la sardignola medita sulla madriche per il pane carasau
che dura d’anno in anno fino a che dall’ulivo avremo l’olio
con cui friggere sebade e burte’s o focacce
Il tempo è il periodo in cui vivo
quantificabile nel sistema solare
in giorni e anni e vite intere e interrotte
-codardo è quello che s’infila la coda tra le gambe
per paura di far del male agli altri
da ottant’anni mi porto a spasso su gambe malferme
senza aver mai fatto uno scatto di corsa nemmeno
il giorno della tredicesima col panettone e la malvasia.
-quando un boy scout o secondino d’ordine
vede dal suo balcone nella finestra dirimpettaia
un madonna con le zinne al sole
che subito lui si immagina che l’indomani
di buon ora mostrerà le sue volenterose
ferramenta a chi vuol vederle
nella casa di fronte e lo dica pure
al mercato delle pure donzelle di Tempio.
-facciamo in modo che il nostro fine
sia non scannarci ma non è punto facile
la volontà della gente di sopprimersi
è la libera rinuncia a fare quel gli pare
vista la facilità di farlo pur riconoscendo
l'insopprimibile incapacità di sopportarsi.
-quando l’animo occupa tutta la mente
per noi umani mortali non è facile pensare
alle divine essenze di cui proprio nulla so
-i bravi compagnoni della famosa cussorjia d’Irillai
hanno appreso dai geometri migliori, paesani artigiani
del legno l’arte di fare sgabelli di arida ferula
dove sedere al fresco estivo e attorno al focolare
invernale a dar forma a carri trainati dai sacri buoi
sempre con la secca ferula senza la quale col cavolo
che sant’Antonio avrebbe trafugato per l’umanità
il fuoco infernale per arrostire maialetti, agnelli
e capretti tutti da sei kili alla stadera
beffando i diavoli cornuti con la fronte
bassa gli occhi storti, il naso sotto la bocca
e le orecchie a sventola dove appendere
le chiavi della perfetta cantina sotterranea
che conta trecentotrentamilatre scalini
per scendere e risalire
con cinque litri di vino al giorno
che fare di un genero cosi
bello e intelligente senz’offesa
ma senza le corna di un torello
convinto che le supposte sian di cocaina
-certo intendono di chi ha conosciuto il gran dio
quelli che parlano dell’eterna dannazione
per averne abbandonato la sublime compagnia.
sono quel che so di essere
e credo poco a quel che si dice in giro
campa con quel che sei e hai
proprio lì non si nasce senza mamme
Ma si muore da soli quando
qualcuna delle cause vitali viene a mancare
verso lione
e allora che spuntano improvvisi
dalle tenebre i capricci luminosi della sorte
che porta di sicuro al bosco nascosto
nella cussorgia di “sae Pereleddhu”
dove i ladri di bestiame manso
nascondono il frutto del loro talento
nel deserto oltre il cimitero
tra l’argaria(suppellettili casalinghe fuori uso)
dei valenti paesi circonvicini
capaci di far quel che loro pare giusto
per vivere e guadagnare come chi
maneggia l’eucarestia educatamente
col garbo della massaia di casa
che sistema le uova fresche in un cesto
con un centrino di lino ricamato con le mani
dalle vergini suore del carmelo
che camminano lentamente per paura
di cadere col sacramento in mano
-i guerrafondai si son dati le convenzioni di ginevra perchè
ispirati dalla mugliera di re artù inventore delle tavole da pranzo
dove magnà guardandosi negli occhi come garbati mastini
kalio
-la poesia vive d’immagini-
la fantasia è una scintilla che schizza dalla realtà
il mondo si divide in ricchi e poveri
gli uni con la sciolta e i poveri stitici
leggere è come visitare la casa del vicino
al corrente di come si vive oltre l’orizzonte
“La fantasia non manca agli iscritti del club
di quelli con la sciolta che amano il mare aperto
e invisi dai perseguitati dalla stitichezza
che si consolano da soli sgranando il rosario
dove si va sempre da soli.”
-le cose del mondo sono fin dalla nascita tutte in itinere.
chi si vanta dei propri antenati
esalta nella propria stirpe l’origine della nobiltà
-se leggi prima o poi scrivi
scrivere non rivela chi si è
ma dice che si è uno dei tanti
scrivere è vivere come pensare e agire
e riconoscere di star vivendo
un gruppo di parole fà un’aforisma
col quale abiti il mondo
si scrive per ricordare di esserci
quando scrivi vedi moltitudini nel deserto
e dalle profondità marine si sente il formicolio delle stelle
la verità è l’unica figlia del dio dei morti.
quant’è chiaro il celeste cielo
tanto è tenebroso l’ardente inferno
mentre la ragione è l’unica madre dei vivi mortali.
banalità è la personale faccenda
del comprare le banane mature
al mercato dell’usato
-quant’è chiaro il cielo celeste
tanto è tenebroso l’inferno ardente
-tutte le divinità assumono prima o poi
la nostra forma perchè la migliore
più longeva e unica visibile
-cosa fanno gli immortali nel regno dei cieli
pane carasau e torrone di tonara
mangiano anguille e amaretti e bevono cannonau
l’avidità non indossa abiti attillati perchè di solito
non si dilatano nel torace quando il portafoglio si gonfia
con i buoni che fruttano il tesoro sullo stomaco
senza pesare sull’animo che gli vive a ridosso
-l'infallibilità del papa è data dallo spirito santo
come quella di guglielmo tell viene
dalla presenza in campo di apollo e la sorella
che insieme sterminavano intere famiglie
per difendere latona assetata offesa da niobe
che gli negò l’acqua da bere
con cornucopia si intende il corno pieno di latte caprino
necessario a tenere in vita il neonato d’Irillai
divenuta insegna delle latterie sociali
Titone è il ceppo del focolare che con l’aurora attizza il fuoco
avendo trascorso la notte coperto di cenere per tenere viva la brace
la fortuna è la madre di chi sa cogliere
in qualsiasi tempo il vento propizi
cara ‘e luna mattutina che ride al sole
essa muta di continuo col conforto del sole nello spazio vuoto
-dove non c’è nessuno facile e regnare la casa deserta
o spoglia e vuota come la cima dei monti oltre l’ orizzonte infinito
fai da te quel che vuoi se con altri non puoi
come nel caso che non ti vada bene bere vino con sconosciuti
e spiantati peregrini
statene a casa a bere di concerto con te stesso
davanti allo specchio nitido e sgombro d’ombre di vecchie immagini
da quei vermi che l’umida terra partorisce
col concorso del sole possono diventare quel che dio vuole
compresa l’esca per i pesci concepiti prima del tempo
d area italiana
-la calunnia ringalluzzisce la fame che devasta la panza
-gli eventi sono un circuito magico
governato dal fato dei potenti
che sovrastano le moltitudini
bastonando come chi farnetica
bastona se stesso senza bastone
La vita senza ricordi è come il mare piatto
e simile al cielo d’un vago azzurro celestiale
alle sole tremule nuvole si addice il vago celeste cielo
dove- non- c’è gente c’è -lo- scompiglio è assente
e nella solitudine del deserto c’è il miraggio dei beati
che non consumano nulla nemmeno con gli occhi
sul falco mercenario pagato con carne di quadrupedi
perché non digerisce quella dei volatili figli del vento
unici al mondo a vivere d’aria fresca
così come i pesci del tirreno unici
a camparci senza bere acqua dolce
-facili all’ira sopra la terra siamo noi stirpi umane. Omero-
i fedeli degli dèi onnipotenti e immortali
si aspettano da un giorno all’altro
che il sole si sfasci come un cocomero da 15kli
che cade dal camion stracarico
vignetta con Salvini a Legnano che abbraccia un migrante
ramingo- parola del Signore: vieni a me, fratello:
-a bois sa cosa e a nois mancu si scusa: gli esclusi.
-facili all’ira sopra la terra siamo noi stirpi umane. Omero-
-quando la coratella reclama o per fame di frittelle o per diarrea o pipì
è come la volpe quando afferra la gallina alla gola e gli succhia il sangue
e gli strapazza le uova e poi si pulisce il muso sotto le ali defunte-
-non so come ciò sia possibile credere in tal frottola
ma l’immortale (disumano non naturale)avrà sempre la meglio
sull’umano naturale dunque comune mortale.
-la scienza ha di mira la conoscenza
e la ricerca della verità sull’esistenza
non è un impegno per star meglio degli altri
ma necessita di vivere per cercare di capire
parlare, parlare bisogna, o scrivere,
per liberare lo spirito alla vera luce del giorno
fino a che le gambe reggano dove indica la coscienza
per quel che siamo tra i nostri simili.
non siamo fatti per creare idoli e nemmeno per adorarli
e però non possono impedirci di fantasticarli
-la famosa libertà comprende
l’esclusione dalle cose serie
che non sono alla nostra portata
per essere affidate alle gerarchie
competenti dei preti che dispongono
la morale divina all’umana comprensione
e le beghe tra le moltitudini bellicose
ai combattenti ben armati
a rompere le reni nemiche
sistemando trappole di manganelli
nelle tavole delle latrine
nelle tradotte dirette al fronte
-mi preoccupo più di ciò che mi è caro
perchè non so come potrei essere d’aiuto in qlcs
ma forse mi illudo di badare assai alla mia persona
la bontà dell’animo si presentava dalla luce degli occhi
fino al mento con le labbra che si toccavano appena
Certo l’ inventore della clessidra non era un minchione seriale
nell immagine trovata in un vano del nuraghe masedu d’irillai
detto anche “sa dommo rutta” dall’Unesco.
“la volta celeste - a volte-mi toglie il respiro”
o mi fa ansimare come un cane in fregola
-quando si parla del regno dei cieli, a lato della via lattea
di ammassi stellari o nebulose che recingono l’universo
di stelle cadenti sul prato di casa, o sul corrasi
se poi ne parla la tv pare proporci una scampagnata ecologica
- il tempo in noi è fuori luogo
amleto: biasima geltrude per la fregola
( simile a quella materna che l’ha generato) con cui si concede
alla lussuria di Claudio uccisore del padre
e in sto posto non si vede in giro un fantastico campanaro
sfaccendato e scioperato in grado di riassestarlo
è sempre lo spirito umano che aleggia
nel tempo e in ogni dove ci sia acqua e fieno
-e non ci si capisce a vicenda
Lui si eleva sopra la mischia e fischia
elevandosi come quel pensierino che viene alla luce:
Arte è ciò che dura un giorno in più di chi la fà
il regno dei cieli è di chi ha l’ardire di recintarlo
e mapparlo a suo nome nel catasto cosmico
sorvolato ininterrottamente dai rapidi stormi angelici
-le modeste facoltà interiori di chi le porta a spasso
non si curano della reputazione che ha chi le contiene
-a irillai si racconta che giammai
ci sia stata una contesa sul campo
davanti all’inferriata del cimitero d’Irillai
tra innamorati duellanti per la stessa donna
ma tutti i pacifici sapienti della cussorgia
abituati a sopportare la vecchiaia e il male laterale
stabilirono che fosse donn’èlene cul’è ispriku
a fare la scelta tastando la braghetta d’entrambi
soppesando il valore del valente arnese amatorio
con ambo le mani sia dell’uno che dell’altro
i pregiudizi aprono la strada e si appiccicano al muro
quando in ghingheri il giudizio fa mostra del senno
-oh! come mi servi male, disse tziu Minzone al genero
che sostituì il fil di ferro- che per tutta la vita gli cingeva
i calzoni sull’ombelico - con asole e bottoni
che il suocero mal sopportava, ridammi il fil di ferro
che per 80anni mi è stato affidabile più dei tuoi bottoni
se non vuoi che ti faccia orecchini con la ruggine
-dopo aver molto bevuto vino sempre puro
decise che dall’alba del prossimo domani
l’avrebbe mescolato con l’acqua delle fonti vergini
come per bandire e blandire la sua reputazione.
ribu mudu = trazadore:
il paesano satollo di quel che è
non urla contro l’europa
-l’immaginazione consente agli zoppi
un intero giro di campo
incurante dei fischi e degli sfottò
non senza una sosta in panchina
e farsi un quartino di bruskete
-la calma del nostro animo è simile
all’animo sereno dell’animale domo
Che non s'infuria se perde una mano di morra
che rende la compagnia indifferente alla mirra
in qls. posto ci capiti di trovarci
è quasi sempre per puro caso
-perché lamentarci delle insane guerre nel mondo
e quando si imbragano le braccia di chi si crede Cesare
ma non si ricoverano
negli archivi dei palazzi di Giustizia
i cittadini che si proclamano vicari del Dio
inavvicinabile per i coriacei più increduli
-sono solo un pò beati
coloro che conoscono le intenzioni di dio
e le annunciano ai poveri ricchi di spirito
imponendole con le proprie mani in armi
legittimando i re con la giustizia olimpica
fatta a piramide gerarchica col potere della forza
sulla base d’oro dei popoli servi
-le cose familiari son quelle che ci accompagnano
da un giorno all’altro nel tunnel della notte
che non concede nulla di meglio del riposo
alle membra docili, operose e pie, addestrate
per aver la pazienza di sopportare le angherie
-siamo stati creati per avere una ragione di esistere.
Credo di essere nato per caso come tutti i compaesani diIrillai
il cui fine è il consumo del Piritzolu prima della Purissima
che nell'attesa del suo perfettissimo figliolo protegge
le bettole che rispettino l’ordine dei filari delle sacre vigne
che danno il chiaretto di marreri ai vignaioli
e il soave bruschette alle care mogli
che li aspettano sulla soglia di casa con i pugni sui fianchi
e li salutano con un tenero sorriso dicendo:
anche oggi non t’hai perso manco un giro di banco
il dio della natura crea l’essere libero di vivere
esponendolo a una maligna e allegra compagnia
propedeutica all’eterna beatitudine.
a che pro le croci sull’appia
quando nelle vie della salvezza
ognuno porta la sua croce
senza pena né gioia
ma per piacere con dovere
col compimento del sessantesimo anno di vita
anno in cui mi si presenta la post-polio
scovata nel nord-america
come coda dolorosa
della terribile cometa polio
fu la fine delle pie fatue illusioni.
-la vecchiaia è la somma delle esperienze fatte
nella carriera corriera dell’avvento alla luce
fino al garage che nutre il ventre terreno
di vispi vermicelli pronti a imboccare l’amo d’oro
che attrae il famelico grongo del Cedrino
padrino dell’unità dell’acqua con la terra
la sola vita umana dovrebbe essere
l’unica cosa sacra seppur mai rispettata
dalle genti con la guerra d'empio sterminio.
-gli intimi e timidi moti del proprio io
fanno comunella con le esuberanti scosse
di assestamento del mondo esterno
nel riverente inchino al sommo re
dei nostri eterni e sempre giovani giorni
sempre pieni di eventi prodigiosi atti a stimolare
nuove esperienze ai compaesani obbedienti .
-sotto il sempre certo cielo vigoroso e gagliardo
non tutto ciò che promette o minaccia
non sempre mantiene nonostante i giorni
sian diversi o uguali oppure empi e puri.
-la ricerca costante del bene e del bello
è sempre stata la faccenda più delicata
perchè necessaria al poppante appena nato
per giungere all’ardimentosa vecchiaia
cambiando e cedendo cammin facendo
i denti da latte e sostituirli con quelli da vino
col quale brindare al mondo
che ne ha sempre bisogno
di sentirlo schioccare sul bel palato
con la buona lingua.
-nulla è sicuro che quel che non è accaduto oggi
possa non accadere domani notte col plenilunio
e con la rossa ricorrenza del calendario
l’uomo e la sua umanità è la prima cosa del mondo.
-la cui volontà si esprime quando la mente vuole.
- la volontà è l’ultima decisione della mente
in quel determinato frangente temporale.
-un pacifico eroe è colui che non strappa l’ala alla mosca
ma libera la sua casa dalle trappole tese dal ragno.
quali sono le ricchezze del cielo vuoto, è -
come mai ? non si trovano sulla fertile terra
fatta da cielo per fecondare l’umanità ?
lieto dei vostri Calorosi e Valentissimi auguri
ringrazio e ricambio augurando a tutta la vostra
serenissima famiglia una stakanovista salute
a dispetto della corrotta e mai sazia ingordigia
dei satolli signori per bene del Vapore Capitale.
E ora un Evviva di Benvenuto al nuovo Nicola.
per gli antichi greci:
il tempo consumava anche i sassi ben levigati dai torrenti.
sotto la casa fatta da iaia pasq. e nonna maria.
-la buona sorte è madre del momento opportuno
gemello del momento giusto figlio della fortuna.
il tabacco affumica le idee già sballate-
la nomea dei capifamiglia se ne valuta il retaggio dei discendenti
non poteva venir meglio il delfino di casa visto da chi proviene.
la verità è l’evidenza che spaventa, acceca e ammutolisce.
-il senso è il midollo del concetto
egli è il libero nervo del servo arbitrio
ogni individuo che arriva al mondo dei vivi mortali
porta la propria sorte sulle spalle
senza deporla mai nemmeno nel vivo sonno.
la verità è l’abbagliante apparizione
che si rivela con la morte.
-il limite dell’universo è il nostro limite.
-se pensiamo alla facilità con cui si muore
ogni giorno lo prendiamo come parte dell’eternità
se non siamo morti e perchè viviamo tra i perenni.
per quanto innumerevoli siano stati i mortali che han vissuto
e sommati ai mortali viventi siano un’enorme schiera
che non regge il confronto con i giorni dell’anno
dall’alba del primo giorno fino al tramonto
dell’ultimo giorno dell’anno che scorre
senza mostrare l’età che gli riempie la bisaccia.
mastru kischeddhu es pistandhe s’erba mala:
mala est finas’a morrere:
tant est ki no morit’mai.
ma che c'entra simone weil con la
strabordante ricchezza delle chiese universali
in particolare il cattolicesimo romano
patroclo? che nell’inferno troiano era in pace con tutti:
dolce come la furia del vento
che risparmia il minuto peperone
col delicato gambo che lo sostiene vivo alla pianta
-il generale vannacci.one. in divisa è più wasp di Otello in canott.iera.
il caso è dio o l’iddio è la controfigura
che domina l’esistenza nel e forse del globo
-quando un compaesano fissa lo sguardo
dentro le profondità celestiali afferma di vedere
un piatto fumante di fave lardellate
e un corno bovino pieno di vino
gocciolante come il pluviale di casa
limoni spaghetti vongole aglio prezzemolo
3 spicchi d’aglio spiaccicati e rosolati nell’olio
dove scoli la pasta a cui aggiungi
bottarga , acciughe e capperi
o cacio e peperoncino o pecorino al tartufo
con l’uomo che muore non scompare la sua arte
nell’appiccare il fuoco di sant’antonio nel cuore dell’inverno
con un mazzo di ferule intrise di benzina alla legna scampata
agli incendi estivi e ammassata davanti alla chiesa dove
gli antoni distribuiscono fave secche bollite con lardelli succulenti
ai presenti che gironzolano attorno al rogo confidando le loro pene
al santo porcaro che con la ferula ha rubato il fuoco dell’inferno
per ardere i rovi e le sterpaglie dove s’annidano
le vipere malelingue dei campi .
quando pensare stanca - passa al sonno e sogna con
l’occhio del riposo- mentre il fratello veglia sui condomini.
- c’è chi guarda lontano per ricordare
di non voler vedere quel che c’è vicino.
masedu è lubrè istasiu che conca ‘e mortu
in pittu ‘è corbu kene ammorada.
“ mansueto come il fantoccio in tuta da meccanico
alla guida di un triciclo cassonato guardiano in cabina
dell’opima vigna con un teschio d'agnello sulla punta
del fucile posato sul manubrio e beccato da un gracchio
innamorato ma senza compagna”
se è lecita l’origine - che è ciò che garantisce la liceità
che soddisfa i puri segugi identitari
della stirpe di sangue primigenio
finora gli unici primi di tutti
:-, socrate e la conoscenza di se
ippocrate e la conoscenza della salute
plato e l’anima dell’essere
pitagora e la scienza dei numeri
archimede e l’intelletto creativo
aristotele e il mondo animale
-nei bar del Centro offrono agli assidui salatini
nelle bettole col cannonau ci sono uova bollite
dalle padovane celesti per i beoni
che fan pasqua tutto l’anno
e non mancano d’una saliera nel taschino
e nelle ladre hanno sempre una crosta di pecorino
e se occorre per assorbire il vino
di salsiccia un codino
succede raramente che quando
qualcuno degli ultimi figli non somigli
a nessuno dei congiunti
allora le malelingue congetturano
che qualcuno ci ha mezzo
altro zampino dal solito
-qual’è l’indumento che sporchiamo prima e più degli altri?
ebbene si! quello è compito tuo lavarlo. non altri.
a proposito dell’aver cura di se stessi senza infastidire altri.
-vedi l’arcigna grinta del nordio capo del collegio di M.L.
-son le galline celesti a far le uova pasquali.
non posso dire alla mente di non pensare
mentre lo sto a fare
la mente che non vuole pensare pensa di non farlo
la mente viva pensa la volontà e pensa la ragione
e pensa a fare e a disfare e a non far nulla domani
la mente comanda l’obbedienza e la ribellione
comanda il bene e il male,l’inizio e la fine
non comanda la fame ma impone il digiuno al corpo
non impedisce il sonno ma non dorme e sogna
resiste alla veglia e cede al corpo che crolla
ma non esiste forza che impedisca alla mente
di pensare se non il respiro del corpo quando manca
-la vita ha solo bisogno di gioia.
Amici miei, non esistono amici. Aristotele
la demoiselle maria boni
ancella sull’attenti all'ordine dei genitori
passò l’adolescenza consegnando latte
a domicilio per conto d’una latteria rionale
fino al primo scalino della raggiunta maturità
quando sulla porta della cucina del Nordamerica
che consumavano 5 litri di latte al giorno
giusto la metà dell’ospizio municipale
la cuciniera lo trasse dentro
per offrirgli un biscotto col caffè
e lo toccò di sfuggita dove anni prima
in quinta elementare la maestra lo colse
a tirar le cuoia al suo bacello
e lei gli tirò un’orecchia dicendogli
asinello sfrontato, a scuola si apprende
a leggere e scrivere e far di conto
lo dico a tua madre come ti distrai
la mamma lo portò dal medico
che gli prescrisse due visite settimanali
al nordamerica pagate dalla mutua
dei coltivatori diretti
al che la mamma si ribellò
e demandò al padre i l turpe compito
di accompagnare il bambino
fin sulla soglia dell’ostello infantile
la caccia al cinghiale è propria dell’everyman
che non mira al retroverso
ma in mezzo agli occhi della fronte.
anathema all’avarognolo cul’è cane
le cui interiora rinsaldano col collante midollo
le ossa sgranocchiate come supposte
che non vanno giù dal palato
delle pie parrocchiane d’Irillai
"Homo sum, humani nihil a me alienum puto"
significa "Sono umano per cui reclamo l’umano.
-l’esistenza è tutta una trama di grigie faccende
ordite camuffando lo scopo in gioco
come vitale al buon esito
dell’impresa in corso.
- si guardava allo specchio per vedersi
come l’osserveranno gli altri
e si vedeva sempre al meglio.
-bel nome Panfilo adatto a battezzare
una barca ricca per chi affonda
le mani nei sacchi colmi di grana.
Poi i naviganti han sempre dato i nomi alle stelle
come i pecorai erranti e i braccianti agricoli
al chiar di luna sulla vigna.
le pentole d’Irillai non disdegnano mai di bollire
castagne stagionate che durano più generazioni.
-efesto, il primo maestro di bottega artigiana
che valutava i garzoni capaci di camminare come lui
e se un solo astante rideva nel vederne la prova
cacciava via il postulante maleducato
in grado di beffarsi alle spalle del maestro.
bello e giusto nominare dio nel momento del bisogno
ma se non lo si nomina perché il bisogno non c’è
si rischia di dimenticarlo
come quando invochi l’aiuto che non arriva
quindi nominarlo invano è come averlo sempre vicino.
La morra d'Irillai non e' adatta
ai bambini rabbiosi se stitici
e nemmeno ai vecchi tremolanti
che non distinguono la moglie dal gatto
la morra giocata va bene alla gioventu'
riflessiva che pensa meglio
a quello che dice con una dozzina
di bicchieri di vino in corpo
per agitare la coratella, e mai dice:
morra! se non col palmo della mano
che mostra il dorso al cielo
vedi e senti quel piccolo sgorbio di virgola
che è l’aforisma, è solo quel rigo
o verso - che è imprigionato
dal poeta questurino.
l’occhio virtuoso ha fissa la mira
dove vige garbata l’onestà.
-per chi vive il problema del cibo
vale più dello spontaneo appetito
solo la defecazione ha l’identica
importanza.
il pensiero è:
ti voglio veder da vecchio come vivi
la coda della vita o esistenza fortuita
eppoi valutare la parola adeguata
-quando sento la tua voce
è come quando il sole
invade il mio loculo.
man mano che scorre il tempo
t’amo sempre più.
t’amo più di quanto valga la mia vita.
.
Il problema di sempre, naturalmente
è veder chiaro nella confusione
Col filo della ragione nel LABIRINTO
delle interiora, delle cose comuni
della memoria e degli affari di cuore.
Considerazioni - di autore anonimo -
sulla natura dell'individuo di Ohiai Benimindhe.
Col viso da mugnaio cosparso di polline
sulle nere siepi delle ciglia e sopracciglia
folte e tenebrose come i baffi dell'orco
che di recente si aggira nel bosco di Soloti.
Narakela Bennardhu,
il galletto liberato da Sant’Ussula
e sacrificato per scommessa con le clarisse
di Cucullio e Ugolio
al vecchio dottor Asclepio che
– figlioccio di Apollo e garzone di bottega di ziu Kirone -
vantava un credito col paziente Socrate ...
...il più dolce e soave pettegolo del mondo
che suscitava l’invidia di spioni
buoni a nulla come Anito e Meleto
e un'altra decina più della maggioranza
il denaro, convenzione sociale - ha lo strambo potere
di confondere le menti umane portandole
all’abbagliante indifferenza di oscurare
i rapporti fraterni
generando il bisogno di chiedere un prestito
al consanguineo e ottenendolo o meno
spuntano i dissapori familiari che crescono,
respirando la prima brezza dogni aurora,
che rompe la catena dell’amore
tramutandolo in odio viscerale
se il prestito viene negato o non restituito
eppure sosteneva una vicina di casa
il denaro tanto è necessario
che non lo mangiano nemmeno i cani.
-Pare rivelare uno scandalo dir
che sputi nel piatto dove mangi
ma i gambi e gli ossicini delle ciliegie
che faccio? .
li sputo dove mangiano gli altri!?
Diario dell'ignoto autore:
chissà perché delle strane istorie ci aspettiamo la fine;
che sia perché vorremmo conoscere la nostra?
-sa coratella e' sa bitella
dazela a sa crialla
ca non keret burrumballa.
Un oste aveva una scimmia
(che chiamava Diskissiu (per gli altri:
- paret unu Macoco) e se ne infischia
del tempo senza stare a dividerlo
in attimi piu' o meno lunghi e belli)
legata dietro il banco a far la guardia
alla botte del vino e ogni tanto
con lo sgranocchiar nocciole
gradiva un po' di malvasia,
saltava in groppa all'asinello
che viveva nel cortile e sputava
l'aceto come un sommelier
che non trova volgare vivere nell'agio
quanto teme di arenarsi in mezzo
al guado senza che nessuno lo tragga
in salvo così si può supporre
la terra al suo primo giorno
Nel vecchio cuore d'Irillai vengono prima i figli
e poi i figliocci solo terzo chi ti aiuta
a vivere bene e chi viene a trovarti
con i prodotti della terra e un bel presciutto
di maiale poi comari con le noci
e le mandorle e compari col fiasco
dell'olio santo di frantoio,
il cognato pastore con l'agnello pasquale
e il pecorino fresco per le formagelle,
ancora un cognato col vino
appena spillato dalla fonte di Marreri,
la buona vicina di casa con la tunica orlata,
che ti riporta la tua camicia stirata
trafugata dal vecchio vento dal mio
al suo corridoio viene infine
il fratello che ti ridà il dovuto
con un uovo col sale e un vassoio di papassini,
dal caffè con lo zucchero e una poesia
di ringraziamento a padre pio,
sant'Eufemia e fra Ignazio da Laconi
W Il primo latte nero nella storia della pecapra
-Pare rivelare uno scandalo dir
che sputi nel piatto dove mangi
ma i gambi e gli ossicini delle ciliegie
li sputo dove mangiano gli altri!?
…L’ eremitano è quella tal persona
Che vive solo come un nume celeste
o come un suonatore desolato
a cui manca dalla nascita
la sonora armonia del creato
e non si ciba di quel
che vien dal grano
amo l’armonia delle parole tra di loro.
-solo gli imbecilli dell’alba
si risparmiano la leggerezza
di due passi
per rimettere vuoto
il recipiente dove prima era pieno.
fèe de Jaude
-Pare rivelare uno scandalo dir
che sputi nel piatto dove mangi
ma i gambi e gli ossicini delle ciliegie
li sputo dove mangiano gli altri!?
…L’ eremitano è quella tal persona
Che vive solo come un nume celeste
o come un suonatore desolato
a cui manca dalla nascita
la sonora armonia del creato
e non si ciba di quel
che vien dal grano
amo l’armonia delle parole tra di loro.
-solo gli imbecilli dell’alba
si risparmiano la leggerezza
di due passi
per rimettere vuoto
il recipiente dove prima era pieno.
-c’è chi sostiene che muore giovane
chi da piccolo è stato oltremodo coccolato.
-l’infame fanatismo
si serve della forte violenza
per opprimere i deboli miserabili
-il male nel mondo
non è nelle cose
fatte dai mortali
e malignamente
adoperate dai vivi.
-chiunque viva secondo natura
va via quand’è l’ora.
-la natura è forma e sostanza
come lo scritto informale
vive con l’energia delle parole
frizzanti come stelle.
- patria è il luogo dove vivo
con chiunque in santa pace
dove tace chi non ha niente da dire
ma può borbottare una preghiera.
al minimo male dell’inizio seguono
i probabili interessi delle faccende
che ne fan mostra col piede.
-è vero che vivo il disagio della polio
ma ho la fortuna di pubblicare
quel che scrivo col costo
di una dozzina di sigarette
senza più fumarle.
è l’arzillo solicello il nostro
eterno lume n tra infiniti altri
brillanti come celesti numi.
-i deboli soccombono come sempre
da quando vive l’idea di umanità
deboli e forti,sani e malati.
prepotenti e umili
in scribi e farisei,liberi e schiavi
di ricchi vincitori
e poveri sconfitti
Cedola è una parte componente
Dell’nteresse dell investimento
Tratta bene sa pitzinna
Moni, abramino,rinasci un par de volte
E poi se c'è la fai
non nominare don erasmo invano
- pensaci col buio d’una notte-
-c’è chi sostiene che muore giovane
chi da piccolo è stato oltremodo coccolato.
-l’infame fanatismo
si serve della forte violenza
per opprimere i deboli miserabili
-il male nel mondo
non è nelle cose
fatte dai mortali
e malignamente
adoperate dai vivi.
-chiunque viva secondo natura
va via quand’è l’ora.
-la natura è forma e sostanza
come lo scritto informale
vive con l’energia delle parole
frizzanti come stelle.
- patria è il luogo dove vivo
con chiunque in santa pace
dove tace chi non ha niente da dire
ma può borbottare una preghiera.
al minimo male dell’inizio seguono
i probabili interessi delle faccende
che ne fan mostra col piede.
-è vero che vivo il disagio della polio
ma ho la fortuna di pubblicare
quel che scrivo col costo
di una dozzina di sigarette
senza più fumarle.
è l’arzillo solicello il nostro
eterno lume n tra infiniti altri
brillanti come celesti numi.
-i deboli soccombono come sempre
da quando vive l’idea di umanità
deboli e forti,sani e malati.
prepotenti e umili
in scribi e farisei,liberi e schiavi
di ricchi vincitori
e poveri sconfitti
Cedola è una parte componente
Dell’nteresse nell' investimento
Tratta bene sa pitzinna
Moni, abramino,rinasci un par de volte
E poi se c'è la fai
non nominare don erasmo invano
- pensaci col buio d’una notte-
la battagliera e l'atleta
ciascun clero gerarchico applica a modo suo il credo di Ippolito -
l’anello del pescatore -
sul lungofiume di Galtellì il passato sardo è sempre presente
si passeggia passando e ripassando
le immani lezioni della storia
che ci ha sempre tenuto ai margini
-che sia la maskera totemica dei mamuthones
il perno dell’antica cultura del popolo sardo
che passato abbiamo di libertà
qualcuno ha mai chiesto ai sardi il permesso
di potere installare loro basi in sardegna
gli spagnoli l’hanno avuta dai papi
i savoia dall’europa asburgica
gli americani almeno ci hanno liberato dai cattivissimi
e dalla malaria che da sempre angustiava il popolo sardo
le parole sono per lo spirito come il cibo per il corpo
così con le parole non dir tutto quel che sai
così come del cibo non mangi quanto vedi
dopo la polmonite vedo le mie mani come non le avevo mai viste prima-
caramia, ti han sottratto il lavoro per cui ti han pagato
e ora stai a roderti l’animo per il trattamento che ti ha riservato la sorte
che ci tesse addosso faccende poco chiare che illuminano l’ufficio del comando
fatti forte quindi per superare qualcosa che è andata di traverso sulla via
dell’esistenza quotidiana fatta di luci e ombre per meglio vedere il mondo in cui
l’eccellenza pare una meritoria bagatella per coprire “ ciò che andava comunque fatto
data la cultura umana”
Crono evirò Urano, come il tempo doma il cielo
(il tempo è tutto quello che accade nel cielo
e capovolge di continuo la clessidra);
i preti mosaici circoncisero Gesù
perchè nato senza madre dallo spirito del padre
che volle rinchiuso nel tabernacolo;
segno che il mondo cammina con i genitali.
Non so se sia il padre che si aspetti ausilio dal figlio
o se sia il figlio che brama i beni del padre.
Coconservi la sua salute. Si conceda la libertà a cui aspira.
Si faccia del bene. Non si privi della pace. Sia felice.
Faccia quanto non può fare a meno. Riposi quand’è l’ora.
Accetti quel che è gradevole. Si tenga al riparo sul ponte.
Abbia riguardo di ciò che ha caro.
Come è passato il giorno, così passerà la notte
e porterà qualcosa d’inaudito nei pascoli del demanio
dove svernano gli agnelli con le madri
e la vacca mannalita che dal pascolo rientra alla stalla.
Chi è sulla terra è della terra e mette i piedi dove Dio comanda.
Sogno del plebeo è rivoltare il Palazzo dei Signori
prima che essi signori congiurino contro il re
che concede la grazia alla plebe abituata alla grazia del sovrano,
alla carità di Dio e alla comprensione del prefetto di polizia
Cu cultura è quella cosa che attrae l’animo
all’onestà, all’amicizia e alla pietà
e non divide la vita in azione e contemplazione,
che è l’unità amorosa del maschio e della femmina.
Antica più del vino l’usanza di uccidere
antica e strana quella di mutilare il corpo del morto.
Inizio della decadenza che trascina al nazismo
(baratro che dimostra a quanto l’uomo sia capace di arrivare)
o sussulto finale della ferinità primordiale?
In tutta la sua storia, l’uomo è sempre al suo stato naturale
come i tonni in mezzo al mare.
I signori non si occupano del modesto vivere quotidiano
dove è in gioco l’umiltà, no, essi han cura dell’anno intero
ne curano il fascino stagionale e il fasto delle grandi occasioni,
dal giubileo del moderno all’osanna del secolo più moderno ancora.
Pensare è quel che dico a me stesso.
Dopo il pasto si è di solito pensierosi, in attesa di qualcuno che avverta il mansueto:
quello che si suona, si canta e si balla, come per pensare tra sé e sé.
Quelli dell’equatore son soliti dire che i Tartari del nord,
non meno dei barbari del sud,
ha sempre distrutto tutto quello che,
a sentir quelli di Greenwich, chi sta a oriente e a occidente
ha costruito dal primo giorno di sole
con la prima luna di gennaio chiara
come il biancospino della Madonna di Gonare.
Ai santi nelle nicchie, agli oroscopi vaticani,
ai vaticini dei maghi e agli oracoli d’Ohiai,
il nazismo (che tutto e tutti odiava)
sembrava così ascetico e tanto puritano
da scampare la maledizione delle chiese.
I momenti migliori Amleto li passava rimuginando sulla morte del padre,
poi fingeva come gli attori che ospitò a casa sua,
si metteva al bando e consumava Ofelia – già mortificata dal babbo
come una faccenda domestica, senz’essere del tutto scortese.
Giovane educato alla poesia dell’amore.
Fanciulla, fatti monaca che il mondo non è adatto al puro amore.
I padri non si immischino nell'interiorità dei figli.
Muoiano quand’è l’ora.
L’amore non è affare dello Stato: finanzi la ricerca,
la liberi dal costo dei libri, del cibo e della casa, piuttosto,
e pungoli i pigri se vogliono onorificenze in cambio di beneficenza.
Colui che intreccia le guerre religiose con quelle economiche
è un caporale scodinzolante, il fuochista insofferente dell’inferno
che se ne va sui cavalloni in mezzo al mare a prendere i tonni per la coda,
il famoso colosso che spalanca le porte arroventate dell’inferno,
l’antico messia venuto ad abbattere i muri di cinta,
sentinella del fuoco eterno che urla ai dannati:
legna al fuoco, ai fornelli la caldaia e dentro la cotenna di maiale.
Lui è il garzone inquieto che aiuta il cuoco nella cura dei dettagli
e a spennare il pollo dalla buccia dura che scaccia la minaccia
che ci manchi la focaccia, ha fatto soldi con le orecchie del porco
e trafugando denari con denari di lardo: cotenna fatta moneta.
Non è pigro il custode dei morti, li prende in spalla
e li colloca nella tomba riservata agli stranieri senza passaporto
che, quando potevano, ritenevano di fare a modo loro il giusto
sempre voluto da Dio che interrompe la crescita del figlio
prima che diventi un eroe che non sa ridere
ma con i contatti in allerta
per quel che il mondo si attende da lui
e domandargli: per quale ragione viviamo?
E lui immancabilmente risponde -
Esistiamo perché a suo tempo non abbiamo potuto impedirlo.
Che la vita sia una domanda sul significato?
Cos’è l’uomo?
Diamine, ma colui che si rispecchia negli altri
e spara per primo.per avere la cittadinanza
con qualche diritto riservato.
I libri si stampano affinché le parole scritte
sembrino più ragionevoli e sincere delle parole dette.
Ma forse la parola detta e scritta è solo una delle forme
che servono la Memoria di quel che si pensa in segreto silenzio.
Forse è zavorra che la Memoria scarica quando naviga
agevolmente con la coscienza libera e leggera in acque conosciute.
La gioia è quella condizione che appare sul volto dell’onesto
sciolto dal sospetto di aver fatto qualche sudicia porcheria.
L’attore è quell’individuo sano che crede davvero
di far vivere il verosimile personaggio tanto
da chiederne l’arresto per le immaginarie cattiverie commesse.
Pare di essere alla giostra luminosa e stabile
ma temo che da un momento all’altro
mancando la corrente
si debba forzatamente chiudere il gioco.
L’ora che segue alla morte
fa sì che ogni sventura abbia un lieto fine.
Il buon accolito fa che sia tenero e lungo il suo guinzaglio
e morbido e gratis il giaciglio di stuoia.
Non esiste società
che non sia fondata sul lavoro forzato
e dal dover vivere come persone pie
educate a dir grazie e prego.
[individui che han scelto di salutarsi
senza perdere il diritto di avere qualcosa
che valga la pena di dire: è mio.]
I ricchi dividano ai poveri
e Dio sbarri le porte della sua chiesa
a chi non dà quel che ha in più.
La cultura (è il saper fare dell’arte:
i cosiddetti critici d’arte sono incapaci del bello:
l’opera d’arte è la concretizzazione di una – bella -idea
che assume vita nella forma per far compagnia
alle persone sensibili e civili che hanno l’animo pio)
serve a fare oneste le persone
come la rapina ad arricchirle.
Stolto è colui che allegramente chiama bei fagiani le pernici uccise.
Bello è lavorare e bello è contemplare
quel che è stato fatto dall’uomo in lode a Dio.
Bello è amare e bello è essere amati
e suonare nei giorni festivi e ballare nei feriali.
Deve essere oltremodo delicato espropriare i beni
e ridistribuirli definitivamente sbagliando:
forse sono necessari tempi di verifica
e modifica prima di renderli esecutivi e inviolabili.
Più di un bambino scappa alla vista del sangue dell’agnello con cui giocava
scannato dal padre il giorno prima di pasqua e natale
e non mangerà quella carne, ma poi,
come avviene per quel che non si può evitare
seguirà le orme del padre fino a dimenticarsi
del passato dolore e nessuno spirito lo tedierà
di notte né lo turberà domani se avrà successo.
Chiunque volga gli occhi al cielo,
come chi in estasi chiede ragione a Dio
e lo tratta da pari a pari,
si aspetta una nuova infusione di vitalità
o perlomeno una conferma di quella in corso.
È solo un caso se il caso è così importante.
Il caso ad ogni modo – sordo al richiamo –
è l’arbitro baiocco degli avvenimenti:
molto il merito che si accoda al caso.
Non so perché molti miti delle origini inizino col fratricidio.
Passi davanti chi vuole;
mi avanza sempre qualcosa la sera,
che la notte chiama esperienza.
C’è più d’uno che mette più passione a lustrarsi le scarpe
che a risolvere il cruciverba.
Tutti mi hanno nascosto l’affare.
Nessuno mi ha mai detto quanto tempo il mondo ha fatto a meno di me:
non la mamma che non lo sapeva,
non il maestro che non ci ha fatto caso,
non il sacerdote che mette sempre le mani avanti
per non cadere sul futuro dove, pare,
gli equinozi la finiranno di alternarsi con i solstizi.
Il lavoratore è il solo mezzo vivo del processo produttivo,
vive cioè separato dallo strumento animale o macchina.
samariaelodè
1- Elenco delle cose che sarebbe bello non accadessero mai:
cacciar via qualcuno dal giardino
buttar fuori la gente dal mondo
non lasciar mai un posto a tavola
tanto non viene chi è affamato davvero;
che chiuda l'ospedale se c'è l'ultimo arrivato da curare
che un tribunale rinvii la giustizia
che i pochi che hanno molto non deperiscano
nell'abbondanza e che i molti che han poco
mancassero del necessario;
che l'istruzione, la conoscenza, l'arte,
la perdessero sulla stoltezza;
che la natura soccomba alla stupidità.
La terra tanto grande è in mano ai pochi
che la danno in affitto a chi la lavora
e con il guadagno fan poesia a fine carriera.
Perchè con tante gigantesche macchine che lavorano,
e navi e aerei e animali enormi, solo io fatico e mi stanco?
Ho avuto quello che sono e credo di pensare e fare.
Dagli altri son convinto di esserci;
ho il conforto del ricordo
e mi piace seminar sentenze nel giardino.
I numeri sono quelli delle stelle,
cominci da una e non sai con quale finisci
e in qualsiasi momento decida di smettere
il numero che sarà
sarà certamente più che giusto, esatto.
nessuno sa che con due colpi d'ala
la mosca va da un'angolo all'altro della sala olimpionica.
Un fiasco non è quindi il mondo di una mosca.
La terra è tanto grande che è stata fatta a pezzi
e dal primo arrivato in poi ciascuno ha preso il suo.
C'è sempre stato qualcuno disposto a prendere in appalto la morte.
Chi ama ha bisogno di essere ricambiato
o, almeno, non essere dimenticato da Dio
Anche i ricchi e i potenti a vederli nudi
non sono diversi dai fantasmi
che si dileguavano nelle fabbriche della morte.
Anche se hanno macchine fotografiche con l'esposimetro incorporato.
E' l'artista solitario che, creando dal nulla, per primo ci ha presentato Dio.
Chi ha spiccioli in saccoccia spera che qualcuno gli sia rimasto fedele.
Quel che c'è tra noi lo sa Dio e ciascuno da se.
Io. I nostri affari non sono reclamizzati.
Ciò che so di Lui, Lui sa di Me. Io so di rispettarmi.
Quel che io amo, anche Dio lo ama. Io, come lui,
voglio da me esser pio(persona pia è quella contenta
di star assieme alla gente senza far casino).
Non uccido solo perchè è proibito,
no, non uccido anche perchè non ne sono capace.
Poi di mia iniziativa conto di non imparare.
La massima distanza che ho da Dio và dall'animo
con cui faccio le cose, alla coscienza delle cose fatte.
Divino è ciò che è eterno, e la luce lo è.
Sotto la pergola hai la quiete del mondo.
Luce e ombra è il creato. Evito le notizie strampalate.
La solita solfa. Stai da parte se la calca ti soffoca.
Chi non può andare se stia sul tratto della sua orma.
All'ombra di se.
Solo la ragione è necessaria e se ne infischia del salotto
e delle ottomane e di aspettare senza dover più sperare.
Chiunque nasca è stato scelto solo dopo un po' decide cosa
fare di sé perché dal momento che esiste fa ciò che può se vuole.
La vita è libera poiché sa di avere una fine .
Il sole, come le stelle, è libero di squagliare le pietre.
Libero di allevare galline in vetrina.
Con grano, riso e piselli e aprire la danza delle uova.
e non addestrare il gallo alla continenza.
Mosè come confidente di Dio
Non credo che Dio abbia rivelato le sue carte
come se qualcuno l'avesse costretto a patteggiare sulla creazione.
Se Dio è creatore del mondo,
allora ha inventato anche i tre angoli del triangolo
e quattro la somma di due + due.
Nulla è meglio diviso dello spazio che tocca al defunto
sia esso maschio primogenito o femmina unigenita.
Se ne andava triste e grigia come una capra affamata
in cerca d’erbe rare nella seconda porta della chiesa
che sbarra il passo al vento e setaccia la polvere
Per quanto furbo, la persona maligna non può nascondere
quel che ha in mente di fare
Così o cosà rende conto a se stesso. Inutile nascondersi dietro il fiero pollice.
Non far nulla che non ti sia gradito e nessun ordine ti sorprenderà.
Abbi cura di te, che nessuno ti infanghi.
Ai buoni si addice l'umiltà
il vino e la modesta polenta con salsicce e pecorino.
Ai saggi si addice la lealtà alla legge, costituzionale
o divina, poiché unica, giusta e ben scritta.
La chiesa è per chi ha peccato e promette di redimersi
e per chi ha debiti e li vuole rimessi.
L'ospedale, la galera, il postribolo, il quadrivio
sono per i vivi che hanno un'angolo vuoto nel cuoricino.
Gli uomini del passato, i santi e gli eroi sono sempre
i migliori: ordinati e in prima fila nella memoria.
È molto strano, e succede da più anni, che gli uomini
col passare del tempo decadono come le donzelle.
Lavora a giornata e se ne infischia del podio
a cui plaudono i fanfaroni fuori scena.
È cresciuto a fatica e in più imperfetto
come capita di vederne in giro che spendono
quel che non hanno, con pochi principi e per niente buoni.
Oddio, la vita è eterogenea come una vetrina di scarpe a metà prezzo.
Mi tengo al corrente degli affari in corso.
Si, mi tengo informato, so quel che accade
da come reagisce la gente attorno a me
e se la situazione è seria non vedo funzionari
altolocati ridere sguaiati né la folla applaudire
ai funerali come a una battuta riuscita e a un gol fatto.
Vedo come va il mondo da come si comportano cani e gatti
se va male uno abbaia e l'altro sale sull'albero
se va bene sonnecchiano come scolte nella garitta.
Di come stia io lo sanno persino i gatti:
Amai lei come mai nessun'altra.
Lo ammetto senza giurare, ma solo a me, quel che ho fatto.
Non mi nascondo le mie intenzioni.
Non l'ho deciso ieri l'ora di svegliarmi oggi.
È un'antica usanza decidere prima quel che farò dopo.
Se fosse possibile cancellare il passato ognuno si munirebbe di spugna.
Sapevo quel che accadde ieri e non ho fatto nulla per impedirlo.
I progetti sono sconosciuti finché non sono attuati.
Ovvio che sarei alla macchia se necessario e ne fossi capace.
Attenterei alla vita del tiranno se non fossi in grado di evitarlo.
Non nego a me le brutte impressioni che mi assillano o assalgono.
Domenico è un nome così domestico, festivo e familiare, che quasi mi ribattezzo
per essere orgoglioso della mia ombra.
l’altro me stesso Usciva armato per non far del male al gatto di casa.
Ogni momento è buono per essere onesto.
Avrei compiuto più di una buona azione se al momento opportuno
Dio si fosse ricordato di me che sono orfano, distratto e malfido.
Se centomila persone avessero fatto come dico io
non sarei stato come sono alla meno peggio
e anche loro sarebbero state diverse, ma non migliori.
Sogno della signora madre:
c'è sempre qualcuno che si occupa di me
come un deus ex machina, che risolve i problemi della viabilità
del mercato e dell'esoterismo
Sembra che io sia il pallino del biliardo
e Dio e Cesare non possano fare a meno
del pallino per giocare come babbo e figlio in campo
Ora mi capita sempre più spesso di non aver bisogno di loro.
Checco Chessa.
Lo strano tipo col labbro leporino che nei giorni di festa
se ne va nelle corsie d'ospedale a vedere la gente patire sotto i clisteri.
Arte a doppio taglio quella medica:
aiuta a guarire e anche a morire
nonostante il giuramento
e Si incantava nelle lunghe sere d'inverno
dietro film d'azione in galera, con secondini
aguzzini e delinquenti che l'han fatta grossa
Leggeva con passione le storielle dei santi
che godono al soffrir dei dannati
Gli piaceva assistere agli incidenti stradali
e alle risse dagli spalti del campo
Gioiva al sentir di mariti che le suonano alle mogli
Di figli che allontanano l'acqua dalla portata dei padri inermi
Il tipo strano col labbro leporino,
calcia di nascosto gli scorbutici cagnolini
come se fosse il piede esecutivo del Signore nascosto;
dà al cane la giusta punizione.
Chi ha da prendere, metta nel sacco.
Quel che avviene è ordinato da tempo.
Ovvio. Si sapeva. Non perciò manca la libertà:
puoi sempre scegliere tra andar via o restare in campo.
stele polio
- comunicazioni con chi naturalmente legge
e se umanamente risponde: fa cultura -
john flaxman
-Ho comunque vissuto con i miei simili
che mi han visto sentito e toccato.
La Regina Kradananka, zecca di stato e zecca femmina.
L'ortica della marchesa civettuola
che da maschio vigore
se adagiata sui cosinos .
amelia frascaroli, assessore alla socialità bolognese:
il freddo, come il caldo e l'acqua come il vento, non distingue
le persone buone o cattive in regola o meno
con il colore politico del tempo climatico.
gli eleganti del villaggio globale; come in altri tempi, san Francesco.
ora Un superbo vicario.
OPERAIO MORTO SCHIACCIATO DA UNA PRESSA.
vittorio de seta, anima del mediterraneo, morto a 88anni
La toccai e ne rise, così le restai fedele
e fedele da allora divenne il mio secondo nome
Fedele Mi si impresse col fuoco eterno
sul braccio del cuore
a proposito mi diceva come il poeta:
ride la femmina se il maschio non la tocca
Era la mia luce naturale
Lei era della terra e non del cielo
così poco comprensibile
nei particolari e nell'insieme
La mia luce umana
Almeno una volta son certo
di essere stato amato.
Lei era del tempo che mutò la mia vita.
Il suo tempo mutò il mio spazio;
ero certo che meritasse di credere in lei
e le fui fedele.
ho intravisto la più elementare delle aspettative
e mi è parso che dalla terra che mi ricoprirà defunto
spuntasse la malva, il cardo spinoso e l’asfodelo
e non sentore di carne al fuoco
né profumo di legno marcio.
e.
Lo rivela l'Istat: il noleggio del jet di stato in leasing
L BACIO DI PAPA FRANCESCO HA GUARITO NOSTRA FIGLIA»23/11/2015 La piccola Gianna della
Senza il sorriso della Merkel e Sarkosy avremmo avuto ancora il cacico in prima serata
Pioveva quando fu fatto il mondo; e non era di domenica,
né di lunedì, giorno di riposo del barbiere; né di martedì,
giorno che i sarti non tagliano vestiti; né di mercoledì,
giorno che i calzolai non risuolano scarpe sinistre;
non era di giovedì, giorno che i fabbri non percuotono l'incudine;
non era di venerdì, giorno che i carpentieri raddrizzano i chiodi storti;
non era di sabato, giorno in cui i muratori se ne infischiano della malta;
non era domenica, ma pioveva senza giorno e notte
poiché Iddio non aveva ancora creato il tempo,
né la settimana dei precetti artigiani.
Sii ciò che sei, sarai il migliore in campo
e non potrai essere diverso:
Du sublime au ridicule il n’y a qu’ un pas
Oui, le pas de Calais!
ohiai barzalina
Bello sentir l'abbaiar dei cani che nella notte
vegliano sulle patate dell'orto
col canto della civetta
che avverte l'aprirsi del melograno maturo.
Non mangio nulla più di quel che posso
ma solo perché non voglio
La formula della vita per essere capita va applicata.
Così un dolce mattino di primavera, Micheli Maliche rabbioso,
insegui fin sulla porta di casa
Kosome Koa, con uno strale arrugginito.
Alla fiera dei deformi si premia la più bella con la vita snella
e la più brutta con la cicuta.
Ai funerali si ride del morto che non valeva una cica
e si piange per i pochi e inutili sacrifici che ha fatto
per non morire mai.
Il cavallo vincitore finirà macellato e il fantino per passatempo bastonato.
Chi ruba un vitello al ricco venga premiato dal sindaco
tanto nessuno l'ha pagato: il vitello è nato per miracolo
per il piacere incontenibile del creato
e la terra l'ha allevato senza una lira.
Vado al corso della fiera a ridere come a pasqua.
C'è di tutto: gobbi in banca, nani al banco
e storpi in croce braccia conserte.
Chi si vota al sacrificio si aspetta che molti eletti lo seguano
(poiché ogni sacrificio ne presuppone altri).
Ogni re ha la sua reggia. Ogni santo la sua nicchia.
Ogni signore il suo palazzo nella rocca.
Il signor della cittadella, la sua trota mette in padella.
Ai cornuti e ai corpulenti, una guardia che stringa i denti.
Sia il bene dolce come l’amore
e il male amaro come il veleno.
Tutto, dico, nel cappellino delle ghiande.
Qualunque sia la strada che mi rimane da percorrere,
il viatico è fidato e mi guida una gallina prataiola.
Ogni posto è adatto per stare bene:
a poveri e ricchi, a vecchi e giovani, a uomini e donne.
Anche nel sogno del sonno l’assassino rimane tale.
Il corpo è fatto da Dio, l’anima venne da Lui insufflata tempo dopo.
Società di una sola classe o di molte classi?
Il cielo di Dio se ne infischia delle leggi.
Per sacrificio mistico intendi il martirio del corpo umano
per esaltare lo spirito divino,
che non sta in terra ma dimora nel cielo.
Abbiamo perso la Sardegna perché gli antenati han ceduto l’Isola.
Mi pare di averne abbastanza e mi chiedo:
fino a quando ne avranno gli assassini?
Che ha detto il medico delle analisi? Chiede la moglie al marito.
Ho carente il ferro. Risponde il marito alla moglie.
Bene. Fa lei. Così la ruggine non attaccherà i nervi né lo scafo.
Dal giorno dopo egli, come un damerino, prese ad allenarsi alla corsa
e nel mentre la moglie si curava le unghie
i figli disciplinati studiavano e danzavano
e altri volenterosi pensavano al decoro urbano…
Al nascituro nessuno si oppone, alla morte è naturale resistere,
ma non la spunta il medico né la volontà di compiere un ulteriore atto.
Almeno finora neppure Dio è riuscito a domare l’Indomita Vagabonda
che, nuda e senza una ruga in faccia, dà sonno al mondo.
Così che il bianco uccello di rapina non oltraggia il corpo
che i pazienti vermi han promesso di devastare in silenzio.
Mi sono imbattuto in una – e –
e l’ho trovata come un pezzo di vetro tra i ciottoli.
Se ne stava su un cognome, Todde, come appiccicata
e togliendola quel che rimase ebbe un suono diverso
come se la lingua frenasse sui denti: Todd che pareva Todt o
Todz, mai risultava Toddhe o Todde come prima.
immenso è ciò che - non -si riesce a contare quant’è
non mi importa di dove sarò domani
forse non sarò io a lamentarmi
ma nemmeno a esaltarmi
mi contraddirò, potrà sempre succedere
ovunque mi trovi senza zanzariere
sempre fertile è la zolla che produce il fabbisogno necessario
Giusto che ognuno si scelga il nome adatto
per essere solo quello che è.
quindi nazismo
è il predominio di un nazionalismo
sull’insieme degli altri.
Ah, moneta magia del denaro.
oh, il soldo fa volare la ricchezza mettendo le ali ai beni.
Con te la borsa vola sulla terra per fare ricco anche il povero.
(ti piacerebbe eh?). il valore spinge e trascina la gente dove c’è l’oro.
magia del Denaro che rende misero chi non l’ha.
Ah, ma se vive felice sotto la pergola …
il sistema sardo isolano si regge sull’unità pecora-montone.
La gallina sa di covare se stessa:
ha la coscienza del pulcino nell’uovo.
La colomba è associata al puro piccione del bell'amore
poiché lo spirito santo in forma di colomba fu Gesù in Maria.
Santa Maria d’Orosei in età avanzata…
depose l’ovo nel covo e lo covò vivo per morire.
Stile, bello mio, è quel che non si vuol nascondere.
Sa di conoscere la storia e mostra di infischiarsene.
Avrebbe dato i suoi averi per far luce sul passato,
e quelli della moglie in aggiunta,
caso mai fosse necessario correggerlo.
La notte è del riposo che sarà
il domani è del Signore del tempo
magico e lineare, luminoso e sotterraneo.
Si fa tanto per condividere l’allegria
quando ci si salva dai gorghi del Tirreno,
come quanto ci si aspetta di conforto dall’alloro del cortile.
La linea è ciò che colpisce il neonato
la bella e semplice linea della sua vita,
la linearità delle figure,
il tratto della linea è il fascino del creato
molto più della parola ,
la linea esiste di già e ora
che c’è l’occhio nuovo che la rileva,
il bambino, dicono, piange e non vede
invece vede, eccome, vede ma non gli piace
e chiude gli occhi abbagliato.
Oh, ma anche le parole hanno una semplice
e formidabile linearità
quella che dà voce alla linea semplice e muta.
La bella linearità che infonde ottimismo.
Dalla Rivelazione alla Rivoluzione
gli Inermi son sempre In armi.
La Parentesi è parente della Congettura
Dio fatta la terra l’ha divisa a pastori e agricoltori
e il mare l’ha fatto per i naviganti e pescatori
in parti uguali e scambiabili
e ai turisti furbi ha fatto il gesto dell’ombrello:
qui appendi le fiche al sole
E ai giardinieri le margheritone belle
Le cose presero la piega delle categorie
e cardi per meglio inquadrare e ordinare il mondo
e non so se se ne poteva fare a meno
dato che ognuno vive con le sue categorie
Appartiene a quella categoria di persone
alle quali non darei – né chiederei –
un pezzo di pane per far fronte al futuro
e alla civiltà a forza di mangiar confetture
mi coglierà la passione per le congetture
La moglie lo sorprese fuori del pergolato
raccomandarsi a Dio sotto il sole
( oh dDio, è sempre stato così leale con me
a osservare del burro che si liquefaceva,
lo colse mentre infilava il dito sul panetto
e poi in modo accorto far lo stesso
in un favo di miele e leccarlo
come se se non avesse altro da fare
che guardare davanti a sé
dove qualcuno si ficca il dito nel naso
in cerca di lavoro e lo trae col muco
qualcun altro l’infila nell’orecchio
e gode del prurito che viene dal profondo
domandandosi in cuor suo che uso
andrebbe fatto delle altre dita
quelle libere e senza anello poco use a far pulizia
Ciò che serve è quel che vale
Ciò che vale è quel che serve a Dio
Se alla creazione manca qualcosa
gli si aggiunga un orpello.
Dio è la causa dell’universo che respira
si espande e si contrae, senza litigare col vicino.
Ho fiducia in chi mi tiene compagnia
quando sono solo con me stesso
e mi dissuade dai dispetti
Che l’anima sia l’intelligenza delle cose
lo dimostra il fatto che lo stupido
non si cura dell’animaccia sua.
Come il corpo contiene l’animo
così l’animo riempie il corpo
e dove manca uno l’altro lo sorregge.
Fin dall’inizio credi nei più vicini
ti sputeranno ma non ti abbandoneranno
Ciascun padre dovrebbe piantare un albero
alla nascita di quel figlio che con quel legno
dovrebbe seppellire il padre
I liberi stanno al naturale in casa
senza soggiacere al nodo della cravatta
Molti si addobbano come i preti che di rado
vanno in giro senza croce e libro d’ore
dove dalla natura che sempre si rinnova
intravvedono l’eternità
Anche il gallo nel pollaio fa mostra
d’essere uno scelto dal destino.
Ciascuno fa mostra di quel che è
Un minchione può camuffarsi
per essere la maschera d’un minchione
Simula e dissimula. Semola e farina
Il mal d’amore per cui muore l’infelice
distingue il cristiano dalla bestia
Il toro incorna, il cristiano deperisce
Vegliò tutta la notte e all’alba
col primo canto del primo gallo d’Irillai
concluse che nessuna delle cose esistenti
ha mai avuto inizio perché non c’è mai stato
un primo movimento che le cose
non hanno avuto nessuna origine
e sono state sempre così
Se nulla è fermo e tutto si muove.
Fate che i nobili siano poveri
così che possano essere orgogliosi come i pavoni
I ricchi se ne infischiano d’essere ignobili e cafoni
tanto non saranno mai capponi
Fate che i ricchi siano sdentati
e i poveri siano eminenti come i vescovi.
Fate che il sorteggio sia riservato solo al gioco del lotto
e ad estrarre i numeri siano solo madri di famiglia.
Siccome il mondo è fatto da Dio
fate che sia governato dal Papa.
Succede, si, di ripetere ciò che si sente
ma poi l’originalità prende piega
e si pensa in altro modo ad altro.
Quel che si dice e si fa passa al vaglio
di chi vede e sente e mette nero su bianco
Dio ha cosi fatto il mondo affinchè gli uomini
organizzassero il gioco della palla tonda
per i giudici e ovale per gli arbitri.
L’uomo – creatura (arbitro) del mondo
è sempre in cerca dell’unità di misura
esterna e adatta alle sue cose.
Dio ha fatto i giorni affinchè
gli inevitabili mutamenti avvengano di notte.
Chi ha fame pensa a mangiare
chi è sazio non pensa che a digerire.
Molti sono i poveri che si accontentano
di capire il perché delle cose
come più di un ricco se ne infischia della cultura
paga l’avvocato, olia l’arma e aspetta sulla porta
Al buon attore si addice ogni maschera
L’ebrezza si addice alla vendemmia
Al comico si addice la ripetizione della burla
Al tragico si addice il fato irrevocabile
Poco importa che il mercato sia vecchio o nuovo:
quel che conta è la qualità della merce
l’onestà del mercante
e ultimo non ultimo il bisogno del cliente.
La natura ci dà padri e madri,
la cultura ci dà padrini di battesimo
e madrine di lettura.
La storia ci offre una vasta scelta di antenati
a cui attingere.
Non so davvero perché Dio abbia scelto
di far nascere suo figlio Gesù a Betlemme.
Ma è pur vero che per lui ogni luogo è casa sua.
L’innocenza assoluta è quella del neonato
e dell’irresponsabile che si nutre
degli avanzi delle cose del mondo,
non è responsabile di nulla
e gli altri non han cura di lui.
Chi conosce la guerra ama la pace
e attende i nuovi eventi davanti al focolare
ad arrostire ghiande,ceci e castagne.
Tutt'ora negli orti dove gli ulivi sono in linea si tradisce
come un tempo durante le sante guerre di religione.
Il Kontone Ballaloi dove chiunque vi sosti sa
si di dover un giorno morire senza escludere la notte.
3.0
Il numero perfetto è quello che comprende gli anni del Signore che sceglie i suoi eletti.
3.1
Le Rivelazioni sono state fatte e si fanno affinchè ognuno distingua il vero dal falso quando la luce del sole arriverà al suo cuore che pompa verità e menzogna.
3.2
Serve il necessario per sbarcare il lunario.
La libidine è l'antidoto alla guerra. Il gallo non combatte quando feconda.
3.3
La prostituta vive dove c'è più d'uno che presta la sua opera
senza che un altro gallo abbassi la sua cresta.
3.4
Sarei una bugia se non fossi come sono; io che,
con un demonio, ho bevuto del chiaro bruskete di Marreri.
3.5
Della moltitudine puoi farne a meno, del vicino un po' meno.
3.6
Preferisco non voler bere al non dover bere.
Infatti nelle crapule cedo l'eccellenza all'ultimo arrivato.
3.7
Quanti non contenti dei propri simili si rifugiano nei monti e nelle stelle?
3.8
Si può fare a meno del peccato; almeno pare che i santi e i fiori lo facciano.
3.9
Il Signore, come un buon padre, ha fatto e allevato i figli
affinché da vecchio l'accompagnino all'ospizio olimpico.
Come nascondevano, i nazisti,
i campi di stermino?
portandoli fuori dai propri confini!
4.0
Con la luce del sole e della luna si maschera l'enigma della notte
che spalanca i suoi battenti alle stelle implumi.
Come la luce della ragione quando inonda il cuore.
4.1
D'animo sii casto, ma concupire vuoi quando puoi.
Dai mandato alla carne per concupire in tuo nome.
4.2
La prestitutta è la signora che fa felice il garzone di bottega,
quando il maestro ha screzi con la sua signore moglie
che gli ha tolto la figlia dalle grinfie.
4.3
I buoni e cari anziani del Kontone belloi
avevano sempre bisogno di esempi
per capire gli avvenimenti e la natura delle cose
Ogni dolce prestitutta è maestra d'amplesso.
4.4
I vecchi del Kontone Ballalloi avevano cura
di non insudiciare la cara camicia di lino
Nel contendere con colui che ambisce alla conquista dell'invidia.
4.5
Se rientri nelle grazie della prestitutta,
non aspettare l'onda maggiore, cavalca la minore
e tienila saldo ai lombi nel traghettare il Tirreno.
4.6
Ogni immagine ha il suo posto nella siepe della memoria
che mi offre un'immagine del suo ramo intrecciato col cespuglio dei sensi.
Pescare un ricordo nella memoria è come pescare una sardella nel Tirreno.
4.7
Son capace di far zoppicare la memoria.
Così fossi capace di non zoppicare io.
Soffierà dentro le canne delle launeddhas
mentre dalla finestra del gabinetto vedrò il ponte sul Cedrino,
sulle canne, col cannocchiale.
4.8
Capisco quel che ascolto nell'animo;
non sento quel che si dice nello stadio.
Così un pomeriggio, Missente Maliche,
disse ai coetanei del Kontone,
che Gesù essendo figlio unico di Dio, non mancava di nulla
e tutto quel che gli accadeva era come una cosa decisa in famiglia.
Egli sapeva di dover morire.
4.9
Lei con la sua bella forma, entrò in me davanti al mare di Gonone.
Come il perfetto amore di Afrodite, creatura divina,
sorta dalla schiuma scivolata dalla cresta dell'onda
sulla terra con la luna tra le mani.
Vivi nascosto, dicevano gli epicurei
Ci si veda mentre agiamo, diceva John Adams
5.0
Le mie madonne lattifere.
Memoria, ricordo come mescola dell’ immaginazione
sono come le tre donne della mia vita.
Esse hanno fatto per me
più di quanto avrei potuto fare in un secolo d'oro.
Sono loro la memoria del mio passato.
E non ho mai soffiato le tre canne di launeddhas.
Né ho mai visto un fenicottero.
È povero il passato della mia memoria.
IL SUONATORE DI LAUNEDDHAS a Mannasuddhas.
5.1
La Delicata Madonna d'Ohiai.
Nostra Signora Dilica come il latte
che va bevuto fresco. Lattis lattis. dalle tette.
Appena munto dalla balia. Mucca lattaiola.
Poppe di vacca mamma primipara.
5.2
Corre voce che l'upupa si sia aggiunta agli uccelli del Monte
che cantano in lode della Delicata Madonna di Valverde.
Come i caprai che suonano le launeddhas
in lauda delle janas che vanno appresso alle capre
5.3
Si tratta di sistemare il nuovo affittevole nel condominio.
Penso, diceva, per capire ciò che è necessario a vivere
d'accordo con chi mi è simile in ogni clima, ora,
in questo luogo. Con chi si appresta a vivere,
senza lo spettro del manicomio.
5.4
Al rientro dalle vacanze marine, donn’Elene kulilada fu aggredita
da due donne che avevano lavorato a casa sua
come domestiche al tempo del suo primo marito.
Gli rubarono la capace borsa con i gioielli
e non dormi finchè non le presero.
Le perdonò e le riassunse a spolverare i quadri delle pareti
5.5
A un garbato comando non è doveroso ma piacevole obbedire.
5.6
E' Dio che ricorda ai sacerdoti quel che devono fare.
5.7
Come si chiama quella cosa che mantiene sane le persone,
che ispira gli artisti a fare,
che difende i beni dei ricchi,
che da la sapienza ai saggi,
qual'è quella cosa che mette al bando gli assassini,
i persecutori e i saccheggiatori,
che dispensa ai bisognosi il minimo necessario per campare,
che permette a uomini e donne di tener famiglia,
come chiamare quella cosa che fa necessaria l'aria, l'acqua e il cibo?
Il nome è tolleranza del dover stare assieme?
Cognome è compassione? Unico e irripetibile è il sopranome?
La chiamerei Maria Menacra, se potessi farlo, che fa la vita meno agra.
5.8
Chi si contenta di sé dicendo di non dover niente a nessuno,
ebbene neanche costui è talmente libero da non essere in balia del tempo
e rimanere attaccato alla terra. Non ha ali per volare, né pinne per nuotare;
e quando è contento di farlo si serve di protesi come tutti gli altri.
5.9
Si dice che chi è forte è più vicino al far del male;
mentre la natura del debole lo tiene a distanza e arriva secondo.
Forse per ben fare ha meno importanza la condizione fisica,
quindi: non perchè uno sia più debole è più disposto a far del bene.
- Io - come pensante, sono oggetto del senso interno.
Ciò che è oggetto dei sensi interni si dice - corpo -.
I. Kant.
6.0
Chiunque ha ospite la sua ragione che assume valore quando
(ha il riconoscimento della razionalità mondiale)
è totalmente riconosciuta dalle ragioni del mondo.
6.1
Cogli l'armonia che a vederla ammalia
Oggi è difficile dipingere l'inatteso in grandi tele
perché dalla finestra penetra il sole fin sotto il letto
dove poltrisce il buon gusto, rovista negli armadi segreti
e svela la parte fantastica del tempio
e scaccia l'ombra dalle scale di Escher
6.2
Giuro di servire onestamente la Repubblica.
6.3
Il priore della Novena è il primo servo della festa di san Francesco.
Nella stanza che accoglie i pellegrini stanno uno accanto all'altro
gli onorati priori che diedero continuità alla Novena.
Fu davvero il leggendario bandito Samuel Istockji a dare avvio al santuario?
Un fazzoletto nero copre la sua memoria.
Per i vecchi del Kontone non ha mai incendiato un raccolto di grano.
Né mai tolto erbacce dal campo.
6.4
I coraggiosi di tutto il mondo invidiano le orecchie del somaro di dovunque sia.
I vegliardi del Kontone stanno a mani giunte davanti al fuoco di sant'Antonio
ma non pregano: essi ricordavano che i condannati al rogo
portavano giu dal Monte le fascine che li avrebbero cotti
come muggini che un tempo furono fieri
di nuotare a Cabras e Orosei
6.5
L'autorità più alta sta nel seggio del centro più alto del palco, come
il re sul trono, come Iddio nella luce che inonda il giardino celeste.
6.6
Nulla è comparabile alla soave e dolce bellezza dell'intuizione,
il primo spiraglio della comprensione:
così dovrebbe essere un bagliore della luce divina
Logica sarebbe l'evidenza (costretta a denudarsi) della prova.
Dio fece l'uomo adatto a esaudire i propri desideri ed essere servo di chi comanda.
Pensare a Dio e lavorare a comando.
L'egoismoè cogliere per lui più frutti nello stesso tempo.
6.7
Si può certo entrare tristi da Zigottu ma non uscirne.
La malvasia, non l'oppio dona il sorriso.
Ogni persona con un po' di senno può farlo,
invece di bastonare i suoi vecchi,
può bere un po' di vino al naturale.
Un fiotto di malvasia redime il peccatore e condanna il peccato,
riaddrizza lo scellerato, fa correre lo sciancato, ridà fiducia nel Signore
e fa più bella ogni Madonna col grembo pieno
dà luce alla notte nel vicolo sotto casa,
da più tempo all'anno e più da vigore al vento,
da più luce al giorno più forza al debolepiù salute al malato,
più vita al moribondopiù pazienza alle mogli,
libera dal peso gli obesi e lo ridà ai magri
come ogni buon Cristo che reclama giustizia,
che l'ingiustizia nel mondo colma gli abissi della terra
6.8
Gli onesti governino il volo libero dei paesi;
ai recidivi la guida del fondo di Mamone:
che si becchino i galli recidivi e i disperati
6.9
Di buonanotte alla vecchia morte
che aspetta sempre e non si stanca mai:
diglielo che stai per andar via.
E di ciao al sempre eterno caos
digli che stai per arrivare.
7.0
Si fece un cappio con quella corda che lo sostenne.
Al rientro dalla consueta passeggiata,
Zenia si accorse che Mimiu aveva una cordicella in tasca
e gliene far chiese il perchè. Per legare qualcosa.
Un pacco. Una fascio di rami secchi. A qualcosa servirà.
Ti ritorna adesso la forza di far legna,
commentò Zenia in chiusura.
Il giorno dopo Mimiu lasciò la casa con se stesso
e s'inerpicò nella gola di Borbore
per non far più ritorno in paese.
Si appese a un ramo con tutto quel che era stato:
timoroso, educato, energico, buono lo era davvero
disse Zenia, e speranzoso nel domani.
7.1
Le maree sono le carezze della luna alla terra.
Un'ampia mano scivola sull'onda del Tirreno
senza bagnarsi e lenisce le coste della Baronia
corrucciata dall'abbandono dei figli dall'arido cuore
e si seccherà il sangue nelle vene se non
torneranno fischiettando vittoriosi dal continente.
7.2
Come un'orologio che non sbaglia l'ora giusta.
Non far nulla se temi di far peggio.
Se rompi quel che tocchi non toccare.
Non toccar le ova se non devi far frittata.
Ciascuno a modo suo sa di che cosa si tratta.
Saranno indulgenti con chi cadrà in fallo?
Alla fine qualcuno piangerà per lo sbaglio fatto.
7.3
Appena si cominciò a raccontare storie,
fu necessario rapire Elena da Sparta.
Si aprirono le porte dell'inferno
e il cielo fu portato sulla terra così che anche gli schiavi
erano liberi di fare quel che piaceva al cittadino
con qualche giorno di vacanza, almeno fino sabato,
poi sarà festa, berrà cicchetti col demonio,
dormirà un po' meno che in passato,
disegnerà pannelli nelle strade
e farà poesie a tavolino di notte
quando non succede nulla e non c'è ora migliore
per vivere al sicuro, ma a cosa serve –
il giorno non è ancora e la notte non è più lì –
la stupidità è nella cronaca della felicità in arrivo.
7.4
Manca il veleno dove ronza l'a vespa,
là c'è il sole che non bada a spese
nella sempre verde foresta di Farcana
dove pascolano le capre e fischiano i merli,
si fa silenzio quando canta l'ape per le donne che colgono
nel giardino cicoria e finocchietti selvatici,
incuranti delle ciocche che sfuggono dal muccadore
quando c’è una faccenda da sbrigare,
che non appassiscono perché finiscono subito in pentola.
7.5
Viva san Giovanni Battista! Viva Samuel' Istoki!
Risorgano i morti per il capriccio dei potenti!
Viva chi annuncia l'amico! Viva!
Viva chi combatte il cornuto maligno con la coda! Viva!
Viva in gloria chi verrà! Viva in pace chi tribola!
Viva chi annuncia la cometa!
Viva chi per onore non si vendica!
7.6
I malandrini magri e con i capelli bianchi,
quando han del tempo libero, per divertirsi,
si appostano nei centri commerciali
per dare una mano ai sofferenti,
ai forzati dello spasso in odor di legno.
Aveva già la croce sulle spalle
diranno dopo averli derubati e menati.
Essi se messi alle strette ricordano quel che pare loro.
Così è la mia memoria: che mi segna la vita.
La collera è cieca e va oltre l'offesa;
la rabbia incontenibile finisce per mordere.
Chi è convinto di essere nel giusto non teme nulla;
chi non ha niente da perdere è altrettanto impavido.
Idea è la sagoma o modello che l’artigiano
ha negli occhi della mente all’inizio dell’opera.
0.0
Il lavoro del barbiere ha breve durata: un giorno appena.
Un foruncolo rovina la lama del rasoio.
Uno spenna passeri.
Occhio ragazzo, a come muovi le mani.
Mani da barbiere, piedi da ballerino.
Il garzone apprende con gli occhi a muovere le mani.
Lascia perdere il tango.
E languido non contemplare la luna.
0.1
Le aquile che volano nel cielo di Urzullè, dan del tu alla Madonna
e lasciano cadere agnelli nei cortili.
Non sul tetto del pagliaio, che ci rovina le tegole.
Fatto trecento anni fa dal babbo
che non ci lasciava posare due passeri assieme.
Il tetto di casa poi non è fatto per giocare a dadi.
0.2
Son le serve che nelle case dei signori accendono le luci
0.3
Dati alla bella vita che hai i giorni contati,
dicono a Irillai quando bastonano i maldicenti.
I senza bastone sputano per terra
0.4
Dormo bene la notte; tuttavia quando veglio non mi lamento
anzi ne approfitto per pensare alle mie donne che da più giorni
sono in vacanza al mare e forse rientrano domenica, di sera
prima che faccia buio. Poi, è così lieve pensarci;
ma anche aspettarle non pesa.
Certo, non come avere sulle ginocchia un incudine rovente
e aspettare che si raffreddi con l'acqua che il garzone del fabbro
la sta portando dalla fonte sollevando per gioco, la polvere dalla strada.
0.5
L'ecce homo è l'uomo comune o l'eccezione?
L'uomo comune è quello qualunque
che comprende il virtuoso e il mascalzone?
L'eccezione è quello eccellente che governa lo stato?
Per forza genitore o anche scapolo impenitente?
Il mistico amava Dio per stare solo con se stesso –
bisognava della compagnia di Dio per aver potere di se –
in una solitudine altrimenti insostenibile.
Abbandona la superficie delle persone
per far cera in una cella oscura
Come l'eremita si abbandona a se stesso e star da solo
con la Delicata Madonna e sognare non visto di baciarle
il collo di nascosto.
Chi si isola abbandona la compagnia
senza pensare di offendere qualcuno:
me ne vado. Sto male con voi.
Non posso contringervi a sopportarmi.
Troveremo un accordo.
Coesisteremo e di tanto in tanto litigheremo.
Faremo a meno dell'atomica,ma non della pece.
Ovunque il neonato è accolto come ospite di riguardo.
A casa o in ospedale è una visita eccezionale.
Intende piantar tenda nel cortile.
Al dovere d'ospitalità si innesca il diritto di permanenza
all'aria aperta sulla terra senza confini innaturali
0.6
Devo controllarti per la tua incolumità,
dice il capitano al passeggero che sale
sul vascello di Fraluisi Barbicanu.
0.7
Al cacico piace l'ordine e il suo benessere
La lingua del cacico avvisa del suo declino
Fondamento della repubblica è la divisione del potere.
Il cacico antepone il privato al pubblico.
Con la maggioranza in parlamento fa leggi che stian comode
dove il parlamento è soggetto al cacico
così il giudice applicherà le comode leggi del cacico
il parlamento deve fare solo leggi valide per tutti
il parlamento che fa leggi di parte è la corte del cacico
che gli concede ulteriori vantaggi
il parlamento di questa legislatura
dovrebbe fare le leggi da applicare alla prossima legislatura
il governo scelto dall'ultima tornata elettorale dovrebbe governare
con le leggi fatte fino al momento della proclamazione della sua vittoria
la magistratura applica conformi alla Costituzione
governo risultato vincitore deve governare con le leggi attuali,
per non intralciare il lavoro del nuovo parlamento
che si occuperà essenzialmente delle leggi future
Il nuovo governo, occupandosi di nuove leggi,
rischia di stravolgere il corno naturale della legislatura
perché compito del governo è governare con le leggi a disposizione
Il parlamento promulgherà le sue leggi in riferimento
al giorno d'inizio della prossima legislazione
0.8
Al primo dì del mese i vecchi del Kontone fan la fila alle poste,
barba lunga, inquieti, mezzo curvi, forse stanchi e malinconici,
ma appena di luce si inonda lo sportello che risplende con la sostanza delle cose
(come essi chiamano la pensione) e pare sul punto di esplodere come il sole,
allora ridiventano impetuosi come il Cedrino in piena,
gagliardi come il giorno della leva e rasati come il nuovo giorno
innanzi alla fiera del fungo di carne bianca di cardo et ferula,
con la felicità del mondo riflessa negli occhi grigio chiari della primavera
o color castagnolo dell'autunno inoltrato nel bosco di Tonara
dove cantano le fanciulle dell’afrodisiaco Torrone che versano il Mandrolisai
divino dono della provvida Provvidenza, ci si creda o no.
Un dono di Dio per il giusto tono dei Signori d'Irillai
dal gusto raffinato come i grandi del passato.
0.9
Un bozzetto visionario.
Attento a dar troppa fiducia a colui che parla bene,
se non sei certo che faccia davvero quello che di bello va dicendo.
Bevi un uovo fresco prima di dar fiducia a chicchessia.
La libertè philosophique consiste dans l’exercice de la volontè
…La libertè politique consiste
dans la suretè. Montesquieu
1.
Un visionario.
Chi è franco nel parlare, dovrebbe avere franchi costumi:
i suoi e non quelli degli angeli mezzo maschi e mezzo femmine.
1.0
Un bozzetto.
Nuda come un'uovo la luna nel cielo disadorno,
sgombro di nuvole nude, lo stesso sole,
nudo come il re bambino sul grembo della mamma
immacolata,
è nudo come un cane all'ora della malinconia.
Vorrebbe conoscere la Provvidenza della Natura –
la ragione di Dio che da il cibo alle sue creature
– Sia il cielo del suo legittimo Proprietario.
1.1
L'aria di Baronia fa belle le donne con la fronte ampia,
con i capelli raccolti sulla nuca a dare aria e luce all'intelligenza
sopra il collo bello e delicato come quello della Madonna
Ingioiellata d'Orosei. Capacissime, anche in servitù, di fare figli
liberamente liberi.
1.2
Il mondo è pieno come un uovo.
Storia della gallina ovaiola. Nell'ovo la natura del cielo:
il rosso del sole e il bianco delle stelle.
Il segreto della terra: custodisce il fuoco nelle sue viscere.
Una bolla qua e la, ogni tanto, un foruncolo
con la sostanza della cosa che scoppia in un mare di fastidi.
Ho bisogno degli altri per sapere che sono vivo.
Allarga l'ovo è hai la realtà del cielo in mano.
C'è un mondo nell'ovo e ci sta solo un pulcino.
Oggi è nato Gesù pulcino figlio naturale del bianco gallino.
Oggi è nato il bambino gesù figlio naturale di quello lassù.
1.3
A ogni sciocco si addice immaginare l'avvio del mondo:
noi non si va oltre l'uovo della gallina prataiola
e del gallo che abbassa la cresta quando si azzuffa col bastone.
A ogni attento lettore di crittografie si addice immaginare
la fine del mondo, che sarà catastrofica ma indolore.
Sarà di forma circolare, si muoverà a spirale, andrà alla deriva
e schianterà sul fondo, a sinistra del centro. Mi scappa l'inafferrabile.
1.4
Siamo alla catena del destino: chi vuole farne a meno?
E se possibile farne a meno e tirare a campare a casaccio
da chi verrà la libertà? A me la catena della sorte, grida il neonato.
Che mi toccherà di male se sono nato libero?
Dipende dai casi del mondo e dalle tue necessità.
Non pretendo tanto: nulla oltre la giusta misura.
Se il mondo è equo. Se uno è caso, stiamo freschi:
tutto dipende da lui che da e prende alla cieca.
1.5
All'inizio ogni avventura è cieca.
Colui che conta su di se e conosce la materia,
è l'artista che vede lontano
e riconosce a naso la fine dell' opera.
1.6 segue a o.4
Ricordo voi, o mie donne, quando il sole declina
dietro l'ospedale dei clisteri; vi penso quando la luna
all'opposto, sale guadagnando la sua forma;
voi ricordo quando bevo il latte, l'acqua e il vino a casa
vi ricordo quando le questuanti di san Francesco,
vanno per le vie, di casa in casa,
l'obolo a suo nome o un po' di caffè;
vi ascolto ridere sul vascello che si allontana
vi ascolto sul fruscio dell'onda;
mi ricordo di voi nel silenzio di casa, nel miagolio del gatto,
quando finge di sentire rumori dietro la porta;
vi vedo nell'altra parte della strada
che devo attraversare come se fosse un ponte pericoloso;
vi sento vicine come le prime tre stelle che si mostrano nel cielo:
le più care; sento i vostri passi mentre mi addormento
per sentire solo il vostro canto:
buonanotte, notte silenziosa e calma.
1.7
Lastima! Sa lastima. Ite lastima. Biasimo?
Don Zancheta aveva un tic che gli faceva scuotere la testa
come se una mosca cieca gli si fosse infilata in un orecchio
e al compimento dei cinquant'anni gli si aggiunse un disturbo:
che al solo metter sulle labbra un goccio di vino,
gli scoordinava le forze nell'incedere e fu suo dovere
(senza che l'autorità glielo imponesse) tenere il vino lontano dall'altare.
Fu così che ogni bottiglia ricevuta in dono,
lui la passava ai vecchi del Kontone Ballalloi
e la dividevano come i buoni apostoli nel cenacolo.
Erano savi e onesti . Tra essi non c'era un invidioso
né un ingordo (a dir la verità, non c'era un ocrianu,
quello a cui pare che la sua tazza sia men piena e incita
chi versa il vino a riempirla per bene poiché non del suo sangue la colma).
Micheli Lambidu, s'abistu vestito di fustagno.
Quando Adamo fu cacciato da Dio padre
perchè arrostiva carne di vitello allo spiedo
si rifugiò nel tempio della Chiesa madre,
dove bollivano le carni delle più vecchie pecore.
Gli antichi erano le prime forme
con cui si veniva modellando il mondo.
Come i moderni erano soggetti alla corruzione dell'animo.
Allora si che ogni aiuto era ben accetto
e non si rimaneva confusi nel riceverlo.
Allora i viaggi non chiedevano lunghi preparativi,
si era tutti pellegrini e i pellegrinaggi si fermavano davanti al mare.
Essi inventarono la carità, dando a chi aveva meno di loro.
2.1
Ogni neonato appena giunge al mondo esclama:
è stata una circostanza felice quella che mi ha spedito qui da voi:
uno splendido bing, bang, bong. Una enorme esplosione di gioia.
Una grande circostanza per l'inizio della vita nel cielo.
Il big-bang da ordine al caos.
In tal caso, in quella circostanza...
2.2
Ama le amiche del mondo e copula, che non c'è peccato minore.
Non abbandonarti nel deserto senza gridare.
2.3
La luce che va dritta al cuore ne scuote la caligine e illumina menzogna e verità.
2.4
2.5
Quando il corpo rende l'ultimo respiro, l'animo ritorna nel paese natio,
a Ohiai, barzalina, dove vigila la misericordia degli onesti del Kontone Ballalloi,
a festa finita, nessuno è più servo, nessuno deve più servire.
2.6
La maldicenza con lo sposo ’inganno,tagliano un dito della mano
e tolgono il peso della testa dal collo.
2.7
Sii nel giusto e non cadrai dal letto.
Dove posso sbagliare io che sono stato fatto creato?
2.8
In ogni caso tutti quelli del Kontone Ballalloi sanno di dover morire.
Essi amano tutti e non trascurano nessuno.
2.9
Quel che l'animo impone al corpo, è la voglia di fare quel che gli pare.
Così quel volere lo fa figlio legittimo di Dio.
Voglio e posso, quindi sono. Quel che posso non lo voglio.
Quel che voglio non lo posso. Che sono?
3.
Un creativo? Si, ma minchione.
Un creativo creato con la minchia da un'ovo.
Quel che vorrei non sono, ma sono quel che non vorrei essere: un minkione.
«Non parlare se sai leggere; non leggere se sai scrivere; non scrivere se sai pensare». H.A.
la maison blu e Lansa-quapi sulla porta di casa
Fai un umile libriccino dove non si capisca
quando il modesto verso si versa nella prosa di strada;
così mi dissero le mie donne a una voce;
e non dimenticarti di noi, aggiunsero con un sorriso di saluto.
Né tombe né foto le fa più vicine nel ricordo della memoria che ho di esse.
Non ho bisogno di andarle a trovare perchè le ho davanti a me,
ridenti più dei fiori.
I corpi si consumeranno di certo e la terra è sempre lieta di accoglierli nel suo ampio seno;
perchè uciarli e conservarli con la cenere come salsiccie? Sarà una faticaccia rimpastarli,
domani, senza le ossa. Saranno cenere nel deserto e schiuma nel mare.
Chi ha fede se ne infischia dell'inverosimile.
La fede è cieca e non vuole che gli altri vedano.
Il dubbio è proprio dei pagani e degli infedeli.
È la mela più bella la ragione dell'invidia. Come frutto divino deve capitare in mano a tutti.
La più invisa alla maldicenza. È il frutto d'oro, proibito e avvelenato. Chi non ce l'ha, ha l'invidia in corpo.
Chi ce l'ha gode e per lei ammazza.
A partire dal frutto dell'invidia, le religioni han sempre sconquassato il mondo, in omicidi notturni, stragi quotidiane, guerre lampo, conflitti annuali, guerre decennali, odi secolari, rancori millenari.
Lasciamo agli dei la pace del loro mondo e pensiamo agli asili nido dove i bambini giocano assieme prima
prima dell'inizio delle deformazioni. Lasciamo le deformazioni agli dei sovrani d'inganni.
Inganniamoci per conto nostro sapendo di farlo.
Mi alleno al dopo morte: quando dovrò fare a meno degli altri.
Chi muore a Orosei, rinasce a Bosa.
Un pagano a Ohiai? un cristiano a Irillai.
Pur sempre nel globo terracqueo: nato qua e morto là.
Quanti nati sardi sono morti argentini?
Chi confida nel cielo non è contento della terra.
I lasciti alla chiesa garantirebbero la salvezza dell'anima e persino la gloria del corpo in paradiso.
Credere che il sistema solare sia a metà della sua corsa, somiglia alla fede nelle rivelazioni. Vecchi e nuovi
sempre testamenti sono, atti notarili stesi da scrivani. Il sole dura 9 miliardi di anni, lo vediamo tutti i giorni
dai calcoli matematici. Siamo a metà strada; è tempo di cambiare i lacci delle scarpe.
Non è sufficiente alla nostra sete sapere la data precisa della nascita di Gesù e l'ora della morte? Ci fa più buoni e onesti.
Chi si muove con le sue gambe non sa nemmeno lui fin dove può arrivare.
Figurarsi il sole che va ad elio e trascina la sua corte che sfotte i vecchi lascivi sulla terra con le guance flaccide
e bavose come le mani mollicce e piccicose di chi s'impiastra di caramelle come il cacico convinto che il maschio goda più della femmina.
La trascendenza è l’andare a riempire il vuoto.
Immanente è la natura dell’uomo che inventa Dio.
A mezzanotte si trasforma in lupo. Da Eros si vive nel sogno. I pazzi non distinguono gli angeli dai santi,
come chi bestemmia non distingue Dio dalla Madonna. Oh, come mi sono amico! Mi servo da me: sono mio
servo e solo con lui vado in collera.
I paesani d'ogni luogo si riuniscono per domare gli istinti ed evitare il morto
uniti per sorvegliare e essere sorvegliati
gli angeli stanno alle porte d'Irillai e prendono le misure a chi vi passa
non farò nulla che possa in qualche modo nuocermi, dice l'autista al casello del GRA
te ne andrai dove non ti vorranno, se non rispetti i tuoi simili
morrò di sete ma non farò il boia
Il cacico è convinto che primus inter pares si riferisca a lui come primo degli eletti col diritto dovere di fare quel
che gli pare. È ricco e gli piace governare col denaro: gode a fare l'oligarca; avesse fatto il militare gli sarebbe piaciuto un governo in divisa; ma è democratico e governa con la plebaglia che vuol riconquistare le posizioni perse come ha fatto lui, che è nato dalla democrazia ma se ne infischia di sostenerla. Lascivo e flaccido come il peccato.
Le parole al circo: il divertimento con le parole, fare del circo con le parole. Quando pioviggina non manca l'arcobaleno a Lucula. Una parola tira l'altra: una brutta ne tira una peggiore. Più di uno inciampa sulla retta via;
chi non la pratica o non la conosce, non vi può cadere. Qualunque cosa si faccia e si dica, tende ad ottenere un'effetto gradevole. Mi piace.
La simultaneità è la prerogativa di chi vede doppio oggi e ieri e domani.
Senza il pane carasau non sarebbe sopravvissuta la pastorizia nomade. Che avrebbero mangiato? Lentischio.
Kikinu Kessa sputa le bacche del lentischio nel padiglione auricolare della sorella Missenta.
I vecchi cavalieri di Vittorio Veneto, quando si affacciavano al Muraglione, vedevano la Collina dei Sepolti
a Redipuglia, e si dicevano come generali dopo il massacro: Caromio, è la guerra. La guerra è la guerra.
Bellomio, gli affari sono affari. Non fare il bottegaio se non vuoi fregar nessuno. Nel libero scambio qualcuno ci rimette. Il buon cristiano si contenta di far la giornata: non una nocciola più del necessario. Due nocciole tolgono il cristiano dal baratro del delitto. Siamo fregati, se non c'è Dio che ci governa, c'è un miserabile perdigiorno, uno strafottente venuto dalla costa di mezzo, quella che fa più male. Compare Gantine, dopo il primo giorno in trincea, non seppe più dire nemmeno: Signorsì.
Omine/a o presagio degli antichi.
Irillai è il quartiere dove la vita schizza qua e là, dove ciascuno ha la prontezza di servire e di aspettarsi una mano di soccorso da ubriachi litigiosi e sospetti sanguinari.
I vecchi del Kontone, uno per uno, erano convinti che il mondo fosse cominciato tra il sedici e il ventisei luglio dell'anno primo, durante i cosidetti calori di Sant'Anna che iniziano il giorno del Carmelo. Sempre il sedici Zuanchinu cominciava a mietere. I torridi giorni che indorano il grano, i più caldi dell'anno, quando il sole insidia la resistenza dei ferri del cavallo. Detto da Innassiu Iskerza.
E il gallo d'Irillai non si dimentica di cantare.
Una sera sul tardi, col primo gallo d'Irillai che lanciava il primo canto della notte che annunzia il nuovo giorno, mentre Zuanchinu lasciava gli amici da Zigottu, appena messo il destro sulla strada senti una lontana voce uscire dai vicoli, che somigliava a quella del Signore nel Cannetto: Ho fatto molti di voi anche di domenica e so quel che ce voluto, ma a quelli ben riusciti ho sempre detto di tenere a bada i propri istinti che sfrenati fanno un male del demonio. L'istinto ha bisogno di uno forte e veloce come Akille, per finire a Mamone nei campi d'Asfodelo, con Belfieno e Corbezzolo.
Sono molti giorni oramai che Zuanchinu per non litigare con le carte, pianta in asso la compagnia dei bravi sostenitori di Carolino Carpenti, principe dei giocolieri di mariglia, che dove non le da le piglia.
Lungo è l'elenco dei paesani d'Ohiai segnati per far da priori a S. Francesco, con l'obbligo del cavallo. Partenza da: Kontone Merzioro. Prata 'e Maliche. Su Daziu. Sa Brazza. Sa Conza. Su Mulinu. Monte Longu. S'Ispina Santa. Sa Kodina. Corte 'ì Susu. Su Cuzone. Sa Marialodè. Palas de Serra. Prat'è gh-c-ateddhu. Casa Comune del Priore Generale.
Gli ammalati stiano a casa.
I febbricitanti di Via della Ricotta, han paura di morire nel letto. Si riconoscono: un'ohi ohi continuo. Come i moribondi preferiscono il gioco dei bambini in estasi, in se, fuori dal mondo, alla cupa serietà degli adulti che porta al panico.
Le amiche di donn'Elene Kulibarata, addette al ristoro dei pellegrini di san Francesco.
Ho visto le tre pie Marie d'Irillai sedute sulla porta di casa nel Vicolo della Polenta: Kikina Kulilada, Kaderina Kulècorbula, Kostanzina Kuleispricu, piangevano Gesù lo smilzo, il più magro dei cristiani, asciutto come un ramo secco di ginepro resistente alle infamie, leggero come la ferula dell'anno scorso. Esse sole, le pie madri d'Irillai, sopportano le cattiverie dei figli. In vista del male si fanno ill segno della croce. Solo esse lasciano un soldino nel borsellino per il suo bambino spiantato che vi fruga. Nessuno resiste come loro allo sfaccendato Tentatore: gli sputano davanti senza manco dir bongiorno.
La terra promessa è quella che la futura repubblica di Marreri assegna al bracciante di Lucula capace di lavorarla. La terra promessa è quella che accetta la promessa di coltivarla, chiunque lo prometta.
Credo che i viventi siano contenti che il mondo vada avanti con quelli che vi sono presenti, senza ricambi e rimpianti: si vada avanti con quelli che han trovato posto a sedere. Si vada avanti noi con quelli che ci sono. Ma senza più ingiustizie.
Via dell'angoscia che assale gli ingiusti.
È giusto che davanti alla morte ognuno si comporti come vuole. O come gli compete? Se scalcia e grida e fa l'imperatore? Se tanto è macilento che non dice ohi? Chiunque è perdonato e ogni sospetto scagionato..
L'immagine: l'universo è a celle dilatate come il piano favo del miele e il tondo melograno. Il melograno ha mondi separati, come piani e stanze d'albergo.
Il senso della vita è esser parte della natura
La bellezza della sentenza, so della solitudine dell'ultimo Re quando si è chiuso nella sala da ballo: è come quella dell'ultimo Dio che ha prestabilito la danza delle stelle.
Nel fare un'abito il primo colpo di forbice è l'avvio del lavoro e il togliere l'ultima imbastitura è la conclusione dell'opera.
Il mondo è uno in eterno movimento; accoglie tutti come gli ospiti migliori: quelli che se ne vanno prima di esser cacciati; serve a chi ci vive e non so davvero come avremmo fatto senza; le opinioni che ne abbiamo sono tante quanti siamo noi, e nascono, variano e decadono, proprio come noi. Sono contento di stare sopra il più grande globo che mi sia capitato finora. È fatto apposta per me che sono cagionevole di salute e difficilmente ne rinnegherò l'ospitalità. Che ce ne siano altri più belli, ci credo anche senza avere l'ambizione di visitarli e conoscere le loro Costituzioni. Che abitudini abbiano mi riguarda come l'uso che fanno del sale gli esquimesi e gli aborigeni: mi riguarderà il momento in cui ne avrò bisogno e ne chiederò un po;' dovessi averli ospiti non li forzerò ad abusarne.
L’uomo veramente libero vuole solo ciò che può e fa solo ciò che vuole. J.J Rousseau
Fuori del tempo stanno le stelle; fuori del tempio stanno i vagabondi; dentro il tempo e dentro il tempio stanno gli eletti: i migliori del mondo, i gagliardi del creato, gli attivisti che reggono i sistemi conosciuti e fin dalla nascita combattono e dèmoni che escono dalle caverne di Farcana dove le antiche janas convertono i caprai al culto delle civette che nidificano nelle querce in condominio con i gufi che hanno gli occhi attenti come quelli delle rane che alleva Innassiu Iskerza, per altro così distinto, nel fondo valle di Lucula avuto in eredità da un aristocratico di passaggio.
I paesani d'Ohiai per darsi un'aria metropolitana, ricorrono dopo ogni rapina in banca, o uno scippo al mercato all'aperto, al suono delle sirene dei barazelos, come gli avi alle campane della cattedrale per il furto di un agnello da latte.
La vita è la transizione :
dei frutti più belli sui banchi del mercato aperto e coperto,
di un'attimo stiracchiato fino alla rottura,
del soffio del Signore raffreddato nella piazza principale del paese,
della freccia curva a due punte del tempo nel quadrante dello spazio piano e rettilineo,
del benvenuto al neonato e l'addio al moribondo,
dell'eterna meraviglia,
della minaccia fino alla soluzione dell'ostilità,
di tanti attimi messi insieme,
del più avanzato elaborato della terra, di un muscolo pulsante e pensante, dall'avvento prodigioso alla dissoluzione ineluttabile.
Oggetto è la persona o la cosa necessaria alla soddisfazione dell’istintività.
0.
Quando hai bisogno confida nell'aiuto del prossimo tuo che ha preso posto nella macchina del sobrio Signore che viene da Delfi dove non alligna il male. È sempre possibile dar di voce al conducente. Fiaccheraio, fammi scendere. Non voglio fare il litorale orientale per un kilo di vongole. Le prendo a Maratona con le lepri, dove agli invidiosi bucano le scarpe. Dai le spalle al sole e l'ombra ti fugge davanti. Se ti volti ti segue. Di fianco ti cammina accanto. Giochi d'ombra: chi ha tempo fa la caca all'ombra al suono del flauto. Appena nato fu capace di discernere. Distinguo quel che vedo con gli occhi. Fatto, nato e atto a discernere. A Dio il cielo e a me la terra. Occhi puntati su. (?) ...causa ed effetto? noo. Korte è susu? no. Nulla è causa di nulla. L'effetto è figlio di se stesso: figlio dell'accidenti che spacca il melograno, dei tre che sono nati invano. Dell'animaccia sua in una coppa d'oro fino.
psiche è il soffio vitale esalato dal morente
1.
Amore è aver trovato quel che manca. E manca sempre qualcosa. Il sonno manca all'insonne. Acchiappalo e e tienilo stretto. Stringi forte il sonno. Quel che rimane ha a che fare con il respiro e c'è chi la chiama parola. Penso che sia giunto il giusto tempo del ritorno alle conversazioni in salotto, alle letture prima di andare a letto, a riepilogare il corso della giornata, a fare un programma minimo per il giorno dopo. E nel sonno distanziarsi dall'irrealtà degli ingranaggi incontrollabili delle vincite con premi millionari: non è vero se non vedo spenderli. Venga a galla il fortunato che si è salvato.
2.
Il pittore incatena l'attimo fuggente con linee e colori. Bel mestiere se la mano è ferma e l'idea chiara.
I quadri vanno appesi al muro. Un quadro in ogni parete vuota. L'artista che dice la sua su come vada appeso il quadro, si è dimenticato qualcosa, si è dimenticato l'affresco. Collo lungo per appendere gioielli. Molti prendono in considerazione la cornice con la tela: da risalto alla bellezza e ne aumenta il valore. Cornice degna del quadro. Quella è la sua parete, lì l'occhio è attratto dal punto di fuga, lontano dalla finestra, che non scappi il soggetto inquieto.
3.
Lassina, lassina.
Il tempo che fa la posta nella porta della transumanza, si beffa dei vivi e dei morti.
La casa della follia, a corte 'è susu, a metà strada tra la neve di Fonni e l'arsa Baronia, ha due porte: da una entrano i prepotenti che accendono la mischia e dall'altra escono gli ambiziosi alla conquista del mondo. Qualcuno finirà impalato alla porta con un tridente. Per un favo di miele. Il tracotante che sfida il nemico in piazza. La madre a vederlo uscire in ghingheri bello come il sole, dice che su di lui aleggia cupa la morte. Nella corte dei litigi si uccidono senza aver mai messo brillantina nelle lunghe chiome. Solo e puro olio d'oliva, ai poveri in terra che trovano bello vivere.
4.
Gloria a madri e padri che han fatto grandi e belli i figli. Targa, in lettere d'oro, sul frontone dell'ospizio. Bambini all'asilo, vecchi al ricovero. Qui finisce l'acqua della vita, foce del Cedrino nel Tirreno, dove le anguille confondono la corrente di casa.
Neppure Dio da per certo il giorno di domani. Nessuno l'ipoteca. È vero che non si tratta di prevedere il tempo, ma dell'ultimo giro di giostra. La terra non gravita più col sole nel cielo, no, si sono depositati nel fondo dell'universo e girano per inerzia fino alla quiete finale. Tutto è cominciato con l'apparizione naturale del cacico. Sempre all'inizio della fine del mondo appare un cacico: davanti a lui nulla vale di più.
5.
Non dormire per non passare impotente alla morte nascosta. Sveglia, non ti assale se ti vede in compagnia. Essa aggredisce quando si è soli, allora si è sempre più deboli. Gioca al lotto con gli amici. Digressione da rapsodo, da un rattoppino c'è d'aspettarselo. Divaga con un rattoppo alla chiacchera. Il risentimento è nella natura dei sarti. Quello si fa tre abiti l'anno e io che li faccio ho le pezze. Impotente al cospetto della morte e della società. Fortuna mi dia il Signore e io l'accetterò. Accetterò la mia sorte se non posso fare altrimenti.
Dormire un po' dopo pranzo, un lieve sonnellino come piace agli artigiani, lieve lieve, e svegliarsi alla chiusura del negozio, a cui attendono i garzoni. Impartano con gli occhi a muovere le mani.
6.
Dio ha fatto la terra e il mare; l'uomo e i soci della coperativa d'Ohiai, han fatto il mondo e le punte più curiose del Gennargentu.
Come i re magi che a natale han fatto i regali a Gesù, così quando nasce ogni bambino ha bisogno dei doni della natura. Ha diritto a tutti alla sola condizione che rinunci alla polio, per un po' di sale a far leva nel giudizio.
7.
Il diritto naturale viene dall'esser nati, cioè accettati dalla terra, quindi sia maledetto chi si immusonisce. Chi sta solo si fa pugnette da elegantone snob, come Adamo sotto l'albero dove Eva coglieva in alto la mela matura, la più bella e gustosa della valle del Cedrino – rio di donne belle piene di grazia - dove, in un'ansa, le forti fanciulle di Galtellì lavano i panni facendo mostra della propria bellezza ai forti d'Irillai che prendono l'anguilla con la mano e si avvicinano alle più belle e mentre le altre scappano, Nausica addenta l'anguilla con l'atteggiamento fermo di chi non teme e la ridà con la testolina insanguinata all'ospite in visita di cortesia. Tutti nati da donna i puri e forti d'Irillai. Sei coraggiosa, fa lui. Temo il coltello tagliente e il piombo fumante, dice lei.
Oh, Irene, apparizione di pace.
Da sposa graziosa con lo strascico, ogni carnevale la vedrà vestita come la delicata Madonna che addenta il bugiardo demonio che la sa lunga, brutto e viscido come l'infausto peccato.
8.
Sulle torri costiere a guardia dell'isola nel litorale di Orosei, vennero installate catapulte adatte al lancio dei massi caduti dai nuraghi e cannoni d'acqua stagnante con erba puzzolente, fino a tre miglia sul mare per ostacolare i predoni che rubavano la lana delle pecore dicendo che avrebbero pagato a babbo morto. Le volle Zuanchinu che quand'era di buona mutria (piantava aranci e limoni di Milis nella valle del Cedrino: personalmente portava una cassa di piantine sulle spalle a piedi da Milis a Orosei. Formidabile come i calvi pesisti d'Irillai: forti come bulgari che guidati dal tecnico Alessandro conquistarono il mondo fino all'Indo) parlava du volte all'anno: buona pasqua e buon natale e per le altre cose faceva sempre si con la testa come d'uso tra innocenti carbonai nello stato di natura incontaminata.
9.
L'oro non si addice al seno della Vergine Madre.
Ogni pia donna d'Ohiai, quando si dice tra se il rosario, è come se al fianco avesse, non vista, la Delicata Madonna del Monte dei Gerani, alla Colonia di Soloti dove gli anziani d'Irillai ritrovano la baldanza di Samuel Stoky, nelle fiaccolate con ceri da mezzo metro.
10.
L'infelice non sa sorridere; chi è felice ha spontaneo il sorriso in faccia, come preso dal sole. Nel deserto uno sorride all'altro: uno sa ridere per grazia di Dio, l'altro sa muovere le mani per lavorare, naturalmente come un sorriso in campo aperto, e non al chiuso come il garzone d'un barbiere.
L'infelice papavero sarà reciso all'alba dal perfetto volo del falco che ghermirà la lepre.
C'è disordine in dispensa se nel mondo abbonda il cibo ma a qualcuno qua e là manca il vitto.
Alle suore della madonna piace il bocciolo della lattuga.
Si parla dell'avvenire con la certezza che domani qualcuno vedrà l'imbrunire e si prepara la cena infischiandosene che possa essere l'ultima con quel fiasco di vino del cognato che un suo valore ce l'ha: per me più di un reliaquia di padre pio che mi appare negli anditi dell'Ospedale dei Clisteri ogni volta che ci vado in visita
Mi pareva di non poter fare a meno di lei, della sua compagnia; ora non faccio nulla perchè con la guida del suo ricordo ogni angolo è un sicuro rifugio dalle impertinenze sociali alle quali sono esposto come tutti i vedovi, orfani e sciancati.
Beati i sani che possono correre e sanno anche parlare, non dico come attori professionisti, ma come onorevoli e prelati si, imprenditori e sindacalisti, si, anche se non han cura di Heidegger, un parolaio che ha malvissuto sull'essere che esiste come se avesse scoperto lui che deve anche morire.
Le tappe del percorso anulare: Dio Inizio, l'animale senza problemi di salute, l'uomo con le sue qualità, Dio Infine. L'anello d'oro è fatto dalle mani per un suo dito. Le mani dell'uomo lavorano per se come quelle di Dio per il creato. Penso che solo Iddio possa spiegare ai curiosi perchè l'uomo è stato fanciullo e adolescente. A me non riguarda, da quando ho perso la via la mia sp...
Quando hai diletto dalla compagnia dei tuoi libri, stare in citta o al mare, in campagna o in montagna, in trattoria o al cesso, in viaggio o nel cortile della bettola, conta poco e le instancabili malignità del mondo, con i loro vecchi affari, batteranno invano alla porta aperta e non approderanno dove non c'è appiglio.
Il libro quand'è chiaro racchiude una vita e ritempra dagli affanni.
Il buon libro sa quello che dice se tu sai quello che leggi.
Con un libro in mano e la casa sgombra di mobilio hai voglia di riempirla con quelle cose che hai visto altrove e non hai mai avuto e solo ora ti pare di poterne fare a meno.
Man mano che si avvicina la meta vediamo dileguare la ragione d'aver vissuto. Ditemi qual'è la ragione e vi passo un quinto dello stipendio. Trovo strano che ci scappi quel che ci apparteneva. Non ricordo quando ho cominciato a cedere. Che sia stato vano aver vissuto? No, era impossibile rifiutare; e in ogni caso era un'occasione da non perdere.
A ciascuno la giusta parte dei beni della terra, con l'aggiunta di un'impermeabile, per quando piove, se Dio vuole e i carabinieri con lo scacciacqua come primo abito: la mantella incerata degli apostoli del re.
Credo all'innocenza del neonato, ha l'alibi: un'anno fa non c'era. Bisogna nascere per peccare, altrimenti la colpa è un'assurdità.
Bisogna esser macchiati per purificarsi; ma se si è marchiati a fuoco l'affare si complica e le cose si fan serie per essere affidate agli oracoli dei santi che sui loro simulacri non c'è polvere.
Ciascuno abbia cura del suo bel simulacro in ufficio se non vuole che sia occupato da marziani vagabondi, ostili alle false immagini e alle appropriazioni indebite. Pensate ai grandi uffici delle alte cariche della chiesa e dello stato, non sono mai vacanti come se i prefetti ci avessero lasciato sulla sedia parte della coratella simile a quella degli scalzi senza mutande. Uffici sempre occupati come la panchina del campo sportivo. Il nome sulla scrivania già da sempre occupata.
Si parla bene dove buone son le cose che ci legano al prossimo.
Gli avvocati, col cappello e senza arrossire, guidano il mondo tra le sue leggi.
Bisogna saper dire bene le cose belle per poterle ricordare meglio.
Sono i ricchi che comprano il fondo della terra, perchè amano la natura come un quadro, eppoi il cacio di fossa tira la gola e buoni sono i presciutti e i meloni: bello è coltivar la terra quando è casa tua.
L'industria non è meno bella.
Col Beato Ing. Ferrari, Cav. Comm. Enzo, i dipendenti erano i più felici del mondo; gli operai cinesi dipendenti della Apple sostituiscono gli ingranaggi delle macchine e quando possono si suicidano in nome del Pccinese e del prodotto del mercato.
Certo: a ognuno la sua arte.
Il pesce come l'agnello, è più buono quand'è cucinato da mani di femmina; se gravida ancor meglio, anche se sono i grandi cuochi ad arricchirsi; nella casa comoda e bella è buono ancor di più; lontano dall'Ospedale dei Clisteri è anche salutare.
Non è la forma della cantina che da la bontà al vino.
Da chè mondo è mondo i deboli pensano a scrollarsi di dosso il peso dei forti.
Da una brutta delusione è difficile scamparla. Dopo Gesù mi pare più facile perdonare un'offesa, che ridare fiducia alla persona che scientemente l'ha persa, lasciandola cadere in una voragine, da cui mi manca la capacità di recuperarla.
Fuori di me la misura delle cose negli affari è il denaro; ma se di mio dò fiducia, solo il suo ritorno la compensa. Fiducia va e viene, si chiama; e santa pace in famiglia. Dai il soldo e ti ritorna denaro: elementare come i bisogni di casa
Da vivo, data la natura della mia struttura, non sopporto la pesantezza dei sistemi; col metodo del morto sopporterei il globo terracqueo, secco e sudato.
Oh, per me va bene il metodo del lavorar di forbice e ago, mi piace; e ci si campa a fare berretti o brache da coprir la testa sulle spalle che teme le vampate estive perchè dannose, e l'altra testa tra le gambe che patisce il gelo e chi si vergogna la copre con le braghe; d'altronde me ne infischio che stiano al freddo o al caldo, se non son le mie, e aggiungo - : povero il cittadino che ha un solo berretto come il pidocchio una sola pelle. Fatemi vivere, dunque fatevi un berretto. Ognuno si copra dove duole, la parte che vuole, da grattare; con i tempi che corrono, poi, quando gli uccelli scendono dal collegio tra noi, si aspettano la neve nel giardino. Avessi le gambe buone come le loro ali mi difenderei scappando.
Dio, il mio cuoio non sopporta i sistemi al chiuso.
sos cassadores, virtuosi del fucile che affidano gli spari all'eco
mastrone e sellone: a s'arbore
su cubile
sos sette fochiles: dalla loro esperienza cola l'essenza della vita
zenia e zomaria rientrano con l'ombra della sera dagli horti d'Isporosile e Irillai
sor bandhuleris de iscola; Irillai è la loro patria e da grandi tratteranno Dio da pari a pari
Donn'Elene Murripinta e Mattifalada, Signora del Tempio del Nordamerica, dove nidificano cornacchie e corvi. La madonna dei due volti, quello alto e quello basso: i colori della faccia e la forma del culo che si beffa del mondo.
Come con i pancioni è un gesto d'affetto contro il malocchio toccar loro la pancia in trattoria, cosi è un gesto di apprezzamento familiare toccare il culo alle signore, per salutarle e fraternizzare, e, mentre si specchiano nelle vetrine del corso, arrossiscono e ingiuriano di rabbia per la confidenza
Claudio lo Zoppo non può evadere dalla colonia di Mamone, perchè non ha nessuna lepre da inseguire e negli itinerari imposti rischia di soffocare nella mischia.
Claudio lo Zoppo preferisce vagare e smarrirsi come un vagabondo senza allontanarsi dalla porta
Non gli piaciono i sistemi che somigliano alle prigioni: danno l'idea di un recinto chiuso come un monastero o una mandra; ma non si può incastrare il libero pensare il cui solo metodo è la libertà. Fissi chi vuole il suo pensare, lo costringa dove vuole, fissandolo in regole guida. Una rotaia. Lui è discontinuo come il tempo, e dice quel che viene dalle semplici circostanze del giorno e le occasioni che la notte offre ai sogni. Una costante della mente è la continua rottura del tempo; è l'interruzione tra un'affare e l'altro che ispira la mente; così funziona il suo pensare; e non vuole e non può fissarlo a una cosa sola se altre premono nella via. Solo la macchina è costretta a svolgere solo il suo meccanismo: è fatta per quello e Claudio non è una macchina.
Festa è dove c'è da mangiare e bere: niente festa senza riso, cibo e vino. Mangiatoia è il nome della festa dove, molti, non invitano gli esattori che non possono ridere fuori dal lavoro
Nella moltitudine fuori casa ci stanno molti onesti figli di Dio e altrettanti figli di buone donne, e chi più chi meno, fanno mostra di se per esser notati. Come bambini che voglion essere visti dagli adulti. Come attori che vogliono essere applauditi dagli spettatori.
Di essi chi mi appare nel ricordo è presente in me; come quelli che negli inferi si presentavano a dubbia distanza a Odisseo l'incredulo.
Sii educato davanti al bambino e non sarà necessario mettergli il dito nell'occhio per far da bravo e può darsi che da grande non finisca per far l'usuraio anche se con i tempi che corrono nei mercati sempre aperti è un'attività che tira bene per strozzarsi a vicenda.
I vecchi dei - che avevano di tutto e ridevano - si dilettavano con l'inganno con i semidei che non avevan pace;
i giovani santi – puri e vergini per vocazione - cercano come cortigiani, la gloria al fianco del Signore della Provvidenza, che fa da se senza che nessuno lo comandi.
- (Solo Dio in età matura si è fatto un rincalzo di se.) -
Ogni volta che la verità esce di casa, si smarrisce e se incontra giovinastri si confonde, se delle pettegole la trattengono si trasforma, insomma quando rientra a casa non è più la stessa e fa i capricci come le opinioni che cambiano come le ore e i colori del giorno.
Nel dubbio rifletti. Poi fai, o sospendi e rinunci. Ma non far male quel che fai.
Dove la ricchezza pubblica è al sicuro, anche i risparmi privati lo sono.
Abbrevia se puoi i lunghi discorsi; tagliali, che sian leggeri da ricordare.
C'è del traffico in cielo come al mercato; e loschi traffici in alto mare; e buffi in terra e a volte cupi
Chi ride degli altri piange di se a riso finito.
Dei potenti si ride alle spalle; ai miseri si ride in faccia.
Devo ridere prima degli altri che vogliono ridere di me.
Chi scrive ha ogni licenza, compresa quella di correggere;
come chi parla è libero di dir la sua e di scusarsi se sbaglia.
La scrittura è un tentativo di ricreare il mondo.
Non scrivo per distrarmi, ma per essere al mondo e divertirmi.
Quando me ne sto nella stanza del chiostro me ne infischio delle crociere dove si è serviti e riveriti. Tanto più che per ballare devo bere e dopo aver bevuto mi va di giocare alla morra e cantare con gli amici che sanno ridere senza malizia pettegolando di chi non sente nemmeno i debiti
più di uno avrà insegne d'onore sulla porta di casa e di nobiltà nel cuore per aver tinto di verde le ali dei passeri nell'attivo silenzio nell'aia
il riposo dei cavalieri di vittorio veneto
del santo rosario e della santa spina
la scuola all'ombra del castello d'oriente dove ai ricchi piace guardare il paese dall'alto nascosti tra i merli delle torri agli sguardi dei rapaci
in campo di fiori la vita sacra passa in punta di piedi
il sogno dell'ultima notte di vita
sas pizzoconas de Gonone
Paskeddha titas del casizolu
sala del Nordamerica mentre, all'ora del thè, aspettano i risultati della schedina
quando donn'Elene va a sentir messa
i leoni escono dalla foresta
sa mamuiadina
le belle mamme
La sontuosa prima sala del Nordamerica, dove i poeti del Logudoro cantavano Donn'Elene che offriva ai poliomielitici vino di Marreri color dell'ametista che Zomaria donò a Zenia quando nacque Zuanchinu.
la radiosa figlia del sole
Lillina la piccola sorella di Kikina che compra ogni giorno 5 litri di latte per il Nordamerica
storia del lavoro
Manzela 'e Orzai in pieno sviluppo
Sidora Ispilicambas cura i drappeggi del Nordamerica
Zenia, l'ancella di donn'Elene al Nordamerica
Kikina la bionda di Monastir
Irene o la pace
donn'Elene Kikkaiu Murrisutile
marra Paskè
prena sa brocca 'e pirizolu
La società è la vita in comune di persone affettuose e sensibili che si salutano e si fanno gli auguri: è il miglior modo concesso da Dio per stare insieme, ragionare in santa pace, godere i frutti della terra e tenere a bada i vizi dei selvatici fannulloni che, come i malvagi della foresta, se ne infischiano del vivere in comune, del lavoro e della verità del creato che impone di obbedire ai propri simili
Se il Giappone è sorto col Fuji-yama, la Sicilia è sorta con l'Etna e la Sardegna col Gennargentu.
Come in Cina c'era bisogno della Grande Muraglia, così in Baronia c'era bisogno del Cedrino.
Come in India è necessario il riso, a Irillai è necessario il vino.
Come Alessandro e Cesare, Bonaparte e gli Americani, hanno il sole di mira, così io ho la santa luna.
Sto per morire e mi lamento e piango perchè è l'ultima e unica cosa bella e cara che mi rimane e a cui più tengo e mi sta per mancare con la poca voglia di ridere
alla scoperta del mondo, il neonato sente i colori della luce
Il poeta esprime col bello, la copertina del mondo (che cambia spesso); è l'eremita che cerca di se e parla di fin de siecle come se davvero il salto del secolo cambiasse il mondo come vuole lui.
Ineffabile è quel che non si vuol definire come nulla.
Dio, l'anno che nacqui sconvolse il mondo; che ne sarà del resto alla mia dipartita?
Giuda aggiunse il tradimento alle novità portate da Gesù col formidabile magistero del perdono.
Chi riesce a perdonare un torto ricevuto non sarà mai un minchione.
La realtà è quella accettata dal senso comune: in una sorgente di montagna beve anche chi non ha sete; se non è uno stolto.
Il senso delle cose è quello comune a cui si aggiunge – solo per me – il mio
Si da il nome di Dio alla realtà che ci incanta come l'immagine di una bella donna assente a cui piacciono le ortensie e vuoi scriverle lettere d'amore dicendole che ti manca qualcosa senza di lei: ti manca la parte bella del mondo. Per te perderei il lavoro, la salute e il denaro. Per te perderei il mondo se ti avessi. Dio, la donna bella e buona è il risultato migliore della tua opera magistrale: o Dio, ti sento amico perchè ne ho avuto parte. Dio, come mi hai fatto amare quella donna!
Chi non ha tempo di giorno, scrive di notte se non dorme (una foglia lieve lo sveglia), pur di rimanere fedele a se stesso e mangiare il pane quando c'è e poco disagio quando manca perchè crede nel Dio dei Nuraghi che da tanti anni gli dà conforto quando gli pare di non aver casa come un viandante che se ne infischia dell'alloggio di fortuna e dorme in piedi lui che – sempre ispirato - pensa al suo primo amore
Nessuno dice mai perchè nasca un fiore
Perchè nel cielo ci sono le stelle? Per brillare.
Perche la terra fiorisce? Per farsi bella.
Perchè ci sono le montagne? Affinchè il panorama non sia piatto.
Chiedilo alla natura: è un suo segreto che dice a chi vuole e se vuole tace.
La natura della terra non finisce in tribunale dove si fa giustizia al male.
Non so perchè alla terra sia necessario un fiore: che se ne fa se poi muore?
non so perchè nasconde agli sguardi dei curiosi le sue creazioni floreali e poi le mostra composte sui prati per essere calpestate dagli screanzati cristiani d'Ohiai e dai filistei e farisei d'Orosei fatti senza stampo
non dice mai a nessuno il perchè nasca il fiore
meno segreto è che l'uomo cambi umore e se ne dà una ragione
ma c'è una causa della fertilità naturale?
Come a dir: perchè son nato – ma è poi vero che lo sia? Come? Non ci sono forse?
Cosa c'è sopra le montagne più alte, cosa c'è dietro le stelle? Il più misterioso dei regni dell'Orco e il suo inaccessibile harem, dove volano le farfalle celesti e fioriscono le margherite senza bulbo della Madonna di Gonare e il grigio verme è felice di esser beccato dal cardellino verde e dal rosso usignolo.
Dammi una perla o dimmi qualcosa di raro: meglio pesce che spione. Una morte repentina come una mina al cuore. Colpo formidabile come un lampo. Lampi sciolti nell'iride fanno ardere il roveto senza corteccia. Fumo di sughero surrogato di grasso.
Lacrime mosse muovono a pietà. Goccia di rugiada mattutina, al levar del sole. Ora del piagni e fotti. Sulle gote dei Goti non è mai scesa una lacrima. Visigoti moreschi che stanno a sud.
Piazza del Peccato, del Pentimento e del Perdono. Ognuno fa da se dopo aver detto troppo e male. Pentito di aver taciuto quando doveva parlare. Dio, il vecchio del silenzio, sa tutto del pane quotidiano per gli ottoni e i tromboni. Ostia con Gesù col naso all'insù. Sulla croce col bischero all'ingiù. In mezzo al chiostro barocco, vicino al pozzo. Accanto alla pergola.
Nessuno più della storia sa dove andare a parare
perchè è figlia del destino che sa dove parare.
Per quanto mi riguarda non sono mai innocente e onesto come quando dormo e sogno, e non sono mai buono come quando non faccio nulla col timore di far danni col soccorso.
Della morte non so davvero quanto sia lontana o vicina.
Molte persone trattano con Dio per darsi importanza, ma si capisce che sono meno sinceri dei bambini.
Il riso e il pianto sollecitano i polmoni nella stessa misura della corsa per sfuggire la miseria.
Che gli affari del corpo siano sconvenienti in pubblico, si è tutti daccordo. Ciò non toglie che al cesso si possa essere onesti e democratici quanto gli stititci sono ossequiosi.
Mi è difficile esser peggiore di quel che sono, se quel che vivo è la vera realtà.
Credo che le mie verità non si possano imporre ad altri che la consumerebbero non so come: magari spacciandole per innocenti bugie.
Se nessuno si oppone dove stà il discorso, il vigore della parola?
L'anima della mente che cerca la luce?
L'anima (parola) che per vivere un'altra ne contrasta?
Non dipendere da nessuna forza costrittiva, è essere liberi.
Misero chi crede di esser savio spacciandosi per serio.
Della candida luna fan simbolo le vergini fate di Farcana col vello del bianco capretto
col candore della schiuma e il viso composto con i colori del pavone straniero nell'agro
occhi tondi e celesti come la civetta
guance col colore della timidezza
bocca aperta al sospiro d'amore
col plenilunio di gennaio fitti stormi (fitte frotte)di farfalle bianche venute dai gelsi della luna che si è scossa dal letargo
riposano nel cortile prima di occupare lo scarno quartiere d'Irillai, il vecchio fondovalle di Lucula e i pantani della Baronia,
dove già fioriscono i mandorli e a breve seguiranno i gelsi coltivati dai barazelos
Chi fa ha visto fare e sa tacere.
Chi riflette sente il bisogno di definire lo stato attuale delle cose e disporsi al peggio.
La morte di Samuel Istoki.
Morì impreparato Samuel Istoki? No. Lo fucilarono nel '45, a fine guerra, perchè invece di suonare nella banda militare, passava moschetti ai pastori e qualcuno anche ai contadini.
Amava il soldo?
Avrebbe dovuto evitare gli sciocchi più che il mal di pancia
Dicono che andasse lungo il Cedrino a controllar la schedina...
dove furioso si avventò sulla figlia del nemico e gli rapì la vita?
Doveva ingravidarla sulla riva del fiume.
Pensava a lui più che ad altro.
Al suo carattere, alla sua natura selvatica.
Con i suoi e con gli amici, era benigno.
Mi perdoni chi può, diceva.
Qualcuno gli fece del male. Non so chi.
Era abile con gli uomini e gli animali.
C'è sempre qualcuno che bisbiglia alle spalle del mondo.
Bisbiglio del mondo alle spalle.
Egli dava a chi aveva bisogno.
Pregava chi pregava per lui.
Egli amava chi era degno del suo amore.
La primavera è per la novità
l'estate è per l'amicizia
l'autunno per il raccolto
l'inverno per la cura di se stessi.
Non ai bisognosi e ai dissipatori ma ai giusti dava.
Non agli adulatori, ma ai degni di merito.
Non a chi accumula beni e possedimenti,
ma a chi divide la pagnotta con la madre che allatta.
Non ai ciarlatani, ma a chi sa tenere un segreto.
Non agli esaltati, ma agli umili.
Non a chi si vanta, ma a chi sopporta.
Non solo nelle occasioni, ma sempre.
Non agli amanti del lusso, ma a chi gode dell'uso.
Rispetta chi provvede da se.
Sedeva sul freddo ciglio della strada a veder passare il messaggero trafelato.
Perchè tanta fatica? Porto un messaggio dal re al re. Hai un gran potere.
Non posso dimenticar nulla. Puoi aggiungere? Si fidano di me e mi sorvegliano.
Puoi dir quello che vuoi.E guardare, parlando, da un'altra parte.
Nascondi la faccia se non è adatta.Sempre quello è il gran premio
la vita eterna. Dispiace morire a chi è abituato a vincere.
Ma siam certi che nessuno alla fine si asterrà dall'esplorare
il gran mistero del premio.Un segno più o meno avremo
sulla fronte come carico nella vita eterna: null'altro è concesso.
Mi piace credere che il ciclo del cielo della lunga gioia
sia riservato in primis ai braccianti umiliati dai raggi del sole di mezzogiorno
e agli aristocratici operai specializzati nella nicchia della lucente catena,
poi agli onesti e agli innocenti, in ultimo ma non ultimi mi piace credere
che sia riservato un posticino anche a quelli che hanno amato senza tornaconto.
Dicono: i miti sono fandonie, ma di più bello, antico e certo non abbiamo altro.
Non so perché, ma tutt'ora Apollo scocca i suoi strali
sulle genti perbene e sulle golose.
Quel che sono mi riguarda e quel che faccio mi interessa e
– quando il cielo si illumina - certe volte mi indigno
per quel che penso lungo la via.
Non dubito del diluvio né del fuoco eterno.
Sento il vento solare e il sibilo del gelo d'Orione
che sfalda la faccia nascosta di sora luna.
Falso! La storia non da ordine agli eventi,
ma li raccoglie come accadono e onestamente
non li mescola come usa il vento con le foglie.
Fare storia a tavolino. Chiunque fa storia a modo suo
seduto sotto la pergola davanti al mare dove transitano
le navi che si puliscono le interiora.
Con la destra puniva a ceffoni
con la sinistra appuntava medaglie – premiava -
Un vello d'agnello al pargolo d'Irillai
che siederà alla destra del padre…
nell'auto nuova nel quartiere d'Irillai.
Dheddheddhu, il primo manovale d'Irillai,
fratello gemello d'una sacca di Dirreddhu.
I fortunati hanno in ogni circostanza una carta in più
e un biglietto d'andata e ritorno a Lugano bella.
Affittiamoli.
C'era il maresciallo Schettino (famoso perchè nelle rampe dolomitiche
usa sostare nei baratri per far pisciare i viaggiatori nel vuoto)
alla guida del bus turistico che sulla A1 ha sorpassato a destra
una fila di Tir sulle ruote laterali per fare l'inchino alla rocca di Orvieto
e dare una scossa ai sessanta sfortunati pellegrini che si recavano
per un rosario ad Assisi e sono miseramente rotolati nel Tevere.
È a sorpresa che il padrone del bus decide di fare le acrobazie
sull'A1 per soddisfare le richieste del mercato dei brividi.
Da noi i morti e i dispersi della Concordia non contano più;
da noi conta tutt'altro: contano gli spalti e gli spogliatoi tv.
Pare che la crociera del maresciallo Schettino contasse di spostare
un po' l'isola del Giglio, lavorando sui fianchi.
Bene.
Ma noi come Assad, non vogliamo intromissioni.
Prestiti si ma critiche no. No intromissioni, meno rompicoglioni.
Poi gli invidiosi tedeschi ci sfottono per la bravura del nostro eroe,
a noi che chiediamo il loro sostegno economico nel momento del bisogno.
Vi chiediamo un prestito e voi ci ridete dietro.
Vi daremo gli interessi che vuole il mercato: ci manca il liquido.
Vi daremo il maresciallo Schettino a pilotare i rimorchiatori nel porto di Amburgo.
Bei soci fondatori davvero.
Prestateci quel che potete e veli ridaremo a poco a poco con gli interessi da cravatta.
Come garanzia vi diamo le nostre meraviglie. Sceglietevele.
Dopo Berlusconi, abbiamo Bertolaso e Schettino, così televisivi che ci invidiano
gli studios dei manga giapponesi.
Per me affitterei anche Vespa e Pannella, con una scialuppa nell'alto Tirreno.
Volete il delicato pezzo bianco da novanta? Prendetelo, è vostro!
Non volete il Vaticano con la sua colomba bianca?
Oppure, si, prendetevi la torre di Pisa con la sua zolla.
Affittiamo Venezia e l'Etna.
E il canale di Sicilia, affittiamolo.
Monti va per l'Europa chiedendo prestiti e offrendo Schettino come garanzia.
la stampa:"Il dato in sé è impressionante e contiene uno dei paradossi del nostro Paese: i cinque grandi parlamenti nazionali d’Europa, Germania, Francia, Inghilterra, Italia e Spagna, costano 3,18 miliardi di euro l’anno, ma il Parlamento italiano spende più della somma degli altri quattro messi insieme."
Nelle democrazie il popolo sceglie i migliori a rappresentarlo in Parlamento; i migliori in quanto a capacità di governo del paese; ora è accaduto, solo da noi, che gli eletti dopo tre anni e mezzo di governo, si sono tolti di mezzo, l'intero parlamento, affidando la guida dello Stato a un governo che una settimana prima non esisteva e i ministri non si conoscevano tra di loro. Il Parlamento si è esautorato dopo averci trascinato sulla voragine del debito: quando i creditori hanno alzato la voce chiedendo il pattuito, ovvero la restituzione del debito, del soldo che ci avevano prestato. Così all'improvviso. Eppure i nostri migliori specialisti ci avevano assicurato che le nostre casse erano piene. Avevamo le banche ben sicure, con i conti a posto, controllati dall'Europa, che ci avvertiva educatamente. Ma governo e opposizione, sedendo assieme nel Parlamento, ci rassicuravano. Forse eravamo noi a rassicurarci, noi popolo, attento a tutt'altro. Il governo vincitore delle elezioni, togliendosi di mezzo ha dimostrato la sua incapacità a governare. Il Parlamento restanto muto ha dimostrato la sua inanità. Ma quanti in Parlamento sanno fare un libro? Quanti di quelli al governo sanno cosa sia un libro? Ne avete mai visto uno leggerlo? Avete mai visto i migliori specialisti con un libro in mano? E leggerlo? Vuoi che un leader legga Re Lear per sapere come lasciare i suoi averi ai figli? Chi? Vespa e Pannella? Ma va là. Il popolo da solo si è illuso di aver affidato le sue sorti ai migliori sulla piazza; ai cavalli vincenti; a quelli che conoscevano l'arte del buon governo. Dunque se il Parlamento si è svuotato di sostanza, vada a casa. C'è del vuoto attorno a noi, perchè noi li abbiamo scelti i cosidetti migliori in campo. I nuovi venuti pare che ci sappian fare ed è evidente che abbian trovato disordine in tavola: nulla di imbandito se non l'immane disastro fatto dai migliori in una notte oscura rovinando il tavolo e la tovaglia del corredo. Perchè improvvisamente si sono tolti di mezzo dopo 3 anni e mezzo di prepotenze propagandistiche, di successi urlati, di dibattimenti ininterrotti, di maldestri malaffari; perchè si sono tolti di mezzo incapaci di agire come pugili suonati? Dove eravamo noi popolo, con le grandi banche a contar denari, i grandi giornali a informar di tutto, i grandi campioni a far prove ardite come i nostri migliori leader; dove eravamo fino all'autunno del 2011? a guardar strabici la tvi come gli struzzi stronzi che strizzano la terra: noi popolo siamo ben capaci di fare fieri belle file in autostrada e a correre sull'anulare della morte per essere presenti in tvi come ballerini di fila; si, dobbiamo dirlo che quando li abbiamo scelti e votati ci sembravano i migliori; si, i nostri eletti, le nostre scelte, sono sempre le migliori: abbiam fatto i nuovi aristocratici, come diceva appunto Titile. Sanno almeno parlare, così crediamo noi, infatti li abbiamo scelti per la loro bella voce, da quando è morto Cicero e il grande Vittorio Gassman, ne avevamo bisogno. Abbiamo sempre avuto bisogno di un gallo.
Il carnevale che si avvicina lo vive chi è presente.
Il carnevale è l'età della libertà: quando l'oro luccica per tutti.
Il carnevale è la festa che prelude alla fine del mondo
abbandonato da Gesù che se ne va nel deserto
e all'incerto rientro annuncia la vita eterna nel regno dei cieli.
Benvenuto il carnevale e bentornato Gesu dalla quarantena.
Obama attacca i ricchi: "Devono pagare più tasse"
“Adriano Olivetti: «Nessun dirigente, neanche il più alto,
deve guadagnare più di dieci volte l'ammontare del salario minimo».
Ma si sa, accanto alla fabbrica dell'imprenditore-utopista
c'erano la più grande biblioteca privata del Piemonte
e una scuola materna che figurava nelle più importanti riviste di architettura del mondo.”
Schettino: «La Costa mi chiese l'inchino
La nave si è inclinata e sono sceso»
“il numero uno dell'Eni che sfida le Sette Sorelle aveva disposto che il suo stipendio da supermanager venisse versato al monastero delle Clarisse di Matelica”,
“in Italia il rapporto fra i compensi degli alti dirigenti e dei dipendenti medi,
pari nel 1980 a 45 a uno, già nel Duemila era «esploso» raggiungendo la quota di 500 a uno.
E negli anni successivi le distanze sono aumentate in modo siderale.”
La famiglia si rovinò con l'esuberanza dei fratelli
(uno, il più scapestrato di casa e gli altri del quartiere),
sempre pronti alla lite, armi alla mano
e ad affidarsi agli avvocati che dalle futili beghe ci campano;
tanto più quando in famiglia
genitori e figli sono ugualmente disposti alle contese:
dammi da spendere che non devo fare il meschino.
Lo voglio anch'io quel gruzzolo del nonno.
Voglio quel che non spende la mamma.
Di lui non sapevano che farne
e lo diedero ai preti del seminario per ricavarne qualcosa
magari un barbiere o un bottegaio.
Ma così lontano dalla famiglia crebbe malinconico come un trovatello
a primavera e casto e puro come un cocomero del campo finito in frigo
nel mentre il padre si giocò a carte la moglie
e vinse invece una casa da patrizi
più grande di quella che gli avevano pignorato
a sedici anni il padre gli regalò un fucile per vederlo cacciare
conseguì la patente per sparare i cinghiali
a diciassette e finì nelle praterie africane
a diciotto per prender scimmie e leoni e fare un circo nel cortile di casa
fu richiamato dal padre mentre moriva
perché voleva vederlo ed egli si avvicinò al letto e come uno straccio malinconico:
perché mi hai diseredato? Gli chiese, torcendogli un dito del piede scoperto.
Riproduco a modo mio quel che produce il mondo.
Rifletto quel che vedo che non sempre ha a che vedere con la verità degli altri.
Sono il riflesso di quanto esiste prima di me ed è più forte di me.
Io sono nel gran mondo e un'altro mondo è in me, piccoletto.
Il cortile dove le Bionde di Monastir fanno la birra fresca per i pastori
con l'orzo dei contadini che preferiscono il vino.
Si descrive quel che non a tutti è dato vedere con gli occhi della fronte
in alta montagna e in alto mare e nell'intrico della fitta foresta
e nel deserto e in prigione e in un cuore agitato e in una rapina in banca;
non si racconta del famoso raggio d'oro che da calore al bocciolo
e scioglie la neve e dirada la nebbia e guida il vento
e matura l'uva e a mezzogiorno dal passo del rosone
il celebre raggio si posa sull'altare dell'antico uccello
color del vino nella chiara bottiglia, venuto dal mare
a svernare tra noi nel basso Cedrino dove il mattino è mite
e le madri si fidano dei figli che non saranno mai
scritti dai questurini del prefetto nell'albo
dei confidenti di polizia
per la giusta mercede voluta dalla legge.
Il mondo è un incanto; il cuore batte per illudersi;
si viva, dunque, senza maltrattare le delusioni,
come sempre in festa.
La memoria ha cura e conserva la sostanza delle cose.
In un profondo sotterraneo? Non lo so.
Ogni cosa nel suo barattolo? Boh.
Una tenda in dispensa per gli affari del giorno?
Penso alla rinfusa. Come i sottaceti?
Come una corona d'aglio nelle case del sud.
Come un barile di spermaceti a nord.
L'uomo libero e sano dipende dai suoi simili,
come l'ape dal fiore e le stelle dalla notte
Come il ghiozzo dal Tirreno.
La donna gravida è il parametro della bellezza,
che la pancia sia tonda o a punta, il volto gonfio e la fame in crescita.
È la procreazione
Non conosco cosa che superi in bellezza la femmina incinta
che porta alla luce l'eterna novità del mondo.
Il seme della vita sempre nuova.
Chi scappa sarà inseguito e raggiunto in punto di morte,
come l’ Ettore prode dall'inquieto Achille.
La violenza dei forti insegue dovunque la libertà dei deboli,
per dissuaderli dalla ribellione.
La ragione impone la rivolta all'indegna e violenta oppressione.
Se si può dire, santifica la ribellione.
La libertà permette ai forti di picchiare i deboli
e agli stupidi impone l'andar dietro ai fanatici
che dividono per razza e loro sono i prediletti del Signore.
La forza strabiliante concede di dare allegramente le busse;
la debolezza lampante permette di prenderle e tacere,
riservandosi la vecchia e mai doma vendetta.
La voglia di far bene segue alla voglia di fare,
che altrimenti si perde per strada e fa male.
Chi abusa della lunga festa si aspetti una dura quaresima.
I matti mostrano il culo uguale a quello dei savi.
Perciò ridono quando se lo ricordano.
La campana col batacchio, il mortaio col pestello e l'asino col suo randello.
Sono storpio, malfatto, contento e su di me
e neutrale e sui barbieri ballerini.
Neutrale come le sere d'estate sugli adolescenti
che aspettano il domani che sarà un giorno qualsiasi.
Come lo scheletro è l'allegoria della morte,
la donna pregna lo è della vita eterna,
che adatta il corpo come una maschera al mondo.
Dove la pace è provvisoria, la guerra è di passaggio
e l'ambiente è misterioso più del Calvario,
dove la gente guarda l'uomo soffrire.
Gli esaltati dal paganesimo non possono negarsi una gita in Grecia sulle tracce di Apollo;
gli esaltati del monoteismo finiscono sulle orme di Gesù immatricolato in Palestina
a cui la madre ripeteva ogni giorno: ti amo per quel che sei.
Non dimentichiamo la propaganda, nei discorsi semplici
e nelle comunicazioni ufficiali, come in chiesa
non dimentichiamo la passione di Gesù, Giuseppe e di Maria.
Non c'è giudice di gara che – retribuito -
non giuri di perseguire l'ingiustizia nei bassifondi,
nelle alte sfere e negli stadi
Avvenuto il disastro chi non dice che lui non c'entra?
L'uso degli aggettivi consiglia la parsimonia.
La polvere se nessuno la toglie, coprirà anche i pinnacoli delle cattedrali.
Al gatto piace la carne grassa e bollita
perchè lo mantiene agile e lo fa dormir sodo;
l'avrei mangiata anch'io se mi fosse piaciuta come a lui che
come me, non ha nulla da espiare; solo per avere un po' d'agilità,
che al giorno d'oggi non guasta.
Chi da molto di quel che ha da ai poveri
è un'amico del Signore che ha sancito la proprietà dei ricchi
e dei poveri con la stessa acqua benedetta
Lo sbadiglio va di bocca in bocca come i guai che non si toccano.
Assassino 'o animale.
I fatti rimangono sul campo dove le parole si perdono nel cielo.
La gloria, dunque, ai santi e agli eroi e la chiara verità al popolo.
su karramerda isseddhau con la livrea - tundha che botza -
del lacchè del re che non muore mai.
Anche Polifemo beveva l'acqua fresca e il latte appena munto,
ma una sera incappò nel vino genuino di Marone...
il Prodigioso quanto il farmacista di Cana, e la luce chiara
gli mancò proprio all'alba del giorno dopo, così non vide più Galatea
e di lui sentiamo gli improperi a scampagnar sotto l'Etna, d'altro nulla...
tempo fa è morto Taneddhu; così lo ricorda la famiglia e noi:
Come Egli Era.
fred mastrone noto a cinecittà come l'amedeo del romano circolo dei sardi
L'ora di pagare il conto è il quarto d'ora di Alcofribas.
Pare che la Grecia debba ancora pagare il grano alla Scizia rubato dai persiani.
Misterioso rimane l'avvio del mondo
come il primo colpo di scalpello di Michelangelo sul marmo misterioso
Come l'ultimo sorriso di chi muore.
Nel quartiere dell'utopia dove (chi vuole beve dalla Bottiglia il vino di ogni giorno
si trova il Ponte delle Concie nell'Abbazia di Thélèmeiop
ognuno a casa sua è servo e padrone libero davvero
perchè non c'è differenza tra un'ora fa, ieri e i secoli passati senza lavatrice
pane d'orzo per gli stitici e meno case confortevoli per i migliori tra i poveri
Chi passa qualche ora al giorno in compagnia dei “classici”
non farà mai nulla di male che non sia rimediabile,
perchè essi allertano il passo sulle bucche delle strade,
essi sentono le tegole rompersi nei tetti e si domandano
il perchè cambiare il vino buono con uno migliore e per finire,
come i bambini danno la buona notte ai gatti del cortile.
In certi casi anche le vedove riescono a far figli naturali
che possono essere legittimi anche senza ricevere il battesimo
in specie, dico, se la vedova in questione trova uno
come Pietro Pilato che ingravida ogni femmina con lo sguardo
di uno miope che gioca a carte...
Quello con la lingua corta?
...e prende le femmine e le lascia come briscole...
o briciole
Alla mia donna piace andare in gita nel mondo
con quelle comitive organizzate come crociere –
un giorno qui e uno lì - dove tutto è pagato a fine mese
Volevano ingaggiarmi a fare il rattoppino, alla mia età, dico.
Se non tu, chi allora? Tutti morti? si.
Proprio io, il più malvestito del giorno.
Se non ci fosse la problematica questione
della barba e dei capelli non ci sarebbero stati barbieri.
In città la gente si veste, perché non siamo in paradiso,
dove si è nudi giorno e notte.
Solo mentre dormono le persone sono uguali davvero;
sveglio ognuno lo è a modo suo.
Le migliori fumatrici tra le donne, se ne infischiano
dei campioni maschili
che non perdono una boccata per cedere il primato.
Soffiarsi il naso in pubblico è un'arte se non si è raffreddati.
Basta infilare un dito nel naso per distogliere gli sguardi dalla persona.
Specialmente negli sportelli pubblici.
Si trova sempre qualcuno disposto a bere a scrocco,
quando il conto è aperto.
La disciplina del corpo è naturale
perché richiede solo quel che gli manca
ed espelle solo quel che non è più suo.
Vedo bene anche con un'occhio, ma con due vedo meglio.
Con una gamba posso stare in piedi e usare l'altra solo per camminare:
per dormire non servono. Ma non son cose da dare in affitto.
Le razze non hanno confini, -
come i nazionalismi che si divertono a rinfacciarsi vizi e virtù -
stanno sulla terra come pesci fuor d'acqua
che cercano di spiccare il volo per riempire il vuoto.
Da una parte il vizio e dall'altra la virtù.
Signore,
le vedove in cerca di marito sembrano capre con un corno rotto;
il loro precedente consorte ci teneva ad avere un corno di vitello in macchina;
quello che è venuto loro a mancare
Un tale di nome Foroneo fu il primo uomo vissuto prima del diluvio universale
e per primo soffiò in un corno di toro ucciso
al chiuso di un recinto con la sagoma di Pasifae
e il successore suonò un corno di mare aperto,
dono delle sirene della Maddalena
Nel deserto quando le cose cadono dal cielo e il tempo non fa una ruga,
non c'è bisogno di specialisti e professionisti: bastano volenterosi manovali;
uno dei quali – sveglio dal cantar del gallo - scoprì per caso
che con la pietra focaia poteva dar fuoco alle stoppie
e ghiande, buccia di castagne e baccelli di fagioli.
Com'è che pensiamo e perché (non possiamo farne a meno
Il portico di Minosse.
Il vento gonfia le vele al vascello e il sole le asciuga.
Fu un manovale che per primo nel bosco
vide una scorza d'albero che conteneva mezzo litro d'acqua
e da ciò trasse l'idea della scodella:
un pezzo di sughero concavo staccato dal nodo dell'albero,
col quale bere acqua fresca come dalle mani concave,
latte caldo al mattino e vino d’uva matura la sera
La natura del creato no si sa da chi
concede al suo miglior prodotto
di irrompere in lei a piacimento:
come può e quando vuole.
I sacerdoti ce l'hanno con i sensi umani
che pretendono di veder Dio.
L'importante è (non aver fissa dimora come i vagabondi per natura
accolti al mattino nel paese di Ognibendidio e cacciati via la sera)
che l'anima errabonda non muoia e i corpi sian giovani, sani e sazi
ed educati a conoscere il mondo, come le civette di Farcana in quanto dicono,
in parte dando a intendere di sapere.
Copernico non ritoccò il creato(ma sbugiardò i grandi sacerdoti amanti dei proverbi,
che spesso pigliano fichi per fiaschi: il sole segue la danza delle stelle
e i pianeti ballano attorno a lui), per le nozze del Signore( che si compiacque con se
nel constatare come l'armonia del cielo si reggeva sull'opera sua),
che per tempo dispose per i padri il dovere di morire prima dei figlioli d'indole pacifica
che imitano la bontà della natura e applicano i consigli dei maestri d'arte e di mestiere.
Ciò che brucia fa luce; l'amore non corrisposto è un tenue fuochino
come gli occasionali fuochi fatui del Carmelo e di sant'Anna
e l'insistente segnale delle stelle alle profondità del mar Tirreno
dove le sirene cantano il loro perduto amore.
Come i vedovi che, finito il vino, pensano a sposarsi.
Giudico il fatto, non le intenzioni che hanno spinto a compierlo.
Chi non ha può sentire il bisogno di chiedere
con la necessità di prendere e trovare giusto farlo;
chi ha è giusto e bello che dia.
Bello avere il necessario; brutto è perdere il senno.
La violenza è quella cosa che spinge l'assassino al delitto,
come per mostrare la capacità di fare:
sono un buono a nulla, si ripete, sono in grado di fare quel che gli altri sognano.
Sono un omicida e si ricorderanno di me. So di dare un senso a quel che faccio.
Fare qualcosa di buono, Ho ucciso per fare qualcosa di notevole:
un'omicidio, non un tentato omicidio. Sono stato bravo,
perchè la vittima non è scampata alla furia del suo destino
Chi esercita la violenza non calcola le conseguenze di quel che fa,
ma pensa che il farlo bene sarà ricordato
più di chi ha tentato e gli è andata storta.
Chi usa la violenza se ne infischia di evitare
o scontare la pena per aver fatto quel che ha potuto,
perchè era a se che voleva dimostrare il suo valore:
a lui e a chi non lo sapeva.
Viviamo per consumare, pur sapendo di di consumare per vivere
bene consumando molto meno;
si può viver bene anche solo con l'utile necessario;
dobbiamo avere per non essere mancanti da chi ha il necessario a vivere
Dai dati in mio possesso credo che il mondo
continuerà la sua corsa anche senza la mia testimonianza.
I riti civili e religiosi chiedono la secolarizzazione delle corriere.
L'aria si serve del vento per far sentire la sua voce; il vento è la voce dell'aria;
dove manca l'aria c'è il vuoto e nel vuoto c'è il nulla
e nel nulla non c'è da appendere nemmeno un cappello e un cappello
senza testa è vuoto e una testa piena senza cappello vuoto
riempie il nulla, ergo: tutto il creato sta nella testa e fuori di testa
c'è il vuoto e il nulla dove vigilano gli arcangeli del Signore
che si librano nel vento senza mai toccar terra
dove abitano gli uomini che separano la fede in Dio al chiuso nell'altare
dalla pratica politica nella piazza pubblica aperta a tutti i paesani
della Baronia, dell'Altopiano di Bitti Mannu e dell'altopiano
degli Asini che Orriano per l'infedeltà della sposa
Non posso dire che nei miei 24mila giorni di 24ore ciascuno,
abbia scolvolto alcunchè di resistente al tempo come le spine dei carciofi;
io, che mi sono adattato a lui, alle scorciatoie del tempo invisibile,
e non ho ancora capito se regredisca, se sta fermo
o balzi in avanti come il gatto sul topo per pungerlo con le sue spine.
Di quante libbre è aumentato il mondo in cento anni?
Quanto pesa un miliardo di persone?
E trecentotrentatremilatrecentotre elefanti?
È vero, evaporano i mari, ma spesso piove e allaga le cantine.
È vero, si abbattono le foreste ma si fanno i rimboschimenti.
Molta legna si brucia, ma tavoli e sedie ci sono in ogni casa
e pesano più di cento anni fa.
Voglio proprio stare a vedere quanto peso in più può sopportare codesto globo.
E poi possa affondare o noi con lui a galleggiare.
Per alleggerire la terra si mettano a dieta gli insaziabili crapuloni.
Ah, poi non pesano le bare di noce –
che vestono i morti al seguito dei genitori?
Si, ma le anime dei monoteisti volano in cielo
e tanti hanno scelto di ardere come tizzoni.
È il grano? Tutto il grano che matura ogni anno
per fare il pane ai ghiotti e agli affamati?
Allora il riso agli asiatici e ai buddisti?
E gli optimi grappoli delle vigne isolane
che il sole matura di spiritosaggini per i vedovi d'Irillai,
che pur invecchiando pesano?
Quanto pesava la terra appena nata?
Come Ercole? Un gigante, allora.
I poeti trovano alla cieca la nuda verità e l'affidano ai ciabattini
per avvolgerla nella pelle che la protegga dagli eccessi stagionali.
La fama buona o cattiva si tien viva con la memoria
(che contiene il mondo) dalle cui viscere spunta la parola detta e scritta
e lascia traccia del passato e la sa lunga anche su quel che viene dopo
La poesia è un gioco tra suono e senso, p. valery.
Oddio, la luce accesa e qualcuno ha lasciato la porta aperta.
non È bene che i neonati non siano portati fuori casa
senza un amuleto benedetto contro il malocchio.
È bene che il manovale si metta un cerotto dove sente il dolore.
Lui non è come il bancario che si protegge dai colpi d'aria con maglie di lana d'ariete.
È bene che a tavola non manchino i cetrioli della Baronia
che dan latte alla mamma Zenia Pistoccu
e energia al muratore Predu Kukumene.
L'indifferenza non è sempre una virtù
La circostanza vale per quel che è quando si presenta
E' il manto nero che permette alla cornacchia di farsi notare
E' la semplicità dell'oggetto che lo rende pratico
Il passare inosservato per la via
è quella qualità che lo mette in risalto.
la vergine del bagno
Chi se ne va in piazza per vedere, non può non esser visto;
le cose stanno così: stanno lì per esser viste,
e il cieco che non vede, le tocca.
L'ombra smorza l'abbaglio del sole
che acceca anche le cimici.
Qualunque sia l'aspetto delle cose che riesco a vedere,
non può che essere perfetto: un'aereo che vola,
una nave che galleggia,
un palazzo e un ponte che non cade
Nelle rebotte la carne e il cacio arrosto
tirano la volata al chiaretto di Marreri.
Turisti, visitate la Sardegna dove non ci sono serpi velenosi né scorpioni,
e i pidocchi si trovano nelle scuole e non in spiaggia
l'inquilina della porta accanto
La causa originaria della ricchezza (che non è solo depredare)
è il lavoro non pagato di schiavi, servi e operai.
Il lavoro è la fonte della ricchezza.
Il lavoro di uno solo non basta a se stesso;
è il lavoro dei molti che crea i tesori.
Il primo capomastro del faraone avrebbe fatto da solo un capannone
una piramide? O una basilica? O un ponte?
Il lavoro che uno solo riesce a fare
è l'ombra intera della sua persona.
Non serve un dio per punire il delitto: c'è la legge.
L'onestà non ha bisogno di altari;
e la bontà non si serve degli oracoli
né si affida alle profezie:
si vede, si compie e basta.
L'importante è non derubare chi lavora.
Fin dall'inizio del tempo e dal primo giorno di scuola,
sarebbe stato un bene avere un dio che prevedesse il delitto.
folamour
Solo in dio immaginiamo colui che sa vedere tutti gli aspetti delle cose
che riguardano ciascuno da vicino, davanti, dietro e di lato e dall'alto in basso,
in ospedale e in tribunale...anzi, è lui la famosa connessione degli affari,
il tiranno dello stesso destino, la superficie di ghiaccio dove chiunque arrivi
scivola come il sapone fino alla partenza della nave verso l'orizzonte
Meglio meno sani che meno liberi. O sani e liberi. O meno malati e più liberi.
O sani e malati purchè liberi. Barbieri o poeti purchè liberi.
L'infame (è colui che accusa per farla franca) traditore è libero?
Credo in me e credo che gli altri non siano a meno di me.
Credo nei nuovi arrivi che ci congedano nel tratto finale.
Credo nell'incanto della luna che ferma il tempo
dando rifugio alle idee che distraggono.
Credo nella saggezza popolare
Credo nei savi che sanno comandare
Credo nelle mie donne che mi han fatto innamorare.
Credo nello sguardo che mostra gratitudine
come ho creduto nelle donne che mi hanno accompagnato
insegnandomi ad obbedire;
Credo che star bene con gli amici valga la pena di vivere,
e che stia qui o con la bionda di Monastir
o qualsiasi altro luogo, poco importa;
Credo nei ricordi, credo nel senso delle cose fatte,
credo che nessuno abbia progettato e fatto la Terra,
credo nell'aria e nel mare che nessuno ha fatto
col senso di avere e dare vita, credo che tutto
abbia un senso come i ponti e le navi,
credo che il vello d'oro avesse un senso
e così anche il vitello d'oro, credo nella simpatia
da uno sguardo e nell'antipatia da una parola,
credo nelle giornate lunghe e in quelle brevi,
credo nell'ago della bussola che punta a nord,
credo nell'idea che chi lavora debba star meglio,
credo che lo scopo di tanto lavoro
sia un'equa distribuzione della ricchezza prodotta,
credo che lo scopo della virgola
sia di interrompere la frase che bisogna di un'orpello
I postriboli non sono luoghi di perdizione
perché quello più vicino a casa
consuma più di cinque litri di latte al giorno.
La Santa Verità si nasconde nella Sacra Scrittura:
impara a leggere e vedrai quante cose vere si annidano nelle bugie.
Mi basta l'ombra dell'estate, come della pietanza mi basta il contorno e della mia donna il colorito sorriso del roseo amore.
barry, honoria e la pittura inglese del '700
L'astore Solianu che vola a occidente.
Dio, quanto bisogno abbiamo di locande e di magia,
di garbate cameriere e sapienti cuochi di sardine salate
e mele cotogne cotte alla brace
di storie no che ne son pieni i giornali
Lo scopo della vita è la conoscenza del mondo
che ci accoglie cominciando col venir fuori dal buio alla luce
che permette di indagare il posto in cui stiamo
(perciò quando ci troviamo in un ambiente nuovo
cerchiamo prima la toilette della cucina)
al buio si dorme e si sogna, alla luce ci si chiede il perchè
tutto dipende da lei gli esserini minuscoli che vivono da soli
come vagabondi abbandonati vengono dalle lontane terre d'oriente
dove sono stati generati a casaccio dal caotico caso
che fa le cose e poi le pianta e noi viviamo appunto per chiedergliene il motivo,
l ragione, lo scopo, il perchè ci ha fatto questo e altro ancora che non sto a dire
(per esempio: perché tante stelle e pianeti quando a noi bastiamo noi?
Perché tanti uffici inutili e deserti di sabbia e mascalzoni di ogni colore
e tanto vino adulterato e cretini al governo che si scoprono a meraviglia a vicenda?)
Nasciamo per domandarci il perché delle cose che esistono prima di noi
e ci meravigliano ogni nuovo giorno l'inizio poi
è l'occasionale incontro di minuscoli esserini che da soli vanno a morire
Finchè ci fu, l'accordo fu valido, poi una parte venne meno e cedette
la sua quota come spesso succede negli affari sociali quando le intese finiscono
come i giorni di festa con gli avanzi sul tavolo da dividere.
La causa della rottura non è stata ancora rivelata
e appartiene sempre alle cose misteriose
che riempiono la settimana di ore e nomi familiari
Scherzo quando dico di non sapere che farne di me.
Siamo in due ma a decidere è sempre uno.
Così che ovunque si vada uno è sempre appresso all'altro.
Io sono uno, l'altro è quello che penso di me.
E' facile stimare quelle persone che ci voglion bene
Quando avanza la morte col suo velo nero come la notte,
a raccogliere gli ubriachi d'ogni contrada, ogni giudizio
al suo cospetto si sospende e persino i sogni si incupiscono
in vista della fine prima di diventar beati in grado di nascondersi
tra le stelle dove nascono i brevi sogni che svaniscono al mattino
come i fumi del chiaretto che stordisce chi lo gradisce
e vi impasta la polvere divina per fare il fango primordiale
Parecchi miei compaesani sentendosi delusi dal vecchio re
ripongono ora fiducia nel mio Dio e chiedono la sua protezione
mostrandosi sudditi devoti a lui, Dio della ricchezza che non da quiete
ai suoi famosi figli e sovente li minaccia di privarli della sua anonima grazia.
Il mio Dio chiede solo obbedienza, non grandi imprese.
L'impresa più grande che io possa compiere
è passare la notte al seguito del giorno che la segue;
cosa che non a tutti riesce.
Gli specchi di casa mi riflettono più storto di quanto sia già.
Li conosco e so come son fatti.
Di quelli fuori ho poca cura perché non posso farci niente.
Rifletteva per non disturbare quelli di casa
che se la spassavano con qualsiasi tempo,
davanti a un fiasco di vino senza far male a nessuno.
Rifletteva se davvero avesse bisogno di un abito da cerimonia
con cui alla fine si coprono i morti che finiscono nel pozzo
oscuro con un tonfo sordo. Poi gli si illuminò il viso
e trovò desolanti le riflessioni e:
Ha da essere quel che sarà, si disse unendosi alla combriccola
di quelli che in casa fan culto del chiaretto delle colline
di la sotto il promontorio che guarda la tramontana
asciugare i panni di Orune al sentire i primi spari
della notte al giorno che viene da oriente
come un singolare vagabondo che non sa dove parare
e, come ogni singolo senza moglie,
se ne infischia della compagnia degli sfortunati
Ho rinunciato, per non esserne contaminato,
a quelle cose che non erano mie.
L'idea della morte è l'idea del dolore insopportabile
che forse atterrisce i primi attori
che indossano pregiate lane inglesi,
e i tranvieri in divisa, ma non i gladiatori
con le orecchie tappate con cera d'api
per non sentire il dolore che non c’è
e gli eroi dei romanzi che dicono spesso:
Non ho paura di nulla e corro in motocicletta come i romagnoli.
Quel nulla che equivale a perdere la pensione.
Un'inferno, quindi. Bell'affare anche quel soffrire
e poi finire in paradiso, tra nuvole impure ad accendere candele.
Meglio l'oppio e il vino? Malepeggio, tra gli ipocriti
che bevono a scrocco come usano in osteria
certi compari d'altura che risparmiano per l'inverno
per vivere come sposini nei giardini dell'Alhambra
Perdio, da che mondo è mondo
permane il problema dell'assassino impunito che vive tra noi.
Si, Caino per le angherie che combinava
era noto come la bacinella e la lisciva,
anche se si confondeva nella massa.
In lui si sperimentò la cattiveria figlia dell'invidia.
Poi ci fu la discesa di Gesù, messo celeste
negli inferi, a visitare i morti;
mise le cose in chiaro e le ripianò
insegnando come salvarsi per la vita eterna.
Come ogni buon uomo che va in cimitero
con le sue gambe e dei fiori in mano.
Come Ercole e Ulisse, d'altronde,
parenti e amici degli dei che già si lavano
la faccia e si coprivano con le mutande davanti
alla buona società che concede lo stato di grazia
a chi viene accettato.
Molte persone ammirano le belle donne e molte altre i generali:
di esse chi non fa l'attore fa il prefetto
e quando parlano degli intralci della vita mi guardano
e danno a intendere di riferirsi a me
di aspetto poco diplomatico.
La singolarità di Dio è quella dell'uomo senza amici.
Solo il signore Dio del Firmamento, vince sulla morte:
gli altri soccombono; anche i campioni
e le concubine del premier che lui
ammansiva anche di traverso sull'ottomana.
Posso sognare Dio o colui che vede tutti i fatti insieme
nel momento in cui accadono per la sua sovrana volontà:
egli è il responsabile dell'insieme del mondo
e lo tiene per così dire unito e in ordine.
L'incantevole Redentore, che per fede e con quale ragione, incanta le genti.
Gli anziani hanno bisogno di rilassarsi –
dalla tensione tra una pensione e l'altra -
in quei centri dove abili e agili e morbide e tenere mani di fata,
massaggiano le parti molli, quelle delicate, intime e riservate,
così sensibili a trattamenti di riguardo ai quali il corpo è abituato
fin dalla più tenera età
della ben famosa apoterapia han bisogno i vecchi,
non di fazioni politiche che rinfacciano ai giovani
di essere bravi fannulloni dissipatori di vecchi risparmi
essi vogliono esser presi per mano a far pipì e altri bisogni,
da quel tipo di fatine bibliche che impedivano a Davide
di invecchiare quando sveniva alla vista di un dito insanguinato
Dietro ogni menzogna corrono appresso mutte di verità insopprimibile
(col doppio senso di mute verità: la verità è muta quando è evidente)
Che il passato ci serva d'esempio e chi è stato scottato
si ricordi perlomeno della sua piaga, perché vale sempre il detto:
nessuno meglio degli oppressi è adatto a liberare se stessi.
Il tempo detta le condizioni adatte a ogni messia,
perché pare che tutto fluisca come vuole lui, il messia,
che diluvi o inaridisca, poco importa se i messia saranno ascoltati
neiclubs dei sanculotti che c'erano in ogni piazza del mercato,
e consigli operai che i mercati li han sempre tenuti aperti,
poi affossarli è stato il triste inizio di una misera fine,
Un delitto contro la classe operaia perpetrato a suo nome
tutto ha naturalmente fine per ricominciare subito dopo
con l'inaudito che si è affacciato nei campi di sterminio,
altro che “liberare gli oppressi e salvare l'umanità”
i primi saranno sempre ultimi a morire
o saranno i sempre ultimi i primi a morire
Il tempo ingravida – con le brioches - la grande rivoluzione dell'89,
e ducento anni dopo, un'altro '89, si sgrava per la storia, con Eltsin,
Putin e una folta combriccola di poliziotti che si intendono di petrolio
e lo portano al mercato dove vanno anche gli onesti produttori di beni e merci,
certo – da che mondo è mondo - frequentato anche da ladruncoli e lestofanti
Nulla si sgrava se il tempo non è compiuto:
non la femmina gravida né la società che cova in sé
le novità del tempo a venire e con il respiro del mare
a un'onda ne segue subito un'altra e al parlamento dei popoli felici
ne segue un'altro come un re stolto dopo un re prepotente
e un papa che si fa baciare la pantofola segue a un papa
che per penitenza si fa portare a spalla e un giorno di festa
segue all'altro giorno scuro come il temporale o giorno qualsiasi
che come lo sbadiglio non è mai solo
quando giunge l'alba del mondo
con le rocce che si levano a oriente d'Ohiai
Oh, mio Dio, anche oggi siamo alle solite cose;
sempre lo stesso sol-fa che vale un: grazie di cuore
per il miracolo del giorno sempre nuovo che ci porta
a spasso nel cielo come stranieri sfaccendati e curiosi
che se ne infischiano della grazia di Dio concessa a casaccio ai fannulloni
All'onestà si appellano mendicanti e faccendieri,
supplicandola come se fosse la sola ancella del Signore
in grado di introdurli alla sua corte dove a chiunque
viene data una maschera di onesta apparenza.
Credo giusto che i grandi sacerdoti
possano essere imputati di millantato credito.
E di mangiare gelati di nascosto.
Dicono che Iddio venga a noi dal fondo delle cose giuste
e dal cielo delle belle idee pure e dure a morire.
Non solo l'anima è immortale, ma anche le idee
che non han corpo e peso espresse a parole dette e scritte,
si, le idee belle e brutte, giuste e sbagliate sono immortali
come la fame, l'amore e le nuvole
che mi ricordano le scarpe scomode e strette.
Le parole sulle cose devono essere possibilmente chiare
come le fiamme dell'inferno in cui le pene per i maleducati
che scaracchiano in piazza, cornuti pubblici
e disobbedienti in casa, non avrà mai fine
Nessuno può offendermi nell'onore che davvero non so cosa sia;
mentre riconosco nella coscienza quell'affare nascosto
che scuote la mia struttura quando capita – oh se capita! -
di offendere qualche persona che conta sui suoi punti d'onore:
il timor di Dio del Firmamento e del Diavolo dell'Akeronte
e dei pagani miscredenti e atei,
il sacro rispetto della salda famiglia unita e litigiosa,
la difesa della libertà della patria
di non poter ripetere gli errori del passato
quando è sempre stato un lupo a uccidere l'agnello e a disperdere il gregge.
Ai penitenti il penitenziario:
perché ciascuno nasce e vive
con il bisogno che qualcuno abbia cura di lui.
Per il compiersi del girotondo.
Ogni inizio ha un seguito e alla fine tutto ricomincia.
L'amore entra in scena con la scelta del partner.
La carne è sempre di qualcuno a cui duole
quand'è cruda e attaccata all'osso.
Dentro – all'oscuro - siamo suppergiù tutti uguali:
fuori – alla luce - ciascuno è fatto
come il fiato che Dio ha voluto.
Con la semplice parola siamo arrivati fin qua;
senza parole non so dove andremo a finire.
Le storie tenebrose si addicono ai romanzi;
alla poesia si addice la verità bonaria
dei tardi garzoni di bottega
che quando la dicono
hanno appreso il mestiere.
Quel che dura nel tempo ha valore di legge
e resiste alle novità che durano un giorno di vento
a cui il virtuoso muratore affida i segreti del labirinto
che ha costruito: che li diffonda affinché nessuno si perda.
-Dall'indole dell'assassino trapela l'intenzione di uccidere... a fatto compiuto.
L'ultima ragione è quella che riguarda i vivi,
la memoria dei morti e il saldo dei debiti dello zio.
La misura delle cose è quella data dalle necessità umane:
prima, durante e dopo l'ora del cesso.
11 novembre, san Martino di Tours,
festa dei cornuti (il re manca e diventa cornuto
: becchi i fratelli d’India e Cina)
e di Shahrazàd che impedì ai sultani becchi
di sterminare le vergini fanciulle
Dell'asino, del corvo, del grillo, della rana e della cicala,
quel che conta non è la qualità del canto, né il tono della voce,
ma la vigorosa insistenza con cui chiedono perdono al perduto amore.
Testa dura l'ariete che cozza per bravura.
Mentre i montoni montano per abitudine.
Tra marito e moglie quel che vale di giorno vale perdipiù la notte.
L'attimo più bello è quello che libera l'immagine ferma
nella reclusione del tempo e una voce gli chiede:
dove te ne vai adesso?
L'abisso è un pozzo senza fondo che se ne infischia
delle stelle amiche che chiacchierano alla finestra
del tempo presente.
L'idea è come la scintilla che brilla dall'incontro – scontro
di due oggetti sconcertanti come le liti condominiali
da cui conclude che può vivere da sé
in amicizia perfetta con l'edicolante dell'angolo
e col tiranno del nuovo quartiere.
Dalle vecchie regole nascono le nuove
La nuova tecnica affiora la dove affoga la vecchia
Il nuovo inizio s'avvia dalle macerie del vecchio
Oggi si è trovato quel che è stato perso ieri
L'origine desta meraviglia e la fine intorpidisce
L'idea che è la forma che avrà la materia
Pensare è una routine per respirare-bere-mangiare-amare
e curiosare per sapere se ne è valsa la pena
In principio c'era la libertà di fare i propri comodi
senza mezzi a disposizione né fini da raggiungere:
tutti nati senza dover dare un senso agli affari quotidiani
né sapere di dover morire a fine turno.
La costante di Dio è la costanza perenne nell'intrattenere le creature della sua creazione
: andiamo da una festa all'altra dove non tutti sanno ballare e soffiare una cornetta.
Gli scarti saranno i primi nell'altro mondo, dove han ritrovato gli interessi perduti.
Agli apostoli non importava a chi obbedissero le guardie.
I vortici celesti son fatti per risucchiare le anime pie che,
senza guardarsi allo specchio, han perso il roseo delle guance
e la vanità prima di uscire amareggiate dal mondo e convergere
tutte allo stesso punto di partenza dove i buoni propositi e le
menzogne dei leader non hanno senso anche se danno i figli in ostaggio.
Chi diserta il consorzio delle persone oneste
disprezza i propri simili che han terrore di perdersi nel
labirinto delle città marinare dove gli arbitri son sempre cornuti.
I migliori sono i vagabondi che si sono fatti furbi
e se ne vanno in giro senza pagar le tasse
e trovano i quel che gli altri han perso:
la certezza del domani e un fiasco del vino di Marreri.
Chi ha insediato il dubbio nell'animo? La paura? Di che?
Di colui che al bambino pensieroso dice: non puoi capire.
Se dobbiamo credere a noi stessi, siamo, si, presenti
fin dal primo giorno per rimanerci fino all'ultimo 'anno.
o Fino all'ultima cosa piacevole della vita: la procreazione.
Eh si, il mondo ha un aspetto ambiguo come la luna
dove pare che sia un'arte bere il vino
che ha conosciuto il tempo nella botte
Le cose piacevoli e i loro affari minacciano male
quando si dissipa la cosa pubblica, tra ciechi che
non vogliono vedere e sordi che non vogliono sentire.
Ecco che l’eco in piazza subbuglia la folla.
Buono è il Giusto perchè il giusto è buono
come colui che divide quel che ha
foss'anche la forza con cui battere i genitori.
All'amore il grano; all'avidità la grana; all'odio l'ingiuria e il livore.
Capita a volte che alla minaccia segua l'offesa.
A ciascuno ciò che gli giova, foss'anche la violenza.
Fai che ogni promessa sia cosa fatta
se no va bene essere un fottivento in debito.
Agli avidi sia dato l'impossibile che sta oltre la forca
che sopprime le depressioni.
Il rimedio migliore per evadere l'angoscia antica e moderna.
Ai ricchi piace essere quel che gli altri non sono:
i più eleganti e raffinati, quasi come i cardinali,
così gravi nella loro pensosità fuori dalla cappella.
La ragione non può fare a meno della forza;
né la forza, per durare, può fare a meno della ragione.
L'insidia della forza è una forza maggiore;
l'insidia della ragione è il torto con baffi
il sopruso col sorriso, la prepotenza col bastone.
I ricchi come i poveri fanno a meno dei confini
così fanno in modo che dalle strade sia assente l'ingiustizia
e armarsi perché doveroso è difendere gli offesi, i deboli e gli infelici,
soli come un cane senza figli né amici
e un cinico padrone sempre in guerra.
Vi sono gia confuciani e cristiani a riempire le sale dei musei,
mancano gli indiani e i musulmani
che se le danno ad ogni santa occasione.
Nulla appartiene alla natura più di ciò che spunta spontaneo dalle sue faccende.
Perde un possibile amico
colui che confessa quella certa voglia di uccidere qualcuno
, anche nella persona dell'ignobile cacico.
Oggi non è facile mentire nemmeno sui sogni
la cui verità non scappa dai laboratori degli addetti ai lavori,
dove né libere mosche né ragni pazienti hanno accesso,
nonostante la loro mirabile tecnica
Molte voci sapienti ci avvertono di dubitare dei sensi
nonostante le grandi verità che per noi carpiscono dalla realtà.
Che è il luogo dove siamo da quel che ci dicono i sensi.
Perciò agli amici dico:
allontanatevi dal circolo dove dubitano della vostra onestà.
Il presente si va compiendo
il passato riempie i sei metri del pozzo nel cortile dei ricordi
si vedrà il futuro
Da chi era presente alla rebotta,
senti il racconto della tua assenza fuori casa.