XIV
IL LABIRINTO
del mondo di Mariè Papassè
Il problema di sempre, naturalmente, è veder chiaro
nella confusione col filo della ragione nel LABIRINTO delle interiora,
delle cose comuni, della memoria e degli affari di cuore.
“Ma gli occhî, per quanto sagaci e lungimiranti,
d'un parroco sono altra cosa che le «viscere di una madre.”
C.E.Gadda
ciao, piccola, ciao piccola meraviglia del creato
‘’Non leggo quel che mi istiga alla competizione’’. Erasmo
unnuru, dunnuru, trennere,
a bennere, a missa, cuntissa, melone,
memeke, kenza neke e sun deke
Libricino fatto in proprio dall’autore
immaginato con la mente e impaginato con le mani
per una autonomia locale e ideale
e per contenere i costi del prodotto che è gratis
Provar pietà, sentir paura
partecipare con entusiasmo
liberarsi dalle catene, emozionarsi:
il pensiero pensa se stesso:
penso di me tramite le cose
e gli affari del mondo
Maria
apprendi da quel che gli altri fanno
quanto serve per evitare un danno.
Maria, da grande – a Pasqua -
fatti una bella crocchia in memoria di iaia.
Maria, delicata e bella con i boccoli sciolti sulla nuca
Maria, sa Papassa ‘e Ohiai Benimindhe
la sempre Soave d'Irillai che protegge i pesisti
e i poeti che si lavano sul farsi di ogni giorno.
Il ricordo – sorriso e parole - delle mie donne, vive per me.
La voce che grida nel deserto scrive anche sulla sabbia.
Come cantavo una notte sul traghetto nel Tirreno
in burrasca: per sentirmi e farmi coraggio.
Mamma, perdonami e aiutami.
Fatti riconoscere, mi rispose la voce. Chi sei?
Io, dissi. Tuo figlio.
Ti ricordi ancora di me? Sono anni che non ti sento.
Il perdono lo concede chi ha subito la monelleria:
chi l'ha fatta lo chiede, conta frottole,
finge di amare e cova la vendetta.
Ha sentito i fratelli mangiar la marmellata:
lui dormiva sodo. Perdonami, mamma, la loro colpa
è la mia. Ormai è mangiata; ne faremo dell'altra.
Facile riconciliarsi con la mamma.
Sii servizievole con i tuoi
L’ordine è il luogo nel tempo adatto a tutto.
La nostra natura fa di noi quel che vuole.
La vita è l’ordito della storia.
La storia racconta la trama.
Ci han sempre detto – e ci abbiamo creduto -
che durante il cosiddetto conclave volteggi
(non sempre visibile) nella cappella sistina
la bianca colomba dello spirito santo
e risultasse eletto papa il fortunato
sulla cui spalla vi posasse il bisognino.
Ora mi vengono a dire che i cosiddetti cardinali
votano il migliore di loro come un normale presidente
di un prosaico consiglio di amministrazione,
anche se su suggerimento dello spirito santo
L’aria salubre fa pensierosa la mente.
L’embolia uccide.
La nostra natura fa di noi quel che vuole.
Che il pane non manchi in nessuna mensa
poiché a nessuno è consentito
di mangiare tutto quel che vede
Non c’è famiglia Assegnataria della riforma
Agraria, nella contrada di Ohiai Benimindhe
che il primo giorno di primavera
non spolveri l’argenteria al sole sull’aia
la vita è cura e riproduzione di se stessa
la politica è cura della comunità
il lavoro è cura del viver meglio
la cultura è cura dell'animo
Nulla è più bello della seppur minima
combinazione della mente.
Buon giorno, Maria, buongiorno e ben ritrovata!
Buongiorno a te, mamma gioiosa come l’usignolo d’Irillai!
Dimmi, Maria, come è stata la notte del viaggiar ininterrotto?
Di un melodioso vagar tra le stelle si è trattato
al canto delle fronde di Farcana e del mare di Gonone
guidato come sempre dal più mansueto dei nocchieri
e ho sognato di mele gravi e cadenti, di timide lune
e di amori struggenti di cuori pulsanti e brillanti
e ho visto da lontano una moltitudine di formichine
che da Leclerc facevano provviste di lunghi bastoni
di frumento per l’inverno che fa penare i malaticci
e tu vedevi l'estate avvicinarsi a noi sul mare isolano
con le difficoltà di attraversarlo a nuoto che rende amaro
anche il viaggio di astemi scettici sul non sesso angelico
e ovunque guardino vedono che la mediocrità non manca
e si dicono certi che a mezzodì nel mediterraneo
l'ombra è la giusta misura di quel che la proietta
Gli Anziani del Contone Ballaloi che si godono
il solicello primaverile, rievocano ogni giorno
i buoni costumi del passato, di cui si è persa
la pratica con l’avvento della tivù generalista
Core ‘e Mama, fanciulla del cuore di (sua) mamma
Salute a voi, bevitori del Chiaretto di Marreri
che vedete Polifemo Monoftalmo, il Minotauro
Cretese e gli infernali Alarpi d'Irillai che rubano
al volo spiedini di salsiccia arrosto agli arrabios
Non abituare Maria a ricevere doni
non fargli mancare mai il dovuto amore
che la farà sentire parte di te e del mondo
attorno, dove ogni anno fiorisce il mandorlo
matura il cocomero e si secca la ghianda
Maria, negli anni di apprendimento senza fine
chiedi sempre, senza timore, il perché
delle cose che s’han da fare
Maria, sii indipendente
non aspettare che altri facciano quel che ti compete
Lascia perdere le abitudini e lavati quando è necessario
Una goccia d'acqua da frescura alla rosa,
il temporale la devasta
Sii autonoma nelle tue faccende
Maria lascia stare i vizi altrui, lasciali a chi li ha già
non invidiare chi li pratica, puoi esser libera lo stesso
Valuta quel che senti dire, non chi lo dice né come lo dice
Abbandona le cattive abitudini e disegna la tua vita
non dar retta alla sua stasi, percuoti la memoria
e rovescia sui tavoli i suoi scoordinati ricordi
Maria non bramare nulla che ti dia pena
e dai tempo ai genitori di abituarsi
alla tua agognata presenza
che col loro aiuto si riempirà la dimora di letizia al prosciutto
e cioccolato al latte e torte di mele al miele e mandorle
tutto il torrone necessario per sopravvivere alla carestia
invocata dai mistici del gelo infernale
e del deserto arido e sconfinato
Maria fai sempre meglio quel che sai fare
fai pratica come hai appreso dai Maestri
per non superarli comincia con l’imitarli
per confermare che non è stato vano il loro insegnamento
fai quindi bene quel che fai per la libertà del tuo mondo
fai per essere quel che sei
- sii degna di te, o Maria, e cresci -
cresci aerea e leggera come il dolce canto
delle Janas tra le fronde di Farcana
e se qualcuno deve stare in prima fila
scansa la tua persona per non primeggiare tra uguali
dove spumeggia l’invidia
Maria, i bimbi buoni devono essere grati
alle madri che li tirano su dal nulla
grati, obbedienti e riconoscenti
lo dico per me che alla mia mamma avrei ridato vita
al vedermi maneggiare una borsa impiegatizia
avrebbe gioito come un anima salvata dagli immortali
Maria, sia tua la virtù di far bene quello che fai
buona sia l'opera più che mediocre
sia ciò la passione da cui trai diletto e guida nella vita
Sii benevola come tua madre
da cui hai avuto il sale necessario al senno
come gli eccellenti figli d’Irilai
che non muovono un unghia che non sia mossa dalla ragione
e utile al corpo e benigno allo spirito dell'animo
Non aspettare che siano altri sfrontati a dirti quel che sei
Sappilo da te, Maria
e sia dolce ogni tuo risveglio
e mangia il pane di grano che fa buono ogni mortale
almeno ciò gli ricordo con le mie preghiere
di esser giusta, buona e serena
nel far le cose come vorresti che fossero
Maria, non indugiare sulle evidenze e vedi se coprono qualcosa
Mangia di tutto con misura e ricordati che vende fumo
chi vende parole dolci e acre, ma non è il peggio
vendere aria fritta se non manda a morte qualcuno
Mettiamo un dolce-piano al risveglio di Maria
e invitiamo sul davanzale a gareggiar col canto
l’usignolo, a cinguettar lo scricciolo, e il canarino
per esser con loro essere eletta all’armonia di corte
di quei suoni armonici dal russar casalingo di pentole
e stoviglie e lo sfrecciar di trenini verso distanti pianeti
dove tutti si e liberi di esprimere quel che ciascuno pensa
in merito alla cieca devozione supportata da un po di ragione
La frase vuota è quella priva di esempi.
Adduruduru ma adduruduru
Adduruduru donna mariola
Ki coket i su furru pane lentu
E lu carasat’ l'estra kei su bentu
Ki a la bier paret una furriaiola
Adduruduru zia bola bola
Universale è la nascita dei neonati particolare è la condizione che trovano. 12
Dai fatti sbocciano le idee. Dai costumi avremo le leggi.
Dalla famiglia avremo le usanze. Dall'osteria avremo vino.
Dalla società civile avremo la comunità politica.
Chi è? Domandò il padre dalla finestra nella notte.
Sono io, rispose una voce. Tuo figlio.
Cosa vuoi?
La chiave di casa.
Eccola, prendila al volo e apri con le mani.
E fece cadere un vaso di gerani che fiorivano sul davanzale.
Si nasce per un’arte divina con la voglia di cominciare
La poesia è nata dalla voglia di dire
La pittura è nata dalla voglia di fare
La musica è nata dalla voglia di ascoltare
Il teatro è nato dalla voglia di sentire
Il cinema è nato dalla voglia di vedere
Il commercio è nato dalla voglia di scambiare
La filosofia è nata dalla voglia di spiegare
La religione è nata da una voglia assurda
Adduruduru zia mariola
Ki annos ndha connotu pur de kentu
Bibendhe solu binu i s’appusentu
E su maridu ki l’isettat’i s’arjola
Maria Luzana era la madre di tutti e il padre era Predu Piskeddhu
per lui il male è quel torto che non si può subire
per lei il bene è dar volentieri quel che gli altri si aspettano
Maria Menacra, Maria Frunza, Maria Lodè, Maria Iskerza,
madri e figlie della millenaria civiltà sarda, pagana, cattolica e isolana
non han memoria della peste ora che è debellata la malaria.
Col tempo che corre ricordano a malapena il ddt.
San fare le orillettas di sole uova e farina.
E le kattas di semola, le fan di notte mentre i maschi dormono
Trovo bello che Dio Misericordioso si innamori di Maria
Purissima e delicata e con lei faccia un figlio altrettanto delicato
e sfortunato nonostante le sue giovanili doti amatorie
La finzione diplomatica è una variazione della verità ufficiale
Parla senza che le tue parole distraggono dalla realtà
Parla come se i tuoi suggerimenti venissero col vento
Taci se la realtà ti pare incredibile e lascia piovere
Lascia perdere i sogni che son giochi di bambini
Vuoi dipingere? Copia i colori del volto umano
Vuoi far musica? Imita i suoni della natura
Vuoi disegnare? Fai schizzi del viso umano
Vuoi far poesia? Annota i tuoi pensieri
Vuoi scolpire? Gioca col fango
Racconta favole se vuoi, come usa la natura
mostrandoci l'orizzonte come una linea dritta
nello spazio davanti a noi, è un pezzo di curva
di un lungo mantello a ruota che ci avvolge per sorreggerci
Maria, in ogni momento cruciale
sarai sempre tu sola a decidere.
Maria, fai tua l’arte di parlar bene.
Maria, dai forma alle idee con la voce
con lo scritto e con l’opera delle mani
sulla materia che si presta all'uso.
Maria, affascina gli animi miti col sorriso.
Maria, tutto ti sia lieve come il pensiero
che, senza assillo, ha sempre da fare.
Maria, non poltrire dove altri penano.
Maria, chiama le cose col loro nome
e se ti pare aggiungici un sopranome.
È la verità che brilla alla evidente luce del sole
del corvo nero, della rossa cresta del gallo
e del bianco abbagliante del piccione
Vieni avanti Maria, che il mondo - con gli affari delle sue cose -
ti aspetta per affidarti la responsabilità della vita comunque sia
Affacciati alla luce, Maria
Ti aspettiamo sai, ti aspettiamo senza veli
abbiamo del buon latte e vestiti di lino per coprirti
Viva la nascita che da vita nuova
alle vecchie cose del mondo, viva!
Nasci o Maria, esci sazia dal tuo uovo
sarà la prima e unica volta che lo farai
Nascere significa uscire alla vita che non ha durata
e ci lega l'uno all’altro per l'eternità
Da grande ti chiederai della durata
e sarà un lunghissimo istante
che comunque sarà inferiore alla durata del mondo
che da anni ti aspetta col più lungo Nilo e il corto
Cedrino e il Gennargentu con gli Appennini
e la luna di gennaio gaia come l’estate
e le nuvole, nate anch'esse dal respiro del mare, ti aspettano
così nascono i mondi che popolano l’universo
e anche loro ti aspettano e con noi canteranno al tuo primo pianto di vita
Certo è questo l’ordine delle cose
e se così non è poco importa
perchè nascere importa più della morte
che è solo una virgola!
Siccome in molte parti del globo vediamo la terra
vomitare fuoco ribollente nello stesso mare in burrasca
crediamo possibile che si squarci come un cocomero
che cade dal tavolo come un trastullo di bambini al gioco
così ci si aspetta di vedere nei baratri sotterranei
e negli abissi marini i nostri antenati protendere le braccia
per ritornare - in superficie desiderosi delle calde zeppole muliebri -
tra noi già vestiti a festa per non mancare al prossimo ballo
in piazza con la nostalgia del vino e bramosi delle pene d’amore
ma forse ancor più nostalgici della vita che non c’è più
Perciò mi convinco che sia giusto affidare agli Dei
quel che non comprendiamo
Tanto pare che Socrate abbia giurato
con le mani di Plato
di non aver nessuna conoscenza di dio
Vedi di scegliere bene, o soave Maria, quel che ti riguarda
sceglilo tra quel che si vive alla luce del giorno
e col chiaror delle stelle che danno un tono al firmamento
e smorzano il sorriso alla luna che par sospetti o sappia
che dove è la vita là di certo governa la luce eterna
che all’eterna notte ha affidato le redini la morte
per scambiarsi i ruoli cominciando uno dove finisce l’altro
e all’uno segue il due così fino alla fine dei numeri
e nulla sarà identico perché non conoscono l’anno zero
È l'esca del cavallo che mette scompiglio dentro casa
Il sarto per vivere e vestirsi deve poter cucire
Giudizio è chiamare assurdo ciò che è incredibile
Incredibile è quel che l’uomo non riesce a verificare
È incredibile è ciò che non sta in piedi né in terra
ne in cielo e in alcun altro luogo
Delinquenti sono i furbi che ingannano paesani e cittadini
Scellerati sono quegli empi personaggi che non hanno pietà
Criminali sono quelli che uccidono i poeti poveri e miseri
Bonaccione è Paride che suscita uno scandalo inaudito
col rapire Elena per far l’amore giorno e notte come i conigli
mentre il mondo se le suona per la malfida invidia dei miseri capponi
Saggio non sono ma da impostore mediocre e filisteo
preferisco persino un finto amore a una guerra vera
non me la sento di chiamar Paride meschino
perchè alla pugna preferisce amare
per procreare e non sterminare
Maria, se gli dei vorranno vivrai le tue stagioni
avrai così l’infanzia in famiglia
e tra noi conoscerai l’adolescenza tua sorella
poi volerai via dal nido con le ali della giovinezza
e maturando tra i filari della vigna
ti invidieranno i mandorli, le rose e le pesche
infine col trastullo della memoria inseguirai i ricordi
e se qualcuno s’invola per più liberi lidi
benedicilo con un sorriso, sarà forse un esca
per chi è rimasto a corto di espedienti necessari
per far da balia alla vecchiaia
Dubito delle grandi rivelazioni che parlano
della rovinosa caduta degli angeli più belli
quando sono i corpi a cadere in basso
e diventar demoni grotteschi e non le sublimi
entità spirituali che pulsano nella mente dei dottori
dell'arte seria che dividono le cose buone
nella corte del re, dalle pessime nella fiera delle fiere
del sottosuolo della foresta di Farcana dove le capre
dormono al coperto nelle cavità della rocca
con le janas e le civette, gli alarpi e le arpie…
Gli Alarpi di Farcana, diceva tziu Perreddhu,
sono i maschi delle Arpie di Soloti e rubano le scarpe
non toccano i sandali speciali degli zoppi inadatte ai loro calcagni
ai buontemponi che abusano col vino e dormono sul ciglio
della strada maestra che permette ai pellegrini
della Madonna d'Irillai di dir novena ai piedi
del santo Figlio, su al Monte dove le vene d'acqua
spillano tra le rocce per la gioia dei mugnai
e degli ortolani d'Isporosile
Al rifugio degli esclusi.
Abbi fede e il gallo farà l'ovo
E, se tutto va bene, ci riuscirà anche il cappone.
Vivi quindi secondo ragione.
Stai serena come la rugiada.
Ama la calma e la notte quieta.
La realtà ti circonda.
Ama la brezza estiva e temi la bufera invernale.
Vai in riserva. Vivi bene e senza rabbia.
Vieni nel chiostro, dove il rosolio si beve con le amiche.
Placida sia la notte come la luna sul mare.
Ama il bene e temi il male.
Prega qualcuno che il Cedrino non devasti la Baronia
con la complicità del mar Tirreno:
noi, dall'alto d'ogni peripezia, berremo la vernaza
e d'estate avremo meloni grossi e dolci come vitelli.
La natura ci da la lepre nel campo
la pernice nell'aria e il pesce nell'acqua.
E bello chiamar provvidenza quel che la terra ci da
spontaneamente o gli viene estorto col rivoltar la zolla
Per come mi riconosco senza specchiarmi mi gradisco
quanto Narciso nato per ridere come il melograno
Eleonora cristiana di Spagna,
Zenia cattolica osservante d'Irillai
Piunca la dolce sfinge di Gavoi che ogni enigma
risolveva col riso e il miele delle sue api
con la serva ragione cercava nella mensa
la causa regina delle briciole
un pungolo a pensare è come aggiungere sale al mare
o prestar luce al sole
quando a luglio il contadino miete il suo grano
Dove mancano gli esempi il buio è perpetuo e totale
E se c'è qualcosa di più chiaro dell'esempio
ebbene lo si adoperi
La buona massaia non porta le sue torte
a lievitare in spiaggia col rischio di svelare
i suoi accorgimenti al tempo
che tien chiuso nel suo gran cestino
e preme per uscire come un clandestino
che si rotola nell'arenile di Gonone
per la fame insaziabile e si lamenta
che mangerebbe fino a non poterne più
di quelle melanzane senza semi salate al forno
e saporite con olio, aglio e fresco prezzemolo
Sono le janas a vegliare sui morti e a svegliarli il 2 novembre
con la condizione di non svelare ai vivi i misteri segreti dei mortali
Nulla desta altrettanta meraviglia che il nascere e il morire
eppure sono le cose più semplici del mondo
anzi, forse è questa la meraviglia del tempo mobile e immobile.
Vivi al meglio, dunque.
Il buon pastore che cura le sue agnelle,
la notte le ricovera nell'ovile,
è come il padre che nella notte ostile,
non chiude fuor di casa le sue belle
figlie persesi in strada come in ciel le stelle
che mai dormono per rimanere in vista
degli insonni che vanno per i mari
col timor di perdere la pista
che al paese li conduce tra i lor pari
Viva Maria, nata libera e innocente;
viva il senno suo fido filo conduttore.
E' bene che si sappia che noi saltimbanchi
non attentiamo alla saldezza dello Stato.
Noi siamo tipi alla buona,
semplici, da togliere la bava al cane
che latra con la lepre in bocca
buoni a dargli da mangiare e a sentirlo
abbaiar di gioia e le nostre idee son libere
e caste e in nulla colpevoli
come le donne che anche <impure>
fanno figli perché sanno amare
Quanto è strano il pudore che nasconde
quanto di più fiero ha il corpo
forse copre la parte più mutevole e funzionale
per proteggerla tanto è gaia e vispa
sempre disposta all’intimo piacere
che tanto più è casto se si condivide
Per quanto aride sian le zolle
e la siccità prosciughi i corsi d’acqua
e labili nuvole velino appena il cielo
il poderoso ficodindia di Ohiai B.
non cesserà di dar frutti succosi e saporiti
e lo farà per te, Maria, dolce come la papasseddha
per te e per tutta la ‘crialla’ d’Irillai
ghiotta di novità e vitalità e fichisecchi
e di mandorle e Nutella e di prelibate noci
che han lo stigma della natura che mostra l'equità al mondo
Maria, avrai a che fare con l'immaginazione
che si diramerà comunque dalla realtà
tu trattala come un prezioso ma delicato balocco
stretto parente della spontanea e libera fantasia
ti sarà utile e ti inebrierà ma non servirla mai
non sei il suddito che esalta il tiranno depresso
che si compiace del novizio e devoto cortigiano
da cui suggere la linfa del giorno che scorre
ed esalta e deprime anche i padroni del mondo
che si fanno scontrosi se non li saluti a modo loro
tu, Maria, saluta tutti col sorriso degli occhi
che ci tengono alla giusta misura dell’allegria
con ciò saluta i sempre possibili compari della vita comune
non esser mai la scontrosa ancella del tiranno che recalcitra alle novità
si deve conoscere per giudicare
così si deve pensare per amare
altrimenti può esser solo desiderio e dubbio
Nemmeno gli Dei disdegnavano il midollo
che piace tanto a orfani, vedovi e sedentari d’Irillai.
L’ombra del campanile fa più ameno il colle di Tuccurutai
dove al limitare del bosco ricamano le monache di Maria
che sorride di cuore al pigolar delle sue galline sull’aia
abituate a stare al mondo e a trar l’utile dal dilettevole
cucendo punti d’oro per vivere in collina,
dove Maria incitava Gesù col soccorrevole
-Rizzu Gesuì, rizu a tai-tai, ka non deppes morrer mai -
a mettere in piedi i primi passi sulla terra,
e pregando con divertita poesia il cuore della vergine Maria
Maria Papassa, maria luzana, maria petena,
maria cocone, maria menacra, maria frunza
Maria, ama il cibo gustoso che sostiene il corpo
e abitua l’occhio alla giusta misura del boccone
che non soffoca i buoni sapori e frena l’ingordigia della gola
non badare alla quantità di quel che si dice in giro
e cerca di ricordare le parole giuste e belle
che sono le ancelle della soave bontà
che fa dolce lo spirito e da garbo al gesto
e dai una buona misura alle parole
che non intendano più di quel che significano
abbi sempre docile il sorriso e sii gentile
anche con le mosche presenti alla tua tavola
per curiosare e farsi belle con le amiche nel l’inverno
che verrà mostrandosi saccenti e divertenti
come in uso tra mortali che come in un gioco
fan bene le cose importanti che durano
negli spazi del tempo per accogliere e divertire
i sempre nuovi arrivi e chiameranno quadri quegli spazi
oppure ritagli del tempo che fu
Chi pensa a far male se ne infischia del dolore, del pentimento e del rimorso
Sono quel che dovevo essere, sarò come dio vorrà,
e se avrò mal di denti e vorrà lenirlo alla moda ospedaliera
con un clistere al succo di cocomero (due o più litri dolci dolci e senza semi),
dirò se il senno mi reggerà, che se lo faccia lui;
per me seguirò l'uso antico e berrò puro vino di Marreri con le pesche sanguigne
e miracolose di san Sperate (che a Cagliari han debellato la malaria e la tisi)
tagliate a fette a misura di bocca con i denti che dopo la cura
sgranocchieranno il nocciolo (che bolliti come si deve in coppia
diventano gialli come lo zafferano e si possono grattugiare come noce moscata
nel ripieno dei ravioli che fan cessare la fame ai disperati e ai dinoccolati)
come una o due noci di burro di vacca - se uno è salato l'altro sia dolce -
che conservate di anno in anno sciolgono i lombi e gli intasamenti intestinali,
la gotta dei ricchi e i reumatismi dei poveri, e, frizionato sulle tempie
ogni primo lunedi del mese dal barbiere di fiducia che sa di lozioni,
ridona a poeti e pugili, l'intelligenza che evapora col caldo del carmelo
e i calori di sant'Anna (a noi isolani purtroppo manca il fuoco sacro dei vulcani)
che si combattono con l'acqua piovana. I bettolieri sostengono che il vino
con le pesche faccia miracoli anche per il mal d'orecchi. Sarà. Ma un po' del latte
che la mamma dà al bambino fa bene anche all'orecchio adulto.
E il vin bollito non passa il raffreddore? Bollito nella terracotta, si.
Dicono che una piccola dose di veleno pulisca le interiora, quanto mezza tazza
d'olio bollente, con lo stesso rischio. Pare che il digiuno e la fame abbiano
la virtù di svuotare la pancia. Meglio del miele. E la polpa di maiale
con un pizzico di sale? Noo. E l'olio d'oliva che va gustato col pane
e non frizionato sui muscoli? Meglio le quattro nocciole dei veri cristiani,
a costo di diventar stitici e defecare come le capre francescane di Farcana.
E una fetta di lardo rosa non frena il brucior di stomaco? A quanto và oggi
il lardo rosa di Farcana? Non meno del vino di Marreri. E l'olio?
Ditemi il prezzo dell'olio che rende di meno alla spremitura prematura
Sìi docile Maria, ma mai sottomessa e in ogni circostanza
affidati al giudizio del senno, alla misura dell’animo
e all'intelligenza delle cose. Sii giudiziosa, anche se la fame chiama.
Sii entusiasta con la gente è fai con diletto le tue faccende.
Non disturbare chi crede che l’anima voli via dal corpo
e dubita anche - se ti va - che il nostro animo muoia con noi
forse vivrà nei lapidari e laconici ricordi di gigli nel campo
e comunque sia avrà vissuto come l’erba sul prato
tu non valutare i difetti altrui che può rovinare la salute
non è affar tuo quel che è compito degli dei:
sbrogliare gli affanni degli umani in affari.
L’animo, come il cuore, ci fa muovere e con l’ausilio degli occhi
capire dove mettere i piedi ma leggi le cose belle
da cui distillano alacri pensieri che sostengono l’animo sereno
ma non leggerle quelle parole che confondono la vista
salutale mentre si allontanano nella gelida bruma
Vedi un po, Maria, se in te alla lettura si accompagna la scrittura
che vaccina dalle scialbe influenze e se quel che scrivi oggi
resiste domani alla lettura, conservalo o con giudizio buttalo:
ha vissuto una notte oscura a cui si affacciano spaventi e delizie
e sempre la colmano d’ogni bene e altrettanto male
Le cose belle da leggere almeno un po ogni giorno
son quelle che nutrono i pensieri che tengono saldo l’animo
per resistere ai turbamenti temporali e che con la scrittura
comunque sia è il farmaco più naturale e salutare del mondo
Meglio far poesia con anonime lettere d’amore
che calunniare chi l’amore respinge
È innaturale resistere all’amore, umano è il desiderio
ma chi se non l'intimo piacere scompiglia l’animo?
Coinvolto dal dolce amore lo stesso senno tentenna
e cede qualcosa del suo rigore per temperarlo
L’amore è un inganno in cui la vittima travolge l’aguzzino
Gradevole è l’amore, è innocuo non voler amare?
(Mettersi la briglia per domare il piacere?
No. Non il piacere dell’amore ci travia
come non ci rovina la bugia del vino nella poesia)
nociva è l'odiosa invidia di chi non ama
Voglio credere che in un paese di onesti e sobri
il vino e l’amore non combinino guai
da riaprire i tribunali per chiudere
bettole e lupanari dove si spaccia il liquore
della divina ispirazione nel midollo dei poeti
L’ubriacone molesto non lo doma il miele dell’amore
L’ubriaco d’amore se ne infischia del nettare e del vino
L’invidia fa male perché avvelena il vino che non bevono i sobri
Chi toglie il piacere all’amore avvelena le pure fonti
che ci dissetano con grazia della vita
Chi vuol mettere una misura al piacere
rischia di costringere la malia dell’amore
dentro una logora e odiosa antica camicia di forza
Imposta bene ogni tuo giorno se vuoi averne una felice conclusione
oppure, o Maria, non aprir le imposte e sogna di Achille
nei campi elisi che recide gli asfodeli con l’umano tallone
se quindi vuoi, o Maria, che ti sia gradevole quel che fai
mescola l’utile al dilettevole come l’antico uso della luce in notte e dì
Chi non sa mentire come i poeti gobbi con i mali del mondo a spalla
e i profeti ciechi che descrivono tramonti di fuoco e albe serene
e gli apostoli zoppi con i sandali adatti solo a loro
può dire verità incredibili su nuovi regni
Ogni forma ha il suo valore non solo se è bella
ma sia anche capace di contenere il seme di una idea
Per i sapienti le illusioni affascinanti e menzognere
vanno debellate prima che la loro malia abbia il sopravvento
sulle difese della ragione che soffre di vertigini
Ci si diletta con l'incredibile per non annoiarsi con l’assurdo
Cede il posto alla morte l’anima che vola via dal corpo
per cercarsi un ganzo senz'anima che ami la luce
Che uno muoia con gli spasmi della sofferenza
o finisca con la serenità della candida luna
dove è la differenza a morte avvenuta?
I morti insepolti vanno a stare insieme
ai non nati che non conoscono la luce
Maria, abituati a parlare dei nostri pensieri
poiché la realtà che ci avvolge parla con la sua evidenza
non bisogna di illustrazioni e didascalie
ma faccia ognuno quel che gli par bello purché sia allegro
come a pasqua i fedeli che non hanno ulcere sul corpo
Sìi giusta, Maria, e se ti riesce, non disdegnare il presciutto
e il pane che valgono non meno dei Regni del Nord
dove ci cibano di sardelle salate ricche di talento e d’argento
Penso impossibile rimanere se stessi
quando si è invasi dal male
difficile aver ragione del corpo
che cede la sua forza al subdolo malanno
il corpo non chiede conforto
sono io a dirmi – arrangiati
La scrittura è un privilegio della vita quieta.
Nessun ordine se non il disordine dei frammenti.
Schizzi, note eterogenee. Nulla di privato quando è scritto.
Le faccende intime alloggiano nel mondo interiore.
Chi legge la scrittura pubblica può aggiungervi del suo.
Non quel cibo che non c'è può farmi male
ma quel che c'è - se abbondi - ti rovina
Chi può scommettere sulla sua onestà e averla vinta?
Chi nelle scommesse ci sguazza.
Perché pagare per pregare e piangere il defunto
che non torna indietro nemmeno volendo
per vedere di chi è quel lamento addolorato?
Due son le strade della vita, una felice,
impervia e breve,
dove gli elogi viaggiano con allegria,
l’altra duratura e piana ma triste
con le maledizioni che vanno sottovoce a chi di dovere.
Sì crede in un dio artefice assoluto del creato
perchè non si riesce a capire come tutto l'universo si sia fatto
Ringiovanisce d’un colpo il vecchio nonno
ringiovanisce con un sorriso quando dona di quel che ha
in forza dell'aspettativa dei nipoti che vedono in lui
il detentore delle chiavi dell’armadio dove è chiusa la marmellata
Ora ogni Stato ricco che si rispetti (alla cui difesa sono più adatti
i ginnasti animosi abituati al podio che non i poeti e i musicisti poco battaglieri
se non penzolando dalla forca) ha ottimi atleti che celebrano la vittoria
col canto e la musica dei miseri artisti che vivono a fatica
Chi ha soldi da spendere non li nega all'amore per le belle donne
Ma voi
Offrite un panino a chi dice di aver fame
Oppure
Date un'obolo ai poeti, naturalmente timidi e incapaci di vivere
come i mansueti musici di strada che non saranno mai famosi...
Come il ricco non può coprire i suoi molti beni,
e il ginnasta non può nascondere i suoi muscoli e la sua agilità,
così il poeta non può fare a meno di persuadere il pubblico a starlo a sentire,
o a leggere i suoi canti, a fare in modo che qualche lira finisca nelle sue tasche
per comprarsi due scarpe da tennis per i giorni di festa
e mischiarsi con i benestanti che applaudono i campioni che recalcitrano
a pagare il dovuto allo Stato che divertono col loro inestimabile talento
e i vincitori di Olimpia – tempo fa - pagavano per essere ricordati dai poeti...
Quindi, date un'obolo agli artisti poco stimati da chi si intende d'arte,
anche se non lo chiedono perché stimano se stessi e conoscono
la sacra vergogna che - disapprovandoli - li punge al cuore
Offrite un panino ai poeti ebbri e profeti all'erta,
che dicono di aver fame sognando il futuro da quel che i fatti
danno a intendere; somigliano non so come ai carpentieri che armano i ponti
che prevedono le future intenzioni del Dio, che è colui che fila lo spazio nel tempo
e da vita al mondo, sul suo futuro, che è passato così veloce che non avemmo la possibilità di vederlo
Maria pia, ama le rose rosse di una lontana primavera
parigina quando vi fu "l'assalto al cielo" dei fiorai della Senna
che le spedirono come cartoline di giustizia in ogni angolo del mondo.
Rosse rose come la cresta del gallo d'Irillai
che canta ogni giorno al re che viene da oriente.
Solo chi comanda dispone quando accendere i falò ridendo.
Disse Marx che in Inghilterra non si bruciarono più streghe
quando si cominciò a impiccare i falsari.
I costruttori di storia (creatori ingegnosi di nuove e più dinamiche realtà)
son caduti dall'impalcatura, non per imperizia dei carpentieri,
ma per l'avidità e l'ingordigia della loro miseria, soffocando
e accecando con le proprie mani, l'enormità della rivolta “che sconvolse il mondo”
suggerì nuovi sogni all'antica favola dell'uguaglianza, e – temendo
di perderla – ne affidarono la sorte alla Forza della Polizia Pubblica e Segreta
che finì, con nobiltà di spirito, per arricchire i superiori
e gli skerani di caserma del Metodo Breznev.
La metamorfosi, che in poco tempo avviene nei bruchi
che mangian fiori per farsi farfalle
in noi richiede qualche mese in più e solo fra qualche inverno
avremo le ali a corazza e senza piume come la cocinella
che sempre di meno viene a stare in città con noi
per paura delle urla e le farfalle delle malelingue

Lo studio eccessivo distrae i critici che presumono di sapere
più dell'autore, per esempio: Senofonte chiama peana due canti,
un canto di pace durante una processione per la fine della pestilenza
e il canto dei persiani per le prossime ferite di guerra,
cioè due situazioni opposte con lo stesso termine. Peana.
Per il critico, Senofonte non distingue come vorrebbe lui.
Intendo capire che peana sia il canto rivolto agli antichi
padri e ai sempre giovani dei e aspettarne aiuto
La frase vuota è quella priva di esempi.
Fortunati i figli, disse il Nonno al mio babbo,
che da te nasceranno spavaldi e gagliardi
come manovali comunali, garzoni e pastorelli
che salteranno a piedi pari, le siepi di Mamone
in cerca di avventure nelle libere Americhe.
Cada runzosu morit chi su bellai suo,
à nau tziu Predu Belloy,
morindhe assutu ke suberju brusiau.
Era nato per accudire al suo corpo che doveva respirare
e pensare per vivere al meglio dopo il parto.
Il miracolo della vita è stata la sua verità;
e altrettanto lo fu la morte.
Sorrideva delle sue disgrazie
e per quelle altrui aveva una parola di conforto
come un aiuto a dimenticare le offese
e zittire la vendetta
che si era rifugiata da qualche parte
per covare più a lungo
casomai, non si sa,
lungo la dritta "carrera" del cimitero
verso una più veloce rampa sotto il cielo.
Da quando circola il soldo l'asse del mondo ha per poli
il salario e il profitto: chi ha avuto e chi continua a dare.
Nulla annoia come la solita nenia che annuncia il sonno al mansueto
Aveva il visino delicato come una fanciulla che sa già ricamare
e le mani scure cotte dal sole e dal manico della zappa
che non abbandonava mai, scarpe di cinghiale per prevenire i duroni
e la flanella sotto la camicia abbottonata anche d'estate
per evitare i malanni e una vocina tenue aveva e uniforme
che non sembrava sua ma della moglie morta da una decina d'anni
che l'accompagnava in campagna ogni santo dì e tutti e due
dietro l'asinello che rientrava con la legna per pagarsi la pastura
e anche lui era sempre solo e chi è solo ride di rado, diceva tziu Perreddhu
a Piriccu su poleddhu, mentre la compianta lo chiamava su Burricu ‘e dommo
S'ispica 'e s'arjola est'oro cada’annu. Sa biada'e jaia.
Dio l’abbia alla sua mensa
se non a un capo del tavolo
almeno a servire
Della realtà si ha esperienza col respiro: non posso farne a meno.
Pensare e respirare è una sola cosa, non c'è l'uno senza l'altro.
E sia respirare che pensare non conoscono alcun interesse:
la nota sponteaneità; non come fare due passi e pascersi di trifoglio.
O andare a sedersi in poltrona: interesse alla comodità.
Non voglio proprio credere che ci fosse il nulla prima di noi
Anche il pensiero sempre sveglio, dal nulla ottiene il nulla.
Ma Dio di certo aveva il Fango Primordiale per animare il mondo.
Da ciò la chiocciolina ch’è il primo aggregato del mondo;
voglio dire delle polveri che si impastano con l'acqua
e si allungano e ritraggono come un elastico di farina
un aggregato primordiale, la chiocciolina che mangeremo cruda
la chiocciolina vecchia come l'anguilla, striscia come quella guizza
come me che mi conosco, e se ne infischia di sapere perchè esiste.
Forse si dice “sfera del cosmo” perchè del cielo conosciamo solo sfere
e osserviamo distanze che non bastano i numeri a calcolarle
meglio dei sogni di San-Bruno non annegato nel Giordano,
ma cotto in piazza e dato in pasto agli Dei famelici come cani e gatti
È strano che sia la guerra e non il gioco a portare la civiltà nel mondo;
la guerra è distruzione e morte, ma poi viene il lavoro e l'ozio,
l'analisi della causa, il pentimento degli eccessi e la ricostruzione
del cosidetto tessuto civile che – nel tempo libero -
non dimentica i criminali come Gheddafi che l'han preceduto
Inkimerau è quando la persona conosce il subbuglio
degli elementi eterogei che lo compongono
e se la prende appunto con le chimere.
Il cane lupo è più grande del gatto ma più piccolo della tigre;
almeno mi pare di doverli pesare e misurare e contare i loro peli
per fare la chimera che si aggira nella foresta di Farcana
quando gli sconfitti si arrendono alla catastrofe in atto
La distanza tra me e la luna la vedo come una linea retta,
ma dovendola fare con un fiasco di vino
probabilmente vi troverei una lunga curva
L'uno non esiste - solo il nulla è inferiore al due
La nostra è solo un ipotesi di vita
e per quanto si indaghi il mondo
infiniti altri universi lo compongono
e l’ultimo mai ultimo - come sempre -
sarà il più difficile da scuoiare
come la coda del gatto che ha in bocca il topo
La memoria va scritta e confermata da testimoni
come in tribunale, secondo la prima legge della credibilità
Probabilmente mi rifiuterei di aver a che fare con la morte
di persone sole, o sposate o battezzate
trattandosi di un assassino guarderei dall’altra parte
dove si lavano le mani come se l'esecuzione già eseguita
fosse meno sconvolgente, data l’igiene in campo.
Tutte le grandi cose che non si riesce a vedere
e servon poco come la somma immagine di Dio
sono appartate dietro il sole per non esser viste
da un innocuo e miope paesano di Samuel Istokj
Quando son solo trovo inutile fingere di non esistere
e rinuncio persino a sognare di romper zolle e bruciar sterpi
nelle terre del demanio per fare vigne, orti e giardini
Quelli che se ne stanno seduti nel Contone d’Irillai
a rimuginar le cose che non danno letizia né dolore
sono gli amici di tutti, e campano con poco
come signori del cielo sulla terra:
essi sanno l'ora dell'apparir delle stelle
e perfino quando si ritraggono alla vista
dietro il sipario del sole, nel ripostiglio,
tra le altre cose messe da parte inutili
come diavoli cornuti,caudati, orbi, zoppi e gobbi
Essi quando tracciano i loro segni sulla terra,
non imitano che se stessi
e la realtà della natura circostante.
Tziu Belloy, nato con i capelli bianchi come un cavolfiore,
che da anni aveva ideato di coprire i muri delle sue case con la malta
di Samarialodè e il fango d'Isporosile, con la mota immota della strada
e la melma della bratza d'Irillai, sposò Tiresa Samere, bella come un grappolo
d'uva bianca del Cedrino, cresciuta domestica in Baronia
prima di diventar padrona di casa nel Contone Ballaloi
dove non nascondeva la sua doppia natura di serva e signora
che in maniche di camicia come sempre a mescolar uova
accudiva a tutto e si deliziava del più caro caffè del mercato,
dal formidabile aroma che si diffondeva fin sulla cresta d'Irillai,
a deliziare le mogli coi bianchi corpetti dei solitari in ritiro
nei remoti cortili a far d'argilla greggi di agnelle in fiore
pronte a figliare moltitudini lanute come a scolpirle sulla rocca
con un chiodo di ferro che a sfregarlo faceva rabbrividire
il corno del bue che sarebbe servito come giusta misura
del vino da bere tra compari e compagnoni di ribotta
Il male che ci piove addosso in casa
viene da fuori proprio come l'acqua.
Così i genitori alle marechelle dei figli:
l'hanno appresa dai compagni.
Così i governanti alle turbolenze in piazza:
infiltrati stranieri e commedianti locali
I personaggi tvi sembrano così intelligenti
perchè ripetono bene le ultime cinque parole alla moda
con le quali dormono fino al canto del gallo, ci fan colazione,
pranzo e cena, ci lavorano, fan compere e giocano a carte,
vanno in barca, in auto e sulla neve; con quelle parole
sbalordiscono davanti a un dipinto tanto che serviranno
anche dal barbiere che le porterà a casa
dove le useranno con le pantofole al cesso
Chi non sopporta il caldo delle messi se ne stia all'ombra della pergola
con gli ingordi e i zozzoni che mangiano la porchetta senza forchetta
e dopo il primo brindisi dicono subito quello che gli altri diranno dopo
alle spalle che: chi non sa soffiare dentro una canna è inutile che solfeggi.
Ma finchè si può è giusto farlo sulla terra, poiché l'ordine e l'armonia,
si sa, regnano sovrani nel cielo dove bisogna esser degni
per vedere quello che là si offre a cominciare dal vino
che è apprezzato per il suo giusto prezzo specialmente
da quelli che temono il freddo e vi si riparano come e dove possono
e di là trovano il momento buono per ricordare debiti e doveri
verso chi ha l'ospitalità al primo posto nel suo cuore.
Hosteria Getzemani, a Orosei, con una gran pergola
dove mangiar spaghetti e bere vino, con la facoltà di pensare
e di esprimersi, sulla grande storia che ricorda il passato
con la pretesa di farlo rivivere.
Si è lavorato per vivere, dice il padre;
si è costruito per durare, fa la madre;
si vive assieme sotto la pergola per star bene, affermano i convitati.
Si comincia a invecchiare quando ci si rende conto
di quel po' di febbre che arriva puntuale ogni anno,
dalla voluttà per il primo fiorir del mandorlo
fino allo sbocciar della prima rosa canina.
Lo dico a me. Nessuno raccoglie il lamento delle mie interiora
prima di me, neppure i vermi intestinali, così intimi.
La vita, la mia vita, è all'insegna del nome, di colui che da morto
mi dirà: è stato questo, o quest'altro.
Quel che ha fatto di buono è alla sua destra;
a sinistra sta l'irripetibile:
il gagliardo ragliare degli asini dell'altopiano.
- Dove manca natura arte procura -
Maria, anche <sotto altro nome di te si parla>,
Orazio, mutato nomine de te fabula narratur
Salude a Maria, zillerarja 'e kelu.
Guardati intorno e vedi un po
di che stampo è l'umore del giorno
se è pessimo rabboniscilo col sorriso
e tienti stretta agli stipiti della porta
Il sogno dei ricchi sapienti?
Morire in un giorno di festa, con la tavola imbandita
i musicanti pronti all’avvio delle danze nella sala da ballo
la servitù elegante quanto i cortigiani del re
tutti gli invitati lieti come gli angeli del paradiso
e il moribondo patriarca che lascia le sue ricchezze
ai figli illegittimi nati dalle sue consenzienti domestiche
che non si aspettavano nemmeno un ala di pollo congelato nella neve
Maria, sii tu come il vino dell'onesto Zomaria Zigottu
dal bel colorito che illumina gli occhi come il sole a mezzodì
dal vivo aroma che passando dal naso invade il corpo
che gustando il palato ne sazia il mondo interiore
e le sue giornaliere prodezze solleticano le ghiotte orecchie
come il canto del pio usignolo alla finestra
E quando servirai gli ospiti a tavola
non dimenticare un osso al cane
e un’ala di pollo al corvo
e un sorriso al cielo in ricordo del vino del nonno
D'accordo che Dio non sia uomo né donna,
perchè misterioso è il suo aspetto,
ma perchè privilegi i maschi è un mistero
che nasconde il senso di vita e morte,
con il fuoco che brucia, con il cielo pieno di stelle
è un mistero siccome indica la rotta ai naviganti,
è un mistero come gli indovini che ci azzeccano sul futuro,
è un mistero come il luccichio dell'oro e delle pietre
dure al collo delle femmine belle a vedersi,
un mistero come il latte si coaguli per farsi cacio
e salare lontano dal mare,
come l'etica misteriosa che lasciava in sospeso
Socrate che per seguire un pensiero si fermava,
è un mistero come il principio della vita,
del denaro che si riproduce con la fame,
come il mistero della terra nata per prima
e per primo partorì lo scarafaggio
che rotola il famoso fenomeno chiuso nella palla:
l'inafferrabile mistero della nostra Origine,
nonché quella della Santa Spina e della Santa Croce d'Irillai,
come il mistero dell'anima che affitta il corpo
alla rovina del quale trasmigra in altra casa,
come il mistero della materia nel cielo
che non si sa dove cominci e dove finisca
Vivi o Maria e avrai la tua camiciola di lino
con l'augurio che tu sia il desiderio di tua madre
Maria, sposa quel che ti piace
e se quello viene a te
è lui che fa per tre
Nessun indizio del giorno conduce all’animo
che è il portale del mondo interiore
e non c’è piede di porco che lo possa scardinare
ne accoratoio che lo possa penetrare
Per chi ha fede in Dio anche le pietre parlano
certo per far da divino oracolo necessitano di un interprete
Occhio agli adulatori armati di lusinghe
Sì comincia con la tenera tetta
passando per la polpa della vita
per arrivare all'osso che protegge
il midollo della più che sicura pace
Tuarje! Cumpanzòò! Ghirtalèè!
Da genitori gaudenti figli libertini
Da genitori pudici figli malinconici
Da genitori sfacciati figli maleducati
Da genitori impudenti figli scalzonati
Non curiosare se senti le grida di chi è in preda all'ira
Non passare tra due collerici che litigano
nella strada armati di spada e di clava
Impara a leggere e ti sarà più facile scrivere
quelle parole che conservano il tuo sentir comune
perchè agli umani mortali appartiene il pensiero
Chi ti elogia ti sfotte compiacendosi del suo sorriso
chi è contenta tace quando parla il silenzio
e le cose vere non avanzano con clamore
Se è vero che tutto ciò che abbonda finisce per annoiare
come credere che solo il piacere vi sfugga?
Facile illudere la giovinezza,
facile come sperperare i risparmi altrui
Vedrai, o Maria, che nel governo della casa, l’amore
non avrà bisogno che qualcuno comandi e l’altro obbedisca
Nella casa dove regna amore non si cova malumore
e dove uno non arriva fa che l’altro sia presente
Dove c’è sgarbo assente è amore
e il rancore è l'acidità che rode e consuma
Salude, a sa femina azzuda e zillerarja de bona zènia.
Salude. Salude a Maria, benebennia siata.
Cand'este inoke a cumbidare sa cumarca.
Nel febbraio del '60 Istevene Iskarzofa,
all'alba della festa di San Biagio,
decise di fare a meno di noi e si tolse la vita
impiccandosi all'albero maestro di San Francesco
che non sarà mai fradicio, domina la valle
e sa di ogni malefatta, lasciandoci così
al nostro pittoresco destino, fatto di spontanee
scorribande tra l'altura e la bassura e di frequenti
visite a Frà Ignazio, Padre Pio e san Nicola da Gesturi
dei malati di cuore d'Irillai a cui era stata rigettata
la richiesta di guarigione per manifesta indisciplina
e incontinenza durante il viaggio in treno alla Madonna di Lourdes.
Dazianti e doganieri che masticavano gomma americana,
trovarono nello scompartimento cento litri di vino
e 25 di acquardente con la quale si sciacquavano
i denti gli infermi che poi l'inghiottivano
come bon bon di menta e liquirizia d'altri tempi.
Ora, il giorno che precede san Biagio
a Irillai non muore mai nessuno,
e il giorno successivo è quello fausto
perchè i medici dell'Ospedale dei Clisteri,
affrontano con successo ogni tipo di intervento a corpo vivo,
quindi Istevene poteva impiccarsi e morire solo alla festa di San Biagio.
Iskarzofa era di quelli d'Irillai – signorili e ospitali -
per cui ogni straniero è ben accetto,
specialmente se intende abitarvi come le rondini
che nidificano sotto tetto perseguitate solo
da qualche scapestrato coinquilino
come se ne trova nei condominii del mondo,
che non sa stare in strada senza scopo,
non sa distrarsi, tira dritto alla meta, frettoloso,
e quasi non risponde al saluto, con la paura
delle rondini che portano le epidemie che partono da lontano.
Il lucido avvertimento del primo bicchier di vino
è che sta per intorpidire il corpo
non appena la musica apre le danze
Maria della neve regina,
fai dal grano la farina,
l’erba dai alla pecorella,
Da brucar con la sorella
L’acqua fresca dai alle fonti
che col vin rimpingua i forti.
Una minuta idea in ogni riga.
Canti brevi siano la regola leggeri come l’aria
delle chiare fonti dove beve la tortorella di Maria.
Una frase, un verso, un senso. Una riga di montaggio.
O Maria fata del pio desiderio
Di te son lieto e del tuo imperio.
A te penso e a un bicchier di vino
Quando a metà mi fermo del cammino
Se l’oste sulla soglia mi ricorda
Che vin di Marreri ne ha una scorta
Sabactani o lamento al padre
Giunta la nave della fine disse al vicino:
Caro, ricordati che dobbiamo un Pollastro ad Asclepio.
Anni dopo, alla stessa ora della fine, un’altro invocò il Padre:
Mio Dio, perché mi hai abbandonato?
La terra bolle, dice l'oracolo dell’Etna,
bolle come una pentola di polenta sulla neve.
La terra bolle se manca il vino di Zomaria Zigottu
Nascita di Maria per non rinfacciare niente ai genitori e nulla a nessuno
Natale di Maria per abolire le razze, le etnie e le donne caste
Abolire poi l’elezione delle stirpi e l’esclusione degli storpi
Sia Maria uno spirito libero indifferente ai natali di chiunque
Non sarà quindi facile umiliare il suo animo spiritoso
Come difficile sarà che Maria si vanti di qualcosa
sapendo quanto vano sia l'impeto del vento
Da grande la vedo sposa di chiunque la meriti
sempreché - Costui - non sia succube di qualcosa che alteri la sua natura
La bontà dell'idea si ha nell’attuazione pratica.
Ma come attuare le belle idee sulla felicità della coppia?
A chi affidarne la prova pratica?
Di qualunque attitudine Maria risulti in possesso
vi applicherà intero animo e corpo
e se qualche parte zoppicchera’ avrà più bontà l’animo
Curerà il suo giardino e gli procurerà sementi adatte
col piacere di farlo non per la gloria nel confronto con il campo incolto
ma per un certo e serio riguardo nel rispetto della natura
Quel che a Maria riesce non esula dai confini del possibile
L’indolenza non appartiene alla sua cultura amica della natura
che fa semplici le cose e facili da cogliere
Da quel che il fuoco brucia viene l’acqua
Maria sa che l’acqua lava ogni cosa,
rende liscia la pietra ruvida
e goccia su goccia libera la ragione dalla follia
Il talento del tempo è adattarsi ai costumi che cambiano,
agli umori, alle cose mutevoli, agli amori che finiscono in tribunale
a colpi di bastone come usano quelli che han perso la voglia di amare
Ogni costume è adatto al suo tempo,
novità e nuove epoche, di ere vergini
abbiamo bisogno, se no la noia ci consuma
e fa del passato una ciabatta da scarpa vecchia,
a ogni nuovo giorno una cosa nuova, una nuova pettinatura,
che non manchino le novità sorprendenti,
un'occhio d'oro fa al caso mio, a te un'orecchio
di vetro, denti d'argento a chi mangia sui giornali
e guance di porcellana a chi digerisce in t.vu
Il tempo – che è purezza – si prende gioco di noi,
proprio lui corrompe i costumi nati sani, con l'uso che se ne fa.
L'ordito del tempo è teso dai preti,
la trama del mondo è intrecciata dagli eroi di guerra.
Alle guerre non sono mai mancati i sacerdoti:
da Troia in poi ogni guerra è santa e ci si veste a lutto.
Maria sa - come lo so io, molle e fiacco come un cardinale in odore di eresia -
che tutto quel che ci appare rettilineo
col tempo e la vecchiaia si incurva e si avvolge in se come la luna
nel grembo del cielo dove tutto passa e quel che non si consuma lo rovina il tempo
Siamo del mondo, dirà Lei, siamo di quel mondo celeste
donatoci dalla fortuna fortuita che fa fertile quel che si ama
e rende sterile quel che si trascura se non ci fai caso
siamo come le rose rigogliose e come le amorose tortorelle
siamo i maturi frutti della natura che si combina con le Circostanze propizie
L'universo è lo spazio senza fine pieno di non battezzati,
dove i Padri, tramite lo spirito, si aspettano dai figli
la continuazione dei corpi, di qualunque colore essi siano,
compresi i celesti e i neri.
Certo anche le tigri stan sulla terra come i gattini
ma non per ciò le devi accarezzare per abituarle a lavorare
perchè mangiano solo quando han fame e per digerire sonnecchiano
e non sognano lepri e fagiani o sciape zuppe di zoccoli di zebre bollite
Zomaria Zigottu ha aperto un nuovo zilleri e l'ha chiamato:
Bettola della Nuova Perzenia.
Divide un litro di vino in marziani da sedici,
e dove chi si azzarda a scrivere una poesia
è convinto che dopo averla firmata, la mente gli brilli,
tra una fitta selva di teste lucenti, come un'astro nella notte oscura.
Zomaria inaugura la nuova bettola
con il cosiddetto vino novello della Valle d'Isporosile
che da la cacariella se bevuto da solo
senza la giusta compagnia d'amici corali.
Non è come il vino di Marreri che ridà vita al morto amore.
Il vino d'Isporosile dà pazzia: come una mescola
d'acqua stagna e forse reflua che fertilizza gli orti.
È veleno, per gli amici.
Diceva sempre che mentre la madre moriva, sua moglie partoriva.
Sono nato mentre mia madre moriva.
Le mogli di Zomaria Zigottu che si sono alternate dietro al banco:
Maria Cocone, s'ingulumada, ora vende il pane fresco e profuma di lievito.
Maria Papassa, bukidurke, sa far dolci di mandorle e miele e un po di farina.
Maria Petena, s'arrennegada, in sua presenza
fuggono ancora i debitori come i topi dai gatti.
Maria Frunza, fanciulla del vento che piega l'erba da tagliare:
si rannicchia al centro del letto come i bimbi tra i genitori.
Maria Menacra gli stava a fianco nel più rinomato
dei club del Corso: il più bel grappolo d'Ogliastra.
Maria Candhela, sa bakiana, ultimo lume della vita.
Maria Gorgobena, s'attrivia, sorella alla lontana delle Amazzoni.
Maria Luzana, sa fakiola, ambasciatrice tutto fare delle Janas di Farcana.
Maria Fardheta, del Circolo d'Irillai, diceva gli Aforismi del vignaiolo.
L'ultimo detto prima della separazione fu:
Anche per il vino di Marone la vigna andava zappata.
Su minuieddhu, sue s'aneddhu, sue su dighidale, su contadinare, sue su priducu.
Molti non sommano gli anni come vengono;
altri non mettono in ordine neppure i giorni,
vivono nel caos e non hanno niente da sistemare;
ci sono infine quelli che dividono tutto in epoche
tanto per scegliere la migliore, cioè quella più adatta
alla loro stirpe che dovrà avere ragione delle altre.
Autentico pare che sia l'antica impronta di un ipotetico passato
con la pretesa di essere stato unico e irripetibile.
No, Maria nutrita al seno della madre ancor più bella quando allatta,
non accarezzare la tigre con la mano in odor di latte
del premuroso amore di madre o con quello della balia meno affettuosa
ma con mammelle da ‘’litro a testa’’ e passa
non tirare la coda alla tigre dalle unghie lunghe
che graffia anche i bambini nonostante abbia i guanti del circo
Dunque col latte genuino, Maria, si imbatte nelle idee più belle
che plasmeranno i suoi giorni migliori
quelli alimentati dagli esempi leggeri come danze spontanee
in armonia col momento
Annusa l’aria e sentirai odor di inganno.
Annusa, annusa, e abituati al profumo
delle nuove fandonie così simili alle vecchie
parla di cose vere col sigillo dell’evidenza
affinché ai bambini non manchino i buone esempi
Agli instancabili adulatori mai stanchi di lusingare
e sempre pronti a calunniare invitali a cianciare
con le galline della vecchia Baronia e del maturo Campidano
Maria Luzana er morta 'è gana
a brent'è istrazu Maria mustazu.
Occhi aperti alle false immagini, quindi, e orecchio attento alla balia
che racconta balle e non giudica l'evidenza ma infila il dito nella piaga a far peggio del male
Alla mamma gli esempi e le buone idee di libertà, uguaglianza e pietà umana,
non la fraternità di Eteocle e Polinice, non quella di Romolo e Remo, né quella di Caino e Abele
alla scuola pubblica l'insegnamento delle cose vere quali sono i numeri e le parole
contare, misurare, pesare, vedere e scrivere, dare e non rubare
Ogni diverso da te - qualunque sia il suo aspetto -
ti è simile nell’animo e ha la coratella uguale alla tua
Tu, che si esprima a segni e il suo linguaggio
incomprensibile a noi miseri e raffinati
o canti come un usignolo emettendo suoni sconvenienti
come usano quelli del Karakorum trapiantati nelle Antille
o nel capo di buona speranaza,
tu fagli sentire con un sorriso che nella tua
e sua indole c’è posto per il senso dell'umana pietà
che dovrebbe essere di serie nel l’uomo e nella donna
fagli capire - se ti riesce - che meschino non è chi balbetta
ma chi nell’animo deposita piccioli di fichi secchi
Chi si ribella alla morte passa per superbo e pauroso;
il suicida passa per avido che disprezza la vita;
la serena vecchiaia che accompagna per mano
alla fossa passa per rimbambita;
dei non nati si dice che non avevano le palle
per vivere e finiscono col fare gli angeli del paradiso
più grande dell'enorme giardino dove c'è ogni ben di dio,
nulla è necessario e i sapienti se ne stanno in anticamera
a dir che l'adulterio non è peccato
e a disputare sulle lamentele di chi ruba la notte
e di giorno giura sull'onestà della moglie
che gli dorme al fianco, russa e non è fedifraga.
Kust'e su porcu, kustu la mortu, kustu lat'uscrau,
kustu la manicau, a kustu non dhe lan dau ca ata iscopiau.
Sensi all'erta, dunque, dove si mostra il ridicolo e i buoni a nulla
fanno i prepotenti per non essere da meno degli esecrabili violenti
Davanti a loro ricordati del nostro venerabile antenato, tziu Fenisi Biadu
primo degli antichi defunti e felici Fenici di cui nessuno aveva alcunché da ridire
se non chiamarlo - zio della botte perché amava bere il vino dal rubinetto
ma inappuntabile nella vigna e irreprensibile nei pubblici affari
eccellente nel bere con gli amici e perfetto con i familiari
che puntellava col bastone della ragione affinché rigassero dritti
e nel suo orizzonte nessuno era indegno e nell'aria chiara del quartiere
non albergava nessuna immagine di assurde fantasie
nel suo cielo, il suo animo e nel suo corpo tutto era trasparente
Maria sorridi alle sfacciate adulazioni e alle blande lusinghe
Sa mendula ‘è Maria
Cà pèrdiu su corjiolu
E Deus pro su dolu
L’à fatta ‘à Maria Pia.
Sappi o Maria, che vi sono nel nostro mondo malattie
al cui corso ci siano competenze che le possano ostacolare
vano è fuggire la fine naturale delle cose ma bello è cercare i rimedi
al disagio che ci assale per superarlo o rimandarlo indietro
Maria non cedere nulla di tuo a chi con artifizi te lo chiede
se pensi che possa nuocere a qualcuno o a qualcosa che appartenga a tutti
Maria, non so se sia giusto lasciare in eredità ai figli
quelle cose che durano più di una settimana
per cosa poi, per lasciarle a cani e corvi, furbi di più cotte
sempre in agguato per affondare le mani nelle borse comunali?
Meglio il detto dei proverbi che suona:
Giusto e santo che il frutto cada sotto l’albero
Maria, se quel che ti scrivo ti pare poco congruo
ricordati che non leggo oracoli né faccio oroscopi
e sappi che sono di quella vecchia lega
che ha più cura delle scarpe che dei piedi,
perchè i piedi li conosco e so che valgon poco
penso quindi più alle scarpe che li devono contenere,
che sian comode, altrimenti non sto in piedi
un momento in più del necessario per la foto rituale
Penso che la scuola pubblica o privata
debba servire a educare i figli a diventare migliori dei padri
I nostalgici d'Irillai – che han sempre
la più bella immagine della lontananza
avrebbero fatto ritorno al mare sicuro
(senza vortici, mulinelli e saraceni)
solo quando i prodi campidanesi e gli spassosi baroniesi
li avrebbero richiamati per le vacanze estive
sulle libere spiagge del mare
Era naturale, quindi, per gli ansiosi d'Irillai
rifuggiarsi in altura, poiché temevano i saracini
che non sapevano tossire e non scatarravano mai,
tunisini predatori della prima armata di Diddone
all'oscuro dei malanni della malaria
e quelli della seconda armata di Annibale,
immuni dal mal di gola ed esenti dal sanguinar dal naso,
quando si affacciavano alla costa con l'intento
di bruciare i pinneti di frasche gridando persino:
vi bruceremo come muggini; naturale per gli ansiosi,
quindi, rifugiarsi con forchette e coltelli,
dai parenti che vivevano nelle montagne dell'interno
dove la rosa canina guarisce dalla tosse canina
e il venerdì mangiavano trotarelle infarinate
e fritte in olio bollente contro il mal di testa,
mentre quelli di Orosei con le mascelle dure
come le pietre liscie del Cedrino,
si difendevano con le stanghe tolte dall'asino alla mola,
dai cartaginesi indiavolati con le labbra arse
e screpolate dalla febbre sempre alta,
che traboccavano dalle barche mascherati con rami d'olivo
e d'alloro e urlavano come se la squadra avesse
vinto il campionato del Maghreb senza prendere
per una spezie per non vomitare scommesse,
Signore, pregava la nonna, fa che nessuno dei figli mi diventi mancino.
Dove sta il male, borbottava il nonno, nel servirsi del proprio piacere?
Penso che l'educazione scolastica, ribadiva il primogenito,
debba servire a distinguere l’amore coniugale da quello tra cortigiani.
La femmina maggiore, quando fu il suo turno, disse
che la virtù stà nel vivere comune dei tanti
mentre la felicità si rintana nell’animo dell'essere solo.
La nobiltà non so cosa sia, affermò uno dei figli di mezzo
se non è quella condizione che impone la bontà all’animo rude.
L’opulenza in famiglia, uscì detto dalla bocca della bambina sveglia
è quella condizione economica che si fa beffe dei morti di fame.
La fortuna, lanciò detto il giovane tra una cica e l’altra
è l'occasione fortuita che non può star chiusa in veruna cella guardata a vista.
Cos’è la gloria, scappò detto alla malinconica figlia della fertile coppia
se non l’eco incredibile di un ricordo irripetibile?
La bellezza non è solo ciò che piace, sentenziò l’ingordo della folta prole
ma deve anche saziare almeno fino all’alba del giorno dopo.
La salute, a detta del figlio più prolisso della casa che irrompe sempre
all’improvviso come il temporale nella mezza estate sarda
è quel bene visibile ben disposto al riso e alla burla
a cui è si negata la gemella malattia che proprio non sopporta
il solletico in nessuna parte del corpo visibile
Sentenza di Ippia: tutti gli uomini sono consanguinei e concittadini, se non per legge, per natura.
Se il mattino ha l'oro in bocca io ho di notte
il muco nel naso la cispa negli occhi e la cera negli orecchi
Maria, prendi le medicine quando niente può peggiorare la tua condizione
Maria, abbi cura di te e impara a dir bene cose belle, buone e utili
Capisco quanto sia difficile fare quel che non si sa
ammetti quindi senza timore di non sapere fare quel che ti si chiede
abbi premura di dir quel che non sai non essendo in grado di poterlo fare
Maria, improvvisa se le cose che hai da fare te lo chiedono
Improvvisa sugli affari che ti riguardano prima di farlo con i vicini
Quel che non sai dire scrivilo,
quel che non sai vedere dipingilo
Maria, non far teatro fuori dal palco,
non provocare il dolore fingendo di averlo,
non sorridere dove si soffre
Non mostrar letizia se ti affligge un callo
Il puro stile è non averne alcuno
come usa il miglior Signore del Campidano
Oddio, esclamerai, o Maria,
quanto sono intelligenti quelli che contano più di noi!
Difficile come ricostruire la vita dei nuragici
suonatori di magiche launeddhas
Dio, cavar suono da un pezzo di canna!
Poi si passò a castrare i bambini e farli delicati
come le madonne Isolane, affinchè cantassero
meglio di certe fanciulle sguaiate
come le peccaminose femmine del Nordamerica
nelle finestre chiuse sbocciano i garofani dell'amore
pur con le braccine delicate da ragazzine appena fatte
come impiegate modello allo sportello in banca
come Taniella Zeniosa, labra 'e bitella,
la sguaiata di Lucula dagli occhi grandi da vitello,
che urla come una fata nel bosco,
ad ogni tuffo nella pozzanghera sotto il ponte,
per lei il sesso tra cugini non è peccato, e alleva,
nel cortile della chiesa, volpi scarlatte con la voce bianca
come i cinghiali delle foreste del sud,
con la coda attorcigliata con malizia
nei cortili del sud gli adulti battezzano i neonati
che hanno in bocca le ultime novità del creato
a cui si finisce per dover credere:
a che pro tutto l'esistente se lo scopo non è Dio?
poiché sono i più recenti prodotti del Sommo Creatore
di cui si sa tutto e ogni santo che s'intende di cura,
guarigione e salvezza può intercedere presso di Lui
con diverse preghiere e varie invocazioni,
da quelle di Frà Ignazio a san Biagio
e san Francesco a santu Paddheu ki sanabat' che a Deus,
fino alle preghiere che cantano gli uccelli
col batter la coda, e l'inno dei fiori e dei frutti
che ogni mattino della precoce primavera levano a Lui
Non c’è macellaio che non sogni almeno una volta nella vita di macellare
il cavallo vincitore del derby e di bastonare a sangue il fantino premiato
I sa domm’è su re
Fachen su binicottu
Pro ndhe manicare tottus
Sos orfanos de Torpè.
L’agire naturalmente spontaneo è la miglior protezione dell’animo
Maria, vedi un pò, senza clamore, se è meglio pulir le unghie
o tagliarle dove si annida la sporcizia
Adotta la tua giusta misura se vuoi passare inosservata
se vuoi essere notata basta specchiarsi nella vetrina
del gioielliere del Corso dove si paga per entrare
Tieni il fisico in forma con i suoi difetti
e abitualo a mostrarsi al medico di turno
ungilo di grasso per esporlo al suo gelido sguardo clinico
tienilo muscoloso e lucido e brillante come i muri del cimitero
intarsialo come la bara che dà lustro al suo vigore
Voglio pensare, o dolce Maria, che nei tuoi giorni a venire
tu possa fare incantevoli viaggi durante i quali visiterai
posti meravigliosi e di essi ti innamorerai tanto da stabilirti nel più bello
e se continuerai a conoscere il mondo potresti incontrarne altri straordinari
da farti vieppiù sbalordire fino a dimenticare il precedente più bello
con ciò vorrei solo capire che scelta farai tra il continuare i viaggi
verso il luogo sempre migliore o decidere per un posto qualunque
dove godere con animo sereno del ricordo delle belle città visitate
da cui hai tratto giovamento non diverso da quello che anche le città
hanno avuto dalla tua presenza perché di buoni scambi si è trattato
di quelli che soli permettono alla soavità del domicilio interiore
che qualsiasi grotta vada bene a vivere in pace con i tuoi simili
Maria, ama la timida e sospettosa lucertolina
che è solita spaventarsi e sceglie
il posto adatto per vivere, subisce il clima
e non so come si alimenti se non acchiappa moscerini
al volo e per non deprimersi si mostra grata
al sole che ha cura del mondo come un medico
virtuoso felice di non far mancare i farmaci adatti
agli incontinenti stanchi di far magre figure.
Cara Maria,
voglio pensare che in te sia sempre facile
dire quello che pensi, quello in cui credi
come se fosse la verità ad affermare
il tuo naturale punto di vista in ogni circostanza.comune
Maria, ti auguro di aver saldo l’animo
che tiene vivo e fresco il mondo interiore
che avrà cura di sbrigare le tue faccende nel mondo.
Maria, avrai sentito o sentirai, parlare di dio,
cosa che io non avrei mai fatto perché non so
chi sia o cosa sia e perché debba io, o tu,
avere da adorare chi non conosco,
che detta le sue regole tramite i miei concittadini,
mi pare meglio adattarsi alle leggi del mondo
che essere felice nel suo nome o triste e ombroso
senza di lui, mi pare naturale parlare del sindaco
del paese o dell’animo che regola i nostri affari pubblici,
non so perché parlare di questo dio che non conosco
e non delle persone con le quali dobbiamo vivere
Non arrabbiarti Maria, se si altera la cottura del sugo,
non arrabbiarti mai se hai ospiti a pranzo
e lascia correre l’acqua che gira il mulino
ma occhio ai gaudenti azzimati, lascivi
e avvinazzati, che fan salotto al cesso
e non si alzano dal tavolo senza le pastarelle come gli sbandati,
mentre i saggi sgranocchiano ogni notte scodelle di nocciole
ma quando sbrigano la faccende pubbliche e private
lasciano che il vento si faccia tramontana
e disperda la buccia delle caldarroste
fuor delle mura del cimitero
“Selva oscura” è il luogo dell'immaginazione,
la cecità di Omero, alla immaginazione non serve la luce
del sole, la mente è l'universo delle immagini,
il cielo delle parole, il caos delle cose
che fanno affari fuori borsa, il caos della natura
da cui si trae la vita per l'esistenza del mondo
Non una notte senza pensier d’amore
Manica su kivu e dassa su korju.
Non un giorno senza far nulla
Tziu Kiskeddhu Korda, capraio di Farcana e Marreri,
sposò Kaderina Kivarju che ripeteva sempre
alle amiche quando bevevano il caffe a sorsetti come le galline:
- Che il mal peggiore mi perseguiti come una calunnia
fino alla morte, se ci pensavo a sposarlo;
non mi guardava nemmeno quando capitava a casa
col velluto nuovo. Lo vedevo come il più bel fiore
del campo, quando passava a cavallo col fucile in spalla
per spaventare l'austriaco, pulito come un dottore,
col latte fresco per il Nordamerica,
il latte di capra più buono del creato.
Non l'ho mai sentito tossire o starnutire,
né soffiarsi il naso, con la faccia rossa della salute
come quelli che bevono il forte vino d'Ogliastra.
Credo, o pia Maria, che un buon libro sia come una botte di non vino
che è come bere alla sorgente
Leggi il libro, Maria, che hai avuto l'ardire di acquistare
Leggilo come il nonno che beve il vino che da coraggioso ha comprato
Leggi quindi un libro per vedere quel che dice della tua persona
Cerca nel libro il tesoro che vi ha nascosto l'autore
Leggi il libro e aggiungivi quel che vi manca, come un pò di sale alla minestra
Sono costernato davanti a una piazza di persone inginocchiate
che aspetta di essere benedetta da un uomo in pantofole
di velluto o di raso da baciare e anello d'oro al dito col quale è nato,
che probabilmente non ha mai aperto la finestra da cui si mostra
a benedire e pare convinto di vincere la malasorte che ci vola sul capo
a zigzag come la colomba pasquale sulla catastrofe in atto
L'arte del politico è crearsi una fazione di servi adulatori,
complici e fannulloni, appassionati sportivi e maestri
di carte che si vestono come lui,
di velluto tra pastori e di fustagno tra contadini
e tra i muratori il tweedy, si fa pensieroso tra i preti
e pieno di vita tra tenores e morraioli:
il politicante non sarà mai colto alla sprovvista
nemmeno dal magistrato di turno
e nella rassegna retrospettiva del suo passato
non ammetterà mai di aver sbagliato
e conta sulla plebe – i falliti in arti e mestieri e bottegai,
ciccioni questi e abbronzati gli altri -
che ama la comodità dei cortigiani,
gode nello spendere denaro in belle rebotte
e aver cartucce nel sacco per andar la domenica
a caccia con i soci a dissipare gli intrighi quotidiani e casalinghi.
Finirà zimbello dei preti e passar la domenica di guardia.
Mi ripugna chi ostenta umiltà e ha più beni del re,
più sfarzo della regina, vive come un satrapo
anche se dice di mangiar pane raffermo
e ha più seguito di un leader che
– al primo canto del primo gallo -
può finire sulla pubblica forca
senza conforti religiosi e lontano dalla sua cricca
All’esuberanza dell'autore salta la pagina,
che è più facile del togliere il sale dalla minestra
Scrivi nel tuo diario quel che a chi lo ha scritto sia sfuggito
o vi abbia la sorpresa di aver ritrovato l’oggetto smarrito
Tichi tichi puddichina
Tichi tichi puddichina,
col’è cria à boch’è ballu
sor diaulos a irballu
supuzan cada cantina,
tichi tichi puddichina.
Io cerco nella lettura quel che non so di me
e se non vi trovo nessuna oscura rivelazione
passo al vaglio il tempo nell’ombra della pergola
dove i cavalli ombrosi diventan docili come conigli
I libri son scritti per esser letti,
sta in noi capire se ne è valsa la pena
o è stata la fortuna del piacere ritrovato
Apriamo i libri per vedere quanto l'autore sa di noi
e delle sorprese che ci aspettiamo da lui
Ogni pensiero merita di esser scritto
almeno per vedere se resiste al clamore del domani
Pensa una frase al giorno, scrivila e avrai ogni anno un libro di aforismi
Penso, per esempio, che midollo e miele di una ebbra vecchiaia
sia un onesto litro di vino quotidiano
L'uomo è animale che si nutre per non morire prima del tempo
e grida come un garzone in strada: viva il re a chi può fare a meno di lui
e addiritura gli organizza l'esistenza nel cielo stellato dove nulla è tossico,
non v'alligna pestilenza, non malerbe né malelingue
insidiano la pennichella nel chiostro dei desideri
Chi vuole esser certo di tutto alla fine sarà deluso e depresso.
Egli ha studiato con metodo e con profitto per farsi una personalità;
quindi presenzia a riunioni dove interviene con spirito e, come un tassello,
dice della peste tebana, della malaria sarda,
e della diarrea che senza febbre tonifica il corpo.
Nessuno più mi capisce
poiché il primo e unico ad avermi capito
è morto prima di me
Veniva col sole dal lontano oriente affinchè la sua creatura
apprendesse l’arte di lanciare le pietre senza usar la fionda
Si racconta - tra noi - di una donna che venne col suo bambino
in braccio e vagò sui monti della Barbagia fin sulla cima di Gonare
dove i pastori edificarono per la sua famiglia
una chiesetta per dargli riparo
e farla riposare quando il tormentoso inverno
usa coprire di neve le vecchie pietre
del più antico Gennargentu saldo in mezzo al mare
smarritosi come un profetico patriarca
nel tracciare con la luna di gennaio il sentiero del talco
alle greggi transumanti scoperto dalle boboroskine
che vanno e vengono da e verso la mite Baronia
della vecchia Orosei alla nuova Bosa dove declina l'astro
che guida le genti nel mito del Logudoro
dove Ercole trapiantò il giardino delle Esperidi
per l’arrivo del Messia Figlio della Madonna
dei fiori di campo, sempre serena senza rider mai
sguaiata, che riscatterà la Sardegna dall’abbandono
che conosce fin dalla sua remota e arcana origine
nel mondo delle divinità astrali che fanno oroscopi
e calendarida vendere fuor del tempio il piazza del mercato
Sono inadatto alla guerra e mi strema il solo pensarci
che sia un affare di ricchi e sani vi partecipano anche i poveri
purché abili a prendere di mira il bottino del vincitore
e poco importa che sappiano leggere, scrivere e parlare come Cicero
poi ci sono i pitagorici per contare con la ‘pascalina’ morti e feriti
La guerra non è per sfaticati come me che non sono agile ne smilzo
ma incapace si di colpire con un panino raffermo
il punto debole del nemico ancora vivo che resiste a piè fermò
all'assalto di flaccide falangi che ciabattano col cruciverba in mano
per non addormentarsi come cavallerizzi ubriachi
O Dheddha dali sa titta a Maria
ca si prenat' sa buka e si cossolat’ sughendhe…
Ca ja l’at accattau su yocotu…
Chissà perché i ricchi riescono quasi sempre
a concludere il percorso scolastico prima dei poveri
che forse non potevano pagare per aver insegnanti migliori
o forse i poveri bastonano i figli che non studiano di più
i ricchi non conoscono la vergogna né i genitori li puniscono
gli uni elogiati in pubblico gli altri malmenati in privato
il bimbo che affamato piange quand’è sazio dorme
se facoltà e impegno sono uguali potrebbero concludere insieme
così nel mondo libero liberi vanno i portafogli e i patimenti
I rami storti e secchi dell'albero della vita si potano cammin facendo
in famiglia e in paese in qualche modo si raddrizzano
Vedi, o Buona Maria (perchè Buona hai da esserlo
altrimenti pizzicotti e sculaccioni senza ulteriori privazioni),
vedi, o Mariapia, ci meravigliamo delle trame del ragno
dei favi di miele delle api e delle scorte alimentari delle formiche
ma vuoi mettere il lavorio degli umani e le reti sociali dei mortali
e l'impegno dei cristiani senza i quali il mondo perirebbe?
Nessuno chiama in causa il senso della giustizia
che viene a noi come la gramigna dalla terra
Nessuno ingrossa la moglie come le sue voglie mescolate al piacere del marito
Metter su famiglia è un piacere o un dovere?
Certo non è un dilemma se dietro l'incarico c’è un salario
Nessuno chiama il pensiero
I ricchi amano essere i primi della classe
e i poveri la coda mozza del paese
Nessuno chiama il sonno
Riposo e fatica sono all'ordine del giorno
Bello fare e contemplare se c’è chi fa da mangiare
Nessuno chiama la fame
La metamorfosi, che in poco tempo avviene nei bruchi
che mangian fiori per farsi farfalle
in noi richiede qualche mese in più e solo fra qualche inverno
avremo le ali a corazza e senza piume come la cocinella
che sempre di meno viene a stare in città con noi
per paura delle urla e le farfalle delle malelingue
Maria, abbi memoria di te
richiama spesso le cose alla memoria
ma delle molte che vanno e vengono dal deposito senza porte
delle conoscenze, tante se ne smarriranno
i ricordi - che datano il tempo - sono il suo esercizio
e chi ricorda sbriga al meglio gli affari
chi i ricordi li ha labili di solito usa scriverli
e uno al giorno nel giro di un anno fa un libro di ricordi
dove distinguere i belli e brutti che ci stan tutti
per esercitare il gusto sovrano di ciascuno
che decide sulle cose che ha da raccontare
Sii sapiente, o Maria, come chi sà quello che fa
quando calza le scarpe leggere da tennis alla prima moda.
Siilo come lo smilzo pescatore che va cauto per mare anche se sa nuotare.
Ricordati che i pieni di se son fieri della loro superbia
e non pensi male se ti riferisci agli angeli bonaccioni
che son diventati diavoli come sovente succede tra noi.
Maria, quando sarai grande
bada a quel che dici per non essere fraintesa
e tutto ti si rivolti contro.
Sappi che ogni paese ha il suo grand'uomo
che si esprime a suo agio in sale affollate
proprio come l’uomo comune si concede al proprio io
nell'intimità del cesso di casa sua avvertendosi
di non sentirsela di andare in giro
a raccomandare le sue ragioni come probabili verità.
Quel che è naturale non stanca mai
d’aria non siamo mai sazi, né d’acqua
non la luce viene a noia, né il buio
l'immutabilità armonia delle faccende non ci pesa mai
i giorni che si ripetono uguali non mi danno fastidio
Quando sarai grande sentirai chiedersi chi noi siamo
tu pensa a un organismo vivente,
un prodotto spontaneo della natura,
un formidabile aggregato d’aria, acqua, terra e fuoco,
un elementare entità d'azione e di pensiero
formatosi in silenzio per far chiasso
per tessere da se il suo destino
contemplando lo specchio celeste che riflette l'universo.
Vieni alla luce Maria, esercita la fantasia
aspettiamo il tuo parere sulle cose vere.
Ricordati o Maria, di quella vaga storiella
raccontata negli asili scolastici dalle maestre
quando finiva il midollo e il miele dei fichisecchi
di cui van ghiotti tutti i bambini del mondo
che in un punto dell'orizzonte dove ora sorge il sole
c’era una volta una tribù di docili asinelli
con due eleganti corna sulla fronte
che un pomeriggio d'inizio primavera
riunitisi in assemblea nella sorgente del Gologone
decisero di perdere le corna perchè non sapevano che farsene
tanto aborrivano sia il giogo che il basto
e adottare in cambio una bella coda utile e duttile
a cacciare via le mosche dal fieno della greppia
e a spazzare le superfici sporche dove siedono le comari
a pettegolare cucendo e ricamando gli abitini dei figli
promossi e rattoppando i calzoni dei bocciati
che non ricordano più dove stanno i liberi asinelli sardignoli
Nuanda e la prima volta nella vita
Maria controlla l’ira se ti riesce poiché una volta sbollita
per quanto sia brutta non lascia segni in campo
e orecchio al turpiloquio che è il linguaggio dell’arroganza
morditi le mani che menano se ti vien voglia di parlar male
nessuno è furbo fino alla flagranza del primo illecito
si dice che la furba volpe copra con la coda il suo bottino
il padre bastona il furbo figlio se lo coglie con le mani nel borsellino della mamma
i furbi colti a leccarsi il miele dalle dita,
sfottuti da compari, comari e villani in piazza
finiscono per impiccarsi nella stalla come pere che maturano per l’inverno
Sì dice che prima dell'arma uccide la lingua
Sensi vigili e mente aperta nell’adolescenza quando sboccia il fiore
dall’albero della vita come valutarne i frutti o i danni?
L’adolescenza è il periodo del corpo che rivela la sua natura sopita
e non so davvero che compagnia accostargli
se non la cultura delle cose ben fatte e degli affari gradevoli e innocui
Dubita, Maria, delle salde convinzioni paesane e nazionali
dubita, Maria, dubita delle tue stesse convinzioni razionali
fin'ora il mondo ha percorso il sentiero della gloria eccelsa
e l’altro dell'eterna pena che, come due fiumi
- merito e punizione - paralleli scendono allo stesso mare
della enorme mescola dove il tutto si dissolve
Vola o nuota dove finisce la terra
e occhio alla malvagità che invita l'ansia al ballo
Fai qualcosa di utile e onesto per vivere ogni giorno
e ogni giorno non potrà che essere bello
Non temere di parlare perché la parola onora il respiro
Non far nulla oggi che possa nuocere domani
Non essere di intralcio oggi al necessario di domani
Non temere di fare quel che può renderti migliore
Vivi libera senza cappelli stretti e cappi al collo
pancia sgombra, nessun ceppo al piede in scarpa comoda
Con qualsiasi intento io esca di casa
appena varco la porta sulla strada
subito si levano contrari i venti
ostili in qualunque direzione mi incammini
e il loro soffiar par che mi dica
di non essere oltremodo egoista
che pensi sempre e solo a te
-Maria -
come mio unico bene maggiore
-Non c’è lavoro senza resa che dia senso alla fatica
se non la passione per la creazione
Maria, ama quel che farai e non ti stancherai mai-
Pensa, o Maria, che stai per venire al mondo
che è quel luogo dove il vento corre a perdifiato
e se nel mare Tirreno non trova ostacoli
gli allunga per bene le orecchie alte e lunghe almeno
come due palazzi di venti metri misurati uno sull’altro
quando nello stretto si scontrano le correnti opposte
che mettono subbuglio nel canale di Sardegna e Corsica
lì si che il vento- padre di scompiglio e procella-
Gonfia le vele come la boria che solleva il petto
dei prepotenti che scherniscono i baci d’amore
I sa corte è su re
faken su binicottu
Chi sa ficumurisca ‘e tziu Perchè
E sa lamia er de Mimiu Picottu
Leh, sa boche er de Tatana
Ki pesat s'iskina che ruca
Ca à cad’apert’è buca
Paret una frullana
Ma tu, dolce Maria, perchè dolce devi già essere,
non ombrosa, lascialo correre
quel vento che rende volubili le persone
che in un attimo schiantano d’ira
e subito appresso scoppiano d’allegria.
Lascialo correre e preparati a stendere le tue cose
che col vento che tira certi giorni nella piana di Marreri
li asciuga in un attimo come fichi secchi
Senza correre, Maria, affrettati senza affanno
a darci la mano tenera da tenere
con lei sentiremo il respiro delle parole
che esprimano solo cose vere
non fandonie da ciarlatani urlate alla tv.
Quando a Orune impera la tramontana
le Marie si rintanano in casa
mentre curano il giardino col vento di Bosa
che porta l’acqua per le rose mariane
e se uno porta affanno al promontorio
l’altro da la gioia lungo il rio Isalle.
Le sapienti Marie d’Irillai, d'Ohiai e Biscollai
conoscono i venti che portano i guai
e scompigliano le permanenti alle signore.
Cionondimeno lo amano il vento del Mediterraneo.
Le Marie che conoscono i venti
conoscono a fondo i propri parenti
che hanno a che fare con il mal di denti.
Non c’è una Maria in questo mondo
che non conosca il lavoro del marito
e gli neghi il piacere di un girotondo.
Erasmo: la felicità consiste nel contentarsi di ciò che si è.
Senza correre, Maria, affrettati senza affanno
ti aspettiamo per aiutarci a distinguere
ciò che è buono e bello da quel che non lo è
Sulla fronte delle persone buone
si specchiano le virtù cardinali:
- Intelletto, Scienza, Ragione -
Senza di loro non vale la pena vivere
Ricordati o Maria, quel che dice il nonno
-(Per quel che può valere!)-
che non c’è vita che non sorga con la gioia
e tramonti con la pena della vecchiaia
La giustizia è figlia del chiaro giudizio
e si chiama Maria
a cui si appellano i mortali figli della ragione
Più facile ricordare il bene ricevuto
da quello fatto. E’ il male?
Si dimentica prima quello fatto
o quello ricevuto?
al via i ragazzi del ‘99
sul dorso degli asinelli degli ortolani
che conoscono la strada del mercato
e ci arrivano con la soma delle verdure da vendere
e per la giovanile gioia di vivere minacciano di rapire
i somarelli agli Ortolani per entrare a Gerusalemme
come il Nazareno con l'impeccabile seguito apostolico
in procinto di liberarsi dal senso di colpa del corredo femminile
I migliori dei buoni a nulla finiscono tutti decapitati
e non mi piacciono gli scanna polli
e non perché possa capitarmi ma perché non mi va
di vedere il sangue abbandonare il corpo che muore
Sappi, o Maria,
tesoro fastoso nascosto nel cielo,
che la pentola a pressione trasforma
in pernice colorata il vecchio gracchio isolano
Ricordati, cara mia, quel che dice il nonno
Che il tuo nome è Maria
E che la meraviglia della creazione
Non è solo aver fatto l’uomo è la donna
Ma averli dotati di un nome adeguato
- che dopo tante pene -
tutti finalmente intendiamo:
- è Maria il tuo nome-
Qual'è il passato della Sardegna?
Schegge o frantumi di esercizi altrui
Chi ha dato il nome alla Sardegna
sapeva certo più cose di quante ne abbia studiato io
che non riesco ad andare oltre la vaga idea
della mancata responsabilità di essere pienamente isolani
ma io l'avrei chiamata Maria l’isolana
Di recente, affinché io lo ricordi,
un gatto fu ospite a casa
e dopo vari tentativi di chiamarlo
rispondeva sempre con un miao e la coda tesa
dei vicini dissero di chiamarlo miagolino
ma, ostinato come tanti paesani insistenti
lo chiamai col biblico nome di gatto sardignolo
e forse offeso dal termine, scomparve senza salutarmi
miagolino sulla strada disse di chiamarsi gattino mariolino
Kalike ‘e muru, cara Maria,
senno e ragione sian con te,
è una piantina grassa a forma di calice
che spunta nei vecchi muri di pietra e fango
e si riempie della rugiada che bevono le fate
che durante l’infanzia chiamavamo:
le lacrime della luna orfana della mamma
Credo che se la ragione abbia dimora nella mente
non si curi proprio che il luogo dove risieda
sia in un corpo maschile o femminile
La ragione è la terra madre che dice al suo frutto:
- Pensa a te e vedi per non dormire mai -
La ragione è come dio, né maschio né femmina
La ragione è figlia del pensiero che vive di sola aria
La ragione è il frutto più buono della mente che pensa
Nara o cul'e timinzana
ki sa daga Predulana
ti currata cantu prima
Maria non farti più alta del necessario
per non impiegare il cervello nella crescita
non rubare la stazza a chi coglie le olive dal ramo
non affaticare la mente per allungarti come usano i bassotti
Maria, fatti della giusta misura della saggia bontà
Vieni Maria, a far del tuo anno una più Lunga primavera
Benvenuta Maria per dare il tuo nome al nuovo anno
La ragione di Maria vede più di buon occhio
le cerimonie rustiche che non le ritualità mistiche
vede di far tifo per il meglio delle cose profane
e sorridere sconsolata per i tristi affari di sacri misteri
che chiedono sacrifici contro natura
La ragione è la dea della vita
che quando il corpo che la contiene muore
vaga senza posa nelle fiere all’aperto e nei mercati al chiuso
in cerca di un corpo semplice, una casa comune, senza confini
un non luogo vuoto e oscuro, puro o contaminato, senza limiti
che dia asilo alla sua luce con un elementare e disinvolto -: click
La ragione è il primo sussulto della terra
che ha creato le spelonche per dare riparo
a chi dubita di quel che vede se non sente la sua voce
dolce e chiara, amichevole e confortevole come ci si aspetta da lei:
La voce incantevole della ragione
La ragione è quella dea che se ne infischia proprio delle celebrazioni
Disgraziato è, o Maria, chi manca di propria grazia
quella spontanea che fa quel che si è
e si veste di grazia altrui come chi si copre la zucca pelata
con un parrucchino che vola via con lo spirare della vita
o s’infila - per una festa nuziale - la dentiera della mamma
che gli salta in bocca come un confetto fluviale
o un occhio di vetro raro come un diamante del Cedrino
Disgraziato è chi manca della grazia necessaria della pietà
Coro meu, Maria, sa massaia ‘è dommo
Nascondete le baionette; sotterratele, che le rifonda Vulcano
a far nuovi fornelli per l’arrivo dei nuovi poppanti
Pensa, o Maria, a quant’è giusto ribellarsi a un ordine iniquo
pensa a quant'è bello obbedire a un giusto ordine
Sappi che io ci penso nei giorni comodi
e mi par che chi non ci pensi mai
sia capace d'ogni nefandezza a casa sua
fino a tendere uno sgambetto alla moglie
far cocci di porcellana e passarla per maldestra.
Occhi aperti a che tali personaggi non siano oggetto dei tuoi pensieri
Maria, ama il prosciutto e mangialo con gusto
e lascia la cotenna al nonno che condisce
il minestrone meglio del più prezioso diamante
Maria ama il porco che tutto quel che mangia
trasforma in eccellente cibo per la stagione
dell’amore immortale più bello delle pietre rare
brucia, se vuoi le setole che profumano come il timo
e intrecciale con aghi di pino del bosco fatato
e fanne collane di ghiande belle come perle
e donale ai maiali bradi che leniscono i dolori
e le pene agli innamorati respinti.
Maria, il problema non è del porco se gli sciocchi abbondano
ma è degli stupidi restii a mangiarlo per non disobbedire al sole.
La morte è la regina del silenzio che non apre bocca e mette a tacere
i grandi eserciti che molto hanno pianto e altrettanto hanno esultato
Occhio all’inganno che si nasconde dietro facili promesse difficili da mantenere
Occhio alle lusinghe ancelle dell’inganno
Occhio all’inganno che si nasconde dietro ricchi beni di nessuno
Occhio all’esca che nasconde l’amo
Occhio all’inganno che si nasconde dietro il piacere senza merito
Di cos'altro ha bisogno chi ha la grazia di vivere in pace?
La verità diventa vera con la rivelazione
La verità nascosta appartiene all’altro mondo
La verità è che nessuno può vedere il mondo con un solo sguardo
Chi uccide fa si che tutti possano compiere la stessa azione
Cosa ci porta ad aver la capacità di uccidere?
La sopraffazione dell’altro per la supremazia di non esser punito
Il male è l’affare che ci causa sofferenza
I sensi raccolgono dalla realtà pezzi di materiali pronti all'uso
la mente invisibile li monta a modo suo e fa dell'altro.
Sul movimento del corpo: sia il lobo dell'orecchio sinistro
che l'unghia dell'alluce destro, sono informati e l'avvertono
quando le ciglia dell'occhio destro fanno l'occhiolino
alla donna senza trucco, ma col fiore dell'amore
tra i capelli mossi da un improvviso turbinio del vento
Quelli del Kontone Ballaloi si entusiasmano al passaggio di Kikina Karai
la perla più bella d'Irillai. L'immagine della donna. Una bella puddherica.
Sappi che ogni bue domo và quieto al macello perchè è stato castrato
il vitello per esser tenero e mansueto lo si castra da giovane per averne tenera la carne
sia quindi integro il mondo interiore di ognuno:
casca il gran mondo se si rompe il tirante dell'armonia campata in aria
La femmina cerca il vigore maschile, il maschio la bellezza femminile
per far figli originali e belli nati perfetti per fare i capostipiti
-che si deteriorano col tempo e rinsecchiscono
come i fichi nonostante innesti e incroci-
come caciotte da insaporire col fumo del lentisco, del mirto e dell'alloro.
Zoppico? ok. Senti del marcio? No. All right.
Ohi su babbu meu,
casticau dae deus so deo
ki no akato unu bakulu
Askisorju, tesoro cercato e alfin ritrovato:
inutile esser ricco se ti scuote la diarrea.
Il rimedio? La scoperta della ghianda arrosto.
Gigantesca trovata nel mondo delle invenzioni.
Invenzione dell’immagine - costruzione dell’illusione -
creazione del leader che fa il bene per tutti
Il popolo composto da molto simili esseri unici: i più uguali degli altri
Nanchi chichinas chè maghiarju,
a boche’è crofarju tich’interrene
Sempre di ‘eletti’ si parla quando si vuole imporre
la supremazia dei ‘’migliori’’
L'unicità del sole nel cielo è data dalla sua doppiezza simultanea
o divina ubiquità del sorgere da una parte nel tramontare dall’altra
Chi viene a contatto della verità non la rivela ad anima viva
A sa murjia s'arrangada
ki latte crudu e issalada
La scienza carpisce la religiosa verità dai misteriosi segreti
della natura prodigiosa timida e sfacciata
Non c’è giorno che non sorga con la luce
dal buio che ritroverà immancabile la sera
Meglio morir di inedia nel bosco
che servire a tavola di ricchi prepotenti e violenti
se non per poterli avvelenare in fondo al dolce mare
Davvero la realtà del momento presente
ci fa impotenti e incapaci di aiutare i più deboli di noi?
Siamo sicuri che dare una mano nel bisogno
comporti il rischo di andare a fondo noi?
Ma davvero non possiamo dividere il nostro pane
e la canottiera di lana con chi ha freddo e fame?
È ora di moda risalire alle faccende dei propri antenati
inventando per risorgere - senza radici - rigogliosi
alberi genealogici che il fuoco del passato ha ridotto
in cenere e che il vento impietoso ha disperso come ha voluto
concedendo così alla pioggia di impastarla con la terra
affinchè nuovi semi attecchiscano dove penetrano
le formiche per dar linfa alle nuove genti
che verranno disposte al riso
e controvoglia al pianto
Agamennone offrì la figlia innocente agli Dei
affinché gonfiassero di vento le vele della flotta.
Il dio biblico fermò il braccio di Abramo
che gli offriva il figlio
e si contentò dell’obbedienza patriarcale
Insomma al misero mortale ogni sacrificio è lecito
per ingraziarsi la sovranità degli Dei Celesti
Lo stesso Dio della Bibbia
Lasciò morire in croce
Il figlio di se stesso
La sentinella nella garitta guarda attento attorno a se
per sentir vicino e veder lontano
di nulla si cura se tutto è a posto
ma se necessario sarà il primo a sparare
senza dover far centro se non c’è bersaglio
La verità come Dio non esiste
di vero c’è la terra con la luna
nel sistema solare annuale
e noi a far calendari
Le persone buone, quelle in pace col mondo
son le stesse che spontaneamente si offrono al sacrificio
tanto son soavi che si lasciano sezionare come calamari
in piazza, nude come sanguisughe che scivolano sul catarro
viscido e verde sputato di recente come un detergente
come usavano le virtuose madri per l’igiene della prole
quando non c’era l’acqua corrente, per leccarli come vitelli
da presentare ai banchi della fiera nel tempio.
La persuasione fa dell’arte politica un eccellenza
L’adescamento propagandistico la immiserisce
La credulità intristisce l’intendere e il volere
Lanciano l’amo nudo e noi ci infiliamo il lombrico
Noi, nati senza un perché, come tutto ciò che si muove,
siamo i soli al mondo a poter scegliere
dove, quando e come morire
con le novità del giorno
Non so perchè i famigerati esorcismi
si svolgano in ambienti oscuri e segreti
o sotterranei poco illuminati come catacombe
come se si trattasse di oscure cospirazioni ai danni dello Stato
e non delle pericolose faccende con cui il demonio si insinua nel mondo
Maria impara a far le tasche dei calzoni
che servono a contenere col fazzoletto le chiavi di casa
(le case padronali hanno tutte l'ingresso principale
per i signori, e la famosa porta di servizio)
il portadenaro e la croce che abbiamo
in carico dalla nascita che quando è grave
si porta solitamente in spalla affinchè
tutti la vedano per confrontarla con la propria
poiché è stabilito che ognuno deve portare la sua –
e nessun altro può farlo per lui – perché solo a lui è dato sopportarla.
Sor frores de iskraresia no los keren in cresia
ca non baiulan su tukaru kei sa brasia
che cura l’ansia
Le oscillazioni a cui anche il nostro animo è sottoposto
sono la regola annuale della terra nel sistema solare
che oscilla un po qui e un po lì
come si inchina l'ago della bilancia dell’universo
il tentennamento che risiede in noi mi lascia perplesso
Da ciò mi chiedo
È la forza centrifuga che espelle la nuova creatura alla vita
o è la vita all’aria e alla luce che attrae la creatura
alla propria autonomia come una calamita.
La natura accetta l’uomo quale egli è
secondo la sua disposizione
poiché è una sua creatura.
Imprevista dalla creatura è la sua nascita.
Nella natura nulla è imprevisto
Quel che è è il suo aspetto.
La minaccia della morte ci spaventa come bambini soli al buio
Abbiamo esperienza della morte dalla fine
che abbiamo visto dei compagni di cordata
Il primo suono emesso dai neonati dovrebbe essere il loro nome
col quale essere (battezzati) riconosciuti all'anagrafe
Ogni neonato aspira alla gloria tutta la vita
con la certezza di esser proprio lui con quel nome
Preti e diaconi sono gli interpreti e i fidati esecutori del volere di Dio
perciò non lasciano mai spenti i c'eri sugli altari
come a dire che danno luce al migliore asso in tasca
ma è ben misero chi si aspetta qualcosa da loro
È nei valichi montani che la terra mostrerà le sue crepe prima di sfaldarsi.
Non nei fondali marini dove scavano le sardine che non sanno ricamare.
Mentire senza far male
è l’arte che salva la vita dalla monotonia
Che senno è quello che ci rinfaccia i difetti
e schernisce il nostro lavoro?
A Maria Papassa:-
Ammentati, o Maria,
ki jocandhe ki s'ammorau
si roddhulat in una brazz'e karkina
Alla mensa comune alla quale non mancherai
fai un uso moderato del vino del nonno
facendo in modo che nessuno resti escluso dal bene comune
A tavola si mangia e si parla quand'è avviata la digestione
( chi mangia da solo parla naturalmente di se stesso con se stesso)
perchè quanto più si dice più si rischia di sbagliare
Della terra ci si impossessa senza intascarla,
per venderla al mercato e farne un uso migliore
di quanto non sia capace di farne io…
A fine carriera i contadini si curvano verso la terra
come a scusarsi dei colpi inferti e ringraziarla dei doni avuti.
Chi pensa che il nostro cammino avrà una fine migliore del percorso,
è sconvolto dalla sua mancata presenza
alla auspicata e ben attesa caduta nel regno.
La ragion di stato mi ha omesso dall'ultima guerra
per pescare sottocosta e vogare senza vagare
come la stella polare che se ne infischia
delle flotte che si fan guerra in alto mare.
Ne sentirai parlare...
La ragion di Stato è la scusa che serve al re e agli snob altolocati
che governano le “‘Nazioni’’ , per non dire delle pungenti maledizioni
che in Baronia e nel Campidano si rifilano a preti e ai cortigiani senzadio
e a quelli che non li hanno addestrati al mestiere della navigazione
in alto mare per andare a vedere le sfingi e il partenone,
Babilonia e il colosseo, le cattedrali e il libero comune di Firenze
e quant'altro grava verso il sole che però ci tiene a salutare distanza
Ramadan è il nono mese dell'anno lunare musulmano
che se non sbaglio coincide col termine della gravidanza
dei cristiani
Sappi, o Maria, che il compagno Lenin per i proletari voleva fare cessi d'oro,
come poi si han fatto i ricchi eredi di Breznev
per i calciari che giocano per loro;
i nazisti strappavano i denti d'oro agli ebrei,
poi gli israeliani, dopo la guerra del kippur, fracassavano a calci
le mandibole dei soldati egiziani che avevano i canini d’oro.
È la maledizione dell'oro che ci porta per mano alla perdizione.
Maria, abolisci l’oro dai tuoi orpelli e usa la collana
che il nonno si aveva fatto con i suoi denti man mano che li perdeva
Vedi Maria, all'orizzonte fin dai primordi il sole precipita e la luna,
la terra riposa col buio e nel cielo riprende il dialogo delle stelle maggiori
su quel che se non si vede e non si sente
e che non può essere presente nella immaginazione.
L'uomo e la donna simboli della bellezza
dopo aver assunto la guida del mondo
pare che senza pensarci voglia autodistruggersi
aggiungendo legna al fuoco, anche senza esporsi
nei crinali ventosi a metà del gelido gennaio
quando non si lavora dal maltempo
e ci si riscalda al fuoco di sant'antonio
bevendo vino e giocando con sole 40 carte
Sai cos'è l'ignoto?
L’incognita è fuori porta; è in ogni contrada,
e si apposta dietro gli angoli come i sicari al lavoro,
fuor delle bettole, per sopprimere i malumori.
Stabile è la morte nel sostenere le radici della terra.
Bevi dalla coppa che ti è offerta e assapora la vita
che è il fiato della vela e muove il remo nell'onda
L'anima vive d'aria e una non ruba nulla per vivere in armonia col corpo
Non è questo il luogo della discordia.
Non dentro di me, che vado in giro come una copia,
tra innumerevoli altre coppie di garzoni artigiani
mentre i pigri cortigiani in corteo
che si imbrattano di farina altrui
cacciano via quelli dal passo incerto e malfermo
che tentano di accodarsi alla scia del gruppo
Diplomazia del regno animale
La singolarità della figura è data dalla pari misura
con cui ricevere simpatia e indifferenza
che non approda mai in aperta ostilità
Ricordati del nonno nei tuoi momenti comodi
ricordati che indossava sempre vestiti a quadri:
il prediletto principe gallurese del Galles
col quale immancabilmente andava a spasso
per capire la realtà che ogni giorno riguarda il singolo.
Appunto. E amava i miti greci come prima meraviglia della parola.
Marieddha intendhe sa boche
Marieddha colli in coro su donu
s'amante tuo est'inoche
isettandhe su padronu.
(anonimo, a caval del secolo, a quanto so io)
I sogni ospitano le anime vaganti che simulano timidezza,
non danno soldi né baci,
son come se nessuno le avesse create.
Marieddha intendhe intendhe
su chi ti nà s'ammorau
ki in Casteddhu ha fravicau
chin preda diamantina
e abba netta cristallina
chi bi falat dae sa rocca
i s'appusentu ki corca'
intra sa luna ballendhe
Marieddha intendhe intendhe
(anonimo, del giovane xx sec, dicono)
Si giocava allo specchio il gioco della conoscenza
chiedendosi se davvero tanti indiani americani avevano attraversato l'oceano
e approdando nelle coste orientali furono uccisi
come pellegrini avventurieri nel mare in burrasca
illusi da visioni di terre lontane dove si ha pratica nel menar le mogli infedeli
Sai del nonno che si appliccava con passione al suo mestiere
e ogni minimo evento lo induceva alla riflessione
così non gli andavano a genio i professionisti della cosa pubblica
i competenti in affari oscuri e i capitani del vascello
che fan festa sul ponte di comando, i violenti in casa
che fanno i mansueti in strada per paura del bastone in altre mani
Tieni a mente che
Una citazione al giorno non impedisce che i ladri rubino in casa,
e i delinquenti vivano in strada per arricchirsi
e gli dei siano insoddisfatti di noi tutti.
Compresi i belligeranti scialaquatori e i pacifisti parsimoniosi
e le donnine che fanno l’amore a libretto.
E' cittadino del mondo colui che concepisce se stesso come membro
di una comunità pacifica universale sottratta alle leggi nazionali.
Non finisce mai il tempo che siano i migliori di noi a governarci
ora è meglio che le famiglie si tengano unite
e stringano al petto le foto di gruppo
La fiammella del passato non si spegne mai sulla sostanza
dei nostri giorni fatta solo per vedere il magico domani.
Per mia natura farei a meno di dire certe cose tra la gente,
ma si deve pur parlare e scambiare opinioni di circostanza
quando il discorso langue, non si può solo ammiccare
come usano i lestofanti al bar quando distraggono la vittima
per sfilargli il portafoglio; si deve pur parlare, si,
e dir qualcosa degno di risposta; si parli, dunque
e si chiuda poi la bocca che non si asciughi la saliva
a tenerla a lungo aperta; taci e ascolta quel che dice
il diavolo che ti ha in cura e ti guida curvo per la via
tra la gente comune e spensierata che ha sempre voglia
di dire qualcosa d'intelligente che la riguardi
Il mondo reale è quello che mi chiede continuamente cosa penso di lui
Le cose che conosco hanno tutte un nome
che non sta bene cambiare durante il gioco
Perfetto è il sole che non si lascia guardare a occhio nudo:
come l'infinito che non si lascia guardare fino in fondo.
Così l'animo delle persone non si conosce dalla pelle ma dalle interiora.
Nulla più della natura è imparziale verso i suoi prodotti:
sia io che il suono del campanaccio legato al collo del vitello
al pascolo, o un sasso del Cedrino o una radice d'olivastro,
siamo figli legittimi della sua naturale e involontaria benevolenza;
forse anche le cose invisibili, come gli incubi di chi si rivolta nel letto
Non c’è caca che passi due volte sullo stesso letto.
Forse alla fine del mondo i secondi saranno primi davanti
ai terzi che azzerano il calendario per ricominciare da capo.
Nella nobile terra fertile e incolta, nasce il giglio bianco nel campo
e la cicuta che può far reclinare il capo al re.
Cos'è l'onore delle armi?
Può essere onorevole uno armato di coltello che si difende con i suoi beni?
Non è sufficiente tenere a distanza l'assassino, chiamandolo barbaro o certosino?
Il cavo della scatola cranica contiene la matassa di Arianna
la cui funzione è farci capire quel che vediamo e scriviamo come usano i doganieri
Accostare le cose significa saperle vedere e immaginarle altrimenti.
Chi odora di santità se ne infischia della carne speziata e beve acqua e non aceto.
Chi conta di salire sulla croce si mantiene leggero come uno scricciolo
Chi pensa in vari modi da il meglio di se agli occhi della mamma.
Chi ha il dono della grazia non ignora l'indifferenza
che duole come una punta di stocco sulla rotula.
Dalla sempre vecchia trippa la sempre nuova caca.
L'aria è adatta al senno, la luce è adatta alla ragione,
l'ombra del campanile è adatta ai calunniatori
nelle piazze del mercato, miei fratelli carnali,
col vecchio e mai domo bisogno di far chiasso
in pubblico, come le galline nel pollaio a spettegolare
sulle faccende del gallo che veglia nella notte
Il corpo è la materia dello spirito e l'anima la sua sposa:
con ciò vanno avanti gli affari.
L'anima pungola lo spirito a spronare il corpo,
che, per riposare, deve sognare.
Tutto l'insieme cessa una sola volta di funzionare
e trae con se tutti gli impicci.
E' il corpo che quand'è sazio,
ci dissuade dal continuare a mangiare.
La fame è come la mamma:
ci incita a mangiare con più gusto le cose più buone.
A chiunque nasca benedetto dal caso,
è assegnata la sua giusta porzione di vita.
Illuso è chi crede di essere quel che non è e non è mai stato.
Ma benedetto da Dio è chi sa cucinare e fare
e bere senza tregua il fresco vino dalla botte della vita
La politica è lo svolgimento pacifico e violento degli affari pubblici
Chiunque vada in cerca di gloria, alla fine può trovare l'infamia,
come spesso succede a chi ama far politica per proprio tornaconto
Sarebbe sopportabile, di questi tempi, una vita con scadenza certa,
senza proroghe nè anticipazioni? Morire un giorno fisso senza rinvio?
Tutti come Socrate che aspetta la nave da Delo
tutti suoi scolari quelli con la parola pronta che è il contante dei loquaci
Dio il primogenito del creato:
a Lui si appellano gli scontenti della giustizia terrena
a dio, cappellano dell'ultima istanza senza appello
Molti sono i certi di Lui col rischio di sbagliare
perchè convinti che solo Lui comprende il tutto
e quel che mostra è.
Forse sa che sappiamo tutto di Lui, o no,
non credo proprio che abbia mai parlato esplicitamente
con qualcuno di “noantri”imperfetti compagnoni di circolo
poco adatti come siamo a capire le Sue sublimi sottigliezze.
La mediocrità è la linea ufficiale che attraversa il Mar Tirreno
e gli specialisti si trovano a un capo e all'altro della linea.
In accademia, come in vaticano, morto il superiore
se ne fa un'altro che la tenga in piedi
in nome del divin maestro che a breve chiederà il resoconto.
Dunque nel centro storico non si può impiantare il fotovoltaico
perché le vecchie case si riscaldano all'antica. Però.
Bello avere sul tetto un congegno che utilizzi l'energia del sole
alluminio invece che tegole cotte: lucente,
bello e “baratto” dove il sole si specchia
Dicono che il corvo sia compagno della morte
perché dai suoi viaggi ritorna con lo smalto dell'inizio,
quando interrompe bruscamente il commiato finale
che immette nelle sorprese terrene e celesti dove le fonti
son perenni come le rupi sulle cime montane
Quanto rientra nel quieto vivere
- l'intimo che appartiene al singolo e si tiene a parte –
ha la dignità dell'eroismo quotidiano da prima pagina.
Di me sono contento solo quando siamo d'accordo,
altrimenti mi levo e mi siedo, mi volto e mi rivolto
e mi gonfio fin quasi a scoppiare col lievito dell'irritazione
Nessuno ha mai visto un meteorite scendere
come gli apostoli han visto Gesù salire:
un frammento di stella nel cielo:
chi cade bene potendo si rialzerà:
la speranza ultima a morire nella risalita
Innanzitutto vivere bene, se non si può meglio,
cercando il significato preso in consegna
dal vecchio inizio delle cose che ne conservano il senso
(quanto ha senso non invecchia mai)
Il significato è concreto quanto la luna
pur se vederla dalla finestra pare un miraggio.
Chi tace ascolta prima di rispondere
Chi tace e non risponde è muto o è sordo o balbetta
o non sa che dire o se ne infischia degli affari altrui
È l'occhio sapiente del ciabattino
che valuta il lavoro da fare sulle scarpe da risuolare
Quel che non è dimostrabile...aspetta di esserlo
bisogna dunque assaggiare per conoscere il sapore del cibo
ma per sapere che veleno è quello riservato al re,
bisogna vederne l'effetto perchè le cose concrete
sono evidenti e trasparenti poichè
senza quel che appare non ci saremo riconosciuti.
Dimmi precisamente quel che vedi
dice a se stesso lo scettico che dubita anche della sua ombra
poiché di nulla è certo se non del corpo che sostiene i suoi dubbi.
Dimmi quando hai fame.
Tutto e nulla si comprendono come bambini davanti alla credenza della nonna,
piena di quelle cose buone e vere che fanno funzionare il mondo come il motore voluto da Lei.
Il problema di sempre, naturalmente, è veder chiaro nella confusione,
il filo della ragione nel labirinto delle interiora,
delle cose comuni e degli affari di cuore.
Chi più parla più confonde il suo senno e la ragione altrui
C'è un periodo della vita in cui si cerca di nascondere
le carenze delle proprie malattie invalidanti
poi quel sipario del tempo si trasforma in palcoscenico
dove si esibisce la salute che mancava
come a giustificare presunti equivoci della natura
simile al silenzioso promotore delle cose sgravate dalla terra.
Dal luogo della lunga notte sorgono precise come sonnambule
quelle anime che non riescono a morire,
per lasciarsi andare nella discarica sotto le mura di filo spinato del cimitero
Sentirai parlare dell’uomo massa
che è quel tipo disposto a uccidere solo se è necessario.
Che farei io? Perdio, mi ammazzerei,
ma solo dopo aver eseguito l'ordine del bisogno
chiudendo gli occhi...ma per vivere bisogna saper dormire e morire
la realtà sconfina nel sogno della morte,
nel sonno di dover morire e sapere quanto sia indolore
e morire nel sonno ce lo farebbe amare e odiare, il sonno
Assisterai a qualche lite che è quel dire e agire
di chi non vuol sentir ragione e solleva sempre un polverone
cosicché chi ha da dire qualcosa è inutile che si sgoli:
non sarà sentito mai sentito dove
c'è un mutuo scambio di giudizi con la vivacità dei sensi
Ogni giorno è l'alba di una nuova vita:
come quella di un neonato orfano di padre e abbandonato dalla mamma.
Il gusto in bocca considera e sceglie le cose gradevoli
poiché uno è il gusto di ciascuno tra una infinità di gusti e sapori
per tutti che evaporano dalla terra e dal mare
Dunque disgustoso è quanto la bocca si rifiuta di considerare,
a differenza del culo che se ne infischia
così i fenomeni senza indugi mostrano i segreti del corpo
( quelli riservati alla scoperta di chi si ama)
Nessuna difficoltà nel dire il proprio malessere se non si tratta di diarrea.
Trippa in pancia, caca al culo
Dove c'è un culo c'è la caca
Ogni caca vien dal culo
Ciascun culo è fatto per la sua caca
Difficile che una caca passi due volte dallo stesso buco
Vero: tutte le cache passano dal buco personale
Ogni buco si riempie in grazia del suo signore
che può svuotarlo quand'è pieno, se crede in Dio
Chi non fa come il cucco che porta il culo fuori dal nido a far la caca?
La verità è sempre in arrivo sul binario morto del prossimo treno.
Gli uccelli costruiscono il nido per la cova,
allevano il pulcino e l'educano al volo,
ma quando abbandonerà il nido sarà compito suo
mettere in pratica i sogni a cui è stato addestrato.
L'arte è quel che di meglio l'uomo fa nello spazio
per resistere alla corta memoria del tempo
Il mondo va come l’Iddio che l'ha voluto
assegnando alle cose una funzione e a noi un ruolo;
così chi capita in alto può esser passato dal basso e venuto dal nulla.
L'importante è che funzioni, dice il fisico di woody allen.
La natura ci offre il materiale che va montato a fabbricar modelli
che se funzionano e son belli surrogano i prodotti divini
su cui non c’è artigiano che abbia qualcosa da ridire
Dio come scuoterei la terra se ne avessi la forza,
per cogliere il fico più alto che matura meglio e prima:
anche il mare solleverei, fino a cavargli un pizzico di sale dolce;
Dio, cosa non farei se fossi capace almeno di inventar parole nuove!
L'uomo e non l'ape ha scoperto il dolce zucchero nella barbabietola
e prima ancora aveva conosciuto il dolce miele,
pare fosse un lunedì mattina col riposo dei barbieri,.
Ironia dell'agonia, ultimo e definitivo commiato che risolve
le formali e inutili complicazioni riguardanti l'immagine del mondo,
ovvero l'intuizione che terra e cielo non muoiano con noi,
che non siamo i preti dell'aldilà.
Dove nulla è più oscuro del nulla, da dove tutto viene.
Là è l'aldilà. La luce rovina il vino, il cacio e il presciutto.
Dove non c'è aria, manca anche la luce che all'intelligenza
serve per vedere, e anche l'archetipo goethiano si trova in salita,
al buio, a veder le cose esprimere il loro nome per darne
a noi un'idea e collocarli in memoria a render conto alla natura.
La natura è la moglie che dio feconda a piacere.
Ci fa tutti in uno stampo che ci contiene giusti giusti;
poi abbiamo bisogno di grandi spazi per correre e saltare,
come asini in calore, a primavera,
quando i pastori dal piano ritornano in altura:
sos pastores dae sa bassura ghiran a primor' de maiu.
Così all'Immacolata le madonne del cielo
scendono sulla terra a raccogliere le olive:
sa mama 'e Deus de su kelu falat a Uliana a comporare s'ozu
Basta poco per vivere, se l'amore irrompe in casa
nella borsa della spesa contenente placida salvezza
e impetuosa rovina con gli ultimi spiccioli rimasti
dalla contesa del giorno con la notte;
si, basta davvero poco per vivere e ancor meno per morire.
Nessuno ha bisogno dei miei consigli, perciò non ho da darne
tanto nessuno li apprezza, perchè, dicono,
non sono un avvocato di grido che sappia parlare.
Nessuno mi prende sul serio perchè non sono bello
né elegante, manco di stile, non so consigliare
come i tempi raccomandano ai cittadini battezzati
per cui è la morte la giusta fine degli affari
pur essendo attaccati al misero picciolo della vita
che fa le fiche ai rimpianti: ciò che è stato va ricordato
e quel che esiste merita di esser visto
come quel che è in mostra va commentato
è un prodotto in vetrina, due in amore si baciano
un sacerdote che dice messa, un tassista al semaforo
A nient'altro obbedisco come al giudizio della ragione
alla quale sottopongo le opinioni che porto a casa
con la borsa della spesa piena di miraggi, di rombi a scacchi
colorati dalla fama di Arlecchino e dal candore di Colombina
Rinuncio a tutto ma non al poco che preferisco far da me.
Avrei fatto anche il vino se farlo fosse stato facile come gustarlo.
Quando dico la mia su qualcosa di serio
dicono che non sono un dottore che conosce la malattia.
Ah, anche tu te ne intendi, eh. Ecco il saputello. Ma che ne sai!
Andiamo bene, se anche i rattoppini sanno di psicologia!
Devo vedere dove metto i piedi perchè mi è facile cadere
così devo conoscer le persone con cui si fa la strada
e si scambiano le opinioni sugli affari in corso in agricoltura
industria e terziario avanzato, sull'intrattenimento
e sullo stato dell'arte, sulla politica municipale e nazionale
sul cristianesimo e i miti pagani d'Europa e del Minotauro
Negli affari con la gente non prevedo niente
nemmeno quello che dipende da me inaffidabile come gli altri
come il destino a cui non aggiungo né tolgo una virgola
Pur mi piacciono le sfarzose cerimonie che altri fanno
e quasi godo d'ogni garbata diplomazia per cui sono incapace
ma tanto è goffa la mia natura che commessi e uscieri mi deridono
come se fossi inadatto al consorzio civile con quello sfoggio
di basette da ambulante ridicolo col camice bianco del barbiere
di corsia d'asilo che dice di amare Dio e fa bella mostra di pregarlo
a cuore aperto, rinunciando all'intima conversazione per non dire di trascurarlo
Chi riceve il danno maggiore non ha rimpianti nè tempo di perdonare
Provo spesso a scrivere quel che sono incapace di dire:
Bello sarebbe poter ripetere ciò che è piacevole:
cosa che in cielo si succede all'infinito
perlomeno fino ai margini delle stelle
Amo il meglio delle tradizioni di casa:
il familiare e sobrio pasto in comune.
Quando mi sento insoddisfatto della formazione avuta,
faccio conto di migliorarla ora, giorno per giorno.
con l’ausilio di un fiasco di vino efficace nel recupero
di quanto perduto per l’incuria del tempo scanzonato
Il collegamento tra le cose del mondo
non impedisce che abbiano una esistenza separata
perchè le cose aeree del cielo e quelle più gravi della terra
entrano con pari diritto, uguale titolo
e identico merito nei miei affari quotidiani
Vivo col timore che gli amici siano peggiori di me
che ogni pendio vedo mio dove temo
di rotolare come un minchione al solo avvicinarmi
ma mio Dio
temo di più quegli stolidi che respirano e bevono
e a tuo nome combinano più d'una scelleratezza
Principale compito quotidiano della gente d'Irillai
è fare i buoni a casa, i bravi in piazza e fare spesso i belli
a spasso come spose e sposi che adornano il mondo;
poiche fin da piccoli sono allevati con gusto e educati
ad essere simpatici, come lo sono in generale, i popoli battezzati,
abituati a guardare con gli occhi in pieno viso
come usano gli innamorati che si legano con lo sguardo
prima e dopo una notte di quel fuoco furioso
che accende di curiosità il destino, fino a rovesciare
i futuri eventi, l'inarrestabile passione amorosa
che crea la sempre romantica nuova gente e se ne infischia
dell'arrosto nella foresta di Farcana,
dell'Etna minaccioso e del Sole gagliardo
Dopo tremila anni e forse più,
nessun trattato chiude quella porticina del corridoio
dove può entrare e uscire madame la guerra
con l'ultimo belletto e il ricordo del primo amore

Ogni lunedi di pasqua l'imperatore di Galtelli
usciva dal suo castello cinto d'alloro
e dava monete d'oro alla plebe,
come se fosse pane carasau,
e bere un goccio di chiaretto
alla salute del suo grongo bagnato dal Cedrino
Pesce salato, carne salata, cacio salato, pane salato,
come cura al gusto malato. Polenta donata anche lei salata.
Ricambia il dono - per essere ben educato - con presciutto salato.
Spalla di capra comprata salata.
Salve o Savia Maria
nata dalla luce della grazia
Che il garbo ti accompagni e mai ti manchi dal fianco la sua ombra
quando il vento e la pioggia visitano il tuo orto
e il senno freni la parola in bocca e prima la condisca di saggezza
quando la nuvolaglia fa fosco il tuo giardino
meglio ti manchi il disprezzo e il fare sconveniente
che il sorriso gentile ai campi fioriti inondati di sole
non essere volgare come il nonno ubriaco che sbava
per la pensione simile a una bestia stremata
collera, rabbia e ira confondono il giudizio dei vecchi
che se perdono la logica si oscura il sole e inveiscono
contro il governo cattivo, incapace e maldestro
che percuote le persone dal destino avverso
peggio del cinghiale che sgranocchia una pigna secca
È sbagliato o no credere che le opere migliori
sian sempre quelle fatte da noi?
Se i sensi sono il tramite della realtà col nostro intimo mondo
interiore perché non gioire quando ci concedono il piacere
come avviene col dolore quando ci passano la sofferenza?
Senza uomini liberi che fanno e disfanno la faccia alla terra,
a che servirebbe Dio e le sue fantastiche Rivelazioni sul Creato?
Se i sensi gioiscono per un canto d’amore
perché negarlo al riservato mondo interiore?
I sensi ci comunicano i malanni
che dobbiamo decidere come accogliere.
Non credo proprio che chi disprezza le comodità
sia più virtuoso del contadino a cui la moglie prepara
per cena frittelline calde e gli riserva il suo caldo fianco
nel letto per le eventuali intime sortite suggerite dalla notte
Ovunque il sicario si trovi è sempre nell’ombra della vittima
con una mano tesa per trarlo in disparte verso l’altra mano col coltello
mentre dei e demoni con ninfe e madonne, innocui come i girasoli
reclinano la testa come refrattari alla guerra dei gigli con le rose
Oriente e occidente, nord e sud combattono per guadagnare
la pagnotta alla grotta della mignotta che agita l'ampia gonna
per infilare il fresco tra le gambe, e sorridere alla grazia del signore
degli eserciti col broncio per le pantofole strette o una foglia
di menta in bocca che diamine, l'uomo non può precludersi
la possibilità di partecipare a un bel conflitto ad armi pari
e a cavallo domato con l’attizzatoio che ravviva il focherello
Le cerimonie ufficiali mi ricordano l'usanza dei cani
di annusarsi quando si incontrano per Via della Menta
e mi fan pena quando non si riconoscono
e fan finta di aver altri passatempi da altre parti prima di morire.
Placa col pugno il cuore fedele all'idea della razza
il fior fiore del fiordo tiratore scelto e maestro d'asilo
un bel personaggio come tanti ce ne stanno sulla terra
in un tratto di cielo: ammazzatemi o assolvetemi, non c'è altra via.
Hai capito lo stronzo? Invece un'altra via è possibile:
abbandonarlo a se fuori casa, solo in un fiordo
senza un'anima attorno e cibarsi di se stesso
si secchi da solo come uno stronzo, lontano dai bambini.
Perchè ucciderlo se può morire da se?
Si arrangi nel tempio scoperto, degli scellerati.
Probabilmente sopravviverà nella foresta,
lo teme chi ha una morale punitiva,
è già successo, si ciberà del marzapane del bosco.
Usava la carabina come un tecnico;
vediamo che farà senza nulla con cui ammazzarsi.
Che scopra come morire solo come una fiera.
Allo stronzo non si può negare l'aria; stia a mollo, quindi.
E si tengano lontane le rane dalla palude.
Lasciarlo solo nella selva disabitata.
Che invecchi prima di morire, senza cravatta.
Nel famoso giardino degl'inizi, senza una fiera.
Solo sulla terra, nudo come un damerino.
Che conosca la moglie della morte, l'Agonia.
I duri di cuore odiano la comodità
come il prode Massillone principe dei cacciatori
e se ne vanno nei deserti d’Africa a sparare leoni
come i figli del presidente Leone sparavano mufloni
e caproni isolani con le corna d'oro che bevono
alle sorgenti di Farcana nelle selve del Gennargentu
dove anche Adamo si dissetò dopo aver fatto legna
per riscaldarsi la sera nutrendosi con l’uovo fresco
che intrappola l’anima della più matura gallina del paradiso.
Le saette del male non vincono il tardo giudizio
come il rapido delitto non la scampa dalla lenta giustizia
simile alla tartaruga che infine calca l’ora di Achille
I bottegai di ferramenta sono gli ultimi a far la carità
perchè umilia chi la riceve, dicono
crea in loro dipendenza e li dispone al suicidio
poi vengono qui a prendere una cordicella a babbo morto
Dopo interminabili studi e accurate indagini,
pare che sia l'uomo nato con le ossa e col doppio metro di viva carne
la misura delle cose utili e necessarie
e degli stessi orpelli che adornano il suo gabinetto
senza di lui tutto è vano; per lui è tutto una meraviglia.
Ultima Resurrezione Spontanea di Gesù dal regno dei morti.
Con l’abbagliante luce interiore del Messia.
Da quell'anno scricchiola l'inferno.
Si sostituisce l'amore con l'odio.
Il sosia ammira quel che copia.
Strane son le voci che sentono i profeti,
perchè quando ripetono le frasi ai distratti,
i sapienti del paese se ne infischiano.
La democrazia consente che ogni sciagurato sia rappresentato in Consiglio
perchè senza politica si va nel bosco dove rivivono le sciagure del passato
quando i pazzi vedevano l’oro nella paglia come noi lo vediamo nel pane.
ora nel bosco fatato non ci sono orafi
che mangiano il pane perchè somiglia all'oro.
Pane e oro son come fratelli tanto somigliano al sole.
Sarà senza fine l'obbedienza al leader
per ereditare i suoi poteri pieni di beni
Se i figli non rispettano i genitori,
autorizzano i vicini ad umiliarli
e canzonarli in strada
Chi offende il babbo avrà poi a che fare con la concordia dei figli.
Ogni controversia adatta alla lite va a finir male
Sono sempre le armi migliori che vincono in battaglia
quelle nuove fatte dagli dei, come quelle di Achille
fatte fresche fresche da Efesto fabbro divino
poi le spade romane, i cannoni tedeschi e i missili atomici
Desidero quel che posso avere:
quel che non posso avere lo lascio al desio altrui
perchè per le cose che contano sono sensibile
come un macigno che si riscalda al sole
e si raffredda la luna nelle notti di gennaio
Chi è solo approda facilmente nelle sponde del passato
quando, in buona compagnia, era bello vivere,
gioire e tener lontana la pena di dover morire
se proprio non si poteva farne a meno
per dio, per la patria e per il santo suolo sardo
che ci regala i dolci cocomeri della regale Baronia
La morte – sa pupa è l'immagine che accompagna il rantolo -
è il conto da pagare a Mummua, per aver vissuto.
Sa pupa è la nostra ombra che conosce il cammino da fare...
Maria Cocone, non aver timore dell’amore
e ama con giudizio quel che all’animo è gradito
l’amore è quello splendido gioco a cui uomo e donna
concedono la massima attenzione dello spirito
per saziare il corpo nell'intimità di ciò che è bello
che non conosce inganno e sopraffazione
Claudio imperatore nato a Lione Capitale
della Gallia Chiomata attraversata dal Rodano
con l’acqua fredda del Mont Blanc
Che insegnamenti hanno tratto i sardi dai vortici della loro storia?
Che la democrazia repubblicana sia la migliore
delle forme politiche praticate fin'ora.
messadores a messare ca s'ispica est'unu mare
Maria vedi se è possibile adottare la realtà
senza inibirle la fantasia
Ma perchè canzonarci con la vita dei beati?
La realtà ci presenta diverse soluzioni
dove scegliere le meno dannose e le più vantaggiose
Devo credere che nessuno sia esente da pene
così quello felice è stitico un giorno si e l’altro pure
e la notte non dorme con l’affanno della diarrea
Bello esser ricco, viver sano e non morir mai
Ma perchè canzonarci con la vita dei beati?
Come fare affinché i figli siano migliori dei padri?
Auspica quando ti pare che i governi del tuo tempo
siano - con fare desueto - miti con i deboli e gli umili
e di giudizioso rigore con gli arroganti e i prepotenti
che rendono tetra la convivenza tra onesti e altolocati
Non so chi mi superi in qualità se molti
dei più forti di me sono da tempo morti
ciò che ora mi fa dubitare delle strane sorti nel mondo
Il frutto della bugia non matura mai
rimane sempre acerbo e si secca d’un botto
Chi è maleducato non è nemmeno buono
Dimmi: a chi non piace star bene?
Fallace è la presunzione di essere il migliore
Tutto serve pur di vincere l’avversario
Il denaro - come nella natura del sole -
fa risalire l’acqua alla fonte senza piovere
Ma perché canzonarci con la vita dei beati?
Lascia l’adulazione a chi sa servirsene
tu fanne a meno come del rancore
osserva il silenzio con chi sospetti di delazione
Ricordati di ciò che disse tziu Predu Belloi mentre moriva
e pareva che con le palpebre levate vedesse la ‘pupa’ della morte
-Trovo giusto che mi abbandoniate mentre me ne vado via
-Sui privilegi-
Come una grave malattia l'esercizio del potere
sconvolge l’animo nel petto che tanto sopporta
fino a renderlo acquiescente per paura del peggio
Caccia via l'avidità dai tuoi pensieri
- ‘non sias isportia’ - e lascia a ciascuno il suo
Nella Repubblica dove vige la pace e la salute
non servono preti, lestofanti e questurini
si sa che l’oliva cade sotto il suo l’albero
‘’dove han fatto il deserto lo chiamano pace’’
Le dinastie han significato nel tempo storico
la personificazione delle immortali gerarchie olimpiche
Ercole che aveva reso abitabile l'ambiente dell’Ellade
non poteva che essere assunto alla tavola degli olimpici
Sì chiama castità il fare giudizioso della donna
e non da meno dev’essere l’uomo
adottato dalla natura come misura della sobrietà umana
a cui ci si riferisce col chiamare ‘ì costumi antichi’
Ma perché canzonarci con la vita dei beati?
Inutile aver vissuto se si è stati incapaci di lasciare
una seppur vaga traccia di giustizia sulla terra
L’elite del pollaio vive di giorno con l’animo pio della gallina
che fa l’uovo del giorno sempre nuovo e senza mai ribellarsi
ne cantano la prodezza e misurano il mondo
con passi mansueti libere senza esser schiave
sempre obbedienti rientrano la sera e dormire
senza inutili sacrifici nel buio silenzio della notte
adatta al risanamento morale col favore della luna
e delle stelle eterne guide di barbieri, pastori e naviganti
Mi avvilisce veder violenti lacchè con l’animo spoglio di dignità
offendere i miti paesani contringendoli ad agire nei pericoli della notte
in questo mondo dove ci si esalta nel degrado per la vanagloria
A che pro avere un giudice delle azioni umane?
Formule, si fa per dire, di uso quotidiano
Quale giudice migliore di se stessi?
Ma perché canzonarci con la vita dei beati?
Avremo giorni dell’ira...ma di chi verso chi?
Chi e come può maledire e colpire colui che abita ogni angolo del mondo?
Voglio pensare che se dei ci stanno da qualche parte
abbiano più premura di soccorrerci che di punirci
Simile al dominio dei pochi sui molti
è quello dei molti sui pochi
sempre di dominio si tratta
e sopra tutti lo smodato potere dell’avida cupidigia
In che periodo i sardi sono stati artefici della loro storia?
Sempre meglio i pericoli del presente al ricordo
di un tetro passato e di un incerto e torbido avvenire
Quando mai i sardi sono stati protagonisti della loro storia?
I sapienti assegnano all'oro le malefatte del mondo
com'è allora che i potenti nel mondo
non ne consentono il possesso al solo uso narrativo?
I sardi schietti e veraci
fieri della propria forza fisica
puri e immuni dal peccato
sono i discendenti diretti
figli e nipoti Adolescenti
della prima Dinastia
dell'ultimo Nuraghe
quello più arieggiato
e senza ipoteche
Nemmeno la più tarda età è immune dall’ingordigia
e punta senz'altro a disporre di più di un sicuro bastone per la vecchiaia
sapendo che per averne passate di cotte e di crude
un sostegno in più non ha mai ucciso nessuno
Ma perché canzonarci con la vita dei beati.
Che ne è stato degli antichi costumi dei principi sardi?
E delle usanze dei nobili magistrati che ne è stato?
Come vivevano gli onesti pastori e i laboriosi contadini?
E i mercanti di Gavoi con chi commerciavano?
Si sa di qualche servo - bandito dilaniato dai cani?
Andavano per mare gli antichi e prodi isolani?
E oracoli né abbiamo avuto? E poeti e profeti?
E sulla pace e sulla guerra che facevano?
C’erano eroi superbi e crudeli tiranni?
E nel lutto piangevano i morti?
E della salma che riguardi avevano?
E l’Isolamento degli abitanti era volontario o forzato?
C’erano artisti girovaghi in grado di simulare
e dissimulare le passioni dell’animo?
E alimentavano le nuove leve col nutriente midollo?
E gradivano - i vecchi sdentati - il miele col pane?
Si conosceva la morte volontaria e se si la si praticava?
Conoscevano il vetro gli artigiani e i bettolieri?
E il sale? Che ne era del sale marino?
E sui piaceri che sappiamo? E sui delitti?
E sulla soppressione di un uomo come la pensavano?
Con quali dicerie spettegolavano le solite comari e i felici compari?
I fratelli d'una sacca Mimiu Massillone e Pipiu Pirizolu,
gemelli come possono esserlo due equinozi,
appresero da giovani in America, a metter più piani
sopra la prima e ritornati a Nuoro tiraron su palazzi
i più alti d'Irillai, uno di tre piani di nudo granito
lo chiamarono Nordamerica dove si affollavano i paesani
in licenza e i dissoluti del Corso per palpeggiare
le parti molli delle ancelle di Donn'Elene Kuleispriku
che rispondeva sorridente:- Pisti sa Carena,
agli ospiti screanzati che si proponevano
di sposare qualcuna delle tortorelle del cortile
che davano bacetti cosi puri che al pretendente
rizzavano tutti i peli della carena del suo vascello
E della cicuta che stordiva le anguille ne erano al corrente?
E quali frati predicavano nell'isola prima dei preti cristiani?
E sulla libertà e l’uguaglianza e la giustizia
che idee avevano i nostri illustri antenati?
E sulla divina ospitalità come si regolavano?
Sono i genitori i responsabili della famiglia
fino a chè la prole non abbia superato la maggiore età
e sono loro genitori che devono far quadrare i conti
a loro genitori i figli devono essere ossequiosi
con le loro mogli e i loro figli fino alla fine del tempo
concesso ai portatori di senno ghiotti di midollo
e ai meritevoli dei biscotti al latte, uova e miele
che a cena non disdegnano pane e cacio, presciutto e vino
il resto è ciarpame da golosi effeminati in disuso
Rimangono indelebili nel nostro animo quelle parole
che si imprimono nelle espressione impresse nel ricordo
benevolo o no di chi le ha pronunciate nel bene e nel male
Ma perché canzonarci con la vita dei beati.
Davanti alla salma non si parli che bene per non offendere il morto
Sulle malefatte impunite che lo possano riguardare
la parola passa ai posteri
I cittadini altolocati, notabili eminenti
son quelli che si distinguono dal popolo
perchè sono più vicini alle leve del potere dominante
I doveri che il defunto porta con sé
sono l'eredità che lascia in famiglia
il buon ricordo di se ai vicini di casa
e la promessa fatta ai compaesani
di metterli in buona luce nell'aldilà
Il giorno delle esequie deve essere all'insegna della pace
potendosi ridere e piangere sempre e solo in sordina
Gli elogi al defunto veleggiano con gli onori
i presenti con giudizio tacciono sulle critiche
meglio il silenzio dove vige il rancore senza regole
poi nessuno formula leggi da promulgare
per vincere il rancore che cova sotto la cenere
Fu Deunisi Minore a calcolare l'anno Domini
500 anni dopo - l’anno zero a lui sconosciuto -
a partire dal 753 esimo anno dall’Urbe condita
Maria, appena sveglia sistema la tua figura
che mostra i segni del sonno e della notte
Altrimenti possono canzonarti con la vita dei beati.
Mi par di capire che i plebei siano quelli che
sconfitti dagli affari sociali
per risolvere i problemi dello Stato
la maniera più semplice e risolutiva
stia nell'affidare le faccende a un solo leader
quello che promette la loro Resurrezione sociale
Chi comanda non perde occasione di lamentare
dannose disobbedienze alla linea del governo
Sono i plebei quelli che promettono devota obbedienza
purché sia loro permesso di vendicarsi degli insuccessi avuti
Probabile per chi è buono nascondere le sue qualità conosciute
come invece è difficile per i difettosi coprire le mancanze evidenti
Nessuno può negare a colui che cade il diritto a rialzarsi
e se non ci riesce con le sue forze aiutalo col tuo bel garbo
e sollecitalo a non negare al mondo la sua egregia presenza
Ma ci importa davvero sapere da quando (e perché?)
sono apparse le moltitudini che si agitano nel mondo?
Anche il divertimento stanca quando oltrepassa la giusta misura.
Dubita della folla che non conosce la temperanza
Dubita di arroganti, prepotenti, tracotanti e violenti.
Comunque serviti i buoni cibi illuminano gli occhi
soddisfano il palato e riempiono lo stomaco
Anche il divertimento cede al riposo.
Comunque arrivino i beni son sempre graditi
Dove non c’è niente da testimoniare
la mia presenza è simile a una pietra senza muschio
caduta dal cielo una tetra e gelida notte di gennaio
con la luna che si specchia sul mare
dove remano vecchi gentiluomini in canottiera
Porgi la pietanza col bastone al commensale ingrato
Che ti aspetti dalla vita?
Quel che è possibile che accada
come l’impeccabile speranza che confida in quel che si può.
Chi non sarebbe contento di aver amico un banchiere?
Chi più ha più pesa
Giusto che si redima chi ha peccato
Tutte le chiese sovrane del mondo sono immuni dal male
perché incapaci di peccare, corrompere e dar scandalo
Sappi che ogni re dispone di guardie speciali
come le guardie svizzere del papa
che difendono la sua sovrana maestà
Sappi che per sovranità si intende la padronanza
del luogo assegnato da Dio a chi ci abita
e lo coltiva o lo affitta a chi paga in anticipo
Così come per canzonarci con la vita dei beati o maledetti.
Quando il corpo patisce lo spirito lo soccorre
e gli prospetta un angelico coro di beati
che lo traggono in volo nel limpido cielo
oppure lo fa scalciare con forza sugli stinchi diabolici
come i ceppi d’oro a cui i maledetti vogliono incatenarci
Vorrei essere eloquente come le cose semplici
come lo è il sale e la luce e una mela sul ramo
non so cosa sia la verità oltre l'evidenza dei sensi
non so cosa sia più eloquente dell'immagine del mare
ne cosa sia più eloquente di una chiara e semplice idea
so che l’Etna non è il frutto di una idea
so che l’Etna appartiene alla terra dove spuntano idee
so che l’Etna esprime la verità del fuoco nella lava
che cola come bava incandescente da una bocca del mondo
che di noi si serve per la verità della sua eloquenza
abiteremo sulla Luna e coltiveremo Marte e Venere
ma non faremo dal nulla mondi simmetrici con le sole idee
il libero arbitrio si addice solo al sistema del mondo interiore
Ritroviamoci, o Mariolina, ti ho, non so più come, smarrito
ritroviamoci, dunque, ritroviamoci fuori dal quado dell'oblio
e dove ci siam perse sarà saggio ritrovarci
Ma a chi non succede di perdersi? Solo a chi non nasce.
Che c'è poi, di così arduo per una madre che vuole ritrovare la figlia?
È stato doloroso smarrirti, sarà perciò più lieto
ritrovarti là, dove l'affetto lenisce ogni cosa
Qui canta e saltella l'usignolo e il falchetto dall'alto volo
lancia il suo richiamo al tempo che passa sereno
e felice come si addice agli umani che sanno amare
Solo chi ha la fortuna di esistere trova gustosa la vita
vivi e ama dunque, ama e perdona il male
che portiamo addosso pur se nati per fare bene
ama perciò i tuoi cari e, con essi, amici e parenti
ama allora, ama, nondimeno, chi ti ama.
Stai - quindi - bene.
Nel non luogo dove i gracchi son candidi
è facile domare le folle di anime ardenti, che
- nelle piane sconfinate del paradiso
sempre illuminato a giorno -
han dimenticato le frivolezze terrene
Alle pie donne d'Irillai seguono le scapigliate
del Nordamerica di via della Polenta che si vantavano
della schiatta dei rematori sardi che, a Lepanto
difese la santa croce di gesu il cristiano e perciò distinte
come le 'orfanelle dei turchi' delle quali chiunque
nel chiuso della sua casa può dir tutto il male che vuole
Seppur la fragilità sia parte della nostra naturale condizione
non ostacola l'eternità della sua natura nel tempo e nello spazio
Chi ha posto nel cuore spalanca le braccia
per accogliere ogni nuovo intruso nel mondo
Per i prepotenti pensarci due volte è perder tempo prezioso
agire subito è guadagnare il controllo dell'ampio spazio incustodito
Quella dozzina di anziani d'Irillai
quando posano allegri a bere un goccio
di vino al sole rendono amabile l'aria
agli svagati passanti del Contone Ballaloi
La folla in tumulto non sente ragioni
travolge colpevoli e innocenti, padroni e servi
ed è pronta a danneggiare il mondo e a farsi più male
La terra è così vicina al cielo
quanto lo è l'animo dal corpo.
Io ti ho fatto
Tu mi hai maledetto
E io ti diseredo
La realtà d'ogni giorno è la sublime illusione dell'esistenza
che può esser solo modesta a confronto con l'imperturbabilità
dell'universo come a noi piace pensarlo.
Ci piace pensare di essere al centro del mondo
pur trovandoci sempre ai margini dell'universo
L'esperienza quotidiana è tutt'altro che misera:
è il nostro essere vivi
L'inganno è mistificare l'evidenza saltando a piè pari la realtà
I re 'consacrati'dai papi erano i sovrani come marchiati dal divino:
i 4 re Mori e la scomparsa dei Fanatici Giganti
Quale progetto per l'Isola?
I Mistici, grandi creatori di sogni.
Eleonora d'Arborea e Gonario
il Cattolico con la religione nel cuore
Agricoltura e Allevamento, Industria Manifatturiera,
Banche, Risparmi e Finanze, Commercio e Artigianato
Uso moderato dei beni terreni
e fare dell'Isola un Giardino Felice
Contatti con i vicini Corsicani e il problema delle Risorse:
l'importanza delle Galere sul mare dove cantano le sirene
Stemma del Gennargentu sempre aperto ai 4 Venti
In alto sopra il cancello del giardino cimiteriale di Ohiai B.
il sindaco fondatore, Zuanchinu E. Remitanu, ha voluto inciso sulla pietra
: Qui si sta in pace, non entri la molestia -
A rompere il silenzio custode delle opinioni e dell'oblio. Dormono, come d'abitudine, dopo pranzo.
Un orecchio di marmo, con una tenera e graziosa peluria, sta sopra le tombe vicino alle foto.
Il carattere è l'aspetto dell'animo. I morti ascoltano e sulla verità tacciono. La conoscono.
Hanno la verità che rasserena animo e corpo. Non l'ossequio serve ma il ricordo.
Nessun errore. È la vita che si consuma, come un dovere. Vivere è rovinarsi.
Chi si beffa senza umano e pubblico ritegno dei deboli
si suppone figlioccio di un Dio giocondo, olimpico e libertino
Di loro non sento proprio nulla come verso
quei conoscenti presuntuosi che si pavoneggiano
sfottendo con triste spirito i malconci presenti
con sciocche allusioni alle loro imperfezioni fisiche
Ride degli altri per non piangere del suo ridicolo
Se vuoi volare becca solo le briciole come gli uccelli
che per volare alto scuotono le ali giorno e notte
Se vuoi fottere pensa al tuo gingillo e sollecitalo al dovere
pensaci tanto fino a scuotere il fiotto di quella smania divina
per cui i corpi vivono in eterno
Il cielo stellato è come la terra con tanti lumini accesi
uno all'anno per ricordare l'inizio del primo fuoco nel luogo
dove tanta è la legna da bruciare quanto il freddo siderale
tanti sono i carboni ardenti quanti i corpi da riscaldare
Non serve biasimare quel che non sono
la lentezza mi ha preso e per me corre la terra
che ogni notte si scuote di dosso la pigrizia
che non manca dove non c'è salita e discesa
sono paziente come il corvo che arriva a cose fatte
oppure aspetta che si compia la faccenda in corso
L'uomo, a differenza del resto del mondo,
sa di dover pensare a quel che fa
È sciocco intromettersi in ciò che non ci riguarda
C'è del senso nel dire che dio ha fatto l'uomo
a sua immagine, ovvero simile al suo esser dio
Non so perché ma mi pare che gli organismi viventi
si attraggono a prima vista senza ragione apparente
per simpatia che non so perché mi pare parente
dell'affetto e dell'amore
L'animo umano guida giorno e notte il corpo vivo
come il delfino che per accompagnare Ulisse
sulla sua zattera di salvataggio emergeva
per trainarlo a pelo d'acqua a Itaca
È l'animo, lo si creda o no,
lo schietto garzone della mente
che l'ha tenuto a battesimo
col primo bacio della madre
che gli rifilo il capezzolo in bocca.
La religione è la perpetuazione palese
della presenza divina nella reliquia.
Credo che pochi affari siano così terribili
quanto la conversione forzata al proprio credo.
È possibile che una immane moltitudine abbia un solo credo?
Quale famiglia può resistere una vita intera
in una miniera d'oro scavata sottoterra?
Credere in un dio unico e solo e obbedire a un guerriero
invincibile come Alessandro Magno deve essere stata
la causa del malessere umano raccolto in società
Credere in un solo dio e obbedire a un solo uomo
è come vivere in un mondo di bigotti con la potenza
delle armi e di sudditi con la prepotenza dei senza cuore
che col clamore delle voci esaltate confondono
anche i laici che reclamano solo leggi umane
per tutti e precetti divini solo per i credenti.
- Di quel che dai riceverai -
Nulla di misterioso nell'armonia del cielo lontano
nessun segreto guida il moto delle stelle
che ci pensan da sole a non farsi del male
scontrandosi come ubriachi nelle strade
Le girovaghe Janas dei monti del Gennargentu
senza sede certa han da fare ovunque le si evochi
errano nelle vecchie foreste con le notturne civette
con nomadi cinghiali e le vaganti capre fedeli alla luna
che quando nel cielo non c'è riposa nella forra di Gorropu.
La tosse è l'asperità che l'aria incontra
nelle pieghe del mantice consumato.
Il vento impetuoso solleva la polvere
con cui il tempo protegge i misteri del mondo
che fastidiosi questurini cercano di svelare
come fossero tenebrosi segreti del passato
che tramutano il singhiozzo in sbadiglio
quando un improvviso colpo di tosse porta
una leggera pioggerellina nella stanza
e il vento entrò sputacchiando in aria
come sacerdoti che a pasqua aspergono
le case come un unguento divino
spacciando in giro saliva come se fosse
un olio prezioso che spalmato sul costato
lenisce i dolori del cuore.
Poi la tosse sputacchia la rugiada della luna come
chi perdendo un dente lascia un varco aperto alla saliva
La tosse è parte del nostro corredo che usiamo
come difesa quando non abbiamo lo sciroppo
balsamico che lubrifica le vie respiratorie
logorate da un vecchio polmone
che ha dato quel che doveva
al sangue della vita che va via
in sordina senza l'enfasi dell'avvento.
Si dice che tossiamo come raffinatezza
diplomatica per non scoreggiare in pubblico
Il vento asciuga i panni e porta via le briciole
Poesia è esprimere rispetto al mondo che tutto
e tutti accoglie sotto le ali del cielo benigno
- poi parlarne male è come sputarsi addosso
insulti d'asilo nido e improperi da scuola infantile
L'uomo non è mai solo sulla terra sotto il cielo
ma è sempre in compagnia di sé stesso
e dei suoi paesani in tutto simili a lui
e uguali alla sua ombra che non lo lascia solo
forse perché non tutti i paesani son disposti
a soccorrerlo nel bisogno con le armi dell'amicizia
Ho conosciuto giorni bizzarri che la terra
non sapeva come proporre al mondo
in cui gli stessi orchi intrattabili si rintanavano
nelle caverne a guardare fisso il buio che
come si dice, imprigiona il tempo con l'occhio
dell'amante che non lascia invecchiare
l'aereo bersaglio del suo amore.
A che serve il mare se l'uomo è un pescatore vanesio?
Che utilità trarre dalla terra se anche l'onore è vano?
A che pro il girovagare delle stelle nel vano firmamento?
Perché stare al mondo se ogni scrupolo è vano?
<Socrate era solito giurare sul cane e sull'oca
per non tirare in ballo gli dei perché non credeva che esistessero
o perché pensava che non si addicesse ad un uomo probo
chiamare gli dei come testimoni dei propri affari>. Erasmio
Giurare, quindi, è calare sul tavolo le carte
del divino, come dire: Dio mi è testimone
Giuro sul Dio che mi ha fatto
Il giuramento sa di garanzia al ciarlatano
Giuro su me stesso di dire la verità
Giuro sulla sorte che ho sulle spalle
come un fardello di penosa letizia
Al falso segue la galera: giuro sull'onda che mi porti via la testa
Sulla scogliera battuta dalla bufera si esercita il ciarlatano
in quel fragore gli schiuma la bocca come il sale sull'onda
e incanta la folla mai contenta di quel che non ha
I governanti giurano di obbedire alle Costituzioni
tant'è che si fanno in quattro quando qualche cittadino
fa loro notare che nel paese manca il lavoro
che rende degno viverci anche se vi alligna la corruzione
che è da intendersi nella disperazione delle persone
che vogliono sottrarsi all'uguaglianza davanti alla Legge
disperati erano i governanti inquisiti da 'Mani Pulite'
i governanti attuali sono illusi che tutto sia loro consentito
e se il magistrato li inquisisce chiedono la rivolta agli elettori
a cui sfugge che la Legge che li elegge è la stessa che li inquisisce
e ciò è l'anima delle Costituzioni che si reggono nell'equilibrio dei poteri
Sulle affermazioni fatte nelle rebotte
coi compagnoni del circolo di Luciano Voltaire
Predu Pilurzi giurava sul gatto di casa
perché quando rientrava alticcio
l'accoglieva con i peli irti sulla schiena.
Vedo negli altri la misura del mio invecchiamento
D'altronde la morte non ha età
come il tempo, che non nasce
non muore e non risorge.
La morte, nera come uno straccio
di boia, lascia sul prato bianchi cadaveri.
Bene, il nostro problema è avere giustizia
assente nella vita e averla dopo esser morti
con giudizio finale di Minosse il saggio
Radamante il sincero non menzognero
ed Eaco il Clavigero dei morti prima di san Pietro
Per le religioni monoteiste la donna
più o meno casta (?) e pudica, serve,
come prima suppellettile della casa,
all'uomo primigenio, più o meno temperante(?)
che si è fatto da se nell'uovo primordiale.
Wiva la nostra signora dei rimproveri
che legge per ingannare ciò che non si può
(il tempo, e non sappiamo quanto ci sia caro,
più caro delle pietre più preziose che
durano più di noi che moriamo al loro posto)
poiché la lettura deve stimolare il pensare
perché dal suo libro non fugge quel che c'è scritto
Le buone usanze non vanno perse
anzi non vanno neppure cambiate.
Lo spirito, dice Aristotele, invecchia come il corpo.
Lisciarsi la coda della vita significa rasserenarsi
parlare quand'è necessario e sentire se ne vale la pena
e accettare come un onore la vecchiaia.
Irillai sarebbe stato un paese felice
senza questurini e preti in carriera che, sommati
a dozzine, non educano alla signorilità i pigri indolenti
ma li coltivano come fardello di buona famiglia...
Non mancavano i fiori nella casa del Nordamerica
dove ogni donna curava il vaso del suo davanzale
era un piacere vedere il loro viso tra i freschi boccioli
il fiore è femmina e si chiama rosa e giglio e melograno
e aspettavi un cenno di saluto e quell'invito
che stimola alla complicità cui i mortali, umani
ed eleganti, son vulnerabili come i puledri a primavera
La vita è una tela che si tesse giorno per giorno
col timore che si sfilacci prima di far le frange.
<Esichio scrive di Sardon dove si producevano
famose tinte colorate, o del rosso scarlatto,
o della tintura sarda di cui parla Aristofane
nella Pace e negli Acarnesi>...Erasmio
La maesta del caprone protegge le orecchie
del campione per non sentire il dolore.
Non so dove sono andate a finire le vecchie abitudini.
Sarei curioso di praticare le antiche usanze
dei nostri antenati dei secoli scorsi
metodi di lavoro, modi alimentari, costumi sociali
consuetudini di vita che non immagino
se non benevole e ospitali, penosi travagli e ozi odiosi
avevano la terra necessaria alla famiglia
che case avevano
- Gli altari temo, quelli dove si immolano le vittime
che fanno rivivere i dolori e siano pari o dispari
poco importa, sempre di dolori si tratta -
Sempre strane son le cerimonie dove le parole
si confondono per non essere chiare e comprensibili
una sola voce al funerale impone il suo silenzio
che assoluto sia come quello eterno dei morti
per udir chiaro e sincero il loro pianto lontano
e sconfinato come quello del beato
che è sempre e solo il morto
che non ci vedrà mai più
e mai più rivedremo
Immaginiamo i luoghi puri tra le nuvole
dove non ci sono turpi faccende igieniche
Anche il mare è ideale se ha costanti mareggiate.
Altro luogo adatto è dove nessuno cerca lavoro.
Altro luogo è dove non c'è chiasso,
i turbolenti stanno al largo dalla porta
dentro si parla sottovoce, vivono i cenni
e non si confondono le parole.
Altro luogo magnifico è dove le formiche
innalzano tumuli per conservare le provviste.
Luogo celestiale è dove non ci sono
scarichi fognari a cielo aperto.
Chi confonde il riso col pianto
si gratta le pulci e cerca i pidocchi.
Diversi nel portafoglio, ricchi e poveri,
diversi lo sono anche nell'ora della morte
I mortali umani riescono a desiderare quel che non conoscono
e a credere persino in quello di cui non hanno esperienza
È tempo di affidare all'uomo quel che accade nel corso dei secoli
e avrà le sue colpe senza punizione perché sarà impossibile altrimenti
Strappare un peluzzo dal naso fa lacrime più di cento peli della barba
Lasciamo liberi i mistici asceti nella loro singolare c-attivita:
Che non disturbino gli dei
Tutti i mali del mondo si trovano nei miti greci
e Dedalo rappresenta l'ingegno che risolve
le improbe difficoltà che sciolte generano mostri
Non è più tempo per descrizioni minuziose e innocue
ora si tratta di capire il malanimo dello spelacchiato Breivik
Nanchi chichinas chè maghiarju,
a boche’è crofarju tich’interrene
Di Luciano i preti ricordano che finì sbranato dai cani per il suo ateismo
senza aggiungere che anche Euripide pati la stessa sorte
come se i cani eseguissero una sentenza divina
L'Antico schema:
elogiando la perfetta bellezza di Elena come oggetto d'amore
unico e raro - che sconvolge il mondo - e non avrà prole
si esalta la decisa reazione di Clitennestra,
madre di famiglia, alla violenza domestica
per lei non c'è vanità nelle faccende terrene
Nessuno muore senza rancore in corpo per un oltraggio subito
L'ira, come l'acido lievito fermenta la farina, rende acido l'animo
Certo una pietra è stata la prima arma da guerra
scagliata dalla mano per colpire lontano
poi viene il bastone che colpisce vicino
sfibrando la carne e sfaldando l'animo
La ruberia ha dato avvio alle guerre e la perpetuazione delle stesse
è causata dalla spartizione del bottino
Le cose più perfette son quelle che non si vedono
e brillano nella mente che le aggiusta di continuo
e una mente senza contatto con i sensi è una bufala
L'animo è la nostra coscienza pubblica
che se ne sta in un tabernacolo del corpo
mai vista un anima vagante né allegra né in pena
come Amleto vedeva quella del padre in attesa di giustizia
Ercole morì col veleno delle sue frecce che uccisero Nesso
che gli rapiva la moglie a cui volle donare la sua camicia,
intrisa del suo sangue che gli zampillava dal collo cavallino,
a Deianira, dicendogli: Dalla a tuo marito che la indossi
quand'è triste, preso dallo sconforto che tu possa abbandonarlo.
Dagliela come atto d'amore di una sposa devota e madre dei suoi figli.
Perché il cristianesimo non si è opposto al fascismo e al nazismo
nella misura in cui combatté le forme repubblicane democratiche
e le idee socialiste?
Ha concordato col fascismo e ha scomunicato il comunismo
ma non il nazismo con cui è venuto a patti.
I divieti fan sembrare le cose più importanti
Niente di strano che l'animo dei miei avi riviva in me
se l'ereditarietà ci dota di somiglianti parti del corpo
di padri e madri e nonni e bisnonni
''...un figlio non si distacca mai, come fosse il prodotto di un artigiano,
dai suoi genitori, perché' esce da loro, non e' fatto da loro,
sicche' ne conserva e porta sempre dentro di sé una parte.'' Plutarco
La natura che è la misura di tutto e l'uomo il suo metro
ma tu frena la fretta, modera il desiderio di fare
e fai per bene quel che vuoi, se lo puoi e forse devi.

Nell'autunno del 1831 i setaioli di Lione affamati si rivoltarono levando una bandiera nera sulla quale era scritto: vivere lavorando o combattendo morire.
...Euripide mise la falce in mano alla morte









