lunedì 14 aprile 2025

21847 su recreu sutt'è un'argustu bibendhe dae sa cupa e tracheddhandhe pane carasau guttiau e casu berbekinu istagionau

 -






-l’esistenza comprende vita e morte

delle cose naturali

la vita ha in sé uguaglianza

e diseguaglianza 

mentre la morte è per tutti uguale 

appunto: è la livella del grande totò




-vivevamo come persone affini

poi con gli avvisi del tempo

al seguito di un’ alba se ne andò

così dopo i rituali  costumi

con uno spicchio di tempo

i vecchi usi presero il sopravento.




-è uso dire che la ragione della morte 

è nella difesa del paese  che è forse 

il luogo dove chi ne ha, cura i suoi beni 

fisici e affettivi




-dice favole chi dice che i ricchi vivano di più

perchè non è  vero che  anche il denaro muore 

con chi ne ha le tasche piene




-le strisce bianche sulle strade 

dovrebbero suscitare negli chauffeur 

un prezioso giardino d’infanzia.




Ricordati che se sgrani prelibati piselli 

Quello che salta fuori dal 

Baccello vuole nascondersi come 

per giocare con te a nascondino 




  • l’arte  rasserena l’animo 

e ripudia la pena assillante




  • il gorilla che tocca il monolite 

nella scena iniziale di odissea 2001 

e poi si serve di una mascella equina 

come arma, pare ispirata dalla bibbia dove 

sansone con ossa simile mena i filistei.




-la fortuna è una circostanza favorevole

capitata per puro caso sui maccheroni



-per parlar bene bisogna conoscere

 e ordinare le parole



-Amo il silenzio quando son solo 

ma in compagnia 

appena mi concedono un po' di confidenza 

parlo anche a sproposito 



-E per lo meno un millennio che aspettiamo 

la decisione del destino sulla nomina 

di un doge tipo veneziano per trar fuori

 la Sardegna dal retaggio medievale 



--tutto ciò che vedo e sento 

mi pare nuovo

 come se fossi nato ieri

e stanotte ho sognato di vivere

e nulla è stato vano 

dal momento che ho conosciuto Dio 

e il suo unico perfetto figlio

nudo sempre vergine con una tovaglia 

di puro e candido lino che gli ripara i lombi

da gran maestro della siderale corte celeste

dove a tavola non mancano mai i ravanelli.




-siamo tutti simili ognuno

 con le proprie particolarità

come case di varie forme e colori

come le dissimili erbe dei campi 

prendi la cicuta, il giglio, il rosmarino e i ravanelli

gli esseri acquatici come il coccodrillo e l’anguilla

i piumati volatili come l’usignolo e il gracchio

veniamo alla luce in compagnia della malvagità

la pubblicità è l’ultimo sembiante dell’adulazione



  • non farti ciò che non sei -

-se ti capita di compiere una buona azione 

non fiatar di ciò sulla soglia della gelosia

delle volte non ne colga sentore l’invidia 

che sempre in incognito esce in strada 

per prendere una boccata d’aria vitale

di fresca e curiosa di fresca novità.



-con la successiva conoscenza della vita 

ho capito di non aver cercato la polio 

ma di averla trovata per caso

così l’occupazione che cercavo 

non l’ho avuta 

ma ho trovato casualmente 

quella per vivere con amore

nonostante che dal corpo malandato

gli deriva il timore di cadere 

per l’enorme difficoltà di rialzarsi

e trovare l'equilibrio




































































































14497

 


- null’altra antichità è così dottamente  raccontata -


Col giudizio si misura il necessario per vivere come Dio comanda: comunque sia sto invecchiando, si,  senza coltivare nulla né depauperare valori in campo.


l’autore del tempo e della vita

                                                                                       

Quel che mi riesce di fare bene ogni giorno

è il proiettare. la mia ombra sulla parete 

della stanza dove dormo, col raggio 

di sole che ci inonda dalla finestra

 

  • viva la Salute, unico 

  • e  umile ingrediente 

  • necessario per ben Vivere, 

-w quindi il balsamo della vita. 

-beviamo alla salute dunque-  

le forchette di Tadeu, Paddheu e Madau 

sono storte e oblique come certe poesie

fatte con l’ausilio di san pietro ponzese

aiutante in campo di gesù palestinese

nel perfezionare i cristiani in campo

nelle sponde ponzesi del giordano

usa la rete per pescare quando dormi

Vai a Delfi se vuoi sapere per davvero chi sei

e che pesci potresti pigliare?

:

sappi che inoltre sei detentore del pensiero 

che nasce nel cielo colmo di silenti 

stelle notturne e di giorno con 

la vitale luce solare

  puoi  proporlo al mondo.

ricordati che chi è fam

iliare con la malvagità 

non teme davvero d’essere crudele.

- e Le faccende stabilite  fin dall’inizio del tempo  

stabile e incerto per accadere all’ora data

non aspettano il tuo consenso

sempre invischiato in interminabili e imperiture grane -

La differenza tra il prima della nascita 

e il dopo della morte è nella materia

si nasce dal nulla 

col fugace fuoco dell'amore che subito si spegne

nel dopo morte 

la carne che si era formata per campare

marcisce e solo le ossa resistono nel tempo

dell’anima che ha vissuto col corpo

può rimanere il ricordo in eterno

nella  memoria dei vivi mortali 

I mali del corpo vivono in superficie 

evidenti come la luce del  giorno 

il malessere dell’animo si rintana - nel pozzo della notte fonda 

a fondersi con nottole e pipistrelli

- la gallina bianca allatterà il pulcino 

covato dal gallo e dal cappone -

- mi pare bello e buono aiutare chi è bisognoso -



l’autore del tempo e della vita

il vecchio signore dei bei tempi andati 

quando si disegnava col compasso e con la squadra, 

si tirava con la lenza e col filo a piombo

, si misurava, si calcolava e si pesava

e dello spazio celeste come il mare

e della macchia mediterranea

sul mare azzurro come il cielo

- Amore non è amare se non mette subbuglio  nell' animo! -

-per quanto grande, eloquente e fedele 

( mai sospettato di tresche veneree)

sia stato in vita - da morto 

una lapide è sufficiente a ricordarlo -

- Per l’indole del mio animo 

le sole gioie bilanciano le pene -

- L’amore è il lievito della libertà 

che solleva il peso della materia

e dà inizio all’indole delle cose 

che si fanno da sé e si 

vedono nel raggio della luce 

farsi e disfarsi nell’ aria solare 

mentre cercano di discernere la ragione 

di aggregarsi per avviare una nuova forma-

- Solo gli sguardi innamorati vedono quel che 

si agita dietro gli occhi che ti guardano

nell’oscuro vortice di ciò che non dorme mai-

la verità che rivela il paragone 

è  la copia  della cosa riflessa 

dallo specchio  tratto dalla pietra

l’a piombo è il peso che tende quel filo invisibile 

che collega il centro del nostro mondo 

al centro dell’universo che contiene tutti i centri

che gravitano attorno al dio dei celesti cieli olimpici



sull’uscio di casa sii prudente

non cavalcare la soglia di casa

quando passi col balsamo salvavita

attento a non scivolare tra dentro e fuori

Cautela come entrare nel porto

badando  di non sbattere perchè

in ogni momento accade l’inatteso 

e ogni occasione gli si adatta 

per chi vuole addestrarsi a pensare da sé

seguendo la prima traccia  che vedi

o quella che ti pare  più consona 

tra le tante che il prodigo  tempo 

dispone ai liberi faccendieri 

tu però  sta sempre attento a non trascinare i piedi

e non calpestare l’opportunità

non molestare nessuno - poichè 

in ognuno  di noi - dorme un cane

alla porta di servizio dove si esibiscono 

le maestranze - sono i garzoni del maestro d’ascia :

walk don't run = camina no corras



askiolu, askiu, nodo del legno difficile da scalfire

e nodo in gola d’ira e rancore 

non facile da inghiottire e digerire

:_:

diotima: la sapiente di Mantinea 

mantenuta  ?  in vita 

dalle cose che sa capire da se

!

Non so dei vegetali che sono radicati al suolo

ma gli esseri organici dotati di moto 

scoprono da soli quel che sono

man mano che crescono alla fine invecchiano 

e capiscono di dover morire per esperienza

come i vivi  che li hanno preceduti morendo 

eterno è l'amore perché

 procrea la continuità 

della vita.

accantoniamo la frase “tutte le cose create”

come se grandi mani avessimo visto farle

e adottiamo “ delle cose esistenti “ di cui  siam certi

la colombina pasquale

L’introspezione è il mio forte  

a difesa dell'animo cupo, da imprecazioni

            e  invocazioni, mormorando  bestemmie

maldicenze, malocchio  e maledizioni

intromissioni x dare una mano alla fortuna

di affaristi con maschera lieta di apparente felicità

che s…brigano affari altrui per soggettivo interesse

sofferenza e libidine nel dolore del mondo oggettivo

l’intrattenimento principale del comune mortale

 e farsi beffe di se stesso con liete  illusioni e lievi speranze

vaneggiando accoppiamenti lussuriosi, paradisi ebbri di vino

tramare inganni familiari tessere finte tele paesane

duri a morire più delle superstizioni 

Di certo c’è solo il sole nel cielo

                                     mentre l’intero nostro mondo è incerto 

come noi puri esseri organici 

l’incantesimo può rompersi 

da un momento al seguente

- Il voler bene -

L’amore si propaga nel mondo con i baci in bocca

così chi ama non fa del male mordendo

ne inghiottendo saliva altrui come 

mutuo scambio di umore vuole sapore

parrebbe che nella striscia di Gaza 

cert’uni abbian fatto propria la crudeltà delle 

ss naziste e nipponiche in europa e in asia 

Il piacere si presenta in noi  in vari modi

ma nessuno raggiunge l’intensità 

di quando dolore e sofferenza scompaiono

Siamo fratelli  di pietro maso  avido d’eredità 

e  ingordi insaziabili  di beni voluttuari

figli liberi di sempiterne divinità che ci 

ammanniscono del necessario e del superfluo

che salverebbe i bisognosi mortali dall'inedia 

che assilla i lupi famelici e i gracchi vaticani

e  i miseri  soffiatori dei pifferi tratti dalle lunghe 

canne del Cedrino, Dalla promessa 

di una futura ricompensa per l’inutile sacrificio 

della vita onesta da cristiano e non  ribelle animale 



liberiamoci dai pregiudizi

Guardatevi dal credere che il bianco 

inondato dalla luce sia più puro 

del nero della notte buia

perchè non c’è mosca che voli sul fetido sterco

nel fondo  oscuro del tombino fognario



La legalità è il rispetto della legge;

la moralità è il rispetto di me stesso.

Pepp’antoni beve vino e se ne infischia.



la vita è quella cosa che ci può mancare da un momento 

all'altro  e non c’è modo che torni indietro e ricominci da 

capo o riprenda dall’interruzione forzata- accidentale e 

contingente - o spontanea- naturale o voluta

essa è la faccenda più rara che abbiam finora trovato

dalla remota antichità all’attuale modernità

più rara del nettare degli dei e dello sterco dei 

pipistrelli che frequentano gli antri dell’inferno



Ho l’impressione che la mucca lecchi il vitello 

appena nato per proteggerlo dal clima impuro 

del mondo esterno rispetto al fertile 

e prolifico tepore del suo ventre



con la morte termina 

la spontanea esperienza della vita

l’origine delle cose 

non è un punto fermo nel tempo

né nello spazio

il momento attuale è uguale a mille anni fa 

che ci fosse carlo o achille magno



mi sentirei imbarazzato nell’incontrare

 in un sentiero del bosco 

gesù che tiene la mano della madonna 

e apollo che porta sulla schiena dafne

e una famigliola di cinghiali 

che si precipita a bere in un rigagnolo



fa un certo senso vedere i ministri riuniti in consiglio 

tenersi la testa nel decidere le sorti dello stato 

in vista di una sempre più possibile, economia di guerra

la natura non ha morale 

ma ciò che mostra è solo bello

la volontà umana interviene sulla natura 

con l’estetica per farne risaltare la bellezza

col gusto del proprio tempo

         la madrina di  bibendum 

col pungiglione come l’unicorno

o pesce spada per punzecchiare 

i  vecchi dinosauri acquatici




ciascuno è quel che è

uno simula quel che non è 

l’altro dissimula 

A noi che ignoriamo la sardità originaria, 

piacciono i cavalli e le jeep per risvegliare 

la primitiva e regionale volontà di potenza 

(ogni regione sull’asciutto 

crede di essere la più adatta

 a stare al mondo, e chiunque  la elogi 

si è subito tutti pronti alla riconoscenza 

e per la lode avuta, adorare l’arguto giudice) 

e scorrazzare liberi e giulivi 

come soldati vincitori, da un punto 

all'altro dell'isola natia, cattolica e credente 

e non meno felice e cristiana delle altre 

con lingue diverse e passati gloriosi, 

sparse sulla terra sospesa come si deve 

nel cielo: come la più perfetta regola d'arte 

dove riluce la vissuta sardità, la sostanza 

di essere essenzialmente sardi, quindi ribellarsi 

come fiere quando per strada si viene chiamati

 “vivaci sardignoli”, un onta per i ballerini 

di talento del vasto Campidano, un marchio 

per i cavalleggeri professionisti della media

 valle del Tirso e un'infamia per i suonatori 

dilettanti di launeddhas del basso Cedrino




Con la nascita di Predu Pilurzi il mondo 

fu irrimediabilmente altra cosa e ci fu più 

animazione nei vicoli di Irillai che avvinghiano

 la bella Casa del Poeta con cortile retrostante 

come quella del Senatore, e più di uno cantò 

e agli anziani non sfuggì il cambiamento che 

attribuirono all'avvento del nuovo nato che 

prometteva di assumersi la responsabilità 

di quelle azioni che si compiono in stato 

di ebbrezza quando la lucidità manca e la 

ragione evapora e tutto appare in piano 

come quando non c'è più luce in casa 

e padre e figli se le danno credendo l'altro 

un ladruncolo entrato di soppiatto in cucina 

dove gli spiritosi si nutrono di cibo e di sapienza 

e Predu Pilurzi per un periodo fu sapiente

e fu quando si chiedeva:

Chi ha dissipato il timor di Dio?

Che c'entrano i fornai che ogni sera 

di smeraldo mettono il lievito alla farina?

Già, che c'entrano con la fine del timor di dio?

Non sarà l'aver fatto di Dio l'unico amico 

ideale con cui parlare a tu.x.tu?

Il timor di dio è svanito con l'avvento dell'uomo 

capace di azioni eroiche tra i barbari-(vi)-cini, 

che segue le tradizioni aristocratiche di chi lascia 

quel che trova, e di un cuore nobile avuto in eredità 

con i beni di famiglia.

Con la perdita del timor di dio ci ha da vedere 

anche il fidato barbiere del papa.

O no?  

Il timor di dio finisce nel momento in cui il prete 

si investe della autorità di Dio parlando a suo nome.



L'ultimo ad arrivare troverà il mondo sempre nuovo 

e non avrà mai la certezza che il vecchio sia stato 

deturpato dai suoi genitori anche se molte voci 

glielo grideranno in faccia.

L'ultimo che arriva sarà sempre il primo 

della continua e inarrestabile ondata di figli 

e nipoti che occuperanno i posti a sedere 

lasciati dai padri e immancabilmente qualcuno 

- per cavalleria - resterà in piedi

Solo dio può fare a meno del necessario per vivere 

poiché la sua perfezione ha trovato l'ambiente 

adatto alla sua natura divina nel cielo stellato 

senza limiti, dove i viaggiatori dicono di non aver 

mai visto un orlo, né un fossato 

e nemmeno una siepe fiorita.

Fa parte della storia ciò che deve essere 

ricordato e degno di essere raccontato 

con i gesti, a voce e scritto e per immagini 

e infine il tutto affidato al vento e all’acqua 

per farli conoscere al mondo dei maestri di scuola.

“La storia esiste a partire dalle Guerre Persiane 

narrate da Erodoto”, scritta nel Circolo dei liberi bevitori,

 di Zomaria Zigottu di professione bettoliere 

per vocazione che ad ogni bevitore diceva 

in confidenza che nessuno può fare a meno 

del necessario per vivere ogni giorno. 

Come disse il boia a Lillinu Letranka mentre l'impiccava. 

Il mio compito s’è compiuto quà con la fine 

del tuo tempo, concluse Lillo, come lo chiamavano 

la domenica, le belle figlie di Donn'Elène con le 

Rughe Molli che siede alla cassa, nella 

comunità dei libertini puttanieri. Ognuno vende 

di quel che ha, come il bracciante il lavoro delle braccia.

Beato te, rispondevano i bevitori di professione, 

che il rosolio contro la malinconia ce l'hai a disposizione.

Zamè, ti si vede poco in giro; così veniamo noi a trovarti.

Siete una folla, dice Zomaria. 

E non chiamarmi Zameddhu se vuoi far carriera.

L'hai sentito? Oddio, spero e temo.

Non è suo cugino, il figlio di Grostosu 

uscito dalla vita dalla porta di Borbore, 

per un dispiacere, si disse.

Lui il vino lo fa e lo vende; non lo beve.

No. lo compro ai magazzini del mercato.

In cantina

O in farmacia. A carnevale.

Mi mimetizzo nell'ambiente e bevo il vino dove c'è.

Quello sottratto alla vigna non è mai come sembra.

Appare migliore? Lo è! 

Dissimula bontà, ovvero la cela e la rivela al gusto: 

cioè l'antico segreto del vino di Marreri.

Piace, fa felici e ubriaca: 

inebria, perché il vino del signore non ha tempo né età.

Poi ha la meglio sul tempo: 

invecchia ma non muore mai.

Gratis è migliore: 

inebria come uscito da una botte di sentimenti.

Ogni buon vino cambia a tempo e luogo.

Alla vista del mio fegato morirei.

Come amo il mio prossimo, così mi amo un po' di più.

Invecchiando cambia e sa di storia: 

fa ricordare le cose...

Egli fa buona festa se non ci scappa la zuffa e il morto.

Di conversazioni conviviali si tratta, 

dialoghi su temi liberi, 

modi di dire piuttosto che altri,

 tra un bicchierino e un cicchetto, 

in occasione di festa, amenità da circolo di carte,

 bocce e dama, da compari di bevuta 

davanti alla tavola imbandita, 

compagnoni che bevono per distrarsi dal far peggio 

con la lingua di tutti i giorni

come Il mistico cavalca il mondo per andar incontro a dio: 

sa che per quanti spaventosi disastri compia 

la natura della terra, al successivo girar si riassesta 

e si ingravidano le donne, qualcuno nasce nano 

e dice di aver conosciuto tempi migliori, 

qualcun'altro cade dall'asino e si rialza con la gobba 

o con la minchia del somaro per fare giustizia sociale, 

un naso modello diventa un corno come un randello

che annusa i cibi del mondo, ogni tetta 

è da litro abbondante e allatta piccoli e grandi

Non voglio proprio essere uguale 

al primo della classe: ne ho d'avanzo 

d'aver le viscere identiche alle sue.

L'antico gesto, il primo che ho visto fare, 

l'esempio che ha dato inizio al mio mondo, 

ripetendo: posso ripeterlo perché è così

che la vita si specchia in noi che la viviamo, 

succhiandoci fino ai dieci anni 

il pollice delle mani deformi 

Ciascuno ha i suoi educati motivi per fare o no, 

proprio come la scala che serve – nei momenti più felici 

- a salire e scendere

Faccia un passo avanti colui 

che fa quelle cose che non servono. 

Tu, nel gruppo. Si, tu. Dì, perchè le fai? 

Pilurzi era solito dire che ogni santo giorno era il suo genetliaco




diotima: la sapiente di Mantinea 

mantenuta 

che sa  capire le cose da se

diotima. la sapiente di Mantinea 

mantenuta 

che sa  capire le cose da se



Riempio il tempo con i miei sacchi vuoti. 

Perchè non fai qualcosa di utile? 

Per esempio? Forchette. Signore, 

ho settant'anni e non ne ho consumato nemmeno una. 

Poi son tutte uguali e servono solo a mangiare. 

Le forchette durano, sono di ferro. 

Meglio far poesie che son tutte diverse 

come le persone e le foglie cadute 

che il vento porta via.

Per la mia natura democratica non disturbo nessuno, 

non mi intrometto negli affari altrui, 

ma nel mio mobilio chiunque può metterci il naso 

a qualunque ora ovunque mi trovi, 

nel pieno rispetto delle regole sanitarie, 

democratiche e repubblicane

Kikina Pisina si koket' s'obu i sa kisina. 

Con indosso una blusa verde su gonna nera 

che rende più elegante la figura, 

se ne infischia assai di sapere se davvero 

i tataresi sono mangiatori di cavoli. 

Kikina mettici un pizzico di sale. 

Giovane e di buona fattura; 

forse un po' miope ma di bel portamento. 

Preso dalla signora Fanny, sua buona padrona.

Billia Favularju è nato in sua compagnia 

e in sua compagnia ha vissuto con arte e con lui è morto, 

abbia o no avuto a che fare con la disperazione, 

che, come ogni buon cristiano, o pagano, 

in qualche modo ha conosciuto.

Istruisciti, gli andava dicendo la madre; 

guarda e leggi, gli aggiungeva dietro il padre.

 E tagliati qualche fetta di lardo.

Eh no; ora non può esser detto provinciale Billia Favularju, 

uno che andava e veniva sul Tirreno 

carico delle novità del mondo. No.

 E, lo ripeto, non era un marinaio, Billia! No.

Infine spirò col buon senso necessario alla bisogna, 

aggiungo io.

Oddio, dov'è finito il vecchio timor di Dio?

Gli antichi e autentici nuoresi usavano 

fino alla fine del secolo scorso, 

seppellire i morti pancia al suolo per meglio vedere 

e sentire le profondità del terra che li accoglieva. 

La classica postura: adattare le viscere al clistere.

A dir la verità non so quanti nuoresi dell''8oo 

siano andati a piedi o a cavallo o in carrozza 

a veder Cagliari dove si avvicendavano i ricchi stranieri 

arrivati (loro si!) in treno a far compere nei negozi 

di lusso sotto i portici di moda ellenica illuminati 

da non so che lampioni torinesi

e

dove sul grigio selciato tra due pozzanghere 

cresce una rosa e dolce è starsene alla porta 

e ammirare le signore passare seguite dalle serve 

con la borsa della spesa piene del mondo riempite 

alla porta della marina dove spuntavano 

i magazzini del sole Rinascente

La legge del mercato non è solo indifferente a lusso 

e miseria, ma se ne infischia del prodotto: 

apra gli occhi l'acquirente, come pare dicessero a Sparta.

Chi perde i suoi beni a carte è un minchione immorale 

come me moralista che non gioca 

per paura di perdere quel che ha avuto

.

Il lavoratore che tribola tutto l'anno e il giorno di natale 

si veste da lusso come un monsignore con i sandali,

 è segno che aspira al cielo e al suo nettare: 

l'intelligenza, non  alla stupidità del montone…

Lo chaffeur al suo posto di guida sembra voler dire: 

non potevo esserci che io, qui a guidare: il migliore.

La vita costringe al lavoro: 

se non io qualcun altro lo fa per me.

Ognuno nascerà col suo compito, 

sembra abbia detto Iddio ai figli di Adamo 

(primo sposo modellato col soffio dell'intelligenza 

e brillante marito di un'ardente moglie educata 

al rispetto del padre, ad amare lo sposo e 

ad allattare i figli che verranno) che si bagnavano 

a Gonone fuori stagione. In attesa della 

Buona Novella. Quella del Bue Marino.

La giustizia è necessaria al lavoro: 

a giusto lavoro, giusta paga. È chiaro, no? 

E anche alle spie sia dato il dovuto.

e non fichi secchi senza cicuta.

Chi paga gli operai ha già messo da parte il suo tornaconto.

Chi ha il salario non mancherà del sale, 

del pane e del companatico adatto alla vita. 

Con ciò potrà anche fare a meno del berretto.

I lavoratori uniti come mezzo e concordi 

per il fine hanno conquistato i miglioramenti 

necessari a viver meglio e spillare il vino 

dalla botte, con asili, scuole, ospedali, trasporti e pensioni. 

Col pensiero di non perdere il possibile ospizio terminale.

Le rivoluzioni – o sconvolgimento 

di poteri defunti dall'ingiustizia, 

quando ci scappa il morto in strada -

 hanno finora creato l'apparato per così dire:

 abolire lo sfruttamento ed emancipare le donne 

a mostrar le membra nude, abolire l'anarchia 

e dare il suffragio universale, fino a suicidare 

la libertà di cambiar padrone, insieme alla 

catastrofe politica con l'abolizione dei partiti

 e delle elezioni con il partito solo al comando.

Nessuna Rivoluzione avrà successo duraturo 

se l'ultimo spiantato innocente e ragionevole, 

non sarà liberato dal bisogno del denaro che si 

trova nelle mani di chi lo muove per il proprio interesse.

Colui che ha un gancio alla gola 

se la fa sotto senza muoversi, 

come uno scricciolo tra le grinfie der gato.

L'interesse ci guida sulla via del denaro 

senza il quale non si è liberi, si fa la fame 

e manca il vino nella damigiana.

Lotta tra chi ha e chi non ha: 

chi ha non disdegna il lusso.

chi non ha cura la versailles olimpica tinta di celeste

La distrazione e il divertimento sono adatti a chi sta bene.

La cotenna del lardo a chi sta male. 

Le setole alla cattiva condotta.

Nella Repubblica c'è chi mette a disposizione le idee, c'è chi dispone del denaro, altri che sanno lavorare perbene e a tutti, repubblicani e totalitari, monarchici e democratici, serve il prodotto del lavoro in comune, d'artigiani e industriali, pastori e contadini, dottori e attori, turisti e secondini, pizzaioli e vignaioli

Con l'inflazione cede valore il denaro e le merci invendute fanno altrettanto

Non mi va di rovistare nei diari perchè mi pare di ritrovare le mie bugie in casa d'altri

Da ragazzo mi confessavo come gli altri e per non aver che dire dicevo una verità per bugia. Siamo stati nell'orto a mangiar fichi e all'arrivo del padrone gli altri scappavano come fanno i ladruncoli, quello prendeva me che non correvo e mi picchiava per tutti. Ha fatto bene, diceva il prete, te lo sei meritato. Perciò non mi son simpatici i preti.

Chi è capace di elaborare un progetto sa di quali forze ha bisogno.

L'unità delle forze del lavoro per essere autonome devono saper cosa fare, devono avere un'idea da attuare.

L'idea ha bisogno del progetto e il progetto necessita del denaro per la sua attuazione, e l'attuazione richiede solo energia naturale e artificiale.

Chi comanda attua sempre la migliore delle leggi possibili: quella destinata a durare di più, perchè espressa dalla naturale ragione delle cose vere fatte dalla storia e dalle razze create da dio.

C'è sempre un signore che deve arrivare e avvertono il nostro gruppo di non distrarci perchè chiunque egli sia per prima cosa ci dirà chi è, perchè è venuto tra di noi a mani vuote se gli piace star solo, cosa vuole ora che ha deciso di farsi vedere in giro e così che quando va via abbia un buon ricordo di noi

Ultimo editto del Faraone: in previsione di una possibile carestia dei prodotti del campo, a scioperi a oltranza nelle valli a la gauche del Nilo e nelle dirimpettaie valli del re, è necessario che dove non arriva il contadino giunga l'agricoltore; che i topi stiano alla larga dal grano e che i gatti non si faccian le unghie con le bende che i sacerdoti mettono alle mummie...per non saltare di palo in frasca...il resto del papiro è roso dal tempo col verme solitario... aggiungete voi quel che vi manca...

Il papa e i cardinali baciamani son quasi come Gesù e gli apostoli, in quanto pratici della vita: temono che un dissidio teorico diventi in pratica una rottura. Dio come son riveriti per esser così vestiti.

Sono loro che conservano l'antico e giusto timor di Dio.

Il lavoro si mantiene in forma se il sudore l'innaffia

La caccia, la pesca e la macelleria del bestiame ribadiscono l'antico tabù dell'antropofagia.

Per i sentieri di Farcana (dove L'amore è per pochi eletti, gli altri sono estranei) vanno leggiadre le janas la faccina di velluto, innamorate di un solo e unico amore che viene di notte con i fiori bianchi delle stelle, sotto lo sguardo vigile delle amabili civette di Soloti ( L'amore fiorisce dove han corso le promesse non mantenute); amano il silenzio le poverelle e la compagnia discreta e gentile

di Missente Murrisuttile che da piccolo la scampò alla furia del Cedrino annientafamiglie perchè con le piene si porta via i bambini cattivi e ora cantava ( Vino agli innamorati sazi e fiele agli infedeli a digiuno) sul carro a buoi carico di botti di vino da portar sul monte per l'impervia via e loro sul ciglio del sentiero l'ascoltavano tenendosi strette alle braccia nude e dandosi di gomito per sedare la pena, come comari durante il veloce rosario detto in scioltezza

L'esistenza di dio si basa sulla possibilità che le cose che sono non siano poi tanto vere e abbiano la breve durata del passaggio dalla notte al giorno, con l'antico colpo di vento dell'aurora

Come se la realtà non sia vera e mutabile.

È lecito dubitare di questa realtà? Quanto dubitare del denaro.

Si, se ne intravvede un'altra: una specie di opera d'arte che se ne infischia del dominio del denaro.

Il denaro è importante – anche se i cani non lo mangiano – tanto importante che senza denaro è difficile campare anche suonando le campane.

Solo noi – piangendo e ridendo - abbiamo il culto del denaro.

Sono i soldi che muovono le idee: esse non sanno dove andare senza la carta che canta il denaro non suona.

Lorenzo e il papa avevano i soldi per pagare a Michelangelo la riuscita delle sue felici imprese.

I proprietari dei soldi intraprendono imprese industriali e commerciali, finanziando le idee che vengono cavalcando da una botte piena a una vuota damigiana di pelle.

Le idee fanno ruotare il mondo, il denaro è l'utile zavorra.

Le idee nascono con noi come l'erba e i fiori sulla terra e il sale e i pesci nel mare e le nuvole e le stelle nel cielo.

Il denaro è un'idea che riempie le tasche.

Il denaro è quel feticcio datoci da dio per vivere con lui.

Il denaro brucia e la brace cuoce il pane.

Chi ha le idee può non aver soldi.

Chi ha i soldi può non aver le idee.

Chi ha le idee cerca finanziamenti.

Chi i soldi li ha li investe nelle idee che diano un tornito tornaconto.

Chi ha soldi e idee se ne infischia bellamente delle pene dell'inferno, delle delizie celesti e della nazionale che ha perso la partita con i barbieri dalla mano ferma e profumati come questurini al cesso, usi a picchiare tra le costole dove fa più male.

I soldi si fanno con gli affari del mondo, sia con la bassa che con l'alta marea

Chiunque al mondo può impazzire, come i poveri che amano gli oggetti di lusso per uso quotidiano e chi come Lear, dà i suoi averi sulla parola per nulla e dorme all'aria aperta, come il mare, le montagne della luna e le stelle sull'orlo del cielo.

In qualche modo i soldi si accumulano nelle tasche dei proprietari.

La verità -(ciò che evidentemente è, nelle cose e nei fatti che accadono a noi e alle cose che ci riguardano)- ha molto a che fare con la realtà.

La verità, come la realtà e i fuochi d'artificio, ha bisogno di testimoni interessati al denaro. Che noi si sia scintille che brillano nelle tenebre?

Sui terremoti si dicono delle cose vere e si cercano senza posa i colpevoli

Le catastrofi naturali possono accadere dovunque, come le pugnalate alle spalle, i suicidi di gruppo e i campi di sterminio.

La realtà è una sola: è quell'insieme di cose di cui fai parte e dettano le condizioni alle quali attenersi per non perdere la causa

Chi ce l'ha si serve della coda come tappo scacciamosche.

Gli angeli avevano le ali.

A me basta un misurato raggio di sole.

I fatti contano più delle parole, specialmente quelli fatti a propria misura dagli uomini.

I cristiani devoti trovano che il senso della vita sia servire dio... nei suoi sacerdoti...senza paura. Senza timor di dio? Con le licenze della ricreazione: far l'amore a primavera, col tempo libero e bello. Una magia.

L'arte è ri-creazione o passatempo?

Fin da piccoli la religione ci familiarizza con affari impossibili e cose assurde: può quindi essere tranquillo un mondo governato da dei e demoni infallibili e in lotta tra di loro, con il vecchio interesse dei diadochi?

I religiosi pensano dio misterioso e unico come il pensiero impossibile da capire, ma sempre contenti di pensarlo come immagine della fine inevitabile e un po' miserabile

Ai piccoli va bene la bibbia, agli adulti è più adatto il vangelo. Per le donne nulla è meglio del “credo” e del rosario. Ai frati i sandali, a papi e cardinali le pantofole e le mani curate, vestiti per esser distinti come gli apostoli che predicano il timor di dio. Agli scapestrati è utile il breviario o libro d'ore. Ai vecchi di buon naso, testamenti nuovi, prima di bere il chiaretto che toglie la sete. La promessa è mantenuta e il fatto è compiuto. Chi ha un buon naso sa dove metterlo.

Gli esempi danno luce al sole, al giglio e alla rosa e piacciono di più a chi ha un maestro che sa fare e sa insegnare qualcosa agli orfani del mondo a cui nessuna bufera per quanto violenta e disastrosa può sconvolgere la quiete gioiosa della domenica mattina quando non si ha da fare è tutto è pronto dal giorno prima

Dove stavo prima il tempo era pieno di sé e nel poco spazio disponibile (una capsula) non c'era niente di importante da fare così fu deciso che venissi qua, nel golfo tuttavista, a guardare negli occhi i disperati che temono di perdere l'incanto di vedersi attraverso gli altri tutti felici di vivere

L'infanzia è come la gaia e felice primavera quando sconosciuto è il timore della morte

( Perchè l'ansia di vivere è paura di morire)

L'ombrello signore dell'autunno più del martello, è adatto al clima: se piove si apre, se è bel tempo se ne sta chiuso, non si sciupa e campa a lungo come un dio pagano o cristiano

a

Dio quanto mi piacciono le bigotte devote che alla tivu preferiscono un santo rosario innocuo e pagano. Meglio una turris eburnea con gli occhi dolci o languidi in senso lato che un mostro impomatato

A una vita esemplare si possono aggiungere solo cattivi pensieri, una vista cieca e parole infamanti

I migliori dei nostri avversari dicono di capire le nostre ragioni e di essere quasi con noi, a rovinarci sono dunque gli avversari peggiori, gli ostinati che i migliori avrebbero dovuto domare

L'esistenza che non è quieta, è caotica perchè nonostante le apparenze, la vita viene dal caos dove regna il disordine dell'arte che si va componendo per quell'affare che chiamiamo vanità, che, poi, a qualcosa vale se ci fa vivere senza aver chiesto nulla. O, almeno, di comune accordo, crediamo di vivere. È toccato a noi. Bene, nati per caso, arriviamo a confidare con gli amori e gli amici; Camperemo e con Pazienza faremo convenientemente quel che ci pare. Gli affari finiranno con me o di qualche mio misero affare rimarrà la coda.

Poi è bello pensare quel che ci viene in testa per confidare alla vanità che lei stessa è vana.

Nulla è più vero della bellezza che contenta semplicemente l'intelligenza come la nascita: sappiamo da dove e come e perchè si viene a stò mondo. Per amore. Nulla gli sta a paragone: ciò è quel che si dice sublime. Mi ci perdo se penso di essere un' aggregato di atomi così minuscoli e così diretti allo scopo(che sarei io) ma solo con la mia compiutezza sanno cosè l'amore, così mi sconvolge pensare che sia fatto da un cosidetto dio artefice amorevole come me di fare uno sgabello. Non sono uno sgabello però brucio come lui: abbiamo gli atomi che bruciano, ardenti come innamorati. Posso fare uno sgabello come probabilmente lo sgabello sa fare uno come me e forse anche migliore che non è poi difficile data la mia incontestabile semplicità perdipiù malfatta, difficile da nascodere e disposta a far ridere

b

Nel cantico di Salomone la torre d'avorio è metafora del collo femmineo che non si consuma con la forza dei baci: infatti l'avorio è degli elefanti che lo leccano di continuo e dura nei secoli dei secoli se nessuno lo rompe

Tanto è doveroso ricordare che è impossibile dimenticare, non dico la strada percorsa, ma gli affari che la memoria porta a galla per moto proprio. È facile dire: voglio e devo dimenticare, come se fosse una strada pericolosa o un cibo scadente e avvelenato, ma non è così. Affiorano secondo le circostanze e, bene o male, non scadono mai. Così dal fondo emerge il poco cibo che c'era un tempo e ora non si mangia se sul tavolo non c'è la tovaglia








buon  primo maggio agli animi onesti 

e una vigile sorveglianza dei popoli liberi 

affinchè la pace  viva tra i mortali

3. “Dica ognuno cosa gli sembra verità, / e sia raccomandata a Dio la verità!”. Lessing

l'umanità è un assortimento di poppanti, siccome si  nasce  senza denti  e  si va  via sdentati.

Voglio essere umano nella realtà in cui vivo

me lo devo in serenità per quel che sono

 e poc'altro mi interessa. Poiché non posso che star quieto

tanto nulla di meglio della realtà esiste per i vivi.

Per quel che può servire il mio esempio 

è che la mia anima sono i miei pensieri 

che trovan rifugio nella coratella 

che procura energia alla struttura 

che mi sorregge giorno e notte

finoachè le circostanze lo consentono

e dopo tutto s'ammoscia come un sacco vuoto

:

dove circolano torte, pastarelle e regali 

lì c'è festa!

W  l'Iddio e il suo buon vino.

Un cliente chiede all'oste un bicchier di vino buono.

l'oste lo serve chiedendogli:

cosa vorresti essere pur di non morire.

una pietra levigata che viaggia nei torrenti

e si asciuga da sola al vento e sposando una focaia 

creare scintille come il sole che non muore mai,

Nelle vie del cimitero si cammina tacendo e da fermi si parla sottovoce,

 si sosta avvinti dal ricordo e si va oltre nel regno dell'attesa 

e della riconciliazione finale, dove l'immane Orco senza volto

 impone la sua legge.

Dio non trovò una maschera per lui: affinchè nessuno lo riconoscesse.

Nella pace del cimitero sopra il burrone di Lucula, ci si rappresenta l'Orco 

come uno scrivano senza voce e senza grazia che aggiorna di continuo 

il calendario e se ne infischia della rappresaglia dei giganti che minacciano 

di fargli franare  il suo appesantito dall’eterno fardello umano

L'Orco dovrebbe avere le sembianze del primo manufatto di Dio

 a cui aggiunge la sua rabbia per l'insoddisfazione del prodotto.

lo spazio che ci separa sul suolo che ci sostiene 

per muoverci  liberamente   

si riempie delle nostre parole

 e dei gesti che le accompagnano


Per adattarlo alla novità del mondo, la madre di Pilurzi, Maria Malandra, 

volle, appena nato, rimodellarlo, sistemando alla meglio gli occhi nel loro cavo

 e le orecchie ad altezza uguale ma più vicine alla testa, 

di forma insolita per un bambino d'Irillai

Marì, gli disse l'ostetrica, non prendertela, ma a me pare un'arrabiu, 

un'esserino senza forma che non si sa da dove venga. Uno senza patria.

Lo battezzeremo subito, rispose Maria Malandra, la madre,

 attaccandolo con affetto al seno, mentre col capezzolo gli modellava la bocca 

 in cui già luciccava un canino d'argento

...Quando in età adulta Pilurzi si accorse che dalla faccia lo riconoscevano, 

considerò di mostrarla come meglio gli pareva, così che ogni giorno 

la adattava a nuove esigenze: lieto negli sposalizi, 

triste nei funerali, serio in tribunale, entusiasta nei campi di trifoglio,

 in estasi davanti alla bellezza muliebre, attonito davanti al dolore del mondo 

che lanciava sassi al papa e alla regina madre e figlia...

Ogni momento è prossimo alla fine – e pare che scada di senso

 sotto la imperturbabile continuità del cielo che se ne infischia 

del passato e del futuro – nulla è il passato per la luna, 

né l'incognito futuro fa malinconico il sole – 

del presente è il respiro degli immortali, al corrente di quel che sarà di me, 

che non vedo alternative a questo stato di cose e dimentico perfino l'inferno.



la giustizia

La giustizia ha fatto il nido nel mondo

 e d'appresso la sorella ingiustizia 

ha mescolato le sue uova avvelenate alle altre graziose 

senza romperne una e confondersi nella purificazione 

delle acque del cielo che rimette i peccati del mondo

così. le pie madri d'Irillai perdonano le marachelle dei figli 

finchè non fanno del male ai fratelli: 

poiché i genitori garantiscono i figli minori fino all'età della ragione perchè

è la necessità familiare: il fratello perdona al fratello.finkè son minori

ma

all'esterno della casa sia rivolta la vendetta – 

o riequilibrio del danno o primo anello della catena

(faccio quel che tu non  hai fatto)



Volle esser seppellito con un paio di scarpe sportive 

affinchè all'ora della resurrezione il Signore potesse esclamare: 

Questo si che era un formidabile podista.



Gli uomini d'Ohiai sono uniti dalla sete di libertà 

e quelli d'Irillai dalla sete di giustizia

ma entrambi ridono poco, come i vedovi.

Si perdoni l'errore che può essere rinnovabile e capitare a tutti:

 non l'assassinio che avvia l'anello della catena del non ritorno: 

scompare l'unico che avrebbe potuto perdonare.








Qualcuno dei miei vecchi vicini ha sparso il veleno nel mondo,

 perchè io ne ho trovato traccia in me.

Quelli che vogliono averla sempre vinta 

– nati per sapere dove vanno - 

hanno inventato il circolo che fa da se in senso orario, 

dove i perdenti stanno fuori a inventare i ricordi 

legati uno all'altro, a costringere la memoria all'autogoverno,

 ad andare in senso antiorario, a ritroso nel tempo

Una immane e biblica sciocchezza: 

siccome certe cose son successe, 

è divenuto necessario che succedessero.

Quel che è successo era inevitabile, 

disse Predu Pilurzi per non pentirsi 

di aver svuotato il borsellino della mamma.




Di chi vive è il tempo.

La memoria mi presenta il tempo.

Cos'è l'amore per la vita e la sua provenienza.



Considerando gli sconsiderati che considerano se stessi 

esenti da obblighi -pare obbligatorio: 

dover intuire un'origine per tutte le cose.



-Nel gran caos dove nulla genera il nulla e solo Dio è padrone dei ricordi 

e non c'erano paesi di montagna e gli dei inquieti e senza figli erano da venire 

mentre la notte tardava a seguito del giorno e il mare si formava 

e il pianto nasceva nella sera che posava sull'orlo del sole 

che si voltava come usa la coscienza infastidita della Sardegna 

quando gli manca all'appello in famiglia un moro cieco senza parenti

 tra le sabbie e i lidi come merletti si allungano tra le siepi e le greggi 

non avevano pastori e il caos non aveva muri né trincee ma era piatto 

come il cielo senza fine dove a giorni sarebbe apparso il primo amore 

più bello del secondo oddio davvero non c'è confine dove il vento impazza 

e spiana le tane delle fiere solitarie e l'onda sommerge le famiglie 

per il futuro della terrra ospitale ovvero il mondo 

che contiene le persone che riconoscono i loro debiti reciproci.

Dov'è il vetro per la casa dell'amore? 

E lo specchio dell'anima dov'è? 

Dov'è la tana dell'Orco che non ha parentele 

e ha timore dell'amore? Dov'è la strada perduta?

La vita è quel che ci sfugge continuamente senza che sia un'avvenimento.

Uno è la metà di due differenti che è il doppio di uno che va solo al bivio dove 

il due si divide dall'identico padre e figlio a sua immagine

Uno è il sole senza un suo simile e sola è la luna che cerca la fortuna

Servire la natura nelle cose belle è la libertà del sovrano.

Il cacico si spaccia padrone del paese come il corvo che

 - eletto dai volatili falliti – si crede alla pari del pavone 

che si spaccia signore dei deliziosi giardini vaticani 

dove si calzano pantofole da baciare.

Il più perfetto degli artisti umani si rammarica di non aver dato lui

 l' ultimo tocco di genio alla chiara luna.

Si finirà per odiarlo dopo aver passato la vita a servirlo.



Il primo canto del primo gallo d'Irillai, è quello 

che che vuole modificare per primo la realtà del giorno che nasce: 

quanti uomini potenti si ammalano nel tentativo di fare la realtà a loro misura?

Chiunque alla fin fine si rassegna alla decisione finale, 

quando anche gli scorbutici saranno ingentiliti.

Non coglieva un fiore per gratitudine e riconoscenza 

alla natura madre di Dio e delle cose belle.

Anche il trono più elaborato, ricavato da 

un albero, alla fine arde come legna secca.

La vendetta per esprimersi si serve dell'ascia.

Alla rabbia si addice la collera. 

La rabbia sbrana; la collera lacera.

Diffido di chi fa di tutto per difendere il verbo del proprio Dio: 

infatti non temo Dio ma evito chi lo difende alla cieca.

Qualsiasi cassetto apra Pilurzi, i sogni gli scappano via. 

Ce ne sempre qualcuno di sogno, che lo ritrae 

tra i famosi cavalieri che proteggono l'urna di san Francesco di Lula 

nelle colline di Isalle e Marreri. Non per questo egli, a seconda dell'umore, 

è capacissimo di dare ordini a se stesso, come un capitano di vascello, 

di obbedirsi come un garzone di stalla

e rispettarsi come un galantuomo.

Si comandava come un buon padrone.

Mi sopporto, diceva; forse per non farmi male.

Nessuno nega a nessuno il risentimento contro di lui. 

Abbi cura di te, era la parola d'ordine che volgeva a se stesso.

Subì, un po' come tutti, l'influenza del padre, finchè il padre

 ebbe di che spendere dei suoi averi.

Se fossi stato capace di imitare mio padre 

(ho sempre temuto una simile prova), 

forse sarei stato migliore.

Che cos'è mio? 

L'aria che respiro e rimando fuori appena contaminata. 

E mi tengo l'ossigeno per la crescita dei peli,

 la formazione dei calli e la congestione delle idee malnate e peregrine.

il sole e dio

Dio e il sole – a cui debbo la vita e la vista e come tutti 

 i miei antenati - se ne infischiano della mia riconoscenza

Quel che sono - nel bene e nel male - 

lo debbo a chi mi ha preceduto 

e tutto quel che han fatto l'han fatto per tempo.

Viva l'aria pura: chi avvelena l'aria, avvelena la vita. 

Nemmeno il diavolo trae vantaggio dall'avvelenare l'aria: 

contamiina il suo campo di coltura.

I discorsi belli e brutti son fatti d'aria.

 il ragno cuce l’aria.

Finchè si respira si intrecciano sacchi di cose belle:

l'intento si vale del sogno; l'ingegno della realtà.

Senza aria addio sogni e realtà.

Viva l'aria che si cura di noi.

Solo l'aria è comune a tutti. 

Siamo fatti d'aria e senz'aria non si vive. 

L'aria è vita: il resto è aria fritta. 

L'aria tiene dritti i pali elettrici e quando manca,

 piega le persone come giunchi. Dio, poi, è aria pura. 

Viva l'aria quindi e il vento che la filtra soffiandola.

 Viva l'aria che assiste gli umani 

e li guida per il meglio nel deserto e nel mare. 

Viva l'aria e il suo inventore. 

Senz'aria lo stesso sarto smette di confezionare abiti ad occhio o a misura. 

L'aria non conosce recinti né ostacoli. 

Con l'aria tutto è un gioco: senza di lei si è seri e noiosi.

 Manca ogni protezione se manca l'aria. 

Dopo ogni gioco di guerra rimane l'aria sulla terra e i molti o pochi abitanti

 – tutti diversi - 

ognuno la respira per se: chi non l'accetta è fuori gioco. 

L'aria è il tessuto più fine del mondo: è incorporeo per noi.

 Non vediamo l'aria ma vediamo attraverso di Lei. 

Quindi è lei che dà forma alle cose. Viva l'aria, quindi. 

Sfruttiamo l'aria e lei è sempre paga. 

Nulla è più concreto dell'aria invisibile. 

Senza aria c'è l'inerte e l'inerzia. 



Solo il ragno cuce l'aria.

Togli l'aria ai saggi e ai santi e crolla il mondo delle vetrine lussuose 

dove tutto è morbido e l'insetto punge e punge la vespa: 

tutto morbido è il mondo come il bargiglio della capra di Farcana 

e del pollo di Seuna che si tiene in esercizio zampettando di prammatica

 nel cortile dove non è un'estraneo, come estraneo non era Zuanchinu 

a Irillai perchè veniva dalla lontana provincia a margine del Marghanai.

Le comari d'Irillai ci pensano bene prima di usare quelle parole brutte e pesanti

 che deformano la bocca e screditano l'uso della lingua 

che potrebbe soffocarle come grumi di esosi debiti.

Non per ciò ripugna loro il guardare da un'angolo della finestra della cucina 

quel che combina la vicina di casa: 

se capita l'occasione e la circostanza adatta alla convivenza,

 lo fanno senza dir bah.

L'ho fatto anche io e senza averne tratto vantaggio. 

Un'atto meschino? Uno dei tanti, direi e lo rifarei, 

come se osservassi quel che fanno i miei di casa. 

Vedo me stesso per averne ragione.

 Finalmente vinco io, mi dico.

 Vinco io sul padrone di casa mia?

La mia casa e quella dei vicini è in via di conciliazione. 

Siamo umani e buoni vicini; amiamo gli animali 

e nessuno li mangia vivi. 

Ci unisce il piacere di stare insieme 

e ci confortiamo nelle vicende tristi. Siamo seri e fiduciosi. 

Aiutarci a vicenda è per noi una regola: 

ne abbiam fatto la ragione della nostra vita.

Noi non siamo come certi vicini sempre sul punto di cavarsi gli occhi. 

Come gli antichi giganti che – senza timor di Dio - 

disprezzavano i comuni mortali dei paesi vicini.

Ma dentro casa ognuno è burattino in proprio e si tira i fili quando gli pare. 

Il signore di casa ha sempre e comunque ragione. 

Ha, se si può dire, leggi proprie tramandate da padri e madri, non corrotte dal tempo. 

Naturalmente a me piacciono più le regole mie. 

Beninteso senza varcare le mura delle altre case, applico le mie.


Irillai (via della Pietà), Santu Càralu (via Alberto Mario), Su Serbadore (via Malta), Corte 'e susu (via

-i lari domestici ero gli invisibili custodi

delle preziose suppellettili  di casa-

-scrivere quel che vado pensando, mi viene spontaneo.

l'allievo più  riuscito al Maestro

Mi scoraggia la precarietà con cui sto in piedi demoralizzandomi  l'animo, il  dover camminare

  per poter  porgere  personalmente le condoglianze 

per le esequie di una persona simpatica  con cui siamo cresciuti 

per  un certo periodo  come vicini di casa  in un tratto della stessa strada

mangiando vicino alla porta, pane carasau appena sfornato 

la cosa più sacra  della vita, che faceva gola anche ai santi 

del cielo abituati a nocciole, lenticchie e pistacchi senza sale

Le fanciulle d'Ohiai raccolgono i capelli a crocchia 

per fare a meno del cercine(titile) 

quando portano le brocche d'acqua dalla fonte 

che diventerà il vino che sarà il rosolio 

dell'eterno sposalizio della gioventù 

con le figlie di Donn'Elène le cui lusinghe 

volano dalla finestra del Nordamerica 

come un canto d'amore del cardellino 

al cugino che saltella nella foresta

dove le innocenti janas di Farcana allettano 

i caprai che scalciano furibondi 

quando i karabinieri li incatenano 

alla camionetta per aver rubato i sogni 

alle civette del bosco.

Nessuna pietra d'anello si consumerà portandola al dito, 

come invece gli accadrà se baciata 

dalle avide labbra del possesso 

e del servile inganno dei sudditi

le forkette di paddheu e tadeu

Una forchetta e un'anello impediranno che il tempo faccia invecchiare i possessori.

Produrre una forketta è fatica; trovare una pietra preziosa è fortuna.

L'anello ha nella luce il suo valore; il valore della forchetta è nella sua utilità.

La forketta esiste in relazione alla mano, l'anello in relazione al dito migliore.

Anello e forchetta son cose sociali (relazioni di mensa e di dominio); 

dito e mano son solo miei e mai

 li stringerei in una morsa di ferro e legno di mia volontà.

Al primo principe dei più nobili patrizi del regno di Baronia, 

Pipiu Pissetone che scalciava come un puledro mancino, 

verrà infilato al dito maggiore, dalla nascita l'anello 

di riconoscimento del babbo che gli servirà per tutta la vita, 

come il profumo serve al barbiere del Corso 

e i gradi alla carriera del più perfetto dei caporali d'Ohiai 

che vuole vivere senza molestie e morire sereno 

come vuole l'ordinamento militare degli angeli

 alati del Signore degli eserciti dell'aldilà.

 

 

Ora silenzio se vuoi ricordare Zuanchinu primo sindaco di Ohiai, 

di lui si parla, della sua famiglia e della sua corte.


Al primo canto del gallo di Gonone, 

Zuanchinu lanciò dallo scoglio l'esca nel mare 

e udì la possente voce del Signore 

rivolta a tutti i pescatori presenti: 

Vi ho dato quello che vi fa miei figli 

affinchè  non possiate fare a meno di pensare a me. 

Perciò vi dico: non ingannate i miei pesciolini piccoli.

 

Una dozzina di parole del dolce deca-logo.

Flora Fioripinta, edera, oleandro e olivastro,

le ghiande dell'ombroso leccio, la gentile

e pungente ginestra, il cisto fiorito e gentile,

l'alloro, il mirto e il corbezzolo, il ginepro

e il rosmarino, la mora del gelso

e il rovo di Nannicoco,

le castagne di Tonara, il ficod'india,

l'ombelico di venere, il timo d'altura.



Ho fatto il possibile, disse ziu Pepp’Antoni,

figlio Unigenito di Franzisc'antoni Pedilepiu,

per vivere con i miei in questo mondo che mi sopravviverà.

Di questi tempi bisogna uscire di notte,

quando  il necessario si trova fuori casa.

 

 

 

 

 

Rammemora

il mirabile fumaiolo dell'antico forno a legna 

dove le pie massaie d'Irillai 

cuocevano il pane carasau all'epoca 

del Primo Nuraghe.

Opera Prima di Zuanchinu E.Remitanu. 

committente Pepp’antoni Istravanau

.Il secondo fumaiolo è opera 

di Zomaria E.Remitanu sugli avanzi del Primo.

La postina della val - lontana 

a zonzo in incognito nelle vie d'Irillai.

 

Senza l'arte agricola e dell'allevamento animale

della caccia e della pesca

senza le stagioni e le zone temperate

saremmo stati alla fame nuda e cruda

che anche gli altari di marmo pregiato

e pietre brillanti come gemme celesti

ed ori solari coperti di lino inamidato

avrebbero patito.

Diluvio uniIl diversale  è avvenuto  nel  vano tentativo

di setacciare il mare  sopra le terre emerse  in precedenza

La passione è quella facoltà della volontà 

di  accantonare la faccenda che hai tra le mani 

per avviare l'impellenza di quella che freme 

per persuaderlo sull'uscio dell'animo per entrare 

e pungolare il padron di casa che lo reclamava 

in sordina e ora  non s'accorge che il tempo 

precipita nello spazio della porta del cuore.

marcello mastrone vestito da sardo 

al circolo capitolino dei sardi purosangue 

noto a cinecittà come " il perfetto sosia di amedeo nazzari".

Che il signore del firmamento l'abbia tra i suoi cari. Amen.



Dai di quel che hai 

per far posto 

a quel che non hai.

Dai quel che puoi 

anche se non vuoi.

Non dare quel che non puoi 

perchè non è buona usanza

 dare quel che non hai.

dai di quel che hai 

perchè nessuno ti chiederà mai 

quel che non hai – e ti manca

Devi aver parte del senno comune 

per capire le cose chiare.

Devi amare le parole per giocarci 

( e, Dio, puoi ciò che vuoi).

Un'animo ben disposto fa sorridere 

l'uomo sulla croce col lenzuolo legato ai lombi.

Una fede troppo fervente impedisce  la moderazione.

Dalle delizie è esclusa l'angoscia del parto 

e la malinconia dell'amore andato male

Tra le deliziose prestazioni del Nordamerica 

di Donn'Elène Pilicana era compresa la 

mungitura delle Orfanelle con la pancia bianca 

(pare che anche le monache che origliano alla porta 

e le rane mangerecce abbiano la pancia bianca) 

e tinte in faccia come madonne afflitte 

che han pianto una sola volta e si lasciavano mungere 

senza neanche legarle come docili mucche 

ancor più mansuete al tocco del lattifero capezzolo di Gavoi; 

oh Piunca divina bontà! Dio avrà fatto anche Giuda, 

ma stà meraviglia compensa ogni diavoleria! 

A te, mio fiore, domani, gli orecchini più belli di Orani! 

Una magia, come dal cielo chiaro spuntano le stelle! 

Mio bel fiore nato all'ombra!

Libero è il condannato che strappa al boia una notte di baldoria.

Libero è chi chiama la mamma ogni notte.

Libero è chi con un ciottolo, arresta l'ingranaggio del destino.

Libero è chi non ha cura di se.

Libero è chi ciuccia un ciottolo come un confetto.

Libero è chi ha barattato il senno con una magia malandata.

Libero è chi è liberale e non taccagno.

Libero è chi ha giovamento da quel che ad altri è nocivo.

La leppa, disse il presidente che pelava 

e sbucciava le patate con i denti, bukk'è patata

è una sorpresa della tecnica cattolica e isolana, 

perchè unisce l'acciaio raffinato al corno pregiato 

e puoi tenerla in tasca nelle pieghe 

del fazzoletto da naso che accompagna 

qualsiasi pellegrino di san Francesco di Lula 

in marcia per la pace 

e la continuazione della vita umana sulla terra. 

Abbasso l'atomica e la voglia di pace, quindi:

 viva la leppa che morir si deve. 

Viva la tecnica della sorpresa proditoria e notturna.

Prima la guerra era degli eroi, ora è dei disertori 

e dei garzoni con la leppa, 

regalo degli accorti padrini di città e campagna.

La violenza ha a che vedere 

con la violenza in casa e in famiglia.

Gesù a Nazaret era un figlio obbediente 

e costumato, casto e casalingo, 

senza un'abito da cerimonia nell'armadio…

non come Innassiu Diskissiu 

che stava per sposarsi senza leppa in tasca 

e se la fece portare prima del fatidico si, 

come un gioiello orientale.

Quali colpe imputavano all'Unigenito Nazareno? 

Che colpe aveva nel fardello?

Disarma l'esercito al confine 

e arma la polizia di quartiere.

Il gran padre inventava il sole, 

la gran madre impastava la terra 

e il gran figlio perdonava i peccati.

Perchè la misericordia divina all'infame assassino?

Dio, c'è il profondo Tirreno che cura

 il mal di pancia con una pietra al collo.

Dirà: perdono voi che non mi avete perdonato.

Anni di sapienza approdano a Protagora: 

l'uomo è misura delle cose sue, 

come il bottegaio che conta, misura e pesa,

 le cose e le nocciole di cui non può fare a meno.

Egli è quel signore che si arrangia a fare 

le cose belle e durature come le vigne e i forni 

per cuocere il pane carasau, l'ascia e la leppa e la scure, 

l'acquedotto e la fogna, la casa e la bara , 

il piffero di canna, i debiti, il tappo di sughero e l'atomica.

Infine egli è proprietario del suo corpo 

e per quanto strambe, delle sue idee.

 Ha avuto una mamma e ha rinunciato al padre 

che non gli ha lasciato neppure i lacci delle scarpe. 

Morirà come un'eremita 

senza aver mai visto una cella da certosino. 

Mai fatto conto della vecchiaia. 

Le sue notti non lasciano ricordi; se sazio di vino. 

Chi beve vino dorme di più. 

Senza essere mai triste 

come un'americano che ha perso a carte.

Zigottu Zomaria, robusto nuotatore del Cedrino 

con gli occhi azzurri come un ciclista nordico, 

bettoliere in maniche di camicia, 

mangiatore di riso e di anguille, inventore 

delle pesche mature immerse nel rosso vino 

che fa dormire fino al mattino 

(o nel vino rosso

che fa dormire a più non posso)

e poi leggere subito il giornale con le ultime dal tribunale; 

chiudi il forno, dice a quello 

che mastica la pesca a bocca aperta, 

che ti scappa il succo dell'arrosto; 

tzò tzò su porcu, continua. 

Al circolo del Marreri con le pareti cariche 

di bottiglie di vino d'annata, danno il vino 

come fanno in Corsica i francesi: 

da un secchio di ghiaccio che riempie Zenia 

un tempo ragazzona di antichi costumi 

che non ha mai visto un treno né di giorno né di notte. 

Tutto pulito come una casa di sposini. 

Nel giardino si beve vino e si vede il Monte 

alle cui falde scorre il Cedrino. 

I giovani alti fumano più degli anziani bassi. 

Gabinetto comodo e pulito 

come il cesso di casa che riflette il sole. 

Così familiare che pare di stare al mare. 

Zenia fa da mangiare a suon di musica 

d'organetto in piazza e sogna di passeggiare 

al corso con Zomaria che ciucia il vino 

per non ammalarsi; mangiare un gelato 

seduta tranquilla nella panchina del giardino 

accanto all'ancora del monumento al marinaio 

che caricava carbone a Orosei e pecore e legname. 

Zenia non ha mai visto un treno né un veliero. 

Diventa rossa a pensarci davanti ai fornelli 

pur col suo piglio sportivo.

Dio, quante cose si posson dire con le parole!

Finkè molti patrizi vorranno avere l'anello del principe,

 l'anello non perderà valore né lucentezza, 

per quanta strada il principe possa compiere con i suoi skerani

 in aggiunta a tutta l'acqua che possa scorrere sotto i ponti 

del Temo di Bosa da gennaio a maggio inoltrato

Nessuno è più libero degli altri se gli altri hanno interessi comuni 

e possiedono almeno una forchetta con cui infilzare 

quel che c'è in eccedenza e rimanda la miseria a domani.

Un quadro ben conservato in una teca non si consumerà a guardarlo.

Quel che serve sarà usato e di conseguenza sarà consumato.

Perde valore quel che si consuma: 

una forketta  d’argento con una punta rotta 

vale sempre più  di una forchetta intera.

Una forchetta d'argento mi servirà quanto una d'acciaio

 avranno la stessa durata e perderanno valore 

che io le usi o no, solo,  se decido di scambiarle.

modello di galera

La forchetta fa si che noi si sia uguali a tavola seduti sia alla destra che alla sinistra del re

perkè

il valore della forketta è dato dall'uso che ne faccio tra i miei pari

poikè

la forchetta è un bene che perfeziona l'uso delle mie dita: essa vale per me e per quelli che come me decidono di non farne a meno a tavola.

Mimiu Minninnone ha avuto alla nascita

(sembrava un cercine piegato in se e non destinato

a svilupparsi fino alla fine) una forketta

l'ha avuta come dono necessario ai nuovi ospiti

(i neonati disarmati e scalzi) che, appena varcata

la “linea d'ombra”, siano liberi come tutti,

e l'ha poi accompagnato fino alla tomba:

una forchetta d'argento che ha fatto la sua figura in terre lontane

a cavallo oltre il Gennargentu

e anke in treno aldilà delle Alpi di frontiera.

Senza la moneta – che nemmeno i gattini mangiano

ne i  cani che inseguono i cinghiali

che nemmeno loro mangiano– non è facile vivere.

Platone disse che la cupidigia ha trovato allogio nel fegato  che si nutre  di prelibate pietanze accompagnate

dal sempre eccellente vino inebriante

Il Misterioso Dio del Firmamento ha dato vita al mondo 

e alla disciplina militare, e ha fatto in modo 

che dall'uovo della gallina e dal grembo materno

 irrompa alla luce del sole la vita sempre nuova, 

senza pompa e sforzi apparenti, come legata 

a una meravigliosa catena d'oro forgiata tanto tempo fa 

dalle nobili e leggiadre fate di Farcana e Soloti

. E non bisogna dimenticare che questo formidabile miracolo 

l'ha compiuto senza l'ausilio dei pur straordinari santi del Paradiso 

(che han tenuto a bada le passioni come cani alla catena) 

sempre sul piede di guerra(?) contro l'avidità che non si sazia mai 

come la vendetta che non vede limiti e non insegna nulla ai figli 

che irridono l'autoevolezza dei genitori a cui, infondo, 

non rimane che l'amore di se stessi come valore che li sostiene 

durante le avversità sociali quando non si ha un soldo in tasca.

Nelle case di correzione  attigue alle carceri addestrano i giovani ospiti  a rincollare le uova

piene di marsala e malvasia che servono e servono a fare i dolci

dal sempre eccellente vino inebriante.Platone disse che la cupidigia ha trovato alloggio nel fegato 

dove si rifugia il buon cibo e l'eccellente vino.



Un nipote di Noè, zoppo come Agesilao, sposò una baccante

 e se ne venne in Baronia alla foce del Cedrino, con quel nuovo vegetale che 

(era ancora sconosciuto al tempo dell'Ultimo Nuraghe), spremuto come si deve,

 da il vino che inebria la mente e incita al canto e al ballo per riscaldare i piedi 

agli zoppi e ai vedovi, nelle lunghe e fredde notti di gennaio, 

e non c'è tempo più adatto del presente per cercare le tracce del nostro passato: 

che opinioni avevano i nostri avi mille anni fa. 

Che scarpe calzavano, che non abbiamo un'impronta? 

Si bagnavano al mare d'estate? Come erano le feste? Ballavano?

 Agnelli e bovi, certo li squoiavano come adesso, ma i carciofi avevano già le spine?

Pensa quando non sai che fare, per non lasciare che altri lo facciano per te.

La filosofia è propria dell'uomo che pensa in proprio,

 come la politica lo è degli uomini che pensano in comune e

 - "Fai agli altri quel che vorresti riservato a te" – 

è adatto sia alla prima che ci riguarda come singoli 

che alla seconda che ci riguarda con l'essere in bella compagnia.

È nostro costume seppellire i morti chiusi al buio, 

così come usiamo fare a casa addormentandoci: 

con la porta chiusa e spegnendo la luce.



A morte avvenuta molti prendono le distanze dal defunto,

 specialmente se faceva il sagrestano e non ebbe famiglia

 perchè nessuno volle dargli una figlia con la dote,

 come usavano anni fa quelli che avevano certe cose belle da donare.



Dispiace morire quando alla nascita si è stati ben accolti.



Sempre è l'ora giusta per parlare e tacere: anche adesso.

Quando è capitato (una rarità) che qualcuno mi abbia invitato

 a dir qualcosa, sono rimasto muto perchè non riesco a parlare

 a più di quattro orecchie diverse, non so cosa dire, anzi:

 non ho proprio niente da dire.

Di quanto non ho occasione di parlare, osservo il silenzio,

 aspetto il turno e preparo l'autorizzazione per dir come il perchè.

Dove non può la lingua, soccorre la penna.

Provo ogni notte ad affidare all'eco il lamento

 per non aver saputo fare il vino e bere così del mio; 

ma il buio assorbe la voce e l'eco si perde senza la luce,

 al rimprovero manca così la voce e devo bere quello

 che fa figura nelle fiere, manipolato per essere venduto

 come un farmaco con tanto di scadenza. L'avessi fatto io 

di certo non avrebbe doppiato l'anno, dico, per non diventare aceto, 

che tengo a distanza di riguardo perchè passa il singhiozzo,

 il quale, grazie a Dio, non mi perseguita 

come fa con i barbieri e i bancari.

vieni da me che ho i colori del mondo

Il principe degli inferi combatte contro la civiltà.

Per evitare il pericolo delle tentazioni e non peccare, scansati.

Esci dall'Eden, dove si spreca il miele, e l'uva passa, 

sulle labbra del pestifero intruso, il demonio con un solo dente,

 che ronza attorno agli innocenti senza virtù, per perderli. 

Non so davvero perchè il diavolo avesse libero accesso all'Eden,

 il solo che propugnasse un interesse privato a far qualcosa,

 nel suo caso a danneggiare la quiete pubblica. Ah, era anche nemico

 del libero scambio delle persone e delle merci! Perchè non toglierlo 

di mezzo se ostacolava la pace nel mondo 

e la libera concorrenza nel commercio?




A Dedalo penso, inventore della casa accogliente 

e delle stanze riservate agli ospiti inattesi e indesiderati, 

penso in lui all'intelligenza creativa uscita dallo specchio della natura, 

espressa spontaneamente in lui: Dedalo, 

nome dell'artefice che da sostanza alla forma dell'immagine.




Di slancio si nasce uguali dall'intimo ventre e tutti allo stesso modo; 

abbrancando gli stipiti si muore, frenando con i piedi e dicendo

 in qualche modo quel che si è stati: ero uno che dava ascolto 

agli amici di Seuna e Irillai, e ora non so

 che farmene delle porte con i cardini che cigolano



i nuovi crociati

Vieni in città dove in più d'una casa si lenisce il dolore 

con l'amore e un quarto di vino delle colline di Marreri.

In fondo all'unico cielo che abbiamo, 

si depositano le cose belle e buone, prenderle è proibito, 

poi è come rubare nel giardino del vicino, in più è tanto lontano; 

mentre le cose brutte e cattive vivacchiano con noi, 

cacciate dalle fiere festive, ci assediano notte e giorno, 

le avremmo disprezzate se non ci riguardassero da vicino.

Da dove e come è arrivato l'uomo sulla terra? 

Dal primo uovo col primo ragno, dalla prima mela con la prima ape?

L'ape lavora sempre perchè non sa bene di quanto miele avremo bisogno.

L'uomo vive perchè è stato nutrito naturalmente dalla terra

L'istinto naturale è la capacità di pensare a come fregare il prossimo.

Il ragno mangia per far la tela che gli serve per avere di che mangiare.

Come si sia arrivati ad essere quello che siamo, lo sa, finora, solo Iddio 

e i suoi studiosi francescani, i valenti vaticini dei vaticani e i pettegoli cortigiani

L'uomo è figlio legittimo della natura 

(assortimento di luce e calore, terra e acqua),

 che spunta inatteso in un prato fiorito, 

e quando par che si ribelli alla mamma, più gli si affeziona,

 gli si attacca alla gonna e se minaccia di volar via nell'aria celeste, 

è solo per andare in visita da una zia, sorella della madre terra 

che se ne sta lontano sull'altopiano del demanio solare

La vita (che si tramanda da genitori che sanno cantare

 a figli che dovranno ballare per assicurare la continuità del movimento 

senza il quale c'è la morte) 

non è un prodotto che abbiamo avuto in dono: 

essa è la combinazione fortuita 

di quel che la natura organizza spontaneamente; 

otteniamo la vita come il fiore i colori, il frutto la maturazione

 e il mare il sale per la conservazione dei presciutti, 

delle sardelle e degli umori del mondo 

che possono marcire dentro e fuori del mercato



la mano metallica



Nessuna tirannia durerà a lungo, fino a che il pensiero sarà invisibile: 

appena si espone al pubblico rischia grosso.

Nei tempi andati in fumo, quando di una donna 

che partoriva una creatura senza essere sposata, 

dicevano che l'opera a lieto fine avesse un che di divino. 

Lo dicevano anche ieri a una festa di battesimo, 

belle persone assennate e altolocate, 

che si intendono della cose del mondo. 

Non dissi nulla per non esser banale, 

ma ricordo bene i distinti signori così ben rasati 

e il bell'aspetto delle mogli in polpa e senza una 

di quelle rughe che appaiono quando a casa 

si è rotta l'invenzione del secolo scorso: 

la lavatrice elettrica che ha emancipato le donne femmine

il braccio di ferro

Era così povero che non aveva con che bastonare il gatto.

Se ne andò con una colica estiva per aversi mangiato

 un cocomero ghiacciato di almeno 15 kili al netto di semi 

e di buccia che ripassò più volte per lasciar la giusta parte 

ai cinghiali del monte che si dissetano la notte all'ombra 

della luna di mezz'agosto che si fa bella per la gran festa 

del Redentore ((e i preti della guardia - che avevano imparato 

a pregare alla maniera di Santu Lussurju - tacciono le angustie 

e servono vino gratis a tutti i miscredenti della diocesi affinché

 credano nella resurrezione della carne, nel perdono e nella lieta 

novella della vita eterna) quando i gruppi di ballo - per lo slancio

 dell'occasione - par che non tocchino terra tanto lievitano di leggerezza

Sulle cose mie sono si reticente (non ho nulla da condividere)

 e copro il tutto con un sacco di parole fuori dal recinto dei segreti 

scoloriti e inconfessabili.

il pugno ben-dato

Capita di riflettere sull'enormità del tempo che passa 

come la primavera e pare sfuggirci come se non bastasse mai 

per una capriola e una piroetta con la quale mi riconoscono 

nelle vie di Irillai, dove bazziccano i miei fratelli così riservati,

 col vestito liso ma pulito, per una mariglia in un angolo 

della bisca nera del contone Ballaloi, sempre aperto 

ai viandanti in vena di confidenze, che vengono dall'altipiano 

con i formaggi d'altura e dalla fertile Baronia con le primizie del solco.

Non gli mancava mai un filo d'erba in bocca col quale 

faceva il verso dell'usignolo di Lucula e del fringuello d'Irillai. 

Tra gli schiamazzi fischiettava come quel postino che ruppe 

con l'accetta. la testa della moglie quando la vide con ii bigodini.

Dubito di quelli che parlan bene e mi vien da pensare 

che non sia tutta farina del loro sacco, in specie quando 

ripropongono cose già dette da altri oratori 

forse meno eloquenti ed eleganti.






I disturbi psichici paiono incurabili come il cancro;

 in fondo si sedano ambedue.

Lavoratori del tabacco, non fumate.

Operai fabbricatori d'armi e munizioni,

 non boicottate la produzione e andate al tirassegno.

Pittori murali, colorate le città e a tempo perso, scrivete sui muri.

Se non si calpestano le aiuole,

 i giardinieri rischiano il posto di lavoro.

Chi varca più volte la porta della Questura, 

avalla certi dubbi sulla sua condotta civile. 

Come essere stato arrestato due o tre volte, 

e poi aver fatto formaggio a Mamone.

 Il primo arresto fa scalpore; il secondo solleva dei dubbi; 

col terzo fa affari con la giustizia. 

Meglio che se ne sappia poco in giro, 

ma un po di clamore in fondo non guasta.

Il libero arbitrio -(o spontaneità?)- è la possibilità

 che ha l'uomo ragionevole di non far del male.

Ulisse da solo riusci a confondere Polifemo, 

perchè chiunque apra la sua bocca è in grado di dar consigli; 

ma per farsi il letto da sposo, ebbe bisogno dell'aiuto degli amici.





L'uomo ragionevole è quello che sa 

come fare quel che deve fare: fa tutto lui; 

ha solo bisogno d'aiutanti responsabili come lui.

Il castrato ha la carne tenera,

 il crine a ricciolo e la voce morbida 

che fa un bell'effetto con l'italiano cantato.

Certo che il Signore del Creato ha seguito passo passo la costruzione della terra 

(fatta per contentare studiosi e teologi), 

del sole e della luna e di quant'altro si rassomiglia

(a ogni perfetta creazione d'artista si grida al miracolo), 

trascurando di aggiustare gli storpi di prima fattura 

e quelli di tardo comprendonio 

che si addormentano leggendo anche Moby dick



I mass-media che – per vivere - si divertono a manipolare le idee, 

sostituiscono ai fatti accaduti, le loro opinioni – fino a imporsi - 

sugli stessi avvenimenti e confondere le acque per campare 

anche domani: come il muratore che cambiava una tegola sul tetto

 e – previdente - ne rompeva un'altra per il prossimo diluvio.



L'uomo solo al comando è stato aiutato dai gregari; si sa: 

quello più forte ha solo bisogno d'aiutanti portatori d'acqua 

col compito di assaggiarla prima della moglie del leader 

che beve per ultimo perchè lui deve veder più lontano del popolo

 che deve vivere, obbedire e costruire case e fabbricar figli 

che non abbian bisogno di lassativi per soccorrere la pigrizia della coratella



Ostinarsi per la fine annunciata serve men che nulla.



La fortuna è una buona compagna quando c'è e si fa notare: 

quand'è assente è vano invocarla.



In nome della ragione divina si bruciavano le streghe e gli eretici.



Ciascuno ha una sua immagine di felicità 

e col furore del gaio tempo a primavera, 

può assumere un'altra sembianza col rischio 

di modificare se non sostituire l'originale, 

quello a cui, ogni anno alle feste d'aprile, partecipa –

 come tutti, a suo comodo - anche il somaro dell'altopiano di Mamone.

Chi un tempo è stato al vertice della ruota 

e ora pedala basso, è in grado di non infierire 

e tollerare i miseri compagni di sventura.



Insegnare è il mio mestiere, mi piace come il buon vino 

e mi pagano per poterlo comprare. Sanno che mi esalta 

quando l'animo mi deprime. Dico che l'uomo non deve

 occuparsi delle faccende domestiche. Si; nemmeno 

per lo stretto necessario e come il superfluo, sia lasciato 

alle donne. Mi piace sentire per poter aiutare dove 

vedo che c'è bisogno di me. Poi, ripeto, mi pagano. 

Insegno a parlare, perchè tutti devono comunicare: 

tutti devono poter dire la loro opinione su quel 

che è stato fatto.Ciò non toglie che chi in società si isola, 

e mostra una faccia franca, significa che sta meglio 

in compagnia del solo cuore. Ricordo loro di dover 

accettare gli aiuti che li soccorrono. La riconoscenza 

– si sa - è dovuta ai santi. Dico - anche sotto giuramento - 

che il sesso cavalca le epoche e fa brillare gli oggetti del cielo. 

È amore pratico, dico e lo giuro: la prima legge per cui batte il cuore. 

È l'aglio del mondo che insaporisce zucche, zucchine e melanzane. 

Uno spicchio d'aglio in tasca, vicino al bancomat. 

Il condimento dell'amore terreno. La vita, secondo me,

 è un'assemblea ininterrotta. Le assemblee in piazza sanno di miracoli. 

Ora ci pensano prefetti e questori; in prima fila per la tv; truccati come attori. 

Tutti in attesa del rinfresco multicolore. 

Porcetto freddo, cacio vecchio e vino giovane. 

Per concludere: salsiccia di Gonario allo spiedo. 

Chi ha inventato i colori ne sa più d'una sulle tinture. 

Santi e divi: tutti colorati come le galline di tziu Croale. 

Lui crede che gli antichi vignaioli di Marreri avevano tre occhi, 

due sulla faccia davanti e il terzo dietro, dove nidifica il corvo. 

Luogo tanto delicato che non  entra una setola di porco. 

Dico che con la morte non si scherza. 

Si riferisce alla morte il chi la dura la vince.





Degno del mio rispetto è chi scrive cose belle e sensate 

e se ne infischia dei mezzi poichè non ha nessun fine educativo: 

le dice e il problema diventa mio se voglio conoscerle.



l’estetica è la componente manifesta 

del giudizio sulla bellezza 

della giustizia nel mondo 




Dove non arriva la persuasione o l'inganno, 

entra in gioco la forza per regolare gli affari del mondo.

Gli affari del mondo si concludono pagando per quel che non hai.

O patteggiando con l'Innominato, costante minaccia del genere umano.

La volontà è il risultato della scelta tra questo e quello, 

tra l'andar là oppure restar qua, tra l'adesso e il dopo,

 tra salir le scale o scenderle:

 il bene  maligno e il male beffardo

 è la volontà che sceglie tra il dolce e il salato.

Gli Stati Nazionali e i Signorotti Locali, 

si sono sempre indebitati per fare la guerra, 

poiché contavano sul ricco bottino della vittoria, 

sempre vagheggiato dal mostro che ci insidia 

perchè mal sopporta le preferenze (l'occchio 

di riguardo che Iddio ha avuto per Abele) 

delle divinità a nostro discapito 

per aver preso dalla morale di Caino.





La nostalgia è la coda del passato più difficile da scorticare, 

poiché rinnova l'illusione di aver vissuto in grazia di dio con i tuoi simili 

e beffandosi più di una volta del famoso beffardo che fa senso nominarlo.



Il diavolo era la nostra ultima risorsa e quando eravamo

 in estrema difficolta contavamo su di lui, anche se passava per farabutto;

 ma ora che è morto non sappiamo a chi vendere la nostra anima.

Non sono una noce che sta bene nel suo guscio.

Non sono una rondine che lascia il nido per volare.

Non sono un verme che salta nel formaggio marcio.

Non sono una sardina che nuota nel Tirreno.

Non sono puro come la Madonna, 

anche se non ho segreti in fondo al cuore.

Sono uno che distingue il dolce dal salato, 

ma non sono Dio.

Non ho mai più nascosto nulla

 dopo aver cercato di camminare come gli altri.

Alle poste mi hanno chiesto il perchè della mia esistenza. 

Non lo so, ma ho fatto la fila per prendere la pensione.






Si nasce dall'incontro – casuale - di due inezie

 che non incontrandosi non esisterebbero.

Cosa c'è di più corporeo di noi 

che nasciamo in un ventre di femmina?

Venuti fuori alla luce fregandosi le mani 

si chiede al primo che s'incontra: Cosa c'è da fare? 

Son venuto per dare una mano. 

Chi devo amare? O sono di troppo?



La Pancia della Madre che lievita le novità del Mondo a venire.

il vecchio ventre prepara le curiose novità

L'antico e sempre giovane ventre che crea l'eterna 

e continua novità della vita sulla terra.



Da che viene la certezza di essere al mondo?

Dall'essere morso da un cane randagio 

e dal patir guai per aver colto una mela dall'albero 

fuori dal recinto. 

Da una bella, sonora, innocua, annunciata,

 inodore, densa e leggera scorreggia. 

Dal vivere nei bei giardini e negli opimi orti di Baronia,

 la bella cussorgia (contrada) della repubblica di Ohiai, 

che dà, disinvolta, le spalle al Tirreno e guarda fiera il Gennargentu. 

Dal denaro, in cambio del quale puoi avere di tutto.

Dall'essere bastonato come un can che morde.

Irillai è nel mondo e ciò è politico; 

l'io riguarda la persona che vive a Irillai che comprende Lollobe 

(paese del mondo con la fissa della città-stato

 e di un club socialista che dava conto di non calpestare il Decalogo). 

Quanto accade a Irillai e al mondo è fisico e politico; 

quel che riguarda la persona sostenuta dalla coratella, è morale.

Pastori e contadini di Sardegna aspettano sempre di essere proprietari 

della terra necessaria ai loro bisogni.

 Pio desiderio, dicono le mogli. Ci vogliono i soldi. 

Pio desiderio da sognatori che non vogliono rimanere poveri.




Pensare è bello, ma scrivere lo è pò di più, 

specialmente quando i pensieri li afferri alla coda come anguille, 

i pensieri che non stanno mai fermi, dico, 

come le anguille che si muovono anche nel sonno.



la terra si desta a meditare

Dagli alberi abbiamo appreso che la saldezza che sta nelle radici 

non impedisce l'abbattimento dell'albero per avere il suo frutto.

L'acqua è fatta per essere bevuta prima che ristagni e diventi salmastra.

Se la guerra è dolore, pensa al bel piacere che dà la pace.

La verità è un lampo di fortuna 

che se ne infischia del tuono fragoroso.

l’esistenza 

si stiracchia


Il dolore per esser vero deve tormentare fino al supplizio.

Il piacere sublime che da l'orgasmo,

 rammenta la sofferenza a chi ne ha avuto esperienza.

Riflettere è capire la verità 

che alla fine ci sfugge come l'ombra.

La memoria è la guida a ritroso

 della vita che si sta perdendo.

Se il piacere non da pace, è dispiacere.



la bellezza si leva

Basta arrestare il cuore 

per fermare il tempo frettoloso 

che sollecita a far prima.

Anche i fiori della regina appassiscono, 

perciò la monarchia previdente e lungimirante,

 ha istituito i pittori di corte.

La castità è propria della Rosa Mariana, 

dell'Immacolata Concezione 

e del Santo Protettore del paese.

I fiorai preferiscono il profumo della rosa screziata

 alla flatulenza muliebre.

vive, fa i suoi bisogni e vigila

Ciabattini e rattoppini parlano di sorci marci 

alla loro flatulenza liberata dal garzone.

I barbieri alla flatulenza turbolenta 

si affacciano alla porta 

come se passassero i bersaglieri 

col gelato al Presidente.

Chi non riesce nel suo intento 

diffama  chi ha raggiunto lo scopo.

La censura è la matrigna del popolo che  educa  la prole a non diffamarla.

se ne infischia di morire per amore

La volontà è madre del desiderio (se obbedirai avrai la marmellata)

 e matrigna della speranza, della promessa e del ricatto.

Lo spirito del tempo – 

come quel demone che pesava le anime - 

sollecita gli animi a seguire la moda corrente, 

che attrae, incanta e urla per imporre la linea guida e vincente

 come usano le comari al mercato.



la gran borsa della comare

La buona minestra sarà sempre adatta alla tempra del palato.

La “riserva mentale” è lasciare un margine di manovra alle auto.

Nulla mi è ostile; cerco solo di resistere al meglio a ciò che mi è capitato.

Morale è quel che mi riguarda da vicino; etico è quanto ci riguarda nello stare assieme agli altri.

Libertà innanzitutto e il diritto ad avere diritti. 

È difficile ricordare il primo pasto della vita, quasi impossibile quanto l'ultimo.

Nella città ideale chiunque ti venga incontro sembra aver condiviso in qualche modo il tuo letto.



Le cose belle ci riempiono d'entusiasmo.

Qualsiasi luogo è bello da vivere senza dolori.

Si è felici solo al cospetto della bellezza.

I pelandroni non si esaltano, semplicemente non fanno nulla per esaltarsi.

Chi è preso dalla furia amorosa, difficilmente rientra in se a mani vuote.

E da soli che ci sosteniamo con amore, a vicenda, per tenere a bada le illusioni.



Tutti vediamo gli stessi fatti con occhi diversi.

Chi non ama la sua compagnia cerca conforto rifugiandosi in quella degli altri.

La letteratura ci insegna quant'è difficile trovare quel che ci stà sotto gli occhi.
  

Danarosi e pidocchiosi sottostanno alle stesse regole.

La libidine sceglie la carne fresca, profumata e tenerella.

Oggetto dell'arte è l'unicità della bellezza.



Ogni cittadino deve poter fare quel che la sua persona 

è in grado di esprimere. Foss'anche una litania.

I preti che già amministrano dio 

che bisogno hanno di amministrare i beni del mondo?

Anche il fortuito può essere fortunato.

Fortuito è il mio esser qui a mangiar sardelle.

Qui dovevo nascere e non altrove.

Penso che la verità sia di sostanza, 

purtroppo non mi riesce di immaginare la sua forma.



Sii calma, o giovane, il giudizio è in noi.

Sempre dopo abbiamo idea di quel che è successo: 

è stato bello, abbiamo sbagliato, l'ho scampata, 

magari riaccadesse.

Quando dalle nostre parti non succede nulla, 

dall'altra parte c'è il finimondo.

Chiunque intraprende l'opera col rischio di sbagliare. 

Così nell'impresa si rischia di perire.

Le cose che contano di più se ne stanno al buio:

 il battito del cuore e i pensieri della mente.

La colpa si mostra nel compiere l'opera, poi si nasconde.

Il pensiero più segreto e muto, è quello rivolto costantemente 

alla nostra sicurezza e non può dirsi a parole nè a gesti.

La fede in dio è la convinzione di aver fatto bene il proprio dovere.

È Dio che presiede ai nostri affari cruciali,

 tormentati dal caso o dal destino fatale.

Il matrimonio legittimo è quello fatto a norma di legge; 

gli altri san di peccato.

Uomo e donna posson dirsi donatori di vita,

 se han fatto le cose come si deve.

Il patrimonio legittimo è anche quello accumulato  da d'altri.



La pace è di dio, la guerra del demonio; 

alla pace aderiscono panettieri e pescivendoli,

 alla guerra macellai e carnefici

Progettare il futuro meditando sul presente e sul passato,

 confidando sempre sui miracoli. 

                                                     .-.



Un brigadiere dei secondini annunciò al condannato che all'alba sarebbe stato impiccato davanti alla casa dove era nato e vissuto, affinchè i genitori – come primi invitati - vedessero morire il campione che avevan fatto da giovani. Ti avremmo concesso una bella figliola, se fosti stato bravo. Glielo dissero. Tornerai a casa per riposare. Quello non chiuse occhio tutta la notte in attesa dell'esecuzione e guardava dalla finestra il far del giorno che tardava più del solito e vedeva chiarori che non c'erano, si concentrò sui suoni e notò un muto e insolito silenzio: nessun suono al suo braccio e nessun rumore lontano, nulla nell'aria muta. Nessun suono dai cessi; nessun controllo né distribuzione di cibo. Doveva essere successo qualcosa da distrarre la giustizia da lui, tanto da dimenticarsene fino allo spuntar del giorno, e anche a giorno fatto nessuno venne alla sua cella, come se il tempo si fosse fermato, con quell'assoluto silenzio. Nessun'anima viva gli rispondeva. Giorno e notte era tutt'uno e il mattino era identico alla sera. Non volle rasarsi, riservandosi di farlo all'ultimo momento come ultima azione, ma non accadeva nulla e lui se ne stava prono sul letto quando senti d'aver fame e nessuno faceva conto di lui, silenzio perfetto da anime morte, neppure uno scricciolo sul davanzale né un ragno all'angolo nel soffitto, nessuna voce di carcerati né di maestranze, nulla nel tempo muto, neppure lo squittio dell'ultimo topino del mondo. Improvvisamente s'apri lo spioncino della porta e due occhi gli dissero: Che ci fai tu qui? Caspita!

Devono averti dimenticato. Apri, riusci a dire il condannato. Non ho le chiavi, dissero quegli occhi. Qui non c'è più nessuno. Fammi uscire, allora. Se aspetti vado a prenderle. Lo spioncino si richiuse e il corso del silenzio riprese come prima, così per tempo senza saper quanto. Il condannato gridò di aver fame ma nessuno gli rispose. Urlò, invano. Nessuna risposta. Nessuno lo sentiva. Non gridò più e forse si assopì. Di nuovo all'improvviso, dopo chissa quanto tempo, si riapperse lo spioncino e riapparvero i due occhi che ora tacevano. Il recluso si avvicinò e disse calmo: Voglio morire, non impazzire. Abbiamo perso le chiavi, disse una voce; o qualcuno le ha rubate. Devi aver pazienza, perchè stiamo aspettando il fabbro. Cosi dicendo chiuse lo spioncino e non si vide più. Il recluso potrebbe chiamare e persino urlare, ma forse ha paura. Nessuno lo cercò più, come se avessero deciso di fargli sospirare la morte, prolungandogli l'agonia e dimenticandosi di lui, di un morto ancora vivo. Il grappolo d'Ogliastra, di Billia Portolu. p. 33





Primo.

Il culmine della serenità si raggiunge quando sei riuscito a pagare le bollette.



Secondo.

Chi ama stare assieme alla gente va a vivere in città e godere la meraviglia delle scale a chiocciola; per i solitari resta aperta la vasta campagna, dove è più verde la primavera e celestiale il cielo sopra i campi coltivati, le greggi al pascolo e il volo degli uccelli che si meravigliano del mondo.

Terzo.

Forse col sistema dei Consigli Popolari di Base, nessuno può averla sempre vinta perchè la gente si conosce da vicino e si distingue chi è felice di stare al terzo piano da chi è contento della situazione nazionale che ormai da tanti anni non va in cerca di nemici nel mondo.

Quarto.

L'ordine che si intende nel quartiere è quello economico 

(non spendere più di quello che hai e in caso di debiti, restituirli è ciò che conta) 

e la pulizia di strade e giardini: liberi tutti di far nella propria casa una porcilaia, un pollaio o una sacrestia.

Quinto.

Gli esperti che si spaccian sapienti con modestia accademica,

 dicon le cose come stanno, facendosi così carico di purgare

 i rapporti tra la gente con le cose 

e gli affari quotidiani con le gerarchie del mondo. 

 

a)

Perdonami se puoi, disse l'assassino alla madre della vittima.

Se ti uccidi, si, io ti perdono 

dall'aver cacciato mio figlio dalla sua casa nel mondo, 

dove passò l'infanzia e trovò l'amore. (scritto sulla tomba del cimitero).

È la vita che in conclusione si arresta da se.




b)

Nel cimitero si riflette lo scheletro sociale: 

Le ossa dei ricchi hanno fin dalla nascita la tomba per conservare i diritti acquisiti; 

quelli di mezzo ci pensano una vita a sistemarsi come dio comanda;

 per i poveri ci sono i tombini comuni per non sentirsi esclusi; 

gli atei se ne infischiano dacchè il loro compito è finito 

non si curano di stare sottoterra come le patate 

o rimanere tra le correnti d'aria pura che scioglie i dolori

 ai belli e tutti i brutti e cattivi odori sul dorso del mondo.



c)

Pochi sono i documenti che possiamo portare con noi, 

dove nessun autentico certificato ci servirà, 

nemmeno quella nostra certezza di aver ben visto

 il luogo dove siamo stati ospiti di un certo riguardo. 

Non serve ricordare quel che siamo stati, 

perchè un'infinità di gente va e viene come noi, 

e ci si dimentica - nei secoli dei secoli senza fine –

 persino della civetta che ogni sera dal groviglio della foresta di Farcana, 

annunciava al mondo la decadenza della vecchia civiltà triste e fatiscente

 e all'alba, col primo canto del gallo d'Irillai, 

il sorgere della gioiosa e gioconda sempre nuova civiltà.



d)

Ogni giorno facciamo in modo che qualcuno si ricordi di noi, 

se non per sempre, almeno per un po', dico: 

finchè saranno comprensibili gli appunti scritti dal notaio, 

con note e avvertenze, se necessarie 

a maggior chiarezza di amici e parenti.



e)

Chi calca la ribalta batte con frequenza i piedi sul tavolato 

per richiamare l'attenzione, farsi sentire e essere ricordato a lungo, 

almeno da una stagione teatrale all'altra,

se il maltempo non rovina il cartellone.

dalle labbra s'involano le dolci e soavi parole

che lusingano le attente orecchie

che le fanno scivolare a persuadere l'animo vigile


Post in evidenza

su pinnone ' e Irillai 11921

Ogni giorno della vita è violento  perchè violenta fù la nascita della nostra stella  Pare che col pensiero tutto sia possibile Così Iddio a...