umani
quindi
equilibrio in ogni circostanza
il momento, l’attimo, opportuno mi è parso - il 19. 06.
dopo l’ultima visita nel silenzio dello stabile vuoto
sotto l’enorme cielo
l’inverno ha le case chiuse come il cielo coperto
l’estate si apre alla luce che propaga il silenzio
mi sembrava giusto il momento
da cogliere in pace e dare un segno
per una sì delicata e possibile faccenda
per il più piacevole degli affari
che gli esseri organici gradiscono
facile com’è da attuare e di grandissimo valore
per viverci meglio col calore che sfugge a chi
chi l’occasione per cui si accompagna al rimpianto
ogni scritto può contenere un fine recondito
altrimenti detto secondo fine
o fine di riserva
Clerc, chierico, come tra noi Quirico Chirico o kiricheddhu-
-da ciò:
Gesù ultimo divino portento dell' agire celestiale dei padri olimpici
per valutare un’esistenza è necessario conoscerne la fine
e assistere al piagnisteo di un potente
perché abbandona i suoi possedimenti
mentre un povero miserabile se la ride
perchè si trasferisce nel regno dei cieli
riservato ai beati nullatenenti
Mammamia quanto sarebbe bello
cominciare col non fare quel
che si vorrebbe
che nemmeno gli altri facessero.
l’essere sensibile e intelligente non è pigro
perchè se lo fosse
non si sarebbe ritirato
nel poco comodo wc oltre la siepe della decenza
Ai potenti altolocati x virtù e capaci di adorare un sasso
gli dei concedono ogni possibile e credibile
desiderio che per i miseri e i disabili
la divina provvidenza trova illeciti
e alleva bianche colombe oltremodo ignoranti nelle
mondane faccende adulterine e candidi piccioni
per comunicare le volontà del cielo alla terra
e ingravidare vergini purissime
con flebili colpi d’ala lievi al fior di farina
da sola seduta sul comodo la persona libera
è la sola in pace con se stessa
più che non a tavola dove capita
che finito il vino
sia avvinta dalla malinconia
delle beghe come piaghe putride
del quieto vivere dove il nulla
è senza inizio è il tutto non avrà mai fine
bih a prededdhu minore ki che ruttu dae su lakedhu
candho su babbu imbriacu ruttu keste dae s’iscanneddhu
Come il gagliardo eroe…
canta il gallo battendosi l’ali
al petto gonfio prima e
dopo aver vinto lo scontro amoroso
…che salta sulla panza del nemico abbattuto
vivo come posso a seconda dei passi con cui cammino
e rifletto con le favole con cui son venuto dall’infanzia
e mi soffermo sul vecchio gioco a rimpiattino su cui
si dilettavano i vecchi creatori di divinità creatrici di
fantastici mondi sfuggiti all’energia naturale per
offuscare l’evidenza solare usando il parasole
all’ombra dell’intelligente monolito assolato di odissea 2001
in un limite di foresta africana senza recinti
nella savana dove scorre un fiume tra radi alberi
e gruppi di scimmie che vi giocano e bagnandosi
e scoprono il calore amoroso del loro corpo vivo e vibrante abbracciandosi
come bambini con la suadente voce della bella Diotima di M. Ferreri
che saluta un gorilla con un:
- Salve, o cinedo morbido e molle come un coniglio in gabbia
il monolito con cui gli scimmioni scoprono l’intelligenza erotica e la violenza del mondo.
arte è dare forma alle immagini concepite nella mente
e non solo imitare le apparenze delle cose naturali
o manipolare il già visto e conosciuto da vicino
stato sensibile dell’animo umano
pensare e senso dell'amore,
moti della natura fisica e spirituale:
in ogni paese c’è sempre qualcuno
che si rosicchia le unghie
sempre molli come il torrone di Tonara
25 giugno2024.
malinconica se non triste faccenda
la giornata col cantiere chiuso.
menomale che la mia officina
ha sempre qualche suo ordine da esaudire.
perciò ringrazio i celesti sovrani che tutto possono.
dormano pure d’ora in poi come i divini olimpici.
- la lieta novella dell' eterno amore -
una lenticchia prodigiosa
mi è caduta dal cielo
per farmi innamorare
ora mi manca una nocciola
della bisaccia di san francesco
per nominarmi priore della sua novena
Nico ci penso
E di frequente scrivo -
Rispondimi quel che ti frulla in capo
Almeno di tanto in tanto
O vuoi che non scriva più ?
- Faccenda D’Irillai è il Dirmelo!
di una lenticchia si tratta
che ha fatto sfiatare la pressione della pentola sul fuoco
al centro del campo di calcio di uno stadio affollato di fedeli tifosi
più di piazza san pietro quando predica il principe dei teologi
sulla pace religiosa delle varie confessioni che agitano la terra
per la lenticchia caduta dal cielo
Irillai è il luogo -
Quasi tutti noi d’Irillai definiamo cielo
la volta celeste che sta sopra di noi
senza dire ciò che ci sta sotto
che non vediamo sottostante oltre l'orizzonte.
Dal Cantone d’Irillai e dae su cuzone
mi sovvengono gli argomenti della
Cussorgia di Ohiai Benimindhe!
madrina di sa maria è lodè!
gli organismi viventi plasmano se stessi
solo se la natura li dota
delle ferramenta necessarie
alla felice riuscita dello scopo
–
mi pare sempre un successo
veder scritto il senso dei miei pensieri -
perciò li metto nero su bianco
–
era vecchia l’usanza del fondato timore
che dominava le umili famiglie del mondo
nel concedere la bella figlia al salto di qualità della razza
col possidente socio blasonato del prete e del podestà militare di turno
che ne garantivano la parola nel misero paese
fino a che la bella giovane non ritornava dai suoi scornata e gravida
rovesciando in strada la vergogna della casa per cui i compaesani
ridevano della povera figliola convinta di potersi mobilitare
nell’agiatezza proverbiale della stirpe dei pre-potenti di sempre
che han cominciato a decadere quando il primo dei loro antenati
è caduto dalla sedia ubriaco sconcio malfermo sulle chiappe
dopo aver mangiato quel che ha potuto e bevuto tanto
ma sempre meno di quanto avrebbe voluto che però
avanza agli avidi e ingordi bricconi
l’anima è lo spirito elaborato dal nostro pensare
per cui quando son sazio vado via dalla tavola
- credo di sapere quel che posso fare
senza nemmeno pensarci tanto nè provarci
non ho proprio nessuna capacità per competere
in qualcosa con qualcuno
posso forse competere con la malva
nel lenire la sofferenza del cuore offeso
con l’animo dalle turbolenze amorose
e proteggerlo da quelle devastanti pene
la nostra anima per come è mite la mia
quando abbandonerà il corpo si farà farlalla
per vivere col profumo dei fiori dei campi
Sofocle: chiunque ama parlare
senza interruzione /
non si accorge di risultare
importuno a
tutti coloro che sono presenti.
l’essere umano si convince facilmente
di ciò che trova comodo immaginare
quanto ha già visto
e lo vive quasi come se ne avesse fatto esperienza
non solo della carne che si fa spirito nell’amore
e come l’animo scuote e domina poi il corpo -
certo è che se il cuore smette di pompare
-(la ragione fatta spirito = a lei il piacere di vivere)-
la ragione - avrà il suo bel da fare per continuare
al corpo rimane la forza d’animo per soffrire
ma che colpa ho io di
non aver mai sentito un cigno cantare
né di averne mai visto qualcuno morire
altro mondo se non questo
fin dall’infanzia mi è stato proposto a questo
l’inferno o il paradiso;
per il purgatorio dovevo crescere per il dire di dante
quando si parla d’amare e lo si dichiara
è d’amore che si parla e non di portar fiori
ai morti in cimitero e dir preci alle loro anime
in bilico nel vago purgatorio cosmico - siderale
anticamera dello spazio paradisiaco - antitesi
infernale dell’eden primordiale
è divertente giocare con le parole
in modo innocuo - innocente
di due pellegrini ultimi rimasti
nelle spire - o pieghe- dell’universo intelligente
secondo pensiero del primo mattino
dopo l’ultimo canto del Gallo d’Irillai:
Nasciamo nudi e moriamo vestiti e calzati
come pellegrini stanchi dal viaggio a cui
Nausica e clitennestra mettono i piedi a mollo -
per rinfrancare i semidei dalla dilettevole fatica di aver vissuto -
considerazione finale:
un vaniloquio è il linguaggio dell’occhio
e del gesto muto della parola scritta
Con la luce dell’anima appassionata
se l' orecchio serra il passo al crepitio
del carbone che si consuma invano, ma
malinconico e paziente resiste l’animo pio
col concorso della fede nell’eterna speranza
considerazione iniziale
Son della mia giusta misura
Le vicende che mi capitano
ma per La mia coscienza
necessitano di un sottile vaglio
per varcare la soglia del suo singolare scrigno
dove sono assiepate le individuali faccende umane
che-s-mascherano il viso delle persone dubbiose:
quelli che usano dormire a bocc’aperta
paiono cacciatori di frodo che son soliti
prendere in trappola mosche
moscerini e mosconi che chiosano denti d’oro
devi proprio essere molto offesa
ma credimi
non so proprio cosa posso aver detto
e come abbia potuto farlo
sii clemente se ho sbagliato
sii clemente se non per altro
almeno per la vicinanza
dato che siamo dirimpettai
sii clemente per il sembiante
con cui potrei averti offeso
che certo
non appartiene in toto al mio costume
La civiltà inizia quando ogni persona riconosce nell’uomo il proprio simile
la donna riconosce nel maschio il proprio sodale
e l’uomo accetta nella femmina
quel che lo completa come organismo vitale
ho ritrovato lo spirito della salute
voglio vedere ora -
se ce la faccio a volare sopra un’oasi -
benigna - a un’anima umana- inquieta
- L’interesse personale è la mano invisibile di adam smith -
è instabile come il tempo climatico
la sorte che ci accompagna dall’alba al tramonto
La necessità che costringe l’individuo a correre per salvarsi
non può nulla contro lo zoppo che non danza ma rotola in discesa.
scegli le parole adatte al senso
misura l’uso delle parole
parole su misura
- tra i due litiganti il terzo si gode la pace -
Simonide [poeta lirico ed elegiaco, VI-V secolo
pittura come poesia visiva
e
viceversa la poesia come un dipinto sonoro
l’arte pesca sulle cose belle che la natura produce
sull’onestà morale e l'etica civile sulla compassione
che dimora con la pietà che rende umano
l'animo del pagano e del monoteista
bere vino genuino attizza con i sorsi iniziali
i ricordi buoni e pessimi
dissolta la sbornia evapora il lume nella cantina
dio il re dei re
dio degli eserciti
principe ideale della gerarchia cosmica
signore della provvidenza
con i propri prodi e arditi sacerdoti sparsi nei globi terracquei
-
ma un fiasco di vino pendente dal sarmento
che disseta i sogni
alimento principe dell’esistenza
è il blasone dei felis braccianti vignaioli
di gravidi grappoli di cannonau
-
- il piacere dell ego cerca il suo sodale
per essere insieme -nella realtà del mondo comune
-con il proprio simile necessario- con l’incognito domani
assente ma vicino - sempre presente ma distante
aspetto costante dell’esistenza personale
-
- Morì senza palese
ragione pur se in sé
conteneva tanta voglia di vivere-
Non mi vanno a genio i compagnoni di rebotta
che l’indomani della baldoria ricordano l’accaduto
e dalle malefatte successe si escludono
come eremiti rifugiati nel deserto
pensa a come pensar meglio
pensa e scrivi per riflettere sul fatto
che la sorte è sicuramente signora delle urne:
cicero,contro Pisone.
a chi dedichiamo la prima bevuta quotidiana?
alla natura che ci regala la realtà
che ci muove con l’istinto figlio dell’aria e della luce
nell’ordine sacro del giorno con le regole della notte
pollo stracotto e carpaccio l’oscuro
pasta al sugo di carne di pecora
che ha dato più di mille litri di latte
nel nutrimento del ghiottone sardo
figlio di semplici pastori
e onesti contadini amanti della terra
che dissodano la zolla anche di notte
non mancano le nocciole francescane
nel torrone dell’agro tonarese
e i malvagi amano il carpaccio
e si confondono con i paurosi
che tengono la linea con yunketa e frutta
e gli artigiani maestri di buone maniere
mescolano uova e peperoni con cipolle
col vino e le gallette militari
che le mogli mangino pure frittelle a tutte le ore
e nelle ricorrenze lunari caffelatte e carasau
per cui quelle che sanno leggere e tenere la penna in mano
prima o poi cominciano a far poesie
madre natura dota i miseri di una buona vista
affinchè possano saziarsi con gli occhi se
non possono usare le mani senza guanti
per servire cibo alle fauci che salivano a bocca vuota
sempre
- dice sciocchezze chi promette sapienza a tutti -
affinchè anche i poveri possano contemplare le meraviglie del creato
vaghi sono i colori che fuggano o rimangano nello spazio isolano
quieto l’animo misterioso che scuote seni e petti
dei cristiani sardi derubati della fantasia
che da sempre alimenta il rispetto dell’autorità in divisa
che sprizza spontaneo dall’autorevolezza in canottiera
=
sull’igiene salutare
saggezza è lavarsi i piedi sporchi
e metterli a mollo se son stanchi
Quando l’animo è sereno tutto il corpo ne gode
dalla punta dei capelli all’unghia dell’alluce -
che fino al terzo anno gli infanti succhiano
per crescere in grazia di dio -
sorvolando l’ombelico bussola della coratella
le dame di compagnia delle signore perbene
avevano il compito di coprire le fetecchie
delle nobildonne educate a contenere le molestie
intestinali delle amiche che usavano dire:
la fetenzia della signora era la mia.
da come vivo capisco chi sono
come l’animo che mi guida
che quand’è sereno non è infelice
difficile è gioire con l’animo turbato
in sostanza siamo come sensibili
soprammobili della realtà imperiale
che ogni tanto ci scuote la polvere di dosso
il debitore confida in un qualsiasi pretesto
per litigare e a causa di ciò
e dirimere così la contesa
col creditore a cui dirà: ora
leggiti pure il mio buffo: è tuo
dubito che esista qualcuno che
non si riconosca in quel che pensa e fa
tanto da non distinguere la voglia di bere
da assetato tra l’aceto e il vino e l’acqua,
come dubito che conoscendosi
esista qualcuno che lo ammetta:
dicendo che per lui pari sono.
Nessuno di quelli che vedo e conosco
so dire se è bianco o nero
però mi ci gioco la vita che la
coratella è uguale alla mia
e i capelli e le unghie
gli crescono come a me
le bisacce di Esopo , per lui ogni individuo
dispone di due bisacce e una mostra sul petto le sue virtù
l’altra sulla schiena mostra i suoi vizi a chi lo segue
- la salute fonda la vita che si consuma con l’età
e con la malattia il decadimento della stessa -
solo le stirpi divine hanno la facoltà
di occupare il nido dove sono nati
e crescere tanto in potenza
da sedere al fianco dei padri fino a scalzarli
Quel che mi riesce di fare bene ogni giorno
è il proiettare. la mia ombra sulla parete
della stanza dove dormo, col raggio
di sole che ci inonda dalla finestra
Per la verità non sono in grado
di vivere bene se non con me
con ciò che sono e ho l’auto
che mi permette di andare dove a piedi non potrei
così dai passi della mia andatura
l’animo misura il peso che portano
e non un grammo in più
nemmeno una bisaccia d’aria
più fina d’una preghiera
a un’anima beata più che in pena
strano che chi porta la bisaccia sia alla fame
poichè la forma senza contenuto
è una pompa vuota
viva la Salute, unico
e umile ingrediente
necessario per ben Vivere,
-w quindi il balsamo della vita.
-beviamo alla salute dunque-
le forchette di Tadeu, Paddheu e Madau
sono storte e oblique come certe poesie
fatte con l’ausilio di san pietro ponzese
aiutante in campo di gesù palestinese
nel perfezionare i cristiani in campo
nelle sponde ponzesi del giordano
Vai a Delfi se vuoi sapere per davvero chi sei
e che pesci potresti pigliare?
:
sappi che inoltre sei detentore del pensiero
che nasce nel cielo colmo di silenti
stelle notturne e di giorno con
la vitale luce solare
puoi proporlo al mondo.
ricordati che chi è familiare con la malvagità
non teme davvero d’essere crudele.
- e Le faccende stabilite fin dall’inizio del tempo
stabile e incerto per accadere all’ora data
non aspettano il tuo consenso
sempre invischiato in interminabili e imperiture grane -
La differenza tra il prima della nascita
e il dopo della morte è nella materia
si nasce dal nulla
col fugace fuoco dell'amore che subito si spegne
nel dopo morte
la carne che si era formata per campare
marcisce e solo le ossa resistono nel tempo
dell’anima che ha vissuto col corpo
può rimanere il ricordo in eterno
nella memoria dei vivi mortali
I mali del corpo vivono in superficie
evidenti come la luce del giorno
il malessere dell’animo si rintana - nel pozzo della notte fonda
a fondersi con nottole e pipistrelli
- la gallina bianca allatterà il pulcino
covato dal gallo e dal cappone -
- mi pare bello e buono aiutare chi è bisognoso -
ecco
l’autore del tempo e della vita
col capo libero e le chiappe occupate
va bene che meglio non si puo
il vecchio signore dei bei tempi andati
quando si disegnava col compasso e con la squadra,
si tirava con la lenza e col filo a piombo
, si misurava, si calcolava e si pesava
e dello spazio celeste come il mare
e della macchia mediterranea
sul mare azzurro come il cielo
- Amore non è amare se non mette subbuglio nell' animo! -
-per quanto grande, eloquente e fedele
( mai sospettato di tresche veneree)
sia stato in vita - da morto
una lapide è sufficiente a ricordarlo -
- Per l’indole del mio animo
le sole gioie bilanciano le pene -
- L’amore è il lievito della libertà
che solleva il peso della materia
e dà inizio all’indole delle cose
che si fanno da sé e si
vedono nel raggio della luce
farsi e disfarsi nell’ aria solare
mentre cercano di discernere la ragione
di aggregarsi per avviare una nuova forma-
- Solo gli sguardi innamorati vedono quel che
si agita dietro gli occhi che ti guardano
nell’oscuro vortice di ciò che non dorme mai-
la verità che rivela il paragone
è la copia della cosa riflessa
dallo specchio tratto dalla pietra
l’a piombo è il peso che tende quel filo invisibile
che collega il centro del nostro mondo
al centro dell’universo che contiene tutti i centri
che gravitano attorno al dio dei celesti cieli olimpici
sull’uscio di casa sii prudente
non cavalcare la soglia di casa
quando passi col balsamo salvavita
attento a non scivolare tra dentro e fuori
Cautela come entrare nel porto
badando di non sbattere perchè
in ogni momento accade l’inatteso
e ogni occasione gli si adatta
per chi vuole addestrarsi a pensare da sé
seguendo la prima traccia che vedi
o quella che ti pare più consona
tra le tante che il prodigo tempo
dispone ai liberi faccendieri
tu però sta sempre attento a non trascinare i piedi
e non calpestare l’opportunità
non molestare nessuno - poichè
in ognuno di noi - dorme un cane
alla porta di servizio dove si esibiscono
le maestranze - sono i garzoni del maestro d’ascia :
walk don't run = camina no corras
askiolu, askiu, nodo del legno difficile da scalfire
e nodo in gola d’ira e rancore
non facile da inghiottire e digerire
:_:
diotima: la sapiente di Mantinea
mantenuta ? in vita
dalle cose che sa capire da se
!
Non so dei vegetali che sono radicati al suolo
ma gli esseri organici dotati di moto
scoprono da soli quel che sono
man mano che crescono alla fine invecchiano
e capiscono di dover morire per esperienza
come i vivi che li hanno preceduti morendo
eterno è l'amore perché
procrea la continuità
della vita.
accantoniamo la frase “tutte le cose create”
come se grandi mani avessimo visto farle
e adottiamo “ delle cose esistenti “ di cui siam certi
la colombina sodale di pasquale
o dello spirito santo universale
L’introspezione è il mio forte
a difesa dell'animo cupo, da imprecazioni
e invocazioni, mormorando bestemmie
maldicenze, malocchio e maledizioni
intromissioni x dare una mano alla fortuna
di affaristi con maschera lieta di apparente felicità
che s…brigano affari altrui per soggettivo interesse
sofferenza e libidine nel dolore del mondo oggettivo
l’intrattenimento principale del comune mortale
e farsi beffe di se stesso con liete illusioni e lievi speranze
vaneggiando accoppiamenti lussuriosi, paradisi ebbri di vino
tramare inganni familiari tessere finte tele paesane
duri a morire più delle superstizioni
Di certo c’è solo il sole nel cielo
mentre l’intero nostro mondo è incerto
come noi puri esseri organici
l’incantesimo può rompersi
da un momento al seguente
- Il voler bene -
L’amore si propaga nel mondo con i baci in bocca
così chi ama non fa del male mordendo
ne inghiottendo saliva altrui come
mutuo scambio di umore vuole sapore mescola d’amore
parrebbe che nella striscia di Gaza
cert’uni abbian fatto propria la crudeltà delle
ss naziste e nipponiche in europa e in asia
Il piacere si presenta in noi in vari modi
ma nessuno raggiunge l’intensità
di quando dolore e sofferenza scompaiono
Siamo fratelli di pietro maso avido d’eredità
e ingordi insaziabili di beni voluttuari
figli liberi di sempiterne divinità che ci
ammanniscono del necessario e del superfluo
che salverebbe i bisognosi mortali dall'inedia
che assilla i lupi famelici e i gracchi vaticani
e i miseri soffiatori dei pifferi tratti dalle lunghe
canne del Cedrino, Dalla promessa
di una futura ricompensa per l’inutile sacrificio
della vita onesta da cristiano e non ribelle animale
liberiamoci dai pregiudizi
Guardatevi dal credere che il bianco
inondato dalla luce sia più puro
del nero della notte buia
perchè non c’è mosca che voli sul fetido sterco
nel fondo oscuro del tombino fognario
La legalità è il rispetto della legge;
la moralità è il rispetto di me stesso.
Pepp’antoni beve vino e se ne infischia.
la vita è quella cosa che ci può mancare da un momento
all'altro e non c’è modo che torni indietro e ricominci da
capo o riprenda dall’interruzione forzata- accidentale e
contingente - o spontanea- naturale o voluta
essa è la faccenda più rara che abbiam finora trovato
dalla remota antichità all’attuale modernità
più rara del nettare degli dei e dello sterco dei
pipistrelli che frequentano gli antri dell’inferno
Ho l’impressione che la mucca lecchi il vitello
appena nato per proteggerlo dal clima impuro
del mondo esterno rispetto al fertile
e prolifico tepore del suo ventre
con la morte termina
la spontanea esperienza della vita
l’origine delle cose
non è un punto fermo nel tempo
né nello spazio
il momento attuale è uguale a mille anni fa
che ci fosse carlo o achille magno
mi sentirei imbarazzato nell’incontrare
in un sentiero del bosco
gesù che tiene la mano della madonna
e apollo che porta sulla schiena dafne
e una famigliola di cinghiali
che si precipita a bere in un rigagnolo
fa un certo senso vedere i ministri riuniti in consiglio
tenersi la testa nel decidere le sorti dello stato
in vista di una sempre più possibile, economia di guerra
la natura non ha morale
ma ciò che mostra è solo bello
la volontà umana interviene sulla natura
con l’estetica per farne risaltare la bellezza
col gusto del proprio tempo
la madrina di bibendum
col pungiglione come l’unicorno
o pesce spada per punzecchiare
i vecchi dinosauri acquatici
ciascuno è quel che è
uno simula quel che non è
l’altro dissimula
A noi che ignoriamo la sardità originaria,
piacciono i cavalli e le jeep per risvegliare
la primitiva e regionale volontà di potenza
(ogni regione sull’asciutto
crede di essere la più adatta
a stare al mondo, e chiunque la elogi
si è subito tutti pronti alla riconoscenza
e per la lode avuta, adorare l’arguto giudice)
e scorrazzare liberi e giulivi
come soldati vincitori, da un punto
all'altro dell'isola natia, cattolica e credente
e non meno felice e cristiana delle altre
con lingue diverse e passati gloriosi,
sparse sulla terra sospesa come si deve
nel cielo: come la più perfetta regola d'arte
dove riluce la vissuta sardità, la sostanza
di essere essenzialmente sardi, quindi ribellarsi
come fiere quando per strada si viene chiamati
“vivaci sardignoli”, un onta per i ballerini
di talento del vasto Campidano, un marchio
per i cavalleggeri professionisti della media
valle del Tirso e un'infamia per i suonatori
dilettanti di launeddhas del basso Cedrino
Con la nascita di Predu Pilurzi il mondo
fu irrimediabilmente altra cosa e ci fu più
animazione nei vicoli di Irillai che avvinghiano
la bella Casa del Poeta con cortile retrostante
come quella del Senatore, e più di uno cantò
e agli anziani non sfuggì il cambiamento che
attribuirono all'avvento del nuovo nato che
prometteva di assumersi la responsabilità
di quelle azioni che si compiono in stato
di ebbrezza quando la lucidità manca e la
ragione evapora e tutto appare in piano
come quando non c'è più luce in casa
e padre e figli se le danno credendo l'altro
un ladruncolo entrato di soppiatto in cucina
dove gli spiritosi si nutrono di cibo e di sapienza
e Predu Pilurzi per un periodo fu sapiente
e fu quando si chiedeva:
Chi ha dissipato il timor di Dio?
Che c'entrano i fornai che ogni sera
di smeraldo mettono il lievito alla farina?
Già, che c'entrano con la fine del timor di dio?
Non sarà l'aver fatto di Dio l'unico amico
ideale con cui parlare a tu.x.tu?
Il timor di dio è svanito con l'avvento dell'uomo
capace di azioni eroiche tra i barbari-(vi)-cini,
che segue le tradizioni aristocratiche di chi lascia
quel che trova, e di un cuore nobile avuto in eredità
con i beni di famiglia.
Con la perdita del timor di dio ci ha da vedere
anche il fidato barbiere del papa.
O no?
Il timor di dio finisce nel momento in cui il prete
si investe della autorità di Dio parlando a suo nome.
L'ultimo ad arrivare troverà il mondo sempre nuovo
e non avrà mai la certezza che il vecchio sia stato
deturpato dai suoi genitori anche se molte voci
glielo grideranno in faccia.
L'ultimo che arriva sarà sempre il primo
della continua e inarrestabile ondata di figli
e nipoti che occuperanno i posti a sedere
lasciati dai padri e immancabilmente qualcuno
- per cavalleria - resterà in piedi
Solo dio può fare a meno del necessario per vivere
poiché la sua perfezione ha trovato l'ambiente
adatto alla sua natura divina nel cielo stellato
senza limiti, dove i viaggiatori dicono di non aver
mai visto un orlo, né un fossato
e nemmeno una siepe fiorita.
Fa parte della storia ciò che deve essere
ricordato e degno di essere raccontato
con i gesti, a voce e scritto e per immagini
e infine il tutto affidato al vento e all’acqua
per farli conoscere al mondo dei maestri di scuola.
“La storia esiste a partire dalle Guerre Persiane
narrate da Erodoto”, scritta nel Circolo dei liberi bevitori,
di Zomaria Zigottu di professione bettoliere
per vocazione che ad ogni bevitore diceva
in confidenza che nessuno può fare a meno
del necessario per vivere ogni giorno.
Come disse il boia a Lillinu Letranka mentre l'impiccava.
Il mio compito s’è compiuto quà con la fine
del tuo tempo, concluse Lillo, come lo chiamavano
la domenica, le belle figlie di Donn'Elène con le
Rughe Molli che siede alla cassa, nella
comunità dei libertini puttanieri. Ognuno vende
di quel che ha, come il bracciante il lavoro delle braccia.
Beato te, rispondevano i bevitori di professione,
che il rosolio contro la malinconia ce l'hai a disposizione.
Zamè, ti si vede poco in giro; così veniamo noi a trovarti.
Siete una folla, dice Zomaria.
E non chiamarmi Zameddhu se vuoi far carriera.
L'hai sentito? Oddio, spero e temo.
Non è suo cugino, il figlio di Grostosu
uscito dalla vita dalla porta di Borbore,
per un dispiacere, si disse.
Lui il vino lo fa e lo vende; non lo beve.
No. lo compro ai magazzini del mercato.
In cantina
O in farmacia. A carnevale.
Mi mimetizzo nell'ambiente e bevo il vino dove c'è.
Quello sottratto alla vigna non è mai come sembra.
Appare migliore? Lo è!
Dissimula bontà, ovvero la cela e la rivela al gusto:
cioè l'antico segreto del vino di Marreri.
Piace, fa felici e ubriaca:
inebria, perché il vino del signore non ha tempo né età.
Poi ha la meglio sul tempo:
invecchia ma non muore mai.
Gratis è migliore:
inebria come uscito da una botte di sentimenti.
Ogni buon vino cambia a tempo e luogo.
Alla vista del mio fegato morirei.
Come amo il mio prossimo, così mi amo un po' di più.
Invecchiando cambia e sa di storia:
fa ricordare le cose...
Egli fa buona festa se non ci scappa la zuffa e il morto.
Di conversazioni conviviali si tratta,
dialoghi su temi liberi,
modi di dire piuttosto che altri,
tra un bicchierino e un cicchetto,
in occasione di festa, amenità da circolo di carte,
bocce e dama, da compari di bevuta
davanti alla tavola imbandita,
compagnoni che bevono per distrarsi dal far peggio
con la lingua di tutti i giorni
come Il mistico cavalca il mondo per andar incontro a dio:
sa che per quanti spaventosi disastri compia
la natura della terra, al successivo girar si riassesta
e si ingravidano le donne, qualcuno nasce nano
e dice di aver conosciuto tempi migliori,
qualcun'altro cade dall'asino e si rialza con la gobba
o con la minchia del somaro per fare giustizia sociale,
un naso modello diventa un corno come un randello
che annusa i cibi del mondo, ogni tetta
è da litro abbondante e allatta piccoli e grandi
Non voglio proprio essere uguale
al primo della classe: ne ho d'avanzo
d'aver le viscere identiche alle sue.
L'antico gesto, il primo che ho visto fare,
l'esempio che ha dato inizio al mio mondo,
ripetendo: posso ripeterlo perché è così
che la vita si specchia in noi che la viviamo,
succhiandoci fino ai dieci anni
il pollice delle mani deformi
Ciascuno ha i suoi educati motivi per fare o no,
proprio come la scala che serve – nei momenti più felici
- a salire e scendere
Faccia un passo avanti colui
che fa quelle cose che non servono.
Tu, nel gruppo. Si, tu. Dì, perchè le fai?
Pilurzi era solito dire che ogni santo giorno era il suo genetliaco
diotima: la sapiente di Mantinea
mantenuta
che sa capire le cose da se
diotima. la sapiente di Mantinea
mantenuta
che sa capire le cose da se
Riempio il tempo con i miei sacchi vuoti.
Perchè non fai qualcosa di utile?
Per esempio? Forchette. Signore,
ho settant'anni e non ne ho consumato nemmeno una.
Poi son tutte uguali e servono solo a mangiare.
Le forchette durano, sono di ferro.
Meglio far poesie che son tutte diverse
come le persone e le foglie cadute
che il vento porta via.
Per la mia natura democratica non disturbo nessuno,
non mi intrometto negli affari altrui,
ma nel mio mobilio chiunque può metterci il naso
a qualunque ora ovunque mi trovi,
nel pieno rispetto delle regole sanitarie,
democratiche e repubblicane
Kikina Pisina si koket' s'obu i sa kisina.
Con indosso una blusa verde su gonna nera
che rende più elegante la figura,
se ne infischia assai di sapere se davvero i tataresi
sono mangiatori di cavoli senza olive nere.
Kikina mettici un pizzico di sale.
Giovane e di buona fattura;
forse un po' miope ma di bel portamento.
Preso dalla signora Fanny, sua buona padrona.
Billia Favularju è nato in sua compagnia
e in sua compagnia ha vissuto con arte e con lui è morto,
abbia o no avuto a che fare con la disperazione,
che, come ogni buon cristiano, o pagano,
in qualche modo ha conosciuto.
Istruisciti, gli andava dicendo la madre;
guarda e leggi, gli aggiungeva dietro il padre.
E tagliati qualche fetta di lardo.
Eh no; ora non può esser detto provinciale Billia Favularju,
uno che andava e veniva sul Tirreno
carico delle novità del mondo. No.
E, lo ripeto, non era un marinaio, Billia! No.
Infine spirò col buon senso necessario alla bisogna,
aggiungo io.
Oddio, dov'è finito il vecchio timor di Dio?
Gli antichi e autentici nuoresi usavano
fino alla fine del secolo scorso,
seppellire i morti proni pancia al suolo per meglio vedere
e sentire le profondità del terra che li accoglieva.
La classica postura: adattare le viscere al clistere.
A dir la verità non so quanti nuoresi dell''8oo
siano andati a piedi o a cavallo o in carrozza
a veder Cagliari dove si avvicendavano i ricchi stranieri
arrivati (loro si!) in treno a far compere nei negozi
di lusso sotto i portici di moda ellenica illuminati
da non so che lampioni torinesi
e
dove sul grigio selciato tra due pozzanghere
cresce una rosa e dolce è starsene alla porta
e ammirare le signore passare seguite dalle serve
con la borsa della spesa piene del mondo riempite
alla porta della marina dove spuntavano
i magazzini del sole Rinascente
La legge del mercato non è solo indifferente a lusso
e miseria, ma se ne infischia del prodotto:
apra gli occhi l'acquirente, come pare dicessero a Sparta.
Chi perde i suoi beni a carte è un minchione immorale
come me moralista che non gioca
per paura di perdere quel che ha avuto
.
Il lavoratore che tribola tutto l'anno e il giorno di natale
si veste da lusso come un monsignore con i sandali,
è segno che aspira al cielo e al suo nettare:
l'intelligenza, non alla stupidità del montone…
Lo chaffeur al suo posto di guida sembra voler dire:
non potevo esserci che io, qui a guidare: il migliore.
La vita costringe al lavoro:
se non io qualcun altro lo fa per me.
Ognuno nascerà col suo compito,
sembra abbia detto Iddio ai figli di Adamo
(primo sposo modellato col soffio dell'intelligenza
e brillante marito di un'ardente moglie educata
al rispetto del padre, ad amare lo sposo e
ad allattare i figli che verranno) che si bagnavano
a Gonone fuori stagione. In attesa della
Buona Novella. Quella del Bue Marino.
La giustizia è necessaria al lavoro:
a giusto lavoro, giusta paga. È chiaro, no?
E anche alle spie sia dato il dovuto.
e non fichi secchi senza cicuta.
Chi paga gli operai ha già messo da parte il suo tornaconto.
Chi ha il salario non mancherà del sale,
del pane e del companatico adatto alla vita.
Con ciò potrà anche fare a meno del berretto.
I lavoratori uniti come mezzo e concordi
per il fine hanno conquistato i miglioramenti
necessari a viver meglio e spillare il vino
dalla botte, con asili, scuole, ospedali, trasporti e pensioni.
Col pensiero di non perdere il possibile ospizio terminale.
Le rivoluzioni – o sconvolgimento
di poteri defunti dall'ingiustizia,
quando ci scappa il morto in strada -
hanno finora creato l'apparato per così dire:
abolire lo sfruttamento ed emancipare le donne
a mostrar le membra nude, abolire l'anarchia
e dare il suffragio universale, fino a suicidare
la libertà di cambiar padrone, insieme alla
catastrofe politica con l'abolizione dei partiti
e delle elezioni con il partito solo al comando.
Nessuna Rivoluzione avrà successo duraturo
se l'ultimo spiantato innocente e ragionevole,
non sarà liberato dal bisogno del denaro che si
trova nelle mani di chi lo muove per il proprio interesse.
Colui che ha un gancio alla gola
se la fa sotto senza muoversi,
come uno scricciolo tra le grinfie der gato.
L'interesse ci guida sulla via del denaro
senza il quale non si è liberi, si fa la fame
e manca il vino nella damigiana.
Lotta tra chi ha e chi non ha:
chi ha non disdegna il lusso.
chi non ha cura la versailles olimpica tinta di celeste
La distrazione e il divertimento sono adatti a chi sta bene.
La cotenna del lardo a chi sta male.
Le setole alla cattiva condotta.
Nella Repubblica c'è chi mette a disposizione le idee, c'è chi dispone del denaro, altri che sanno lavorare perbene e a tutti, repubblicani e totalitari, monarchici e democratici, serve il prodotto del lavoro in comune, d'artigiani e industriali, pastori e contadini, dottori e attori, turisti e secondini, pizzaioli e vignaioli
Con l'inflazione cede valore il denaro e le merci invendute fanno altrettanto
Non mi va di rovistare nei diari perchè mi pare di ritrovare le mie bugie in casa d'altri
Da ragazzo mi confessavo come gli altri e per non aver che dire dicevo una verità per bugia. Siamo stati nell'orto a mangiar fichi e all'arrivo del padrone gli altri scappavano come fanno i ladruncoli, quello prendeva me che non correvo e mi picchiava per tutti. Ha fatto bene, diceva il prete, te lo sei meritato. Perciò non mi son simpatici i preti.
Chi è capace di elaborare un progetto sa di quali forze ha bisogno.
L'unità delle forze del lavoro per essere autonome devono saper cosa fare, devono avere un'idea da attuare.
L'idea ha bisogno del progetto e il progetto necessita del denaro per la sua attuazione, e l'attuazione richiede solo energia naturale e artificiale.
Chi comanda attua sempre la migliore delle leggi possibili: quella destinata a durare di più, perchè espressa dalla naturale ragione delle cose vere fatte dalla storia e dalle razze create da dio.
C'è sempre un signore che deve arrivare e avvertono il nostro gruppo di non distrarci perchè chiunque egli sia per prima cosa ci dirà chi è, perchè è venuto tra di noi a mani vuote se gli piace star solo, cosa vuole ora che ha deciso di farsi vedere in giro e così che quando va via abbia un buon ricordo di noi
Ultimo editto del Faraone: in previsione di una possibile carestia dei prodotti del campo, a scioperi a oltranza nelle valli a la gauche del Nilo e nelle dirimpettaie valli del re, è necessario che dove non arriva il contadino giunga l'agricoltore; che i topi stiano alla larga dal grano e che i gatti non si faccian le unghie con le bende che i sacerdoti mettono alle mummie...per non saltare di palo in frasca...il resto del papiro è roso dal tempo col verme solitario... aggiungete voi quel che vi manca...
Il papa e i cardinali baciamani son quasi come Gesù e gli apostoli,
in quanto pratici della vita:
temono che un dissidio teorico diventi in pratica una rottura.
ODdio come son riveriti per esser così vestiti.
Sono loro che conservano l'antico e giusto timor di Dio.
- Il lavoro si mantiene in forma se il sudore l'innaffia -
La caccia, la pesca e la macelleria del bestiame
ribadiscono l'antico tabù dell'antropofagia.
Per i sentieri di Farcana (dove L'amore è per pochi eletti
gli altri sono estranei)
vanno leggiadre le janas con la faccina di velluto
innamorate di un solo e unico amore
che viene di notte con i fiori bianchi delle stelle
sotto lo sguardo vigile delle amabili civette di Soloti
( L'amore fiorisce dove han corso le promesse non mantenute)
amano il silenzio le poverelle e la compagnia discreta e gentile
di Missente Murrisuttile
che da piccolo la scampò alla furia del Cedrino annientafamiglie
perchè con le piene si porta via i bambini cattivi e ora cantava
( Vino agli innamorati sazi e fiele agli infedeli a digiuno)
sul carro a buoi carico di botti di vino
da portar sul monte per l'impervia via
e loro sul ciglio del sentiero l'ascoltavano
tenendosi strette alle braccia nude
e dandosi di gomito per sedare la pena
come comari durante il veloce rosario detto in scioltezza
L'esistenza di dio si basa sulla possibilità che le cose che sono non siano poi tanto vere e abbiano la breve durata del passaggio dalla notte al giorno, con l'antico colpo di vento dell'aurora
Come se la realtà non sia vera e mutabile.
È lecito dubitare di questa realtà? Quanto dubitare del denaro.
Si, se ne intravvede un'altra: una specie di opera d'arte che se ne infischia del dominio del denaro.
Il denaro è importante – anche se i cani non lo mangiano – tanto importante che senza denaro è difficile campare anche suonando le campane.
Solo noi – piangendo e ridendo - abbiamo il culto del denaro.
Sono i soldi che muovono le idee: esse non sanno dove andare senza la carta che canta il denaro non suona.
Lorenzo e il papa avevano i soldi per pagare a Michelangelo la riuscita delle sue felici imprese.
I proprietari dei soldi intraprendono imprese industriali e commerciali, finanziando le idee che vengono cavalcando da una botte piena a una vuota damigiana di pelle.
Le idee fanno ruotare il mondo, il denaro è l'utile zavorra.
Le idee nascono con noi come l'erba e i fiori sulla terra e il sale e i pesci nel mare e le nuvole e le stelle nel cielo.
Il denaro è un'idea che riempie le tasche.
Il denaro è quel feticcio datoci da dio per vivere con lui.
Il denaro brucia e la brace cuoce il pane.
Chi ha le idee può non aver soldi.
Chi ha i soldi può non aver le idee.
Chi ha le idee cerca finanziamenti.
Chi i soldi li ha li investe nelle idee che diano un tornito tornaconto.
Chi ha soldi e idee se ne infischia bellamente delle pene dell'inferno, delle delizie celesti e della nazionale che ha perso la partita con i barbieri dalla mano ferma e profumati come questurini al cesso, usi a picchiare tra le costole dove fa più male.
I soldi si fanno con gli affari del mondo, sia con la bassa che con l'alta marea
Chiunque al mondo può impazzire, come i poveri che amano gli oggetti di lusso per uso quotidiano e chi come Lear, dà i suoi averi sulla parola per nulla e dorme all'aria aperta, come il mare, le montagne della luna e le stelle sull'orlo del cielo.
In qualche modo i soldi si accumulano nelle tasche dei proprietari.
La verità -(ciò che evidentemente è, nelle cose e nei fatti che accadono a noi e alle cose che ci riguardano)- ha molto a che fare con la realtà.
La verità, come la realtà e i fuochi d'artificio, ha bisogno di testimoni interessati al denaro. Che noi si sia scintille che brillano nelle tenebre?
Sui terremoti si dicono delle cose vere e si cercano senza posa i colpevoli
Le catastrofi naturali possono accadere dovunque, come le pugnalate alle spalle, i suicidi di gruppo e i campi di sterminio.
La realtà è una sola: è quell'insieme di cose di cui fai parte e dettano le condizioni alle quali attenersi per non perdere la causa
Chi ce l'ha si serve della coda come tappo scacciamosche.
Gli angeli avevano le ali.
A me basta un misurato raggio di sole.
I fatti contano più delle parole, specialmente quelli fatti a propria misura dagli uomini.
I cristiani devoti trovano che il senso della vita sia servire dio... nei suoi sacerdoti...senza paura. Senza timor di dio? Con le licenze della ricreazione: far l'amore a primavera, col tempo libero e bello. Una magia.
L'arte è ri-creazione o passatempo?
Fin da piccoli la religione ci familiarizza con affari impossibili e cose assurde: può quindi essere tranquillo un mondo governato da dei e demoni infallibili e in lotta tra di loro, con il vecchio interesse dei diadochi?
I religiosi pensano dio misterioso e unico come il pensiero impossibile da capire, ma sempre contenti di pensarlo come immagine della fine inevitabile e un po' miserabile
Ai piccoli va bene la bibbia, agli adulti è più adatto il vangelo. Per le donne nulla è meglio del “credo” e del rosario. Ai frati i sandali, a papi e cardinali le pantofole e le mani curate, vestiti per esser distinti come gli apostoli che predicano il timor di dio. Agli scapestrati è utile il breviario o libro d'ore. Ai vecchi di buon naso, testamenti nuovi, prima di bere il chiaretto che toglie la sete. La promessa è mantenuta e il fatto è compiuto. Chi ha un buon naso sa dove metterlo.
Gli esempi danno luce al sole, al giglio e alla rosa e piacciono di più a chi ha un maestro che sa fare e sa insegnare qualcosa agli orfani del mondo a cui nessuna bufera per quanto violenta e disastrosa può sconvolgere la quiete gioiosa della domenica mattina quando non si ha da fare è tutto è pronto dal giorno prima
Dove stavo prima il tempo era pieno di sé e nel poco spazio disponibile (una capsula) non c'era niente di importante da fare così fu deciso che venissi qua, nel golfo tuttavista, a guardare negli occhi i disperati che temono di perdere l'incanto di vedersi attraverso gli altri tutti felici di vivere
L'infanzia è come la gaia e felice primavera quando sconosciuto è il timore della morte
( Perchè l'ansia di vivere è paura di morire)
L'ombrello signore dell'autunno più del martello, è adatto al clima: se piove si apre, se è bel tempo se ne sta chiuso, non si sciupa e campa a lungo come un dio pagano o cristiano
a
Dio quanto mi piacciono le bigotte devote che alla tivu preferiscono un santo rosario innocuo e pagano. Meglio una turris eburnea con gli occhi dolci o languidi in senso lato che un mostro impomatato
A una vita esemplare si possono aggiungere solo cattivi pensieri, una vista cieca e parole infamanti
I migliori dei nostri avversari dicono di capire le nostre ragioni e di essere quasi con noi, a rovinarci sono dunque gli avversari peggiori, gli ostinati che i migliori avrebbero dovuto domare
L'esistenza che non è quieta, è caotica perchè nonostante le apparenze, la vita viene dal caos dove regna il disordine dell'arte che si va componendo per quell'affare che chiamiamo vanità, che, poi, a qualcosa vale se ci fa vivere senza aver chiesto nulla. O, almeno, di comune accordo, crediamo di vivere. È toccato a noi. Bene, nati per caso, arriviamo a confidare con gli amori e gli amici; Camperemo e con Pazienza faremo convenientemente quel che ci pare. Gli affari finiranno con me o di qualche mio misero affare rimarrà la coda.
Poi è bello pensare quel che ci viene in testa per confidare alla vanità che lei stessa è vana.
Nulla è più vero della bellezza che contenta semplicemente l'intelligenza come la nascita: sappiamo da dove e come e perchè si viene a stò mondo. Per amore. Nulla gli sta a paragone: ciò è quel che si dice sublime. Mi ci perdo se penso di essere un' aggregato di atomi così minuscoli e così diretti allo scopo(che sarei io) ma solo con la mia compiutezza sanno cosè l'amore, così mi sconvolge pensare che sia fatto da un cosidetto dio artefice amorevole come me di fare uno sgabello. Non sono uno sgabello però brucio come lui: abbiamo gli atomi che bruciano, ardenti come innamorati. Posso fare uno sgabello come probabilmente lo sgabello sa fare uno come me e forse anche migliore che non è poi difficile data la mia incontestabile semplicità perdipiù malfatta, difficile da nascodere e disposta a far ridere
b
Nel cantico di Salomone la torre d'avorio è metafora del collo femmineo che non si consuma con la forza dei baci: infatti l'avorio è degli elefanti che lo leccano di continuo e dura nei secoli dei secoli se nessuno lo rompe
Tanto è doveroso ricordare che è impossibile dimenticare, non dico la strada percorsa, ma gli affari che la memoria porta a galla per moto proprio. È facile dire: voglio e devo dimenticare, come se fosse una strada pericolosa o un cibo scadente e avvelenato, ma non è così. Affiorano secondo le circostanze e, bene o male, non scadono mai. Così dal fondo emerge il poco cibo che c'era un tempo e ora non si mangia se sul tavolo non c'è la tovaglia
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