sabato 10 maggio 2025

canguro o bianconiglio di alice

 




  • -no isco ite tempus est'è

  • su ki so colandhe

  • ma isco ki so imbezzandhe.

  • bibendum: 

    - comunicazioni con  chi naturalmente legge

    e se umanamente risponde: fa cultura -

    john flaxman

    -Ho comunque vissuto con i miei simili 

    che mi han visto sentito e toccato.



    • La toccai e ne rise, così le restai fedele

     e fedele  da allora divenne il mio secondo nome 

    Fedele Mi  si impresse col fuoco eterno 

    sul braccio del cuore 

    a proposito mi  diceva come il poeta:

     ride la femmina se il maschio non la tocca

     Era la mia luce naturale

                  Lei era della terra e non del cielo 

    così poco comprensibile

    nei particolari e nell'insieme

    La mia luce umana  

    Almeno una volta son certo

                  di essere stato amato.

    Lei era del tempo che mutò la mia vita. 

    Il suo tempo mutò il mio spazio;

     ero certo che meritasse di credere in lei

     e le fui fedele.



    • ho intravisto la più elementare delle aspettative

     e mi è parso che dalla terra che mi ricoprirà defunto 

    spuntasse la malva, il cardo spinoso e l’asfodelo

    e non sentore di carne al fuoco 

    né profumo di  legno marcio.



    Pioveva quando fu fatto il mondo; e non era di domenica,

     né di lunedì, giorno di riposo del barbiere; né di martedì,

     giorno che i sarti non tagliano vestiti; né di mercoledì, 

    giorno che i calzolai non risuolano scarpe sinistre;

     non era di giovedì, giorno che i fabbri non percuotono l'incudine;

     non era di venerdì, giorno che i carpentieri raddrizzano i chiodi storti;

     non era di sabato, giorno in cui i muratori se ne infischiano della malta;

     non era domenica, ma pioveva senza giorno e notte 

    poiché Iddio non aveva ancora creato il tempo,

     né la settimana dei precetti artigiani.


    • Sii ciò che sei, sarai il migliore in campo 

    e non potrai essere diverso:


    Du sublime au ridicule il n’y a qu’ un pas

    Oui, le pas de Calais!




    ohiai barzalina

    Bello sentir l'abbaiar dei cani che nella notte 

    vegliano sulle patate dell'orto

     col canto della civetta 

    che avverte l'aprirsi del melograno maturo.


                                       Non mangio nulla più di quel che posso  

                                         ma solo perché non voglio 



    La formula della vita per essere capita va applicata.

    Così un dolce mattino di primavera, Micheli Maliche rabbioso, 

    insegui fin sulla porta di casa

     Kosome Koa, con uno strale arrugginito.



    Alla fiera dei deformi si premia la più bella con la vita snella 

    e la più brutta con la cicuta.


    Ai funerali si ride del morto che non valeva una cica 

    e si piange per i pochi e inutili sacrifici che ha fatto 

    per non morire mai.


    Il cavallo vincitore finirà macellato e il fantino per passatempo bastonato.


    Chi ruba un vitello al ricco venga premiato dal sindaco

     tanto nessuno l'ha pagato: il vitello è nato per miracolo

     per il piacere incontenibile del creato

     e la terra l'ha allevato senza una lira.


    Vado al corso della fiera a ridere come a pasqua.

     C'è di tutto: gobbi in banca, nani al banco 

    e storpi in croce braccia conserte.

    harvey o il coniglio canguro


  le sorgenti della vita 

 il poeta campa per vivere 

 il profeta vive per comandare dall'altare


bibendum

L'ingresso de L'Aventure Michelin a Clermont-Ferrand (foto Berchi)

 s’thistoria di  Predu Pilurzi

 il  nato furbo sempre giovane  cacico 

che la scampa sempre da quando ha i capelli corti 

che lascia crescere e se nelle zuffe  li perde

 li risemina con la fede che lo sostiene dalla cresima

quando son lunghi e piombano  nel piatto

 e  per non volare via li taglia

Da quando è nato lui 

La tesi di fondo a Irillai è:

 rivolgo a me quel che vedo, sento e capisco. 

Ogni pensiero volto al passato riempie 

di senso la mia vita e l'allunga persino

perchè egli è nato sotto l’elike del monte

chi battit sor giarminos.

Egli diceva sempre che ki sa pensare 

può fare a meno di scrivere


! quella di chi è stata una vita esemplare????

pensaci.

-D- da sempre l'inizio si ricongiunge con la fine.


Dalla morte del Babbo (era così premuroso con me) 

ho perso il contatto col passato

Non ho impegni col futuro, non mi curo delle sue stanze chiuse

Tutto quel che mi appartiene è del presente 

e ogni momento è adatto a porgergli le mie scuse.

Alla fine darò la vita per conoscere l'ignoto.


“viviamo, mia lesbia e amiamo,” catullo


-oh!


-a ottant’anni cerca la coetanea che il marito gli ha portato via. 


dove:

se ai non vecchi son di peso i vecchi

ai vecchi son di peso tutti i non vecchi

se un vecchio chiede a un giovane 

perchè il monte Bardia sopra dorgali 

e gonone  ha questo nome che significa

quello di mezza età dice il ballu tundu

il vecchio dice: no! sta a badiare 

il bazzino tirrenico che non arrivino 

gli argonauti  saracini

 


-la provvida natura è una famiglia spontanea variegata-concepita 

senza domicilio  né genitori  in infinite forme e colori arcobaleno



-Il cliente al bottegaio:

Mi dia le acciughe più buone:

Certo come quelle che  da sempre

 vuole lei che le merita

per aver passato la vita zoppicando!

con l’esperienza che ci ammaestra la vita

applicando la cautela necessaria 

per il vivere in comune con innumerevoli 

 nostri simili tutti mortali definitivi

e non uno che la scampi 

il mondo celeste è un’astrazione mentale 

perchè non ha niente a che fare  col sistema solare 

se stare bene è un celestiale  diritto divino 

lo star male è un delittuoso destino  infernale

cioè una boriosa minaccia infantile

-le vecchie divinità con le coorti angeliche oltre le nuvole

se ne infischiano della gravitazione universale 

che non da solo ieri sostiene il  nostro mondo 


  • ora non c’è anno che i più abili nuotatori

del mediterraneo  non si tufino 

dal molo di cadice per circumnavigare l’africa

 con un vassoio di calici colmi di cannonau

e appresso i galleggianti sugheri del baltico 

sempre sulla cresta dell’onda senza un  pelo

 con un cestino d’uova  fresche sul dorso

  attraversano l’atlantico per i rampolli 

dei padri fondatori golosi delle uova sode

 alla  malvasia del porto di cadice



  • Quando il declino dell'individuo umano inizia 

è inarrestabile Come Una travolgente frana

 montana, 

una marea sonora e una silenziosa valanga!



- fritz il prussiano.

ph! Harvey


-un individuo ride  sulla retta via

và e viene sui suoi passi

si guarda attorno  e china il viso 

e sorridendo carezza un'auto ferma

sorride come scosso da un ricordo

passa una coppia e sornione la guarda

 appena e sembra gioire della sua memoria


- vai come il vento furioso 

e ritorna pacato

 quando l’ira si placca

come la rabbia del cane 

che rosicchia l’osso ritrovato

il puro hidalgo



adesso santificano bergoglio 

come il terzo paolo amico dei 

comici  poveri sempre indifesi

  • non so cosa possa testimoniare 

l’intervento del cielo sulla terra 

oltre la luce del sole, i lampi e i suoni 

della volta celeste e nottetempo 

stellata nuvolosa e piovosa

e sempre eterna universale in

ogni angolo del cosmo illimitato

-platone: fai i fatti tuoi e conosciti.


                                        - fai in un lembo di spazio pubblico 

senza clamore né eccessivo timore  

quel che ti senti di fare.


-è raro che mi riesca di afferrare un sogno

ma sempre mi stupisco 

di  riuscire a catturare un pensierino volatile


gonone giugno 1982

in quel torno di tempo 

 da coppia in coppia

si  lavorava sul prodotto

e se una  stendeva il suo sul tavolo 

l’altra lo elevava in altezza

e se gli uni eran carezzati con gli occhi

gli altri lo eran con le mani

di camici sanitari si trattava

 stirati in cinque ore di lavoro



                                                               a Fonni  pippius panus , 

                                          i bimbi morti senza battesimo

-è chiaro che senza la mamma nessun bimbo campa.

non ci son capre che allattano divinità 

né lupe che allevano re

esistono solo le nutrici e balie



  • la scienza è precisione.


  • l’esistenza politica e la vita tra e con i molti simili

                                           e  la sorte d’ognuno vola con le sue ali

dove il destino viaggia con le gambe del tempo

ora son più sicuro delle mie idee 

che delle mie  gambuzze



- nessun’altra  località antica è stata così dottamente  vissuta 

forse perchè meravigliosamente narrata -



- orazio nelle odi:

si disperdono le anfore vuote fino al fondo:

gli amici /non fedeli nel portare insieme il giogo



  • è pur vero che con una piuma o un pennello 

non so scrivere il mio nome

con ciò per dire che non capisco i pittori 

di mestiere che dipingono i padri 

con un volto umano pronti a scannare 

i figli per una incredibile occorrenza

piovuta dal cielo



-il 25 aprile  e il 9 maggio  il 2 settembre 1945

è la festa di chi ha vivo il senso della storia


  • da quando l’uomo ha cominciato a capire 

e pensare l’ha fatto col suo solo aiuto

nel mondo che si andava formando 

                                            avviando la propria esistenza 

                                          aiutandosi da se

cominciando col  farsi sandali  con i lacci e a legarli

:suppongo che abbia visto una biscia cambiarsi d’abito

senza che nessuno gliel’avesse suggerito

e tentando di star  dritta

e lui come lei era stanco di strisciare 

 voleva stare in piedi e avere i calzari per camminare

prima non sapeva cos’era la luce

nè sapeva cos’era l’acqua nè il vento

 

Se muoio mi dimentico di te

 e delle chiavi di casa di su cuzone



-i singoli animali muoiono 

come le singole  erbe del suolo

e i minerali  mescolati  dai sotterranei moti  

a cui tutte le  specie sopravvivono

perciò son  sempre pronto ad andar via 

perchè mi manchi tu



i rigurgiti neofascisti dicono che i ragazzi di salò

 al seguito dei nazisti  difendevano l’italia dai partigiani


foto de chevet

-il caso è sempre una particella 

di una contingenza temporale

che sarebbe il cogliere l’attimo 

opportuno


testa di fallo,

gli disse il sindaco Zuankinu Remitanu,

quella legna che non hai tagliato tu

lasciala dove la vedi,

la prossima volta proverai il bastone sulle terga

e ti asterrai per un anno dal salubre bruskete e dal vigoroso  piritzolu 

e dai sublimi  piaceri e doveri coniugali



-sembra facile presentarsi per quel che si è

secondo la carta di cittadinanza municipale 

evitando di mostrare quel che non sei





-l’esistenza comprende vita e morte

delle cose naturali

la vita ha in sé uguaglianza

e diseguaglianza 

mentre la morte è per tutti uguale 

appunto: è la livella del grande totò



  • il gorilla che tocca il monolite 

nella scena iniziale di odissea 2001 

e poi si serve di una mascella equina 

come arma pare ispirata dalla bibbia dove 

Sansone con ossa simile mena i filistei.



-vivevamo come persone affini

poi con gli avvisi del tempo

al seguito di un’ alba se ne andò

così dopo i rituali  costumi

con uno spicchio di tempo

i vecchi usi presero il sopravento.



-è uso dire che la ragione della morte 

è nella difesa del paese  che è forse 

il luogo dove chi ne ha cura i suoi beni 

fisici e affettivi



-dice favole chi dice che i ricchi vivano di più

perchè non è  vero che  anche il denaro muore 

con chi ne ha le tasche piene


-per chiunque la retta via è quella che segue lui.


-le strisce bianche sulle strade 

dovrebbero suscitare negli chauffeur 

un prezioso giardino d’infanzia.



Ricordati che se sgrani prelibati piselli 

Quello che salta fuori dal 

Baccello vuole nascondersi come 

per giocare con te a nascondino 


  • l’arte  rasserena l’animo 

e ripudia la pena assillante



-la fortuna è una circostanza favorevole

capitata per puro caso sui maccheroni



-per parlar bene bisogna conoscere

 e ordinare le parole


-Amo il silenzio quando son solo 

ma in compagnia 

appena mi concedono un po' di confidenza 

parlo anche a sproposito 


-E per lo meno un millennio che aspettiamo 

la decisione del destino sulla nomina 

di un doge tipo veneziano per trar fuori

 la Sardegna dal retaggio medievale 



--tutto ciò che vedo e sento 

mi pare nuovo

 come se fossi nato ieri

e stanotte ho sognato di vivere

e nulla è stato vano 

dal momento che ho conosciuto Dio 

e il suo unico perfetto figlio

nudo sempre vergine con una tovaglia 

di puro e candido lino che gli ripara i lombi

da gran maestro della siderale corte celeste

dove a tavola non mancano mai i ravanelli.



-siamo tutti simili ognuno

 con le proprie particolarità

come case di varie forme e colori

come le dissimili erbe dei campi 

prendi la cicuta, il giglio, il rosmarino e i ravanelli

gli esseri acquatici come il coccodrillo e l’anguilla

i piumati volatili come l’usignolo e il gracchio

veniamo alla luce in compagnia della malvagità

la pubblicità è l’ultimo sembiante dell’adulazione



  • non farti ciò che non sei -


-se ti capita di compiere una buona azione 

non fiatar di ciò sulla soglia della gelosia

delle volte non ne colga sentore l’invidia 

che sempre in incognito esce in strada 

per prendere una boccata d’aria vitale

di fresca e curiosa di fresca novità.



-con la successiva conoscenza della vita 

ho capito di non aver cercato la polio 

ma di averla trovata per caso

così l’occupazione che cercavo 

non l’ho avuta 

ma ho trovato casualmente 

quella per vivere con amore

nonostante che dal corpo malandato

gli deriva il timore di cadere 

per l’enorme difficoltà di rialzarsi

e trovare l'equilibrio




           tutto quel che sono è sempre con me


           indosso un kimono


           ciò che sono mi è sufficiente


-la felicità è solo un sogno, reale è il dolore. voltaire



  - so ciò che faccio e dico:

Dani je t'aime et sud corea.


-Vorrei che rispettare gli altri 

possa sempre  essere la mia linea guida. 


-anche se pare che  snobbi il nuovo

sono però subito disposto a farne uso.


-quando un’ombra mi turba 

 un biccer de vin dirada l’animo.


-vivi nel presente  che il passato 

è andato via come il fumo

e il futuro sempre incerto sarà.


- non è malfatto quel che uno fa senza paga.


-nessuno è perfetto in questo mondo 

se non perchè  dev’essere perfezionato 

dal buon Dio celeste autodidatta.


  • il buon carreddhu guappo di furreddhu

  • napolitanosardo  non come sardanapolo.


- i preti han preso da seneca dicendo

 fate quel che dico e non quel che faccio;

e non da socrate che faceva quel che diceva

fino a morirne per un pugno di voti spensierati.


-un camioncino della nettezza urbana 

porta una bara bianca con una croce rossa

al cimitero seguito da un orda di ragazzini 

con  l’ultimo in coda

che trascina la testa di una bambola 

spoglia dai capelli lunghissimi




La storia è la registrazione degli accadimenti umani



  1. credo di conoscere quel che sono


  1. nacqui  sano e nel primo anno di luce  

persi la forza nell’agguato della polio 

rimanendo in campo con  la  sola presenza 

che finora  è stata compatita sul campo

con un vago  carattere in proprietà 

della vista e della parola mangiando 

di quel che che è disponibile 

nei banchi del mercato aperto

  • in possesso di  un  luogo fortunato 

perchè  vi nidificano le civette 

che volano ogni notte 

diffondendo la pace interiore

fischiando le note della canzone del salice

nella Sar - degna . des - erta . che si chiede

                              che aveva di brutto l’Eliseo  

                              per  esser chiamato adesso, ten ?


Lasceremo il mondo  altrettanto stolto e malvagio 

di come l’abbiamo trovato arrivandoci. voltaire.


  • quel che viene alla luce del mondo non  può non morire



-mi affido  a ciò che devo e posso fare 

come un dovere personale alla vita


  • al nullatenente  di solito bassolocato

  • è rimasta una canna amica

 per andare dal desco  al cesso

e gridare evviva la salute al fresco!

  • viva quindi l’intelligenza aperta 

con la grazia del vino autunnale

e la volontà di corrispondere 

con chi ti vuole bene davvero!

non un altolocato strafottente.




  • dove se non al bar

si può avere un’arancio spremuto 

e corretto con un tocco di cannonau 

da dodici a litro  o come le galline

 a dozzine come gli apostoli.

-


  • so bene cosa sia il miele 

perche mi piace assai

gusto anche il midollo 

senza  disprezzare il cervello 

del mite agnello che giammai 

ha offeso i miei antenati

ma del fiele proprio non mi curo 

pur sapendo che i miei biliosi avi 

non potevano farne a meno 


  • l’esempio dei due cuccioli dello spartano licurgo


  • eccellenti genitori son quelli che compiono 

le buone azioni con i propri figli



-lo zoppo non è un buon maestro 

perche  non tramanda al garzone 

il segreto che si tiene per se 

con cui zoppicando si è fatto grande




  • A Lula nei primi dieci giorni di maggio

è bandita la mestizia

nel santuario di san francesco  durante la novena 

alla presenza costante del Priore nessuno piange 

tutti gioiscono come nell'anticamera del paradiso

si prega e si canta, si mangia e si balla e si  conversa

 in santa pace ripartendo equamente le offerte 

che i devoti pellegrini han deposto nella saccoccia

delle nocciole del più buono e mite dei santi celesti

-

-sempre siamo in balìa della capricciosa sorte

intima  del vecchio  Fato che mescola le vicende 

individuali, comunitarie  e collettive  

di esseri vivi e mortali miti e focosi

chi fortunato a cui ogni stagione è propizia

e il disgraziato con la bisaccia vuota l’intero dì

come il clima  bello o brutto che dipende 

dalle evoluzioni del sistema solare

che serve luce e calore 

a tutta la  celestiale corte satellitare

-

-a momenti mi pare che l’anima nostra  guida nel vivere 

sia un po come la fama (o  l’avere un buon ricordo di noi) 

che vorremmo esaltare per l’immortalità del tempo perenne

 se ne infischia di ciò che dura o perisce anzitempo


  • sembra che anche  il cinto di venere 

ceda il potere con l’arrivo della vecchiaia




-fare l'impensato dà il senso della scoperta.


sa pupusa de su dazieddhu

rimuniti sa kumarca

A sa nobe che puzone ‘è  beranu

Intrat’ Grabielle à sa cuchina

Nandele ’a sa muzere : - kischè,

sos alarpos sun’ in bucch'è  janna è’furru.

Grabiè! deppen’esser ghirande dae marrare!?

Sos alarpos chi sa zancheta a franu coddu

Sa posta han fattu ub'è ‘Laurina.

- e tandho! Filì,notte bona as colau?

Notte e gattos Grabiè,

Ca me ‘s toccada Maria Miau'

E tott’ora bocabat sa’s farruncasa

Pro mi fache’t sos cavanos kei s'arau.

E Maria Miau tat’arrancau?

Èè! pro la podes piccare a su pranzette,

Sos corros dae su bonette

ke L’essana’à Santinu.

Nanneddhu Bissiosu e bisonzosu

apperi sa’s lemas, ma mudu

è sempere che croca a sa Purissima,

e nata a sos santos de su bichinau:

Gai che li seket sa conca su buzinu

A Santinu ki non lu pot’arrampanare.

Filize settiu in un’iscanneddu

Sonat unu pipiaiolu fattu è’ canna

Buffandelu dae su buccu fatt’a furticu

Si pesat mannu supr’è s’illastricau

Colandesiche addaennantisi de sos’atteros

che boe chi su jubale e kene carru.

E sa cumarca iffattu kin  Grabiele immesu

Artu e untau che pinnone è’ santu de ozastru

Ca i s’azilleri de Cerina fit’attesu

Dae sas crocas’assa nuda e sempe’r nande.

Ebbè Antò! Ite nobasa? Ite s’intende in ziru?

Su temporale è’ istanotte appin’intesu e bidu,

Chi parian carabboso nechidaos,

lamposo e tronoso e corfor de balla

tronos e lampos appo bidu e intesu

chè diaulos balentes de ’s’ifferru

fughinde chi sa coa gal’alluta

cando an bidu sos leones de Irillai

e carchi cateddu ‘e jacu piu

nuscande sas galanas de Maimai.

Dassana su pessiche isperrau de Cerina

E falana a ube es Carta chi fit ispizolau

E li’r dà su binu già ghettau

chin cada tinta de s’arcu è chelu .

colat Farranca garrigu ghirande

dae sa prata 'e Muccubellu

nande ch’ain’toccau su binu nobu

e no iscassiezasa a uber Bore

si no oie l’ammadeschete a Sidore,

tir’à ube’ est’Ufemia c'à muscadellu,

si lu chetat’issa fala’ che ozu dae s'isterju

de cussu chi sos anzelos 'àn dau a Deusu

pac'ora prima de ispirare

nandhel'a su babbu: ite mar fattu!

l’è chi rizzu si pesat finar Filize

artu chè pireddu i su furticu

chi dae Ufemia cheret ischire itt’ora èste.

S’ora chi chie nd’ata bortas su casu

Li nat’issa chi sa cumarca a toccos’de risu

Chè ‘i sas campanas ki sonat Boelle e

Merzioro i sos anteriles de Santa Maria

Duren sos sennores un’or’ebbia

Si pesat' artu Filize purde  un’iscanneddu

e mannu fit purde unu pizzinnu

Nandhe  kin berbore e chin puntillu

Chi s’or’è su pessiche kes colada

E commo es’ tempus de biber binu nigheddu,

chi su priducu ucchidet chè marteddu

cà cravau sas punzittas'a Zesus Cristu

-

                                                     s'iscraresia, s'irbutu de fra' Ignazio,  

sa trovoddha 'e Jacu piu




Oggi più ieri alla stessa ora, mi pare impossibile 

che il globo terracqueo sia ancora in sospeso

 con le cose del cielo e gli intrighi delle stelle

parte di loro, scorrendoci accanto, le sentii

 mormorare, indicandomi, oh, com'è tranquillo 

quel tizio rancoroso seduto laggiù in quel cortile

 assolato che seduto  assorbe la linfa salutare

 del muto sole fratello del balsamo  

col mormorio  dell'animo pio d'Irillai


calabriche pissialettu


harvey, il bianconiglio di alice


-L'esperienza storica è quanto temiamo che si ripeta.


 "Sono un essere umano, tutto ciò ch'è umano mi riguarda".  Terenzio


Han detto che sofferenza e dolore stanno fuori dal regno del Signore 

dove ogni casa di città ha il suo sapiente sigillo

e che i sudditi se ne infischiano dei dispetti, dei dispiaceri e delle pene:

 a me non resta che chiedere scusa alla loro beatitudine.


L'albero di Sanzirdeu a sant'Ussula, fa fiori e frutti come  giarmini o meringhe

davanti alla casa dell'orco che divora vecchi e bambini col midollo dentro le ossa.


froria es sa thiria chi durat'un'or'ebbia


Tutte le stanze di casa sono aperte all'aria e alla luce

 sull'uscio di esse tutte si affacciano all'andito

 una voce amabile sussurra:

 è accaduto, un'altra mormora sta accadendo ora 

e una più lontana prossima alla finestra dove

 il tutto e il niente passano velocemente, dice –

 accadrà. (In verità so poco di quel che accade)

Oltre le spalle si diluisce il passato duraturo 

che filtra la memoria

 dalla quale attinge il copista  con  la penna il copista


Ai sogni manca il sapore delle cose

 eppure vengono a noi come aromi inebrianti


C’è chi dice  quel che gli pare

 quando sente di avere sa berritta a tortu

deluso dalla qualità del vino

così è il portatore del Pileum 

copricapo dello schiavo liberato dai romani

adagio belga 

di chi dice stramberie col berretto rovesciato


Non m'importa dove stare da morto, 

ma se vanno di moda ancora i cimiteri, 

mi andrebbe la compagnia di quelli morti invano.


La società è prodotta dai nostri bisogni 

ed il governo dalla nostra malvagità 

 La societa' e' sotto qualunque condizione, 

una benedizione, 

il governo anche nella sua forma migliore, 

non è che un male necessario 

nella sua forma peggiore un male intollerabile. 

Thomas Paine, Il senso comune (1776)


Il problema di sempre, naturalmente

è veder chiaro nella confusione

 Col filo della ragione nel LABIRINTO 

delle interiora,  delle cose comuni

della memoria e degli affari di cuore.

Considerazioni - di autore anonimo -

sulla natura dell'individuo di Ohiai Benimindhe. 

Col viso da mugnaio cosparso di polline

 sulle nere siepi delle ciglia e sopracciglia 

folte e tenebrose come i baffi dell'orco 

che di recente si aggira nel bosco di Soloti. 



-Devo e voglio essere responsabile della mia umanità.



- proprio non ci tengo a veder 

persone  pendenti come batacchi 

segna l’ennesima fine di una ripetizione 

del vecchio inizio da sempre e identico 

al nascente io nascituro degli affari nazionali. 

Nell’intreccio tra quella che era stata una formidabile mangiata 

e quella che si annunciava una portentosa bevuta, venne a tutti

 il capriccio di sapere l’ora e il luogo esatto della nascita:

 all’ospedale non avvenne, ma chi c’era nella casa dei genitori 

oltre i familiari presenti? Che importa, risposero in coro

oramai sono tutti morti. Oh no, non l’ostetrica 

che aiuta gli scaltri a nascere. 

A lei si deve ogni nuova scoperta del mondo 

da parte dei futuri artigiani d’Ohiai benimindhe.

Cacacico, capo degli indios occidentali 

che gli spagnoli usavano per dominare gli indigeni. 

La mafia orientale lo usa per governare lo stato.

Purtroppo anche il cacico è legittimato a governare 

nonostante abbia pendenze giudiziarie che dovrebbero

 impedirglielo e invece prende solo mosche  e zanzare 

 ciò non succede perché, pare, che la legge valga meno

per  chi vince le elezioni

L’astuto cacico, che perseguita chi non è con lui, 

emana decreti che il parlamento vota per non andare a casa. 

Come il signore alla provincia.

Per il cacico il parlamento è come il bar della stazione.

 Lui, il capotreno, il caffè lo beve in salotto.

Il cacico, primo impiegato dello stato, non può essere arrestato,

 l’unico che per necessità del popolo, non rispetta la legge:

 governa col decreto per volontà popolare.

Si giustifica dicendo che le leggi gli tendono trabocchetti

rigide e strette come  ceppi alle caviglie 

che gli impediscono di governare.

 Norme insidiose le chiama.                        


Beati i ciechi che non vedono le sciagure del mondo.


Il cacico emana anonimi decreti perché è una persona pratica

 educata a ben fare tant’è che è sottilmente ricco.

Col decreto applica la legge prima che sia fatta.

Il cacico amministra l’emergenza perché è un uomo 

eccezionale dove  non conta il concetto di  statura.

Partorisce nudi decreti che veste di necessità popolare.

È per puro caso che le necessità del popolo 

si servano di lui che è di passaggio

Il cacico spezzetta le regole generali 

e le vende al dettaglio

Il losco cacico nasconde al popolo televisivo

 quel che è facile capire:

 lui è legittimato a governare lasciatelo fare e spianerà tutto.

Egli è ricco come se i re di Trinacria l’avesse fatto nababbo.

Nell’Italia del cacico poco ascetico

 si affaccia il disprezzo che lacera la legge. 

Lui è un burattino governato da mafiosi che disprezzano le leggi. 

Egli esprime la maggioranza che vorrebbe farla franca come lui. 

Il piccolo cesare giocatore di carte false neppure bello.

Dubito che sia virtuoso il cacico col carisma di Tersite.

Molti dubitano che il cacico sia uomo d’onore,

 cionondimeno come per incanto

 viene sempre eletto dal popolo televisivo 

che non mai letto  un libro d’ore

 

Oh, Dio mio, ecco chi riempie i pomeriggi di orrore.

Mio Dio, meglio frate, calvo come il barbiere del papa

 e zoppo come il sartore del vaticano. 

no, così no, si falsa davvero il gioco. è pura demenza.


 (?) dello squallido (flaccido e ripugnante)cortigiano

 che non manca in tv per adulare il re 

e intasca le monete che cadono dalla borsa.

Il cacico non impedisce il formarsi delle opinioni

 ma in tv favorisce la sua e i sudditi sono ben lieti 

di apparire in scena e liberi di amare cani e gatti

 e non il giusto e l’ingiusto.

Finirà per sopprimere le autonomie 

perché convinto che le istituzioni siano

 al suo servizio come lui lo è del re di Sicilia.

Farà il ponte di Sicilia, indebiterà lo stato

(dal tesoro inesauribile), in modo che il popolo 

elettore sia all’oscuro del perché ciò avviene.

Pertanto i vicini di casa ci impongono perentori

 brutali sacrifici, che mai faranno  coloro

 che si sono arricchiti con i grandi eventi.

Le auto blu? Basta venderle al pubblico incanto 

e i piloti siano pagati di tasca propria 

da chi li comandava. O facciano i tassisti.

Il cacico, per necessità, è pronto a vendere

 i suoi tesori e quelli dello stato.

Il cacico splendente di potere, con grazia elettiva

 dispensa condoni ai fuorilegge.

Il cacico dorme poco e male 

(perché deve obbedire al re di Sicilia) 

perché gli manca il potere assoluto che minaccia chi vuole.

Il cacico non è sterile e lo dimostra giurando sui figli 

e pizzicando le parti molli della moglie.

  

 il bell'anello che congiunge l'orbe terracqueo al cielo infinito


Dove vige il diritto alla legge sovrana non si accappona la pelle.

Il cacico sostiene che il parlamento è un costoso perditempo.

Il cacico incanta ciuchi e affida alla claque tv, 

come reliquia, una coda di porco.

Il cacico ha l’ampio sedere di chi occupa un’eccellente posizione nell’esercito

 di cui si aspetta che Iddio gliene affidi la guida dopo che il papa 

gli ha concesso la sua fiducia.

Il cacico pubblica mensilmente con somma cura il bilancio dell’esercito, 

della sanità e dell’istruzione.

Il cacico ha la qualità inconfondibile di attizzare l’odio della gente

 contro i fondamenti della democrazia: la magistratura e il parlamento.

Il cacico parla sempre a bocca piena, sputacchia in giro rutti roboanti 

sui fedeli attoniti come superstiziosi Mosè davanti a Dio

 e ai popoli liberi e oppressi della tv.

Il cacico è pronto a barattare le mogli 

pur di vincolare il suo destino a quello divino

 suo inestimabile contraente.

Il cacico valuta un giorno si e uno no la politica da seguire 

purchè gli eviti la galera dove i bisogni sono stazionari

 alla barriera o l’esilio dove i suoi affari sono meno stabili.

Il cacico ha cara la famiglia quanta Iddio ha cara la terra.

Il cacico può fare a meno della galera in quanto Ogni cacico 

ha uno scemo fedele alla sua mercede per tenere a bada la corte 

che fino all’ultima lite del cacico con la moglie

(dove volavano i ceffoni), giurava sulla morale 

della padrona candida come un giglio 

appena sbocciato leggero sul campo.

Il diritto è quel che giova al cacico quando vince  le elezioni.

Egli parla alla plebe, all’opinione pubblica elementare

 come la plebe pensa: è quel possibile che fa comodo.                

Il cacico dice: devo avere qualche privilegio dalla legge 

perché il lavoro è rischioso. Devo avere una protezione in più

 perché posso violare la legge. Siccome risulto eletto dalla gente,

 nessuna legge può impedirmi di governare il popolo.

Gli isterici della tv. Meglio starne lontano. Zozzi e inamidati.

Il cacico è sempre un ciarlatano che vende fumo.

La buona società adora lo smargiasso. Quando c’è una rissa in casa

 il cacico si affaccia alla porta e dice che va tutto bene 

e gli si deve credere poiché lo dice lui a cui tanto si è creduto.

Il cacico vuole che il magistrato rischi come l’imputato, 

siccome davanti alla legge si è tutti uguali,

 la sentenza deve riguardare entrambi: chi ha la misura della legge

 e chi della legge se ne infischia.

Il cacico è sempre un fallito, un plebeo, uno scarto di classe. 

Un burattino nelle mani di mangiafuoco, combina

 disastri familiari alle varie Colombine. 

Spaccia la sua presunta virilità come un successo

 di cui nessuno chiede prove.

Quando il cacico dice di essere un buon uomo, non meraviglia.

 Meraviglia che sia creduto dalla moltitudine. 

Non sono cattivo perchè rido di cuore:     


L'ortica della marchesa civettuola che da maschio vigore

 se adagiata tra le gambe sui cosinos di poco pelo.


chi ride come me non fa del male.

Il cacico è l'eterno uomo forte. Egli è propaganda

 e gli avversari inconsistenti perchè

In presenza del cacico la folla delira. 

Le isteriche e gli scalmanati si tengono per mano per non perdersi. 

Teoria dell'abbraccio. Sport dell'isteria, isteria da sport. 

Il cacico è vecchio, si esalta per i suoi accidenti, ha la meglio sul male,

 vuole la certezza di non finire in galera, litiga con le mogli 

nel mercato all'aperto, regala a destra e con la mancina, se ammette uno sbaglio, 

sostiene che quello ha stravolto la sua vita, nella gerarchia vaticana

 sarebbe stato perlomeno cardinale delfino del papa. 

Non rimpiange nulla se non che il babbo l'ha lasciato orfano. 

Ha sempre in bocca la mamma come nemmeno un lattante sa trattenere.

Nacque lui e venne al mondo l'imprevisto. La madre lo lodò 

e il padre lo biasimò. Ogni battezzato sottrae in modo grossolano linfa alla vita.


La Regina Kradananka, zecca di stato e zecca femmina.



il bel bocciolo della lattuga al premier:

Oh, ninfea della mia certosa...

pare un culo di gallina.


Il dito supposta che ha fatto la sua mano: annamo  Bbene!


Se cresce l'occupazione a Detroit 

è segno che diminuirà a Torino.



Dio mio, sta per piovere e le mie mutande son stese

 e sti due gemelli d'una sacca 

non si degnano di raccoglierle.


Gli offesi che di male in peggio stanno perdendo il lavoro.


l’Immodesto XIV Il nuovo Santo Chiacchierone.



Il primo a sinistra è l'ultimo dei tanti minkioni 

che col contrassegno dei PMR crede di andare in ferrari

 su e giù per i negozi del del Corso d’Irillai



il campanaro romano contrario a suonare la sua campana



Il più elegante del villaggio globale; 

come in altri tempi, san Francesco fu un superbo vicario.



La notte è del riposo che sarà, 

il domani è del Signore del tempo magico

 lineare, luminoso e sotterraneo.

Si fa tanto per condividere l’allegria 

quando ci si salva dai gorghi del Tirreno, 

come quanto ci si aspetta di conforto dall’alloro del cortile.

La linea è ciò che colpisce il neonato

 la bella e semplice linea della sua vita, 

la linearità delle figure,

 il tratto della linea è il fascino del creato

 molto più della parola 

la linea esiste di già 

ma  ora c’è l’occhio nuovo che la rileva,

 il bambino, dicono, piange e non vede, invece vede, eccome, 

vede ma non gli piace e chiude gli occhi abbagliato. 

Oh, ma anche le parole hanno una semplice e formidabile linearità,

 quella che dà voce alla linea semplice e muta. 

La bella linearità che infonde ottimismo.



Dalla Rivelazione alla Rivoluzione, gli Inermi son sempre In armi.

 La Parentesi è parente della Congettura. 

Dio fatta la terra l’ha divisa a pastori e agricoltori 

in parti uguali e scambiabili

 e ai furbi ha fatto il gesto dell’ombrello: 

qui appendi le fiche. Impiccati. 

E ai giardinieri? 

Le cose presero la piega delle categorie 

per meglio inquadrare e ordinare il mondo 

e non so se se ne poteva fare a meno dato che ognuno vive con le sue categorie. 

Appartiene a quella categoria di persone alle quali non darei – né chiederei – 

un pezzo di pane per far fronte al futuro e alla civiltà. 

A forza di mangiar confetture mi coglierà la passione per le congetture.

La moglie lo sorprese fuori del pergolato, raccomandarsi a Dio sotto il sole

( oh Dio, è sempre stato così leale con me), 

osservare del burro che si liquefaceva, 

lo colse mentre infilava il dito sul panetto e poi in modo accorto

 far lo stesso in un favo di miele e leccarlo 

come se se non avesse altro da fare che guardare davanti a sé 

dove qualcuno si ficca il dito nel naso in cerca di lavoro 

e lo trae sporco, qualcun altro l’infila nell’orecchio 

e gode del prurito che viene dal profondo

 domandandosi in cuor suo che uso avrebbe fatto

 delle altre dita, quelle libere e senza anello

poco use a far pulizia.

Ciò che serve è quel che vale.

 Ciò che vale è quel che serve a Dio.

Se alla creazione manca qualcosa gli si aggiunga un orpello.

Dio è la causa dell’universo che respira,

 si espande e si contrae, senza litigare col vicino.

Ho fiducia in chi mi tiene compagnia 

quando sono solo con me stesso 

e mi dissuade dai dispetti.

Che l’anima sia l’intelligenza delle cose lo dimostra

 il fatto che lo stupido non si cura dell’animaccia sua.

Come il corpo contiene l’animo, così l’animo riempie il corpo 

e dove manca uno l’altro lo sorregge.

Fin dall’inizio credi nei più vicini

 ti sputeranno ma non ti abbandoneranno.

Ciascun padre dovrebbe piantare un albero alla nascita di quel figlio 

che con quel legno dovrebbe seppellire il padre.

I liberi stanno al naturale in casa

 e non soggiacciono al nodo scorsoio della cravatta. 

Molti si addobbano come i preti 

che di rado vanno in giro senza croce 

e libro d’ore, dove dalla natura 

che sempre si rinnova intravvedono l’eternità . 

Anche il gallo nel pollaio fa mostra d’essere uno scelto dal destino. 

Ciascuno fa mostra di quel che è. 

Un minchione può camuffarsi o essere la maschera d’un minchione. 

Simula e dissimula. Semola e farina.

Il mal d’amore per cui muore l’infelice, distingue il cristiano dalla bestia. 

Il toro incorna, il cristiano deperisce.

Vegliò tutta la notte e all’alba col primo canto del primo gallo d’Irillai

 concluse che nessuna delle cose esistenti non ha mai avuto inizio, 

che non c’è mai stato un primo movimento, 

che le cose non hanno avuto nessuna origine e sono state sempre così.

Se nulla è fermo, tutto si è mosso.

Fatte che i nobili siano poveri così che possano essere orgogliosi come i pavoni.

I ricchi se ne infischiano d’essere ignobili e cafoni

 tanto non saranno mai capponi.

Fatte che i ricchi siano sdentati e i poveri siano eminenti come i vescovi.

Fatte che il sorteggio sia riservato solo al gioco del lotto

 e ad estrarre i numeri siano solo madri di famiglia.

Siccome il mondo è fatto da Dio, fatte che sia governato dal Papa scapolo.

Succede, si, di ripetere ciò che si sente, ma poi 

l’originalità prende piega e si pensa in altro modo ad altro.

Quel che si dice e si fa passa al vaglio di chi vede e sente e mette nero su bianco.

Dio ha cosi fatto il mondo affinchè gli uomini 

organizzassero il gioco della palla tonda per i giudici e ovale per gli arbitri.

L’uomo – creatura (arbitro) del mondo – è sempre in cerca 

dell’unità di misura esterna e adatta alle sue cose.

Dio ha fatto i giorni affinchè gli inevitabili mutamenti avvengano di notte.

Chi ha fame pensa a mangiare, chi è sazio non pensa che a digerire.

Molti sono i poveri che si contentano di capire il perché delle cose, 

come più di un ricco se ne infischia della cultura, 

paga l’avvocato, olia l’arma e aspetta sulla porta.

Al buon attore si addice ogni maschera.

L’ebrezza si addice alla vendemmia.

Al comico si addice la ripetizione della burla.

Al tragico si addice il fato irrevocabile.

Poco importa che il mercato sia vecchio o nuovo: 

quel che conta è la qualità della merce, l’onestà del mercante 

e ultimo non ultimo il bisogno del cliente.

La natura ci dà padri e madri, 

la cultura ci dà padrini di battesino e madrine di lettura.

La storia ci offre una vasta scelta di antenati a cui attingere.

Non so davvero perché Dio abbia scelto di far nascere suo figlio Gesù a Betlemme. 

Ma è pur vero che per lui ogni luogo è casa sua.

L’innocenza assoluta è quella del neonato 

e dell’irresponsabile che si nutre degli avanzi delle cose del mondo, 

non è responsabile di nulla e gli altri non han cura di lui.

Chi conosce la guerra ama la pace e attende i nuovi eventi davanti al focolare.


puzone chi non pitticat'a

ha pitticau

ke a Innassia Issambenada 

ki dormit' chi sa bentana aperta 

e sa luk'alluta

“ Per (W.B.) si trattava dell'affinità tra una scena di strada, 

una speculazione in borsa, 

unapoesia, un pensiero, 

e il legame nascosto

 che tiene insieme queste cose e dal quale lo storico

o il filologo riconosce che tutte sono da ascrivere 

a uno stesso spazio di tempo”. h.a.

Su Benjamin.


Con lo sbocciar d'amore a festa, Zenia Pirizolu prendeva sottobraccio Kikina Kikkaiu e

sostenuta, andava a far parata come una gallina dopo aver fatto l'ovo santo, bisbigliando per

farsi sentire, vicino al cantiere dove lavorava il suo ganzo che, a sera, ricambiava davanti al

pollaio di Zenia, con il caloroso chicchirichi di Zomaria Karratzolu maestro di calcina che

rendeva omaggio al suo coraggioso fiore. E passava e ripassava, dirà poi lei con un ritorno di

memoria, come il sole a festa sul germoglio. Ci hai messo un segno. Si, ricordo. È quanto rimane di quel che è stato.

 I cristiani come i mortali temono la morte perciò contano sulla resurrezione: Percorrerò la stessa via, o Signore, più sano di prima e forse migliore.


col decalogo secco come una foglia nell'impeto tramontano

si potrebbe governare il mondo                       

 - mi va di fare il blog d’irillai perchè ci vivo 

                          e me ne infischio assai degli improbi 

                          che sentenziano sulle lettere d’amore 

                                 di comari e compari -

-I dottori sanitari della contrada  d'Irillai 

nella libera cussorgia di Ohiai Benimindhe

 comunicano concordi ai loro pazienti 

che gli sconvolgimenti interiori tipici del 'generale' inverno 

appartengono al passaggio da una stagione all'altra 

che si avverte nella flora intestinale 

che sollecita alla corsa anche i frati sciancati 

rendendoli bellicosi come i focosi ballerini di tango 

già virtuosi nell’antico tip-tap del picchio di sant’Ussula.


kikina carai  angelo senz’ali d’Irillai

Lo chaffeur alticcio raschia i muri col parafango 

e domanda alla figliola:  Annarò! come rientra 

il tuo papà a casa?  fregando le spalline ai muri 

                         rovinandosi la giacca per non abbattere i muri!


- juBanne Lukia, casaro, compare d'ogni comare.

Fa lo sconto x chi legge diotima

- vittoria colonna e michela murgia -


l passi di mummua non lasciano orme sulla neve

quando sempre scalza viene d'inverno

a rigenerar la vita in nome di Gesù

salta di notte i chiusi delle tanche

fa le scale senza rumore

e spalanca al buio le porte blindate

fruga ogni angolo di casa

e porta via quel che gli si deve rendere

non fa nulla di male e

per la carità divina o perDio

non disturbatela quando va via.




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