martedì 8 ottobre 2024

manzela e mallena ki su coro manti donau

 




La riflessione è la digestione della mente nell' animo

Simile a quella dello stomaco nell' apparato digerente 


1- riviva in eterno colei che chiamò:  

iperbolica astuzia la trinità-  emily dikinson



2-  J. Joyce: l'arte deve rivelarci idee,

essenze spirituali senza forma.


                                                                                            


3 -Non è facile mangiare l’anguria 

ne il consorte cocomero 

se non si  è capaci di tagliarli

 in parti adatte ai presenti bipedi

 alle mosche   e ai porci polifagi



4 - anni e millenni di preghiere  che ora 

non ci evitano di tremare per la minaccia atomica                                 

                        

                                      5 -il Leone è morto da solo 

il 7 novembre 1910.

    

                                                    Quel che avanza dei miei pasti 

lo mescolo alla terra di un vaso 

dove a suo tempo sviluppano 

foglioline d’erba ancelle di 

peperoni, pomodori e pesche -


mentre cammini nelle strade del tuo paese

ti aspetti di vedere nei giardini che costeggi

i segreti che animano le case di gioia e pena

che chi ci vive rinserra nei frigo temperati 



6 -“ E' un dono che possiedo, semplice, semplice: un folle spirito stravagante, pieno di forme, immagini, figure, oggetti, idee, concetti, apprensioni, movimenti, rivolgimenti, generati nel ventricolo della memoria, nutriti nel grembo della pia mater e partoriti nella maturità dell'occasione.” Oloferne maestro di scuola. Pene d'amor perdute. william shakespeare








7 - non posso che esser grato a google 

che pubblica le mie pagine 

affinchè chiunque abbia modo di leggerle

come non posso che essere grato a mia moglie 

per essere con lei rinato trentenne a novella stagione

che si dice prometta di riconoscere con un 

colpo d’occhio la giusta misura delle cose utili 

e necessarie compresi i  segreti desideri 

leciti solo se a portata di mano


solo a pochi è concessa la segreta  

perchè suprema verità 

contenuta nei misteriosi libri sacri


quando non si beve più avendo ormai 

buttato via anche il  chiodo

 a cui si  appendeva  il bicchiere

sull’alta scala senza balaustra 

- su quel che vivo ora rifletto - su quel che uno  è,

l’essere  uno dei tanti  insignificanti  esseri qualsiasi- 

a dir la verità non so come sono arrivato fin qua

se non fosse stato per l’amore di una madre 

e della sua figlia maggiore 

a lei quasi coetanea 

che la sosteneva nella tribolazione 

del tempo in cui si viveva

in rigogliosi campi di malva e asfodeli

che infondevano nelle mie  pie donne 

la fede nello spirito santo che concepì

l’unigenito figliol di dio



non c’è ora del giorno e della notte 

che non si possa andare a cavallo 

di una canna del Cedrino mansueta 

e fedele al devoto fantino

senza carruba e artiere


 

Con la fede in apollo e atena  cadmo 

seminò i denti del drago e alle calende di primavera

spuntarono dalla terra come lombrichi 

non come bimbi  che si affacciano 

nelle labbra del ventre materno

per amor degli Dei olimpici e celesti

i combattenti  angelici per fondare Tebe 


i cardinali son per la chiesa

un po come gli apostoli 

erano per il cristo nazareno


con la sola fede ci si convince 

che lo scorpione solleva il macigno 

che lo copre nel letargo 




Madalena Tadeu e MallenaPaddheu 

 ki su coro Manti Donau credono in dio

 e nella resurrezione della carne




il  tempo scorre via ma solo per noi 

la terra gira ma è sempre in se stessa

come il sole che scompare e la luna 

che cresce o si dimezza

noi mutiamo ogni momento per cui non

 siamo  mai come eravamo né come saremo

in ogni momento veniamo alla vita

e in ogni momento l’abbandoniamo

come chi va di fretta al bar beve, piscia e scappa



Boborischina

a Irillai le più minute formichine le chiamiamo Luzana



- quello che più conviene a ciascuno

 è quello che gli è più proprio- : montaigne



- con te sto bene - perciò mi piace starti vicino -

poichè mi pare di migliorare  i miei costumi

ovvero  rende più chiara la mia condotta quotidiana

poichè solo ora capisco 

- caramia - che non è facile averti



a sor prides de Irillai cada cristianu ‘e biddha 

li nat’a su chi juket in coro

finas si non lu nata a sa zustissia

ki  tottu cossolata  ki’n’annos  de galera




publico questo blog perchè malmenato dalla polmonite

che ha interrotto la produzione  dei libretti che facevo per 

darli in giro  impaginati  e incollati tra i  compaesani  d’Irillai



o colui che compensa le negligenze del mondo

 ha unito le coppie e il regno

 ha fatto grande la Bretagna con la penna 

e a fatto splendere di poesia 

l'opaca corona dei sovrani della terra



                                                               Leone 7 novembre 1910    




fuori l’inganno degli infami sempre affamati 

dalle dimore del popolo

e dentro gli onesti sazi con poco cibo

 e moderati con le parole 

ma sempre lieti e in buona salute

come gli asinelli a primavera




- Voglio augurare a ogni Signor Dottore Capo Commissione

 rinnovo patenti di  essere invaso dalla polio 

per almeno metà degli anni di cui prega di  vivere 

e di non  aver la patente come me per merito  suo.

Che questo augurio  si volatilizzi nel cosmo fino al compimento,

 nell'attesa Lei vada in malora e se ne stia male fin da ora!

se non peggio agganciando una polmonite -



- L’inumano ci  è compagno su ogni via che percorriamo -




A Irillai si racconta che spesso i beoni

fanno circolare  la favola di  tziu Perreddu

che visse più di cent’anni superati 

i quali diede la sua famosa vigna 

al vignaiolo che doveva fornirgli 

il vino quotidiano fino a che schiantasse 

nel sonno dei giusti che passano il corpo oltre la siepe dell’eden

senza paura della sofferenza

che si dice accompagni la morte con certi lucertoloni 

che portano  via le nostre carcasse scortate da rospi e corvi

Così beveva fino ad addormentarsi e al risveglio mangiava 

una scodella di caffelatte con pane carasau

che  con due o tre ruttini digeriva facendo due o tre giri 

di campo ruttando come l’asinello 

quando solleva la coda scaccia mosche

attorno alla sua casa per  alleggerirsi oltre la 

vecchia siepe dove copriva le feci con la zappa 

come gli antenati con zolle  perfette 

non  mancando della  provetta maestria del 

centenario che ha deciso di andar via in pace 

col mondo lasciandolo come lo ha trovato

sommergendo il caffelatte col vino

col quale scommettono che dorma 

ancora come loro vivi di  non ricordare

 i sogni e a mala pena  si riconoscono in loro




se dalla coda si riconosce la volpe

e dall’occhio del falco che resiste al sole 

dall'orecchio destro  hai la prova dell’onestà umana 

e dal sinistro della sua infamia mondana



- è sempre eccellente il momento in cui ti rendi conto

di star sbagliando in quel che vai operando-



- ma come si fa a vivere credendo che il lavoro sia la punizione 

per aver peccato disobbedendo alla santa alleanza  del trono con l’altare- 



date onori e meriti agli infami

che  degli onesti virtuosi 

son già gli elisi



Nostra signora  ‘e Gonare  

bezza kei sa kessa

Jumpat su mare ki su sale

 pro sa merca



- ogni nuovo nato che viene alla luce del mondo 

ha precipuo lo scopo di vivere degnamente 

tra i molti che trova perchè l’han preceduto -



- il divino è ciò che non ci riguarda 

poichè siamo mortali e io 

 ho già sufficienti difficoltà 

a capir le nostre piccole ma pie vicende

 intrise di gravi e ben più empie faccende -  



quel che il delfino fa nel mare 

e il gabbiano nell’aria

è come quel che è 

l’essere al mondo del carrabusu

che fa sempre da quando nasce:

gioca per vivere: è maestro di circonvoluzioni 

con la palla dietro le siepi di lentischio

promette l’immenso  che arrotola 

 col suo fare eterno

 come la schiuma del mare

 come l’erba dalla zolla

insomma il carrabuso che rotola il mondo 

con la gravitazione universale

dove ogni essere vivo usa defecare

 anche se la bulimia perseguita il popolo

che versa la decima all’erario religioso

per pagare il signore iddio di quel che ci da

aria, acqua e luce giorno dopo giorno




- ( Il  fato beffardo beffato dalla sorte malfida 

rivista dalla commissione medico legale dell’ASL 

-(la Commissione sa bene che ci vuole un nuovo anno 

per certificare se è diabetico il poliomielitico che a 80 anni rinnova la patente)-

sarebbe come una  innocente  beffa

intestare una commedia  alla  domanda rivolta al poliomielitico -

dalla Commissione composta 

da esperti scolari deI divino ippocrate 

 se è iscritto alla lista degli invalidi civili permanenti 

perchè vedi mai se è anche diabetico 

e beve senza giusta misura chiaretto di Marreri 

come usano i barbaricini identitari col bruskete -

per la correttezza formale con cui la Commissione ML ha applicato 

le norme procedurali con le quali vive la legge

la patente scaduta e per la  mancanza 

della certificazione sanitaria senza la quale

il titolare della patente non può usare l’auto 

per  recarsi al mercato di Carloforte e acquistare  

pomodori. tonni e pesche di stagione 

 e per tale faccenda 

deve incaricare altre personalità del consorzio umano e civile -

dunque il titolare della patente è un disabile

che  la detiene da 50 anni 

ora la Commissione dell’ufficio ML

la rinnova con un certificato del Diabetologo che garantisce che 

l’ottantenne  con o senza diabete mellito può guidare la vettura

e nel frattempo il disabile incarica altri che comprino le pesche

necessarie al corpo - ma per le faccende dell’animo è impedito

quindi i suoi affetti non han corso di attuazione

sarebbe una buona legge universale  se provenisse dal 

capocollo della Commissione ML che con  ordini e certificati

  dirige la baracca come il duce del nonno

 per  deresponsabilizzarsi  col mondo -


- stia attenta la tanto impavida Commissione di ML

che alla fine l’adoperare tanto rigore non si accanisca 

in  un ottantenne

che resiste alla post-polio per vivere dignitosamen





- potrebbe essere un più  piacevole dovere 

per chi legge conoscere  la pars pro toto -


  • ovvero, conoscere:



- il lamento coperto dal pianto 

che nasconde il dolore  latitante -




- per cui il mondo è il luogo in cui 

ci rendiamo conto di quel che siamo -


                                                                                                                                                          - facciamo perciò -


- la scuola come un vivaio di piante da frutto 

se si vuol fare giardini  felici delle città del mondo

dove chiunque possa cogliere ciò che gradisce

e così fertilizzare a piacere le aiuole sotto casa

con lo spuntar spontaneo di peperoni, pomidoro 

ravanelli e fior di pesco da affogare nel vino 

le sofferenze umane in pena nel cuore dell’animo-


- salude a  mariu e a caralu 

ki deus  bo sarbet 

dae faker male e pessare peius

ca nanki jukies’ idea de irrikire

ki su corju e sas colobras candho 

in tribulas s’ispozan’ de sa pedde 

sicca e bragan ki  sa noba frisca ke

 rosa ‘e nostra sennora ‘e mesagustu

garriga de lallanos d’oro 

e prediskeddhasa intintasa 

de beranu birde e granos  ke 

tridicu muriscu  mannos che ocros 

de bacca linghendhe bitellos -



- a Irillai c’è chi racconta  di tziu Perreddhu 

che il mattino del giorno in cui morì

seduto accanto alla porta di casa 

vide la sua ombra uscirsene da lui 

e per quanto potè la seguì

per incamminarsi nella carrera 

che  finisce davanti al cimitero

e scomparire oltre  il cancello di ferro

dell’aldilà dove i poveri beati che nei

piani alti applaudono i commensali

serviti da millenarie madonne celestiali

cantando e pregando più degli angeli 

castrati come manzi, capponi e lumaconi -



mannaggia al mondo del globo 

che non si può dividere

 in fette uguali come un cocomero




- che prete è chi se ne infischia 

del  timor di Dio e del dolore del mondo -


- Con che animo dare un’offerta ai bisognosi 

quando quei denari passano tra le grinfie

di certe arpie dopo la decima del grano da macinare

ai cardinali con la B che li usano per arredare 

500 metri q. d’abitazione e comprare palazzi

 accanto alla torre di Londra invece 

che far pozzi nel Corno d’Africa

dove si muore di sete e di fame

più che non di cancro e diabete -




- ogni nostro senso è una zolla di materiale universale 

che ci fornisce la possibilità di capire

 il come e il perché dell’esistenza organica

nell’immensità del mondo  per puro caso 

come la paura di trovarmi in fallo alla guida dell’auto 

che per anni accompagnava i miei percorsi stradali 

che inibendo la patente mi avrebbero limitato  


- per via delle scadenze temporali - la patente mi è scaduta

e la  legittima commissione  dei sanitari  preposti che prima  

saltuariamente  esigeva pep0ynl accurate delle mie condizioni fisiche 

constatando la sola evidenza della poliomielite  

che anche i ciechi  e gobbi  sobri vedono

ora  vigono regole più severe di accertamento della salute 

per kkk tj kim serie sanitarie locali e nazionali

richiedono dozzine di mesi per certificarle 

e in mancanza delle stesse non mi rinnovano la patente 

che temevo di perdere e con essa la pura libertà di movimento

dato che non sono un quadrupede e non ho mai avuto

 le gambe salde e agili come un postino capofamiglia -



la malasorte è come pensare a qualcuno che ti fa uno sgambetto

o a qualche dispetto ordito di traverso nel tuo essere del mondo 




- sono 80anni che parlo sardo  come in famiglia

e 70anni che scrivo quando è necessario

 in italiano il mio nome


conosco appena l’alfabeto e la tavola pitagorica

con  qualche ombra di tremula grammatica

vago come posso con quel po che ricordo

 degli infausti anni mai lieti delle elementari

mi sono sfuggiti gli accenti di una corretta ortografia

come a dire che l’acqua è cattiva ma non nel senso 

di malvagia per conto terzi, 

 ma sporca o salmastra o stagnante



Dopo i primi quindici anni di vita col fardello della poliomielite 

scopro la scienza medica  che mi permette di camminare

col piede saldo allo stinco e non più ciondoloni dalla gamba -




- il piffero di mingroi era il nasone d’un preticello 

scampato dal seminario 

perchè senza posa dalle narici 

colava denso quel  moccio verde menta 

inarrestabile come come le colate

 incandescenti dell’etna eterna che lui 

con la punta della lingua deviava 

bramoso e insaziabile 

agli angoli della bocca ciucciando 

con destrezza come un chupa chups

da  sfegatati questurini dei  leader in carica -



Cesare Beccaria:

- la massima felicità divisa nel maggior numero -




- temo che anche la mia musa sia sgraziata- 

come me cresciuto sgarbato 

con  un grossolano eloquio

e incapace di proferir verbo sottovoce 



la roncola d’Irillai con la quale un giovane contadino 

appena rientrato a casa alla fine della grande guerra 

si innamorò di una ragazza per la cui famiglia

 aveva innestato una mezza dozzina d’alberelli 

da frutta e non volle una lira per quella passioncella 

che ardeva il cuore ma quando dichiarò il suo amore 

non fu accettato  con la sua roncola disfece  quel

che aveva fatto



- ora trovo lugubre il  monotono ronzio delle vespe

che fanno il verso alle dolci modulazioni delle cugine api

lo sento  orrido come l’incendio estivo

sulla stridula siccità che impera in sardegna -



Il certificato di invalidità civile me lo porto appresso da settant’ott’anni

e costituisce la zavorra  che mi tiene in equilibrio. 

E mi ci gioco una palla che lei  non sa nemmeno 

riscrivere con i suoi modi più presunti che concreti 

se non stolti  e dissimulati come verosimili 



per il poco che mi concerne

Son prima volterriano che aristofanesco 

e poi con lui  Lucianesco 

per tifare poi  l’immenso Carletto 

e il sublime Erasmiuccio che 

consentono la navigazione nella laguna 

cosmo idolatra così voluta  dalla natura

che ci  canzona mescolandoci  il miele 

col fiele con cui imbrattiamo i sentieri 

che sopportano la nostra presenza

come non capiamo nel matrimonio 

chi ci mette il miele e chi lo addobba col fiele



- noi,  comuni  cittadini repubblicani, 

viviamo col timore di essere governati 

da personalità  peggiori di noi -


se i ricchi  sono gli immortali

mortali sono i poveri

dov’è la parentela tra gli uni e gli altri?

che vivono in monarchia  gli uni 

che di nulla bisognano

e mortali sono i repubblicani

che di tutto mancano 

se privi della libertà come gli schiavi 

che possono solo suicidarsi


- dove la carne si corrompe nella terra

lo spirito è di già evaporato nell’aria -


- è vero che la carne sorregge lo spirito 

come è vero che lo spirito conduce la carne -


- se eterna è la memoria col ricordo

anche la polpa della materia lo è -


- il Fato è l’ineluttabilità del dover vivere 

fino all’ora ineluttabile  del fatto finale 

col dover morire -


- è nel consorzio umano  che fioriscono 

i buoni costumi e le malvagie usanze -


- rivivano quindi i santi 

che ci difendono dai vizi malvagi -



così beati sono i ricchi sfondati 

che nella marsala intingono 

i  biscotti di  fior di farina, latte e miele

dopo aver cibato  midollo di manzo con pane

 ciucciano malvasia per tirar su

 la panza piena come quella del gran principe 

 che sempre vien da oriente




come il contadino che sfotteva l’ortolano 

che chiamava angurie le mogli del cocomero 

marito maschio dell'ingiuria



- mi pare  un pò  esagerata l’dea  

che nel gran cielo noi si sia gli unici abitanti 

per la sola,  unica e provvidenziale grazia di Dio:

come l’illusione infantile che il proprio padre 

di famiglia sia il migliore del quartiere -



ja lu juket su billellere, quando uno  farnetica

ovvero stravolge la realtà immediata 

come punto dall’estro di eros

che rende libidinosi i folli d’amore 

masticando allucinati boli d’elleboro



- sulla morte sempre misteriosa -

L’opinione occupa la trincea che  divide e  tutela 

ogni singolare  esperienza della coscienza 

che formula l’opinione a quanto dicono coloro 

che assistono i moribondi 

da loro assistiti   che vedono 

e dialogano con la morte man mano 

che si approssima al  loro capezzale

che  fa misterioso e atroce  quel mestiere 

dell’accabadore  che interrompe  

sto irripetibile e sublime dialogo

tra vita divina e l’eterna morte umana



Non credo che viva in paese 

un vecchio che sopporti l'età 

senza baloccarsi con le proprie 

ferramenta vitali

che gli fan rivivere 

le celestiali bravate giovanili 

feconde di spontanee delizie



ma che noi si sia di quelli che a irillai

spianano la fronte come l’orto 

che aspetta il seme quando chiedono soldi 

e la corrugano  quando i denari li danno 

 aggrottando le sopracciglia  



i compaesani vagano nel mondo 

come assaggiatori del vino 

che se non li uccide subito 

possono berlo anche i poppanti 

e gli anziani sdentati 

del contone Ballaloi


quando il paesano ha capito 

di poter pensare per capire 

che in lui c’era un’anima 

che non mostrava

di prostrarsi a lui


cicero- proverbio:

quando non sei più

ciò che sei stata

non c'è più motivo 

per voler vivere.

Ohh Ora mi sento sempre  debole

e si offeso  ma alla pari con gli altri 

che prima mi rinfacciavano  la mancanza

ora sento una volontà di gioire inaudita  



domenica7luglio sempre elegante

cristian degli asinelli al cancello

borsetta sul granito con la chiave di casa 

ziu Loru e Compare Cocco

e Cordeddhu - a sventura terza sorella

causa della sempre prematura morte che precede gli avvenimenti 

che intrecciano la sua coda nella sorte maligna 

per la fattura d’amore deposta col malocchio dell’invidia

per il cui rancore viscerale il bel fratello sposa la tundhona

col germano pentito e manesco sul linguacciuto

la borsetta all’ombra - abbraccio sudaticcio e bacio  a culo di gallina

e freno con rimando al meriggio

fiera del giorno libero e mostra degli asinelli

- mangiare da grillo, filindeu al rifugio -

autonomia virtuosa sotto il palmizio - e identità di saper vivere 

orgoglio degli avi e tradizione da conservare

primo della schiera, a seguire Basolu e Cicero

- ziu jubanne coniugato e forse becco per la coda della prole

 così diversa da chi l’ha preceduta -

 insomma - una signora posapiano con famiglia 

teme la critica  e si sente osservata

spia la via - sorveglia la piazza - convinta di non esser vista

recita- non sfasata - ricorda si - ma non dimentica di esser sola

chiesa, cimitero e quartiere e solitudine col cane da guardia


-

-sineddoche la parte per il tutto-

-   


io Ti penso 

tu Dimenticami

Non posso 

Voglilo

Ho paura di sciogliermi come neve a primavera 

Fatti di ghiaccio allora 

sii Gelido come il fondo dell' universo 

Dove il cuore dell' amore smette di battere 

Baciami allora 

E  non lasciare che la lingua inaridisca 

in fondo alla gola del deserto celeste

dove gorgoglia la coratella della vita

dal barbiere: - si ricordi che il collo è mio 

e lei non è il  boia del re -

pratico - esperto di gioia - ghigliottinesca

se i gracchi sono i principi delle pernacchie

le cornacchie scorreggione sono le ancelle  regine

degli alti cieli solari e solitari agli antipodi 

delle braci defecate dalle streghe infernali



un:-Vai marji!! 24, 06, 2024



  • giacomo e noemi

  •  fausto vi sia questo santo giorno 

 cogliendovi colmi di gioia come  augurio 

di felice armonia coniugale,e di dolce salute, 

di sereno giudizio e soave letizia  

vivete quindi felici come gli auspici 

d’oggidì fanno presagire. 


(può andare come biglietto d’auguri per gli sposi! o no?)


sento il cuoricino come imbarcato 

dentro un guscio di noce

 in balia di una burrasca sul Tirreno.


con un solo boh! pone termine al diverbio


- penso e dico frottole -: in  libera e onesta salute 



si racconta di un sagrestano fedelissimo dei santi del centro sardegna

devotamente li pregasse di  infondergli  il coraggio 

di morire senza farsela addosso

così una mattina lo trovarono comodo nel cesso 

 col sorriso di chi muore senza mutande

leggero come una nuvola dopo aver rovesciato l’anima 

sul tavolato geometrico di ravanelli e lattughe 

scaturito dalla mente e dalle mani del terreno ortolano 


Cesare Beccaria:

 “la massima felicità divisa nel maggior numero dei vivi mortali”



mort’è su re!

ghetta su murguè!



su carradore ‘è dommo è la formica che porta il guadagno in casa

per dire del padre laborioso che fatica per la famiglia

o del figlio ubriaco che rientra a casa 

con una finestra in spalla trovata nel cancello di un’abitazione vuota 

o del ladro che afferra qualcosa d’altri dovunque passi

per non rientrare  al nido col sacco vuoto



sono nato quando tutte le divinità l’han concesso

- ma dieci mesi dopo la natura - ha esploso la polio

nel mio mondo- ma la solidale scienza  umana 

mi ha portato - al sessantasettesimo anno 

per farmi sentire nuovamente la sovranità 

                                  della natura che voleva espellermi 

                                     dal suo consesso con la polmonite

ma la scienza medica mi rimesso in sesto e vivo ancora




- di grandi  e piccole personalità si dice 

che fin da piccoli avevano nitido 

nell’animo il preciso scopo da imprimere

alla propria vita  crescendo ben decisi 

a scegliere le circostanze più vantaggiose

  e adattando a modo loro le occasioni 

maggiormente convenienti aggirando 

rischi di lavoro onesto da privato 

o pubbliche malversazioni a due mani

quasi come dire di uno nato 

col chiodo fisso di appendere quadri più belli

nei muri di casa che mutano forma 

e sostanza dalla mattina alla sera



w la libertà! 

- la repubblica e la democrazia -

e viva sempre  la giustizia sociale.

- e abbasso il patto scellerato tra trono e altare -



alle nottole, gufi e civette del mediterraneo

sia affidata la diffusione delle future liete novelle

sulla vita eterna e sull’amore universale 

per la luce solare e l’ossigeno siderale



giorno dopo giorno, anno dopo anno 

bevendo l’eterno vin sempre novello 

che scalda il sangue cominciando 

dall’alluce su su fino alla punta del

 naso che si arrossa prima che il gelo

renda livide le orecchie già frastornate

dalle fandonie teologiche che pungolano

gli umili a faticare per poi godere 

nel regno dei cieli dell’aldilà da venire

la natura muta le sue faccende 

strada facendo aggiustando il carico 

per provarne altre con differenti risultati  

e adottare le migliorie benigne ai mortali che

 invecchiando diventano sempre più irrequieti



tanto è rara la buona occasione 

concessa dalla sorte intangibile

quanto è comune il rimpianto 

per non averla abbrancata al volo

con lo sgambetto fatto all’occasione femmina

anche con l’alea che ti  potesse far cadere

o (rischio col maschile momento o attimo)

i giorni scambiano con le notti la luce e il buio 

che hanno in dote per migliorare noi come umani

quindi

equilibrio  in ogni circostanza

il momento, l’attimo, opportuno mi è parso - il 19. 06.

dopo l’ultima visita nel silenzio dello stabile vuoto

sotto l’enorme cielo

l’inverno ha le case chiuse come il cielo coperto

l’estate si apre alla luce che propaga il silenzio

mi sembrava giusto il momento 

da cogliere in pace e dare un segno 

per una sì delicata e possibile faccenda 

per il più piacevole degli affari 

che gli esseri organici gradiscono

facile com’è da attuare  e di  grandissimo valore 

 per viverci meglio col calore che sfugge a chi

chi  l’occasione  per cui si accompagna al rimpianto



ogni scritto può contenere un fine recondito 

altrimenti detto secondo fine

o  fine di riserva



Clerc, chierico, come tra noi Quirico Chirico o kiricheddhu-

-da ciò:

Gesù ultimo divino portento dell' agire celestiale dei padri olimpici 



per valutare un’esistenza è necessario conoscerne la fine

e assistere al piagnisteo di un potente 

perché abbandona i suoi possedimenti 

mentre un povero miserabile se la ride 

perchè si trasferisce nel regno dei cieli 

riservato ai beati nullatenenti




Mammamia quanto sarebbe bello 

cominciare col non fare quel 

che si vorrebbe 

che nemmeno gli altri facessero.



l’essere sensibile e intelligente non è pigro 

perchè se lo fosse 

non si  sarebbe ritirato 

 nel poco comodo wc oltre la siepe della decenza



Ai potenti altolocati  x virtù e capaci di adorare un sasso 

gli dei concedono ogni possibile e credibile  

desiderio che per i miseri e i disabili 

la divina provvidenza trova illeciti

e alleva bianche  colombe oltremodo ignoranti nelle 

mondane faccende adulterine e candidi piccioni 

per comunicare le volontà del  cielo alla terra 

e ingravidare vergini  purissime 

con flebili colpi d’ala lievi al fior di farina


da sola seduta sul comodo la persona libera 

è la  sola in pace con se stessa

più che non a tavola dove capita 

che finito il vino 

sia avvinta dalla malinconia

delle beghe come piaghe putride

del quieto vivere dove il nulla

 è senza inizio è il tutto non avrà mai fine



bih a prededdhu minore ki che ruttu dae su lakedhu

candho su babbu  imbriacu ruttu  keste dae s’iscanneddhu


Come il gagliardo eroe…

canta il gallo battendosi l’ali 

al petto gonfio prima e 

dopo aver vinto lo scontro amoroso

…che salta sulla panza del nemico abbattuto



vivo come posso a seconda dei passi con cui cammino

e rifletto con le favole con cui son venuto dall’infanzia

e mi soffermo sul vecchio gioco a rimpiattino su cui

si dilettavano i vecchi creatori di divinità creatrici di

fantastici mondi sfuggiti all’energia  naturale per 

offuscare l’evidenza solare usando il parasole




all’ombra dell’intelligente monolito assolato di odissea  2001 

in un  limite di foresta africana senza recinti

nella savana dove scorre un fiume tra radi alberi 

e gruppi di scimmie che vi giocano e bagnandosi  

e scoprono il calore amoroso del  loro corpo vivo e vibrante abbracciandosi 

come bambini con la suadente voce della bella Diotima di M. Ferreri

che saluta un gorilla con un: 

- Salve, o cinedo morbido e molle come un coniglio in gabbia

il monolito con cui gli scimmioni scoprono l’intelligenza erotica e la violenza del mondo.




arte è dare forma alle immagini concepite nella mente

e non solo imitare le apparenze delle cose naturali

o manipolare il già visto e conosciuto da vicino


stato sensibile dell’animo umano 

pensare e senso dell'amore, 

moti della natura fisica  e spirituale:

in ogni paese c’è sempre qualcuno 

che si rosicchia le unghie 

sempre molli come il torrone di Tonara


  • 25 giugno2024.

malinconica se non triste faccenda 

la giornata col cantiere chiuso.

menomale che la mia officina 

ha sempre qualche suo ordine da esaudire.

perciò ringrazio i celesti sovrani che tutto possono. 

dormano pure d’ora in poi come i divini olimpici.



- la lieta novella dell' eterno amore -

una lenticchia prodigiosa 

mi è caduta dal cielo 

per farmi innamorare 

ora mi manca una nocciola 

della bisaccia di san francesco 

per nominarmi priore della sua novena




Nico ci penso 

E di frequente scrivo -

Rispondimi quel che ti frulla in capo

Almeno di tanto in tanto

O vuoi che non scriva più ?

- Faccenda D’Irillai è il Dirmelo!



di una lenticchia si tratta

che ha fatto sfiatare la pressione della pentola sul fuoco

al centro del campo di calcio  di uno stadio affollato di fedeli tifosi

più di piazza san pietro quando predica il principe dei teologi

 sulla pace religiosa delle varie confessioni che agitano la terra

per la lenticchia caduta dal cielo


 

Irillai è il luogo -

Quasi tutti noi d’Irillai definiamo cielo

la volta celeste che sta sopra di noi 

senza dire ciò che ci sta sotto 

che non vediamo sottostante oltre l'orizzonte.

Dal Cantone d’Irillai e dae su cuzone 

mi sovvengono gli argomenti della 

Cussorgia di Ohiai Benimindhe!

madrina di sa maria è lodè!




gli organismi viventi plasmano se stessi  

solo se la natura li dota 

delle ferramenta necessarie 

alla felice riuscita dello scopo 

  • mi pare sempre un successo 

veder scritto il senso dei miei pensieri -

perciò li metto nero su bianco 

era vecchia l’usanza  del  fondato timore 

che dominava le umili famiglie  del mondo 

nel concedere la bella figlia  al  salto di qualità della razza  

col possidente   socio blasonato del prete e del podestà  militare di turno 

che ne garantivano  la parola  nel misero paese 

fino  a che la  bella giovane non ritornava  dai suoi scornata e gravida  

rovesciando in strada  la vergogna  della casa per cui i compaesani 

ridevano della povera figliola  convinta di  potersi mobilitare  

nell’agiatezza  proverbiale  della stirpe  dei  pre-potenti di sempre 

che han cominciato a decadere  quando il primo dei loro antenati  

è caduto dalla sedia ubriaco sconcio malfermo sulle chiappe

dopo aver mangiato quel che ha potuto e bevuto  tanto 

ma sempre meno  di quanto  avrebbe voluto  che però 

avanza agli avidi e ingordi bricconi



l’anima è lo spirito elaborato dal nostro pensare

per cui  quando son sazio vado via dalla tavola

- credo di sapere  quel che posso  fare

senza nemmeno pensarci tanto  nè provarci

non ho proprio nessuna capacità  per competere

in qualcosa con qualcuno

posso forse competere con la malva 

nel  lenire la sofferenza  del cuore offeso 

con l’animo dalle turbolenze amorose

e proteggerlo  da quelle devastanti pene

la nostra anima per come è mite la mia 

quando abbandonerà il corpo  si farà farlalla 

per vivere col profumo dei fiori dei campi


Sofocle:  chiunque  ama parlare 

senza interruzione / 

non si accorge  di risultare

importuno a

tutti coloro che sono presenti.




l’essere umano si convince facilmente  

di ciò che trova comodo immaginare  

quanto ha già visto  

e lo vive quasi come se ne avesse fatto esperienza

  • non solo della carne  che si fa spirito nell’amore

e come l’animo scuote  e domina poi il corpo -

certo è che se il cuore smette di pompare 

-(la ragione fatta spirito = a lei il piacere di vivere)- 

 la ragione - avrà il suo bel da fare per continuare 

al corpo rimane la forza d’animo  per soffrire


ma che colpa ho io di  

non aver  mai sentito un cigno cantare 

né di averne mai visto qualcuno morire


altro mondo se non questo 

fin dall’infanzia mi è stato proposto a questo

l’inferno o il paradiso; 

per il purgatorio dovevo crescere  per il dire di dante 


quando si parla  d’amare e lo si dichiara

è d’amore che si parla e non di portar  fiori 

                                                ai morti in cimitero e  dir preci  alle loro anime 

in bilico nel vago purgatorio cosmico - siderale

anticamera dello spazio paradisiaco - antitesi 

infernale dell’eden primordiale

è divertente giocare   con le parole 

in modo  innocuo - innocente 

di due pellegrini ultimi rimasti 

nelle spire  - o pieghe- dell’universo  intelligente



secondo pensiero del primo mattino

 dopo l’ultimo canto del Gallo d’Irillai:

Nasciamo nudi  e moriamo vestiti  e calzati

come pellegrini  stanchi dal viaggio a cui 

Nausica e clitennestra  mettono i piedi a mollo -

per rinfrancare i semidei dalla dilettevole fatica  di aver  vissuto -



considerazione finale:

un vaniloquio è il linguaggio dell’occhio

e del gesto  muto della parola scritta

Con la luce dell’anima  appassionata

se l' orecchio serra il  passo al crepitio

del  carbone che si consuma invano, ma 

malinconico e paziente  resiste l’animo pio

                                         col concorso della fede nell’eterna speranza

 



considerazione iniziale

Son della mia giusta misura

Le vicende  che mi capitano

ma per La mia coscienza

necessitano di un sottile vaglio 

per varcare la soglia del suo singolare  scrigno

dove sono assiepate le individuali faccende umane

che-s-mascherano il viso delle persone dubbiose:


quelli che usano dormire a bocc’aperta

paiono cacciatori  di frodo che son soliti 

prendere in  trappola mosche

moscerini e mosconi che chiosano denti d’oro


devi proprio essere molto offesa

ma credimi

non so proprio  cosa posso aver detto 

e come abbia  potuto farlo 

sii clemente  se ho sbagliato

sii clemente  se non per altro 

almeno per la vicinanza

dato che siamo dirimpettai

sii clemente per il sembiante 

con cui potrei averti offeso  

che certo 

non appartiene in toto al mio costume




La civiltà inizia quando ogni persona riconosce  nell’uomo il proprio simile

la donna  riconosce nel maschio il proprio sodale

e l’uomo accetta nella femmina 

quel che lo completa come  organismo vitale


ho ritrovato lo spirito della salute 

voglio vedere ora -

se ce la faccio a volare sopra un’oasi -

benigna - a un’anima umana- inquieta


- L’interesse personale è la mano invisibile di adam smith -


è  instabile come il tempo climatico 

la sorte che ci accompagna  dall’alba al  tramonto


La necessità  che costringe l’individuo a correre per salvarsi

non può nulla contro  lo zoppo  che non danza  ma rotola  in discesa.


scegli le parole adatte al senso

misura  l’uso delle parole

parole su misura


- tra i due litiganti il terzo si gode la pace -


Simonide [poeta lirico ed elegiaco, VI-V  secolo 

pittura come poesia visiva 

viceversa  la poesia come un dipinto sonoro


l’arte pesca sulle cose belle che la natura produce

sull’onestà morale e  l'etica civile sulla compassione 

che dimora con la pietà che rende umano 

l'animo  del pagano e del   monoteista


bere vino genuino attizza  con i  sorsi iniziali 

i ricordi buoni e pessimi

dissolta la sbornia evapora  il lume nella cantina


dio il re dei re

dio degli eserciti

principe ideale della gerarchia cosmica

signore della provvidenza

con i  propri prodi  e arditi sacerdoti sparsi nei  globi terracquei

-

ma un fiasco di vino pendente dal sarmento

che disseta i sogni  

alimento principe dell’esistenza

è il blasone dei felis braccianti  vignaioli  

di  gravidi grappoli di cannonau 


-

- il piacere dell ego cerca il suo sodale

per essere insieme -nella realtà del mondo comune 

-con il proprio simile necessario- con l’incognito domani

assente  ma vicino - sempre presente ma distante

aspetto costante  dell’esistenza personale

-



- Morì  senza palese 

ragione pur se in sé 

conteneva tanta voglia di vivere- 


Non mi vanno a genio i compagnoni di rebotta 

che l’indomani della baldoria ricordano  l’accaduto 

e dalle malefatte successe  si escludono

come eremiti  rifugiati nel deserto


pensa a come pensar meglio

pensa e scrivi  per riflettere sul fatto

che la sorte è sicuramente signora delle urne: 

cicero,contro Pisone.


a chi dedichiamo  la prima bevuta quotidiana?

alla natura che ci regala la realtà  

che ci muove con l’istinto  figlio dell’aria e della luce

nell’ordine  sacro del giorno con le regole della notte


pollo stracotto e carpaccio l’oscuro 

pasta al sugo di carne di pecora 

che ha dato più di mille litri di latte

nel nutrimento del ghiottone sardo

figlio di semplici pastori 

e onesti contadini amanti della terra

che dissodano la zolla anche di notte

non mancano le nocciole francescane

nel torrone dell’agro tonarese

e i malvagi amano il  carpaccio

e si confondono con i paurosi

che  tengono la linea con yunketa e frutta

                                                 e gli artigiani  maestri di buone maniere

                                                       mescolano uova  e peperoni con cipolle

col vino e  le gallette militari

che le mogli  mangino pure frittelle  a tutte le ore

e nelle ricorrenze  lunari caffelatte e carasau

per cui quelle che sanno leggere e tenere la penna in mano

prima o poi cominciano a far poesie


madre natura dota i miseri di una buona vista 

affinchè possano saziarsi  con gli occhi se 

non possono usare le mani  senza guanti 

per servire cibo alle fauci  che salivano  a bocca  vuota


sempre


                                             - dice sciocchezze chi promette sapienza a tutti -

affinchè anche i poveri possano contemplare le  meraviglie  del creato

vaghi sono i colori che fuggano o rimangano nello spazio isolano

quieto l’animo misterioso  che scuote seni e petti  

dei cristiani  sardi derubati della fantasia

che da sempre alimenta il rispetto dell’autorità in divisa 

che sprizza spontaneo dall’autorevolezza in canottiera

=

sull’igiene salutare

saggezza è lavarsi i piedi sporchi  

e metterli a mollo se son stanchi


Quando l’animo è sereno  tutto il corpo ne gode

dalla punta dei capelli all’unghia dell’alluce -

che fino al terzo anno gli infanti succhiano 

per crescere in grazia di dio -

sorvolando l’ombelico  bussola della coratella


le dame di compagnia delle signore  perbene

avevano il compito  di coprire  le fetecchie

delle nobildonne educate  a contenere le molestie 

intestinali delle amiche che  usavano dire:

                                            la fetenzia della signora era  la mia.


da come vivo capisco chi sono

come l’animo che mi guida 

che quand’è sereno  non è infelice

difficile  è gioire  con l’animo turbato 

in sostanza  siamo come  sensibili 

soprammobili della realtà  imperiale

che ogni tanto ci scuote la polvere di dosso


il debitore  confida in un qualsiasi  pretesto  

per  litigare e  a causa  di ciò

e dirimere così  la contesa  

col creditore  a cui dirà: ora 

leggiti pure il  mio buffo: è tuo


dubito che esista qualcuno che  

non si  riconosca in quel che pensa e fa

tanto da  non distinguere la voglia di bere 

da assetato tra l’aceto e il vino e l’acqua,

come dubito che conoscendosi  

esista qualcuno che lo ammetta: 

dicendo che per lui pari sono.


Nessuno di quelli che vedo e conosco

so dire  se è bianco o nero

però  mi ci gioco la vita  che la 

coratella è  uguale alla mia

e i capelli e le unghie 

gli crescono come a me 


le bisacce di Esopo , per lui ogni individuo

dispone di due bisacce  e  una mostra sul petto le sue virtù

l’altra sulla schiena mostra i suoi vizi a chi lo segue


- la salute  fonda la vita  che si consuma con l’età

e con la malattia il decadimento della stessa -


solo le stirpi divine  hanno la facoltà 

di  occupare il nido dove sono nati

e crescere tanto  in potenza 

da sedere al fianco dei padri  fino a scalzarli


Quel che mi riesce di fare bene ogni giorno

è il proiettare. la mia ombra sulla parete 

della stanza dove dormo, col raggio 

di sole che ci inonda dalla finestra

Per la verità non sono in grado 

di vivere bene se non con me

con ciò che sono  e ho l’auto 

che mi permette di andare dove a piedi  non potrei

così dai passi della mia andatura

                                              l’animo  misura il peso che portano

e non un grammo in più

nemmeno una bisaccia d’aria 

più fina d’una preghiera 

a un’anima beata più che in pena

strano che chi porta la bisaccia sia alla fame

poichè la forma  senza contenuto 

è una pompa vuota

 

  • viva la Salute, unico 

  • e  umile ingrediente 

  • necessario per ben Vivere, 

-w quindi il balsamo della vita. 

-beviamo alla salute dunque-  


le forchette di Tadeu, Paddheu e Madau 

sono storte e oblique come certe poesie

fatte con l’ausilio di san pietro ponzese

aiutante in campo di gesù palestinese

nel perfezionare i cristiani in campo

nelle sponde ponzesi del giordano


Vai a Delfi se vuoi sapere per davvero chi sei

e che pesci potresti pigliare?

:

sappi che inoltre sei detentore del pensiero 

che nasce nel cielo colmo di silenti 

stelle notturne e di giorno con 

la vitale luce solare

  puoi  proporlo al mondo.


ricordati che chi è familiare con la malvagità 

non teme davvero d’essere crudele.


- e Le faccende stabilite  fin dall’inizio del tempo  

stabile e incerto per accadere all’ora data

non aspettano il tuo consenso

sempre invischiato in interminabili e imperiture grane -


La differenza tra il prima della nascita 

e il dopo della morte è nella materia

si nasce dal nulla 

col fugace fuoco dell'amore che subito si spegne

nel dopo morte 

la carne che si era formata per campare

marcisce e solo le ossa resistono nel tempo

dell’anima che ha vissuto col corpo

può rimanere il ricordo in eterno

nella  memoria dei vivi mortali 


I mali del corpo vivono in superficie 

evidenti come la luce del  giorno 

il malessere dell’animo si rintana - nel pozzo della notte fonda 

a fondersi con nottole e pipistrelli


- la gallina bianca allatterà il pulcino 

covato dal gallo e dal cappone -


- mi pare bello e buono aiutare chi è bisognoso -



ecco

l’autore del tempo e della vita

col capo libero e le chiappe occupate

va bene che meglio non si puo


il vecchio signore dei bei tempi andati 

quando si disegnava col compasso e con la squadra, 

si tirava con la lenza e col filo a piombo

, si misurava, si calcolava e si pesava


e dello spazio celeste come il mare

e della macchia mediterranea

sul mare azzurro come il cielo


- Amore non è amare se non mette subbuglio  nell' animo! -


-per quanto grande, eloquente e fedele 

( mai sospettato di tresche veneree)

sia stato in vita - da morto 

una lapide è sufficiente a ricordarlo -


- Per l’indole del mio animo 

le sole gioie bilanciano le pene -



- L’amore è il lievito della libertà 

che solleva il peso della materia

e dà inizio all’indole delle cose 

che si fanno da sé e si 

vedono nel raggio della luce 

farsi e disfarsi nell’ aria solare 

mentre cercano di discernere la ragione 

di aggregarsi per avviare una nuova forma-

- Solo gli sguardi innamorati vedono quel che 

si agita dietro gli occhi che ti guardano

nell’oscuro vortice di ciò che non dorme mai-


la verità che rivela il paragone 

è  la copia  della cosa riflessa 

dallo specchio  tratto dalla pietra


l’a piombo è il peso che tende quel filo invisibile 

che collega il centro del nostro mondo 

al centro dell’universo che contiene tutti i centri

che gravitano attorno al dio dei celesti cieli olimpici



sull’uscio di casa sii prudente

non cavalcare la soglia di casa

quando passi col balsamo salvavita

attento a non scivolare tra dentro e fuori

Cautela come entrare nel porto

badando  di non sbattere perchè

in ogni momento accade l’inatteso 

e ogni occasione gli si adatta 

per chi vuole addestrarsi a pensare da sé

seguendo la prima traccia  che vedi

o quella che ti pare  più consona 

tra le tante che il prodigo  tempo 

dispone ai liberi faccendieri 

tu però  sta sempre attento a non trascinare i piedi

e non calpestare l’opportunità

non molestare nessuno - poichè 

in ognuno  di noi - dorme un cane

alla porta di servizio dove si esibiscono 


le maestranze - sono i garzoni del maestro d’ascia :


walk don't run = camina no corras



askiolu, askiu, nodo del legno difficile da scalfire

e nodo in gola d’ira e rancore 

non facile da inghiottire e digerire


:_:

diotima: la sapiente di Mantinea 

mantenuta  ?  in vita 

dalle cose che sa capire da se

!


Non so dei vegetali che sono radicati al suolo

ma gli esseri organici dotati di moto 

scoprono da soli quel che sono

man mano che crescono alla fine invecchiano 

e capiscono di dover morire per esperienza

come i vivi  che li hanno preceduti morendo 



eterno è l'amore perché

 procrea la continuità 

della vita.

accantoniamo la frase “tutte le cose create”

come se grandi mani avessimo visto farle

e adottiamo “ delle cose esistenti “ di cui  siam certi


la colombina  sodale di pasquale 

o dello spirito santo universale


L’introspezione è il mio forte  

a difesa dell'animo cupo, da imprecazioni

            e  invocazioni, mormorando  bestemmie

maldicenze, malocchio  e maledizioni

intromissioni x dare una mano alla fortuna

di affaristi con maschera lieta di apparente felicità

che s…brigano affari altrui per soggettivo interesse

sofferenza e libidine nel dolore del mondo oggettivo

l’intrattenimento principale del comune mortale

 e farsi beffe di se stesso con liete  illusioni e lievi speranze

vaneggiando accoppiamenti lussuriosi, paradisi ebbri di vino

tramare inganni familiari tessere finte tele paesane

duri a morire più delle superstizioni 


Di certo c’è solo il sole nel cielo

                                     mentre l’intero nostro mondo è incerto 

come noi puri esseri organici 

l’incantesimo può rompersi 

da un momento al seguente


- Il voler bene -

L’amore si propaga nel mondo con i baci in bocca

così chi ama non fa del male mordendo

ne inghiottendo saliva altrui come 

mutuo scambio di umore vuole sapore  mescola d’amore


parrebbe che nella striscia di Gaza 

cert’uni abbian fatto propria la crudeltà delle 

ss naziste e nipponiche in europa e in asia 


Il piacere si presenta in noi  in vari modi

ma nessuno raggiunge l’intensità 

di quando dolore e sofferenza scompaiono


Siamo fratelli  di pietro maso  avido d’eredità 

e  ingordi insaziabili  di beni voluttuari

figli liberi di sempiterne divinità che ci 

ammanniscono del necessario e del superfluo

che salverebbe i bisognosi mortali dall'inedia 

che assilla i lupi famelici e i gracchi vaticani

e  i miseri  soffiatori dei pifferi tratti dalle lunghe 

canne del Cedrino, Dalla promessa 

di una futura ricompensa per l’inutile sacrificio 

della vita onesta da cristiano e non  ribelle animale 



liberiamoci dai pregiudizi

Guardatevi dal credere che il bianco 

inondato dalla luce sia più puro 

del nero della notte buia

perchè non c’è mosca che voli sul fetido sterco

nel fondo  oscuro del tombino fognario



La legalità è il rispetto della legge;

la moralità è il rispetto di me stesso.

Pepp’antoni beve vino e se ne infischia.



la vita è quella cosa che ci può mancare da un momento 

all'altro  e non c’è modo che torni indietro e ricominci da 

capo o riprenda dall’interruzione forzata- accidentale e 

contingente - o spontanea- naturale o voluta

essa è la faccenda più rara che abbiam finora trovato

dalla remota antichità all’attuale modernità

più rara del nettare degli dei e dello sterco dei 

pipistrelli che frequentano gli antri dell’inferno



Ho l’impressione che la mucca lecchi il vitello 

appena nato per proteggerlo dal clima impuro 

del mondo esterno rispetto al fertile 

e prolifico tepore del suo ventre



con la morte termina 

la spontanea esperienza della vita

l’origine delle cose 

non è un punto fermo nel tempo

né nello spazio

il momento attuale è uguale a mille anni fa 

che ci fosse carlo o achille magno



mi sentirei imbarazzato nell’incontrare

 in un sentiero del bosco 

gesù che tiene la mano della madonna 

e apollo che porta sulla schiena dafne

e una famigliola di cinghiali 

che si precipita a bere in un rigagnolo



fa un certo senso vedere i ministri riuniti in consiglio 

tenersi la testa nel decidere le sorti dello stato 

in vista di una sempre più possibile, economia di guerra



la natura non ha morale 

ma ciò che mostra è solo bello

la volontà umana interviene sulla natura 

con l’estetica per farne risaltare la bellezza

col gusto del proprio tempo


         la madrina di  bibendum 

col pungiglione come l’unicorno

o pesce spada per punzecchiare 

i  vecchi dinosauri acquatici




ciascuno è quel che è

uno simula quel che non è 

l’altro dissimula 

A noi che ignoriamo la sardità originaria, 

piacciono i cavalli e le jeep per risvegliare 

la primitiva e regionale volontà di potenza 

(ogni regione sull’asciutto 

crede di essere la più adatta

 a stare al mondo, e chiunque  la elogi 

si è subito tutti pronti alla riconoscenza 

e per la lode avuta, adorare l’arguto giudice) 

e scorrazzare liberi e giulivi 

come soldati vincitori, da un punto 

all'altro dell'isola natia, cattolica e credente 

e non meno felice e cristiana delle altre 

con lingue diverse e passati gloriosi, 

sparse sulla terra sospesa come si deve 

nel cielo: come la più perfetta regola d'arte 

dove riluce la vissuta sardità, la sostanza 

di essere essenzialmente sardi, quindi ribellarsi 

come fiere quando per strada si viene chiamati

 “vivaci sardignoli”, un onta per i ballerini 

di talento del vasto Campidano, un marchio 

per i cavalleggeri professionisti della media

 valle del Tirso e un'infamia per i suonatori 

dilettanti di launeddhas del basso Cedrino





Con la nascita di Predu Pilurzi il mondo 

fu irrimediabilmente altra cosa e ci fu più 

animazione nei vicoli di Irillai che avvinghiano

 la bella Casa del Poeta con cortile retrostante 

come quella del Senatore, e più di uno cantò 

e agli anziani non sfuggì il cambiamento che 

attribuirono all'avvento del nuovo nato che 

prometteva di assumersi la responsabilità 

di quelle azioni che si compiono in stato 

di ebbrezza quando la lucidità manca e la 

ragione evapora e tutto appare in piano 

come quando non c'è più luce in casa 

e padre e figli se le danno credendo l'altro 

un ladruncolo entrato di soppiatto in cucina 

dove gli spiritosi si nutrono di cibo e di sapienza 

e Predu Pilurzi per un periodo fu sapiente

e fu quando si chiedeva:

Chi ha dissipato il timor di Dio?

Che c'entrano i fornai che ogni sera 

di smeraldo mettono il lievito alla farina?

Già, che c'entrano con la fine del timor di dio?

Non sarà l'aver fatto di Dio l'unico amico 

ideale con cui parlare a tu.x.tu?

Il timor di dio è svanito con l'avvento dell'uomo 

capace di azioni eroiche tra i barbari-(vi)-cini, 

che segue le tradizioni aristocratiche di chi lascia 

quel che trova, e di un cuore nobile avuto in eredità 

con i beni di famiglia.

Con la perdita del timor di dio ci ha da vedere 

anche il fidato barbiere del papa.


O no?  


Il timor di dio finisce nel momento in cui il prete 

si investe della autorità di Dio parlando a suo nome.




L'ultimo ad arrivare troverà il mondo sempre nuovo 

e non avrà mai la certezza che il vecchio sia stato 

deturpato dai suoi genitori anche se molte voci 

glielo grideranno in faccia.

L'ultimo che arriva sarà sempre il primo 

della continua e inarrestabile ondata di figli 

e nipoti che occuperanno i posti a sedere 

lasciati dai padri e immancabilmente qualcuno 

- per cavalleria - resterà in piedi


Solo dio può fare a meno del necessario per vivere 

poiché la sua perfezione ha trovato l'ambiente 

adatto alla sua natura divina nel cielo stellato 

senza limiti, dove i viaggiatori dicono di non aver 

mai visto un orlo, né un fossato 

e nemmeno una siepe fiorita.


Fa parte della storia ciò che deve essere 

ricordato e degno di essere raccontato 

con i gesti, a voce e scritto e per immagini 

e infine il tutto affidato al vento e all’acqua 

per farli conoscere al mondo dei maestri di scuola.

“La storia esiste a partire dalle Guerre Persiane 

narrate da Erodoto”, scritta nel Circolo dei liberi bevitori,

 di Zomaria Zigottu di professione bettoliere 

per vocazione che ad ogni bevitore diceva 

in confidenza che nessuno può fare a meno 

del necessario per vivere ogni giorno. 

Come disse il boia a Lillinu Letranka mentre l'impiccava. 

Il mio compito s’è compiuto quà con la fine 

del tuo tempo, concluse Lillo, come lo chiamavano 

la domenica, le belle figlie di Donn'Elène con le 

Rughe Molli che siede alla cassa, nella 

comunità dei libertini puttanieri. Ognuno vende 

di quel che ha, come il bracciante il lavoro delle braccia.

Beato te, rispondevano i bevitori di professione, 

che il rosolio contro la malinconia ce l'hai a disposizione.

Zamè, ti si vede poco in giro; così veniamo noi a trovarti.

Siete una folla, dice Zomaria. 

E non chiamarmi Zameddhu se vuoi far carriera.

L'hai sentito? Oddio, spero e temo.

Non è suo cugino, il figlio di Grostosu 

uscito dalla vita dalla porta di Borbore, 

per un dispiacere, si disse.

Lui il vino lo fa e lo vende; non lo beve.

No. lo compro ai magazzini del mercato.

In cantina

O in farmacia. A carnevale.

Mi mimetizzo nell'ambiente e bevo il vino dove c'è.

Quello sottratto alla vigna non è mai come sembra.

Appare migliore? Lo è! 

Dissimula bontà, ovvero la cela e la rivela al gusto: 

cioè l'antico segreto del vino di Marreri.

Piace, fa felici e ubriaca: 

inebria, perché il vino del signore non ha tempo né età.

Poi ha la meglio sul tempo: 

invecchia ma non muore mai.

Gratis è migliore: 

inebria come uscito da una botte di sentimenti.

Ogni buon vino cambia a tempo e luogo.

Alla vista del mio fegato morirei.

Come amo il mio prossimo, così mi amo un po' di più.

Invecchiando cambia e sa di storia: 

fa ricordare le cose...

Egli fa buona festa se non ci scappa la zuffa e il morto.

Di conversazioni conviviali si tratta, 

dialoghi su temi liberi, 

modi di dire piuttosto che altri,

 tra un bicchierino e un cicchetto, 

in occasione di festa, amenità da circolo di carte,

 bocce e dama, da compari di bevuta 

davanti alla tavola imbandita, 

compagnoni che bevono per distrarsi dal far peggio 

con la lingua di tutti i giorni


come Il mistico cavalca il mondo per andar incontro a dio: 

sa che per quanti spaventosi disastri compia 

la natura della terra, al successivo girar si riassesta 

e si ingravidano le donne, qualcuno nasce nano 

e dice di aver conosciuto tempi migliori, 

qualcun'altro cade dall'asino e si rialza con la gobba 

o con la minchia del somaro per fare giustizia sociale, 

un naso modello diventa un corno come un randello

che annusa i cibi del mondo, ogni tetta 

è da litro abbondante e allatta piccoli e grandi

Non voglio proprio essere uguale 

al primo della classe: ne ho d'avanzo 

d'aver le viscere identiche alle sue.

L'antico gesto, il primo che ho visto fare, 

l'esempio che ha dato inizio al mio mondo, 

ripetendo: posso ripeterlo perché è così

che la vita si specchia in noi che la viviamo, 

succhiandoci fino ai dieci anni 

il pollice delle mani deformi 


Ciascuno ha i suoi educati motivi per fare o no, 

proprio come la scala che serve – nei momenti più felici 

- a salire e scendere


Faccia un passo avanti colui 

che fa quelle cose che non servono. 

Tu, nel gruppo. Si, tu. Dì, perchè le fai? 


Pilurzi era solito dire che ogni santo giorno era il suo genetliaco




diotima: la sapiente di Mantinea 

mantenuta 

che sa  capire le cose da se

diotima. la sapiente di Mantinea 

mantenuta 

che sa  capire le cose da se



Riempio il tempo con i miei sacchi vuoti. 

Perchè non fai qualcosa di utile? 

Per esempio? Forchette. Signore, 

ho settant'anni e non ne ho consumato nemmeno una. 

Poi son tutte uguali e servono solo a mangiare. 

Le forchette durano, sono di ferro. 

Meglio far poesie che son tutte diverse 

come le persone e le foglie cadute 

che il vento porta via.


Per la mia natura democratica non disturbo nessuno, 

non mi intrometto negli affari altrui, 

ma nel mio mobilio chiunque può metterci il naso 

a qualunque ora ovunque mi trovi, 

nel pieno rispetto delle regole sanitarie, 

democratiche e repubblicane


Kikina Pisina si koket' s'obu i sa kisina. 

Con indosso una blusa verde su gonna nera 

che rende più elegante la figura, 

se ne infischia assai di sapere se davvero i tataresi 

sono mangiatori di cavoli senza olive nere. 

Kikina mettici un pizzico di sale. 

Giovane e di buona fattura; 

forse un po' miope ma di bel portamento. 

Preso dalla signora Fanny, sua buona padrona.

Billia Favularju è nato in sua compagnia 

e in sua compagnia ha vissuto con arte e con lui è morto, 

abbia o no avuto a che fare con la disperazione, 

che, come ogni buon cristiano, o pagano, 

in qualche modo ha conosciuto.

Istruisciti, gli andava dicendo la madre; 

guarda e leggi, gli aggiungeva dietro il padre.

 E tagliati qualche fetta di lardo.

Eh no; ora non può esser detto provinciale Billia Favularju, 

uno che andava e veniva sul Tirreno 

carico delle novità del mondo. No.

 E, lo ripeto, non era un marinaio, Billia! No.

Infine spirò col buon senso necessario alla bisogna, 

aggiungo io.


Oddio, dov'è finito il vecchio timor di Dio?

Gli antichi e autentici nuoresi usavano 

fino alla fine del secolo scorso, 

seppellire i morti  proni pancia al suolo per meglio vedere 

e sentire le profondità del terra che li accoglieva. 

La classica postura: adattare le viscere al clistere.

A dir la verità non so quanti nuoresi dell''8oo 

siano andati a piedi o a cavallo o in carrozza 

a veder Cagliari dove si avvicendavano i ricchi stranieri 

arrivati (loro si!) in treno a far compere nei negozi 

di lusso sotto i portici di moda ellenica illuminati 

da non so che lampioni torinesi

e

dove sul grigio selciato tra due pozzanghere 

cresce una rosa e dolce è starsene alla porta 

e ammirare le signore passare seguite dalle serve 

con la borsa della spesa piene del mondo riempite 

alla porta della marina dove spuntavano 

i magazzini del sole Rinascente


La legge del mercato non è solo indifferente a lusso 

e miseria, ma se ne infischia del prodotto: 

apra gli occhi l'acquirente, come pare dicessero a Sparta.

Chi perde i suoi beni a carte è un minchione immorale 

come me moralista che non gioca 

per paura di perdere quel che ha avuto

.

Il lavoratore che tribola tutto l'anno e il giorno di natale 

si veste da lusso come un monsignore con i sandali,

 è segno che aspira al cielo e al suo nettare: 

l'intelligenza, non  alla stupidità del montone…


Lo chaffeur al suo posto di guida sembra voler dire: 

non potevo esserci che io, qui a guidare: il migliore.


La vita costringe al lavoro: 

se non io qualcun altro lo fa per me.


Ognuno nascerà col suo compito, 

sembra abbia detto Iddio ai figli di Adamo 

(primo sposo modellato col soffio dell'intelligenza 

e brillante marito di un'ardente moglie educata 

al rispetto del padre, ad amare lo sposo e 

ad allattare i figli che verranno) che si bagnavano 

a Gonone fuori stagione. In attesa della 

Buona Novella. Quella del Bue Marino.


La giustizia è necessaria al lavoro: 

a giusto lavoro, giusta paga. È chiaro, no? 

E anche alle spie sia dato il dovuto.

e non fichi secchi senza cicuta.


Chi paga gli operai ha già messo da parte il suo tornaconto.


Chi ha il salario non mancherà del sale, 

del pane e del companatico adatto alla vita. 

Con ciò potrà anche fare a meno del berretto.


I lavoratori uniti come mezzo e concordi 

per il fine hanno conquistato i miglioramenti 

necessari a viver meglio e spillare il vino 

dalla botte, con asili, scuole, ospedali, trasporti e pensioni. 

Col pensiero di non perdere il possibile ospizio terminale.


Le rivoluzioni – o sconvolgimento 

di poteri defunti dall'ingiustizia, 

quando ci scappa il morto in strada -

 hanno finora creato l'apparato per così dire:

 abolire lo sfruttamento ed emancipare le donne 

a mostrar le membra nude, abolire l'anarchia 

e dare il suffragio universale, fino a suicidare 

la libertà di cambiar padrone, insieme alla 

catastrofe politica con l'abolizione dei partiti

 e delle elezioni con il partito solo al comando.


Nessuna Rivoluzione avrà successo duraturo 

se l'ultimo spiantato innocente e ragionevole, 

non sarà liberato dal bisogno del denaro che si 

trova nelle mani di chi lo muove per il proprio interesse.

Colui che ha un gancio alla gola 

se la fa sotto senza muoversi, 

come uno scricciolo tra le grinfie der gato.

L'interesse ci guida sulla via del denaro 

senza il quale non si è liberi, si fa la fame 

e manca il vino nella damigiana.

Lotta tra chi ha e chi non ha: 

chi ha non disdegna il lusso.

chi non ha cura la versailles olimpica tinta di celeste

La distrazione e il divertimento sono adatti a chi sta bene.

La cotenna del lardo a chi sta male. 

Le setole alla cattiva condotta.


Nella Repubblica c'è chi mette a disposizione le idee, c'è chi dispone del denaro, altri che sanno lavorare perbene e a tutti, repubblicani e totalitari, monarchici e democratici, serve il prodotto del lavoro in comune, d'artigiani e industriali, pastori e contadini, dottori e attori, turisti e secondini, pizzaioli e vignaioli


Con l'inflazione cede valore il denaro e le merci invendute fanno altrettanto


Non mi va di rovistare nei diari perchè mi pare di ritrovare le mie bugie in casa d'altri


Da ragazzo mi confessavo come gli altri e per non aver che dire dicevo una verità per bugia. Siamo stati nell'orto a mangiar fichi e all'arrivo del padrone gli altri scappavano come fanno i ladruncoli, quello prendeva me che non correvo e mi picchiava per tutti. Ha fatto bene, diceva il prete, te lo sei meritato. Perciò non mi son simpatici i preti.


Chi è capace di elaborare un progetto sa di quali forze ha bisogno.

L'unità delle forze del lavoro per essere autonome devono saper cosa fare, devono avere un'idea da attuare.

L'idea ha bisogno del progetto e il progetto necessita del denaro per la sua attuazione, e l'attuazione richiede solo energia naturale e artificiale.


Chi comanda attua sempre la migliore delle leggi possibili: quella destinata a durare di più, perchè espressa dalla naturale ragione delle cose vere fatte dalla storia e dalle razze create da dio.


C'è sempre un signore che deve arrivare e avvertono il nostro gruppo di non distrarci perchè chiunque egli sia per prima cosa ci dirà chi è, perchè è venuto tra di noi a mani vuote se gli piace star solo, cosa vuole ora che ha deciso di farsi vedere in giro e così che quando va via abbia un buon ricordo di noi


Ultimo editto del Faraone: in previsione di una possibile carestia dei prodotti del campo, a scioperi a oltranza nelle valli a la gauche del Nilo e nelle dirimpettaie valli del re, è necessario che dove non arriva il contadino giunga l'agricoltore; che i topi stiano alla larga dal grano e che i gatti non si faccian le unghie con le bende che i sacerdoti mettono alle mummie...per non saltare di palo in frasca...il resto del papiro è roso dal tempo col verme solitario... aggiungete voi quel che vi manca...


Il papa e i cardinali baciamani son quasi come Gesù e gli apostoli,

 in quanto pratici della vita: 

temono che un dissidio teorico diventi in pratica una rottura. 

ODdio come son riveriti per esser così vestiti.

Sono loro che conservano l'antico e giusto timor di Dio.


- Il lavoro si mantiene in forma se il sudore l'innaffia -


La caccia, la pesca e la macelleria del bestiame 

ribadiscono l'antico tabù dell'antropofagia.


Per i sentieri di Farcana (dove L'amore è per pochi eletti

 gli altri sono estranei) 

vanno leggiadre le janas con la faccina di velluto

 innamorate di un solo e unico amore 

che viene di notte con i fiori bianchi delle stelle

 sotto lo sguardo vigile delle amabili civette di Soloti 

( L'amore fiorisce dove han corso le promesse non mantenute)

 amano il silenzio le poverelle e la compagnia discreta e gentile

di Missente Murrisuttile 

che da piccolo la scampò alla furia del Cedrino annientafamiglie 

perchè con le piene si porta via i bambini cattivi e ora cantava

 ( Vino agli innamorati sazi e fiele agli infedeli a digiuno) 

sul carro a buoi carico di botti di vino 

da portar sul monte per l'impervia via 

e loro sul ciglio del sentiero l'ascoltavano 

tenendosi strette alle braccia nude 

e dandosi di gomito per sedare la pena

come comari durante il veloce rosario detto in scioltezza


L'esistenza di dio si basa sulla possibilità che le cose che sono non siano poi tanto vere e abbiano la breve durata del passaggio dalla notte al giorno, con l'antico colpo di vento dell'aurora

Come se la realtà non sia vera e mutabile.

È lecito dubitare di questa realtà? Quanto dubitare del denaro.

Si, se ne intravvede un'altra: una specie di opera d'arte che se ne infischia del dominio del denaro.

Il denaro è importante – anche se i cani non lo mangiano – tanto importante che senza denaro è difficile campare anche suonando le campane.

Solo noi – piangendo e ridendo - abbiamo il culto del denaro.

Sono i soldi che muovono le idee: esse non sanno dove andare senza la carta che canta il denaro non suona.

Lorenzo e il papa avevano i soldi per pagare a Michelangelo la riuscita delle sue felici imprese.

I proprietari dei soldi intraprendono imprese industriali e commerciali, finanziando le idee che vengono cavalcando da una botte piena a una vuota damigiana di pelle.


Le idee fanno ruotare il mondo, il denaro è l'utile zavorra.

Le idee nascono con noi come l'erba e i fiori sulla terra e il sale e i pesci nel mare e le nuvole e le stelle nel cielo.

Il denaro è un'idea che riempie le tasche.

Il denaro è quel feticcio datoci da dio per vivere con lui.

Il denaro brucia e la brace cuoce il pane.

Chi ha le idee può non aver soldi.

Chi ha i soldi può non aver le idee.

Chi ha le idee cerca finanziamenti.

Chi i soldi li ha li investe nelle idee che diano un tornito tornaconto.


Chi ha soldi e idee se ne infischia bellamente delle pene dell'inferno, delle delizie celesti e della nazionale che ha perso la partita con i barbieri dalla mano ferma e profumati come questurini al cesso, usi a picchiare tra le costole dove fa più male.

I soldi si fanno con gli affari del mondo, sia con la bassa che con l'alta marea


Chiunque al mondo può impazzire, come i poveri che amano gli oggetti di lusso per uso quotidiano e chi come Lear, dà i suoi averi sulla parola per nulla e dorme all'aria aperta, come il mare, le montagne della luna e le stelle sull'orlo del cielo.

In qualche modo i soldi si accumulano nelle tasche dei proprietari.


La verità -(ciò che evidentemente è, nelle cose e nei fatti che accadono a noi e alle cose che ci riguardano)- ha molto a che fare con la realtà.

La verità, come la realtà e i fuochi d'artificio, ha bisogno di testimoni interessati al denaro. Che noi si sia scintille che brillano nelle tenebre?

Sui terremoti si dicono delle cose vere e si cercano senza posa i colpevoli

Le catastrofi naturali possono accadere dovunque, come le pugnalate alle spalle, i suicidi di gruppo e i campi di sterminio.

La realtà è una sola: è quell'insieme di cose di cui fai parte e dettano le condizioni alle quali attenersi per non perdere la causa


Chi ce l'ha si serve della coda come tappo scacciamosche.

Gli angeli avevano le ali.

A me basta un misurato raggio di sole.


I fatti contano più delle parole, specialmente quelli fatti a propria misura dagli uomini.


I cristiani devoti trovano che il senso della vita sia servire dio... nei suoi sacerdoti...senza paura. Senza timor di dio? Con le licenze della ricreazione: far l'amore a primavera, col tempo libero e bello. Una magia.


L'arte è ri-creazione o passatempo?


Fin da piccoli la religione ci familiarizza con affari impossibili e cose assurde: può quindi essere tranquillo un mondo governato da dei e demoni infallibili e in lotta tra di loro, con il vecchio interesse dei diadochi?


I religiosi pensano dio misterioso e unico come il pensiero impossibile da capire, ma sempre contenti di pensarlo come immagine della fine inevitabile e un po' miserabile

Ai piccoli va bene la bibbia, agli adulti è più adatto il vangelo. Per le donne nulla è meglio del “credo” e del rosario. Ai frati i sandali, a papi e cardinali le pantofole e le mani curate, vestiti per esser distinti come gli apostoli che predicano il timor di dio. Agli scapestrati è utile il breviario o libro d'ore. Ai vecchi di buon naso, testamenti nuovi, prima di bere il chiaretto che toglie la sete. La promessa è mantenuta e il fatto è compiuto. Chi ha un buon naso sa dove metterlo.


Gli esempi danno luce al sole, al giglio e alla rosa e piacciono di più a chi ha un maestro che sa fare e sa insegnare qualcosa agli orfani del mondo a cui nessuna bufera per quanto violenta e disastrosa può sconvolgere la quiete gioiosa della domenica mattina quando non si ha da fare è tutto è pronto dal giorno prima


Dove stavo prima il tempo era pieno di sé e nel poco spazio disponibile (una capsula) non c'era niente di importante da fare così fu deciso che venissi qua, nel golfo tuttavista, a guardare negli occhi i disperati che temono di perdere l'incanto di vedersi attraverso gli altri tutti felici di vivere


L'infanzia è come la gaia e felice primavera quando sconosciuto è il timore della morte

( Perchè l'ansia di vivere è paura di morire)


L'ombrello signore dell'autunno più del martello, è adatto al clima: se piove si apre, se è bel tempo se ne sta chiuso, non si sciupa e campa a lungo come un dio pagano o cristiano


a

Dio quanto mi piacciono le bigotte devote che alla tivu preferiscono un santo rosario innocuo e pagano. Meglio una turris eburnea con gli occhi dolci o languidi in senso lato che un mostro impomatato


A una vita esemplare si possono aggiungere solo cattivi pensieri, una vista cieca e parole infamanti


I migliori dei nostri avversari dicono di capire le nostre ragioni e di essere quasi con noi, a rovinarci sono dunque gli avversari peggiori, gli ostinati che i migliori avrebbero dovuto domare


L'esistenza che non è quieta, è caotica perchè nonostante le apparenze, la vita viene dal caos dove regna il disordine dell'arte che si va componendo per quell'affare che chiamiamo vanità, che, poi, a qualcosa vale se ci fa vivere senza aver chiesto nulla. O, almeno, di comune accordo, crediamo di vivere. È toccato a noi. Bene, nati per caso, arriviamo a confidare con gli amori e gli amici; Camperemo e con Pazienza faremo convenientemente quel che ci pare. Gli affari finiranno con me o di qualche mio misero affare rimarrà la coda.

Poi è bello pensare quel che ci viene in testa per confidare alla vanità che lei stessa è vana.


Nulla è più vero della bellezza che contenta semplicemente l'intelligenza come la nascita: sappiamo da dove e come e perchè si viene a stò mondo. Per amore. Nulla gli sta a paragone: ciò è quel che si dice sublime. Mi ci perdo se penso di essere un' aggregato di atomi così minuscoli e così diretti allo scopo(che sarei io) ma solo con la mia compiutezza sanno cosè l'amore, così mi sconvolge pensare che sia fatto da un cosidetto dio artefice amorevole come me di fare uno sgabello. Non sono uno sgabello però brucio come lui: abbiamo gli atomi che bruciano, ardenti come innamorati. Posso fare uno sgabello come probabilmente lo sgabello sa fare uno come me e forse anche migliore che non è poi difficile data la mia incontestabile semplicità perdipiù malfatta, difficile da nascodere e disposta a far ridere


b

Nel cantico di Salomone la torre d'avorio è metafora del collo femmineo che non si consuma con la forza dei baci: infatti l'avorio è degli elefanti che lo leccano di continuo e dura nei secoli dei secoli se nessuno lo rompe


Tanto è doveroso ricordare che è impossibile dimenticare, non dico la strada percorsa, ma gli affari che la memoria porta a galla per moto proprio. È facile dire: voglio e devo dimenticare, come se fosse una strada pericolosa o un cibo scadente e avvelenato, ma non è così. Affiorano secondo le circostanze e, bene o male, non scadono mai. Così dal fondo emerge il poco cibo che c'era un tempo e ora non si mangia se sul tavolo non c'è la tovaglia








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