infatti la donna si vieta e si impedisce di concepire se agitando le natiche nell’eccitazione , stimola il desiderio dell’uomo e divincolando il corpo flessuoso provoca il fiotto. poichè così sposta il vomere dalla linea del solco e fa deviare il getto del seme.
Montaigne , essais: libro II cap. XII
Così la dea aveva parlato, e poiché egli esitava, circondandolo con le niveau braccia
lo riscalda in un tenero amplesso. La ben nota fiamma d‘un tratto lo pervade, l‘ardor
e consueto gli penetra le midolla e corre per le ossa frementi. Così, scaturita dal tuono
corrusco, una striscia di fuoco guizzante brillando attraversa le nubi. Ciò detto, la stri
nge nell‘atteso amplesso e in grembo alla sposa abbandona le membra a un placido so
nno. Virgilio, eneide.
Dokei Moi - o - mi pare.......
c’è chi se ne infischia dei magazzini stracolmi.
e Chi porta a spasso il cane dal Cedrino al mare
e premia con una carezza il gatto
che nel cortile ha preso una cavalletta,
e se ne infischia di chi spara alle tigri e agli elefanti.
c’è Chi nell'armadio ha i felici ricordi d'infanzia,
e se ne infischia delle rarità racchiuse nei musei
Il principe degli inferi combatte contro la civiltà.
Per evitare il pericolo delle tentazioni e non peccare, scansati.
Esci dall'Eden, dove si spreca il miele, e l'uva passa,
sulle labbra del pestifero intruso, il demonio con un solo dente,
che ronza attorno agli innocenti senza virtù, per perderli.
Non so davvero perchè il diavolo avesse libero accesso all'Eden,
il solo che propugnasse un interesse privato a far qualcosa,
nel suo caso a danneggiare la quiete pubblica. Ah, era anche nemico
del libero scambio delle persone e delle merci! Perchè non toglierlo
di mezzo se ostacolava la pace nel mondo
e la libera concorrenza nel commercio?
A Dedalo penso, inventore della casa accogliente
e delle stanze riservate agli ospiti inattesi e indesiderati,
penso in lui all'intelligenza creativa uscita dallo specchio della natura,
espressa spontaneamente in lui: Dedalo,
nome dell'artefice che da sostanza alla forma dell'immagine.
La pergola sempre agognata da chi ha chiaro lo spirito
ora è sede del Circolo Voltaire del Contone Ballaloi
condotto da Luciano Samosata
dove bevono vino con chi è d’animo mite
i leggiadri che amano far libri in proprio
Ecco il cortile del club di comari e compari
di chiaro spirito affiliato al circolo Voltaire d’Irillai
ostili solo agli stupidi, ai fanatici pronti a uccidere
e agli intolleranti pronti a metter fuoco alla pira
“ E' un dono che possiedo, semplice, semplice: un folle spirito stravagante, pieno di forme, immagini, figure, oggetti, idee, concetti, apprensioni, movimenti, rivolgimenti, generati nel ventricolo della memoria, nutriti nel grembo della pia mater e partoriti nella maturità dell'occasione.” Oloferne maestro di scuola. Pene d'amor perdute. william shakespeare
i labirinti
4 - IV
mummua e mommoi
J. Joyce: l'arte deve rivelarci idee,
essenze spirituali senza forma.
La pergola sempre agognata da chi ha chiaro lo spirito
ora è sede del Circolo Voltaire del Contone Ballaloi
condotto da Luciano Samosata
dove bevono vino con chi è d’animo mite
i leggiadri che amano far libri in proprio
Ecco il cortile del club di comari e compari
di chiaro spirito affiliato al circolo Voltaire d’Irillai
ostili solo agli stupidi, ai fanatici pronti a uccidere
e agli intolleranti pronti a metter fuoco alla pira
Bisogna scacciare e separare in ogni modo la malattia dal corpo,
l'ignoranza dall'animo, la lussuria dal ventre,
la sedizione dalla città, la discordia dalla famiglia,
insomma l'intemperanza da ogni attività. Il grande Pitagora.
Aforisma tratto da frammenti postumi di Kant …
Chi pensa all'aldilà fa come il bruco che pensa alla farfalla
Beato è chi vive alla pari con i suoi simili.
Ogni paese ci tiene a ricordare le sue persone migliori
senza dimenticare quelle piu' laboriose. Samuel Istokj
Che fai, amore mio, di bello in settimana?
Io, a cominciare dalla domenica sera,
aspetto le rondini di primavera!
Il lunedì tento di insegnare a parlare alle mosche.
Il martedì conto gli aculei dei ricci.
Ogni mercoledì mi accorgo
di non sapere cosa sia la verità.
Il giovedì mi vien da credere che
solo col giudizio riconosco la menzogna.
Il venerdì sto col redentore al monte
perché mi protegge dal malocchio!
Il santo sabato, come ogni uomo solo,
in coda o al comando, rischio di
perdermi e di fare brutti incontri.
a manu tenta
<Non si va errati se si pone in collegamento quest’uso parco di
suffissi affettivi con il carattere fortemente riservato dei Sardi.
Non è che la razza sarda sia insensibile: il Sardo è tutt’altro che
freddo e prova amore e odio intensamente; le passioni esplo-
dono con violenza, ma si esprimono in azioni piuttosto che in
parole. Quando odia il Sardo può certamente lanciare le male-
dizioni più tremende. Ma in generale egli è misurato negli at-
teggiamenti e nel modo di camminare, bada alla propria di-
gnità, riservato e controllato nei gesti e nel portamento, avaro
di parole più che ciarliero (ciò che non esclude che quando è
in compagnia di amici provati e di fronte a un buon bicchiere
di vino si apra più del solito e allora possa anche esplodere in
sonore risate). Nel parlare è attento a non compromettersi e a
non tradire alcun sentimento eccessivo. Non vi è dunque da
meravigliarsi che un simile atteggiamento dello spirito agisca
come una camicia di forza nell’impiego di espressioni affettive.>
M. L. Wagner, Historische Wortbildungslehre des Sardischen. Zu sei-
nem siebenzigsten Geburtstag herausgegeben von seinen Freunden,
Bern 1952, pp. 3-4.
A manu tenta.
Mimiu e Miale brentecarrale toccaos sun'a zubale.
Mimiu e Miale, fratelli di pancia e di giogo,
tirano il carro in salita e lo frenano in discesa.
"Noi siamo spagnoli, africani, fenici, cartaginesi,
romani, arabi, pisani, bizantini, piemontesi.
Siamo le ginestre d'oro giallo che spiovono
sui sentieri rocciosi come grandi lampade accese.
Siamo la solitudine selvaggia, il silenzio immenso
e profondo, lo splendore del cielo, il bianco fiore del cisto.
Siamo il regno ininterrotto del lentisco, delle onde che ruscellano
i graniti antichi, della rosa canina, del vento, dell'immensità 1del mare.
Siamo una terra antica di lunghi silenzi, di orizzonti ampi e puri,
di piante fosche, di montagne bruciate dal sole e dalla vendetta.
Noi siamo sardi". G. Deledda
La memoria richiama il passato nel presente
per metterlo in riga. 24 dicenbre 2013 ore 16:
Elisabetta II - contro il - dr. A. Turing;
di questi tempi è la monarchia la parte passiva del mondo.
Dunque la Graziosa regina d'Inghilterra ha perdonato
al Dott. A. Turing, di averlo - 60annifa - condannato
- per indecenza (di chi?) - alla Castrazione
e al conseguente e incerto suicidio.
Bene, la Giustizia Sovrana ha, con tardivo corso,
concesso la sua storica Grazia.
La storia è ricordo, in questo caso della moralità
del sovrano dello Stato e della libertà dell'uomo.
Dunque ricordiamo un'innocente
e una ineffabile regina del mare aperto.
Non il dottor Turing ha chiesto perdono
per quel che non ha commesso,
ma un ministro della sempre più o meno
Graziosa sovrana, discendente di quei formidabili re
che guarivano i lebbrosi nel medioevo,
un ministro che ha giurato fedeltà
alla Regina dello Stato di Grazia che,
come un iddio, ha in dote il perdono di famiglia,
ha chiesto a nome d'un giovane morto 60annifa,
la grazia per la vergogna compiuta dal suo
predecessore che in nome dell'indecente,
questo si, potere del suo sovrano,
ha decretato la dolorosa fine di una persona
che non chiedeva altro che di vivere a modo suo
sulla terra che ospita onesti e delinquenti,
uomini e donne, credenti e pagani, polli e pesci,
papi e re e uccelli e capponi.
Non un presidente venuto dopo un altro
che ha compiuto una estrema nefandezza
aggiusta quell'agire, ma la medesima regina
che ha voluto il misfatto criminale,
ora l'aggiusta (auto) assolvendosi, si è così
perdonata e si è graziata - da se a se -
per quell'atto inumano su cui la vittima
non è mai potutà intervenire
nè in qualche modo, avrebbe mai potuto concedere.
Che Dio salvi la Regina dall'essere appesa con le budella
del primo frate che per ultimo volle arso vivo
Giordano Bruno con la mordacchia tra i denti
per non mordere la mela avvelenata
dai prepotenti della terra -
(che da poco hanno ''perdonato''anche
Galileo di non aver creduto in loro)-
che nemmeno i potenti della democratica
Atene di Pericle diedero a Socrate:
quelli almeno vollero che la prendesse dalle sue mani a se.
Mummua Massaia: la Magna Mater Sarda. Dheddha.
e Billia Portolu: il Minghino Sardo Pater. Dheddu.
Il pensiero si sostiene solo d'aria.
La parola detta percuote l'aria.
Porte e finestre aperte creano correnti d'aria.
Dove manca l'aria c'è sempre muffa
come l'aria stantia e buffa della morte.
Agire è accudire se stesso
pensare è il modo migliore per farlo.
Scriviamo per ricordare ciò che possiamo dimenticare.
Parliamo per esprimere quel che ci frulla in capo.
La memoria è il regno dei morti che han vissuto.
Quando il presente dorme, passato
e futuro si lapidano con uova sode.
In due hanno diviso il mondo,
come due vecchie pantofole sformate
il cielo immenso e puro per gli obbedienti
disperati e a capo chino
e l'inferno ardente per chi solleva la testa
e, rassegnato senza pentirsi
guarda negli occhi la morte incorruttibile
e perciò rispettabile.
Nulla è quel che manca di tutto.
Nel mondo pieno di cose e di affari
si intuisce che il nulla non esiste
non è reale, non è evidente
come l'aria che si respira
attraversandoci.
Solo adesso capisco di non esser nato
per curiosare "in terra, nè in mare nè nell'aria",
mi piacciono, si, le terre coltivate
e non di meno quelle abbandonate,
mi piace che ci sia chi pesca per mare
e lungo i fiumi, anche se io non mai preso
un'anguilla nè una sardina, mi piacciono
gli animali bradi e quelli d'allevamento,
ammiro gli uccelli d'alto volo
e non di meno mi meraviglia lo scricciolo,
rispetto l'aratro anche se non l'ho
mai visto solcare una zolla,
così non conosco il trattore,
nulla so delle semenze
e non ho mai visto un'elicottero fertilizzare
la terra, mi piace, si, mi piace votare
anche più volte all'anno,
rispetto il Consiglio Comunale e il Parlamento
e osservo le loro Leggi, credo di comprendere
ogni credenza e tollero i riti esagerati
perchè il ridicolo è incontenibile comunque
si espliciti, anche in chi crede
di conoscere la genesi dell'universo
e ne stabilisce anche il tempo,
il luogo e il modo della creazione,
ma si sa che la bellezza del vivere
comune è data dalla diversità
delle genti del mondo
e non c'è una lingua che sia migliore
delle altre per comandare e obbedire,
comprendere e rispettare
quel che abbiamo in comune,
si, Si, mi piace, si, vivere
come e con i miei simili e discorrere
tra noi vivi e mortali, alla bell'e meglio,
e bere e mangiare come sollecita il corpo
e pensare come sollecita la mente
per discernere con esempi e riscontri,
ciò che è bello da quanto è brutto
Ditemi, cosa puo avere origine dal nulla?
Siamo di corta memoria e nessuno lo ricorda.
L'uomo senza difetti è così fatto
che nel nuovo ambiente in cui viene
a trovarsi il primo luogo
che ognuno cerca è il cesso
il ripostiglio degli arnesi igienici
il luogo riservato ai bisogni fisici
di gentili e pagani verso i quali
la chiocciola da tempo ha chiuso
gli argini
sciogliendosi nell'umida notte
Quasi nulla di quel che facilmente fanno
gli altri, riesco a fare io.
Posso solo perdonare, volendo, le offese,
i torti e gli sberleffi che ricevo.
Posso anche guardare, volendo,
chi mi è antipatico.
Non sono vendicativo, forse un po' rancoroso,
si, ma non prego la sera, per i prepotenti,
gli invadenti e i possidenti:
prego per i miei denti:
che durino fino all'ora della morte, amen.
Abolirei anche la rappresaglia
se fossimo tutti d'accordo,
dopo le preghiere del mattino.
Rifletto ininterrottamente
se sia il caso di chiedere
-(non un prestito di tempo-denaro, no)
- al buon dio una nuova possibilità,
un'altra occasione, una chance per
aggiustare il tiro laddove ho mancato.
Non conosco la collera degli animali,
nemmeno quella degli uccelli
e ancor meno quella dei pesci:
di quella umana conosco la mia,
che non riesco a domare sul nascere,
anche se effervescente come
la graziosa e rinfrescante magnesia.
Le uniche persone che riesco a comprendere
son quelle che fanno la fila con me
il giorno della pensione
allo sportello dell'empatia:
tutti sappiamo quel che ci aspettiamo:
che non la ritocchino.
Poi tutti da Zommaria Zigottu
il più virtuoso, preciso e battezzato
dei bettolieri d’Ogliastra
e bere alla salute della prossima.
Mai come quando sono triste
cerco di afferrare il perchè
Dicono che quando apro bocca
grido come se avessi perso l'udito
il che non è: sento il canto
di ringraziamento delle formiche
quando rientrano la sera nelle loro cave
alle falde del Gologone monte di Oliena
dove hanno il cantiere per lo sbocco a Gonone.
Dì la tua sentenza quotidiana:
chi molto mangia è di necessità un cagone.
Sempre chi sa parlar bene
coglie il momento adatto per parlare
chi non sa parlare si dimentica di tacere.
Non dimenticare che devi ricordare
di rimuovere le vecchie offese
per far posto alle nuove.
Ciò che si crede vero
deve essere molto simile al vero.
Mito è racconto senza prove;
Storia è il racconto di più testimoni.
Nè Pandora nè Eva hanno testimoni
e non so quanti abbiano assistito
all'assunzione di Maria
in cielo per aver vinto il demonio tentatore.
Le donne sono sempre state
di supporto agli affari maschili.
Componi quando la stupidità
che ti circonda ti opprime
difenditi con affabili sorrisi e pensieri
scrivili per resistere all’’infamia
e sii elegante se ti riesce
Si fa bello e riconoscibile il suo carattere,
sorto dal corpo che si anima
per occupare il suo posto nel mondo,
popolato da vecchi arnesi,
parlo di noi che ci laviamo la testa col sapone,
per l'antico timore che dei pidocchi
hanno gli orfani suonati
dalla vita per essersi fatti campane.
La realtà è trasformabile,
cionondimeno è sempre originale.
Si scusò col Consiglio Riunito dall’ordine
del giorno e si ritirò nel Gabinetto
per dare sollievo al deretano
con una bella grattata che nessun altro
avrebbe potuto fare meglio di Lui
Quel che più conta sono gli stimoli
dell’animo che svegliano la psiche
con stupore, ammirazione e adorazione.
Ciò che so di non poter evitare
mi raggiungerà e sarà inesorabile.
Non voglio credere che chi si forma
– per un non nulla e senza malvagità -
nel ventre della donna abbia qualche
colpa e nasca col dente avvelenato
da un passato ineffabile.
Salute a te, nobile Donna.
Perchè nobile?
Perchè bella, onesta e precisa.
Chiamami pure zietta, cugino o nipote,
purchè con ciò si intenda amore,
o colui che ama colei,
poi ho dell'altro da dire
e cose da allegare.
Ho della tua immagine il modello
della mia donna perfetta,
di colei che mi manca,
della parte più importante
per completare la mia persona
politica che vive in pubblico
con i suoi simili e in privato
con colei che ama
Quello che vedo in te:
non dico troppo se dico che sei
il mio chiodo fisso, la mia cometa,
la mia stella d'oriente, la mia linfa vitale,
il mio immenso mare,
l'aria del mio cielo infinito
il mio polo magnetico, la mia stella polare,
la mia terra quando il frutto matura,
Nulla è successo prima di lui
del mio babbo intendo dire.
Sono al mondo come un in-prevedibile nullafacente.
Niente accadrà dopo di me
se l'onore non mi tradirà
per infamare le mie conoscenze
e la mia progenie.
Nel tentativo di conoscere i timidi,
impacciati e immacolati compaesani
che parlan poco per tema di sbagliare,
come attratti dalle genealogie,
ma, rispettosissimi dell'eloquenza
di preti, avvocati e dottori,
sanno distinguere gli amici dai nemici,
gli asini dai cavalli e le donne
oneste dai questurini in carriera:
- Nel paese dove da sempre si lavora
- fin da bambini - l'argilla delle brocche,
la principale ambizione degli adolescenti
di Ohiai, è di risalire il corso del Cedrino
come per rinvigorire gli intimi rapporti
dei fieri Baroniesi con gli orgogliosi Orgolesi
fino alla fonte dell'acqua nuova, fresca
e buona, del nuovo monte di san Giovanni
cugino, compagno di giochi e compare
di Gesù Nazareno, non senza far sosta
al Gologone dove i cittadini d'Oliena
interpretano gli oracoli di san Lussorio
e li vendono come oroscopi ai turisti
della mitteleuropa così bravi a far macchine
e a spendere i risparmi del loro salario
nelle contrade del mondo civile
e non solo a Las Vegas,
rinomato luogo di perdizione
per via delle carte false, dei dadi
truccati dalle donnine allegre e profumate
come barbieri scostumati e questurini
dove si tuffano gli abili malandrini
che conoscono le più segrete
e misteriose vie dell'orbe terracqueo,
e nel fondo della sorgente contano
di trovare oro puro in pepite
e fiche, dollari d'oro lavorato in Svizzera
e oro di Bosa che incornicia il corallo
del Tirreno pescato in chissà quali
silenziose profondità marine delle quali
parla il più vecchio e incredibile marinaio
d'Irillai, Kikinu Korjola, che ora intarsia
vassoi di sughero scampato al fuoco del '71
che bruciò il Monte delle Janas,
delle civette della notte
e dei cinghiali neri come il sughero
bruciato (gherdhone), ma ghiotti della coccia
di maturi cocomeri lasciati a proposito
dai villeggianti ferragostani nei pic-nic
fuori delle vecchie mura di Seuna e Lollobe...
Davanti alla vetrina guarda
distogli lo sguardo dalla strada
e vai oltre fischiettando
poiché il mondo merita la tua fiducia.
Sii responsabile e non far nulla
che sia irripetibile.
Si sa che a Dio non sfugge nulla
così monarchi sanguigni e buffi leader
- per non essere da meno del buon dio onnisciente -
vogliono saper tutto e a tal fine
si servono di angelici questurini
e spie diaboliche, per i famosi
e misteriosi servizi segreti
così osceni da non render conto a nessuno
nemmeno al papa che perdona i peccatori
ne al sindaco di Urzullè che mette il marchio
di qualità alle salsicce del paese.
Col sole e l’acqua dell’occhio
dell’ortolano maturano i fichi
Nel corteo del papa
Non manca chi suona l’organo
che dà solennità alla celebrazione
costui bandisce le convenzioni
e mangia a scrocco il cibo prescelto
e per il futuro incerto mette da parte
gli avanzi perchè nelle mense dei ricchi
si diverte chi sa mangiare senza sforzo
perchè i commensali avidi onorano la tavola
dove il mondo celebra chi sa vivere nello sfarzo
La fortuna, l'invidia, la morte e la bellezza
usano coprirsi il volto con un velo
per non essere riconosciute in mezzo alla calca
Come il nostro stomaco è adatto al pasto
frugale e abbondante e al cibo cotto e crudo,
e i polmoni sono adatti all'aria fina e trasparente,
e il cuore a pompare il sangue grasso e magro,
e il fegato a rifornire le cellule delle loro ghiottonerie,
e i reni a secernere l'acqua torbida, così, forse,
il cervello è adatto alla mente col compito
di pensare le menzogne più adatte alla giornata
come fossero felici auguri di compleanno
o maledizioni scagliate platealmente
a intaccare il prestigio del cielo.
Ad ogni modo scegli bene prima
di comprare conta assai
che vista e udito concordino
sul prezzo d’acquisto
Senza la memoria non sapremmo quando
abbiam mangiato gli ultimi spaghetti
né con quale forchetta del servizio
da 12 quella a tre o a 4 punte
col manico corto o lungo
Per parlare basta il fiato
per sapere quel che si dice
ci vuole un pò giudizio
Non deve esser bello morir di fame
sulla croce come non deve esser
brutto darne la carcassa a cani
e porci perlomeno si può vedere
sentire rivivere in loro il corpo
e l’anima del defunto, che è
forse meglio farne cenere?
o è meglio seccarsi nella bara al buio
e al chiuso saltando come un verme?
Forse è prematuro parlarne davanti
ai bambini e certo poco
appetitoso parlarne a tavola.
O, è forse il caso di scegliere
prima che l’ora sia giunta?
Da quando la terra gira
c'è sempre un giorno che segue
quel che lo precede e quello odierno,
se non altro, collega l'ieri al domani.
Fantastica scoperta in una grotta del Gennargentu
fatta da un fantastico e ben assortito gruppo
di speleologi di una fantastica e profonda
salina alla inaudita altezza di mille metri s.l.
del mare nelle fantastiche sponde sarde
si tratta di un elegante lago bianco di
fantastico e intonso sale marino
che per la sua fantastica natura
dura nel fantastico tempo siderale
come se nulla fosse senza perun
fantastico dimezzamento della sua sostanza
fantastica e inossidabile agli attacchi
delle orde di mosche e zanzare che
pullulano nelle fantastiche pianure sarde
Non mi annoio perchè ho da capire
la mia indole e quando non ho
da fare considero quello che ho fatto
quel che farei oggi
e quel che potrò far domani
Al poeta serve poco per comporre canzoni
e rievocare l’infanzia libera e scanzonata
forse meno degli altri mestieri più pratici
e meno allucinati
il contadino per vivere libero in proprio
deve avere la terra da lavorare
il pescatore deve essere proprietario della barca
il pastore padrone del gregge
deve disporre del pascolo
l’artigiano puo esser libero di vendere
il proprio mestiere
bracciante e operaio devono avere
la salute del corpo
per vendere la propria fatica
Piano con le convenzioni, piano
tanto chiasso e prestigio sull’opera lirica
a cui mio padre non assistette mai
eppure militò in due fronti di guerra
Dalla necessità di comunicare
spunta l’artificio della composizione di un opera
J. Joyce: l'arte deve rivelarci idee,
essenze spirituali senza forma.
Che fiducia riporre in un governante
che non ha risposto nemmeno ai compiti
scolastici sull’educazione civica,
umanistica e scientifica?
Che ordine può governare chi va oltre
il decalogo applicando all’occhio
per occhio di Mosè il coranico
taglio della mano, la legge di Linch
e quella del Menga, come se volesse
imporre ai cittadini repubblicani
l’ordine dei damerini nella corte del re
Ricordati di dimenticare le offese
e non dimenticarti di ricordare il dovere .
Noi siamo arrivati ad essere quel che siamo
dopo molteplici innesti e svariati incroci
tra gli organismi vivi che ci han preceduto
Difficile è amare, di questi tempi
in questo mondo.
Col destro Adamo ha fatto il primo passo
e col sinistro Eva l'ha seguito
nel miracolo della creazione
e per non essere sopraffatti
dalla monotonia del paradiso
si son dati da fare a modo loro
per evitare che il tutto possa
diventare vacuo e deprimente
a riempire l’eden son rimasti Abele e Caino
Molti se la prendono
– in modo poco riservato -
col successo invece di ripudiarlo.
Non ti riguarda? Non ambirlo.
Sostanza del folklore sarebbero
le tradizioni paesane
di un non lontano passato rivalutato
per dare a intendere ai turisti
che questa provincia
ha conosciuto momenti migliori
Un uomo solo al mondo è impotente
come una voce che grida
nel deserto chiedendo prestiti
o in fondo al mare denso di intrighi
di cattiverie e di pesci sordi come macigni.
Attori e diplomatici usano
il parlar forbito
solo perché parlano a nome d'altri.
L'idioma più bello è quello che dice
la verità sulle cose
è albero chiama l'albero
e non sedia che dall'albero si trae.
Nessuno ha vissuto invano se ha tratto
- qualche volta - sospiri d'amore
desiderando la donna d'altri
ha firmato cambiali e ha pagato le tasse
per mantenere aperte le scuole dove
si insegna a patire con gli insofferenti
gli ospedali dove si curano le ferite
e le strade maestre dove si
assiepano gli eterni affari del mondo.
L'inclito e clemente Battore su groddho
con la cravatta a fiocco contro il malocchio
cerca sempre di capire quel che gli succede.
È quasi un asceta riservato.
E quel che non capisce lo mette
da parte per tempi più comprensibili.
Se son gli alberi a rendere l'aria salubre
assolvono al loro compito naturale
che è filtrare l'aria zozza.
A suo dire.
Si dice certo che è dal coordinamento
dei 5sensi che scaturisce la scintilla
del pensiero intelligente e vispo
come l’occhio del più raffinato damerino
del vescovo di Gerusalemme e Betlemme
Attila rovinò l'Italia e si fece cristiano
i Patalacci rovinano la Sardegna
aggiungendo il ridicolo alla miseria
Passione è la dedizione totale che
si mette nel perseguire un intento
per raffinarlo e goderlo appieno
come appunto pretende la composizione.
Delle volte serbo rancore per qualche
presunto torto senza lasciarlo
eccede re e senza riuscire a domarlo
lo lascio libero di agire, di vivere
come me senza pretese
alla buona, senza cerimonie
non mi va proprio di essere servito,
voglio accudirmi da me
e rimaner sobrio annacquando il vino
temo perciò la calca dove la spinta
di un refolo può abbattermi
come un tronco secco,
preferisco star con me poiché
- con me vicino al focolare - non litigo mai
come nel tempo è ciò che ho di più caro
I potenti parlano sottovoce
- in segreto, tra di loro -
delle cose importanti;
e per incantare la gente
si servono delle dicerie
spacciandosi per democratici.
L'infanzia si prende gioco del mondo
l'età adulta crede di trasformarlo
il mondo, la vecchiaia si quieta
al travolgente sorriso del mondo
che si allontana imperterrito
per continuare senza di Lei.
Ogni nuovo nato trova pronto
a misura del suo bisogno,
luce, aria e un nome adatto
e riservato solo a lui
e lo porterà a spasso nel mondo
con fare naturale e cerimonioso
in cerca di belli esempi che informino
- fin dai caotici primordi dell'eternità -
sui pilastri della vita che fanno la storia (?)
Tutti i torti saranno giudicati dalla
Nemesi con d'arcangelo Gabriele
e da Samuel Istoki di Urzullè.
Gli uomini mangiano per vivere,
vivono per lavorare, lavorano per
campare e campano per godere
il mondo e riprodursi come cani e gatti;
perciò tutte le madri del mondo invitano
i figli alla concordia, a ripudiar le zuffe
e a non adoperare i coltelli fuori pasto:
- E disse al figlio maggiore:
Fai in modo che il tuo interesse personale
non nuoccia ai tuoi fratelli più piccoli
che bisognano di scarpe
E disse al secondogenito: Fatti onore con
amore perché sei parte viva di me.
Non screditarmi, ne morirei.
E al terzo: Non far del male per aver successo,
perché si sa che ogni fiume arriverà al mare.
Al quarto consigliò: Vai avanti fino alla fine,
non temere di morire se quel che fai
è necessario e utile.
Chi ha più da dare che non da prendere
rimanga onesto fino al suo ultimo respiro:
non inganni chi gli sta attorno,
o non ne tradisca le aspettative.
Al quinto disse, non obbedire se quello
che devi fare va contro ai tuoi principi
morali. Per esempio: se ti comandano
di mangiare un panino con mortadella
e fontina per vomitarlo subito dopo,
fa il sordo e non eseguire quell'ordine.
Primo obiettivo degli innamorati
è applicare alla vita quotidiana
i sogni della notte.
Dica ciascuno la sua opinione,
o la scriva, se vuota sarà dibattuta
per riempirla e dica perlomeno:
sono io la mia carne, comunque sia.
“ Buongiorno anche a te!
Anche se il tempo non è clemente,
continua a piovere....
il sorriso non manca mai.
Non manca nemmeno quando
le forze ti trascinano, come un'onda
che trasporta la sabbia dove vuole..
Auguro anche a te, uomo dell'isola felice,
una giornata ricca di emozioni semplici
ma intense!”
Salute a te mia lontana anima pia,
salute ogni giorno e tutte le notti, salute.
Buon giorno
candida stella del mio eterno firmamento
buongiorno
Buon giorno mia anima candida, buon giorno
Luce al tuo volto,
le sia sereno il tuo viso come una notte di luna!
Salute a te nuovo sole del mio cielo
e buongiorno al sole, fiore del mattino, buongiorno
Sii felice tutti i giorni e nondimeno le notti
Stai bene mia dolce signora delle visioni notturni
La vita è una illusione, e l'illusione mi sorregge
nel ricordare quando ci scambiavamo le opinioni
sul clima con gli animali domestici
eran quelli i tempi d'oro e gli arredi della casa
duravano più di una semplice vita
duravano quasi quanto gli attrezzi agricoli.
Nessuno va nudo per il mondo
e come nessuno si muove senza far gesti
così nessuno se ne sta zitto
senza nemmeno sbadigliare
per non sbagliare.
Parola e Azione.
Spontanei frammenti di montaggio,
naturalmente senza scopo.
Il verbo e la scoperta che il corpo
può danzare, saltare e camminare.
Frammenti di poesia e prosa che danno senso
al mondo, come strade, case e gabinetti.
Tutti al cesso a far poesie d'amore.
Soggetto e Intreccio: vivere con amore le idee,
frutto della carne volgare e dell'aria fina.
Lia Carai la più bella sarda d’irillai
che ha servito in famiglia nella casa
di monsignor Della Bua, iI padre
faceva il postino Sardo a Lollobe
ed era molto infelice sebbene tutti
i paesani fossero amici suoi pronti
a punzecchiarsi con lo stilo per il due
di spade e due asparagi. Per Lei
l'atto amoroso era il respiro del mondo
volgare, così il richiamo del gatto ,
i sospiri di Giulietta e Polifemo
i gemiti delle balene e il canto
della civetta di Farcana, riempiono
di popolo il mondo e lo vivono
volgarmente nella deriva.
Divi, gioiellieri e governanti, son tutti
tracotanti e non sanno piangere
pari degli insolenti, prepotenti e pigri,
se ne infischiano del bastone
e come l’aquila baldanzosa che beccava
Prometeo, par che dicano:
me ne infischio del genere umano.
La verità deve avere
un'intima parentela con la realtà.
La verità ci riguarda da vicino
quando vogliamo aver ragione.
Non mi riesce di vedere quel che vive
senza carne e se non li scrivo
non vedo nemmeno i miei pensieri.
Tutto ciò che l'uomo fa per vivere
a modo suo, è volgare:
mangiare, vivere e dormire,
è l'esistere del popolo minuto;
che diavolo sia lo spirito raffinato
e aristocratico, di cosa sian fatti
quelli del rango che vive d'aria,
non so proprio e non riesco a immaginarli.
O dio, è il mio limite
e non ho mai voglia di piangere.
Dicono che sian beati quelli
che per non soffrir più
han finito di godere la campagna fiorita
e non potranno mai più vivere
come in gioventù
quando erano attratti dalla città.
Dicono che per far vivere i risparmi,
bisogna investirli
quindi chi ha i soldi li faccia circolare
Ai palestinesi, che estranei al pandemonio
successo in Europa dal '33 al '45,
fu espropriata o pagata a qualcuno
la terra dove vivevano, furono quindi
costretti a scontare come responsabili
partecipi della immane catastrofe accaduta.
Con la nascita e il battesimo,
anche la condanna è da mettere nel conto.
Aspettiamo il giudizio finale con la
speranza di non essere condannati,
bensì compresi, perdonati
e in extremis salvati,
data la nostra inequivoca non colpevolezza.
La provvidenza è il ciclo dell'anno
che ritorna con le sue stagioni,
col tono del vitalizio – vacanza -
qualche mese di burrasca
e un inverno fuori casa, come
concesse da un buono e gran signore,
proprietario delle cose più belle
che brutte,
che non ha nulla da rimproverarsi.
Ma è il caso che, appunto per caso,
governa il mondo a casaccio.
Il destino che ci percuote con un libro
colorato si arresta a sera inoltrata
e prosegue spavaldo col primo canto
del gallo sardo d'Irillai che annuncia il mattino.
Nessun bandito nel nostro paese
ha mai disdegnato di travestirsi da
donna, pur di sfuggire ai barazelos
indossando uno scialle della madonna
trapuntato d'oro e non un manto
rustico del contadino che lo salva
nei momenti cruciali della vita.
Quando a Irillai si demolisce la casa,
i vicini stanno sul chi vive,
memori di sconosciuti bombardamenti
(da noi son stati fatti i rifugi antiaerei
dopo che i nazi tedeschi avevan
bombardato Coventry)
e di inevitabili crolli di fine secolo.
I rifugi fatti a Irillai avevano un’entrata
senza uscita come le tombe
Ai ricchi piace il lusso
che i poveri trovano provocatorio
così i grandi ricchi non ostentano
più i loro beni per paura che le loro
sontuose case siano invase dai topi.
Egli fu il più elegante dei padri
e di professione urbana
raccolse pietre preziose per star bene
far casa e risparmiare per i figli.
Dal nuovo vangelo.
Al figlio spetta l'eredità del padre
per attuare la sua volontà.
Per fare di testa tua,
conta sul mio portafogli.
Mi par giusto, mi hai fatto
ora soccorrimi.
Per l'edonismo la realtà
e quindi la verità
sono le sensazioni del corpo
come da protocollo.
Chi ha un cane per amico
può fare a meno del gatto
della pittura e della poesia
ma non della caccia.
Avrei fatto l'attore
se avessi avuto il dono della grazia
di dir bene le cose
di muovermi come un ballerino
e di applicarmi come un certosino.
Non ci rimane che l'arte per vivere
con poco alla poesia bastano le briciole
del mondo che cadono dalla tavola.
L'orizzonte, come la verità, non si può afferrare
quando ci sei tu non c’è più lui né lei.
Fingere è utile, quando è necessario,
e, se ci torna comodo, è anche bello.
I primordi dell'isola ci sono così lontani
che nemmeno il sole ci arriva in tre giorni di viaggio.
La parola è l'espressione di quel che ho visto e sentito
e di quel che ho toccato, odorato e gustato.
Il sogno riassume il passato deformandolo:
Un suo bacio, quello della mia rosa canina:
volevo essere di qualche valore per lei
in sogno sa di radura nel bosco
il sogno pesca nel passato e lo deforma;
poi la vedo di spalle che si allontana
tra due amiche verso l'uliveto
e prima di scomparire ti guarda appena,
come una sconosciuta che coglie le olive dai rami;
la rivedo seduta sul muro del ponte di Mastrefe,
dove le innamorate deluse usano lasciarsi cadere
nel vuoto, una prima e unica volta nella vita.
Rinuncio a qualcosa per veder chi mi comanda
e non voglio aver screzi con me
dal momento che mi è capitato
di viverci e far vita comune
anche se solo vedermi
allo specchio mi deprimo.
Necessario è qualcosa di cui non si può
fare a meno e non sono un ragno
per arrampicarmi negli angoli alti
della finestra per pulire il vetro .
Prendo quel che mi è dato
e senza saper chi ringraziare
mi rassegno alla sua volontà.
Dovete rassegnarvi a quel che accade
senza che nessuno vi abbia chiesto
di intercedere per qualcun'altro.
Vendicarsi è come salire sullo stesso
treno dell'omicida e pagare lo stesso
biglietto con la stessa moneta corrente
gli assassini hanno corpetti di velluto invisibile
per proteggerli dalle proditorie pugnalate.
Siccome alla volpe non riusciva di prender l'uva
allora si disse che acerba era l'uva.
Siccome non si capisce come è che della carne
viva riesca a pensarsi senza un perchè
allora si borbotta che sia infetta o sia imperfetta
e vada quindi perlomeno corretta e battezzata.
Quanto è dato alla mia esperienza
il momento migliore dell'esistenza
è quello della procreazione
devo dire di ineguagliabile piacere
senza pena veruna.
Se la vita ci è stata data per penare
far figli non è certo penoso
ma è il più piacevole dei premi.
Perché anche chi tra noi nasce
felice può morire disperato?
Rimane del ghiaccio da rompere
tra persone libere e qualcuno
deve pur farlo, abbiamo facoltà
di scrivere e la nobiltà ha con te
con le tue poesie, nuovamente,
il posto che aveva perduto nel mondo;
grande è la voglia di conversare con te,
degli affari che avvengono attorno a noi,
ma basta, ora che la sera ha disteso
le sue ali e dedico a te una scarna
e misera storiella che si accompagna
come le corna appuntite della luna
che adornano la notte come la fronte
di un torello:
- Bada a te durante il viaggio,
disse la moglie appena il marito spirò.
Fammi sapere come ti accolgono i conoscenti lassu'.
Salutameli se si ricordano di me.
E avvertimi prima del tuo rientro
così che all'arrivo possa riaccoglierti
come un guerriero incolume
con un cosciotto d'agnello al forno
e un fiasco del cannonau di Marreri.
Ps. Visitare i musei serve per osservare
nel riquadro della Melanconia di Durer
16. 3. 2. 13
5. 10. 11. 8
9. 6. 7. 12
4. 15. 14. 1
Con ciò buon riposo a te, donna Lucia serena
che le ore della notte siano propizie alla tua
salute per esser ancor piu felice con la tua
luna al suo quarto e sogna
perché il sonno senza sogni
è da essere di mortale
ubriaco come Polifemo e Noè
Ciao, da Boreddhu Macoco, duca di un
sacco di juta pieno d'aria d'Irillai
Non sprechi tempo esercitandoti a parlar bene
in casa, in piazza e in tribunale
Dovrei domare i miei impulsi ma ho altro da pensare
La pornografia appartiene alla coppia
di innamorati perduti
e pazzi dei giochi d’amore
La vita è una tela che copre lo spazio celeste
con cui il tempo non manca di divertirsi
squarciandola in varchi vitali
come usano i macellai con porci e vitelli
Gli avidi al comando dan triste fine agli atei
Euripide fan morire e Luciano mangiati
dai cani e Voltaire fan morire
sazio come un infante della sua caca
Novello Endimione meno sonnolento del vecchio
Sono anche innamorato, forse per questo gentile
Dimmi qualcosa in più Luna Distante
Per comunicare e conversare a distanza
con la Luna che solo a te io
penso sempre indaffarata Luna:
Luna, ritrovarti è stato simile
all'avvio della guarigione verso la salute
Luna, dai sprone e coraggio ai desideri
Luna, ogni momento è buono per amare
Luna, ogni distanza scompare per amare
Luna, non c'è giorno dell'anno che non
favorisca l'amore, Luna, dai brio all'animo
che cerca fortuna in amore
Luna, sappi che non c'è malattia
peggiore del non poter e saper amare
Luna, sappi che sto male quando
non ho la donna da amare
Adorabile Luna, ti auguro tutto
ciò che tu sai che ti si addice
Sorniona luna che de-canta la poesia che dorme!
Ma la tua luna umilmente si prepara a
un'altra giornata di affanni l'aspetta.
Non c'è molto tempo e voglia di raccogliere i pensieri.
Forse una volta stese le stanche membra
rinnoverà l'antica preghiera...che la notte vegli
dolcemente e che le stelle accarezzino i sogni
per farli risvegliare con l'aurora più bella!
Serena notte a te cavaliere dei tempi antichi....
Grazie Babore Babosu, mio Endimione,
sei molto gentile.
Ti auguro un buon inizio e fine di settimana.
Con l'idea di dio
(il punto cruciale del pensiero in sviluppo,
per le persone nella caverna, per i soldati
in caserma, nonché per gaglioffi
e bellimbusti nella taverna)
si cerca di contenere la ragione esuberante
del mondo libero. L'idea di dio è
l'affermazione della prepotenza maschile
sulla sopportazione della terra al femminile.
Le idee sono la dinamica del mondo
aperto al cambiamento.
Gli accumulatori di capitale
– come gli avari risparmiatori che non
mangiano per non consumare le provviste -
se ne infischiano dell'idea di dio
come propulsore principale del mondo.
Tutti gli dei che vengono dall'oriente
(dove spunta il sol dell'avvenire)
finiscono sempre col tramontare nel mare
occidentale dove, già da domani,
possono rinascere innocenti e immuni
da peccato, sempre a oriente,
puri come il sole che – non da ieri -
ha impresso costanza e velocità al mondo
senza dover mai accelerare nel rettilineo d’arrivo.
La libertà è la possibilità di scegliere
quel che gli pare e piace
di questo mondo infame e nondimeno portentoso.
La ragione è la chiave
che spalanca le porte intime
- e semi-aperte - della natura.
Colui che trasforma la natura
trasforma se stesso,
dato che nulla è più naturale dell'uomo.
La natura non è umana
se l'uomo non ridiventa naturale
e si riapropria del sublime
piacere che si prova procreando.
Usa il circonflesso per i finali con la doppia i
perchè
quando mancano gli schemi
il mondo va a soqquadro
poiché
ogni nuova filosofia ha a che fare
con la zavorra (nel senso che butta via
la vecchia e ripristina l'antico equilibrio)
certo è che grazia Deledda ha preso,
dato e avuto lustro dalla sardegna
per poi abbandonarla come medea
col vello d'oro dato a Giasone
che la ripagò con la stessa pelle
volando via col deus ex machina
altrettanto antonio Gramsci
che della sardegna ne era originario
e oriundo ed è morto in galera per cercare
di capire il perchè del fascino del fascismo
cosiccome emilio Lussu che dell'isola
fu paladino tanto da guidare i fanti
(per l'idea dello Stato) contro l'Austria
che da duecento anni l'aveva
fatta finita con la sardegna
ma che sarebbe stata la sardegna
senza Graziano Mesina, l'aga Kan,
Gigetto Riva e silvietto Berlusconi?
Sarebbe rimasta l'isola di josto e Amsicora
amici e nemici
sia di Annibale che dei romani,
di frà ignazio che parlava ai mufloni
ed eleonora d'Arborea che ai ladroni tagliava
le mani come i mori, di amedeo Nazzari
che se ne infischiava dei cinghiali
e dei cruciverba
Cos'è la volontà collettiva se non la
volontà sovrana della maggioranza?
Nelle belle scuole si insegna ad insegnare
quel che a pochi è dato indovinare:
dove è quella casa fatta con le ossa dei morti
dalla quale nessuno spirito può evadere?
Ciascuno di noi contiene una parte
della scintilla che schizza
e anima l'universo dove ciascuno
è unico e solo tra le infinite
schiere di suoi pari tutti pronti
a spingersi e scompigliare le ordinate
file davanti agli sportelli delle poste
forse fino a scardinarli se manca la pensione
Aspettiamo una vita che le nostre
contraddizioni maturino che siano congrue
come grossi foruncoli che aiutiamo a venire
in suppurazione con la prodigiosa malva
e poi scavare nel corpo marcio
La realtà è il mondo in cui vivo
dove bianco è l'inverno e calda è l'estate
quando riluce la primavera e s'indora l'autunno
la mia realtà è sapere di poter fare qualcosa
e poi allontanarmi come posso dalla porta
che mi si chiude in faccia a fine corsa
Se uno spirito ha prodotto il mondo
quello è lo spirito perenne del primo Sole Ardente.
La realtà è il dominio delle circostanze sovrane
La realtà concreta è l'esistenza del mondo
che ci sostiene in vita ogni giorno,
con i prati fioriti i cantieri gelati, le case
riscaldate, le chiese con doppi altari
le scuole di più classi, le fabbriche,
le carceri, gli ospedali e i campi
di calcio e golf dove ai ruminanti
è impedito brucare la tenera
e fresca erbetta
Il mondo è una gran fabbrica
dove ogni mezzo è adatto al suo fine
vivere e morire senza cicli rigenerativi.
Fai parlare di sé chiunque ti sia vicino
ascoltalo come si deve e sentirai com'è
minuzioso quel che racconta della sua
famiglia e come emerga e risalti la sola
impronta della sua modesta e bella figura.
Egli, chiunque parli come Tobia, il gallo d'Irillai,
è quello che per primo sparge la voce nei dintorni
del quartiere attento alle novità
e poi fa i dispetti al merlo nero
che dopo il tramonto si confonde con la notte
Che il mondo dei miei pari mi condanni
più di quanto meriti, mi dispiace per davvero;
ma non tanto quanto aver offeso
e poi spacciarmi innocente come la maria
Con le usanze del mondo nasciamo
e con la voce dello spirito;
con i costumi del paese lo lasciamo
e con il silenzio dell'anima.
Come cantassero i giganti dei nuraghi,
a tenore o a ghitarra o a voce singola
come Minzone il primo gallo del Kuzone,
poco importa, come poco importa sapere
con che affettuoso nomignolo la madre
chiamasse Samuel Istoki negli anni
dell'infanzia a Ohiai, ma, per quanto poco
importi, non li allontana dalla nostra curiosità:
quella tipica d'Irillai che penetra al fondo delle cose
Tzicupepe Bosinco, stuckatore ambulante
d'interni, bosinco, primo poliomielitico
venuto dal Nilo per risalire - a tempo perso -
il Temo e brillare come i più illustri personaggi
d'Irillai a cui non sono mai mancati i libri
di seconda mano che sanno come e quanto
i ricchi soffrano se mancano del superfluo.
Devo e voglio credere alla mia coscienza
che forse un tempo ha sentito la voce
o il richiamo del Signor Tzilibriu e della
sua nobildonna Iscopercada, sovrano
del tempo lungo e breve, dell'alto e del
basso, del grave e del leggero, del denso
e del frizzante, del piano e dello scosceso,
del dritto e dello storto, del rettilineo
e del curvo, del destro e del sinistro,
dell'accuminato e dello smussato, del puntuto
e dello scornato, della salita e della discesa,
del cerchio e del rettangolo, dello stantuffo,
della trivella e della vite di Archimede
Ho sempre condotto la mia vita in coda
perchè nella mia indole è preponderante
la parte che segue sempre chi mi precede
come l'ultimo del gregge che
– col suo passo incerto -
cerca di non smarrirsi all'uscita dal club
e perdere il contatto con i suoi simili
sulla via del ritorno al nido.
Difficile davvero non essere tutti
d'accordo sulla verità del qui e ora
della realtà che più della verità
di dio, è vera la realtà del mondo
che è quell'aspetto della natura
che si riempie di premi e castighi
vino e aceto, ricompense e punizioni
gioie e dolori, odi amari e dolci amori
semi e sale...
Come l'ape produce il miele
così l'uomo fa col fiele.
L'imbroglione ha l'arte di spacciarmi
la sua merce peggiore
come la più conveniente del mercato
Il prepotente invita il mansueto alla
marrania, sfida al converso:
se sei cristiano mangia il maiale
Gli ingrati si nascondono dietro un'apparente
e formale “grazie”, dimenticando che la
riconoscenza è muta per agire di nascosto
Il perdono è necessario all'omicidio
per evitare la vendetta.
La miglior democrazia è quella vaga
forma politica più prossima
all'utopia che rende vana la polizia.
Di ciò predicava san Francesco col suo:
Farò da bravo pur di aver sicura la vita eterna.
Pare che Hitler dicesse dopopranzo:
Mi castighi Dio se lascerò un suo ebreo vivo
hitler, cui nessun dio assediò la coscienza
diceva un rosario e una requia
prima di reagire agli spropositi della moglie
che, per naturale impulso e impeto primordiale
avrebbe buttato dalla finestra del terzo piano
nel cortile delle troie incontenibili
Come i preti d'Ohiai Benimindhe,
si disperano per le infinite schiere
di anime cadute nelle trappole diaboliche,
così i filosofi d'Irillai Afuttitindhe,
contemplano il mondo universo,
e se ne infischiano dei lenoni che trattano
– per un kilo di torrone - la verginità
delle fanciulle al fiore di corbezzolo.
ore 2 del 2 nov:
Quando...l'obligo di vivere fa s-correre
il tempo si ricorda la morte
e i suoi seguaci tirati a nuovo;
solo i miseri la seguono come
possono, con i suicidi che giocano
d'anticipo sul tempo concesso
Chi ha da fare con se in privato
trascura i banchi pubblici della piazza
del mercato (dove si trovano i clienti)
ma quello che mostro in pubblico
voglio che sia il meglio di quanto riesco a fare
Gli onesti cittadini d'Irillai
– con le mogli al fianco -
pongono al centro dei loro interessi
quotidiani la curiosità, la sorpresa
e la meraviglia che acquistano
– a debito - dai banchi del mercato
dove al corpo non sfugge quel cibo
- o alimento -
che lo soccorre nei momenti di crisi
Naturale la mia nascita, che può essere
stata sana o malata; artificiale è il destino
nell'ambiente che mi riceve, che non è la nuda
terra che accoglie l'animale, il quale non si
affrancherà mai dalla sua sorte
se vivrà lontano dall'uomo.
Il mondo, col pur pesante fardello
d'ingiustizie, non nega
a nessuno il suo letto di morte.
Gli eroi son quegli esseri che vogliono
e devono essere liberi
per correre dove è necessaria la loro opera;
mentre i santi se ne infischiano della libertà
pur di rendere necessaria la grazia di Dio:
così essi chiaman Dio solo il vecchio sole
sovrano dell'antico e ardente Campidano.
Forse solo il sole ha il dovere
di esser unico come un dio
(- col compito, non fosse altro, che di far luce -).
Finisco ogni sera la giornata col chiedere:
Mah, cosa avrà voluto dire tutto ciò?
Ciò che è necessario condiziona la mia vita.
Come per quelli che - con le scarpe nuove -
vengon su dalla Baronia dove, non da molto
gli affari pubblici si svolgono al mercato
Sognai la Commune di Parigi
Poi avvenne che Petain governasse
Metà della Francia ambita dal ‘’nostro duce’’
Almeno la Savoia, ma reclamava anche Lione
La vecchia memoria è il regno dell'antico
ricordo che ho di Orzai e dei sarcofaghi
egizi dai quali han preso forma le bare
Nacqui semplicemente per imparare
a vivere dolcemente con le mie donne
che accetteranno il mio fianco per
compatire – oddio che devo dire! -
le mie pene, mettere le mani in pasta
e morire comunque e forse serenamente
I problemi son tali solo per chi
si assume il compito di risolverli.
Al punto in cui sono
devo sapere quel che mi rimane
da fare e fin dove sperare
(o me ne infischio?).
Non so come fare, ma devo
cominciare a dubitare di me stesso.
L'azione è quel che la mente ha deciso di fare
la contemplazione è l'analisi di quel che la stessa
mente si ha imposto di portare a termine..
Quel che ricordo è vita passata
quel che accade ora appartiene al futuro
che sarà di certo incorrutibile
perchè sarà senza di me
che dovrò starmene quieto e in disparte.
La gloria è il bel ricordo di ciò che si è fatto
come il brutto ricordo ne è la cattiva fama
e la vanagloria sarebbe l'inutilità
di aver vissuto nel bene e nel male
La realtà è quel che il senno
si guarda bene dal negare.
Cos'è in fondo la realtà?
In sostanza quel bell'insieme di cose
che non può fare a meno della mia presenza
effimera quanto serve a non ingombrare il mondo
Siam venuti su dal nulla di Lucula
(con la realtà - o guida sicura -
che ci accompagna dal principio alla fine)
e col senso dell'errore, quel vago senso
che ci fa sentire di aver sbagliato
qualcosa già col primo vagito
dopo il lungo silenzio della gestazione
e senza aver mosso un dito in campo aperto,
con una viva curiosità del verosimile,
come sapere il perchè delle cose
che avvengono nel mondo
e addirittura il perchè dell'universo siffatto
con vasti campi vuoti e incoltivati
tra una stella e l'altra, adatti più che altro,
alla contemplazione delle cose gentili
e belle che nascondono la posizione
dominante dell'artefice, o, per meglio dire,
la sua gloria eterna che se ne infischia
di essere rivelata alle genti incredule
e pagane che popolano le simpatiche colline
della Baronia di Onifai e del più ampio circondario
La durata del mondo è una vita continua
Che dipende dalla mia durata.
Abbi cura di te, gli disse lei
e allora lui si pettinò.
La strinse tra braccia e la carezzo’
lungo la schiena Gli solleticò il costato
e lei rise come un fiorellino al sole
Così lo baciò e la folgore di Giove
fulmino’ la stanza.
Dheddhu, opera prima.
L'intelligenza è il distillato della natura.
Non so davvero che senso abbia il disputar
con dio per la primogenitura dell'uomo nel mondo.
Forse perchè sempre dell'uomo si tratta;
stirpe di massaie e bellimbusti che si crogiolano
al sole come un alambicco sul treppiedi.
Non capirò mai i preti che impongono alla donna
Di adattarsi all’uomo
Che c’entrano loro
Che han ripudiato la donna immagine della madonna
Nell’affare femmineo e mascolino?
Non le amano? Non si intromettano!
Non capisco il rimprovero dei figli ai padri
non capisco i figli che rimproverano i genitori
li capisco meno di un dio terribile e lontano
e li capisco anche meno delle vecchie delusioni
che hanno mai da ridire sulla condotta materna
che per almeno una decina d'anni li ha presi per mano
meglio di quanto facesse Atena la Vergine con gli eroi greci
(educatrice dell'umanità prima della Maria Madre di Dio).
Essi figli, che più degli schiocchi di frusta
hanno sentito le preghiere della sera
perchè ora levano la loro stridula voce
da rapace su quella stanca della madre?
Ogni religione che manifesta il suo carattere
genera scintille
come a volerne imporre la tensione alle religioni sorelle.
Vicino al bianco giglio canta l'usignolo
mentre le pie madri d'Irillai raccontano ai figli
che i gigli crescono dove sono sepolti
quei bambini che soffiavano il piffero
fatto con le loro mani destre e sinistre.
Non posso dimenticare quel che sono stato
come deve esserlo stato facile
per coloro che si immergono nell'oblio
quasi che altri siano stati gli autori
del proprio passato.
"Se non si resiste al male i governanti scellerati
fanno tutto il male che vogliono". N. Macchiavelli
La bellezza, la fanciullezza, la bianchezza
e la corposità del mondo
entra dalla bocca ed esce dal tubo di scarico.
L'uomo è la staffetta che avverte
dell'imprevedibile ricambio del mondo.
Nulla e nessuno si è fatto da solo e la stessa formica
– che nessuno ha creato, né si è fatta da se -
viene da più lontano di quanto si possa immaginare
ora segue il Gologone per arrivare a Gonone.
Il primo equivoco che viene incontro al neonato
è quando la fame gli fa scambiare il giorno con la notte.
Ogni buona plebe (o popolo degenere)
ha il giusto tiranno che si merita:
dal demagogo ufficiale al pontefice massimo
raccogliendo via via un cacico di scarto
della vecchia nobiltà milanese..
Uno dei frutti migliori nella creazione del mondo,
di nome Kant, nel deplorare la vecchiaia,
diceva che una persona di buona volontà si trova costretta
a evitare la gente a causa di una crescente disillusione per la specie.
Sono veramente poche le persone che non deludono le nostre aspettative,
e ne tu, ne io, entriamo nel sempre più ristretto novero.
Dagli anziani del Contone Ballaloi, che hanno viaggiato
prende esempio la gioventu che vuole abbellire il mondo
con i colori dei giardini d'Irillai
dei vigneti di Marreri.
e degli orti d'Isporosile
C'era della zuppa in tavola e un po di vino
che in quel tempo non mancava mai
ognuno lascia sul bicchiere l'orma delle sue labbra
e come un gioco si risolveva l'indovinello di Omero
di colui che vedeva nel buio dell'animo
sui pescatori che lo traghettarono su quel fiume
dove le tempeste duravano un breve istante
giusto il tempo di apprendere l'alfabeto
e considerare la calma in rapporto al clima
e ridere improvvisamente e di sfuggita
la dove la terra finisce con l'arginare il mare
(il globo è una sfera di fuoco che
raffreddandosi diventa terra e sale)
Le parole parlano delle cose del mondo
per conoscerlo e governarlo.
Da quando il tabacco è visto come il cancro
nessono fa più cerchi di fumo
e i discorsi finiscono sul costo del funerale
Pensar basso è all'andar del corpo che mangia
e defeca per star bene, pensar alto
è l'amor sublime che surroga il sesso riproduttivo
Credimi e se vuoi fermati, se no passa oltre.
Che Dio ci aiuti, com'è nelle sue abitudini
e pensi a noi stravaganti come al polso del tempo
misurato sull’avvenenza delle paesane
belle come cortigiane
Avvelenare il mondo è il diffondere
l'idea che siamo tutti assassini
quelli che negano ai nati
il diritto di stare sulla terra
C'è del veleno tra noi, certi malefizi al lavoro
e sentore d'erbe malefiche in fila
davanti agli sportelli delle poste.
Odor d'incenso in chiesa e di pesce al mercato.
Il veleno della maldicenza rovina il mondo.
Chi mi spinge in strada dice: Fai finta di niente.
M'hai fatto male. Scusami; non lo farò più.
Ho perso un occhio. Abbi cura dell'altro.
M'hai rifilato un calcio: ora puoi sorridermi.
Non è successo niente,
dice chi tampona le auto in sosta.
Avremmo avuto un mondo di macerie
se ognuno si fosse portato dietro la casa
al momento della morte fatale che rovina le case...
Ricordati che ti ho fatto io
disse il fattore del mondo al figliol prodigo
che si aveva giocato a carte il gilet
Finchè ci sono io, questo è l'ordine
Dopo di me, lo sfacelo dei dadi.
Dio, fammi onesta.
Bella mia, questa è l’età che ha raggiunto
il limite di guardia, se qualcosa manca
sono forse i requisiti accademici
d’ora in poi la mia corsa è finita
e non è stata un granchè ginnica
anche se ha svelato una natura allegra,
fors'anche spiritosa, dato il mio stile personale
che non sfida alcun dio a singolar tenzone
nè da pensionato sedentario che sa
di non essere forte come il Baldassarre
che sfidò Dio a singolar tenzone in una piazza
di Lugano, me ne sto in quiete
davvero come vorrei che stesse chi mi è ostile
al fine che si rabbonisse prima che l'affare
diventi intollerabile al bun-bum del cuore
che potrebbe significare: si è no - ora si è ora no,
preferisco affidarmi al giudizio del sennò
ora a te, il dado l'ho tratto, disse il signorino
dei 4mori che voleva avvelenare l'acqua
della fonte per farsi principe di Lollove
stai bene, mia bella di Seuna, e che il Gran dio
di Baronia non ti neghi una meritata felicità
Il cielo è un gran pacco sottovuoto
e ghiacciato nelle parti dove non splende
il sole, affinchè le cose durino a lungo
e rivivano poi quando al momento
opportuno saranno richiamate in vita.
I greci avevano i loro dei
gli arabi hanno il loro dio simile
in vaghezza agli altri
noi abbiamo la nostra deliziosa croce
che ci circola nel sangue a nostra insaputa
e della quale faremo a meno solo quando dio vorrà.
Mi capisco.
Dicono che si nasca col peccato
c'è quindi bisogno di qualcuno che perdoni.
Sono il primo a perdonarmi e lo faccio di continuo.
Un campione esemplare.
La civetta di Farcana si desta al tramonto
e, fatta la sera, canta fino all'aurora
quando rientra a casa l'innamorato respinto
che siede accanto al focolare spento
e si cosparge il capo di cenere prima di appendersi
come un salame dentro un sacco vuoto.
Son tra quelli che fan compagnia
al silenzioso corvo della notte
il gufo che canta sotto casa,
il merlo e l'allodola, il tordo
la capinera e lo scricciolo, il fringuello
e il cardellino che vola basso:
sono il passero d'Irillai che non dorme mai.
Là dove batte il picchio,
è nascosto il segreto del mondo.
Egli, il picchio – e non il segreto -
è nato col dono della costante pazienza.
Il più segreto e profondo dei misteri
è racchiuso nel corpo umano:
non capire come e perchè funzioni,
ma perchè funzioni
così bene sbalordisce di più –
tanto è capace di trarre da se
più del necessario, come vedere il sole
a occchi aperti, contar le stelle
con le dita, cogliere più mele con la
mano che solleva la luna con la leva.
Parla bene per esser capito meglio,
disse il merlo al corvo, mentre bevevano
alla sorgente di Mimiu Milianu Pilisau
che non usciva da casa senza
il gilet di velluto liscio del padre
Ciò che deperisce è buono
e uno scoglio sarà sempre una pietra
a mollo che non si guasta mai.
Il lamento delle galline nel pollaio
avverte il mondo quando son trascurate
dal neghittoso gallo d'Irillai che svetta
impettito sul campanile col rosario
La porta di casa dell'avaro stride
come una gazza, ogni volta che si apre
per avvertire che non c'è niente da dare
C’è chi si tiene il gatto in casa
non per prendere i topi
ma per annunciare in anticipo
l'arrivo del maltempo.
Il postino suona con l'insistenza della cornacchia
mai stanca di gracchiare la sua ragione di fondo
Quando le rondini rasentano il suolo
si ricordano che sulla terra
torneranno comunque a meditare.
Quando il fringuello non ha niente da fare
canta, come gli irrequieti Compari del Contone
che, finita la perzenia di Marreri
(liquido che scioglie in lacrime le parole)
intonano una mesta cantilena sulla via di casa.
Da piccoli ripetevamo il canto
della cornacchia notturna
e dell’usignolo mattiniero
che annunciavano il bel tempo
ai poveri di spirito indomabile
Prima del flagello dei Visconti del Sud,
banditi e proscritti, scampati ai venti
contrari, al mare in tempesta del Tirreno
le cui onde maggiori fanno invocare
la fortuna per approdare qui o lì davanti
a Roma per raggiungere la fiera delle famose
femmine fertili, feconde e un po folli
(pur nate col vivo desiderio
di avere sempre l'animo tranquillo)
dove le mogli con la viva passione d'amare,
si comprano al miglior prezzo del mercato
e portarle nell'isola per migliorar la razza
della passerotta sarda che ha svanito
quella foga amorosa che un tempo
la portava a spuntare a sangue
il naso al ganzo incredulo,
della famiglia dei boscaioli iracondi
e agili anche con la scure pesante del babbo.
La fortuna è una combinazione fortuita
attesa e inarrestabile di cose buone
Come il sole, in quel preciso momento
e solo nel luogo più adatto.
Perciò i piccioni del Contone Ballaloi
guardano a oriente.
Il passero sardo canta sempre
che è una bellezza, quando ha fame.
Un dettaglio di lei.
Chi la ricorda non la fa morire.
Morirà con me il ricordo che ho di lei.
La ricordo venire fuori dal tranquillo Tirreno.
Ricordati il mio volto e delle parole dette.
L'incertezza del lungo volo è l'incognita
che mi si addice come un ricamo
a una camiciola di lino
cinguetta dubbioso il pettirosso della siepe.
Noi siamo nati da un gioco
- per lavorare e - alla fine
morire possibilmente sereni
con camicia di lino, gilet e senza debiti
con le scarpe lucide e comode
per il viaggio.
Il piacere è quel che ci viene dai sensi
di un corpo sano
come quello del cardellino che vola basso..
La felicità ci viene dal giusto premio
al lavoro fatto. (?) La felicità mi viene
dal sentirmi canticchiare senza sofferenza.
Che cosa sono io per potermi dire
che sono vivo?
Una rondine? No, e neppure un gufo
Forse sono uno che potrebbe amare.
Penso che il principio della vita
sia il sapere di averla.
Da che mi viene la certezza che io sia vivo?
Dalla testimonianza dei miei simili
che affermano in coro:
Riconosco il tuo volto:
tu sei parte del nostro coro
di canto, ballo e rebotta:
perciò ami la vita.
Il fine della mia vita è viverla alla buona
in schiamazzi coniugali, scarpe comode
e baldoria in ricordo della mamma.
Sii contento di vivere, mi ripeto
che l'immortalità non è per te
che sei deperibile.
Vivi alla buona, vola basso come l'allodola
e infischiatene dell'eternità senza capo né coda.
Al sole inesauribile e alla luna chiara
e piena come un uovo sodo
è adatta una vita senza tempo
e il mio tempo è luminoso di giorno
e grigio la notte
a me si addice un consolante sorriso di donna
Un sorriso e una buona parola dai miei simili
Più un sorso di vino con gli amici sotto la pergola
dove moltiplicherei le bellezze
del mondo se ne fossi capace
Scopo della mia vita è di inseguir giorni pratici
convenienti e sostanzialmente migliori.
È la qualità dell'avversario a dar valore all'atto eroico
Che non mi appartiene.
Non c'è libro segreto aperto e chiaro come il cielo
per esser letto, basta saperlo sfogliare.
E, potendo, perchè no...? bere da un fiasco
La perzenia di Marreri che scioglie il pianto in riso
C'è chi sostiene che le verità rivelate
non nascondano quanto sia la grazia del sole
a rendere felici le dolci colline di Marreri,
ornandole di rose, specialmente la prima decade
di maggio, quando i fedeli e devoti pellegrini
festeggiano san Francesco
sotto le verdi fronde del Monte,
alla povera mensa di tenere carni da latte
- arrostite con i pingui formaggi di febbraio
e cosparse nel fondo di vino –
sopra dorati vassoi di sughero
posti su candide tovaglie stese sul prato
per mano delle chiare, snelle
e trepidanti ancelle del priore
scelto, non a caso, con la cura di un pontefice
ghiotto del miele della dolce, pia e soave Baronia.
Il Circolo dei liberi braccianti d'Irillai
è frequentato da quella gente comune
che usa peccare di nascosto: essi
– come i fornai di Carloforte, schiatta
dei Mezzopancotti genovesi e campidanesi -
han buona cura di nascondere le loro
malefatte agli occhi di dio e del mondo.
Nel cortile di Folco Portinari corrono i bambini
che da grandi indosseranno corpetti di velluto
per toccare e veder giocare
la più bella Beatrice del vicinato
Ogni coppia di giulivi innamorati
sa far meglio d'un eccelso e divino artista
una copia perfetta - e fors'anche migliore -
di se stessi, senza sforzo peruno, né debiti
né tantomeno fioretti, privazioni e sacrifici
ma con si immensa gioia
Poi qualunque cosa essa faccia
(la coppia degli innamorati)
sarà conforme alle divine regole della natura
Poiché gli stessi artifici umani
sono perfettamente naturali
Gran bravura presentarsi mascherato
dell'opposto di quel che si è.
È affare del nuovo mondo elargire
al pubblico le sue costanti novità.
Chi loda vuole essere riconosciuto dal lodato.
Le più nobili origini non salvano dal rozzo capestro.
Il luogo dove non c'è da guadagnare è un deserto,
almeno per i vaccinati con i criteri dell'oms.
Degli assennati imitiamo il giudizio;
dei furbi constatiamo la scaltrezza;
dei rabbiosi riceviamo i morsi.
Amen.
La Famiglia unita si fa ricca con le sue dita
ogni Famiglia faconda vien da una mamma feconda
una Famiglia gioconda giammai sarà iraconda
una Famiglia discorde tien l'amore alle corde
La donna s'è fatta per generare quel che le pare
essa ingravida e sogna per sua natura
e per far fiero il Piero col corpetto paesano
felice come l'uomo di mondo di nome Gaetano Gilet
Certi giorni sono così sentenzioso
che ne provo vergogna, fino a star male
con le gambe, e con un piede peggio dell’altro.
Se poi con quello avanzo pretese di mobilità
verso un premio, con l'altro aspiro
a una vaga stabilità nella pena.
Se quello debole mi delude e deprime,
il compagno modesto mi conforta e risolleva.
Ma sono riconoscente ad essi che mi tengono
in piedi sulle gambe malcerte.
Perciò vado come va il mondo
e partecipo dei suoi umori.
Scelgo e, se va bene, godo della sua fortuna,
se no seguo come posso la corrente
del Cedrino fino al Tirreno, dove si mescolano
le acque sulla terra e penso a Donn'Elene
Kuleispriku, la Beatrice della mia giovinezza
oggetto del mio amore, che non sapeva dir di no
a uno innamorato di lei né agli innamorati
delle sue dodici figlie. Belle come le cose
belle e i buoni affari che sono dentro di noi
e che con essi vediamo il mondo, ma non sempre
quando ci abbandonano conservano immacolata
la loro natura
e tante volte non crescono
e isteriliscono
come decrepite madame e vecchi libertini.
Colui che fa mostra di sapere più di quel che dice
è una pompa vuota d'aria fritta
con qualche forellino sparso qua e là.
Ogni antica scrittura con l'andar del tempo si scolora
L’originale perde smalto e cede anche le virgole.
Chi teme di impiegare male il suo tempo
lo fa col timore che lo stesso tempo
gli venga a mancare, contando,
forse, di trarne maggior profitto.
Per quanto mi riguarda, pensare, parlare
e camminare, è il far comoda la vita.
Non conosco nessuno finchè non parla
e fa qualcosa: da quel che fa
e quel che dice, so chi è e di cosa tratta.
Come un crampo allo stomaco che sblocca la fame.
Lo conosco. Conosco il crampo e il rutto.
Gli altri mi conoscono dalla gamba anchilosata.
Niente scarpe con alcun genere di tacchi:
mi è più facile cadere.
L'insolente fortuna perseguita chi ha bisogno di lei.
La calma distende, l'agitazione distrae
e mi sfugge qualcosa.
Mi guardo attorno e apprendo un po
da questo e un po l'imparo da quell'altro,
così ho sempre fatto e così conto di continuare.
Chi gode dei prodigi della memoria
ricorda le doglie della madre quando lo partoriva.
Tipico di quelli d'Oliena che non dimenticano
mai le offese e ancor meno, gli elogi.
Gesù il profeta sapeva che nascendo
sarebbe stato simile a un pargoletto rosa:
come tanti ne nascono a Irillai.
Luce rosa è quella del giorno che nasce
e del giorno che muore.
Il sole si innalza su di noi, così
come ambiscono fare i re e i divi
che contano: innalzarsi per superarsi
come i superbi asfodeli sul campo.
So del segreto per cui vescovi e cardinali
si vestono di rosso (i papi son bianchi
perchè liberi come piccioni e colombe):
perchè ai preti si addice il nero
come tonache sulle ali dei corvi
che aspettano la morte per beccargli gli occhi,
servire dio fino in cielo come il Cedrino
segue il suo corso fino al mare
e poi devono maneggiare l'obolo cristiano
come i bottegai la vile moneta.
Per avere i nostri sacri diritti
facciamo strepito con i nostri pii doveri.
Seguimi, dice la morte, conoscerai la mia natura.
Ci rimpinziamo di cibi e vino
per poter vedere in pace
i nostri notturni mostri, guidati
dalle vecchie Furie nella calma
della folta Foresta di Soloti.
Poi confessiamo di aver visto avanzare
i nostri recenti morti accompagnati
dalle vergini Janas nella fitta nebbia
del Bosco di Farcana. Solo una dozzina
di gocce di lardo sciolto sotto le ascelle
ci ridona il gusto di ritrovare
con piacere anche il più antipatico
dei nostri compagni di scuola,
di vita e di lavoro.
La loro sapienza (le cose belle e buone
stan dentro casa, come le perle dentro
le chiuse conchiglie) si alimenta con i sensi
delle allacaie (robot di Dedalo) domestiche.
Le buone, ricche e raffinate famiglie d'Irillai
non escono di casa se non per le messe
dei funerali, ma per loro vivono le serve
(le allacaie, dai servili lacchè )
nate per le fatiche della vita,
che vedono, sentono e riportano,
come i vicari di dio in terra,
alludendo senza dir nulla,
tutto quel che succede fuori porta,
e, le donne cosiddette nobili e possidenti,
sorridono elevandosi come ombre angeliche
sulle nuvole, per non mischiarsi nelle
misere faccende del paese, come estranee
alla vivacità del quartiere, abituate alle alte
e aeree e sofisticate beghe del vespaio patrizio.
Forse è perchè sono gli altri a ricordarmelo
altrimenti non avrei saputo di essere al mondo.
Francamente, fosse dipeso solo da me
me ne infischierei bellamente di sapere
chi sono dove sono, perchè sono
ora che mancano le mie donne
così costanti nel ricordarmelo.
Guardo dentro di me per vedere il mondo
come guardare nella profondità di un pozzo
che fora la terra per apparire in quel punto
della superficie dove maturano i meloni.
Sono come mi vedo.
Sono io la mia Medusa.
Son di sangue misto e di idee poco chiare.
Non lesino il mio tempo a incoraggiare
i passeri a fidarsi di me,
che per loro acchiappo le mosche;
ma paiono dubitare di chi passa
i suoi giorni senza far nulla di esemplare;
non me la prendo se mi dileggiano,
poiché nemmeno i miei simili
si entusiasmano dei miei tratti pubblici
(da piccolo e malato mi trovavano ributtante):
in privato son qualcosa d'altro – non nascondo
quel che sono - e almeno non mi prendo in giro.
Vivere da dio è come fare lo sparviero fottivento
sulle nuvole dell'Ortobene.
Ma è nel veivolo che l'artefizio emula la natura.
Mi pare che la bellezza di certe cose mi si riveli
quando la faccia, da flaccida carne bianca, s'infuochi
col famoso vino di Marreri, che rassoda e colora
corpo e viso, come il manto rossastro
del vitello grasso.
Solo dopo un quarto di vino riesco a distinguere
un artefizio naturale da un manufatto:
il lusso d'una cravatta,
di un anello e d'un tre pezzi d'argento, svanisce
davanti al grappolo dorato dell'uva matura;
si è così a Irillai, si esce timidi come anguille
in umido, pronte a soddisfare la fame del mondo,
e si rientra spavaldi come trote che l'hanno scampata
all'avvelenamento del Cedrino..
noi d'Irillai non siamo fatti per le cose
da poco, che ripugnano le anime nobili,
a noi si addicono le cose sublimi:
innanzi tutto amar gli dei e le loro corti
che son l'essenza della vita, poi, in coda,
le semplici bellezze dell'esistenza:
far famiglia e bere vino per elevare i pensieri,
avere amici e un bel lavoro, lo sport,
la lettura di corsa e mangiar torrone
e il footing sedentario per campare di più,
un'hobby per i tempi morti, la caccia e la pesca
per stare a contatto con la natura primigenia
che soddisfa le esigenze elementari:
mangiare, amare, defecare e morire leggeri.
Chiamiamo vita il tempo più o meno lungo
che scorre tra la nascita precoce di un nuovo
individuo e la sua morte sempre prematura
da pensionato che ha travagliato in città
e in campagna a scoprire l’amore
sublime per il buon vino di naturale qualità.
La civiltà è il risultato della resistenza
dei deboli alle angherie dei prepotenti
In quanto è accaduto finora
non sono mancati gli assassinii e le opere pie,
non sono mancati i ricchi e nemmeno i poveri,
non sono mancati i guerrieri né i libertini,
non sono mancati i soprusi dei prepotenti,
gli inganni dei furbi, ci sono sempre stati
i malcapitati e i deboli solidali e resistenti,
al presente non mancano i servi e i padroni
e le figlie son sempre migliori per farsi madri,
assieme ai ladri non sono mancate le guardie,
la luna se ne sta al solito posto,
compie le sue prodezze
e ora sappiamo che anche lei ha avuto
un padre che minaccia sempre
di bruciar la terra prima del declino,
c'è sempre stato qualcuno più colpevole
dell'innocente, tempo fa c'erano i faraoni
e i barcaioli, c'erano già i sardignoli
che se la videro brutta con i persiani
e tanto si spaventarono che ripudiarono
la guerra e pensarono bene di far case
intime nascoste in serra dove prendeva
appuntamento una lei arzilla col viso vizzo
e un lui rasato col corpo rubizzo,
per un'orgasmo corto ma veloce
in linea con i tempi
che dovevano precipitare verso di noi.
La ragione e la legge consentono al cittadino
di non raccogliere le offese tangibili,
le maledizioni comuni e il malocchio invisibile;
e infischiarsene dei frivoli e degli strafottenti
in tv, che devo spegnere per non infiacchire di più.
Nascere, oltre il mettere da parte tutto il resto,
o care compagni, ottimi sorelle,
onorevoli amiche e paesani metropolitani,
è la cosa più elementare del mondo,
quella per cui la sguaiatezza del neonato
– oltre l'impatto diretto con l'aria - vuol significare:
Finalmente! Alla buonora, ce l'ho fatta!
Avvenga ora quel che vuole,
per la gioia col dolore, la vedremo fino alla fine!
Tutto dal barlume di un'idea.
Quel che si fa con le mani
è destinato ad andar con i piedi
nelle vie del mondo
non esclusa l'uva sultanina
venduta a manciate come il mirto
i fichi secchi e la seta di Creta a rotoli cinesi.
Certo è che le idee hanno vita breve
se son fuori dalla realtà
Duran poco, come il più lungo orgasmo.
L'ovvio è il banale che non stimola a pensare.
Nessuno nasce per rifare il mondo
anche se allo scopo trova più di un cantiere aperto.
La realtà mi si è fatta viva
accogliendomi in lei per puro caso
e la cristiana carità dell'anno nuovo.
Non ho la minima ambizione di capire gli altri,
tanto mi preme il capir me stesso
e di adagiarmi ovunque mi trovi,
sempre con le ossa offese e i muscoli rilassati
come la grigia sabbia in fondo al Tirreno
che ospita le carcasse d'ogni
strampalato manufatto malfatto.
La vita si svolge alle nostre spalle
davanti ai nostri occhi e sotto i nostri piedi
altre son le stranezze che stanno sempre altrove.
Pensare è capire di essere come gli altri,
e comprendere come loro,
che per vivere basta mangiar poco:
un uovo mattino e sera,
con un po di cranazza a pranzo
e bere malvasia quando c'è;
a casa non mancava il latte dolce,
ma eravamo tanti a berlo
agli albori del giorno, quando sveglia la mente
e, come dicono i dottori, fa intelligenti i bambini
che si meravigliano di vivere senza saper volare
come gli angeli veloci più delle rondini
col ventre bianco come le monache,
che nella routine aerea han perso la famosa curiosità;
alle otto del mattino in casa non doveva esserci nessuno,
oltre la madre addetta alle faccende domestiche
e sonar Bach al piano,
tutti fuori a faticar nel mondo concreto
per addomesticare la straordinaria realtà
che accoglie pellegrini vaganti,
marinai naviganti e poeti vestiti di grigio,
poltroni come possidenti
che stentano a vendersi il berretto.
Non sono nato a fare alcunché di notevole,
riluttante negli incerti bivi,
dove non so mai quale strada prendere,
la minima asperità mi è insormontabile,
non c'è problema alla mia portata
e quel che faccio si sfilaccia,
per non aver dissensi lascio fare agli altri,
dove ci sian due piatti da lavare, lì sono di casa,
capisco poco e quel poco è male inteso con gli altri,
di me non c'è niente che possa essere d'esempio
e meno male che le novità mi arrivano bell'e filtrate
così che degli eventi intravedo l'utilità, il loro senso
e a che servono a chi, con ciò sento la spossatezza
ogni sera e ringrazio chi di dovere
che non mi fa mancare il vino che - prodigo -
nel sonno della notte da senso al prodigio dei sogni.
Tutti gli anziani e i vecchi savi d'Irillai,
convengono che ciascuno di noi
ha unico il suo destino nel mondo
e che fa la sua storia simile a quella baroniese
afflitta dalla malaria e distinta dalle salubri
storie montane di leggendarie bardane, o saccheggi
quando si rubava il grano ai contadini
e il cacio ai pastori, così,
per vedere che era possibile farlo.
È il nostro campo di battaglia
sufficientemente ampio per i nostri scontri.
Il nostro cielo è il bel meccanismo
così perfettamente oliato, adatto a contenerci
con le nostre discussioni dove le parole
si scontrano come eserciti verbali
in guerra disposti a soccombere
pur di vincere una volta tanto: tante ce ne diamo
che se ne sentono di tutti i colori, del tipo:
Helena, sei una Troia! dice lui a lei,
e lei di rimando: Cornuto!
Figlio di un cornutaccio venuto al mondo in bolletta.
Spartano, laconico, figlio di Menelao!
Cerco di capire e non di spiegare.
Che importa che io sia o non sia
di questo o d'altro mondo?
Stiamo bene insieme si o no?
Ma se questo non è il mio mondo, dov'è l'altro?
Che significa altro da me?
Certo, tu ed io non abbiamo le stesse cose in tasca,
e, più che simile alla tasca, abbiamo simile la mente.
Il mondo è dove io sono, e nulla mi è estraneo.
Non conosco altra legge oltre quella
che ci unisce in civile consorzio.
Non chiedo di capire nulla più
di quel che vedo, sento e ci ragiono.
Mi par giusto che ogni nuovo secolo abbia i suoi dei
scelti ed eletti nelle figure dei suoi leader migliori.
Mi tengo in costante esercizio per non smarrirmi da me;
perchè non mi par gentile – ne giusto - perdermi di vista;
specialmente quando vedo un sacco di gente in fila
davanti al cadavere santificato dell'eroe di turno.
A propos dei piani segreti che agitano gli spiantati.
Scopo di ogni nuova impresa (come combattere la noia)
è convertire sempre qualche nuovo adepto,
come mezzo adatto a sostenere il suo fine,
vario come i giorni dell'anno in corso.
I nazisti sterminavano gli ebrei
per dimostrare che loro erano più forti,
non nordisti né sudisti – non comunisti
né pessimisti - o orientali e occidentali,
credevano davvero di esser loro gli scelti
da dio per soggiogare il mondo con la follia.
Tutti i forti, i prepotenti e i migliori,
sono potenzialmente nazisti,
cioè obbedienti esecutori volontari di ordini assurdi.
Sono sempre tra noi per la legge di un dio sopraffino..
Essi, nel loro armamentario,
hanno le virtù fondamentali:
fede, obbedienza, costanza e prepotenza.
I formidabili preti cattolici cristiani
hanno sconfitto i sommi sacerdoti egiziani,
gli indiani pagani e gli ultimi profani di Orani.
Quando muore il papa,
quello che gli succede in salute,
fa tutto quel che deve,
per dimenticarlo, non solo beatificandolo.
Non si va a scuola per essere infallibili: si va in paradiso.
La scuola insegna nel presente il perchè e il percome
delle catastrofi del passato in attesa del sereno futuro.
Come esempio citiamo i nostri casi particolari
sempre e solo come semplici, emblematici e veritieri.
Tolleriamo i nostri valorosi nemici
(per via della loro cultura passata)
quando minacciano da lontano le nostre
invidiabili prodezze copertesi di gloria.
L'ingenua innocenza permette di non aspettarsi
nulla più della morte
Seguo la moda per credermi libero e distinguermi
nel volgo povero e comune;
gloria, quindi, e onore ai miei balenti amici
che come me sanno odiare,
e pena leggera ai minghini
che fanno gli uscieri e servono,
per vecchia abitudine, muti in tribunale,
sognando di ricavare dallo studioso
primogenito, un giudice liberale perlomeno
imparziale, sulle nostre penose faccende.
Chi esercita il potere finirà per abusarne
e se ne vanterà, conversando,
col dire di aver costretto
l'acqua a risalire sulla montagna.
Preferisco essere un povero amico
e poco suadente compagno di zilleri,
all'essere un ricco, facondo e fortunato delinquente.
Ad ogni tentativo di essere galante
mi sento dire che mi si addice
di più il mio fare grossolano.
Amici, temo come il mal di pancia
i leader osannati
che incarnano la volontà dell'elettorato.
Amici, lasciamo la religione ai figli di Dio,
noi siamo figli dell'uomo d'Irillai.
Amici, lasciamo la forza ad Ercole e la gloria ad Akille,
e contentiamoci, o amici, di un vago benessere.
Amici, nel nome di Dio si son fatte meraviglie,
tante, fino a castrare i fanciulli
per dar candore alle loro voci.
Ma non rilassiamoci, amici, non rilassiamoci.
Pace e ragione, amici, ragione in noi
e pace in famiglia per star bene.
Rimaniamo modesti, amici, e lasciamo
che brillanti sian le stelle del firmamento sopra di noi.
Prosperità e benessere, amici,
con la dolce e sovrana giustizia
e il buon vino nelle vecchie botti di Marreri.
Ero atteso, non proprio come un messia,
ma mi aspettavano come una lieta novella,
almeno in famiglia, per esser si lieti,
e una volta giunto,
tutti i vicini lo seppero e vennero a vedermi:
da allor fui pubblico e mi riconoscevano
dal passo in strada e dalla voce nella notte
e sarei divenuto un galantuomo
se fossi stato meno grossolano;
perciò decisi subito di invecchiare
con l'ambizione di scorticare facilmente
la coda della vita.
Non so a chi debbo l'onorevole premio
che ho ricevuto di avere in dono la parola.
Non so cosa posso aver fatto prima,
ma sono onorato di essere venuto al mondo libero.
Forse sono stato premiato,
anche se non ricordo cosa abbia fatto per meritarlo.
Non mi è facile capire cosa sia il premio
che si usa chiamar vita e non so se l'ho meritata.
Devo comunque portarla a termine.
L'ho avuta, quindi non posso interromperla.
Non so far nulla, nè so in base a che
abbia meritato il premio di nascere.
Penso di essere stato premiato senza merito.
E non so a chi lo devo, non ho lusingato nessuno.
Come a tanti: mi è capitato un premio.
Sono stato fortunato e perciò devo essere
riconoscente e grato al vigoroso mondo
che mi ha tra i suoi molti ospiti,
tutti di riguardo e molto simili a me, e su di loro
non ho proprio nulla da dire,
se non che sono lieto di averli trovati.
Non so a chi sono debitore.
Forse devo qualcosa al mondo,
dove nessuno deve nulla a nessuno.
Non ho nessuna competenza.
Se non lusingar le donne per il sommo
piacere che hanno in serbo di rifilarmi.
Morire ubriaco è il sogno di chi ama bere vino
come se fosse il latte delle vecchie capre
della bassa Baronia, che – si dice -
salvi dalla paralisi del corpo e della mente,
quelli che hanno un cuore d'oro.
Resistono gli irascibili al fascino
degli spaghetti ai ricci di mare?
Molti di quelli a cui piace saziarsi di vino
si puliscono a pranzo la bocca con la manica destra
e il naso con la manica sinistra;
spesso, a loro dire, invertono le maniche, la sera, a cena.
Tacita è la sfida tra chi più sopporta il vino a Irillai.
Giusto e bello invocare gli dei nel momento del bisogno;
bello e giusto ringraziarli a bisogno esaudito.
Le leggi ci sono per essere rispettate
e per essere violate, poichè
le usanze vivono per non essere trascurate.
Avessi il dono di veder l'anima mia
la rispetterò come me stesso
che non uso ingannarmi.
Sant'Agostino non sa da dove viene,
perciò cerca Dio in se stesso.
Io son quello che genero i desideri
che mi nutrono
senza essere capace di soddisfarli.
Genitori son quelli che - gratis-
plasmano la carne dotandola di spirito.
Chi sopporta le offese è degno di nota.
Si nota di più una persona sporca
o un individuo maleducato?
È più a modo una persona seria e trasandata
o un individuo frivolo ed elegante?
Ci si dispone meglio verso un tizio
eccessivamente timido
o verso un tale impeccabilmente volgare?
Crea più disagio un eccellente deficiente
o un genio stralunato?
Che differenza c'è tra un bigotto
sfegatato e un ateo bigotto?
Tutti amano la luce della ragione;
come nessuno è privo del giudizio necessario;
così, pochi sono immuni dal tocco dell'amore.
Vivere comunque sia non è vanità -
vano è resistere alla morte,
poichè inutile è anche dire: bih o bah.
A me il richiamo dei gracchi
e il canto notturno delle rane;
non quel frastuono di trombe d'orchestra
che fa credere di essere ben accetti in paradiso.
C'è chi parla e c'è chi scrive -
alla viva voce non è sempre possibile controbattere -
alla lettera c'è sempre tempo per rispondere.
Chi parla bene affascina e sarà ascoltato.
Chi scrive può essere apprezzato
perchè da modo di riflettere.
La disgrazia maggiore arriva inaspettata
come lo sbadiglio,
quindi non può essere la morte.
La vita scappa via come uno sbadiglio:
di bocca in bocca.
Come i veloci, resistenti e forti cavallini della Jara.
S'orcu 'e Irillai è il compagno della morte
Che virtù è quella che dice a uno
e nasconde all'altro,
si sa che i veri innocenti
dicono quel che sanno senza remore,
e nulla sanno della discrezione
e del tempo opportuno alla parola.
Il figliol prodigo non dice al padre
che la madre sosteneva le sue virtù fuori casa.
I figli buoni non dicono al babbo ubriaco
quel che nascondono alla mamma sobria.
Una bella disgrazia è perdere la via di casa
e ritrovarsi col passe partout
che non apre nessuna porta.
Meglio ricco con la diarrea, o povero e stitico
[la stitichezza è propria alle persone note]
o sapere che se appena gratti il prurito
ne morirai dalla soddisfazione?
Ciò che è vero può non essere negato dallo storico,
che in virtù del suo mestiere può contestare l'evidenza.
Tutti l'abbiam passato - ma nessuno lo ricorda -
il primo giorno di adattamento al mondo.
Andiamo in cerca del senso e quello della morte
non sta mai a prender fiato - con gli occhi socchiusi -
seduto in un angolo della piazza a divertirsi.
Solo ogni tanto mi tasto il polso per veder se vivo.
Per non aver dubbi sento anche la vena del collo.
Solo dopo mi accorgo di respirare ancora.
In ultimo viene l'idea del nonsenso che fa sorridere:
non sento vicina l'umidità della morte.
L'alcova sa della funambolica architettura del ragno
che traccia con la tela i damaschi dei suoi amori.
Chi si rimpinza lasciando i commensali a bocca aperta,
vomiterà con gli occhi più del dovuto
I tracotanti son tanto pieni di se
che fanno rotolare il mondo
per il loro verso senza lasciar scia.
L'uomo è nel mondo quel che il sole è nel cosmo:
il garzone del principe che sa quel che più gli piace.
Colleziono, per così dire, i miei anni
che valgono meno del momento attuale,
che, semplice e umile, è così vitale
che comprende l'intero passato,
raro e vago, con cui non è facile litigare,
come non è facile litigare con chi non sente,
non risponde e non si lascia abbracciare.
Poi il passato se ne infischia
delle annuali feste di compleanno,
con molti o pochi invitati e col caldo
in Baronia sempre ai vertici in Europa.
La leggerezza ci fa lievitare, il peso opprime il suolo
perciò vogliamo volare, per non gravare
sul giardino incantato, per non gravare
su Posillipo emerso da un sogno marino
[Maccione sarebbe un po come Posillipo,
se avesse sotto il mare senza pretese
come usa il Gologone].
Chi abbandona la famiglia,
se ne fa poi paladino per difenderla.
Chi ripudia il sesso difende
il cosiddetto sublime amore per Dio.
Chi si sente offeso,
offende a sua volta per difendersi.
A un giorno inquieto non può
che seguire una notte incerta.
Un pensiero prende forma quando l'immagine
percepita (apparsa nella mente)
si incontra col suono della parola adatta
Chi sta bene con se stesso non chiama vizio
il bere smodato e il fumar tabacco trinciato.
I nobili raffinati come barbieri costumati,
devono pur eccellere in qualcosa,
lindi e pinti come statuine profumate,
si, ma non sofisticate
come le rose di santa Rita miracolosa.
Homine e Femina sun duas perras de unu Intregu.
La realtà non distingue l'uomo dalla donna
(la realta fa si che siano tutt'uno)
è il pubblico che separa la femmina dal maschio
I forti pesisti d'Irillai
- saldi come quercie sulla pedana -
per eccesso d'agonismo perdevano i capelli
anzitempo. Prima della gara
masticavano - per esaltarsi - magici ceci tostati
avuti come spezie dalle Janas di Farcana,
che li aromatizzavano con antichi riti.
Buoni come una preda 'è tukaru, dicevano.
Un balsamo per la schiena.
Rispetto la natura perchè proprio
non son capace di fargli del male.
La realtà è quel che l'uomo
combina nel suo fare quotidiano.
La natura lascia libere le sue creature
di farsi quanto gli conviene.
Chissa perchè l'aureola dei santi ricorda
il disco solare? Probabilmente senza
sole vivremmo al buio, saremmo
all'oscuro delle cose belle
e toccheremmo con mano quelle brutte.
Il dio di Priamo era il Principe Priapo figlio di Zeus.
Che fanno i figli che i genitori non abbiano già fatto?
Meglio perdere la vita che la libertà
e la dignita: perdere la vita
affinché sia stata degna l'averla vissuta.
Sui delinquenti pregiudicati
ogni illazione pare verosimile.
Sui banditi, poi, ogni sospetto è lecito.
Ma su chi ruba ai poveri
sono legittime le certezze
come quella del falco predatore
che piomba sul + misero pollaio d'Irillai.
Davanti a Dio (sempre lieto dei figli
che l'invocano) che senso ha
che ognuno abbia la propria faccia?
Così immagino gli dei
senza bisogno di piedi e gambe.
Femmina è la grazia.
Non so, ma in certi giorni credo
di esser stato benedetto, dopo una nascita
fortunata, dalla grazia delle pie madri d'Irillai
(che non credono nel malocchio e se
ci credono, lo combattono con la magia),
in altri giorni no, sono inadatto alla luce,
senza dar filo alle maledizioni,
sempre possibili a inizio di stagione,
voglio vedere il mondo senza evocare
interventi estranei, non di malfattori
si tratta né di provvidenziali benefattori,
ma di stagioni fondanti il ciclo dell'anno,
una rotazione storico-geografica,
oggi a te e domani a me,
di giorno il sole e di notte la luna,
sempre riflessiva come una monachella in fiore,
che, nel chiostro d'Irillai,
ricama il manto del cielo settembrino,
alla bella e graziosa madonna di Gonare.
Degli antichi Egizi è rimasto
il Nilo, la Sfinge e le Piramidi;
dei vecchi Ebrei è avanzato
il solo Dio senza nome e senza volto;
dei primitivi d'Irillai non resta
che la scorza di un secco ginepro,
una radice di lentisco
con un uovo di gallina nel cuore,
e un tronco d'olivastro malfatto come Tersite.
Dall'aria la vita, dalla terra il grano,
dal mare il sale, dal viso un sorriso,
dalla mente la raccolta,
dalla pancia la digestione, dall'intestino la caca,
dalla morte la resurrezione, dal cielo l'inferno,
dal credito il debito, dall'amore
in eccesso il rancore smisurato,
dalla carne allo spiedo a quella in pentola,
dal libero scambio l'ambivalente denaro,
Il sogno annunzia la resurrezione
che promette di continuare
quel che abbiamo lasciato a metà percorso.
L'importante e che io risorga
per scontare i miei peccati.
I bigotti sostengono che la lingua
e il linguaggio ci sia stato dato
per ringraziare il cielo di averlo avuto.
Bene, tanto più che sono il mittente.
Non voglio essere assolto come un passero
poiché sono innocente come uno scricciolo.
No, non voglio il perdono di chi non ho offeso.
Appena fatta la prima famigliola
il BuonDio fece trovar loro un cesto
di frutta fresca e si avvide
che gradivano essere in vita,
assaporavano il cibo e gia commentavano
i vari aspetti del nuovo affare,
ma aspetto la conclusione dell'esperimento
in corso: l'arrivo del primo brodo
primordiale, la caca, per poter
con ragione esclamare: eureka
Il caso è il nostro destino e non so
quanto dipenda da me lo star bene,
l'attraversar la vita vivendo bene
e il morir bene da vecchi senza
aver vissuto troppo.
Risoluzione: Si faccia quel che s'ha da fare.
Beata tu che sei nata al momento giusto
(quando il giorno non è più e non è ancora notte)
Beata tu che hai appreso le giuste cose
(per non sbagliare) Beato tu che - maldestro -
appari agli altri che ti vedon fortunato
Beata tu che non hai difetti
Beata tu che distingui le buone qualità del mondo
Beato io che vivo senza chiedermi
il perchè, il motivo e la ragione.
S'istria soricarja, in color'è nuzola,
ki biet'a denote finas kene luna
La civetta color nocciola che adocchia il topo,
vede nella notte anche senza luna
Nei ristoranti, come nelle arene d'altri tempi,
regnano i sensi e si diventa subito compari,
nelle sacrestie, come studi televisivi di attori divini,
l'anima evapora titubante come l'acquardente sulla terra;
luoghi frequentati da passa tempo in attesa del capodanno
nella barbagia Baronia, con i castrati che cantano
alla finestra del pollaio che si affaccia sul Tirreno
come uomini di spirito nati da donna Diddina d'Oliena
(che fece figli senza difetti uno migliore dell'altro
senza competizione, in ogni casa padronale dove lavorò)
e donne di più antica qualità fatte
col concorso del superbo maschio
che di malavoglia lascia il paese natio
per orti lontani e si eccita
come un neonato al rientro tra i suoi,
fiero come un servo della superbia del padrone
che aspetta la morte del padre
per dir bene di lui col corpo presente.
Le morti si susseguono e alla nostra ora
qualcuno penserà che dire di noi.
Passando oltre. Voci del paese, da sempre udite.
Pare che ogni morte sia prematura, come a dire:
felice chi muore prima.
Amo le frasi che scrivo perchè sono mie;
le amo come il vignaiolo ama il vino
della vigna da cui l'ha tratto.
Amo per meglio conoscere il luogo donde son tratte.
La diarrea, bene o male, sconquassa le viscere animali.
Io, vaga cometa d'Irillai, storto come un dio d'olivastro,
ero - in origine - un pallido amuleto, lanciato dal cielo
da un più illustre dio come riserva del cuneo di leccio,
che può marcire ed essere adorato,
come usavano gli scalpellini e i vignaioli
nel bloccare le botti piene della vigna del padre,
in cantina, sul tronco a forma di giogo;
io, squattero lascivo della bassa cucina di un ospizio,
caduto da un carro celeste in corsa prima dell'alba,
e raccolto la sera col sangue rosso dei plebei senz'arte,
che han dissipato gli averi dell'antica casa in città,
cieco come un baiocco perduto a mezzanotte,
io, futuro cittadino della più profonda e buia oscurità,
non ho nessuno che ne annunzi con certezza la fine,
non ho nessuno che dica almeno due parole al mondo
sulla sorte nell'aldilà che riguarda i galantuomini in terra,
mai esposti in vetrina a competere con i belli del villaggio,
ma rispettoso degli usi e dei costumi
delle femmine nel mondo dico solo
di voler essere seppellito in piedi e ben pettinato,
nella casa dove sono nato, oppure, in alternativa,
esposto agli uccelli d'alto volo sulla terrazza di casa
in terza battuta lascio liberi i credenti
di fare come vogliono poiché
anche oggi mi sono pettinato da solo.
Alle fragili donne la cura dei fiori di casa
le più pie donne usano abbracciare fin da piccole
le ginocchia della Madonna del monte di Gonare
come Cassandra usava fare con Atena
agli uomini forti le forbici del potatore
di orti e giardini dove impegnano
i capelli per una precoce calvizie.
Dopo i tumulti d'amore vien la bonaccia nella coratella.
Nulla è più tenero dell'amore
che strapazza i sensi, rivitalizzando la carne.
Nulla è più illuminante del sole prima che abbagli la vista
se non l'amore che scioglie il sangue nei vasi,
con la santa fregola che frolla la carne attorno al cuore
La coscienza, l'angusta dimora dell'anima
in apprensione ci scuote per ricordarci di lei.
E' il radar della contraddizione
e ci avverte degli scogli e delle secche.
Le sedie sono sconnesse,
puoi sfasciarla e rovinarti addosso.
Il sentiero della ragione non esclude la malignità.
Il bacio unisce fiori e frutti alla radice.
Nella coscienza dimora serena l'inquietudine.
Da quand'è che il genere umano
si distingue dagli animali?
Da quando i gentiluomini
che non vogliono invecchiare
fan braci delle grucce.
Che vor dì la spoglia e semplice natura degli animali?
Grattarsi come, dove e quando prude.
Ma anche campare senza cercar motivi occulti
Il tempo mette radici nello spazio
che si cura delle fronde scosse dal vento
a conferma dell'amicizia in corso
Nel gran vuoto, immenso e ignoto
dove libero si agita il cieco destino
dell'intestino si annidano le pulci,
che si esercitano a tenderci sciocchi tranelli
e sorprendenti trappole ed equivoci enigmi.
Dato che il sole è nato per caso,
è giusto che col caso reggano assieme
il regime celeste, associati dai natali
e uniti dall'infanzia comune.
Essi non han bisogno di dire
quel che sono: mentre uno brilla,
l'altro accade a conferma del sodalizio
Il gallo nel pollaio se le prende con la grazia
di un piatto di lenticchie che piace
alle regine e alle principesse, alle damigelle
e alle mature cortigiane che han fatto le uova.
Non così le faccende umane,
specialmente quando gli eroi
combattono lontano, l'inabile Egisto se la spassa
con la donna del capo che fa il galletto oltremare
e rischia di prenderle dal + cele(b)re Akille.
Dall'ultima cena di Gesù
(che morì da uomo appena fatto)
con la sua apostolica dozzina
di meditabondi pastori e pescatori,
si è giunti ad avere un bilancio di spesa
dei suoi vescovi che, fatti per pregare,
devono pur degnamente vivere
Le belle città aspettano me,
che non so danzare con la mia ombra,
per essere apprezzate come Babilonia l'antica,
alta e bella città della più vecchia Mesopotamia
zolla chiusa tra due fiumi divini dove germoglia il grano
Non voglio conquistare il cielo,
che non credo facile seppur leggero
e non mi pare neppur ostile,
poi non so proprio come riempirlo.
I più ospitali cittadini d'Irillai si tolgono
il cibo di bocca per darlo a chi viene
in visita nel disbrigo delle loro commissioni
nei dintorni e in certa misura paiono cercare affetto
come figli malaticci attorno alle madri premurose
ma a tavola gli ospiti stranieri venuti da lontano
non sono proprio inappetenti e mangiano con gusto
e quando vanno via dimenticano
le borse piene di sorprese
Voglio cominciare a fare qualcosa
e vedere di riuscire a terminare
quando una signora mi siede fianco,
fuma e quasi si brucia il cappotto
e concludo che le apprensioni rivelino la paura
del peggio dietro l'angolo dove si annida
l'ignoto e dove molti si sentono a disagio
tra la folla del paese e, da solo
si ritrae in macchina
Un mendìco chiede la sua elemosina suonando
un flauto a cui è appesa una immagine
della madonna delle grazie
coperta di collane e medaglie d'oro.
Una signora compita ed elegante
parcheggia come può in mezzo alla strada,
ed io, stretto d'appresso,
esco come posso dal mio mezzo
per andare in cerca di parole sciolte da altre
per raccontare parche rinflessioni,
misere idee e povere immagini, che dalla realtà
saltano alla mente di chi si meraviglia
di essere al mondo senza aver fatto del male
Chi va in cerca dell'autentico
ha qualcosa di esagerato - se non di falso.
Da un suono, la parola; dalla parola la frase
che mi si modifica da un attimo
all'altro senza avvertirmi.
la mia naturale imprevedibilità:
nemmeno io so con che umore mi sveglio
L'attimo è il momento che si ferma
col dire: ho capito
Quel che vado scrivendo
farcisce come un panino
i miei più sereni giorni.
L'arte ha la presunzione di presentare al meglio
gli affari della vita
e in modo intelligente le cose interessanti,
dei ed eroine son quanto di più esaltante
si possa immaginare: l'arte insomma
copia le cose belle della vita, per sconvolgerci.
D'altronde come raffigurare i crampi
della fame, l'invidia e il tradimento?
L'arte è tanto lontana da me, almeno quanto
io sia capace di raccogliere i trucioli dello scalpello
senza far danni all'opera in creazione.
L'arte che sconvolge i sensi sazia meno di un panino:
l'arte, per come la vedo io, riguarda chi non soffre,
non è in esilio, ha i sensi sani, ha fede in dio
e non ha nemici né debiti né corna
Chi è sempre pronto di parola,
non sempre ha quella giusta.
I begli oratori son quelli
che pronunciano bene quel che dicono.
Parla oscuro chi nasconde le cose come stanno.
Invitare un loquace a parlar di meno
è come battere un chiodo di traverso
Sii prudente, torreggiava scritto sul pinnone d'Irillai,
al centro dell'arena del Contone dei Ballaloi.
Non essere avventato, avevano aggiunto sui muri.
Molti ne abbiam visto, dicevano - nei nostri vicoli -
di sanguigni dissanguati da incolumi sanguinari.
La volontà dei morti non va attuata
se è dissennata e, da folle,
va contro gli usi del tempo, per esempio:
seppellire un cadavere che si voleva in piedi
come una colonna: per me lo farei,
non foss'altro che per avere un buon punto
di vista sui particolari dell'aldilà
all'insaputa degli incorruttibili guardiani
del saldo e integro tempio dell'ignoto destino
Passo il tempo a sorvegliare il mio carattere,
che non ne smarrisca la dignità, passo il tempo
a sorvegliare la mia inettitudine e a temperare
il mio umore, a domare la mia irrequietezza,
a imbrigliare la malignità, a nascondere la mia fragilità,
a stimolare la mia debolezza, ad armare la mia paura,
a bastonare la presunzione di esser buono
e bello e saggio,
passo il tempo ad arginare l'illusione di essere sano,
ricco e amato, passo il tempo
a contare le amicizie perdute,
a recuperare l'allegria che mi ha lasciato,
a implorare la fortuna, a sollecitare la gratitudine,
a invocare la gioia,
passo il tempo a pregare col canto
degli alberi nel vento,
l'inno alla vita degli animali nei campi,
il fruscio del vento che leviga le pietre,
il respiro delle acque sulla terra,
il volo degli uccelli lontano
dal fuoco brillante del sole,
obbedisco al tempo che mi impone
di ricordare quegli amori che mi hanno spinto
fin qui, sul ciglio dell'eternità
dove lievitano le cose per cui è valsa
la pena vivere tra semplici birbanti
e orrendi briganti e impareggiabili assassini.
Può accadere da un momento all'altro
che la terra si allontani
dal suo vecchio sentiero
- tracciato in comune accordo col sole -
senza che nessuno di noi sappia
come andrà a finire, amenochè qualcuno in alto
non lo faccia sapere con una velina,
ai giornali di mezzo mondo
Ogni religione fa riferimento al sole, all'aldilà
e al controllo dell'aldiqua incidendo sulla carne
(circoncisione) di cui non si può fare a meno,
come della dieta mediterranea che comprende
carciofi, asparagi, olio e zafferano
adatti a ringalluzzire persino gli ambiziosi
becchini con la fissa di conquistare il mondo,
adatti ai barbieri battaglieri e buongustai
e ai pidocchiosi sacrestani cosi insolitamente
patriottici quando i pagani le suonano
ai loro dei: lunatici, solari e scanzonati
Come tutti gli animali da branco
gli esseri sociali si danno di diritto
un ordine gerarchico, alzano la voce
per far sentire i loro ordini, come se
fossero i sergenti dell'universo,
legittima caserma di un vasto impero celeste,
di bimillenaria durata in vista del raddoppio infinito
A differenza degli animali,
gli umani sanno di avere un animo misterioso,
una coscienza di sé invisibile all'esterno,
sanno di saper pensare
e sanno di poterlo fare solo di nascosto,
sanno immaginare mondi diversi,
strane realta, sanno di poter ricordare
cose lontane nel tempo e nello spazio,
sanno di esistere senza sapere il perchè,
vivere è aver memoria di se,
sapere di stare e pensare con i propri simili
ma come gli animali
pensano a soddisfare i propri istinti,
ma in più si glorificano
(salvarsi per la vita eterna)
come atto dovuto per aver vissuto
redenti dal peccato, lontani dalle bugie
e dal pettegolezzo, lontano dalla calunnia
e dalla falsità, seguendo la sola
verità sul sentiero del Maestro
Ogni volta che trascuro i sensi
dando retta a una realtà
che non c'è più se non nel ricordare,
mi perdo come nel deserto
in mezzo al mare e mi dimentico persino
di mangiare, quasi come l'eremita
che non mangia per diventar più buono
Nelle banche si accumulano i soldi non spesi
che ricircolano con un sovraprezzo:
ogni cento lire presi in prestito,
paghi dieci soldi in più. Interesse-ante.
Con un buon progetto e una solida garanzia
e una dose di fortuna, puoi guadagnare 120 denari
e ringraziare la banca del suo buon cuore
che pompa spiccioli alla società che mette
così in mostra i suoi muscoli unti d'olio profumato
Chi ottiene un prestito e lo dissipa
cede poi qualcosa della sua libertà:
la libertà, faro e punto cardinale che orienta
il nostro fare quotidiano che origina il muto pensiero
Banchieri e bancari sono riservati negli affari
e scontrosi negli affetti che generano il pensiero.
Il denaro, dicono i banchieri, feconda la società,
concima il portafogli e fa circolare le merci
che ci spiegano il perché
e il percome della nostra esistenza.
Un buon prodotto avrà sempre spazio
nei banchi del mercato pubblicitario
originato dal pensiero di vendere.
Il denaro non farà felici, non eviterà il cancro,
ma aiuta gli sciancati nei the danzanti
Essere riservati significa non mostrare
in pubblico tutto quel che si è e si ha,
e di avere in serbo riserve alimentari,
verbali, affettive e monetarie
Solo a pochi spiriti illuminati è riservata la conoscenza
della insondabile volontà divina sulle sorti dell'universo.
La vita è lo spettacolo ininterrotto del mondo.
La solitudine ci invita al riserbo della gioia
offerta dalla cura delle proprie cose
Chiamiamo spirito quel che riusciamo a capire
e a esprimere col lavorio della mente adatto
a ogni circostanza manifesta dalla realtà circostante
Ricco è chi non ha nulla che desti invidia.
Rendita della terra: pastori e contadini vi lavorano,
versano metà del prodotto al signore
e pagano una decima alla chiesa:, così nei secoli.
Questa è lotta di classe.
Se il possessore della rendita investe
- col rischio che l'impresa fallisca -
i suoi beni in un mulino e fa spaghetti,
è ancora LOTTA DI CLASSE?
Quel che dice il re va ben inteso;
quel che chiede il suddito va aggirato;
quel che dice il divo va ripetuto come un'eco
argentino, bello e chiaro come un pettegolezzo.
Uno della ben nota Dozzina dei
+ Uguali del Contone d'Irillai
dice di Kikina Karai, la più bella,
virtuosa e pia, dama d'Irillai,
che non nasconde al volgo
le sue belle aspirazioni estetiche:
pregare la madonna di Gonare con le parole
amare della madre dell'ucciso quando elogia
il dipinto dei giudici dell'imputato
ai ceppi appeso nella sala comunale:
Saggia come tziu Caglio del latte
e tzia Laiddhona, Madriche del pane.
- È una delle anime più nobili d'Irillai,
ripete a proposito di lei,
una della Dozzina di pie dame di carità,
mai rotto un uovo nel pollaio.
Moglie di uno dei + famosi dei Dodici Giusti
del Contone Ballaloi, Kikinu Kacoi.
Il miracolo di san Giorgio, signore di Zinnigas
e uccisore del drago: dopo averlo vinto
alle porte di Sanluri, gli pisciò sopra
come se fosse la cascata di Villacidro
e il drago cattivo resuscitò come se fosse
il micio del pessimo demonio con tre anime.
L'intelligenza è la sintesi tra due orecchi
che si confermano quel che hanno sentito.
Le persone belle devono essere nobili
dentro, intelligenti fuori e non dire
mai sciocche sconcezze fuori tempo.
Ci si vanta - a volte - di conoscere persone
di un certo rango, forse per essere
più apprezzati dal popolo minuto
e accettati dai parsimoniosi che contano.
Figlio del prete (anche lui può arrendersi
ai piaceri della vita osteggiati dalla madre),
si dice di qualcuno tanto fortunato
da far invidia anche al cavaliere
che ha più di un cavallo in stalla.
Si mandano a scuola i figli più dotati
al fine di valorizzarli con la bella speranza
che apprendano l'arte di comandare
come si deve per inorgoglire così i genitori
che passano il tempo cercando di capire
la ragione costante che ci fa muovere
l'un verso l'altro, in un verso o nell'altro,
insomma in modi sempre vari e particolari,
per concludere che è quel che è nascosto
in noi a farci diversi anche se in superficie
siamo tutti uguali come la coratella.
Il rogo perseguitava gli eretici;
la cassazione tollera i peccatori;
io bevo chiaretto e me ne infischio
della pressione atmosferica;
me ne infischio allo stesso modo
degli indifferenti cattolici romani
che se ne infischiano dei figli di Latona,
del tanto atteso, disprezzato e temuto,
messia degli ebrei, dei beni di consumo
e delle profane bellezze artistiche
del mondo sparse fuori dalle cinta vaticane.
Dove chiedono pazienti ancora udienza.
Eroica è solo l'ultima azione
compiuta a danno del nemico.
Impresa è quanto uno compie da solo
o in bella compagnia; come Ercole
che a colpi di bastone domò la natura,
Napoleone che andò a Mosca in carrozza
e ritornò a cavallo e Samuele Stocchino
che per dare una mostrina al capitano
gli portò 5 soldati nemici fatti prigionieri.
Dio è l'Autocrate dell'Iperuranio
(Luogo senza Materia)
e Signore dell'Eterna Stagione,
dove, nei giorni festivi,
agli ubriachi vengono rubate le scarpe,
ai barazelos (guardie armate e giurate)
che si avventurano disarmati nelle strade
vengono riservati scrosci di tegole rotte
e i poveri sono accolti nelle case perbene
dalla munifica beneficenza dei ricchi
con rimasugli d'aceto e rosolio e croste
di formaggio scampate alla furia famelica
dei cani neri e dei sorci venuti su
dalle viscere ctonie della Paziente Gaia
d'oltre tomba (dove la materia si rigenera).
Dei falsi profeti son piene le pagine dei diari.
La sorte dei veri profeti è di essere
inascoltati dai saggi del villaggio,
beccati nelle parti molli dai corvi del deserto
e rosicchiati dai topi del Bosco di Soloti.
I disillusi potrebbero essere stati
i primi a liberarsi dalle false illusioni
che scottano gli incauti e i bisognosi.
Credo che chi riesce a farsi una casa
della sua misura debba goderne
il giusto possesso almeno fino alla fine
dei suoi giorni anche a costo del crollo
immediato nel momento in cui si cala
la bara nella fossa; così, tanto per provare
a far chiarezza sulla proprietà privata
e sulla successione delle eredità.
Governanti, preti e generali, ci tengono
parecchio a illudere gli amici
delle loro sagge, pie e astute intenzioni,
sussurrate alle loro orecchie
dagli Industriali del Giocattolo.
Democrazia parlamentare: ogni testa un voto
e tre teste un gruppo,
corposo, nervoso e sanguinoso.
Legislativo, esecutivo e giudiziario:
il parlamento fa le leggi,
il governo le amministra e il giudiziario
le fa rispettare dai primi e dai secondi,
dagli uni e dagli altri, compresi tutti
gli uomini della scorta di incerta volontà
non escluse le femmine di dubbia moralità.
I poveri – dacchè mondo è mondo -
sono sempre stati molto più numerosi
dei ricchi, ma in compenso i ricchi hanno
sempre avuto maggior abbondanza di beni,
sotto libera forma di presciutti, libri
e vino per il cacio fresco e stagionato.
L'amore è quel singolare e reciproco scambio
di umori e odori (matrimonio) che consente
a chiunque di affrontare i sublimi
e meschini ingranaggi dell'esistenza.
Voglio avere la vocazione per essere responsabile
di me e del mondo. Ciascuno di noi
uomini modesti e molesti, di poca o nulla fede,
si sveglia con quell'espressione sorniona,
tipica del luogo di provenienza:
con i capelli scarmigliati e intonsi
del neonato che rientra nel vecchio
ciclo dei gabbamondo di Lollobe scampati
o riemersi dal diluvio universale.
Ultimo, si, ma mai dimenticato dalle mie donne
almeno non dimentiche dei miei momenti migliori.
O delle mie parti migliori?
Realizzare un mondo migliore,
costruire materialmente un nuovo
mondo, significa inventare sempre
nuovi sistemi abitativi tanto da elevare
così in alto il nostro spirito almeno
fino a graffiare il cielo con la punta
più lunga dell'unghia delle dita
e cominciare così a farlo a misura umana,
adatto cioè alla più raffinata società
che l'uomo possa darsi: con borotalco, spezie e profumi.
Quasi novanta interventi tra ubriachi e incidenti
SASSARI. Una lunga notte al lavoro con l’impegno primario
di garantire a tutti una festa di fine anno senza problemi.
Polizia, carabinieri e vigili del fuoco, guardia di finanza e 118 schierati in…
Bitti, si moltiplicano gli appelli
al giovane che ha ucciso il padre:
Pietro, consegnati alle forze dell’ordine
Il litigio in famiglia durante il pranzo di Capodanno
finisce nel sangue, il giovane ferito è stato operato
Olbia, accoltella il fratello al collo: arrestato
dai giornali: "Che stanno facendo le monache che non possono rispondere?
Sono Papa Francesco, volevo salutarle per la fine dell'anno".
Pregano, che altro devono fare le serve del signore?
Pregare, Obbedire e Servire. Che diamine! Non sono centraline che chattano!
Mi persuado facilmente di non essere
insoddisfatto di me, che, potendo,
sceglierei di star bene.
Appena nato fui avvertito del pericolo
che avrei corso nel lasciarmi indurre
in tentazione dal desiderio sfrenato.
Contieniti, mi dissero, non essere smodato
se non vuoi incorrere nel peccato.
Essere è, perlomeno, sentire di avermi,
consumando il necessario per vivere
le giornate alla buona.
Chi sa far girare il mondo come una trottola
ha ben il diritto di governarlo.
E ne sia perciò onorato il suo metodo.
Allo splendore del sole nel cielo,
si contrappone lo sbadiglio sonnolento della noia
per le nulla mistiche scorribande papali.
Una è la spiegazione dell'unguento,
altro è la sua applicazione,
per la quale ci vuole del metodo.
A dio il cielo con la quantità
dei suoi misteri arcani,
a noi il circolo di qualità
dei miseri pagani d'Irillai.
Dopo Dio vien l'Economia
con la sua egemonia nei mercati del mondo.
Per essi e per le femmine avvengono
le guerre sulla terra, sul mare e nell'aria.
I bisogni vengono a noi vestiti, sospinti
e accompagnati; la necessità si presenta
invece solo nuda e cruda come la fame.
Prima i profeti con la predizione dell'apocalissi,
poi i messia con le ancore di salvezza,
si divertono un sacco a spaventarci
e a consigliarci come evitare la distruzione.
Chi scrive intende comunicare qualcosa di suo,
ovvero liberare quel che
– senza voce - non si può trattenere
Il capitale, fiore e frutto del lavoro umano,
ci guida e a noi non resta
che accodarci al treno del lungo periodo.
Sul treno Roma-Milano
che – forse sulle rotaie della giustizia -
va – nell'epoca del diritto duraturo -
verso l'abolizione delle classi sociali
può viaggiare chiunque (anche se
non è in grado di fare qualcosa
mancandogli la forza-lavoro) possa
pagare il biglietto e ciò potrebbe farlo
anche il povero italiano che si regala
un panettone in luna di miele spargendo
confetti dal finestrino delle stazioni
e portandosi dietro un fiasco del suo vino
di nozze per dar da bere ai controllori
del treno in corsa.
Nel lungo periodo ciò avverrà anche
sulle rotaie della Sassari-Cagliari
e, perchè no? su quelle della Bosa-Orosei.
Chi parla disinvolto di sé, senza imbarazzo,
lo fa con la certezza di ricordare
quel che è stato, dimenticando
quel che ora è: un precario
senza fissa dimora, che in un giardino
fa bollire in un fornellino a gas
l'uovo che gli ha appena fatto
una gallina nell'aia.
Libera l'arcano messia che è in te.
Quello che è in me è, innanzitutto, per me.
Il filo della ragione d'Arianna
salva dalla confusione del mondo,
stendendo un pubblico e ragionevole
diario dove il disordine regna.
Con la lentezza del giorno mutano le occasioni
(le circostanze passate son perse,
mi avevano detto: stai lì e parla
con chi te lo ha concesso) e con la
velocità della notte cambio me stesso
(ogni giorno mi rimette a nuovo
e mi sento pieno come un uovo
per non essere mai come sembro
e in sostanza sono: crudo o cotto)
Non c'è pianta che riesca a trattenere
la maturazione del suo primo frutto,
ovvero, date le circostanze,
il mondo non poteva impedire l'avvento
della coppia adatta a riprodursi.
L'uomo accudisce per necessità ai suoi bisogni.
Per non contraddirsi.
Ha cominciato dio a separare le persone
escludendo Caino dalla mensa
del gruppo dei suoi amici.
Il tempo che i maschi trascorrono nelle osterie,
le femmine lo dedicano alla toeletta,
e sia gli uni che le altre si colorano il viso.
Ai migliori tra gli uomini più forti
e più in vista del mondo è data la gloria
eterna, ai più deboli tra i cristiani della Baronia
è data solo la dura sofferenza della morte in croce
a cui fin dall'inizio sapevano di doversi adattare.
Era loro la lunga agonia della fine irreversibile
dei poveri nati per morire con l'armonia del vento
repentino del Cedrino col suono delle launeddhas
e col fiato necessario che gonfia guance e polmoni.
Patire per abbellire. La bellezza entra dalla bocca.
Le idee buone e cattive stimolano
il corpo ad agire e informano delle
intenzioni-variazioni in corso nel sistema mondo.
Le idee sulla carta – solo dette
e non fatte - sono pensieri a metà.
Lo stesso dogma autoritario è fatto
di buone e belle parole
non solo i miseri misteri che han la
sola coda e, in cammino, han perso il capo.
Ci raggiungono con la sera le ultime verità
del giorno che generano gli incubi
e inquietano le moltitudini calcistiche
cattoliche e cristiane, persuadendo
(quasi costringendole)
a far l'amore contro natura, controvoglia,
prima che canti il gagliardo gallo d'Irillai,
che il dovere l'ha fatto per tempo
infischiandosene della moda corrente
che chiede prestazioni moderne e scanzonate
intanto egli sa che l'anima dell'uovo è innocua
come l'aria e altrettanto impalpabile e immutabile
forse anche trattabile e di certo
tollerante verso chiunque la respiri
Sorridi ai miei errori, dunque,
che precedono o seguono, i tuoi.
La femmina è per il maschio
un bel vaso di fiori colorati e delicati
che minaccia di rompersi se cade
a terra e cacciar fuori di sé mille
e più scintille di bella luce,
come si mormora facciano i diavoli
quando col culo sprigionano sulla
terra le fiamme col fuoco dell'inferno
stracolmo di dannati mattacchioni
che un tempo erano della corte del signore
La morte si porta via quel
che minacciava di abbandonarmi.
Non l'anima che si abbarbica
al mio ricordo, leggero come l'ombra
trasparente come l'aria, penetrante come l'idea
e immenso come il pensiero che
riempie il cielo di ninnoli lucenti
orpelli brillanti e lune d'ogni forma
tendenti a quelle sfere di cristallo
che riflettono il galeotto avvenire
Il tempo è qualcosa fuori di noi,
che fa a meno di noi che, senza di lui,
avremmo spacciato il dritto per rovescio
l'alto per il basso, e il dolce per l'amaro,
il mattino per la sera, avremmo spacciato
le stelle per cicche inestinguibili.
Ma, ripeto, non so davvero cosa sia
il tempo nella gerarchia dell'universo
nello spazio infinito nel quale, modestamente
faccio anche io la mia parte.
Servire Dio significa lasciarlo libero di fare
i suoi comodi, godere della sua provvidenza
in vista della vita eterna a cui pensare
almeno una volta all'anno, ad agosto,
in occasione della sagra del Redentore
quando il torrone tiene più alto
il suo valore di mercato.
Per aversi steso un giaciglio di rose e rovi
e un capezzale di frasche di mirto
l'uomo senza moglie si sente meglio di un cane
e molto prossimo ad esser simile a dio
che da tempo immemorabile rimanda
lo sposalizio con la femmina promessa
adagiandosi in soffici, invitanti
e invidiabili nuvole di bambagia
Il mondo è fatto a misura di prospettiva
e proietta sulla luna la falce che mutilò Urano.
Euboulia: assennatezza nelle deliberazioni comuni.
Chi non vorrebbe stare là dove governa l'intelligenza?
Io; perchè là saprebbero delle mie mancanze.
Gli animali obbedienti e con l'animo di giusto sale
hanno la carne tenera e saporita, i ribelli, invece
hanno la coratella coriacea come il cuoio del castrato
e sono ostili al chiuso degli asili nido
e agli ospizi dei savi d'Irillai
dove fa la sua figura l'elegante Predu Pilurzi,
impiegato economo
che ha assaggiato da tempo il frutto della conoscenza
non offeso nè favorito dall'antica e schietta grazia
della vecchia schiatta barbaricina,
con la sua inestimabile sapienza
e l'abitino di velluto nero sopra la camiciola coreana
degli indomiti Cavalieri di San Francesco
ciascuno col sangue più puro dell'altro.
Gli assassini non sono cannibali carnivori
nè fabici vegetariani ma possono
mangiare torrone alle nocciole
come i pacifici francescani e i delinquenti incalliti
Alle anime smilze non manca lo spazio della fortuna:
hanno il vuoto del cielo che è il luogo
più adatto al pascolo delle anime
libere e belle in cerca di gloria
L'ultima moda mette a nudo gli scopi della vita:
abbandonarsi sulla scia della fama e seguirla
fin sulla porta del cesso, dove l'uomo è libero
di pensare al modo migliore di occupare
il suo tempo, farne, per cosi dire,
un uso congeniale e riflettere sugli accadimenti
del giorno o ripensare gli aneddoti salvati dal passato
I vecchi re del Mediterraneo si volgevano
alle cattedrali d'oriente perchè a occidente
c'era solo il mare aperto e profondo
dove le onde mescolano il sale eterno
che brilla lontano sulla cresta delle onde.
La realtà è figlia di cinque padri
e della gran madre idea
madre e sorella vista
e il fratel-padre udito,
col tocco delle dita
l'accorto naso del cane,
il giusto gusto della massaia
Io ho piantato il fico nel mio terreno
e l'ho piantato assieme al prugno e al ciliegio
tu hai solo comprato l'ultima ruota del carro
dell'ultimo re di bastoni che ha dissipato i suoi averi…
Quel che è si vede, se hai le parole per dirlo.
Dillo, quindi; ti ascolto. Predu Pilurzi Favularju
L'arte educa al bello; la cultura educa alla morale
la vita educa alla morte che tutto riconduce al nulla
dove si è già stati prima di partire.
La natura è l'amante di quel dio
col quale ha dato origine all'universo
tempo prima della costruzione dei nuraghi
da parte dei titani arditi come figli della lupa,
che ne sapevano abbastanza del cielo
tanto da tentarne la scalata col chiar di luna.
Socrate, promulgatore di miti, morto come in famiglia
e nella realtà degli amici di galera
che testimoniano del mondo comune:
dubitano di tutto fidandosi solo di se stessi.
Non dubito di me e mi fido di te.
Avrebbe potuto occupare una certa posizione in società…
fare l'infermiere come la madre o diventare ingegnere
come il padre abituato a vivere d'anno in anno
PER MOLTI CHE SIANO I PARENTI ATTORNO
al letto OGNUNO MUORE SOLO,
a volte con il lamento di un cane
DAVANTI ALLA REALTÀ DEL FATO
e senza poter far nulla
come le grandi verità che invecchiano come dio
in beato e aristocratico isolamento da nobile nume tutelare
Il medico che ha in cura il male,
cerca di prevenirlo lesinando il cibo
Chi siede alla mensa comune avrà dal suo dio,
il fico maturo
e, con la cuoca a far poesia,
la sua parte di felicità culinaria
e ridere di cuore come se fosse
il primo riso al mondo
L'ultimo dei re non ha ragione
per la potenza delle sue argomentazioni
ma perchè ha ereditato il regno del padre,
già re figlio di re alti e belli,
ben in vista per dare un bell'aspetto al mondo.
Dacchè mondo è mondo, ogni meschino
compra per se, al mercato il pesce
più adatto ai bisogni della sua persona,
della sua famiglia, della sua comunità
e, ultimo non ultimo, del suo dio.
Si fanno d'oro le foglie prima di morire
sotto la sferza dell'inverno incipiente.
L'immaginazione passa per essere
la figlia maggiore della realtà.
Urgente è vivere, non pensare al dopodomani.
A che sono servite le pene e le soddisfazioni
se entro il mese dobbiamo morire?
Ad aver vissuto con le faccende d'ufficio.
Difficilmente mi allontano dalla soglia di casa
per il timore che chi va in giro dicendo
di non poter fare a meno di me,
mi cerchi e non mi trovi.
Scrivo di me a me stesso; scrivo della fiducia
che ho riposto in me,
mi scrivo come all'artefice della mia vita.
Quanto succede fuori di me modifica il mondo:
quel che accade dentro di me è eterno.
La saggezza è alla giusta distanza dal mondo delle cose
dagli affari in corso nel mondo e dalle faccende di casa.
La coratella che ci tiene in vita,
se ne sta al riparo dalle intemperie
quotidiane, dalle turbolenze del clima
e dalle apparizioni dell'animo in piazza d'armi
dove si esaltano le funzioni del corpo,
docile e mite, come agnello al capezzolo:
senza emozioni, nè ambizioni e nè tentazioni.
Come il corpo è necessario allo spirito,
così il mondo è necessario al corpo.
Niente più del corpo è adatto
alle esigenze dello spirito.
L'immane forza del corpo si dirige
- fin dalla nascita -
verso la sua inevitabile debolezza.
Con la nostra morte muore
anche il mondo che non ha fine.
Con noi muore il mondo.
Ciò che lo spirito ispira, il corpo esegue
alla buona, come un obbediente robot.
Dopo l'incesto a infestare le città
sono arrivati i topi dei bassifondi.
Mi vergogno di aver vissuto assieme al cacico
durante l'avvicendamento di più brillanti papi
forse il periodo più torbido
delle inquietanti serie televisive.
Alla stirpe contribuisce il maschio
in nome della santa ed eroica virilità
la femmina ci mette il suo suolo
che qualunque garzone d'ortolano
può irrigare e dare storti olivastri
che insultano il cielo con certi rami
secchi e improduttivi che offendono la terra
Non si rivelano i segreti dell'animo
per il timore di minarne le fondamenta
Chi dice tutto di se lo fa per mettersi in mostra
sentire elogi ai suoi sproloqui
e confessare poi di avere inventato tutto
Fossimo stati di solo spirito
non avremmo apprezzato la bottarica,
nè i carciofi e lo zafferano;
poi, se fossimo stati di sola carne
non avremmo mai pregato nè confessato
le nostre turbe interiori;
siamo, quindi carne e spirito
che se ne van concordi ad aprire
nuovi sentieri nel mondo dei gravi
Gli infelici son quelli che non sanno
quel che sono fingono di non saperlo
e se ne infischiano.
Felici son quelli che sanno quel che
(non) sono, senza nasconderlo.
Fate di me quel che vi par meglio,
disse mentre lo inchiodavano.
Poichè ho peccato. Dividete, quindi,
i miei beni. Tra voi, senza scannarvi.
Fate del bene, quindi. E date ai più poveri
quel che vi avanza. Ho fatto di me
quel che nessuno ha mai fatto.
Ho fatto il meglio di me.
Sono uno dei tanti a non sapere
quel che erano
che non sanno quel che sono.
Eppure ho dato il meglio di me.
Non conosco smeraldo migliore da poterlo paragonare alle stelle.
Il cattolico principe dell'Isola, spadaccino,
il più cortese dei santi del calendario
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