martedì 19 novembre 2024

maria sa papasseddha de Ohiai Benimindhe

where are u going


 


 

XIV
















IL LABIRINTO



del mondo di Mariè Papassè



Il problema di sempre, naturalmente, è veder chiaro

 nella confusione col filo della ragione nel LABIRINTO delle interiora,

 delle cose comuni, della memoria e degli affari di cuore.



Ma gli occhî, per quanto sagaci e lungimiranti, 

d'un parroco sono altra cosa che le «viscere di una madre.”

 C.E.Gadda









ciao, piccola, ciao piccola meraviglia del creato



‘’Non leggo quel che mi istiga alla competizione’’. Erasmo



 

unnuru, dunnuru, trennere, 

 a bennere, a missa, cuntissa, melone, 

memeke, kenza neke e sun deke



Libricino fatto in proprio dall’autore

immaginato con la mente e impaginato con le mani

per una autonomia locale e ideale

e per contenere i costi del prodotto che è gratis



Provar pietà, sentir paura

partecipare con entusiasmo

liberarsi dalle catene, emozionarsi:

il pensiero pensa se stesso:

penso di me tramite le cose

e gli affari del mondo



Maria

apprendi da quel che gli altri fanno

quanto serve per evitare un danno.



Maria, da grande – a Pasqua - 

fatti una bella crocchia in memoria di  iaia.

Maria, delicata e bella con i boccoli  sciolti sulla nuca

Maria, sa Papassa ‘e  Ohiai Benimindhe

la sempre Soave d'Irillai che protegge i pesisti

e i poeti che si lavano sul farsi di ogni giorno.



Il ricordo – sorriso e parole - delle mie donne, vive per me.



La voce che grida nel deserto scrive anche sulla sabbia. 

Come cantavo una notte sul traghetto nel Tirreno

 in burrasca: per sentirmi e farmi coraggio. 

Mamma, perdonami e aiutami.

 Fatti riconoscere, mi rispose la voce. Chi sei? 

Io, dissi. Tuo figlio.

 Ti ricordi ancora di me? Sono anni che non ti sento. 

Il perdono lo concede chi ha subito la monelleria: 

chi l'ha fatta lo chiede, conta frottole, 

finge di amare e cova la vendetta.

 Ha sentito i fratelli mangiar la marmellata:

 lui dormiva sodo. Perdonami, mamma, la loro colpa 

è la mia. Ormai è mangiata; ne faremo dell'altra.

 Facile riconciliarsi con la mamma.



Sii servizievole con i tuoi



L’ordine è il luogo nel tempo adatto a tutto.

La nostra natura fa di noi quel che vuole.

La vita è l’ordito della storia.

La storia racconta la trama.



Ci han sempre detto – e ci abbiamo creduto -

 che durante il cosiddetto conclave volteggi

 (non sempre visibile) nella cappella sistina

 la bianca colomba dello spirito santo

 e risultasse eletto papa il fortunato

 sulla cui spalla vi posasse il bisognino. 

Ora mi vengono a dire che i cosiddetti cardinali

 votano il migliore di loro come un normale presidente

 di un prosaico consiglio di amministrazione, 

anche se su suggerimento dello spirito santo



L’aria salubre fa pensierosa la mente.

L’embolia uccide.

La nostra natura fa di noi quel che vuole.



Che il pane non manchi in nessuna mensa

poiché a nessuno è consentito

di mangiare tutto quel che vede



Non c’è famiglia Assegnataria della riforma 

Agraria, nella contrada di Ohiai Benimindhe 

che il primo giorno di primavera

non spolveri l’argenteria al sole sull’aia



la vita è cura e riproduzione di se stessa

la politica è cura della comunità

il lavoro è cura del viver meglio

la cultura è cura dell'animo



Nulla è più bello della seppur minima 

combinazione della mente.



Buon giorno, Maria, buongiorno e ben ritrovata!

Buongiorno a te, mamma gioiosa come l’usignolo d’Irillai!

Dimmi, Maria, come è stata la notte del viaggiar ininterrotto?

Di un melodioso vagar  tra le stelle si è trattato

al canto delle fronde di Farcana e del mare di Gonone

guidato come sempre dal più mansueto dei nocchieri

e ho sognato di mele gravi e cadenti, di timide lune

e di amori struggenti di cuori pulsanti e brillanti

e ho visto da lontano una moltitudine di formichine

che da Leclerc facevano provviste di lunghi bastoni

di frumento per l’inverno che fa penare i malaticci

e tu vedevi l'estate avvicinarsi a noi sul mare isolano

con le difficoltà di attraversarlo a nuoto che rende amaro

anche il viaggio di astemi scettici sul non sesso angelico

e ovunque guardino vedono che la mediocrità non manca

e si dicono certi che a mezzodì nel mediterraneo

l'ombra è la giusta misura di quel che la proietta



Gli Anziani del Contone Ballaloi che si godono

 il solicello primaverile, rievocano ogni giorno

i buoni costumi del passato, di cui si è persa 

la pratica con l’avvento della tivù generalista



Core ‘e Mama,  fanciulla del cuore di (sua) mamma



Salute a voi, bevitori del Chiaretto di Marreri

 che vedete Polifemo Monoftalmo, il Minotauro

Cretese e gli infernali Alarpi d'Irillai che rubano 

al volo spiedini di salsiccia arrosto agli arrabios



Non abituare Maria a ricevere doni

non fargli mancare mai il dovuto amore

che la farà sentire parte di te e del mondo

 attorno, dove ogni anno fiorisce il mandorlo

matura il cocomero e si secca la ghianda

Maria, negli anni di apprendimento senza fine

chiedi sempre, senza timore, il perché

 delle cose che s’han da fare

Maria, sii indipendente

non aspettare che altri facciano quel che ti compete

Lascia perdere le abitudini e lavati quando è necessario

Una goccia d'acqua da frescura alla rosa,

 il temporale la devasta

Sii autonoma nelle tue faccende

Maria lascia stare i vizi altrui, lasciali a chi li ha già

non invidiare chi li pratica,  puoi esser libera lo stesso

Valuta quel che senti dire, non chi lo dice né come lo dice

Abbandona le cattive abitudini e disegna la tua vita

non dar retta alla sua stasi, percuoti la memoria

e rovescia sui tavoli i suoi scoordinati ricordi

Maria non bramare nulla che ti dia pena

e dai tempo ai genitori di abituarsi

 alla tua agognata presenza

che col loro aiuto si riempirà la dimora di letizia al prosciutto

e cioccolato al latte e torte di mele al miele e mandorle

tutto il torrone necessario per sopravvivere alla carestia

invocata dai mistici del gelo infernale

 e del deserto arido e sconfinato

Maria fai sempre meglio quel che sai  fare

fai pratica come hai appreso dai Maestri

per non superarli comincia con l’imitarli

per confermare che non è stato vano il loro insegnamento

fai quindi bene quel che fai per la libertà del tuo mondo

fai per essere quel che sei

- sii degna di te, o Maria, e cresci -

cresci aerea e leggera come il dolce canto

delle Janas tra le fronde di Farcana

e se qualcuno deve stare in prima fila

scansa la tua persona per non primeggiare tra uguali

dove spumeggia l’invidia

Maria, i bimbi buoni devono essere grati

alle madri che li tirano su dal nulla

grati, obbedienti e riconoscenti

lo dico per me che alla mia mamma avrei ridato vita

al vedermi maneggiare una borsa impiegatizia

avrebbe gioito come un anima salvata dagli immortali

Maria, sia tua la virtù di far bene quello che fai

buona sia l'opera più che mediocre

sia ciò la passione da cui trai diletto e guida nella vita

Sii benevola come tua madre

da cui hai avuto il sale necessario al senno

come gli eccellenti figli d’Irilai

che non muovono un unghia che non sia mossa dalla ragione

e utile al corpo e benigno allo spirito dell'animo

Non aspettare che siano altri sfrontati a dirti quel che sei

Sappilo da te, Maria

e sia dolce ogni tuo risveglio

e mangia il pane di grano che fa buono ogni mortale

almeno ciò gli ricordo con le mie preghiere

di esser giusta, buona e serena

nel far le cose come vorresti che fossero

Maria, non indugiare sulle evidenze e vedi se coprono qualcosa

Mangia di tutto con misura e ricordati che vende fumo

chi vende parole dolci e acre, ma non è il peggio

vendere aria fritta se non manda a morte qualcuno



Mettiamo un dolce-piano al risveglio di Maria

e invitiamo sul davanzale a gareggiar col canto

l’usignolo, a cinguettar lo scricciolo, e il canarino

per esser con loro essere eletta all’armonia di corte

di quei suoni armonici dal russar casalingo di pentole

e stoviglie e lo sfrecciar di trenini verso distanti pianeti

dove tutti si e liberi di esprimere quel che ciascuno pensa

in merito alla cieca devozione supportata da un po di ragione



La frase vuota è quella priva di esempi.



Adduruduru ma adduruduru

Adduruduru donna mariola

Ki coket i su furru pane lentu

E lu carasat’ l'estra kei su bentu

Ki a la bier paret una furriaiola

Adduruduru zia bola bola



Universale è la nascita dei neonati particolare è la condizione che trovano. 12



Dai fatti sbocciano le idee. Dai costumi avremo le leggi. 

Dalla famiglia avremo le usanze. Dall'osteria avremo vino. 

Dalla società civile avremo la comunità politica. 

Chi è? Domandò il padre dalla finestra nella notte. 

Sono io, rispose una voce. Tuo figlio. 

Cosa vuoi? 

La chiave di casa. 

Eccola, prendila al volo e apri con le mani. 

E fece cadere un vaso di gerani che fiorivano sul davanzale.



Si nasce per un’arte divina con la voglia di cominciare

La poesia è nata dalla voglia di dire

La pittura è nata dalla voglia di fare

La musica è nata dalla voglia di ascoltare

Il teatro è nato dalla voglia di sentire

Il cinema è nato dalla voglia di vedere

Il commercio è nato dalla voglia di scambiare

La filosofia è nata dalla voglia di spiegare

La religione è nata da una voglia assurda



Adduruduru zia mariola

Ki annos ndha connotu pur de kentu

Bibendhe solu binu i s’appusentu

E su maridu ki l’isettat’i s’arjola



Maria Luzana era la madre di tutti e il padre era Predu Piskeddhu

per lui il male è quel torto che non si può subire

per lei il bene è dar volentieri quel che gli altri si aspettano



Maria Menacra, Maria Frunza, Maria Lodè, Maria Iskerza, 

madri e figlie della millenaria civiltà sarda, pagana, cattolica e isolana 

non han memoria della peste ora che è debellata la malaria. 

Col tempo che corre ricordano a malapena il ddt. 

San fare le orillettas di sole uova e farina. 

E le kattas di semola, le fan di notte mentre i maschi dormono



Trovo bello che Dio Misericordioso si innamori di Maria 

Purissima e delicata e con lei faccia un figlio altrettanto delicato 

e sfortunato nonostante le sue giovanili doti amatorie



La finzione diplomatica è una variazione della verità ufficiale

Parla senza che le tue parole distraggono dalla realtà

Parla come se i tuoi suggerimenti venissero col vento

Taci se la realtà ti pare incredibile e lascia piovere

Lascia perdere i sogni che son giochi di bambini

Vuoi dipingere? Copia i colori del volto umano

Vuoi far musica? Imita i suoni della natura

Vuoi disegnare? Fai schizzi del viso umano

Vuoi far poesia? Annota i tuoi pensieri

Vuoi scolpire? Gioca col fango

Racconta favole se vuoi, come usa la natura

mostrandoci l'orizzonte come una linea dritta

nello spazio davanti a noi, è un pezzo di curva

di un lungo mantello a ruota che ci avvolge per sorreggerci



Maria, in ogni momento cruciale

sarai sempre tu sola a decidere.

Maria, fai tua l’arte di parlar bene.

Maria, dai forma alle idee con la voce

con lo scritto e con l’opera delle mani

sulla materia che si presta all'uso.

Maria, affascina gli animi miti col sorriso.

Maria, tutto ti sia lieve come il pensiero

che, senza assillo, ha sempre da fare.

Maria, non poltrire dove altri penano.

Maria, chiama le cose col loro nome

e se ti pare aggiungici un sopranome.



È la verità che brilla alla evidente luce del sole

del corvo nero, della rossa cresta del gallo

e del bianco abbagliante del piccione



Vieni avanti Maria, che il mondo - con gli affari delle sue cose -

ti aspetta per affidarti la responsabilità della vita comunque sia

Affacciati alla luce, Maria

Ti aspettiamo sai, ti aspettiamo senza veli

abbiamo del buon latte e vestiti di lino per coprirti

Viva la nascita che da vita nuova

alle vecchie cose del mondo, viva!

Nasci o Maria, esci sazia dal tuo uovo

sarà la prima e unica volta che lo farai

Nascere significa uscire alla vita che non ha durata

e ci lega l'uno all’altro per l'eternità

Da grande ti chiederai della durata

e sarà un lunghissimo istante

che comunque sarà inferiore alla durata del mondo

che da anni ti aspetta col più lungo Nilo e il corto

Cedrino e il Gennargentu con gli Appennini

e la luna di gennaio gaia come l’estate

e le nuvole, nate anch'esse dal respiro del mare, ti aspettano

così nascono i mondi che popolano l’universo

e anche loro ti aspettano e con noi canteranno al tuo primo pianto di vita

Certo è questo l’ordine delle cose

e se così non è poco importa

perchè nascere importa più della morte

che è solo una virgola!



Siccome in molte parti del globo vediamo la terra

vomitare fuoco ribollente nello stesso mare in burrasca

crediamo possibile che si squarci come un cocomero

che cade dal tavolo come un trastullo di bambini al gioco

così ci si aspetta di vedere nei baratri sotterranei

e negli abissi marini i nostri antenati protendere le braccia

per ritornare - in superficie desiderosi delle calde zeppole muliebri -

tra noi già vestiti a festa per non mancare al prossimo ballo

in piazza con la nostalgia del vino e bramosi delle pene d’amore

ma forse ancor più nostalgici della vita che non c’è più

Perciò mi convinco che sia giusto affidare agli Dei

quel che non comprendiamo

Tanto pare che Socrate abbia giurato

con le mani di Plato

di non aver nessuna conoscenza di dio



Vedi di scegliere bene, o soave Maria, quel che ti riguarda

sceglilo tra quel che si vive alla luce del giorno

e col chiaror delle stelle che danno un tono al firmamento

e smorzano il sorriso alla luna che par sospetti o sappia

che dove è la vita là di certo governa la luce eterna

che all’eterna notte ha affidato le redini la morte

per  scambiarsi i ruoli cominciando uno dove finisce l’altro

e all’uno segue il due così fino alla fine dei numeri

e nulla sarà identico perché non conoscono l’anno zero



È l'esca del cavallo che mette scompiglio dentro casa

Il sarto per vivere e vestirsi deve poter cucire

Giudizio è chiamare assurdo ciò che è incredibile

Incredibile è quel che l’uomo non riesce a verificare

È incredibile è ciò che non sta in piedi né in terra

ne in cielo e in alcun altro luogo

Delinquenti sono i furbi che ingannano paesani e cittadini

Scellerati sono quegli empi personaggi che non hanno pietà

Criminali sono quelli che uccidono i poeti poveri e miseri

Bonaccione è Paride che suscita uno scandalo inaudito

col rapire Elena per far l’amore giorno e notte come i conigli

mentre il mondo se le suona per la malfida invidia dei miseri capponi

Saggio non sono ma da impostore mediocre e filisteo

preferisco persino un finto amore a una guerra vera

non me la sento di chiamar Paride meschino

perchè alla pugna preferisce amare

per procreare e non sterminare



Maria, se gli dei vorranno vivrai le tue stagioni

avrai così l’infanzia in famiglia

e tra noi conoscerai l’adolescenza tua sorella

poi volerai via dal nido con le ali della giovinezza

e maturando tra i filari della vigna

ti invidieranno i mandorli, le rose e le pesche

infine col trastullo della memoria inseguirai i ricordi

e se qualcuno s’invola per più liberi lidi

benedicilo con un sorriso, sarà forse un esca

per chi è rimasto a corto di espedienti necessari

per far da balia alla vecchiaia



Dubito delle grandi rivelazioni che parlano 

della rovinosa caduta degli angeli più belli 

quando sono i corpi a cadere in basso 

e diventar demoni grotteschi e non le sublimi 

entità spirituali che pulsano nella mente dei dottori 

dell'arte seria che dividono le cose buone 

nella corte del re, dalle pessime nella fiera delle fiere 

del sottosuolo della foresta di Farcana dove le capre 

dormono al coperto nelle cavità della rocca 

con le janas e le civette, gli alarpi e le arpie…



Gli Alarpi di Farcana, diceva tziu Perreddhu, 

sono i maschi delle Arpie di Soloti e rubano le scarpe 

non toccano i sandali speciali degli zoppi inadatte ai loro calcagni 

ai buontemponi che abusano col vino e dormono sul ciglio 

della strada maestra che permette ai pellegrini 

della Madonna d'Irillai di dir novena ai piedi 

del santo Figlio, su al Monte dove le vene d'acqua 

spillano tra le rocce per la gioia dei mugnai 

e degli ortolani d'Isporosile



Al rifugio degli esclusi. 

Abbi fede e il gallo farà l'ovo 

E, se tutto va bene, ci riuscirà anche il cappone. 

Vivi quindi secondo ragione. 

Stai serena come la rugiada. 

Ama la calma e la notte quieta. 

La realtà ti circonda. 

Ama la brezza estiva e temi la bufera invernale. 

Vai in riserva. Vivi bene e senza rabbia. 

Vieni nel chiostro, dove il rosolio si beve con le amiche. 

Placida sia la notte come la luna sul mare. 

Ama il bene e temi il male. 

Prega qualcuno che il Cedrino non devasti la Baronia 

con la complicità del mar Tirreno: 

noi, dall'alto d'ogni peripezia, berremo la vernaza 

e d'estate avremo meloni grossi e dolci come vitelli. 

La natura ci da la lepre nel campo

la pernice nell'aria e il pesce nell'acqua. 

E bello chiamar provvidenza quel che la terra ci da 

spontaneamente o gli viene estorto col rivoltar la zolla



Per come mi riconosco senza specchiarmi mi gradisco 

quanto Narciso nato per ridere come il melograno



Eleonora cristiana di Spagna, 

Zenia cattolica osservante d'Irillai

Piunca la dolce sfinge di Gavoi che ogni enigma 

risolveva col riso e il miele delle sue api

con la serva ragione cercava nella mensa 

la causa regina delle briciole

un pungolo a pensare è come aggiungere sale al mare 

o prestar luce al sole 

quando a luglio il contadino miete il suo grano



Dove mancano gli esempi il buio è perpetuo e totale 

E se c'è qualcosa di più chiaro dell'esempio

ebbene lo si adoperi



La buona massaia non porta le sue torte

a lievitare in spiaggia col rischio di svelare

i suoi accorgimenti al tempo 

che tien chiuso nel suo gran cestino

e preme per uscire come un clandestino 

che si rotola nell'arenile di Gonone

per la fame insaziabile e si lamenta

che mangerebbe fino a non poterne più 

di quelle melanzane senza semi salate al forno 

e saporite con olio, aglio e fresco prezzemolo



Sono le janas a vegliare sui morti e a svegliarli il 2 novembre 

con la condizione di non svelare ai vivi i misteri segreti dei mortali



Nulla desta altrettanta meraviglia che il nascere e il morire

eppure sono le cose più semplici del mondo 

anzi, forse è questa la meraviglia del tempo mobile e immobile.

Vivi al meglio, dunque.



Il buon pastore che cura le sue agnelle,

la notte le ricovera nell'ovile,

è come il padre che nella notte ostile,

non chiude fuor di casa le sue belle

figlie persesi in strada come in ciel le stelle

che mai dormono per rimanere in vista

degli insonni che vanno per i mari

col timor di perdere la pista

che al paese li conduce tra i lor pari



Viva Maria, nata libera e innocente;

viva il senno suo fido filo conduttore.

E' bene che si sappia che noi saltimbanchi

non attentiamo alla saldezza dello Stato.

Noi siamo tipi alla buona,

semplici, da togliere la bava al cane

che latra con la lepre in bocca

buoni a dargli da mangiare e a sentirlo 

abbaiar di gioia e le nostre idee son libere 

e caste e in nulla colpevoli

come le donne che anche <impure>

fanno figli  perché sanno amare



Quanto è strano il pudore che nasconde 

quanto di più fiero ha il corpo

forse copre la parte più mutevole e funzionale

per proteggerla tanto è gaia e vispa 

sempre disposta all’intimo piacere

che tanto più è casto se si condivide



Per quanto aride sian le zolle

e la siccità prosciughi i corsi d’acqua

e labili nuvole velino appena il cielo

il poderoso ficodindia di Ohiai B.

non cesserà di dar frutti succosi e saporiti

e lo farà per te, Maria, dolce come la papasseddha

per te e per tutta la ‘crialla’ d’Irillai

ghiotta di novità e vitalità e fichisecchi

e di mandorle e Nutella e di prelibate noci

che han lo stigma della natura che mostra l'equità al mondo



Maria, avrai a che fare con l'immaginazione

che si diramerà comunque dalla realtà

tu trattala come un prezioso ma delicato balocco

stretto parente della spontanea e libera fantasia

ti sarà utile e ti inebrierà ma non servirla mai

non sei il suddito che esalta il tiranno depresso

che si compiace del novizio e devoto cortigiano

da cui suggere la linfa del giorno che scorre

ed esalta e deprime anche i padroni del mondo

che si fanno scontrosi se non li saluti a modo loro

tu, Maria, saluta tutti col sorriso degli occhi

che ci tengono alla giusta misura dell’allegria

con ciò saluta i sempre possibili compari della vita comune

non esser mai la scontrosa ancella del tiranno che recalcitra alle novità

si deve conoscere per giudicare

così si deve pensare per amare

altrimenti può esser solo desiderio e dubbio



Nemmeno gli Dei disdegnavano il midollo

che piace tanto a orfani, vedovi e sedentari d’Irillai.

L’ombra del campanile fa più ameno il colle di Tuccurutai

dove al limitare del bosco ricamano le monache di Maria

che sorride di cuore al pigolar delle sue galline sull’aia

abituate a stare al mondo e a trar l’utile dal dilettevole

cucendo punti d’oro per vivere in collina,

dove Maria incitava Gesù col soccorrevole  

-Rizzu Gesuì, rizu a tai-tai, ka non deppes morrer mai -

a mettere in piedi i primi passi sulla terra,

e pregando con divertita poesia il cuore della vergine Maria

Maria Papassa, maria luzana, maria petena,

maria cocone, maria menacra, maria frunza

Maria, ama il cibo gustoso che sostiene il corpo

e abitua l’occhio alla giusta misura del boccone

che non soffoca i buoni sapori e frena l’ingordigia della gola

non badare alla quantità di quel che si dice in giro

e cerca di ricordare le parole giuste e belle

che sono le ancelle della soave bontà

che fa dolce lo spirito e da garbo al gesto

e dai una buona misura alle parole

che non intendano più  di quel che significano

abbi sempre docile il sorriso e sii gentile

anche con le mosche presenti alla tua tavola

per curiosare e farsi belle con le amiche nel l’inverno

che verrà mostrandosi saccenti e divertenti

come in uso tra mortali che come in un gioco

fan bene le cose importanti che durano

negli spazi del tempo per accogliere e divertire

i sempre nuovi arrivi e chiameranno quadri quegli spazi

oppure ritagli del tempo che fu



Chi pensa a far male se ne infischia del dolore, del pentimento e del rimorso

Sono quel che dovevo essere, sarò come dio vorrà, 

e se avrò mal di denti e vorrà lenirlo alla moda ospedaliera 

con un clistere al succo di cocomero (due o più litri dolci dolci e senza semi), 

dirò se il senno mi reggerà, che se lo faccia lui; 

per me seguirò l'uso antico e berrò puro vino di Marreri con le pesche sanguigne 

e miracolose di san Sperate (che a Cagliari han debellato la malaria e la tisi) 

tagliate a fette a misura di bocca con i denti che dopo la cura 

sgranocchieranno il nocciolo (che bolliti come si deve in coppia 

diventano gialli come lo zafferano e si possono grattugiare come noce moscata 

nel ripieno dei ravioli che fan cessare la fame ai disperati e ai dinoccolati) 

come una o due noci di burro di vacca - se uno è salato l'altro sia dolce - 

che conservate di anno in anno sciolgono i lombi e gli intasamenti intestinali, 

 la gotta dei ricchi e i reumatismi dei poveri, e, frizionato sulle tempie 

ogni primo lunedi del mese dal barbiere di fiducia che sa di lozioni,

 ridona a poeti e pugili, l'intelligenza che evapora col caldo del carmelo 

e i calori di sant'Anna (a noi isolani purtroppo manca il fuoco sacro dei vulcani)

 che si combattono con l'acqua piovana. I bettolieri sostengono che il vino 

con le pesche faccia miracoli anche per il mal d'orecchi. Sarà. Ma un po' del latte 

che la mamma dà al bambino fa bene anche all'orecchio adulto. 

E il vin bollito non passa il raffreddore? Bollito nella terracotta, si. 

Dicono che una piccola dose di veleno pulisca le interiora, quanto mezza tazza 

d'olio bollente, con lo stesso rischio. Pare che il digiuno e la fame abbiano 

la virtù di svuotare la pancia. Meglio del miele. E la polpa di maiale 

con un pizzico di sale? Noo. E l'olio d'oliva che va gustato col pane 

e non frizionato sui muscoli? Meglio le quattro nocciole dei veri cristiani,

 a costo di diventar stitici e defecare come le capre francescane di Farcana. 

E una fetta di lardo rosa non frena il brucior di stomaco? A quanto và oggi

 il lardo rosa di Farcana? Non meno del vino di Marreri. E l'olio? 

Ditemi il prezzo dell'olio che rende di meno alla spremitura prematura



Sìi docile Maria, ma mai sottomessa e in ogni circostanza

affidati al giudizio del senno, alla misura dell’animo

e all'intelligenza delle cose. Sii giudiziosa, anche se la fame chiama.

Sii entusiasta con la gente è fai con diletto le tue faccende.

Non disturbare chi crede che l’anima voli via dal corpo

e dubita anche - se ti va - che il nostro animo muoia con noi

forse vivrà nei lapidari e laconici  ricordi di gigli nel campo

e comunque sia avrà vissuto come l’erba sul prato

tu non valutare i difetti altrui che può rovinare la salute

non è affar tuo quel che è compito degli dei:

sbrogliare gli affanni degli umani in affari.



L’animo, come il cuore, ci fa muovere e con l’ausilio degli occhi

capire dove mettere i piedi ma leggi le cose belle

da cui distillano alacri pensieri che sostengono l’animo sereno

ma non leggerle quelle parole che confondono la vista

salutale mentre si allontanano nella gelida bruma

Vedi un po, Maria, se in te alla lettura si accompagna la scrittura

che vaccina dalle scialbe influenze e se quel che scrivi oggi

resiste domani alla lettura, conservalo o con giudizio buttalo:

ha vissuto una notte oscura a cui si affacciano spaventi e delizie

e sempre la colmano d’ogni bene e altrettanto male

Le cose belle da leggere almeno un po ogni giorno

son quelle che nutrono i pensieri che tengono saldo l’animo

per resistere ai turbamenti temporali e che con la scrittura

comunque sia è il farmaco più naturale e salutare del mondo

Meglio far poesia con anonime lettere d’amore

che calunniare chi l’amore respinge



È innaturale resistere all’amore, umano è il desiderio

ma chi se non l'intimo piacere scompiglia l’animo?

Coinvolto dal dolce amore lo stesso senno tentenna

e cede qualcosa del suo rigore per temperarlo

L’amore è un inganno in cui la vittima travolge l’aguzzino

Gradevole è l’amore, è innocuo non voler amare?

(Mettersi la briglia per domare il piacere?

No. Non il piacere dell’amore ci travia

come non ci rovina la bugia del vino nella poesia)

nociva è  l'odiosa invidia di chi non ama

Voglio credere che in un paese di onesti e sobri

il vino e l’amore non combinino guai

da riaprire i tribunali per chiudere

bettole e lupanari dove si spaccia il liquore

della divina ispirazione nel midollo dei poeti

L’ubriacone molesto non lo doma il miele dell’amore

L’ubriaco d’amore se ne infischia del nettare e del vino

L’invidia fa male perché avvelena il vino che non bevono i sobri

Chi toglie il piacere all’amore avvelena le pure fonti

che ci dissetano con grazia della vita

Chi vuol mettere una misura al piacere

rischia di costringere la malia dell’amore

dentro una logora e odiosa antica camicia di forza



Imposta bene ogni tuo giorno se vuoi averne una felice conclusione

oppure, o Maria, non aprir le imposte e sogna di Achille

nei campi elisi che recide gli asfodeli con l’umano tallone

se quindi vuoi, o  Maria, che ti sia gradevole quel che fai

mescola l’utile al dilettevole come l’antico uso della luce in notte e dì



Chi non sa mentire come i poeti gobbi con i mali del mondo a spalla

e i profeti ciechi che descrivono tramonti di fuoco e albe serene

e gli apostoli zoppi con i sandali adatti solo a loro

può dire verità incredibili su nuovi regni

Ogni forma ha il suo valore non solo se è bella

ma sia anche capace di contenere il seme di una idea

Per i sapienti le illusioni affascinanti e menzognere

vanno debellate prima che la loro malia abbia il sopravvento

sulle difese della ragione che soffre di vertigini

Ci si diletta con l'incredibile per non annoiarsi con l’assurdo

Cede il posto alla morte l’anima che vola via dal corpo

per cercarsi un ganzo senz'anima che ami la luce

Che uno muoia con gli spasmi della sofferenza

o finisca con la serenità della candida luna

dove è la differenza a morte avvenuta?

I morti insepolti vanno a stare insieme

ai non nati che non conoscono la luce



Maria, abituati a parlare dei nostri pensieri

poiché la realtà che ci avvolge parla con la sua evidenza

non bisogna di illustrazioni e didascalie

ma faccia ognuno quel che gli par bello purché sia allegro

come a pasqua i fedeli che non hanno ulcere sul corpo

Sìi giusta, Maria, e se ti riesce, non disdegnare il presciutto

e il pane che valgono non meno dei Regni del Nord

dove ci cibano di sardelle salate ricche di talento e d’argento



Penso impossibile rimanere se stessi

quando si è invasi dal male

difficile aver ragione del corpo

che cede la sua forza al subdolo malanno

il corpo non chiede conforto

sono io a dirmi – arrangiati



La scrittura è un privilegio della vita quieta.

Nessun ordine se non il disordine dei frammenti.

Schizzi, note eterogenee. Nulla di privato quando è scritto.

Le faccende intime alloggiano nel mondo interiore.

Chi legge la scrittura pubblica può aggiungervi del suo.

Non quel cibo che non c'è può farmi male

ma quel che c'è - se abbondi - ti rovina

Chi può scommettere sulla sua onestà e averla vinta?

Chi nelle scommesse ci sguazza.

Perché pagare per pregare e piangere il defunto

che non torna indietro nemmeno volendo

per vedere di chi è quel lamento addolorato?



Due son le strade della vita, una felice,

impervia e breve,

dove gli elogi viaggiano con allegria,

l’altra duratura e piana ma triste

con le maledizioni che vanno sottovoce a chi di dovere.



Sì crede in un dio artefice assoluto del creato

perchè non si riesce a capire come tutto l'universo si sia fatto

Ringiovanisce d’un colpo il vecchio nonno

ringiovanisce con un sorriso quando dona di quel che ha

in forza dell'aspettativa dei nipoti che vedono in lui

il detentore delle chiavi dell’armadio dove è chiusa la marmellata



Ora ogni Stato ricco che si rispetti (alla cui difesa sono più adatti

 i ginnasti animosi abituati al podio che non i poeti e i musicisti poco battaglieri

 se non penzolando dalla forca) ha ottimi atleti che celebrano la vittoria

 col canto e la musica dei miseri artisti che vivono a fatica

Chi ha soldi da spendere non li nega all'amore per le belle donne

Ma voi

Offrite un panino a chi dice di aver fame



Oppure

Date un'obolo ai poeti, naturalmente timidi e incapaci di vivere 

come i mansueti musici di strada che non saranno mai famosi...

Come il ricco non può coprire i suoi molti beni,

 e il ginnasta non può nascondere i suoi muscoli e la sua agilità, 

così il poeta non può fare a meno di persuadere il pubblico a starlo a sentire, 

o a leggere i suoi canti, a fare in modo che qualche lira finisca nelle sue tasche

 per comprarsi due scarpe da tennis per i giorni di festa

 e mischiarsi con i benestanti che applaudono i campioni che recalcitrano

 a pagare il dovuto allo Stato che divertono col loro inestimabile talento

 e i vincitori di Olimpia – tempo fa - pagavano per essere ricordati dai poeti...

Quindi, date un'obolo agli artisti poco stimati da chi si intende d'arte, 

anche se non lo chiedono perché stimano se stessi e conoscono 

la sacra vergogna che - disapprovandoli - li punge al cuore

Offrite un panino ai poeti ebbri e profeti all'erta, 

che dicono di aver fame sognando il futuro da quel che i fatti 

danno a intendere; somigliano non so come ai carpentieri che armano i ponti

che prevedono le future intenzioni del Dio, che è colui che fila lo spazio nel tempo

 e da vita al mondo, sul suo futuro, che  è passato così veloce che non avemmo la possibilità di vederlo



Maria pia, ama le rose rosse di una lontana primavera 

parigina quando vi fu "l'assalto al cielo" dei fiorai della Senna 

che le spedirono come cartoline di giustizia in ogni angolo del mondo.

Rosse rose come la cresta del gallo d'Irillai 

che canta ogni giorno al re che viene da oriente.



Solo chi comanda dispone quando accendere i falò ridendo. 



Disse Marx che in Inghilterra non si bruciarono più streghe

quando si cominciò a impiccare i falsari.



I costruttori di storia (creatori ingegnosi di nuove e più dinamiche realtà)

 son caduti dall'impalcatura, non per imperizia dei carpentieri,

 ma per l'avidità e l'ingordigia della loro miseria, soffocando 

e accecando con le proprie mani, l'enormità della rivolta “che sconvolse il mondo”

suggerì nuovi sogni all'antica favola dell'uguaglianza, e – temendo 

di perderla – ne affidarono la sorte alla Forza della Polizia Pubblica e Segreta 

che finì, con nobiltà di spirito, per arricchire i superiori 

e gli skerani di caserma del Metodo Breznev.



La metamorfosi, che in poco tempo avviene nei bruchi 

che mangian fiori per farsi farfalle

in noi richiede qualche mese in più e solo fra qualche inverno 

avremo le ali a corazza e senza piume come la cocinella

che sempre di meno viene a stare in città con noi

per paura delle urla e le farfalle delle malelingue



Lo studio eccessivo distrae i critici che presumono di sapere 

più  dell'autore, per esempio: Senofonte chiama peana due canti,

 un canto di pace durante una processione per la fine della pestilenza 

e il canto dei persiani per le prossime ferite di guerra, 

cioè due situazioni opposte con lo stesso termine. Peana. 

Per il critico, Senofonte non distingue come vorrebbe lui. 

Intendo capire che peana sia il canto rivolto agli antichi

 padri e ai sempre giovani dei e aspettarne aiuto



La frase vuota è quella priva di esempi.



Fortunati i figli, disse il Nonno al mio babbo,

che da te nasceranno spavaldi e gagliardi

come manovali comunali, garzoni e pastorelli

che salteranno a piedi pari, le siepi di Mamone

in cerca di avventure nelle libere Americhe.

Cada runzosu morit chi su bellai suo,

à nau tziu Predu Belloy,

morindhe assutu ke suberju brusiau.

Era nato per accudire al suo corpo che doveva respirare

e pensare per vivere al meglio dopo il parto.

Il miracolo della vita è stata la sua verità;

e altrettanto lo fu la morte.

Sorrideva delle sue disgrazie

e per quelle altrui aveva una parola di conforto

come un aiuto a dimenticare le offese

e zittire la vendetta

che si era rifugiata da qualche parte

per covare più a lungo

casomai, non si sa,

lungo la dritta "carrera" del cimitero

verso una più veloce rampa sotto il cielo.



Da quando circola il soldo l'asse del mondo ha per poli 

il salario e il profitto: chi ha avuto e chi continua a dare.



Nulla annoia come la solita nenia che annuncia il sonno al mansueto



Aveva il visino delicato come una fanciulla che sa già ricamare 

e le mani scure cotte dal sole e dal manico della zappa 

che non abbandonava mai, scarpe di cinghiale per prevenire i duroni 

e la flanella sotto la camicia abbottonata anche d'estate

 per evitare i malanni e una vocina tenue aveva e uniforme 

che non sembrava sua ma della moglie morta da una decina d'anni 

che l'accompagnava in campagna ogni santo dì e tutti e due 

dietro l'asinello che rientrava con la legna per pagarsi la pastura 

e anche lui era sempre solo e chi è solo ride di rado, diceva tziu Perreddhu 

a Piriccu su poleddhu, mentre la compianta lo chiamava su Burricu ‘e dommo



S'ispica 'e s'arjola est'oro cada’annu. Sa biada'e jaia.

Dio l’abbia alla sua mensa

se non a un capo del tavolo

almeno a servire





Della realtà si ha esperienza col respiro: non posso farne a meno. 

Pensare e respirare è una sola cosa, non c'è l'uno senza l'altro. 

E sia respirare che pensare non conoscono alcun interesse: 

la nota sponteaneità; non come fare due passi e pascersi di trifoglio. 

O andare a sedersi in poltrona: interesse alla comodità.

Non voglio proprio credere che ci fosse il nulla prima di noi

Anche il pensiero sempre sveglio, dal nulla ottiene il nulla.

Ma Dio di certo aveva il Fango Primordiale per animare il mondo.

Da ciò la chiocciolina ch’è il primo aggregato del mondo;

voglio dire delle polveri che si impastano con l'acqua

e si allungano e ritraggono come un elastico di farina  

un aggregato primordiale, la chiocciolina che mangeremo cruda

la chiocciolina vecchia come l'anguilla, striscia come quella guizza

come me che mi conosco, e se ne infischia di sapere perchè esiste.



Forse si dice “sfera del cosmo” perchè del cielo conosciamo solo sfere

e osserviamo distanze che non bastano i numeri a calcolarle

meglio dei sogni di San-Bruno  non annegato nel Giordano,

ma cotto in piazza e dato in pasto agli Dei famelici come cani e gatti



È strano che sia la guerra e non il gioco a portare la civiltà nel mondo;

la guerra è distruzione e morte, ma poi viene il lavoro e l'ozio,

l'analisi della causa, il pentimento degli eccessi e la ricostruzione

del cosidetto tessuto civile che – nel tempo libero -

non dimentica i criminali come Gheddafi che l'han preceduto



Inkimerau è quando la persona conosce il subbuglio

degli elementi eterogei che lo compongono

e se la prende appunto con le chimere.



Il cane lupo è più grande del gatto ma più piccolo della tigre;

almeno mi pare di doverli pesare e misurare e contare i loro peli

per fare la chimera che si aggira nella foresta di Farcana

quando gli sconfitti si arrendono alla catastrofe in atto

La distanza tra me e la luna la vedo come una linea retta,

ma dovendola fare con un fiasco di vino

probabilmente vi troverei una lunga curva



L'uno non esiste - solo il nulla è inferiore al due

La nostra è solo un ipotesi di vita

e per quanto si indaghi il mondo

infiniti altri universi lo compongono

e l’ultimo mai ultimo - come sempre -

sarà il  più difficile da scuoiare

come la coda del gatto che ha in bocca il topo



La memoria va scritta e confermata da testimoni

come in tribunale, secondo la prima legge della credibilità



Probabilmente mi rifiuterei di aver a che fare con la morte

di persone sole, o sposate o battezzate

trattandosi di un assassino guarderei dall’altra parte

dove si lavano le mani come se l'esecuzione già eseguita

fosse meno sconvolgente, data l’igiene in campo.



Tutte le grandi cose che non si riesce a vedere

e servon poco come la somma immagine di Dio

sono appartate dietro il sole per non esser viste

da un innocuo e miope paesano di Samuel Istokj



Quando son solo trovo inutile fingere di non esistere

e rinuncio persino a sognare di romper zolle e bruciar sterpi

nelle terre del demanio per fare vigne, orti e giardini



Quelli che se ne stanno seduti nel Contone d’Irillai

a rimuginar le cose che non danno letizia né dolore

sono gli amici di tutti, e campano con poco

come signori del cielo sulla terra:

essi sanno l'ora dell'apparir delle stelle

e perfino quando si ritraggono alla vista

dietro il sipario del sole, nel ripostiglio,

tra le altre cose messe da parte inutili

come diavoli cornuti,caudati, orbi, zoppi e gobbi

Essi quando tracciano i loro segni sulla terra,

non imitano che se stessi

e la realtà della natura circostante.

Tziu Belloy, nato con i capelli bianchi come un cavolfiore, 

che da anni aveva ideato di coprire i muri delle sue case con la malta

 di Samarialodè e il fango d'Isporosile, con la mota immota della strada

 e la melma della bratza d'Irillai, sposò Tiresa Samere, bella come un grappolo

 d'uva bianca del Cedrino, cresciuta domestica in Baronia 

prima di diventar padrona di casa nel Contone Ballaloi 

dove non nascondeva la sua doppia natura di serva e signora 

che in maniche di camicia come sempre a mescolar uova

 accudiva a tutto e si deliziava del più caro caffè del mercato, 

dal formidabile aroma che si diffondeva fin sulla cresta d'Irillai,

 a deliziare le mogli coi bianchi corpetti dei solitari in ritiro 

nei remoti cortili a far d'argilla greggi di agnelle in fiore 

pronte a figliare moltitudini lanute come a scolpirle sulla rocca 

con un chiodo di ferro che a sfregarlo faceva rabbrividire

 il corno del bue che sarebbe servito come giusta misura 

del vino da bere tra compari e compagnoni di ribotta



Il male che ci piove addosso in casa

viene da fuori proprio come l'acqua.

Così i genitori alle marechelle dei figli:

l'hanno appresa dai compagni.

Così i governanti alle turbolenze in piazza:

infiltrati stranieri e commedianti locali



I personaggi tvi sembrano così intelligenti

 perchè ripetono bene le ultime cinque parole alla moda 

con le quali dormono fino al canto del gallo, ci fan colazione, 

pranzo e cena, ci lavorano, fan compere e giocano a carte, 

vanno in barca, in auto e sulla neve; con quelle parole

 sbalordiscono davanti a un dipinto tanto che serviranno

 anche dal barbiere che le porterà a casa 

dove le useranno con le pantofole al cesso



Chi non sopporta il caldo delle messi se ne stia all'ombra della pergola 

con gli ingordi e i zozzoni che mangiano la porchetta senza forchetta

 e dopo il primo brindisi dicono subito quello che gli altri diranno dopo 

alle spalle che: chi non sa soffiare dentro una canna è inutile che solfeggi. 

Ma finchè si può è giusto farlo sulla terra, poiché l'ordine e l'armonia,

 si sa, regnano sovrani nel cielo dove bisogna esser degni 

per vedere quello che là si offre a cominciare dal vino 

che è apprezzato per il suo giusto prezzo specialmente 

da quelli che temono il freddo e vi si riparano come e dove possono

 e di là trovano il momento buono per ricordare debiti e doveri

 verso chi ha l'ospitalità al primo posto nel suo cuore.



Hosteria Getzemani, a Orosei, con una gran pergola 

dove mangiar spaghetti e bere vino, con la facoltà di pensare 

e di esprimersi, sulla grande storia che ricorda il passato 

con la pretesa di farlo rivivere. 

Si è lavorato per vivere, dice il padre; 

si è costruito per durare, fa la madre; 

si vive assieme sotto la pergola per star bene, affermano i convitati. 

Si comincia a invecchiare quando ci si rende conto 

di quel po' di febbre che arriva puntuale ogni anno, 

dalla voluttà per il primo fiorir del mandorlo 

fino allo sbocciar della prima rosa canina. 

Lo dico a me. Nessuno raccoglie il lamento delle mie interiora

 prima di me, neppure i vermi intestinali, così intimi. 

La vita, la mia vita, è all'insegna del nome, di colui che da morto 

mi dirà: è stato questo, o quest'altro.

 Quel che ha fatto di buono è alla sua destra;

 a sinistra sta l'irripetibile:

 il gagliardo ragliare degli asini dell'altopiano.



- Dove manca natura arte procura -



Maria, anche <sotto altro nome di te si parla>,

Orazio, mutato nomine de te fabula narratur

Salude a Maria, zillerarja 'e kelu.  

Guardati intorno e vedi un po

di che stampo è l'umore del giorno

se è pessimo rabboniscilo col sorriso

e tienti stretta agli stipiti della porta



Il sogno dei ricchi sapienti?

Morire in un giorno di festa, con la tavola imbandita

i musicanti pronti all’avvio delle danze nella sala da ballo

la servitù elegante quanto i cortigiani del re

tutti gli invitati lieti come gli angeli del paradiso

e il moribondo patriarca che lascia le sue ricchezze

ai figli illegittimi nati dalle sue consenzienti domestiche

che non si aspettavano nemmeno un ala di pollo congelato nella neve



Maria, sii tu come il vino dell'onesto Zomaria Zigottu

dal bel colorito che illumina gli occhi come il sole a mezzodì

dal vivo aroma che passando dal naso invade il corpo

che gustando il palato ne sazia il mondo interiore

e le sue giornaliere prodezze solleticano le ghiotte orecchie

come il canto del pio usignolo alla finestra



E quando servirai gli ospiti a tavola

non dimenticare un osso al cane

e un’ala di pollo al corvo

e un sorriso al cielo in ricordo del vino del nonno



D'accordo che Dio non sia uomo né donna,

 perchè misterioso è il suo aspetto, 

ma perchè privilegi i maschi è un mistero 

che nasconde il senso di vita e morte,

 con  il fuoco che brucia, con il cielo pieno di stelle 

è un mistero siccome indica la rotta ai naviganti, 

è un mistero come gli indovini che ci azzeccano sul futuro, 

è un mistero come il luccichio dell'oro e delle pietre 

dure al collo delle femmine belle a vedersi, 

un mistero come il latte si coaguli per farsi cacio 

e salare lontano dal mare, 

come l'etica misteriosa che lasciava in sospeso

 Socrate che per seguire un pensiero si fermava, 

è un mistero come il principio della vita, 

del denaro che si riproduce con la fame, 

come il mistero della terra nata per prima 

e per primo partorì lo scarafaggio 

che rotola il famoso fenomeno chiuso nella palla:

 l'inafferrabile mistero della nostra Origine, 

nonché quella della Santa Spina e della Santa Croce d'Irillai,

 come il mistero dell'anima che affitta il corpo

 alla rovina del quale trasmigra in altra casa, 

come il mistero della materia nel cielo 

che non si sa dove cominci e dove finisca



Vivi o Maria e avrai la tua camiciola di lino

con l'augurio che tu sia il desiderio di tua madre

Maria, sposa quel che ti piace

e se quello viene a te

è lui che fa per tre



Nessun indizio del giorno conduce all’animo

che è il portale del mondo interiore

e non c’è piede di porco che lo possa scardinare

ne accoratoio che lo possa penetrare



Per chi ha fede in Dio anche le pietre parlano

certo per far da divino oracolo necessitano di un interprete



Occhio agli adulatori armati di lusinghe

Sì comincia con la tenera tetta

passando per la polpa della vita

per arrivare all'osso che protegge

il midollo della più che sicura pace



Tuarje! Cumpanzòò! Ghirtalèè!



Da genitori gaudenti figli libertini

Da genitori pudici figli malinconici

Da genitori sfacciati figli maleducati

Da genitori impudenti figli scalzonati



Non curiosare se senti le grida di chi è in preda all'ira

Non passare tra due collerici che litigano

nella strada armati di spada e di clava



Impara a leggere e ti sarà più facile scrivere

quelle parole che conservano il  tuo sentir comune

perchè agli umani mortali appartiene il pensiero



Chi ti elogia ti sfotte compiacendosi del suo sorriso

chi è contenta tace quando parla il silenzio

e le cose vere non avanzano con clamore



Se è  vero che tutto ciò che abbonda finisce per annoiare

come credere che solo il piacere vi sfugga?



Facile illudere la giovinezza,

facile come sperperare i risparmi altrui



Vedrai, o  Maria, che nel governo della casa, l’amore

non avrà bisogno che qualcuno comandi e l’altro obbedisca

Nella casa dove regna amore non si cova malumore

e dove uno non arriva fa che l’altro sia presente

Dove c’è sgarbo assente è amore

e il rancore è l'acidità che rode e consuma



Salude, a sa femina azzuda e zillerarja de bona zènia.

Salude. Salude a Maria, benebennia siata.

Cand'este inoke a cumbidare sa cumarca.



Nel febbraio del '60 Istevene Iskarzofa, 

all'alba della festa di San Biagio, 

decise di fare a meno di noi e si tolse la vita 

impiccandosi all'albero maestro di San Francesco 

che non sarà mai fradicio, domina la valle 

e sa di ogni malefatta, lasciandoci così 

al nostro pittoresco destino, fatto di spontanee 

scorribande tra l'altura e la bassura e di frequenti 

visite a Frà Ignazio, Padre Pio e san Nicola da Gesturi

 dei malati di cuore d'Irillai a cui era stata rigettata

 la richiesta di guarigione per manifesta indisciplina 

e incontinenza durante il viaggio in treno alla Madonna di Lourdes. 

Dazianti e doganieri che masticavano gomma americana, 

trovarono nello scompartimento cento litri di vino 

e 25 di acquardente con la quale si sciacquavano 

i denti gli infermi che poi l'inghiottivano 

come bon bon di menta e liquirizia d'altri tempi.



Ora, il giorno che precede san Biagio 

a Irillai non muore mai nessuno, 

e il giorno successivo è quello fausto 

perchè i medici dell'Ospedale dei Clisteri, 

affrontano con successo ogni tipo di intervento a corpo vivo, 

quindi Istevene poteva impiccarsi e morire solo alla festa di San Biagio.



Iskarzofa era di quelli d'Irillai – signorili e ospitali - 

per cui ogni straniero è ben accetto, 

specialmente se intende abitarvi come le rondini 

che nidificano sotto tetto perseguitate solo 

da qualche scapestrato coinquilino 

come se ne trova nei condominii del mondo, 

che non sa stare in strada senza scopo, 

non sa distrarsi, tira dritto alla meta, frettoloso, 

e quasi non risponde al saluto, con la paura 

delle rondini che portano le epidemie che partono da lontano.



Il lucido avvertimento del primo bicchier di vino

è che sta per intorpidire il corpo

non appena la musica apre le danze



Maria della neve regina,

fai dal grano la farina,

l’erba dai alla pecorella,

Da brucar con la sorella

L’acqua fresca dai alle fonti

che col vin rimpingua i forti.



Una minuta idea in ogni riga.

Canti brevi siano la regola leggeri come l’aria

delle chiare fonti dove beve la tortorella di Maria.

Una frase, un verso, un senso.  Una riga di montaggio.



O Maria fata del pio desiderio

Di te son lieto e del tuo imperio.

A te penso e a un bicchier di vino

Quando a metà mi fermo del cammino

Se l’oste sulla soglia mi ricorda

Che vin di Marreri ne ha una scorta



Sabactani o lamento al padre

Giunta la nave della fine disse al vicino:

Caro, ricordati che dobbiamo un Pollastro ad Asclepio.

Anni dopo, alla stessa ora della fine, un’altro invocò il Padre:

Mio Dio, perché mi hai abbandonato?



La terra bolle, dice l'oracolo dell’Etna,

bolle come una pentola di polenta sulla neve.

La terra bolle se manca il vino di Zomaria Zigottu



Nascita di Maria per non rinfacciare niente ai genitori e nulla a nessuno

Natale di Maria per abolire le razze, le etnie e le donne caste

Abolire poi l’elezione delle stirpi e l’esclusione degli storpi



Sia Maria uno spirito libero indifferente ai natali di chiunque

Non sarà quindi facile umiliare il suo animo spiritoso

Come difficile sarà che Maria si vanti di qualcosa

sapendo quanto vano sia l'impeto del vento



Da grande la vedo sposa di chiunque la meriti

sempreché - Costui - non sia succube di qualcosa che alteri la sua natura



La bontà dell'idea si ha nell’attuazione pratica.

Ma come attuare le belle idee sulla felicità della coppia?

A chi affidarne la prova pratica?

Di qualunque attitudine Maria risulti in possesso

vi applicherà intero animo e corpo

e se qualche parte zoppicchera’ avrà più bontà l’animo

Curerà il suo giardino e gli procurerà sementi adatte

col piacere di farlo non per la gloria nel confronto con il campo incolto

ma per un certo e serio riguardo nel rispetto della natura



Quel che a Maria riesce non esula dai confini del possibile

L’indolenza non appartiene alla sua cultura amica della natura

che fa semplici le cose e facili da cogliere



Da quel che il fuoco brucia viene l’acqua

Maria sa che l’acqua lava ogni cosa,

rende liscia la pietra ruvida

e goccia su goccia libera la ragione dalla follia



Il talento del tempo è adattarsi ai costumi che cambiano,

agli umori, alle cose mutevoli, agli amori che finiscono in tribunale

a colpi di bastone come usano quelli che han perso la voglia di amare



Ogni costume è adatto al suo tempo, 

novità e nuove epoche, di ere vergini 

abbiamo bisogno,  se no la noia ci consuma 

e fa del passato una ciabatta da scarpa vecchia, 

a ogni nuovo giorno una cosa nuova, una nuova pettinatura, 

che non manchino le novità sorprendenti, 

un'occhio d'oro fa al caso mio, a te un'orecchio 

di vetro, denti d'argento a chi mangia sui giornali 

e guance di porcellana a chi digerisce in t.vu



Il tempo – che è purezza – si prende gioco di noi,

proprio lui corrompe i costumi nati sani, con l'uso che se ne fa.

L'ordito del tempo è teso dai preti,

la trama del mondo è intrecciata dagli eroi di guerra.

Alle guerre non sono mai mancati i sacerdoti:

da Troia in poi ogni guerra è santa e ci si veste a lutto.



Maria sa - come lo so io, molle e fiacco come un cardinale in odore di eresia -

che tutto quel che ci appare rettilineo

col tempo e la vecchiaia si incurva e si avvolge in se come la luna

nel grembo del cielo dove tutto passa e quel che non si consuma lo rovina il tempo

Siamo del mondo, dirà Lei, siamo di quel mondo celeste

donatoci dalla fortuna fortuita che fa fertile quel che si ama

e rende sterile quel che si trascura se non ci fai caso

siamo come le rose rigogliose e come le amorose tortorelle

siamo i maturi frutti della natura che si combina con le Circostanze propizie



L'universo è lo spazio senza fine pieno di non battezzati,

dove i Padri, tramite lo spirito, si aspettano dai figli

la continuazione dei corpi, di qualunque colore essi siano,

compresi i celesti e i neri.



Certo anche le tigri stan sulla terra come i gattini

ma non per ciò le devi accarezzare per abituarle a lavorare

perchè mangiano solo quando han fame e per digerire sonnecchiano

e non sognano lepri e fagiani o sciape zuppe di zoccoli di zebre bollite

Zomaria Zigottu ha aperto un nuovo zilleri e l'ha chiamato: 

Bettola della Nuova Perzenia. 

Divide un litro di vino in marziani da sedici, 

e dove chi si azzarda a scrivere una poesia 

è convinto che dopo averla firmata, la mente gli brilli, 

tra una fitta selva di teste lucenti, come un'astro nella notte oscura.

Zomaria inaugura la nuova bettola 

con il cosiddetto vino novello della Valle d'Isporosile 

che da la cacariella se bevuto da solo 

senza la giusta compagnia d'amici corali. 

Non è come il vino di Marreri che ridà vita al morto amore. 

Il vino d'Isporosile dà pazzia: come una mescola 

d'acqua stagna e forse reflua che fertilizza gli orti. 

È veleno, per gli amici.

Diceva sempre che mentre la madre moriva, sua moglie partoriva.

Sono nato mentre mia madre moriva.

Le mogli di Zomaria Zigottu che si sono alternate dietro al banco:

Maria Cocone, s'ingulumada, ora vende il pane fresco e profuma di lievito.

Maria Papassa, bukidurke, sa far dolci di mandorle e miele e un po di farina.

Maria Petena, s'arrennegada, in sua presenza 

fuggono ancora i debitori come i topi dai gatti.

Maria Frunza, fanciulla del vento che piega l'erba da tagliare: 

si rannicchia al centro del letto come i bimbi tra i genitori.

Maria Menacra gli stava a fianco nel più rinomato 

dei club del Corso: il più bel grappolo d'Ogliastra.

Maria Candhela, sa bakiana, ultimo lume della vita.

Maria Gorgobena, s'attrivia, sorella alla lontana delle Amazzoni.

Maria Luzana, sa fakiola, ambasciatrice tutto fare delle Janas di Farcana.

Maria Fardheta, del Circolo d'Irillai, diceva gli Aforismi del vignaiolo. 

L'ultimo detto prima della separazione fu: 

Anche per il vino di Marone la vigna andava zappata.



Su minuieddhu,  sue s'aneddhu, sue su dighidale, su contadinare, sue su priducu.



Molti non sommano gli anni come vengono;

altri non mettono in ordine neppure i giorni,

vivono nel caos e non hanno niente da sistemare;

ci sono infine quelli che dividono tutto in epoche

tanto per scegliere la migliore, cioè quella più adatta

alla loro stirpe che dovrà avere ragione delle altre.



Autentico pare che sia l'antica impronta di un ipotetico passato

con la pretesa di essere stato unico e irripetibile.



No, Maria nutrita al seno della madre ancor più bella quando allatta,

non accarezzare la tigre con la mano in odor di latte

del premuroso amore di  madre o con quello della balia meno affettuosa

ma con mammelle da ‘’litro a testa’’ e passa

non tirare la coda alla tigre dalle unghie lunghe

che graffia anche i bambini nonostante abbia i guanti del circo

Dunque col latte genuino, Maria, si imbatte nelle idee più belle

che plasmeranno i suoi giorni migliori

quelli alimentati dagli esempi leggeri come danze spontanee

in armonia col momento



Annusa l’aria e sentirai odor di inganno.

Annusa, annusa, e abituati al profumo

delle nuove fandonie così simili alle vecchie

parla di cose vere col sigillo dell’evidenza

affinché ai bambini non manchino i buone esempi

Agli instancabili adulatori mai stanchi di lusingare

e sempre pronti a calunniare invitali a cianciare

con le galline della vecchia Baronia e del maturo Campidano

Maria Luzana er morta 'è gana

a brent'è istrazu Maria mustazu.



Occhi aperti alle false immagini, quindi, e orecchio attento alla balia

che racconta balle e non giudica  l'evidenza ma infila il dito nella piaga a far peggio del male

Alla mamma gli esempi e le buone idee di libertà, uguaglianza e pietà umana,

non la fraternità di Eteocle e Polinice, non quella di Romolo e Remo, né quella di Caino e Abele

alla scuola pubblica l'insegnamento delle cose vere quali sono i numeri e le parole

contare, misurare, pesare, vedere e scrivere, dare e non rubare



Ogni diverso da te - qualunque sia il suo aspetto -

ti è simile nell’animo e ha la coratella uguale alla tua



Tu, che si esprima a segni e il suo linguaggio 

incomprensibile a noi miseri e raffinati 

o canti come un usignolo emettendo suoni sconvenienti 

come usano quelli del Karakorum trapiantati nelle Antille 

o nel capo di buona speranaza, 

tu fagli sentire con un sorriso che nella tua 

e sua indole c’è posto per il senso dell'umana pietà 

che dovrebbe essere di serie nel l’uomo e nella donna

fagli capire - se ti riesce - che meschino non è chi balbetta

ma chi nell’animo deposita piccioli di fichi secchi



Chi si ribella alla morte passa per superbo e pauroso; 

il suicida passa per avido che disprezza la vita; 

la serena vecchiaia che accompagna per mano 

alla fossa passa per rimbambita; 

dei non nati si dice che non avevano le palle 

per vivere e finiscono col fare gli angeli del paradiso

 più grande dell'enorme giardino dove c'è ogni ben di dio, 

nulla è necessario e i sapienti se ne stanno in anticamera 

a dir che l'adulterio non è peccato 

e a disputare sulle lamentele di chi ruba la notte 

e di giorno giura sull'onestà della moglie 

che gli dorme al fianco, russa e non è fedifraga.



Kust'e su porcu, kustu la mortu, kustu lat'uscrau, 

kustu la manicau, a kustu non dhe lan dau ca ata iscopiau.



Sensi all'erta, dunque, dove si mostra il ridicolo e i buoni a nulla

fanno i prepotenti per non essere da meno degli esecrabili violenti



Davanti a loro ricordati del nostro venerabile antenato, tziu Fenisi Biadu

primo degli antichi defunti e felici Fenici di cui nessuno aveva alcunché da ridire

se non chiamarlo - zio della botte perché amava bere il vino dal rubinetto

ma inappuntabile nella vigna e irreprensibile nei pubblici affari

eccellente nel bere con gli amici e perfetto con i familiari

che puntellava col bastone della ragione affinché rigassero dritti

e nel suo orizzonte nessuno era indegno e nell'aria chiara del quartiere

non albergava nessuna immagine di assurde fantasie

nel suo cielo, il suo animo e nel suo corpo tutto era trasparente



Maria sorridi alle sfacciate adulazioni e alle blande lusinghe



Sa mendula ‘è Maria

Cà pèrdiu su corjiolu

E Deus pro su dolu

L’à fatta ‘à Maria Pia.



Sappi o Maria, che vi sono nel nostro mondo malattie

al cui corso ci siano competenze che le possano ostacolare

vano è fuggire la fine naturale delle cose ma bello è cercare i rimedi

al disagio che ci assale per superarlo o rimandarlo indietro

Maria non cedere nulla di tuo a chi con artifizi te lo chiede

se pensi che possa nuocere a qualcuno o a qualcosa che appartenga a tutti



Maria, non so se sia giusto lasciare in eredità ai figli

quelle cose che durano più di una settimana

per cosa poi, per lasciarle a cani e corvi,  furbi di più cotte

sempre in agguato per affondare le mani nelle borse comunali?



Meglio il detto dei proverbi che suona:

Giusto e santo che il frutto cada sotto l’albero

Maria, se quel che ti scrivo ti pare poco congruo

ricordati che non leggo oracoli né faccio oroscopi

e sappi che sono di quella vecchia lega

che ha più cura delle scarpe che dei piedi,

perchè i piedi li conosco e so che valgon poco

penso quindi più alle scarpe che li devono contenere,

che sian comode, altrimenti non sto in piedi

un momento in più del necessario per la foto rituale



Penso che la scuola pubblica o privata  

debba servire a educare i figli a diventare migliori dei padri



I nostalgici d'Irillai – che han sempre 

la più bella immagine della lontananza 

avrebbero fatto ritorno al mare sicuro 

(senza vortici, mulinelli e saraceni) 

solo quando i prodi campidanesi e gli spassosi baroniesi 

li avrebbero richiamati per le vacanze estive 

sulle libere spiagge del mare

Era naturale, quindi, per gli ansiosi d'Irillai 

rifuggiarsi in altura, poiché temevano i saracini 

che non sapevano tossire e non scatarravano mai, 

tunisini predatori della prima armata di Diddone 

all'oscuro dei malanni della malaria 

e quelli della seconda armata di Annibale, 

immuni dal mal di gola ed esenti dal sanguinar dal naso, 

quando si affacciavano alla costa con l'intento 

di bruciare i pinneti di frasche gridando persino: 

vi bruceremo come muggini; naturale per gli ansiosi, 

quindi, rifugiarsi con forchette e coltelli, 

dai parenti che vivevano nelle montagne dell'interno 

dove la rosa canina guarisce dalla tosse canina 

e il venerdì mangiavano trotarelle infarinate 

e fritte in olio bollente contro il mal di testa,

 mentre quelli di Orosei con le mascelle dure 

come le pietre liscie del Cedrino, 

si difendevano con le stanghe tolte dall'asino alla mola,

 dai cartaginesi indiavolati con le labbra arse 

e screpolate dalla febbre sempre alta, 

che traboccavano dalle barche mascherati con rami d'olivo

 e d'alloro e urlavano come se la squadra avesse 

vinto il campionato del Maghreb senza prendere

 per una spezie per non vomitare scommesse,



Signore, pregava la nonna, fa che nessuno dei figli mi diventi mancino.

Dove sta il male, borbottava il nonno, nel servirsi del proprio piacere?

Penso che l'educazione scolastica, ribadiva il primogenito,

debba servire a distinguere l’amore coniugale da quello tra cortigiani.

La femmina maggiore, quando fu il suo turno, disse

che la virtù stà nel vivere comune  dei tanti

mentre la felicità si rintana nell’animo dell'essere solo.

La nobiltà non so cosa sia, affermò uno dei figli di mezzo

se non è quella condizione che impone la bontà all’animo rude.

L’opulenza in famiglia, uscì detto dalla bocca della bambina sveglia

è quella condizione economica che si fa beffe dei morti di fame.

La fortuna, lanciò detto il giovane tra una cica e l’altra

è l'occasione fortuita che non può star chiusa in veruna cella guardata a vista.

Cos’è la gloria, scappò detto alla malinconica figlia della fertile coppia

se non l’eco incredibile di un ricordo irripetibile?

La bellezza non è solo ciò che piace, sentenziò l’ingordo della folta prole

ma deve anche saziare almeno fino all’alba del giorno dopo.

La salute, a detta del figlio più prolisso della casa che irrompe sempre

all’improvviso come il temporale nella mezza estate sarda

è quel bene visibile ben disposto al riso e alla burla

a cui è si negata la gemella malattia che proprio non sopporta

il solletico in nessuna parte del corpo visibile     



Sentenza di Ippia: tutti gli uomini sono consanguinei e concittadini, se non per legge, per natura.



Se il mattino ha l'oro in bocca io ho di notte

il muco nel naso la cispa negli occhi e la cera negli orecchi



Maria, prendi le medicine quando niente può peggiorare la tua condizione

Maria, abbi cura di te e impara a dir bene cose belle, buone e utili

Capisco quanto sia difficile fare quel che non si sa

ammetti quindi senza timore di non sapere fare quel che ti si chiede

abbi premura di dir quel che non sai non essendo in grado di poterlo fare

Maria, improvvisa se le cose che hai da fare te lo chiedono

Improvvisa sugli affari che ti riguardano prima di farlo con i vicini

Quel che non sai dire scrivilo,

quel che non sai vedere dipingilo

Maria, non far teatro fuori dal palco,

non provocare il dolore fingendo di averlo,

non sorridere dove si soffre

Non mostrar letizia se ti affligge un callo

Il puro stile è non averne alcuno 

come usa il miglior Signore del Campidano



Oddio, esclamerai, o Maria,

quanto sono intelligenti quelli che contano più di noi!



Difficile come ricostruire la vita dei nuragici

 suonatori di magiche launeddhas 

Dio, cavar suono da un pezzo di canna!

 Poi si passò a castrare i bambini e farli delicati 

come le madonne Isolane, affinchè cantassero

 meglio di certe fanciulle sguaiate 

come le peccaminose femmine del Nordamerica 

nelle finestre chiuse sbocciano i garofani dell'amore

pur con le braccine delicate da ragazzine appena fatte 

come impiegate modello allo sportello in banca

come Taniella Zeniosa, labra 'e bitella, 

la sguaiata di Lucula dagli occhi grandi da vitello, 

che urla come una fata nel bosco,

 ad ogni tuffo nella pozzanghera sotto il ponte, 

per lei il sesso tra cugini non è peccato, e alleva, 

nel cortile della chiesa, volpi scarlatte con la voce bianca

 come i cinghiali delle foreste del sud, 

con la coda attorcigliata con malizia

nei cortili del sud gli adulti battezzano i neonati 

che hanno in bocca le ultime novità del creato 

a cui si finisce per dover credere: 

a che pro tutto l'esistente se lo scopo non è Dio?

 poiché sono i più recenti prodotti del Sommo Creatore 

di cui si sa tutto e ogni santo che s'intende di cura, 

guarigione e salvezza può intercedere presso di Lui 

con diverse preghiere e varie invocazioni,

 da quelle di Frà Ignazio a san Biagio

 e san Francesco a santu Paddheu ki sanabat' che a Deus,

 fino alle preghiere che cantano gli uccelli 

col batter la coda, e l'inno dei fiori e dei frutti 

che ogni mattino della precoce primavera levano a Lui



Non c’è macellaio che non sogni almeno una volta nella vita di macellare

il cavallo vincitore del derby e di bastonare a sangue  il fantino premiato



I sa domm’è su re

Fachen su binicottu

Pro ndhe manicare tottus

Sos orfanos de Torpè.



L’agire naturalmente spontaneo è la miglior protezione dell’animo

Maria, vedi un pò, senza clamore,  se è meglio pulir le unghie

o tagliarle dove si annida la sporcizia

Adotta la tua giusta misura se vuoi passare inosservata

se vuoi essere notata basta specchiarsi nella vetrina

del gioielliere del Corso dove si paga per entrare



Tieni il fisico in forma con i suoi difetti

e abitualo a mostrarsi al medico di turno

ungilo di grasso per esporlo al suo gelido sguardo clinico

tienilo muscoloso e lucido e brillante come i muri del cimitero

intarsialo come la bara che dà lustro al suo vigore



Voglio pensare, o dolce Maria, che nei tuoi giorni a venire

tu possa fare incantevoli viaggi durante i quali visiterai

posti meravigliosi e di essi ti innamorerai tanto da stabilirti nel più bello

e se continuerai a conoscere il mondo potresti incontrarne altri straordinari

da farti vieppiù sbalordire fino a dimenticare il precedente più bello

con ciò vorrei solo capire che scelta farai tra il continuare i viaggi

verso il luogo sempre migliore o decidere per un posto qualunque

dove godere con animo sereno del ricordo delle belle città visitate

da cui hai tratto giovamento non diverso da quello che anche le città

hanno avuto dalla tua presenza perché di buoni scambi si è trattato

di quelli che soli permettono alla soavità del domicilio interiore  

che qualsiasi grotta vada bene a vivere in pace con i tuoi simili



Maria, ama la timida e sospettosa lucertolina

 che è solita spaventarsi e sceglie 

il posto adatto per vivere, subisce il clima 

e non so come si alimenti se non acchiappa moscerini

 al volo e per non deprimersi si mostra grata 

al sole che ha cura del mondo come un medico 

virtuoso felice di non far mancare i farmaci adatti

 agli incontinenti stanchi di far magre figure.



Cara Maria,

voglio pensare che in te sia sempre facile

dire quello che pensi, quello in cui credi

come se fosse la verità ad affermare

il tuo naturale punto di vista in ogni circostanza.comune

Maria, ti auguro di aver saldo l’animo

che tiene vivo e fresco il mondo interiore

che avrà cura di sbrigare le tue faccende nel mondo.



Maria, avrai sentito o sentirai, parlare di dio,

 cosa che io non avrei mai fatto perché non so

 chi sia o cosa sia e perché debba io, o tu, 

avere da adorare chi non conosco, 

che detta le sue regole tramite i miei concittadini,

 mi pare meglio adattarsi alle leggi del mondo 

che essere felice nel suo nome o triste e ombroso 

senza di lui, mi pare naturale parlare del sindaco 

del paese o dell’animo che regola i nostri affari pubblici, 

non so perché  parlare di questo dio che non conosco 

e non delle persone con le quali dobbiamo vivere



Non arrabbiarti Maria, se si altera la cottura del sugo,

non arrabbiarti mai se hai ospiti a pranzo

e lascia correre l’acqua che gira il mulino

ma occhio ai gaudenti azzimati, lascivi  

e avvinazzati, che fan salotto al cesso

e non si alzano dal tavolo senza le pastarelle come gli sbandati,

mentre i saggi sgranocchiano ogni notte scodelle di nocciole

ma  quando sbrigano la faccende pubbliche e private

lasciano che il vento si faccia tramontana

e disperda la buccia delle caldarroste

fuor delle mura del cimitero



Selva oscura” è il luogo dell'immaginazione, 

la cecità di Omero, alla immaginazione non serve la luce 

del sole, la mente è l'universo delle immagini, 

il cielo delle parole, il caos delle cose 

che fanno affari fuori borsa, il caos della natura 

da cui si trae la vita per l'esistenza del mondo



Non una notte senza pensier d’amore

Manica su kivu e dassa su korju.

Non un giorno senza far nulla



Tziu Kiskeddhu Korda, capraio di Farcana e Marreri, 

sposò Kaderina Kivarju che ripeteva sempre 

alle amiche quando bevevano il caffe a sorsetti come le galline:

- Che il mal peggiore mi perseguiti come una calunnia 

fino alla morte, se ci pensavo a sposarlo; 

non mi guardava nemmeno quando capitava a casa 

col velluto nuovo. Lo vedevo come il più bel fiore 

del campo, quando passava a cavallo col fucile in spalla

 per spaventare l'austriaco, pulito come un dottore, 

col latte fresco per il Nordamerica, 

il latte di capra più buono del creato. 

Non l'ho mai sentito tossire o starnutire, 

né soffiarsi il naso, con la faccia rossa della salute 

come quelli che bevono il forte vino d'Ogliastra.



Credo, o pia Maria, che un buon libro sia come una botte di non vino

che è come bere alla sorgente

Leggi il libro, Maria, che hai avuto l'ardire di acquistare

Leggilo come il nonno che beve il vino che da coraggioso ha comprato

Leggi quindi un libro per vedere quel che dice della tua persona

Cerca nel libro il tesoro che  vi ha nascosto l'autore

Leggi il libro e aggiungivi quel che vi manca, come un pò di sale alla minestra



Sono costernato davanti a una piazza di persone inginocchiate

che aspetta di essere benedetta da un uomo in pantofole

di velluto o di raso da baciare e anello d'oro al dito col quale è nato,

che probabilmente non ha mai aperto la finestra da cui si mostra

a benedire e pare convinto di vincere la malasorte che ci vola sul capo

a zigzag come la colomba pasquale sulla catastrofe in atto



L'arte del politico è crearsi una fazione di servi adulatori, 

complici e fannulloni, appassionati sportivi e maestri 

di carte che si vestono come lui, 

di velluto tra pastori e di fustagno tra contadini 

e tra i muratori il tweedy, si fa pensieroso tra i preti 

e pieno di vita tra tenores e morraioli: 

il politicante non sarà mai colto alla sprovvista 

nemmeno dal magistrato di turno 

e  nella rassegna retrospettiva del suo passato 

non ammetterà mai di aver sbagliato 

e conta sulla plebe – i falliti in arti e mestieri e bottegai, 

ciccioni questi e abbronzati gli altri - 

che ama la comodità dei cortigiani, 

gode nello spendere denaro in belle rebotte 

e aver cartucce nel sacco per andar la domenica 

a caccia con i soci a dissipare gli intrighi quotidiani e casalinghi.

 Finirà zimbello dei preti e passar la domenica di guardia.



Mi ripugna chi ostenta umiltà e ha più beni del re,

più sfarzo della regina, vive come un satrapo

anche se dice di mangiar pane raffermo

e ha più seguito di un leader che

– al primo canto del primo gallo -

può finire sulla pubblica forca

senza conforti religiosi e lontano dalla sua cricca



All’esuberanza dell'autore salta la pagina,

che è più facile del togliere il sale dalla minestra

Scrivi nel tuo diario quel che a chi lo ha scritto sia sfuggito  

o vi abbia la sorpresa di aver ritrovato l’oggetto smarrito



Tichi tichi puddichina

Tichi tichi puddichina,

col’è cria à boch’è ballu

sor diaulos a irballu

supuzan cada cantina,

tichi tichi puddichina.



Io cerco nella lettura quel che non so di me

e se non vi trovo nessuna oscura rivelazione

passo al vaglio il tempo nell’ombra della pergola

dove i cavalli ombrosi diventan docili come conigli



I libri son scritti per esser letti,

sta in noi capire se ne è valsa la pena

o è stata la fortuna del piacere ritrovato



Apriamo i libri per vedere quanto l'autore sa di noi

e delle sorprese che ci aspettiamo da lui

Ogni pensiero merita di esser scritto

almeno per vedere se resiste al clamore del domani



Pensa una frase al giorno, scrivila e avrai ogni anno un libro di aforismi



Penso, per esempio, che midollo e miele di una ebbra vecchiaia

sia un onesto litro di vino quotidiano



L'uomo è animale che si nutre per non morire prima del tempo

e grida come un garzone in strada: viva il re a chi può fare a meno di lui

e addiritura gli organizza l'esistenza nel cielo stellato dove nulla è tossico,

non v'alligna pestilenza, non malerbe né malelingue

insidiano la pennichella nel chiostro dei desideri



Chi vuole esser certo di tutto alla fine sarà deluso e depresso.

Egli ha studiato con metodo e con profitto per farsi una personalità;

quindi presenzia a riunioni dove interviene con spirito e, come un tassello,

dice della peste tebana, della malaria sarda, 

e della diarrea che senza febbre tonifica il corpo.



Nessuno più  mi capisce

poiché  il primo e unico ad avermi capito

è morto prima di me



Veniva col sole dal lontano oriente affinchè la sua creatura

apprendesse l’arte di lanciare le pietre senza usar la fionda



Si racconta - tra noi - di una donna che venne col suo bambino

in braccio e vagò sui monti della Barbagia fin sulla cima di Gonare

dove i pastori edificarono per la sua famiglia 

una chiesetta per dargli riparo

e farla riposare quando il tormentoso inverno

 usa coprire di neve le vecchie pietre

del più antico Gennargentu saldo in mezzo al mare

 smarritosi come un profetico patriarca

nel tracciare con la luna di gennaio il sentiero del talco 

alle greggi transumanti scoperto dalle boboroskine

che vanno e vengono da e verso la mite Baronia 

della vecchia Orosei alla nuova Bosa dove declina l'astro

che guida le genti nel mito del Logudoro 

dove Ercole trapiantò il giardino delle Esperidi 

per l’arrivo del Messia Figlio della Madonna 

dei fiori di campo, sempre  serena senza rider mai

sguaiata, che riscatterà la Sardegna dall’abbandono

che conosce fin dalla sua remota e arcana origine

nel mondo delle divinità astrali che fanno oroscopi

e calendarida vendere fuor del tempio il piazza del mercato



Sono inadatto alla guerra e mi strema il solo pensarci

che sia un affare di ricchi e sani vi partecipano anche i poveri

purché abili a prendere di mira il bottino del vincitore

e poco importa che sappiano leggere, scrivere e parlare come Cicero

poi ci sono i pitagorici per contare con la ‘pascalina’ morti e feriti

La guerra non è per sfaticati come me che non sono agile ne smilzo

ma incapace si di colpire con un panino raffermo

il punto debole del nemico ancora vivo che resiste a piè fermò

all'assalto di flaccide falangi che ciabattano col cruciverba in mano

per non addormentarsi come cavallerizzi ubriachi



O Dheddha dali sa titta  a Maria 

ca si prenat' sa buka e si cossolat’ sughendhe…

Ca ja l’at accattau su yocotu…



Chissà perché i ricchi riescono quasi sempre

a concludere il percorso scolastico prima dei poveri

che forse non potevano pagare per aver insegnanti migliori

o forse i poveri bastonano i figli che non studiano di più

i ricchi non conoscono la vergogna né i genitori li puniscono

gli uni elogiati in pubblico gli altri malmenati in privato

il bimbo che affamato piange quand’è sazio dorme

se facoltà e impegno sono uguali potrebbero concludere insieme

così nel mondo libero liberi vanno i portafogli e i patimenti



I rami storti e  secchi dell'albero della vita si potano cammin facendo

in famiglia e in paese in qualche modo si raddrizzano

Vedi, o Buona Maria (perchè  Buona hai da esserlo

altrimenti pizzicotti e sculaccioni senza ulteriori privazioni),

vedi, o Mariapia, ci meravigliamo delle trame del ragno

dei favi di miele delle api e delle scorte alimentari delle formiche

ma vuoi mettere il lavorio degli umani e le reti sociali dei mortali

e l'impegno dei cristiani senza i quali il mondo perirebbe?

Nessuno chiama in causa il senso della giustizia

che viene a noi come la gramigna dalla terra

Nessuno ingrossa la moglie come le sue voglie mescolate al piacere del marito

Metter su famiglia è un piacere o un dovere?

Certo non è un dilemma se dietro l'incarico c’è un salario

Nessuno chiama il pensiero

I ricchi amano essere i primi della classe

e i poveri la coda mozza del paese

Nessuno chiama il sonno

Riposo e fatica sono all'ordine del giorno

Bello fare e contemplare se c’è chi fa da mangiare

Nessuno chiama la fame

La metamorfosi, che in poco tempo avviene nei bruchi 

che mangian fiori per farsi farfalle

in noi richiede qualche mese in più e solo fra qualche inverno 

avremo le ali a corazza e senza piume come la cocinella

che sempre di meno viene a stare in città con noi

per paura delle urla e le farfalle delle malelingue



Maria, abbi memoria di te

richiama spesso le cose alla memoria

ma delle molte che vanno e vengono dal deposito senza porte

delle conoscenze, tante se ne smarriranno

i ricordi - che datano il tempo - sono il suo esercizio

e chi ricorda sbriga al  meglio gli affari

chi i ricordi li ha labili di solito usa scriverli

e uno al giorno nel giro di un anno fa un libro di ricordi

dove distinguere i belli e brutti che ci stan tutti

per esercitare il gusto sovrano di ciascuno

che decide sulle cose che ha da raccontare



Sii sapiente, o Maria, come chi sà quello che fa

quando calza le scarpe leggere da tennis alla prima moda.

Siilo  come lo smilzo pescatore che va cauto per mare anche se sa nuotare.



Ricordati che i pieni di se son fieri della loro superbia

e non pensi male se ti riferisci agli angeli bonaccioni

che son diventati diavoli come sovente succede tra noi.



Maria, quando sarai grande

bada a quel che dici per non essere fraintesa

e tutto ti si rivolti contro.

Sappi che ogni paese ha il suo grand'uomo

che si esprime a suo agio in sale affollate

proprio come l’uomo comune si concede al proprio io

nell'intimità del cesso di casa sua avvertendosi

di non sentirsela di andare in giro

a raccomandare le sue ragioni come probabili verità.

Quel che è naturale non stanca mai

d’aria non siamo mai sazi, né d’acqua

non la luce viene a noia, né il buio

l'immutabilità armonia delle faccende non ci pesa mai

i giorni che si ripetono uguali non mi danno fastidio

Quando sarai grande sentirai chiedersi chi noi siamo  

tu pensa a un organismo vivente,

un prodotto spontaneo della natura,

un formidabile  aggregato d’aria, acqua, terra e fuoco,

un elementare entità d'azione e di pensiero

formatosi in silenzio per far chiasso

per tessere da se il suo destino

contemplando lo specchio celeste che riflette l'universo.

Vieni alla luce Maria, esercita la fantasia

aspettiamo il tuo parere sulle cose vere.



Ricordati o Maria, di quella vaga storiella

raccontata negli asili scolastici dalle maestre

quando finiva il midollo e il miele dei fichisecchi

di cui van ghiotti tutti i bambini del mondo

che in un punto dell'orizzonte dove ora sorge il sole

c’era una volta una tribù di docili asinelli

con due eleganti corna sulla fronte

che un pomeriggio d'inizio primavera

riunitisi in assemblea nella sorgente del Gologone

decisero di perdere le corna perchè non sapevano che farsene

tanto aborrivano sia il giogo che il basto

e adottare in cambio una bella coda utile e duttile

a cacciare via le mosche dal fieno della greppia

e a spazzare le superfici sporche dove siedono le comari

a pettegolare cucendo e ricamando gli abitini dei figli

promossi e rattoppando i calzoni dei bocciati

che non ricordano più dove stanno i liberi asinelli sardignoli

Nuanda e la prima volta nella vita

Maria controlla l’ira se ti riesce poiché una volta sbollita

per quanto sia brutta non lascia segni in campo

e orecchio al turpiloquio che è il linguaggio dell’arroganza

morditi le mani che menano se ti vien voglia di parlar male

nessuno è furbo fino alla flagranza del primo illecito

si dice che la furba volpe copra con la coda il suo bottino

il padre bastona il furbo figlio se lo coglie con le mani nel borsellino della mamma

i furbi colti a leccarsi il miele dalle dita,

sfottuti da compari, comari e villani in piazza

finiscono per impiccarsi nella stalla come pere che maturano per l’inverno

Sì dice che prima dell'arma uccide la lingua

Sensi vigili e mente aperta nell’adolescenza quando sboccia il fiore

dall’albero della vita come valutarne i frutti o i danni?

L’adolescenza è il periodo del corpo che rivela la sua natura sopita

e non so davvero che compagnia accostargli

se non la cultura delle cose ben fatte e degli affari gradevoli e innocui

Dubita, Maria, delle salde convinzioni paesane e nazionali

dubita, Maria, dubita delle tue stesse convinzioni razionali

fin'ora il mondo ha percorso il sentiero della gloria eccelsa

e l’altro dell'eterna pena che, come due fiumi

- merito e punizione - paralleli scendono allo stesso mare

della enorme mescola dove il tutto si dissolve



Vola o nuota dove finisce la terra

e occhio alla malvagità che invita l'ansia al ballo

Fai qualcosa di utile e onesto per vivere ogni giorno

e ogni giorno non potrà che essere bello

Non temere di parlare perché la parola onora il respiro

Non far nulla oggi che possa nuocere domani

Non essere di intralcio oggi al necessario di domani

Non temere di fare quel che può renderti migliore

Vivi libera senza cappelli stretti e cappi al collo

pancia sgombra, nessun ceppo al piede in scarpa comoda



Con qualsiasi intento io esca di casa

appena varco la porta sulla strada

subito si levano contrari i venti

ostili in qualunque direzione mi incammini

e il loro soffiar par che mi dica

di non essere oltremodo egoista

che pensi sempre e solo a te

-Maria -

come mio unico bene maggiore

-Non c’è lavoro senza resa che dia senso alla fatica

se non la passione per la creazione

Maria, ama quel che farai e non ti stancherai mai-

Pensa, o Maria, che stai per venire al mondo

che è quel luogo dove il vento corre a perdifiato

e se nel mare Tirreno non trova ostacoli

gli allunga per bene le orecchie alte e lunghe almeno

come due palazzi di venti metri misurati uno sull’altro

quando nello stretto si scontrano le correnti opposte

che mettono subbuglio nel canale di Sardegna e Corsica

lì si che il vento- padre di scompiglio e procella-

Gonfia le vele come la boria che solleva il petto

dei prepotenti che scherniscono i baci d’amore



I sa corte è su re

faken su  binicottu

Chi sa ficumurisca ‘e tziu Perchè

E sa lamia er de Mimiu Picottu



Leh, sa boche er de Tatana

Ki pesat s'iskina che ruca

Ca à cad’apert’è buca

Paret una frullana



Ma tu, dolce Maria, perchè dolce devi già essere,

non ombrosa, lascialo correre

quel vento che rende volubili le persone

che in un attimo schiantano d’ira

e subito appresso scoppiano d’allegria.

Lascialo correre e preparati a stendere le tue cose

che col vento che tira certi giorni nella piana di Marreri

li asciuga in un attimo come fichi secchi

Senza correre, Maria, affrettati senza affanno

a darci la mano tenera da tenere

con lei sentiremo il respiro delle parole

che esprimano solo cose vere

non fandonie da ciarlatani urlate alla tv.

Quando a Orune impera la tramontana

le Marie si rintanano in casa

mentre curano il giardino col vento di Bosa

che porta l’acqua per le rose mariane

e se uno porta affanno al promontorio

l’altro da la gioia lungo il rio Isalle.

Le sapienti Marie d’Irillai, d'Ohiai e Biscollai

conoscono i venti che portano i guai

e scompigliano le permanenti alle signore.

Cionondimeno lo amano il vento del Mediterraneo.

Le Marie che conoscono i venti

conoscono a fondo i propri parenti

che hanno a che fare con il mal di denti.

Non c’è una Maria in questo mondo

che non conosca il lavoro del marito

e gli neghi il piacere di un girotondo.



Erasmo: la felicità consiste nel contentarsi di ciò che si è.



Senza correre, Maria, affrettati senza affanno

ti aspettiamo per aiutarci a distinguere

ciò che è buono e bello da quel che non lo è

Sulla fronte delle persone buone

si specchiano le virtù cardinali:

- Intelletto, Scienza, Ragione -

Senza di loro non vale la pena vivere

Ricordati o Maria, quel che dice il nonno

-(Per quel che può valere!)-

che non c’è vita che non sorga con la gioia

e tramonti con la pena della vecchiaia

La giustizia è figlia del chiaro giudizio

e si chiama Maria

a cui si appellano i mortali figli della ragione

Più facile ricordare il bene ricevuto

da quello fatto. E’ il male?

Si dimentica prima quello fatto

o quello ricevuto?



al via i ragazzi del ‘99

sul dorso degli asinelli degli ortolani 

che conoscono la strada del mercato 

e ci arrivano con la soma delle verdure da vendere 

e per la giovanile gioia di vivere minacciano di rapire 

i somarelli agli Ortolani per entrare a Gerusalemme 

come il Nazareno con l'impeccabile seguito apostolico 

 in procinto di liberarsi dal senso di colpa del corredo femminile



I migliori dei buoni a nulla finiscono tutti decapitati 

e non mi piacciono gli scanna polli 

e non perché possa capitarmi ma perché non mi va 

di vedere il sangue abbandonare il corpo che muore



Sappi, o Maria,

tesoro fastoso nascosto nel cielo,

che la pentola a pressione trasforma

in pernice colorata il vecchio gracchio isolano



Ricordati, cara mia, quel che dice il nonno

Che il tuo nome è Maria

E che la meraviglia della creazione

Non è solo aver fatto l’uomo è la donna

Ma averli dotati di un nome adeguato

          - che dopo tante pene -

tutti finalmente intendiamo:

           - è Maria il tuo nome-



Qual'è il passato della Sardegna?

Schegge o frantumi di esercizi altrui

Chi ha dato il nome alla Sardegna

sapeva certo più cose di quante ne abbia studiato io

che non riesco ad andare oltre la vaga idea

della mancata responsabilità di essere pienamente isolani

ma io l'avrei chiamata Maria l’isolana



Di recente, affinché io lo ricordi,

un gatto fu ospite a casa

e dopo vari tentativi di chiamarlo

rispondeva sempre con un miao e la coda tesa

dei vicini dissero di chiamarlo miagolino

ma, ostinato come tanti paesani insistenti

lo chiamai col biblico nome di gatto sardignolo

e forse offeso dal termine, scomparve senza salutarmi

miagolino sulla strada disse di chiamarsi gattino mariolino



Kalike ‘e muru, cara Maria,

senno e ragione sian con te,

è una piantina grassa a forma di calice

che spunta nei vecchi muri di pietra e fango

e si riempie della rugiada che bevono le fate

che durante l’infanzia chiamavamo:

le lacrime della luna orfana della mamma



Credo che se la ragione abbia dimora nella mente

non si curi proprio che il luogo dove risieda

sia in un corpo maschile o femminile



La ragione è la terra madre che dice al suo frutto:

- Pensa a te  e vedi per non dormire mai -



La ragione è come dio, né maschio né femmina

La ragione è figlia del pensiero che vive di sola aria

La ragione è il frutto più buono della mente che pensa



Nara o cul'e timinzana

ki sa daga Predulana

ti currata cantu prima



Maria non farti più alta del necessario

per non impiegare il cervello nella crescita

non rubare la stazza a chi coglie le olive dal ramo

non affaticare la mente per allungarti come usano i bassotti

Maria, fatti della giusta misura della saggia bontà

Vieni Maria, a far del tuo anno una più Lunga primavera

Benvenuta Maria per dare il tuo nome al nuovo anno



La ragione di Maria vede più di buon occhio

le cerimonie rustiche che non le ritualità mistiche

vede di far tifo per il meglio delle cose profane

e sorridere sconsolata per i tristi affari di sacri misteri

che chiedono sacrifici contro natura

La ragione è la dea della vita

che quando il corpo che la contiene  muore

vaga senza posa nelle fiere all’aperto e nei mercati al chiuso

in cerca di un corpo semplice, una casa comune, senza confini

un non luogo vuoto e oscuro, puro o contaminato, senza limiti

che dia asilo alla sua luce con un elementare e disinvolto -: click

La ragione è il primo sussulto della terra

che ha creato le spelonche per dare riparo

a chi dubita di quel che vede se non sente la sua voce

dolce e chiara, amichevole e confortevole come ci si aspetta da lei:

La voce incantevole della ragione

La ragione è quella dea che se ne infischia proprio delle celebrazioni



Disgraziato è, o Maria, chi manca di propria grazia

quella spontanea che fa quel che si è

e si veste di grazia altrui come chi si copre la zucca pelata

con un parrucchino che vola via con lo spirare della vita

o s’infila - per una festa nuziale - la dentiera della mamma

che gli salta in bocca come un confetto fluviale

o un occhio di vetro raro come un diamante del Cedrino

Disgraziato è chi manca della grazia necessaria della pietà



Coro meu, Maria, sa massaia ‘è dommo



Nascondete le baionette; sotterratele, che le rifonda Vulcano

a far nuovi fornelli per l’arrivo dei nuovi poppanti



Pensa, o  Maria, a quant’è giusto ribellarsi a un ordine iniquo

pensa a quant'è bello obbedire a un giusto ordine

Sappi che io ci penso nei giorni comodi

e mi par che chi non ci pensi mai

sia capace d'ogni nefandezza a casa sua

fino a tendere uno sgambetto alla moglie

far cocci di porcellana e passarla per maldestra.

Occhi aperti a che tali personaggi non siano oggetto dei tuoi pensieri



Maria, ama il prosciutto e mangialo con gusto

               e lascia la cotenna al nonno che condisce  

il minestrone meglio del più prezioso diamante

Maria ama il porco che tutto quel che mangia

trasforma in eccellente cibo per la stagione

dell’amore immortale più bello delle pietre rare

brucia, se vuoi le setole che profumano come il timo

e intrecciale con aghi di pino del bosco fatato

e fanne collane di ghiande belle come perle

e donale ai maiali bradi che leniscono i dolori

e le pene agli innamorati respinti.

Maria, il problema non è del porco se gli sciocchi abbondano

ma è degli stupidi restii a mangiarlo per non disobbedire al sole.



La morte è la regina del silenzio che non apre bocca e mette a tacere

i  grandi eserciti che molto hanno pianto e altrettanto hanno esultato

Occhio all’inganno che si nasconde dietro facili promesse difficili da mantenere

Occhio alle lusinghe ancelle dell’inganno

Occhio all’inganno che si nasconde dietro ricchi beni di nessuno

Occhio all’esca che nasconde l’amo

Occhio all’inganno che si nasconde dietro il piacere senza merito

Di cos'altro ha bisogno chi ha la grazia di vivere in pace?

La verità diventa vera con la rivelazione

La verità nascosta appartiene all’altro mondo

La verità è che nessuno può vedere il mondo con un solo sguardo

Chi uccide fa si che tutti possano compiere la stessa azione

Cosa ci porta ad aver la capacità di uccidere?

La sopraffazione dell’altro per la supremazia di non esser punito

Il male è l’affare che ci causa sofferenza



I sensi raccolgono dalla realtà pezzi di materiali pronti all'uso

la mente invisibile li monta a modo suo e fa dell'altro.

Sul movimento del corpo: sia il lobo dell'orecchio sinistro

che l'unghia dell'alluce destro, sono informati e l'avvertono

quando le ciglia dell'occhio destro fanno l'occhiolino

alla donna senza trucco, ma col fiore dell'amore

tra i capelli mossi da un improvviso turbinio del vento



Quelli del Kontone Ballaloi si entusiasmano al passaggio di Kikina Karai

 la perla più bella d'Irillai. L'immagine della donna. Una bella puddherica.



Sappi che ogni bue domo và quieto al macello perchè è stato castrato 

il vitello per esser tenero e mansueto lo si castra da giovane per averne tenera la carne

sia quindi integro il mondo interiore di ognuno:

 casca il gran mondo se si rompe il tirante dell'armonia campata in aria



La femmina cerca il vigore maschile, il maschio la bellezza femminile

per far figli originali e belli nati perfetti per fare i capostipiti

-che si deteriorano col tempo e rinsecchiscono

come i fichi nonostante innesti e incroci-

come caciotte da insaporire col fumo del lentisco, del mirto e dell'alloro.



Zoppico? ok. Senti del marcio?  No. All right.



Ohi su babbu meu,

casticau dae deus so deo

ki no akato unu bakulu



Askisorju, tesoro cercato e alfin ritrovato:

inutile esser ricco se ti scuote la diarrea.

Il rimedio? La scoperta della ghianda arrosto.

Gigantesca trovata nel mondo delle invenzioni.



Invenzione dell’immagine - costruzione dell’illusione - 

creazione del leader che fa il bene per tutti

Il popolo composto da molto simili esseri unici: i più uguali degli altri

Nanchi chichinas chè maghiarju,

a boche’è crofarju tich’interrene

Sempre di ‘eletti’ si parla quando si vuole  imporre 

la supremazia dei ‘’migliori’’



L'unicità del sole nel cielo è data dalla sua doppiezza simultanea

o divina ubiquità del sorgere da una parte nel tramontare dall’altra



Chi viene a contatto della verità non la rivela ad anima viva

A sa murjia  s'arrangada

ki latte crudu e issalada

La scienza carpisce la religiosa verità dai misteriosi segreti

della natura prodigiosa timida e sfacciata

Non c’è giorno che non sorga con la luce

dal buio che ritroverà immancabile la sera



Meglio morir di inedia nel bosco

che servire a tavola di ricchi prepotenti e violenti

se non per poterli avvelenare in fondo al dolce mare



Davvero la realtà del momento presente

ci fa impotenti e incapaci di aiutare i più deboli di noi?

Siamo sicuri che dare una mano nel bisogno

comporti il rischo di andare a fondo noi?

Ma davvero non possiamo dividere il nostro pane

e la canottiera di lana con chi ha freddo e fame?



È ora di moda risalire alle faccende dei propri antenati

 inventando per risorgere - senza radici -  rigogliosi

 alberi genealogici che il fuoco del passato ha ridotto

in cenere e che il vento impietoso ha disperso come ha voluto

concedendo così alla pioggia di impastarla con la terra

affinchè nuovi semi attecchiscano dove penetrano

le formiche per dar linfa alle nuove genti

che verranno disposte al riso

e controvoglia al pianto



Agamennone offrì la figlia innocente agli Dei

affinché gonfiassero di vento le vele della flotta.

Il dio biblico fermò il braccio di Abramo

che gli offriva il figlio

e si contentò dell’obbedienza patriarcale



Insomma al misero mortale ogni sacrificio è lecito

per ingraziarsi la sovranità degli Dei Celesti



Lo stesso Dio della Bibbia

Lasciò morire in croce

Il figlio di se stesso



La sentinella nella garitta guarda attento attorno a se

per sentir vicino e veder  lontano

di nulla si cura se tutto è a posto

    ma se necessario sarà il primo a sparare

senza dover far centro se non c’è bersaglio



La verità come Dio non esiste

di vero c’è la terra con la luna

nel sistema solare annuale

e noi a far calendari



Le persone buone, quelle in pace col mondo

son le stesse che spontaneamente si offrono al sacrificio

tanto son  soavi che si lasciano sezionare come calamari

in piazza, nude come sanguisughe che scivolano sul catarro

viscido e verde sputato di recente come un detergente

come usavano le virtuose madri per l’igiene della prole

quando non c’era l’acqua corrente, per leccarli  come vitelli

da presentare ai banchi della fiera nel tempio.



La persuasione fa dell’arte politica un eccellenza

L’adescamento propagandistico la immiserisce

La credulità intristisce l’intendere e il volere

Lanciano l’amo nudo e noi ci infiliamo il lombrico

Noi, nati senza un perché, come tutto ciò che si muove,

siamo i soli al mondo a poter scegliere

dove, quando e come morire

con le novità del giorno



Non so perchè i famigerati esorcismi

si svolgano in ambienti oscuri e  segreti

o  sotterranei  poco illuminati come catacombe

come se si trattasse di oscure cospirazioni ai danni dello Stato

e non delle pericolose faccende con cui il demonio si insinua nel mondo



Maria impara a far le tasche dei calzoni 

che servono a contenere col fazzoletto le chiavi di casa

(le case padronali hanno tutte l'ingresso principale 

per i signori, e la famosa porta di servizio)

il portadenaro e la croce che abbiamo 

in carico dalla nascita che quando è grave

si porta solitamente in spalla affinchè 

tutti la vedano per confrontarla con la propria

poiché è stabilito che ognuno deve portare la sua –

e nessun altro può farlo per lui – perché solo a lui è dato sopportarla.



Sor frores de iskraresia no los keren in cresia

ca non baiulan su tukaru kei sa brasia

che cura l’ansia



Le oscillazioni a cui anche il nostro animo è sottoposto

sono la regola annuale della terra nel sistema solare

che oscilla un po qui e un po lì

come si inchina l'ago della bilancia dell’universo

il tentennamento che risiede in noi mi lascia perplesso

Da ciò mi chiedo

È la forza centrifuga che espelle la nuova creatura alla vita

o è la vita all’aria e alla luce che  attrae la creatura

alla propria autonomia  come una calamita.

La natura accetta l’uomo quale egli è

secondo la sua disposizione

poiché è una sua creatura.

Imprevista dalla creatura è la sua nascita.

Nella natura nulla è imprevisto

Quel che è è il suo aspetto.

La minaccia della morte ci spaventa come bambini soli al buio

Abbiamo esperienza della morte dalla fine 

che abbiamo visto dei compagni di cordata

Il primo suono emesso dai neonati dovrebbe essere il loro nome

col quale essere (battezzati) riconosciuti all'anagrafe

Ogni neonato aspira alla gloria tutta la vita

con la certezza di esser proprio lui con quel nome

Preti e diaconi sono gli interpreti e i fidati esecutori del volere di Dio

perciò non lasciano mai spenti i c'eri sugli altari

come a dire che danno luce al migliore asso in tasca

ma è ben misero chi si aspetta qualcosa da loro



È nei valichi montani che la terra mostrerà le sue crepe prima di sfaldarsi.

Non nei fondali marini dove scavano le sardine che non sanno ricamare.



Mentire senza far male 

è l’arte che salva la vita dalla monotonia



Che senno è quello che ci rinfaccia i difetti 

e schernisce il nostro lavoro?



A Maria Papassa:-

Ammentati, o Maria,

ki jocandhe ki s'ammorau

si roddhulat in una brazz'e karkina

Alla mensa comune  alla quale non mancherai

fai un uso moderato del vino del nonno

facendo in modo che nessuno resti escluso dal bene comune

A tavola si mangia e si parla quand'è avviata la digestione

( chi mangia da solo parla naturalmente di se stesso con se stesso)

perchè quanto più si dice più si rischia di sbagliare



Della terra ci si impossessa senza intascarla,

per venderla al mercato e farne un uso migliore

di quanto non sia capace di farne io…

A fine carriera i contadini si curvano verso la terra

come a scusarsi dei colpi inferti e ringraziarla dei doni avuti.



Chi pensa che il nostro cammino avrà una fine migliore del percorso,

è sconvolto dalla sua mancata presenza

 alla auspicata e ben attesa caduta nel regno.

La ragion di stato mi ha omesso dall'ultima guerra 

per pescare sottocosta e vogare senza vagare 

come la stella polare che se ne infischia 

delle flotte che si fan guerra in alto mare.

Ne sentirai parlare...

La ragion di Stato è la scusa che serve al re e agli snob altolocati

che governano le “‘Nazioni’’ , per non dire delle pungenti maledizioni

che in Baronia e nel Campidano si rifilano a preti e ai cortigiani senzadio

e a quelli che non li hanno addestrati al mestiere della navigazione

in alto mare per andare a vedere le sfingi e il partenone,

Babilonia e il colosseo, le cattedrali e il libero comune di Firenze

e quant'altro grava verso il sole che però ci tiene a salutare distanza



Ramadan è il nono mese dell'anno lunare musulmano

che se non sbaglio coincide col termine della gravidanza

dei cristiani



Sappi, o Maria, che il compagno Lenin per i proletari voleva fare cessi d'oro,

come poi si han fatto i ricchi eredi di Breznev 

per i calciari che giocano per loro;

i nazisti strappavano i denti d'oro agli ebrei,

poi gli israeliani, dopo la guerra del kippur, fracassavano a calci

le mandibole dei soldati egiziani che avevano i canini d’oro.

È la maledizione dell'oro che ci porta per mano alla perdizione.

Maria, abolisci l’oro dai tuoi orpelli e usa la collana

che il nonno si aveva fatto con i suoi denti man mano che li perdeva

Vedi Maria, all'orizzonte fin dai primordi il sole precipita e la luna,

la terra riposa col buio e nel cielo riprende il dialogo delle stelle maggiori

su quel che se non si vede e non si sente

e che non può essere presente nella immaginazione.

L'uomo e  la donna simboli della bellezza

dopo aver assunto la guida del mondo

pare che senza pensarci voglia autodistruggersi

aggiungendo legna al fuoco, anche senza esporsi

nei crinali ventosi a metà del gelido gennaio

quando non si lavora dal maltempo

e ci si riscalda al fuoco di sant'antonio

bevendo vino e giocando con sole 40 carte

Sai cos'è l'ignoto?

L’incognita è fuori porta; è in ogni contrada,

e si apposta dietro gli angoli come i sicari al lavoro,

fuor delle bettole, per sopprimere i malumori.

Stabile è la morte nel sostenere le radici della terra.

Bevi dalla coppa che ti è offerta e assapora la vita

che è il fiato della vela e muove il remo nell'onda

L'anima vive d'aria e una non ruba nulla per vivere in armonia col corpo

Non è questo il luogo della discordia.

Non dentro di me, che vado in giro come una copia,

tra innumerevoli altre coppie di garzoni artigiani

mentre i pigri cortigiani in corteo

che si imbrattano di farina altrui

cacciano via quelli dal passo incerto e malfermo

che tentano di accodarsi alla scia del gruppo

Diplomazia del regno animale

La singolarità della figura è data dalla pari misura

con cui ricevere simpatia e indifferenza

che non approda mai in aperta ostilità

Ricordati del nonno nei tuoi momenti comodi

ricordati che indossava sempre vestiti a quadri:

il prediletto principe gallurese del Galles

col quale immancabilmente andava a spasso

per capire la realtà che ogni giorno riguarda il singolo.

Appunto. E amava i miti greci come prima meraviglia della parola.



Marieddha intendhe sa boche

Marieddha colli in coro su donu

s'amante tuo est'inoche

isettandhe su padronu.

     (anonimo, a caval del secolo, a quanto so io)



I sogni ospitano le anime vaganti che simulano timidezza,

non danno soldi né baci,

son come se nessuno le avesse create.



Marieddha intendhe intendhe

su chi ti nà s'ammorau

ki in Casteddhu ha fravicau

chin preda diamantina

e abba netta cristallina

chi bi falat dae sa rocca

i s'appusentu ki corca'

intra sa luna ballendhe

Marieddha intendhe intendhe

                      (anonimo, del giovane xx sec, dicono)



Si giocava allo specchio il gioco della conoscenza

chiedendosi se davvero tanti indiani americani avevano attraversato l'oceano

e approdando nelle coste orientali furono uccisi 

come pellegrini avventurieri nel mare in burrasca

illusi da visioni di terre lontane dove si ha pratica nel menar le mogli infedeli



Sai del nonno che si appliccava con passione al suo mestiere

e ogni minimo evento lo induceva alla riflessione

così non gli andavano a genio i professionisti della cosa pubblica

i competenti in affari oscuri e i capitani del vascello

che fan festa sul ponte di comando, i violenti in casa

che fanno i mansueti in strada per paura del bastone in altre mani



Tieni a mente che

Una citazione al giorno non impedisce che i ladri rubino in casa,

e i delinquenti vivano in strada per arricchirsi

e gli dei siano insoddisfatti di noi tutti.

Compresi i belligeranti scialaquatori e i pacifisti parsimoniosi

e le donnine che fanno l’amore a libretto.



E' cittadino del mondo colui che concepisce se stesso come membro 

di una comunità pacifica universale sottratta alle leggi nazionali.



Non finisce mai il tempo che siano i migliori di noi a governarci

ora è meglio che le famiglie si tengano unite

 e stringano al petto le foto di gruppo

La fiammella del passato non si spegne mai sulla sostanza

dei nostri giorni fatta solo per vedere il magico domani.

Per mia natura farei a meno di dire certe cose tra la gente,

ma si deve pur parlare e scambiare opinioni di circostanza

quando il discorso langue, non si può solo ammiccare

come usano i lestofanti al bar quando distraggono la vittima

per sfilargli il portafoglio; si deve pur parlare, si,

e dir qualcosa degno di risposta; si parli, dunque

e si chiuda poi la bocca che non si asciughi la saliva

a tenerla a lungo aperta; taci e ascolta quel che dice

il diavolo che ti ha in cura e ti guida curvo per la via

tra la gente comune e spensierata che ha sempre voglia

di dire qualcosa d'intelligente che la riguardi

Il mondo reale è quello che mi chiede continuamente cosa penso di lui



Le cose che conosco hanno tutte un nome

 che non sta bene cambiare durante il gioco

Perfetto è il sole che non si lascia guardare a occhio nudo:

come l'infinito che non si lascia guardare fino in fondo.

Così l'animo delle persone non si conosce dalla pelle ma dalle interiora.

Nulla più della natura è imparziale verso i suoi prodotti: 

sia io che il suono del campanaccio legato al collo del vitello 

al pascolo, o un sasso del Cedrino o una radice d'olivastro, 

siamo figli legittimi della sua naturale e involontaria benevolenza; 

forse anche le cose invisibili, come gli incubi di chi si rivolta nel letto



Non c’è caca che passi due volte sullo stesso letto.



Forse alla fine del mondo i secondi saranno primi davanti

ai terzi che azzerano il calendario per ricominciare da capo.



Nella nobile terra fertile e incolta, nasce il giglio bianco nel campo

e la cicuta che può far reclinare il capo al re.

Cos'è l'onore delle armi?

Può essere onorevole uno armato di coltello che si difende con i suoi beni?

Non è sufficiente tenere a distanza l'assassino, chiamandolo barbaro o certosino?

Il cavo della scatola cranica contiene la matassa di Arianna

la cui funzione è farci capire quel che vediamo e scriviamo come usano i doganieri

Accostare le cose significa saperle vedere e immaginarle altrimenti.

Chi odora di santità se ne infischia della carne speziata e beve acqua e non aceto.

Chi conta di salire sulla croce si mantiene leggero come uno scricciolo

Chi pensa in vari modi da il meglio di se agli occhi della mamma.

Chi ha il dono della grazia non ignora l'indifferenza

che duole come una punta di stocco sulla rotula.



Dalla sempre vecchia trippa la sempre nuova caca.



L'aria è adatta al senno, la luce è adatta alla ragione,

l'ombra del campanile è adatta ai calunniatori

nelle piazze del mercato, miei fratelli carnali,

col vecchio e mai domo bisogno di far chiasso

in pubblico, come le galline nel pollaio a spettegolare

sulle faccende del gallo che veglia nella notte



Il corpo è la materia dello spirito e l'anima la sua sposa:

con ciò vanno avanti gli affari.

L'anima pungola lo spirito a spronare il corpo,

che, per riposare, deve sognare.

Tutto l'insieme cessa una sola volta di funzionare

e trae con se tutti gli impicci.



E' il corpo che quand'è sazio,

ci dissuade dal continuare a mangiare.

La fame è come la mamma:

ci incita a mangiare con più gusto le cose più buone.

A chiunque nasca benedetto dal caso,

è assegnata la sua giusta porzione di vita.

Illuso è chi crede di essere quel che non è e non è mai stato.

Ma benedetto da Dio è chi sa cucinare e fare

e bere senza tregua il fresco vino dalla botte della vita

La politica è lo svolgimento pacifico e violento degli affari pubblici

Chiunque vada in cerca di gloria, alla fine può trovare l'infamia,

come spesso succede a chi ama far politica per proprio tornaconto



Sarebbe sopportabile, di questi tempi, una vita con scadenza certa,

senza proroghe nè anticipazioni? Morire un giorno fisso senza rinvio?

Tutti come Socrate che aspetta la nave da Delo

tutti suoi scolari quelli con la parola pronta che è il contante dei loquaci



Dio il primogenito del creato:

a Lui si appellano gli scontenti della giustizia terrena

a dio, cappellano dell'ultima istanza senza appello

Molti sono i certi di Lui col rischio di sbagliare

perchè convinti che solo Lui comprende il tutto

e quel che mostra è.

Forse sa che sappiamo tutto di Lui, o no,

non credo proprio che abbia mai parlato esplicitamente

con qualcuno di “noantri”imperfetti compagnoni di circolo

poco adatti come siamo a capire le Sue sublimi sottigliezze.

La mediocrità è la linea ufficiale che attraversa il Mar Tirreno

e gli specialisti si trovano a un capo e all'altro della linea.

In accademia, come in vaticano, morto il superiore

se ne fa un'altro che la tenga in piedi

in nome del divin maestro che a breve chiederà il resoconto.



Dunque nel centro storico non si può impiantare il fotovoltaico

perché le vecchie case si riscaldano all'antica. Però.

Bello avere sul tetto un congegno che utilizzi l'energia del sole

alluminio invece che tegole cotte: lucente,

bello e “baratto” dove il sole si specchia



Dicono che il corvo sia compagno della morte

perché dai suoi viaggi ritorna con lo smalto dell'inizio,

quando interrompe bruscamente il commiato finale

che immette nelle sorprese terrene e celesti dove le fonti

son perenni come le rupi sulle cime montane



Quanto rientra nel quieto vivere

- l'intimo che appartiene al singolo e si tiene a parte –

ha la dignità dell'eroismo quotidiano da prima pagina.

Di me sono contento solo quando siamo d'accordo,

altrimenti mi levo e mi siedo, mi volto e mi rivolto

e mi gonfio fin quasi a scoppiare col lievito dell'irritazione

Nessuno ha mai visto un meteorite scendere

come gli apostoli han visto Gesù salire:

un frammento di stella nel cielo:

chi cade bene potendo si rialzerà:

la speranza ultima a morire nella risalita

Innanzitutto vivere bene, se non si può meglio,

cercando il significato preso in consegna

dal vecchio inizio delle cose che ne conservano il senso

(quanto ha senso non invecchia mai)

Il significato è concreto quanto la luna

pur se vederla dalla finestra pare un miraggio.

Chi tace ascolta prima di rispondere

Chi tace e non risponde è muto o è sordo o balbetta

o non sa che dire o se ne infischia degli affari altrui



È l'occhio sapiente del ciabattino

che valuta il lavoro da fare sulle scarpe da risuolare



Quel che non è dimostrabile...aspetta di esserlo

bisogna dunque assaggiare per conoscere il sapore del cibo

ma per sapere che veleno è quello riservato al re,

bisogna vederne l'effetto perchè le cose concrete

sono evidenti e trasparenti poichè

senza quel che appare non ci saremo riconosciuti.

Dimmi precisamente quel che vedi

dice a se stesso lo scettico che dubita anche della sua ombra

poiché di nulla è certo se non del corpo che sostiene i suoi dubbi.

Dimmi quando hai fame.

Tutto e nulla si comprendono come bambini davanti alla credenza della nonna,

piena di quelle cose buone e vere che fanno funzionare il mondo come il motore voluto da Lei.

Il problema di sempre, naturalmente, è veder chiaro nella confusione,

il filo della ragione nel labirinto delle interiora,

delle cose comuni e degli affari di cuore.



Chi più parla più confonde il suo senno e la ragione altrui



C'è un periodo della vita in cui si cerca di nascondere

le carenze delle proprie malattie invalidanti

poi quel sipario del tempo si trasforma in palcoscenico

dove si esibisce la salute che mancava

come a giustificare presunti equivoci della natura

simile al silenzioso promotore delle cose sgravate dalla terra.

Dal luogo della lunga notte sorgono precise come sonnambule

quelle anime che non riescono a morire,

per lasciarsi andare nella discarica sotto le mura di filo spinato del cimitero

Sentirai parlare dell’uomo massa

che è quel tipo disposto a uccidere solo se è necessario.

Che farei io? Perdio, mi ammazzerei,

ma solo dopo aver eseguito l'ordine del bisogno

chiudendo gli occhi...ma per vivere bisogna saper dormire e morire

la realtà sconfina nel sogno della morte,

nel sonno di dover morire e sapere quanto sia indolore

e morire nel sonno ce lo farebbe amare e odiare, il sonno

Assisterai a qualche lite che è quel dire e agire

di chi non vuol sentir ragione e solleva sempre un polverone

cosicché chi ha da dire qualcosa è inutile che si sgoli:

non sarà sentito mai sentito dove

c'è un mutuo scambio di giudizi con la vivacità dei sensi



Ogni giorno è l'alba di una nuova vita:

come quella di un neonato orfano di padre e abbandonato dalla mamma.  

Il gusto in bocca considera e sceglie le cose gradevoli

poiché uno è il gusto di ciascuno tra una infinità di gusti e sapori

per tutti che evaporano dalla terra e dal mare

Dunque disgustoso è quanto la bocca si rifiuta di considerare,  

a differenza del culo che se ne infischia

così i fenomeni senza indugi mostrano i segreti del corpo

( quelli riservati alla scoperta di chi si ama)

Nessuna difficoltà nel  dire il proprio malessere se non si tratta di diarrea.

Trippa in pancia, caca al culo

Dove c'è un culo c'è la caca

Ogni caca vien dal culo

Ciascun culo è fatto per la sua caca

Difficile che una caca passi due volte dallo stesso buco

Vero: tutte le cache passano dal buco personale

Ogni buco si riempie in grazia del suo signore

che può svuotarlo quand'è pieno, se crede in Dio

Chi non fa come il cucco che porta il culo fuori dal nido a far la caca?

La verità è sempre in arrivo sul binario morto del prossimo treno.

Gli uccelli costruiscono il nido per la cova,

allevano il pulcino e l'educano al volo,

ma quando abbandonerà il nido sarà compito suo

mettere in pratica i sogni a cui è stato addestrato.



L'arte è quel che di meglio l'uomo fa nello spazio

per resistere alla corta memoria del tempo



Il mondo va come l’Iddio che l'ha voluto

assegnando alle cose una funzione e a noi un ruolo;

così chi capita in alto può esser passato dal basso e venuto dal nulla.

L'importante è che funzioni, dice il fisico di woody allen.

La natura ci offre il materiale che va montato a fabbricar modelli

che se funzionano e son belli  surrogano i prodotti divini

su cui non c’è  artigiano che abbia qualcosa da ridire

Dio come scuoterei la terra se ne avessi la forza,

per cogliere il fico più alto che matura meglio e prima:

anche il mare solleverei, fino a cavargli un pizzico di sale dolce;

Dio, cosa non farei se fossi capace almeno di inventar parole nuove!

L'uomo e non l'ape ha scoperto il dolce zucchero nella barbabietola

e prima ancora aveva conosciuto il dolce  miele,

pare fosse un lunedì mattina col riposo dei barbieri,.



Ironia dell'agonia, ultimo e definitivo commiato che risolve 

le formali e inutili complicazioni riguardanti l'immagine del mondo,

 ovvero l'intuizione che terra e cielo non muoiano con noi,

 che non siamo i preti dell'aldilà. 

Dove nulla è più oscuro del nulla, da dove tutto viene.

 Là è l'aldilà. La luce rovina il vino, il cacio e il presciutto.

 Dove non c'è aria, manca anche la luce che all'intelligenza 

serve per vedere, e anche l'archetipo goethiano si trova in salita,

 al buio, a veder le cose esprimere il loro nome per darne

 a noi un'idea e collocarli in memoria a render conto alla natura. 

La natura è la moglie che dio feconda a piacere. 

Ci fa tutti in uno stampo che ci contiene giusti giusti; 

poi abbiamo bisogno di grandi spazi per correre e saltare, 

come asini in calore, a primavera,

 quando i pastori dal piano ritornano in altura:

sos pastores dae sa bassura ghiran a primor' de maiu.



Così all'Immacolata le madonne del cielo

 scendono sulla terra a raccogliere le olive:

sa mama 'e Deus  de su kelu falat a Uliana a comporare s'ozu

Basta poco per vivere, se l'amore irrompe in casa

nella borsa della spesa contenente placida salvezza

e impetuosa rovina con gli ultimi spiccioli rimasti

dalla contesa del giorno con la notte;

si, basta davvero poco per vivere e ancor meno per morire.



Nessuno ha bisogno dei miei consigli, perciò non ho da darne

tanto nessuno li apprezza, perchè, dicono,

non sono un avvocato di grido che sappia parlare.

Nessuno mi prende sul serio perchè non sono bello

né elegante, manco di stile, non so consigliare

come i tempi raccomandano ai cittadini battezzati

per cui è la morte la giusta fine degli affari

pur essendo attaccati al misero picciolo della vita

che fa le fiche ai rimpianti: ciò che è stato va ricordato

e quel che esiste merita di esser visto

come quel che è in mostra va commentato

è un prodotto in vetrina, due in amore si baciano

un sacerdote che dice messa, un tassista al semaforo

A nient'altro obbedisco come al giudizio della ragione

alla quale sottopongo le opinioni che porto a casa

con la borsa della spesa piena di miraggi, di rombi a scacchi

colorati dalla fama di Arlecchino e dal candore di Colombina

Rinuncio a tutto ma non al poco che preferisco far da me.

Avrei fatto anche il vino se farlo fosse stato facile come gustarlo.

Quando dico la mia su qualcosa di serio

dicono che non sono un dottore che conosce la malattia.

Ah, anche tu te ne intendi, eh. Ecco il saputello. Ma che ne sai!

Andiamo bene, se anche i rattoppini sanno di psicologia!

Devo vedere dove metto i piedi perchè mi è facile cadere

così devo conoscer le persone con cui si fa la strada

e si scambiano le opinioni sugli affari in corso in agricoltura

industria e terziario avanzato, sull'intrattenimento

e sullo stato dell'arte, sulla politica municipale e nazionale

sul cristianesimo e i miti pagani d'Europa e del Minotauro

Negli affari con la gente non prevedo niente

nemmeno quello che dipende da me inaffidabile come gli altri

come il destino a cui non aggiungo né tolgo una virgola

Pur mi piacciono le sfarzose cerimonie che altri fanno  

e quasi godo d'ogni garbata diplomazia per cui sono incapace

ma tanto è goffa la mia natura che commessi e uscieri mi deridono

come se fossi inadatto al consorzio civile con quello sfoggio

di basette da ambulante ridicolo col camice bianco del barbiere

di corsia d'asilo che dice di amare Dio e fa bella mostra di pregarlo

a cuore aperto, rinunciando all'intima conversazione per non dire di trascurarlo

Chi riceve il danno maggiore non ha rimpianti nè tempo di perdonare



Provo spesso a scrivere quel che sono incapace di dire:

Bello sarebbe poter ripetere ciò che è piacevole:

cosa che in cielo si succede all'infinito

perlomeno fino ai margini delle stelle

Amo il meglio delle tradizioni di casa:

il familiare e sobrio pasto in comune.



Quando mi sento insoddisfatto della formazione avuta,

faccio conto di migliorarla ora, giorno per giorno.

con l’ausilio di un fiasco di vino  efficace nel recupero

di quanto  perduto per l’incuria del tempo scanzonato



Il collegamento tra le cose del mondo

non impedisce che abbiano una esistenza separata

perchè le cose aeree del cielo e quelle più gravi della terra

entrano con pari diritto, uguale titolo

e identico merito  nei miei affari quotidiani

Vivo col timore che gli amici siano peggiori di me

che ogni pendio vedo mio dove temo

di rotolare come un minchione al solo avvicinarmi

ma mio Dio

temo di più quegli stolidi che respirano e bevono

e a tuo nome combinano più d'una scelleratezza



Principale compito quotidiano della gente d'Irillai 

è fare i buoni a casa, i bravi in piazza e fare spesso i belli 

a spasso come spose e sposi che adornano il mondo; 

poiche fin da piccoli sono allevati con gusto e educati 

ad essere simpatici, come lo sono in generale, i popoli battezzati, 

abituati a guardare con gli occhi in pieno viso 

come usano gli innamorati che si legano con lo sguardo

 prima e dopo una notte di quel fuoco furioso 

che accende di curiosità il destino, fino a rovesciare 

i futuri eventi, l'inarrestabile passione amorosa 

che crea la sempre romantica nuova gente e se ne infischia

 dell'arrosto nella foresta di Farcana, 

dell'Etna minaccioso e del Sole gagliardo



Dopo tremila anni e forse più,

nessun trattato chiude quella porticina del corridoio

dove può entrare e uscire madame la guerra

con l'ultimo belletto e il ricordo del primo amore

Ogni lunedi di pasqua l'imperatore di Galtelli

usciva dal suo castello cinto d'alloro

e dava monete d'oro alla plebe,

come se fosse pane carasau,

e bere un goccio di chiaretto

alla salute del suo grongo bagnato dal Cedrino

Pesce salato, carne salata, cacio salato, pane salato,

come cura al gusto malato. Polenta donata anche lei salata.

Ricambia il dono - per essere ben educato - con presciutto salato.

Spalla di capra comprata salata.



Salve o Savia Maria

nata dalla luce della grazia

Che il garbo ti accompagni e mai ti manchi dal fianco la sua ombra

quando il vento e la pioggia visitano il tuo orto

e il senno freni la parola in bocca e prima la condisca di saggezza

quando la nuvolaglia fa fosco il tuo giardino

meglio ti manchi il disprezzo e il fare sconveniente

che il sorriso gentile ai campi fioriti inondati di sole

non essere volgare come il nonno ubriaco che sbava

per la pensione simile a una bestia stremata

collera, rabbia e ira confondono il giudizio dei vecchi

che se perdono la logica si oscura il sole e inveiscono

contro il governo cattivo, incapace e maldestro

che percuote le persone dal destino avverso

peggio del cinghiale che sgranocchia una pigna secca



È sbagliato o no credere che le opere migliori

sian sempre quelle fatte da noi?

Se i sensi sono il tramite della realtà col nostro intimo mondo

interiore perché non gioire quando ci concedono il piacere

come avviene col dolore quando ci passano la sofferenza?

Senza uomini liberi che fanno e disfanno la faccia alla terra,

a che servirebbe Dio e le sue fantastiche Rivelazioni sul Creato?



Se i sensi gioiscono per un canto d’amore

perché negarlo al riservato mondo interiore?

I sensi ci comunicano i malanni

che dobbiamo decidere come accogliere.



Non credo proprio che chi disprezza le comodità

sia più virtuoso del contadino a cui la moglie prepara

per cena frittelline calde e gli riserva il suo caldo fianco

nel letto per le eventuali intime sortite suggerite dalla notte



Ovunque il sicario si trovi è sempre nell’ombra della vittima

con una mano tesa per trarlo in disparte verso l’altra mano col coltello

mentre dei e demoni con ninfe e madonne, innocui come i girasoli

reclinano la testa come refrattari alla guerra dei gigli con le rose



Oriente e occidente, nord e sud combattono per guadagnare 

la pagnotta alla grotta della mignotta che agita l'ampia gonna 

per infilare il fresco tra le gambe, e sorridere alla grazia del  signore 

degli eserciti col broncio per le pantofole strette o una foglia 

di menta in bocca che diamine, l'uomo non può precludersi 

la possibilità di partecipare a un bel conflitto ad armi pari

 e a cavallo domato con l’attizzatoio che ravviva il focherello



Le cerimonie ufficiali mi ricordano l'usanza dei cani

di annusarsi quando si incontrano per Via della Menta

e mi fan pena quando non si riconoscono

e fan finta di aver altri passatempi da altre parti prima di morire.



Placa col pugno il cuore fedele all'idea della razza

il fior fiore del fiordo tiratore scelto e maestro d'asilo

un bel personaggio come tanti ce ne stanno sulla terra

in un tratto di cielo: ammazzatemi o assolvetemi, non c'è altra via.

Hai capito lo stronzo? Invece un'altra via è possibile:

abbandonarlo a se fuori casa, solo in un fiordo

senza un'anima attorno e cibarsi di se stesso

si secchi da solo come uno stronzo, lontano dai bambini.

Perchè ucciderlo se può morire da se?

Si arrangi nel tempio scoperto, degli scellerati.

Probabilmente sopravviverà nella foresta,

lo teme chi ha una morale punitiva,

è già successo, si ciberà del marzapane del bosco.

Usava la carabina come un tecnico;

vediamo che farà senza nulla con cui ammazzarsi.

Che scopra come morire solo come una fiera.

Allo stronzo non si può negare l'aria; stia a mollo, quindi.

E si tengano lontane le rane dalla palude.

Lasciarlo solo nella selva disabitata.

Che invecchi prima di morire, senza cravatta.

Nel famoso giardino degl'inizi, senza una fiera.

Solo sulla terra, nudo come un damerino.

Che conosca la moglie della morte, l'Agonia.



I duri di cuore odiano la comodità

come il prode Massillone principe dei cacciatori

e se ne vanno nei deserti d’Africa a sparare leoni

come i figli del presidente Leone sparavano mufloni

e caproni isolani con le corna d'oro che bevono

alle sorgenti di Farcana nelle selve del Gennargentu

dove anche Adamo si dissetò dopo aver fatto legna

per riscaldarsi la sera nutrendosi con l’uovo fresco

che intrappola l’anima della più matura gallina del paradiso.

Le saette del male non vincono il tardo giudizio

come il rapido delitto non la scampa dalla lenta giustizia

simile alla tartaruga che infine calca l’ora di Achille

I bottegai di ferramenta sono gli ultimi a far la carità

perchè umilia chi la riceve, dicono

crea in loro dipendenza e li dispone al suicidio

poi vengono qui a prendere una cordicella a babbo morto

Dopo interminabili studi e accurate indagini,

pare che sia l'uomo nato con le ossa e col doppio metro di viva carne

la misura delle cose utili e necessarie

e degli stessi orpelli che adornano il suo gabinetto

senza di lui tutto è vano; per lui è tutto una meraviglia.

Ultima Resurrezione Spontanea di Gesù dal regno dei morti.

Con l’abbagliante luce interiore del Messia.

Da quell'anno scricchiola l'inferno.

Si sostituisce l'amore con l'odio.

Il sosia ammira quel che copia.

Strane son le voci che sentono i profeti,

perchè quando ripetono le frasi ai distratti,

i sapienti del paese se ne infischiano.

La democrazia consente che ogni sciagurato sia rappresentato in Consiglio

perchè senza politica si va nel bosco dove rivivono le sciagure del passato

quando i pazzi vedevano l’oro nella paglia come noi lo vediamo nel pane.

ora nel bosco fatato non ci sono orafi  

che mangiano il pane perchè somiglia all'oro.

Pane e oro son come fratelli tanto somigliano al sole.

Sarà senza fine l'obbedienza al leader

per ereditare i suoi poteri pieni di beni

Se i figli non rispettano i genitori,

autorizzano i vicini ad umiliarli

e canzonarli in strada

Chi offende il babbo avrà poi a che fare con la concordia dei figli.

Ogni controversia adatta alla lite va a finir male

Sono sempre le armi migliori che vincono in battaglia

quelle nuove fatte dagli dei, come quelle di Achille

fatte fresche fresche da Efesto fabbro divino

poi le spade romane, i cannoni tedeschi e i missili atomici

Desidero quel che posso avere:

quel che non posso avere lo lascio al desio altrui

perchè per le cose che contano sono sensibile

come un macigno che si riscalda al sole

e si raffredda la luna nelle notti di gennaio

Chi è solo approda facilmente nelle sponde del passato

quando, in buona compagnia, era bello vivere,

gioire e tener lontana la pena di dover morire

se proprio non si poteva farne a meno

per dio, per la patria e per il santo suolo sardo

che ci regala i dolci cocomeri della regale Baronia

La morte – sa pupa è l'immagine che accompagna il rantolo -

è il conto da pagare a Mummua, per aver vissuto.

Sa pupa è la nostra ombra che conosce il cammino da fare...

Maria Cocone, non aver timore dell’amore

e ama con giudizio quel che all’animo è gradito

l’amore è quello splendido gioco a cui uomo e donna

concedono la massima attenzione dello spirito

per saziare il corpo nell'intimità di ciò che è bello

che non conosce inganno e sopraffazione



Claudio imperatore nato a Lione Capitale

della Gallia Chiomata attraversata dal Rodano

con l’acqua fredda del Mont Blanc



Che insegnamenti hanno tratto i sardi dai vortici della loro storia?

Che la democrazia repubblicana sia la migliore

delle forme politiche praticate fin'ora.



messadores a messare ca s'ispica est'unu mare



Maria vedi se è possibile adottare la realtà

senza inibirle la fantasia



Ma perchè canzonarci con la vita dei beati?

La realtà ci presenta diverse soluzioni

dove scegliere le meno dannose  e le più vantaggiose

Devo credere che nessuno sia esente da pene

così quello felice è stitico un giorno si e l’altro pure

e la notte non dorme con l’affanno della diarrea

Bello esser ricco, viver sano e non morir mai



Ma perchè canzonarci con la vita dei beati?

Come fare affinché i figli siano migliori dei padri?



Auspica quando ti pare che i governi del tuo tempo

siano - con fare desueto - miti con i deboli e gli umili

e di giudizioso rigore con gli arroganti e i prepotenti

che rendono tetra la convivenza tra onesti e altolocati



Non so chi mi superi in qualità se molti

dei più forti di me sono da tempo morti

ciò che ora mi fa dubitare delle strane sorti nel mondo

Il  frutto della bugia non matura mai

rimane sempre acerbo e si secca d’un botto

Chi è maleducato non è nemmeno buono

Dimmi: a chi non piace star bene?

Fallace è la presunzione di essere il migliore

Tutto serve pur di vincere l’avversario

Il denaro - come nella natura del sole -

fa risalire l’acqua alla fonte senza piovere



Ma perché canzonarci con la vita dei beati?

Lascia l’adulazione a chi sa servirsene

tu fanne a meno come del rancore

osserva il silenzio con chi sospetti di delazione



Ricordati di ciò che disse tziu Predu Belloi mentre moriva

e pareva che con le palpebre levate vedesse la ‘pupa’ della morte

-Trovo giusto che mi abbandoniate mentre me ne vado via



-Sui privilegi-

Come una grave malattia l'esercizio del potere

sconvolge l’animo nel petto che tanto sopporta

fino a renderlo acquiescente per paura del peggio

Caccia via l'avidità dai tuoi pensieri

- ‘non sias isportia’ - e lascia a ciascuno il suo

Nella Repubblica dove vige la pace e la salute

non servono preti, lestofanti e questurini

si sa che l’oliva cade sotto il suo l’albero



‘’dove han fatto il deserto lo chiamano pace’’



Le dinastie han significato nel tempo storico

la personificazione delle immortali gerarchie olimpiche

Ercole che aveva reso abitabile l'ambiente dell’Ellade

non poteva che essere assunto alla tavola degli olimpici



Sì chiama castità il fare giudizioso della donna

e non da meno dev’essere l’uomo

adottato dalla natura come misura della sobrietà umana

a cui ci si riferisce col chiamare ‘ì costumi antichi’



Ma perché canzonarci con la vita dei beati?

Inutile aver vissuto se si è stati incapaci di lasciare

una seppur vaga traccia di giustizia sulla terra



L’elite del pollaio vive di giorno con l’animo pio della gallina

che fa l’uovo del giorno sempre nuovo e senza mai ribellarsi

ne cantano la prodezza e misurano il mondo

con passi mansueti libere senza esser schiave

sempre obbedienti rientrano la sera e dormire

senza inutili sacrifici nel buio silenzio della notte

adatta al risanamento morale col favore della luna

e delle stelle eterne guide di barbieri, pastori e naviganti



Mi avvilisce veder violenti lacchè con l’animo spoglio di dignità

offendere i miti paesani contringendoli ad agire nei pericoli della notte

in questo mondo dove ci si esalta nel degrado per la vanagloria

A che pro avere un giudice delle azioni umane?

Formule, si fa per dire, di uso quotidiano

Quale giudice migliore di se stessi?



Ma perché canzonarci con la vita dei beati?

Avremo giorni dell’ira...ma di chi verso chi?



Chi e  come può maledire e colpire colui che abita ogni angolo del mondo?

Voglio pensare che se dei ci stanno da qualche parte

abbiano più premura di soccorrerci che di punirci

Simile al dominio dei pochi sui molti

è quello dei molti sui pochi

sempre di dominio si tratta

e sopra tutti lo smodato potere dell’avida cupidigia



In che periodo i sardi sono stati artefici della loro storia?



Sempre meglio i pericoli del presente al ricordo

di un tetro passato e di un incerto e torbido avvenire



Quando mai i sardi sono stati protagonisti della loro storia?



I sapienti assegnano all'oro le malefatte del mondo

com'è allora che i potenti nel mondo

non ne consentono il possesso al solo uso narrativo?

I sardi schietti e veraci

fieri della propria forza fisica

puri e immuni dal peccato

sono i discendenti diretti

figli e nipoti Adolescenti

della prima Dinastia

dell'ultimo Nuraghe

quello più arieggiato

e senza ipoteche



Nemmeno la più tarda età è immune dall’ingordigia

e punta senz'altro a disporre di più di un sicuro bastone per la vecchiaia

sapendo che per averne passate di cotte e di crude

un sostegno in più non ha mai ucciso nessuno



Ma perché canzonarci con la vita dei beati.

Che ne è stato degli antichi costumi dei principi sardi?

E delle usanze dei nobili magistrati che ne è stato?

Come vivevano gli onesti pastori e i laboriosi contadini?

E i mercanti di Gavoi con chi commerciavano?

Si sa di qualche servo - bandito dilaniato dai cani?

Andavano per mare gli antichi e prodi isolani?

E oracoli né abbiamo avuto? E poeti e profeti?

E sulla pace e sulla guerra che facevano?

C’erano eroi superbi e crudeli tiranni?

E nel lutto piangevano i morti?

E della salma che riguardi avevano?

E l’Isolamento degli abitanti era volontario o forzato?

C’erano artisti girovaghi in grado di simulare

e dissimulare le passioni dell’animo?

E alimentavano le nuove leve col nutriente midollo?

E gradivano - i vecchi sdentati - il miele col pane?

Si conosceva la morte volontaria e se si la si praticava?

Conoscevano il vetro gli artigiani e i bettolieri?

E il sale? Che ne era del sale marino?

E sui piaceri che sappiamo? E sui delitti?

E sulla soppressione di un uomo come la pensavano?

Con quali dicerie spettegolavano le solite comari e i felici compari?  

I fratelli d'una sacca Mimiu Massillone e Pipiu Pirizolu,

gemelli come possono esserlo due equinozi,

appresero da giovani in America, a metter più piani

sopra la prima e ritornati a Nuoro tiraron su palazzi

i più alti d'Irillai, uno di tre piani di nudo granito

lo chiamarono Nordamerica dove si affollavano i paesani

in licenza e i dissoluti del Corso per palpeggiare

le parti molli delle ancelle di Donn'Elene Kuleispriku

che rispondeva sorridente:- Pisti sa Carena,

agli ospiti screanzati che si proponevano

di sposare qualcuna delle tortorelle del cortile

che davano bacetti cosi puri che al pretendente

rizzavano tutti i peli della carena del suo vascello

E della cicuta che stordiva le anguille ne erano al corrente?

E quali frati predicavano nell'isola prima dei preti cristiani?

E sulla libertà e l’uguaglianza  e la giustizia

che idee avevano i nostri illustri antenati?

E sulla divina ospitalità come si regolavano?



Sono i genitori i responsabili della famiglia

fino a chè la prole non abbia superato la maggiore età

e sono loro genitori che devono far quadrare i conti

a loro genitori i figli devono essere ossequiosi

con le loro mogli e i loro figli fino alla fine del tempo

concesso ai portatori di senno ghiotti di midollo

e ai meritevoli dei biscotti al latte, uova e miele

che a cena non disdegnano pane e cacio, presciutto e vino

il resto è ciarpame da golosi effeminati in disuso



Rimangono indelebili nel nostro animo quelle parole

che si imprimono nelle espressione impresse nel ricordo

benevolo o no di chi le ha pronunciate nel bene e nel male



Ma perché canzonarci con la vita dei beati.

Davanti alla salma non si parli che bene per non offendere il morto



Sulle malefatte impunite che lo possano riguardare

la parola passa ai posteri

I cittadini altolocati, notabili eminenti

son quelli che si distinguono dal popolo

perchè sono più vicini alle leve del potere dominante

I doveri che il defunto porta con sé

sono l'eredità che lascia in famiglia

il buon ricordo di se ai vicini di casa

e la promessa fatta ai compaesani

di metterli in buona luce nell'aldilà

Il giorno delle esequie deve essere all'insegna della pace

potendosi ridere e piangere sempre e solo in sordina

Gli elogi al defunto veleggiano con gli onori

i presenti con giudizio tacciono sulle critiche

meglio il silenzio dove vige il rancore senza regole

poi nessuno formula leggi da promulgare

per vincere il rancore che cova sotto la cenere



Fu Deunisi Minore a calcolare l'anno Domini

500 anni dopo - l’anno zero a lui sconosciuto -

a partire dal 753 esimo anno dall’Urbe condita



Maria, appena sveglia sistema la tua figura

che mostra i segni del sonno e della notte

Altrimenti possono canzonarti con la vita dei beati.



Mi par di capire che i plebei siano quelli che

sconfitti dagli affari sociali

per risolvere i problemi dello Stato

la maniera più semplice e risolutiva

stia nell'affidare le faccende a un solo leader

quello che promette la loro Resurrezione sociale

Chi comanda non perde occasione di lamentare

dannose disobbedienze alla linea del governo

Sono i plebei quelli che promettono devota obbedienza

purché sia loro permesso di vendicarsi degli insuccessi avuti

Probabile per chi è buono nascondere le sue qualità conosciute

come invece è difficile per i difettosi coprire le mancanze evidenti

Nessuno può negare a colui che cade il diritto a rialzarsi

e se non ci riesce con le sue forze aiutalo col tuo bel garbo

e sollecitalo a non negare al mondo la sua egregia presenza

Ma ci importa davvero sapere da quando (e perché?)

sono apparse le moltitudini che si agitano nel mondo?

Anche il divertimento stanca quando oltrepassa la giusta misura.

Dubita della folla che non conosce la temperanza

Dubita di arroganti, prepotenti, tracotanti e violenti.

Comunque serviti i buoni cibi illuminano gli occhi

soddisfano il palato e riempiono lo stomaco

Anche il divertimento cede al riposo.

Comunque arrivino i beni son sempre graditi

Dove non c’è niente da testimoniare

la mia presenza è simile a una pietra senza muschio

caduta dal cielo una tetra e gelida notte di gennaio

con la luna che si specchia sul mare

dove remano vecchi gentiluomini in canottiera

Porgi la pietanza col bastone al commensale ingrato

Che ti aspetti dalla vita?

Quel che è possibile che accada

come l’impeccabile speranza che confida in quel che si può.

Chi non sarebbe contento di aver amico un banchiere?

Chi più ha più pesa

Giusto che si redima chi ha peccato

Tutte le chiese sovrane del mondo sono immuni dal male

perché incapaci di peccare, corrompere e dar scandalo

Sappi che ogni re dispone di guardie speciali

come le guardie svizzere del papa

che difendono la sua sovrana maestà

Sappi che per sovranità si intende la padronanza

del luogo assegnato da Dio a chi ci abita

e lo coltiva o lo affitta a chi paga in anticipo

Così come per canzonarci con la vita dei beati o maledetti.

Quando il corpo patisce lo spirito lo soccorre

e gli prospetta un angelico coro di beati

che lo traggono in volo nel limpido cielo

oppure lo fa scalciare con forza sugli stinchi diabolici

come i ceppi d’oro a cui i maledetti vogliono incatenarci



Vorrei essere eloquente come le cose semplici

come lo è il sale e la luce e una mela sul ramo

non so cosa sia la verità oltre l'evidenza dei sensi 

non so cosa sia più eloquente dell'immagine del mare

ne cosa sia più eloquente di una chiara e semplice idea

so che l’Etna non è il frutto di una idea

so che l’Etna appartiene alla terra dove spuntano idee

so che l’Etna esprime la verità del fuoco nella lava

che cola come bava incandescente da una bocca del mondo

che di noi si serve per la verità della sua eloquenza

abiteremo sulla Luna e coltiveremo Marte e Venere

ma non faremo dal nulla mondi  simmetrici con le sole idee

il libero arbitrio si addice solo al sistema del mondo interiore



Ritroviamoci,  o Mariolina, ti ho, non so più come, smarrito

ritroviamoci, dunque, ritroviamoci  fuori dal quado dell'oblio 

e dove ci siam perse sarà saggio ritrovarci

Ma a chi non succede di perdersi? Solo a chi non nasce.

Che c'è poi, di così arduo per una madre che vuole ritrovare la figlia?

È stato doloroso smarrirti, sarà perciò più lieto 

ritrovarti là, dove l'affetto lenisce ogni cosa 

Qui canta e saltella l'usignolo e il falchetto dall'alto volo 

lancia il suo richiamo al tempo che passa sereno 

e felice come si addice agli umani che sanno amare

Solo chi ha la fortuna di esistere trova gustosa la vita 

vivi e ama dunque, ama e perdona il male 

che portiamo addosso pur se nati per fare bene

ama perciò i tuoi cari e, con essi, amici e parenti 

ama allora, ama, nondimeno, chi ti ama.

Stai - quindi - bene.



Nel non luogo dove i gracchi son candidi

è facile domare le folle di anime ardenti, che 

- nelle piane sconfinate del paradiso 

sempre illuminato a giorno -

han dimenticato le frivolezze terrene



Alle pie donne d'Irillai seguono le scapigliate 

del Nordamerica di via della Polenta che si vantavano 

della schiatta dei rematori sardi che, a Lepanto 

difese la santa croce di gesu il cristiano e perciò distinte  

come le 'orfanelle dei turchi' delle quali chiunque 

nel chiuso della sua casa può dir tutto il male che vuole



Seppur la fragilità sia parte della nostra naturale condizione

non ostacola l'eternità della sua natura nel tempo e nello spazio



Chi ha posto nel cuore spalanca le braccia 

per accogliere ogni nuovo intruso nel mondo



Per i prepotenti pensarci due volte è perder tempo prezioso

agire subito è guadagnare il controllo dell'ampio spazio incustodito



Quella dozzina di anziani d'Irillai 

quando posano allegri a bere un goccio 

di vino al sole rendono amabile l'aria 

 agli svagati passanti del Contone Ballaloi



La folla in tumulto non sente ragioni 

 travolge colpevoli e innocenti, padroni e servi 

ed è pronta a danneggiare il mondo e a farsi più male



La terra è così vicina al cielo 

quanto lo è l'animo dal corpo.



Io ti ho fatto

Tu mi hai maledetto

E io ti diseredo



La realtà  d'ogni giorno è la sublime illusione dell'esistenza 

che può esser solo modesta a confronto con l'imperturbabilità 

dell'universo come a noi piace pensarlo.



Ci piace pensare di essere al centro del mondo 

pur trovandoci sempre ai margini dell'universo



L'esperienza quotidiana è tutt'altro che misera: 

è il nostro essere vivi

L'inganno è mistificare l'evidenza saltando a piè pari la realtà 



I re 'consacrati'dai papi erano i sovrani come marchiati dal divino: 

i 4 re Mori e la scomparsa dei Fanatici Giganti



Quale progetto per l'Isola?  



I Mistici, grandi creatori di sogni.

Eleonora d'Arborea e Gonario 

il Cattolico con la religione nel cuore



Agricoltura e Allevamento, Industria Manifatturiera, 

Banche, Risparmi e Finanze, Commercio e Artigianato



Uso moderato dei beni terreni 

e fare dell'Isola un Giardino Felice



Contatti con i vicini Corsicani e il problema delle Risorse: 

l'importanza delle Galere sul mare dove cantano le sirene



Stemma del Gennargentu sempre aperto ai 4 Venti



In alto sopra il cancello del giardino cimiteriale di Ohiai B. 

il sindaco fondatore, Zuanchinu E. Remitanu, ha voluto inciso sulla pietra

: Qui si sta in pace, non entri la molestia -

A rompere il silenzio custode delle opinioni e dell'oblio. Dormono, come d'abitudine, dopo pranzo.  

Un orecchio di marmo, con una tenera e graziosa peluria, sta sopra le tombe vicino alle foto.

Il carattere è l'aspetto dell'animo. I morti ascoltano e sulla verità tacciono. La conoscono.

Hanno la verità che rasserena animo e corpo. Non l'ossequio serve ma il ricordo. 

Nessun errore. È la vita che si consuma, come un dovere. Vivere è rovinarsi.



Chi si beffa senza umano e pubblico ritegno dei deboli 

si suppone figlioccio di un Dio giocondo, olimpico e libertino

Di loro non sento proprio nulla come verso 

quei conoscenti presuntuosi che si pavoneggiano 

sfottendo con triste spirito i malconci presenti 

con sciocche allusioni alle loro imperfezioni fisiche 



Ride degli altri per non piangere del suo ridicolo



Se vuoi volare becca solo le briciole come gli uccelli 

che per volare alto scuotono le ali giorno e notte



Se vuoi fottere pensa al tuo gingillo e sollecitalo al dovere 

pensaci tanto fino a scuotere il fiotto di quella smania divina 

per cui i corpi vivono in eterno



Il cielo stellato è come la terra con tanti lumini accesi

 uno all'anno per ricordare l'inizio del primo fuoco nel luogo 

dove tanta è la legna da bruciare quanto il freddo siderale 

tanti sono i carboni ardenti quanti i corpi da riscaldare



Non serve biasimare quel che non sono 

la lentezza mi ha preso e per me corre la terra 

che ogni notte si scuote di dosso la pigrizia 

che non manca dove non c'è salita e discesa

sono paziente come il corvo che arriva a cose fatte

oppure aspetta che si compia la faccenda in corso



L'uomo, a differenza del resto del mondo, 

sa di dover pensare a quel che fa



È sciocco intromettersi in ciò che non ci riguarda



C'è del senso nel dire che dio ha fatto l'uomo 

a sua immagine, ovvero simile al suo esser dio



Non so perché ma mi pare che gli organismi viventi 

si attraggono a prima vista senza ragione apparente 

per simpatia che non so perché  mi pare parente 

dell'affetto e dell'amore



L'animo umano guida giorno e notte il corpo vivo 

come il delfino che per accompagnare Ulisse

sulla sua zattera di salvataggio emergeva

per trainarlo a pelo d'acqua a Itaca

È l'animo, lo si creda o no, 

lo schietto garzone della mente 

che l'ha tenuto a battesimo 

col primo bacio della madre 

che gli rifilo il capezzolo in bocca.



La religione è la perpetuazione palese 

della presenza divina nella reliquia.

Credo che pochi affari siano così terribili 

quanto la conversione forzata al proprio credo.

È possibile che una immane moltitudine abbia un solo credo?

Quale famiglia può resistere una vita intera 

in una miniera d'oro scavata sottoterra?

Credere in un dio unico e solo  e obbedire a un guerriero 

invincibile come Alessandro Magno deve essere stata 

la causa del malessere umano raccolto in società 

Credere in un solo dio e obbedire a un solo uomo 

è come vivere in un mondo di bigotti con la potenza 

delle armi e di sudditi con la prepotenza dei senza cuore

che col clamore delle voci esaltate confondono 

anche i laici che reclamano solo leggi umane 

per tutti e precetti divini solo per i credenti.



- Di quel che dai riceverai -



Nulla di misterioso nell'armonia del cielo lontano

nessun segreto guida il moto delle stelle 

che ci pensan da sole a non farsi del male 

scontrandosi come ubriachi nelle strade



Le girovaghe Janas dei monti del Gennargentu 

senza sede certa han da fare ovunque le si evochi 

errano nelle vecchie foreste con le notturne civette 

con nomadi cinghiali e le vaganti capre fedeli alla luna 

che quando nel cielo non c'è riposa nella forra di Gorropu.



La tosse è l'asperità che l'aria incontra 

nelle pieghe del mantice consumato.

Il vento impetuoso solleva la polvere 

con cui il tempo protegge i misteri del mondo 

che fastidiosi questurini cercano di svelare 

come fossero tenebrosi segreti del passato 

che tramutano il singhiozzo in sbadiglio

quando un improvviso colpo di tosse porta

una leggera pioggerellina nella stanza

e il vento entrò sputacchiando in aria 

come sacerdoti che a pasqua aspergono 

le case come un unguento divino

spacciando in giro saliva come se fosse

 un olio prezioso che spalmato sul costato 

lenisce i dolori del cuore.

Poi la tosse sputacchia la rugiada della luna come 

chi perdendo un dente lascia un varco aperto alla saliva



La tosse è parte del nostro corredo che usiamo 

come difesa quando non abbiamo lo sciroppo 

balsamico che lubrifica le vie respiratorie 

logorate da un vecchio polmone 

che ha dato quel che doveva 

al sangue della vita che va via 

in sordina senza l'enfasi dell'avvento.



Si dice che tossiamo come raffinatezza 

diplomatica per non scoreggiare in pubblico 



Il vento asciuga i panni e porta via le briciole



Poesia è esprimere rispetto al mondo che tutto 

e tutti accoglie sotto le ali del cielo benigno

- poi parlarne male è come sputarsi addosso 

insulti d'asilo nido e improperi da scuola infantile



L'uomo non è mai solo sulla terra sotto il cielo

ma è sempre in compagnia di sé stesso 

e dei suoi paesani in tutto simili a lui 

e uguali alla sua ombra che non lo lascia solo 

forse perché non tutti i paesani son disposti 

a soccorrerlo nel bisogno con le armi dell'amicizia



Ho conosciuto giorni bizzarri che la terra 

non sapeva come proporre al mondo 

in cui gli stessi orchi intrattabili si rintanavano 

nelle caverne a guardare fisso il buio che 

come si dice, imprigiona il tempo con l'occhio 

dell'amante che non lascia invecchiare 

l'aereo bersaglio del suo amore.



A che serve il mare se l'uomo è un pescatore vanesio? 

Che utilità trarre dalla terra se anche l'onore è vano?

A che pro il girovagare delle stelle nel vano firmamento?

Perché stare al mondo se ogni scrupolo è vano?



<Socrate era solito giurare sul cane e sull'oca 

per non tirare in ballo gli dei perché non credeva che esistessero

o perché pensava che non si addicesse ad un uomo probo

chiamare gli dei come testimoni dei propri affari>. Erasmio



Giurare, quindi, è calare sul tavolo le carte 

del divino, come dire: Dio mi è testimone

Giuro sul Dio che mi ha fatto

Il giuramento sa di garanzia al ciarlatano

Giuro su me stesso di dire la verità 

Giuro sulla sorte che ho sulle spalle 

come un fardello di penosa letizia

Al falso segue la galera: giuro sull'onda che mi porti via la testa

Sulla scogliera battuta dalla bufera si esercita il ciarlatano

in quel fragore gli schiuma la bocca come il sale sull'onda

e incanta la folla mai contenta di quel che non ha

I governanti giurano di obbedire alle Costituzioni

tant'è che si fanno in quattro quando qualche cittadino 

fa loro notare che nel paese manca il lavoro 

che rende degno viverci anche se vi alligna la corruzione

che è da intendersi nella disperazione delle persone 

che vogliono sottrarsi all'uguaglianza davanti alla Legge

disperati erano i governanti inquisiti da 'Mani Pulite'

i governanti attuali sono illusi che tutto sia loro consentito 

e se il magistrato li inquisisce chiedono la rivolta agli elettori 

a cui sfugge che la Legge che li elegge è la stessa che li inquisisce

e ciò è l'anima delle Costituzioni che si reggono nell'equilibrio dei poteri



Sulle affermazioni fatte nelle rebotte 

coi compagnoni del circolo di Luciano Voltaire

Predu Pilurzi giurava sul gatto di casa

perché quando rientrava alticcio 

l'accoglieva con i peli irti sulla schiena.



Vedo negli altri la misura del mio invecchiamento

D'altronde la morte non ha età 

come il tempo, che non nasce

 non muore e non risorge.

La morte, nera come uno straccio 

di boia, lascia sul prato bianchi cadaveri.

Bene, il nostro problema è avere giustizia

assente nella vita e averla  dopo esser morti

con giudizio finale di Minosse il saggio 

Radamante il sincero non menzognero 

ed Eaco il Clavigero dei morti prima di san Pietro



Per le religioni monoteiste la donna 

più o meno casta (?) e pudica, serve,

 come prima suppellettile della casa, 

all'uomo primigenio,  più o meno temperante(?)

che si è fatto da se nell'uovo primordiale.



Wiva la nostra signora dei rimproveri

che legge per ingannare ciò che non si può

 (il tempo, e non sappiamo quanto ci sia caro, 

più caro delle pietre più preziose che 

 durano più di noi che moriamo al loro posto)

poiché la lettura deve stimolare il pensare 

perché dal suo libro non fugge quel che c'è scritto



Le buone usanze non vanno perse 

anzi non vanno neppure cambiate.

Lo spirito, dice Aristotele, invecchia come il corpo.

Lisciarsi la coda della vita significa rasserenarsi 

parlare quand'è necessario e sentire se ne vale la pena

e accettare come un onore la vecchiaia. 



Irillai sarebbe stato un paese felice 

senza questurini e preti in carriera che, sommati 

a dozzine, non educano alla signorilità  i pigri indolenti

ma li coltivano come fardello di buona famiglia...

Non mancavano i fiori nella casa del Nordamerica 

dove ogni donna curava il vaso del suo davanzale  

era un piacere vedere il loro viso tra i freschi boccioli

il fiore è femmina e si chiama rosa e giglio e melograno

e aspettavi un cenno di saluto e quell'invito 

che stimola alla complicità cui i mortali, umani

 ed eleganti, son vulnerabili come i puledri a primavera 



La vita è una tela che si tesse giorno per giorno 

col timore che si sfilacci prima di far le frange.  



<Esichio scrive di  Sardon dove si producevano 

famose tinte colorate, o del rosso scarlatto, 

o della tintura sarda di cui parla Aristofane 

nella Pace e negli Acarnesi>...Erasmio



La maesta del caprone protegge le orecchie

del campione per non sentire il dolore.



Non so dove sono andate a finire le vecchie abitudini.

Sarei curioso di praticare le antiche usanze 

dei nostri antenati dei secoli scorsi

metodi di lavoro, modi alimentari, costumi sociali

consuetudini di vita che non immagino 

se non benevole e ospitali,  penosi travagli e ozi odiosi

avevano la terra necessaria alla famiglia

che case avevano



- Gli altari temo, quelli dove si immolano le vittime 

che fanno rivivere i dolori e siano pari o dispari 

poco importa, sempre di dolori si tratta -

Sempre strane son le cerimonie dove le parole 

si confondono per non essere chiare e comprensibili

una sola voce al funerale impone il suo silenzio 

che assoluto sia come quello eterno dei morti 

per udir chiaro e sincero il loro pianto lontano 

e sconfinato come quello  del beato 

che è sempre e solo il morto 

che non ci vedrà mai più  

e mai più rivedremo



Immaginiamo i luoghi puri tra le nuvole 

dove non ci sono turpi faccende igieniche

Anche il mare è ideale se ha costanti mareggiate.

Altro luogo adatto è dove nessuno cerca lavoro.

Altro luogo è dove non c'è chiasso, 

i turbolenti stanno al largo dalla porta

dentro si parla sottovoce, vivono i cenni

 e non si confondono le parole.

Altro luogo magnifico è dove le formiche 

innalzano tumuli per conservare le provviste.

Luogo celestiale è dove non ci sono 

scarichi fognari a cielo aperto.



Chi confonde il riso col pianto 

si gratta le pulci e cerca i pidocchi.



Diversi nel portafoglio, ricchi e poveri, 

diversi lo sono anche nell'ora della morte 

I mortali umani riescono a desiderare quel che non conoscono 

e a credere persino in quello di cui non hanno esperienza



È tempo di affidare all'uomo quel che accade nel corso dei secoli 

e avrà le sue colpe senza punizione perché sarà impossibile altrimenti



Strappare un peluzzo dal naso fa lacrime più di cento peli della barba



Lasciamo liberi i mistici asceti nella loro singolare c-attivita:

Che non disturbino gli dei



Tutti i mali del mondo si trovano nei miti greci

e Dedalo rappresenta l'ingegno che risolve 

le improbe difficoltà che sciolte generano mostri



Non è più tempo per descrizioni minuziose e innocue 

ora si tratta di capire il malanimo dello spelacchiato Breivik



Nanchi chichinas chè maghiarju,

a boche’è crofarju tich’interrene



Di Luciano i preti ricordano che finì sbranato dai cani per il suo ateismo 

senza aggiungere che anche Euripide pati la stessa sorte

come se i cani eseguissero una sentenza divina



L'Antico schema: 

elogiando la perfetta bellezza di Elena come oggetto d'amore 

 unico e  raro - che sconvolge il mondo - e non avrà prole

si esalta la decisa reazione di Clitennestra, 

madre di famiglia, alla violenza domestica

per lei non c'è vanità nelle faccende terrene



Nessuno muore senza rancore in corpo per un oltraggio subito



L'ira, come l'acido lievito fermenta la farina, rende acido l'animo



Certo una pietra è stata la prima arma da guerra 

scagliata dalla mano per colpire lontano 

poi viene il bastone che colpisce vicino 

sfibrando la carne e sfaldando l'animo



La ruberia ha dato avvio alle guerre e la  perpetuazione delle stesse 

è causata dalla spartizione del bottino



Le cose più perfette son quelle che non si vedono 

e brillano nella mente che le aggiusta di continuo

e una mente senza contatto con i sensi è una bufala



L'animo è la nostra coscienza pubblica

che se ne sta in un tabernacolo del corpo

mai vista un anima vagante né allegra né in pena

come Amleto vedeva quella del padre in attesa di giustizia



Ercole morì col veleno delle sue frecce che uccisero Nesso

 che gli rapiva la moglie a cui volle donare la sua camicia, 

intrisa del suo sangue che gli zampillava dal collo cavallino,

 a Deianira,  dicendogli: Dalla a tuo marito che la indossi 

quand'è triste, preso dallo sconforto che tu possa abbandonarlo.

 Dagliela come atto d'amore di una sposa devota e madre dei suoi figli.



Perché il cristianesimo non si è opposto al fascismo e al nazismo

nella misura in cui combatté le forme repubblicane democratiche 

e le idee socialiste?

Ha concordato col fascismo e ha scomunicato il comunismo 

ma non il nazismo con cui è venuto a patti.



I divieti fan sembrare le cose più importanti



Niente di strano che l'animo dei miei avi riviva  in me 

se l'ereditarietà ci dota di somiglianti parti del corpo 

di padri e madri e nonni e bisnonni



''...un figlio non si distacca mai, come fosse il prodotto di un artigiano, 

dai suoi genitori, perché' esce da loro, non e' fatto da loro, 

sicche' ne conserva e porta sempre dentro di sé una parte.'' Plutarco



La natura che è la misura di tutto e l'uomo il suo metro

ma tu frena la fretta, modera il desiderio di fare

e fai per bene quel che vuoi, se lo puoi e forse devi.





Nell'autunno del 1831 i setaioli di Lione affamati si rivoltarono levando una bandiera nera sulla quale era scritto: vivere lavorando o combattendo morire.




...Euripide mise la falce in mano alla morte








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