lunedì 26 agosto 2024

sa malafroddha

  

Ipparco affermava nel II° sec. a.c.

che sarebbe venuto il giorno 

in cui i cardini stessi del mondo

si sarebbero spostati dai loro luoghi


XI°

“ E' un dono che possiedo, semplice, semplice: un folle spirito stravagante, pieno di forme, immagini, figure, oggetti, idee, concetti, apprensioni, movimenti, rivolgimenti, generati nel ventricolo della memoria, nutriti nel grembo della pia mater e partoriti nella maturità dell'occasione.” Oloferne maestro di scuola. Pene d'amor perdute. william shakespeare


o colui che compensa le negligenze del mondo

 ha unito le coppie e il regno

 ha fatto grande la Bretagna con la penna 

e a fatto splendere di poesia 

l'opaca corona dei sovrani della terra


 labirinto del mistero dell'universo



Sa malafroddha si biete kei s'abba korra.


Il varco aperto sulla mite Baronia d'Ohiai Benimindhe


Dami su koro Paskeddha

e ti lu torro manzanu

kes prima die 'e beranu

e frorit sa pruniskeddha

(Dammi il tuo cuore, o mia Pasqua

te lo ridò domani

che è il primo giorno di primavera

e fiorisce il pruno spinoso)




 “ E' un dono che possiedo, semplice, semplice: 

un folle spirito stravagante, pieno di forme,

 immagini, figure, oggetti, idee, concetti, 

apprensioni, movimenti, rivolgimenti,

 generati nel ventricolo della memoria, 

nutriti nel grembo della pia mater 

e partoriti nella maturità dell'occasione.” 

Oloferne maestro di scuola. Pene d'amor perdute.


 william shakespeare


o colui che compensa le negligenze del mondo

ha unito le coppie e il regno, ha fatto grande

la Bretagna con la penna e a fatto splendere

di poesia l'opaca corona dei sovrani della terra




Amici, è ora di andare: io a morire, voi a vivere. 

Chi starà meglio lo sa solo Dio. 






fuori l’inganno degli infami sempre affamati 

dalle dimore del popolo

e dentro gli onesti sazj con poco cibo

 e moderati con le parole 

ma sempre lieti e in buona salute

come gli asinelli a primavera


Socrate: Devo un galletto ad Asclepio 

e una coppa di chiaretto a Dioniso



I primi muratori venuti su dal tepore 

della Baronia scoprirono subito che le 

case necessitavano del tetto, perchè a

Irillai  dopo l'estate arrivava anche l'inverno

e fu il nobile Zuankinu ad adattare la prima 

porta alle case poi toccò al figlio Zommaria

 illuminato da un raggio di sole che penetrando

 tra le fronde della quercia di Farcana e il leccio 

di Soloti gli ispirò l'idea di una finestrella sul 

mondo luminoso. Solo dopo Pepp'Antoni

 fulminato dalla visione di un cardellino che la 

faceva fuori dal nido intuì che anche la latrina di 

sughero sarebbe stata più comoda fuori casa 

e inventò il cesso.   



I miei lavori quotidiani  aspettano sempre

 l'ultima mano come l'ultimo ritocco alla corona.

Poi vado via senza aver mai percosso alcuno.



Il capitale è accumulo di lavoro fatto. K.Marx


Distante Lansa-quapi illumina la stanza

nella notte dei poveri

lontani nella notte dal lavoro

te sogno al bacio del sonno

suono dolce di nome mite

Lansa-quapi che mi scalda le vene

e mi riposa la guancia su quel  profondo suono

che vien dalle viscere del globo terracqueo


 L’amore è quel desiderio che attrae per 

debellare le molestie del mondo governato 

finora dai preti protetti dal timor di  Dio con

 la funzione di versare olio sul fuoco della

 fede che salva dalle offese



Quando bevi fatti facondo e spiritoso

 come il vino nuovo

Il grave faticar sulla vigna fa eccellente

 il licor che se ne ottiene



Quando gli anziani del Contone d’Irillai 

siedono sul Muraglione del belvedere

 Ballalloi conversano amabili e loquaci e

 raramente si offendono tanto da ricorrere

 alla roncola. Chi spesso è alticcio non 

ammette di essere ubriaco tanto 

che dirà sempre belle parole sul vino

che tien saldo l’animo e il cuore

ma non farà mai solenni promesse

non dirà mai parole famose

non avrà mai al collo

 catene d’oro come i rigattieri



Ouvrier: "Colui che lavora abitualmente 

con le mani e fa una qualche

 opera per guadagnarsi da vivere".



L’Elisir  di lunga vita

 nell'antica formula d’Irillai 

è una mescola di malva, gigli e

 ciclamini , vin cotto, fichi secchi e 

miele d'api di Baronia che dà 

quiete al corpo e brio all’animo



Il ricordo di periodi infelici fa lieto 

il presente tanto che passato 

il mal di denti sgranocchierei

 le gemme del granito d’Orotelli



Per ogni prete è dolce e facile 

rievocare il suo incontro con Dio

e lo fa con la stessa facilità con cui

 ciascuno di noi ricorda la sua nascita 



A Irillai si invecchia prima di farsi autorevoli



Ecco perchè con  i miei compaesani valeva 

la pena andare a visitare il primo museo

 del Nordamerica: per aver memoria.

Ci ricordammo di Kikinu Kukuia, morto da

 tempo per dire di lui che era colto al

 punto giusto come il pane ben cotto

 e in più aveva un debole per Dioniso 

che evocava soffiando nelle launeddhas 

il pomeriggio della domenica sulla melodia di: 

Dami sa manu Tiresa

candho ti dolet su coro

i su petorru 'e tziu Moro

 dami si no su krapicu

(Dammi la tua mano, o Teresa

se ti fa male il cuore

nella salita che stanca anche il Moro

dammi se no il capezzolo)


Zenia, Manzela e Mallena in età di matrimonio

 cercano marito a Gonone

 dando le spalle a chi crede di farla franca

mostrandogli le guance dell'occhiello posteriore.


La storia è un calendario in cui risaltano

 le date dei conflitti tra ricchi, prepotenti

 e sfruttatori di  poveri obbedienti come  ribelli angariati



Dodici è il numero ideale per far ricca 

la famiglia e riempire la tavola di spaghetti

 come si deve (gli spaghetti giusti al dente 

 fan gioviali  i commensali e i mortali

 come i preti che governano il mondo) e

 se tutti in famiglia apprendono a saper fare

un mestiere, in poco tempo avranno case

 nuove, poi dodici sono i mesi dell'anno

  dodici gli apostoli e dodici uova fanno

 una dozzina, viva, quindi,  il connubio

 dei mortali e ricordati che ogni sorso di 

vino contiene perlomeno dodici docili gocce

 di sudore.



" Nessuna soffre tanto crudelmente del suo declino 

quanto la classe degli operai". A. Smith



La politica (la vita) è il mezzo, la libertà il fine (felice).

Vale di più la vita o la libertà? Pensa e ripensa.

La vita è il mezzo per essere felici in libertà.



Il delinquente si vergogna solo

 di non esserlo mai abbastanza



La politica è cura della comunità

la cultura è cura dell'animo

la vita è cura e riproduzione di se stessa

il lavoro è cura del viver per giustizia meglio.



Vado ogni giorno in piazza per

 vedere quelli che stanno meglio di me

 quelli in condizioni peggiori stanno alla

 finestra di casa per vedermi passare 

qualunque sia lo stato che mi accompagna

 in quel momento essi lo fanno proprio e dicono:

Filize Fundhale est' a cara 'e feke - 

 {Felice Sedimento ha la faccia color feccia}

ma su binu no ndha neke,{ ma il vino è puro}

sapendo che chi parla vuol essere mordace 

e mendace convinto com'è che sia

 il mondo a trarre in inganno.



Solo a pochi eletti è consentito l'accesso

 al circolo dei liberi in buonafede, dei non violenti,

 dove si affollano i buoni bevitori che ogni tanto

 ci lasciano in pace senza salutarci come 

soldati in guerra vi stanno in fila i buongustai 

e a loro si accodano gli onesti che han trovato

 la porta di casa sbarrata, cacciati via dalla 

virtuosa moglie, poi ci sono i canterini che ogni tanto

 provano la voce più alta del coro, i dubbiosi 

accolti e acclamati perché di quel che sentono

 dire in giro chiedono a chi sia utile, che tornaconto 

avranno se è utile per tutti e cosa spetterà loro

 a fine giornata: un corno di bue sotto la coda

mormora Zigottu il bettoliere di chiara fama per

via del suo vino che estingue ogni sete anche

 se a credito sulla fiducia nel nome del padre




"È questa un' arte che corregge la natura:

anzi la cambia, ma l'arte stessa è natura."

Racconto d'inverno, di W. Shakespeare



         In dettaglio: persone di "semplice umanità "

Tali  i minatori di Carbonia e Iglesias

da fare invidia ai carbonai della foresta di Farcana

presi dalla voglia di mettere i soldi in banca

non si sa mai che finiscano come il carbone.


Le illusioni sfuggono di bocca ai ciarlatani in piazza 

e cercano tra la folla un padiglione dove sistemarsi

possibilmente le orecchie del tizio appartato in campagna 

per non peccare più in città dove i lestofanti occupano 

le strade e gareggiano per essere i primi tra i migliori

   

Chi è solo può stare una vita in silenzio

 come un eremita e mormorare tra se e

 se come a dir rosari, ma per stare insieme

 alla gente si deve parlare, lavorare, amare 

e adorare la giustizia.



 Quando canta la civetta 

chi si vanta trova credito



I fatti urlano spogliandosi per farsi sentire

 davanti alla verità.

Le menzogne si gonfiano per camuffarsi



  Per paradiso perduto si intende il tempo

 volato via con le cose che ci 

riguardavano da vicino e non avremo più.



 Ogni notte al primo canto del gallo d’Irillai 

il corteo dei morti ammazzati rientra nel cimitero 

dopo aver visitato i luoghi della loro sciagura. 

Amici e congiunti vi convergono nella speranza

 di rivederli e persuaderli a dir chi è l’assassino: 

anche un solo attimo, giusto il tempo di dire il 

nome del sicario. Dateci i nomi dei congiurati 

che vi hanno ucciso e ritorneremo qui con le

 radici del loro cuore e assieme radichiamo 

la nostra anima. Diteci chi è stato e mineremo

 le loro case e salteranno in aria come funghi 

velenosi. Ditecelo, per favore, vogliamo

 conoscerli perchè non si può sopportare 

di far la spesa accanto a loro sempre 

armati come angeli spadaccini

 dediti alla pugna scellerata


"Tutto è nell'uomo - tutto è per l'uomo." M. Gor'kij

Mi piace e mi dispiace  svegliarti nonostante il gallo d’Irillai 

abbia già più volte cantato, primo mi piace sentir la tua voce 

e mi dispiace aver interrotto i tuoi  sogni  data l’età perfetti


’’libera volpe in libero pollaio’’

=

Libero delinquente in libro prepotente.


 Mai che un prete col suo chierico e un diacono 

di scorta si sia dato fuoco per kostui 

come i monaci tibetani per il dalai…



Il pensiero si serve di immagini come la realtà.

Cosa significa pensare? Che senso ha il pensiero? 

A dar luce al sole. Da che dipende la volontà

il desiderio, l'esperienza...dove si forma l'idea? 

Dove fa capolino la necessità del corpo

 di avere un idea, un pensiero? Credo di pensare

 ma non so andar per mare come le anguille

che pur non hanno esperienza dei fiumi che visitano.

Non so come ma il nostro corpo è arrivato 

a pensare e pensa se stesso!? O no? 

Penso di pensare? Penso che il fuoco perenne 

dell'inferno sia la necessità di tener deste le

 fiamme necessarie a bruciare i miei stracci 

con i rifiuti della città. Ogni tanto son preso

 dall’assillo di tentare di capire come e perché

 vien spontaneo pensare…per cercare di capire 

di non essere nato invano e per caso…così, per 

non sentirmi inutile come uno straccio lacero…

perché ho la facoltà di percepire lo stato delle cose…

che terminano con la coda...cos'è il pensiero? Come

 nasce? E perchè? Cosa lo determina? Chi lo vuole?

A chi affidano i sensi i loro resoconti sensazionali? 

Essi non sanno che farsene e li gettano alle... 

ortiche, alle vergini idee appena concepite dai...

Il pensiero determina l'azione:

 che tipo di azione è il pensiero?

Egli è – forse - l'unica creatura che pensa 

e lo fa anche nel sonno, sogna senza luce 

e vede al buio come i gatti, dorme per pensare 

all'enigma, il labirinto della conchiglia: siamo venuti 

alla luce della vita e non sappiamo 

come uscirne senza sottostare alla morte



- sii affidabile come un ruota della giostra

e facendo  in modo che chiunque  si fidi di te -



L'uomo perbene pensa al meglio perchè mangia

 di tutto, non è come l'asino che mangia quel che

 gli va e in primavera si estrae dalla politica

 municipale e pensa a stare insieme con le 

somarelle che son tutte belle 

come le lune dell'anno in carica



Il sogno non recupera pensieri dispersi, no 

non è un guardiano notturno 

il sogno è quel discolo che nel sonno 

usa il nostro insondabile strumento 

per affacciarsi all'altro mondo chiuso in se: 

quello sconosciuto che dorme quando noi

 vegliamo e incontrandolo di notte per caso 

come un estraneo gli neghiamo perfino il

 saluto. Il sogno è quel che noi siamo

non quel che siamo stati o saremo: 

è il regime che stiamo vivendo 

i sogni sbiadiscono e non serve annottarli: 

dicono quel che sanno senza sapere quel

 che dicono da ciò i tentativi d'interpretare

 il suo oscuro meccanismo al buio



Che il pensiero sia il riflesso speculare 

della realtà che via via si organizza e

 se ne infischia delle catastrofi annunciate?

Che sia il solo pensiero a tenere la baracca 

in piedi? E la realtà, allora, cos'è se non 

l’ambiente che ci espone ai sensi? Un 

ombra, secondo l'uomo della caverna: 

abbiamo l'idea del vero mondo vedendo

 la falsa realtà. Bo, boh. Bi su Boboi. 

No, er Babai.



Meglio pidocchioso alla corte di un ricco

 miscredente che avere un arnia e un ernia

 con un delinquente prepotente e confidente 



Nella casa del Nordamerica si consumano 

10 litri di latte al giorno per mantenere

 la pelle tenera e morbida e  le tettine 

come le provole modellate da

 Predu Pilurzi casaro mancato


La storia è quel racconto finito che i

 testimoni non permettono di modificare. 

Zizitu Arkibuseri, casaro 

che tingeva di morchia il cacio.



Tempo fa, in qualche parte del mondo

si usava squartare gli impiccati

 per liberare l'anima in pena 

altrimenti costretta a marcire 

per l'eternità nelle interiora del condannato.



Caca e piscia danno ordine al mondo 

quanto i pensieri d'amore, l'alpinismo 

e - con le rose mariane - sedere al baccano 

del bar col piacere di parlare a una madonna.



È una faccenda propria e singolare

Ha poco senso dire: l'uomo è solo 

al mondo, come se fosse dio. 

È solo - in proprio - nel mondo degli uomini. 

Con gli uomini convive. Nessuno che sia nato è solo. 

Chi non è nato non è nella mia mente: 

non ho un buon ricordo di lui e gli do le spalle. 

Nel mondo si convive nonostante le guerre fratricide. 

Così è cominciato e va avanti il mondo: 

scannandosi tra fratelli per un pezzo di terra

senz'atto notarile, perdio.



Non deve esser facile per chi è solo al mondo

 - con tutto il suo coraggio - trovar la via di casa.



Raro splendore, per te

Chiacchiera il tamburo del cuore 

Per te si accendono trionfanti

I sensitivi fari di Maria

Contro il bosco della perfidia

Per le tue guance in amore



Chi è solo nel deserto

 in cima al monte e in mezzo al mare

difficilmente capirà che il sole brucia

e se non c'è altri con cui concordare sul calore

 dubiterà del sole e non saprà di se stesso 

se non c'è un'altro che glielo dica



Da solo una persona colta

può tutt'al più fabbricarsi una prugnetta: 

progettarla e portarla a compimento

 senza concertarla con l'orchestra

perchè l'impresa è tutta sua; 

suo l'ardire, sua la spontaneità che l'incita 

a farcela come la donna sculettante:

su consiglio divino la natura ha fatto la 

coda per cacciar le mosche dal culo



Foto del pugile

Lorenzo, il tarzan di sant'Ussula sempre 

alle prese con la combattiva moglie da

 quando non gli stiro i calzini che gli fecero

 perdere l'incontro sul ring di Macomer

 dopo il quale decise che preferiva essere

 sagrestano a Irillai 

piuttosto che canonico a Ohiai Benimindhe




2) Kant: soltanto nell'esperienza è la verità 

e ogni conoscenza che derivi

 dal puro intelletto è mera parvenza.




A noi le amorose circostanze sulla terra

 agli altri le chiare cose del cielo 

e ai demoni gli ardenti affari dell'inferno 

dove i sorvegliati sorvegliano i sorveglianti

 che non rubino in casa, non maltrattino i bambini 

e non insidiano le donne anche se

 mostrano un tratto di coscia bianca

che fa dire al poeta che la femmina se ne ride 

se l’uomo non la tocca.




Se finora il mondo ha avuto le classi sociali 

è segno evidente che non si è potuto farne a meno.

Tutto come prestabilito per l'origine. 

Nulla di nuovo sulla terra che non sia già stato 

da qualche parte, eccetto i nuovi nati – gli ultimi - 

sempre preceduti da altre innumerevoli novità.

Atlantide era l'utopia tutta classi privilegiate

senza servi, schiavi, commessi e autisti 

ed è andata perduta come tutto ciò che è bello 

ma è di passaggio.




La morte è inesorabile come il tempo

 come un arbitro sportivo, un semaforo

 all’ora di punta e la torrida canicola 

quando squaglia il gelato senza leccarlo




In arrivo il nuovo modello di bara

 d'oltremare dipinto con la mano sinistra

 dai parenti di sangue e con la destra

 dai parenti acquisiti del defunto a suo 

gusto e misura dalla maria goretti della

 tv  neuroparlamentare che si è premiata 

per aver corretto la  propria linea.




- la compassione è la comprensione della  pietà  

nella sofferenza che provano gli altri -




Zuankinu se ne venne in altura a fondare 

Irillai quando capì che non poteva essere

 il primo in Baronia così anche gli eredi 

scelsero per il meglio decidendo che 

valeva di più far l’usciere del prefetto

d’Irillai che il sindaco a Ohiai benimindhe





Aria al vento, denaro alla borsa, immagini al mondo

luce al sole, salute al sano, parole alla bocca

terra al suolo, cibo al ventre, acqua al mare

miseria al poveraccio, suoni alle orecchie

infermità allo zoppo, nobiltà al vecchio

 lignaggio d'Irillai sorto tra il secondo e terzo 

nuraghe quando inventarono il vetro 

ma non ancora gli specchi, stirpe discendente 

dal ramo dinastico Perreddhu-Perrolu tra i primi

 re di Lucula destinati a rimanere sempre bambini 

cui successe il primo Diskissiu Macoco che era

 solito dire: se mi tocchi ti scotti, che non sai 

sognare, e la madre lo partorì di nascosto

 da sola per assegnarlo alla casta sacerdotale 

e lo tenne una settimana legato sotto 

la gonna tanto era bruttino e discolo che si

 divertiva a scompigliare la crocchia alle donne

 che quando s'affacciavano alla porta 

parevano reduci da una lite con la madonna

 di Isporosile che s'abbrancava ai capelli 

e ne strappava quanto consentiva la legge 

dei pidocchi che si staccano a bocca piena 

e quando nell'aia la gallina maggiore la 

seguiva ricordandogli il suo dovere: 

Marì, fai un uovo al bambino con un po' 

di pane che deve andare a scuola per

 imparare il catechismo e stare e parlare

 con gli altri che hanno il necessario: a noi

 poveri cristiani, la miseria ci tiene nell'ignoranza. 

Noi veniamo dai protocristiani che se ne 

infischiavano dei beni terreni

 - che non avevano -

 perché contavano di rinascere senza bisogni, là

 dove bastava fare i buoni per essere perdonati. 

Lasciami dire, io lo so che il perdono

 è la coda della colpa e chi fa mostra

 d'esser sempre buono fa l'attore. 

Bella faccenda non poter essere tutti santi: 

no, sarà santo chi più sopporta le offese e non

 si fa vedere dove i malandrini adoperano i bastoni. 

C'è poco da ridere: sii gentile con chi ti pesta il muso

ti prende a calci, malmena il corpo, rovina la pelle 

ma la farai franca. Bella mia, dammi retta: 

fuggi dal malaffare e ti salverai i capelli nelle zuffe




scrivi scrivi  nel vento che viene e va da Bosa 

verso il tramonto della notte-giorno  in salamoia



i formidabili compatrioti  degli eccellenti  prodigi della natura sovrana

lussu emilio - amedeo nazzari e nivola costantino

con loro eterno può essere solo l’universo




Al dispiacere trascorso si scuote la testa.

Al ricordo del piacere si guarda increduli lontano. 




Se sospettano che tu abbia rubato i cavalli 

dei carabinieri e se c'e del vero, macellali subito

 nella foresta di Farcana dividi la carne con i 

cittadini di Soloti e dai gli avanzi ai villeggianti

 poi, con la pelle copri le spalle del Redentore 

che dal picco comanda alle valli e, come una burla 

a carnevale, appiccica la coda al diavolo che folleggia 

tra le gambe del Signore come per tendergli 

lo sgambetto appena risorto per dire la verità 

agli increduli. Poi vattene a Gonone, dove, da

 poco Diskissiu Macoco è stato incoronato re del 

chiaretto di Dorgali dai turisti tedeschi e polacchi 

Sospettare di Pepantoni? Manco a parlarne! 

Dirà Macoco. Quando mai?Il tafano del basso

 Cedrino che chiama per nome le nuvole! Di me

Peppantpni, che non distinguo un baio rossoscuro 

da un sauro rossochiaro? Stanno freschi!

 Non nego di averne avuto qualche pezzo

è naturale tra amici, d'altronde è pur vero 

che anche qualcosa di mio è finito in bocca

 ai pidocchi che non lasciano la presa

 se non con la bocca piena.


La miglior dimora è la memoria. 

Vedi Lear che da quando ha perso il senno 

non trova più il sonno. 

Ora che la memoria sta nelle nuvole 

è segno che vuole "assaltare il cielo".



   

Gli amici del corso allarmati perché i compari

 tardano a comparire in fondo alla via maestra



Dovrei avere l’istinto del cane 

per distinguere il fagiano dalla pernice. 

Ti servirà anche per  la quaglia.



L’esperienza è quella buona compagna 

che ti consiglia sul da farsi


Eccitata e frenetica  Suorina Lucianesca

buongiorno a te nel cortile dell’asilo

tanto è fulgida  la tua presenza  

che - confuso - mi perdo

ciononostante qualcosa trarro' da dire

innanzitutto sto in spontanea autonomia

 crescendo e non esulo un giorno dalla 

tua corte dove alla tua ombra modifico 

 il mio carattere leggo, scrivo e frequento 

con comari e compari il circolo Voltaire 

che ti ha per madrina Lucianesca

dove dialoghiamo sui redditi e sugli ostacoli 

e sulla casualità della vita  che costringe 

a mangiar poco o alla  rinuncia obbligata 

del piatto di zucchine, perciò parlo come 

dio vuole se l'ambiente lo permette

ti saluto ornata di gioia 



La realtà è la madre prudente che 

avverte i figli sui pericoli della strada



In qualche modo in casa si campa 

fuori casa si è liberi di avere un randello 

o un bastone da passeggio.



Sono i rapporti di vicinato 

che condizionano la conduzione della casa.


Su mannalitarju

a so' santos topos una kolada 'e karkina

e a kie si lo kirkata, raios a dosina



Mi presento a te da buon coinquilino

con la passione per i libri rari che ci accomuna

la vicinanza anagrafica e geografica 

col piacere del dialogo e della conversazione 

lontana dagli sproloqui televisivi 

mi mancano gli altri requisiti

in primis  il rientro nei parametri sociali

che poi sarebbe lo star bene sulla croce

la bella presenza e lo studio e la cura dell'orto 

rientro giusto nell'indice degli anni 

non ballo, mi piace il blues del delta 

quanto la poesia sarda improvvisata 

sono sportivo  e al calar del sole 

mi ritiro a bere vino

come piace a chi ha fatto sua

 la scuola dell'obbligo 

ricordati di me quando mi incontri nelle scale 

quando corri in coda alle tue aspettative. 

Ciao



Sono il tuo idealtipo?

  Posso essere io il tuo lui

ho la stazza giusta e la vicinanza propizia 

se non fossi inadatto alla  vita acquatica

(non sono un vispo delfino 

come non fui un arzillo galoppino) 

ho fatto la sola scuola necessaria 

passo il mio tempo a leggere lontano 

dalle turpitudini massmediatiche

a chi ama la vita amara 

auguro il meglio di ciò che desidera

chi lo sa, poi, che non sia io il messianico 

cavaliere che per sua virtù addolcisce il futuro

con lettere d’amore da spedire

ma dimenticate al focolare



Botteghino del Nordamerica nei giorni di magra.

In attesa della buona occasione...

Si dava per certo che in ogni angolo del

 Nordamerica era libero sognare e a chi 

non aveva quattrini per farlo la signora 

del botteghino diceva: stai in rada. 

Al cinema si usava: stai alla larga. 

Gira al largo, tuonavano al Quadrivio; 

e, aspetta un po'. Al botteghino 

della stazione rispondevano di andare 

a piedi sulla linea dove la strada era fatta. 

E c'erano anche i prataioli; perchè la natura 

ha le sue leggi in comunione col Signore

 della Provvidenza e col questore del palazzo 

delle Corporazioni che controlla i bisogni veri 

e falsi della gente, che gli avran fatto? 

Vatti a fidare delle donne, tu credi di conoscerle

a vista e loro ti conoscano a naso.

... i maschi in prima fila son quelli che le prendono

 per tutti se son fortunati e in anticipo sui tempi



 Ogni cosa nasce e cresce a

 modo suo come le idee peggiori

dalle migliori


Sono io che bado al mio corpo e il mio animo 

tiene a bada la mia frenesia

- Dimmi, chi sei tu, mi chiedo, che mostra il resto 

della sua originaria baldanza solo andando 

a letto a riposare e sempre col coraggio che

 al calar del sole da una coppa di vino tinto 

come il sangue del capretto da latte 

Vivo come dio vuole, senza colpa né merito

senza voler nulla di meglio né di diverso 

ma nemmeno peggio. Sto bene con gli amici

 che mi guidano con i loro lasciti scampati 

- per somma fortuna - all'incuria del tempo 

Dimmi ti prego, perché, o mio dio

 mi piace leggere, amare e comunicare? 



La droga dal droghiere la prende anche il barbiere



I thelemiti dell’abbazia son tutti d’animo lieto 

e se ne infischiano della dentatura dei 

cinghiali, della coda del pesce e vivono

 d'incanto del canto della civetta di Farcana



Le cose vanno male perchè i bevitori stanno morendo

gli affari dei sobri peggiorano d'ora in ora

tanto che cadono dal letto addormentati

sognando di affogare nel Cedrino

aggrappati alla bell’insegna dell’osteria:

il vino di Marreri lo bevono anche i barbieri

che tosano pompieri e carabinieri



Scoperto il mondo,  il neonato 

resta affascinato dai colori della luce

Come Mazzameo principe di Cacaboe

All’apparizione a lungo attesa 

della beata sempre vergine di Lollobe


  

quelli che lavorano e hanno i risparmi in banca 

per studiare la prole e poi sposarla

e chi si oppone, ebbene, crepi



Qualunque sia l’abito addosso al monaco

 passerà per essere (il) suo (saio).



Parlare per non dimenticare.

La città di Irillai è stata costruita così com'è

 attorno al mercato per dare concretezza ed eternità

 ai sogni degli anziani che sempre han gravitato

 nella piazza del contone Ballaloi contando e cantando 

di quei paesi ideali che avevano visto 

sparsi nel mondo, oltre il Gennargentu, dove

 incontrandosi, ballavano l'allegro girotondo delle

 origini quando pastori e contadini danzavano

 con le spalle grandi e curve che cominciano ogni 

nuovo giorno dalle faccende di ieri dicendo in 

famiglia che quel che si comincia ha da essere finito



Dilemma mattutino del disoccupato e dell'eremita: 

Non so se Iddio ci abbia abbandonato 

o se siamo stati noi ad averlo lasciato solo 

a regnare nel cielo che - specialmente la domenica - 

ci pare vuoto come uno stadio il lunedì di pasqua



E' da quando la terra gira che il mondo vuole

 intenderne lo scopo che – a detta dei sapienti 

televisivi - è lo scambio libero o venale che fa civili 

e regolari i rapporti tra persone di mondo ben educate 

che – come da statuto - vanno al cesso dopo aver 

pranzato a lavarsi con le mani, come, appunto

 Pilato della cui esistenza i vangeli ricordano 

l'effimero piacere che provava a travestirsi 

per burla e vender bolle di sapone mescolandosi 

al popolo che da sempre alleva i buffoni che un 

giorno saranno consoli in Francia e prefetti nella 

dolce Baronia terra di primizie, di meloni e fave 

fresche di cui sono ghiotti i rattoppini d'Irillai 

che le mangiano anche crude e quelle che

 avanzano le passano in tegame a fil d'olio con

 cipolle rosolate e mentuccia di rugiada prima

 che lo sappiano i fabici e pitagorici e lo stesso

 Ponzio che secondo l'evangelista o l'ecclesiaste(?)

 usava nascondere la corona nella caviglia 

quando si mascherava da mercante ambulante 

per ridere delle basse beghe del popolo eletto 

da dio in persona nel roveto (per intenderci 

quello solitario relativo al divenire – nel senso: 

che ha da venire - della coppia nel mondo)

cioè che parlava nascosto dal fuoco del roveto

 come maschera per non esser visto e riconosciuto 

come lo stesso Zeus soleva fare per cogliere

 le primizie fuori del tempio



Ecco le prime galassie che han dato luce al cielo: 

quella al centro ha visto sorridere il suocero 

del mio nonno materno.

Che mai ci sarà dall'altra parte?



L'albero del melograno come appare 

alla mia finestra appena s'è fatto giorno.



Dio l'Eterno, non è mai nato, figurati se un giorno 

qualsiasi può morire senza aver mai avuto

 un vitalizio come succede a noi 

e ai soldati in trincea



Michelangelo traeva dallo specchio la sua rozza figura 

e con essa personificare il vecchio Dio come un nobile 

raffinato con la barba fluente e maestosa 

che se ne infischia – comunque sia - della pensione



Al partito dei colti va bene una pagnotta e una mignotta 

la plebe – quelli senz'arte né parte - 

non siede a tavola se la tvù è spenta

i maccheroni non sono ben conditi 

e se non c'è qualcuno a contar balle



I potenti vanno ai concerti come mecenati

 gli obbedienti non mancano allo stadio

 i disobbedienti s'affollano in galera 

e gli onesti che non sanno che fare 

pensano alla dieta e al suicidio come scelta 

e distacco dal gruppo nel bosco di Borbore



I fortunati son tutti belli e vincono le gare

son ricchi, hanno tanti amici e sono anche saggi 

le mogli parlano bene in pubblico

sanno tosare i mariti e pettegolano come comari 

sedute davanti alla porta a dir 

quel che pensano di male di chi passa davanti alla casa...

a me manca la fortuna di correre per i campi 

e l'abilità di cogliere un fico maturo 

se non cade dal ramo e di contare 

all'indietro dal 10 all'uno e a spaccar lo zero…

mi manca ogni tipo di fortuna 

come se mi avessero maledetto i vicini di casa 

con l'ausilio dei loro santi protettori…

che mi hanno precluso ogni via 

in piazza nessuno mi saluta più 

e molti vorrebbero battermi 

i vecchi mi tendono la sgambetto 

altri screanzati davanti alla cattedrale 

salivano come cani per sputarmi come un Giuda 

sacrestano in una chiesetta diruta e sconsacrata...

ora, che resta di me oltre la sfortuna?

Il fresco vino di Marreri e Isalle.

Perciò trovo bello star sotto la pergola 

a parlare e mangiare e bere fresco il vino 

dalla botte, col quale chi non sa scusarsi 

tace dopo aver parlato a vanvera, sotto la

 pergola s'intende, con la luna che sale 

all'orizzonte con un diavolo per capello

 capace di spaccarlo più e più volte 

ora me ne sto ad aspettare chi viene

 dopo di me che sarà e farà meglio 

di me che non ho mai avuto altro scopo 

se non concludere quel che rimane a metà

io non sono uno che si arrampica sui monti

 dove si rischia di rotolare, come succede a

 valligiani e alpigiani che sollevano il sasso

 che smuove la frana che precipitando travolgerà

 ogni ostacolo e forse troverà quiete nel fondo 

valle come il ruscello di Farcana che forse

 domani sarà turbolento a Marreri e trascinerà

 al mare il suo umore che – si sa – muta come

 me con le stagioni



Per quanto uno sfaccendato stia attento 

come l'aquila sull'alta roccia 

non vedrà mai la fine del mondo

 che pur con lui ha avuto spontaneo inizio

 e ne morirà deluso



3) La struttura economica della società 

condiziona la sua sovrastruttura ideologica. Marx


Il peccato arde e andrà lontano

e sghignazzera’ su Roma con il gracchiare 

dei corvi fino a che i ciechi e i sordi 

non lanceranno le stampelle contro il loro cielo



La  parola giusta al momento giusto 

vale un  discorso lungo un anno

diceva don Filize Farkione

Quindi.



Non mi piacciono i leader con la pompa 

di ricchi potenti e del clero i cui comici e 

ridicoli costumi contrastano la fede nella 

povertà di Gesù Signore degli Ultimi Sereni 

e nella bontà di san Francesco che divideva 

le sue sempre ultime quattro nocciole agli 

anziani pensionati del popolo di Mannasuddhas

 e Montejaca, famoso nell'isola per aver 

ereditato un pezzo di terra comunale 

e per la gioia di vivere con i frutti della natura 

con la mai sopita passione per il canto e il

 ballo sardo di così infantile ed ingenua 

esecuzione che travolge persino i preti smarriti 

nei mercati isolani e gli sciancati d'Ohiai derisi 

dai maestri di ballo e canzonati ogni lunedì

 dai barbieri profumati come poliziotti che

 giocano a biliardo nei momenti di tregua.



Essi guastano l'immagine ideale della natura 

di dio non guardandosi allo specchio 

fedele al tempo della giustizia 

naturale e sociale

del bel mondo.


Mi piace la sobrietà dei puri di cuore 

che si meravigliano del creato e se ne

 infischiano del leader di turno che prende

 di petto la realtà del mondo e 

mortifica con le sue diavolerie

 i prodotti della società industriale

 nuovi idoli sull'altare dei sacrifici obbligatori.



Amo esser pari tra i pari che non si chiudono

 in se, a chiocciola, ma si avventurano 

nel mondo comune

si ritirano quando si è perso il passo

 e riposano sul margine del campo 

tra siepi di lentischio dove saltano 

le allodole che sfuggono alla  colpa

 e all'innocenza.



Ciò che conta è l'utilità sociale 

+ l'utile delle società quotate nel mercato...



Perchè liberare i servi dalla casa del piacere 

se il piacere non è un tiranno?



Che ognuno nato libero

 sia libero di vendersi a modo suo.



Se ognuno è servo di se stesso

 di se può fare ciò che vuole.



Sia quel che fai degno di te

 anche in un vicolo chiuso, non visto.



Sia libero chi vuole di andar sotto padrone.



Per conto mio farò in modo 

di non deludermi quando vado 

al mercato e incontro il tiranno

 nel senso che non tutto

 quel che vedo mi è necessario.



Il lusso, idolo dei ricchi 

è idolo anche dei domestici 

che un tempo marinavano la scuola 

la bottega del maestro 

e il cantiere aperto ai garzoni

per raccogliere i trucioli



Egli

come forse chiunque altro discendente

 dei pagani nuragici era sicuro di se

 solo al cesso quando si liberava 

dell'opprimente fardello e si accertava 

del successo senza un filo di sangue

 come se avesse conquistato il suo posto

nel globo appartenuto già ad altri che

 parlavano la stessa lingua: il dialetto d'Ohiai 

Benimindhe, così popolare nei canti d'amore.



Non posso fare a meno delle parole 

che mi permettono di dire chiaro

 e breve quel che intuisco e intendo.



Con me sono libero

 le regole servono con i vicini 

che vorrebbero frugare dentro casa per 

aggiornarsi come se i miei vizi fossero

 lacune nella loro intimità. 

Che diamine! 

Come dicono i cappellani militari 

in congedo e testimoni volontari 

dei cambiamenti del mondo. 

Dal momento che avete deciso di scannarvi

 fatelo nel nome del Signore.

 Comprensivo, mi par giusto.



Così mi piace scherzare, divagare e parlare

 a vanvera tra una pietanza e la bella

 vivandiera senza peli sulla punta della

 lingua a proposito degli alberi

 genealogici che lei chiama “ sa tuppa manna”  

- la gran siepe e il bel cespuglio del mondo -

 da cui pendono i potenti della terra



Lo scagnozzo  del signore è sempre peggio

 del padrone, perché ci fa la cresta 

da lacchè cosciente delle proprie virtù.



Egli ha solo bisogno di tempo libero

non ha i  vizi che immiseriscono l’ozio

 ogni momento va bene all'artista e al poeta



A che serve esser re e finire prigioniero 

di un altro re che non passerà la notte 

e morirà avvelenato come un topo?



Il chiaretto evita alle muse dolori e dispiaceri 

non rivelando mai del tutto la verità .



La divina sorte stimola i fortunati a cercar tesori.

Ovunque si trovino.

 Anche nella terra delle cose perdute.



Chi dalla poesia trae sostentamento 

dovrebbe accendere fiaccole alle muse 

che si eccitano e ardono come femmine

 innamorate e prendono fuoco come secco 

alloro che si spintonano gaie a margine 

dei boschi dove si cela Dafne, leggere 

come le janas di Farcana dove presente 

è l'alloro senza gli obblighi di cui si è fatto

 carico Apollo cinto d'alloro, per dovere verso 

la futura verità: obliqua per volontà dell'oracolo

 celeste che libera dal male come tre foglie 

d'alloro liberano lo stomaco dai residui impuri.



Cosicché la poesia deve poter essere obliqua 

per nascondere qualcosa di intimo, certo.



Il poeta non se ne va per tribunali 

a testimoniare una verità qualsiasi:

 egli ha la sua  egli ha la sua e la confida alla moglie






Dio com'è bella la natura nell'occhio del cielo 

il becco della luna dove covano gli uccelli

le mani della massaia, le dita degli anelli 

le unghie delle dita tavolozza dell’arcobaleno



Sii riconoscente ai vecchi genitori 

e fai della domenica il loro santo giorno 

portando i pasticcini a pranzo senza far conto 

dell’eredità e dell’ozio che dispone 

a fare opere d’arte come te.



Le pratiche di Venere fan sudare come i fornai 

che nascono quando possono 

e mangiano quando han fame

bevono per dissetarsi, fanno discreti i loro bisogni 

e si accoppiano al buio per riprodursi

poi con la pratica Minerva cuociono il pane all’olio



Un tempo per i cristiani cattolici, solo la domenica 

valeva perchè era il giorno del Signore e degli Sposi

ora per non perdere il resto della settimana

sono solo cristiani e si sposano anche il sabato 

con l'invito a procreare con la sposa 

e a non uccidere nemmeno un briccone impacciato 

davanti alla morte come succede anche ai migliori 

in campo: Figliolo, non bere, stai accanto alla sposa 

e accudiscila come un campo da seminare.



Solo per questo il padrone di casa seleziona la cucciolata 

e a quelli che la sua mano afferra batte la testolina 

sullo scalino di granito e lo butta nel secchio 

della spazzatura da riempire col destino degli ultimi nati 

tutti innocenti che reclamavano vita.



Troppi cuccioli sfiancano la madre.



Il libero contadino umile servo del campo 

canta come può inni d’amore alla sua sposa 

come usa il ciabattino quando martella il cuoio 

e non disdegna la tenacia che riduce i bisogni 

del singolo il sagace rattoppino che canta la sua Bosa



l'uomo è: Fraluisi Lubrè.

 Il delinquente se ne infischia del bene comune 

e pensa solo al proprio.

 Come il disonesto agisce per il proprio tornaconto

 Dio oltre se stesso 

ha fatto anche figuri tristi e ridicoli 

che si baciano, si leccano e si ridono in Suo nome.

L'uomo è: l’ineffabile don Verzè che volava 

negli incontri ravvicinati col Gesù Cristo 

a perdonare i debiti e sanare qualcuno 

nell'aldilà a suon di milioni  



Gli antichi e noi con loro 

non prendevano sul serio le vicende umane 

perche mutano continuamente col succedersi 

delle generazioni con lo spettacolo inalterabile 

dei nuovi nati che fanno eterna la vita



L'uomo è pienamente se stesso

solo quando fa quel che gli da la

 soddisfazione per averlo saputo fare.

Quindi anche uccidere.

L'uomo è uomo quando è soddisfatto 

di quel che non ha fatto.

Anche non uccidere, quindi.

L'uomo è tale come Dio l'ha fatto.

Fatto comunque sia.

L'uomo è tale quando è soddisfatto di sé.

L'uomo scorbutico è frutto unico

 e multiplo della natura migliore.

Il suo scopo è fare a meno degli altri 

 senza cui non può vivere.

Si vuole solo per comandarsi come un re 

e obbedirsi come un suddito.



Appena nato Pilurzi capì 

che quello era il mondo che cercava

tanto ne aveva sentito parlare

 poi finalmente il posto giusto

dove si semina, si raccoglie e si consuma

 tenendo presente il risultato 

poi dirà: qui è di casa Predu Pilurzi 

e chi lo cerca sa dove trovarlo

la sua casa serve al riposo dell'ospite benvenuto

Perchè Predu Pilurzi è di casa ovunque vada



Nulla mi è apparso irresistibile come l'amore

 almeno con me lo è stato 

d'altri non dico

L'incontro avvenne in un caffè in riva al mare

poi è stato naturale ritornarci gli anni successivi

 a seduzione avvenuta

Il suo fascino aveva la letizia 

delle antiche donne d'Ohiai

così riservate sulle faccende personali

Con lei fu sempre facile sorridere di me

 e di quel che ero stato

La meraviglia si destava in lei

 perfino per il giorno e la notte

e nelle ore di veglia parlava sottovoce

per non disturbare le faccende 

delle stelle transumanti.



In via del rinascimento passeggiano

 gli ospiti dell'ospizio

cauti sul marciapiede 

 col timore di attraversare la strada

oggi che han pasta alle vongole

se davvero viene il sindaco in tuta sportiva

e il medaglione della nuorese sport 

allora anguille arrosto e vino rosso.



Sapevano più di malaria che di Hiroshima. 

Non avrebbero mai fatto quel che non gradivano. 

Amavano più la famiglia che se stessi. 

Mai servitù fu più gradita. Chiedevano 

di capire la realtà, infischiandosene 

delle barbare  tradizioni d'oriente.



Scenario in giardino di chi un tempo 

fu nomade e senza tradizione. 

Carne di maiale in bocca 

quando viene il prefetto della repubblica

 in calesse vestito di velluto verde oliva

 con la nuova tombola e il

 sorriso dei cinquant'anni di chi ha fatto

 figli delicati con donne mascoline.



Luccica il vino nel vetro e schiocca

 sulle labbra davanti al tac dei denti

 invade la bocca, traccia che sa di

 rosso rimasta sul tavolo dice la sua:

 non ha perso nulla, tal quale l'ultima volta 

l'antico giglio rossochiaro di Marreri che 

 caccia il dolore e spalanca l'occhio del gufo

 schiocca la lingua con l'ultima goccia: 

la chioma rossovino fa sera prima 

che sia giunta l'ora della notte, stride 

l'uccello del lungo grido con l'eco del

 tramonto e la sonante moneta sul marmo

 di Zigottu l'oste sordo che ha fatto la guerra

 alla Grecia e ai suoi dei dell'Olimpo che

come noi han trovato il mondo già fatto.

Vergogna a Zommaria Zigottu e a chi c’è l'ha mandato.



Dopo una magra battuta di caccia a Ohiai

 tra luci e ombre gli esperti cacciatori prendono

 di mira i cartelli stradali congruo compenso 

per il mancato bottino, fino a cancellare il nome 

del luogo della disfatta. 

Così pittoresco nel ricordo, il ritorno a casa. 

Come l'innamorato respinto squarcia rapido 

il nome dell'amata nella corteccia, alla fine

 dell'idillio. Lo spasimante. Così non si fanno

 più acquarelli dell'arcobaleno. Dio, il mondo

 cambia di continuo come nel disegno dei 

bottegai, tutto è nelle loro mani poiché essi

 soli vedono in lungo e in largo il prodotto da 

consumare passa da loro al bisognoso. 

Com'è paesana la decorazione del paese:

 la fantasia di bucherellare Ohiai.



Li sento venire alla luce così come vedo

 l'erba spontanea spuntare sulla superficie 

del prato, seduto al sole marzolino

con uno straccio bagnato in testa a 

stemperarne gli eccessi accolgo ciò che

 passa il mondo, accolgo a dimora 

quel che della mia indole sarà l'indomani

e mi sosterrà nella debolezza incipiente

nella mia dimora e in ciò che fa battere

il  il cuore fino alla caduta, per ora amo

 il sonno e i luoghi che mi fa conoscere

 ampie vie e stretti cunicoli, cieli cupi e

 focolari accesi per le  ombre serene e felici.



Le cause quando non sono evidenti

 sono immaginarie.



Da molto tempo la carne del vitello 

costa più della pecora

 ma si equivale con l'agnello



Le passioni riempiono i buchi del giorno

come il sogno riempie il sonno.



L'amarezza è figlia della causa persa 

e inaspettata, non poter prendere 

– o perdere l'occasione per puro caso - 

quel che è a portata di mano.



È difficile che chi stia male pensi bene 

così chi sta nel mezzo non sa 

del meglio e del peggio



Dall'accordo sul cammino da fare

 tra sole e terra viene il detto:

 Da cosa nasce cosa.

Così è  l'innamoramento del pane col vino

Nessuno vive senza riferirsi a esempi e modelli

In qualche modo se li inventa e li improvvisa 

per se. A suo tempo, sull'orlo della fine

quando lieve si sentirà la macina del mulino

 sarò quel che sono stato un tale che scambiava

 intenzioni con i suoi sensi, domava quel che gli 

suggerivano col rischio di farsi un torto.

Sono io solo dopo aver dormito e sognato

 un campo di grano un pascolo e una vigna

 per la mia massaia che mi farà il vino.



Milizianos e Barazelos con fatui bottoni

 d'argento e boccoli d'oro, obbedienti come angeli 

usciti dalla Bibbia per bagnarsi nella marina 

di Orosei che accoglie il Cedrino senza clamore 

il tutto che si versa nel Tirreno

 che disperde le tracce e non lascia odori 

gli angeli a detta di alcuni escono dal libro 

più per punire a fine capitolo 

che per redimere.



Ricordare la Resistenza pare un peso

 ma è un fardello di valore. Liberazione da che?

 Dai tedeschi nazisti alleati dei fascisti italiani.

Quanti sanno che l'Italia ha invaso la Francia?

Vergogna. Etiopia, Albania, URSS e Grecia.

Quanti son dispiaciuti di averlo fatto?

E quanti sono affranti di averle prese?

La destra accusa la scuola di far propaganda a sinistra.

Siccome fanno macchine belle pare incredibile

che i tedeschi abbiano devastato l'Europa.

L'Italia amica di Gheddafi che spara sul popolo libico 

che non riesce a dare una mano a mandar via 

il colonnello son tutto io, col petrolio mio.

Il satiro che ha fatto sua la ricchezza di tutti.

Ma come? Gli italici pronti per il Libano, il Kossovo 

l'Afghanistan e l'Iraq, recalcitrano per la Libia?

 Ah! La loro quarta sponda. Appunto loro 

sostenevano il demiurgo del bunga bunga.

Che vicini di casa son quelli che sentono 

le grida d'aiuto della moglie e dei figli 

bastonati dal capofamiglia dirimpettaio 

e non chiamano i carabinieri? E non gli

mettono i ferri di campagna perchè lui

 è il padron di casa? Questa non è guerra

 d'invasione: è dare soccorso a chi le prende

 da un invasato che ci vende la benzina. 

O l'accende. Temiamo di perderla per il buon 

prezzo che forse avremmo avuto. Gratis.

C’è della  vergogna in quel che accade.

C’è della vergogna nell’essere cittadino 

di uno stato dove un cacico ha vinto 

libere elezioni.



4) Il proletariato romano

 viveva a spese della società

mentre la società moderna vive 

a spese del proletariato. Sismondi


Sul capo della Vergine Maria

Sì posa un fringuello e uno scricciolo

Una capinera e un occhiocotto

Un gobbo salta nella sacra piazza

E uno zoppo collerico intona al vento 

un canto

Di peccato d’adulterio e d’assassinio



I fratelli minori confidano sul soccorso 

dei fratelli maggiori prima di mettere

 in campo il gran padre di famiglia che 

sta in foresta a far legna e carbone



Il cacico al governo si accanisce contro i 

magistrati che lo colgono a violare la 

legge in vigore, la legge che è la

 ragione dello stato che governa i cittadini 

allora lui cambia semplicemente la legge: 

gli è più facile che corrompere i magistrati.

Ah, forse dobbiamo coprire le vergogne

 del cacico con l'invasato. E dire che il mio

 babbo è stato in Libia nel '911 e ha visto il

 mare per la prima volta andando a sparare

 turki e indigeni senza avere in cambio un 

secchio di catrame come spesa del viaggio. 

Egli non sapeva dell'ottomano, né della Sirte

 corsa dall'argonauta con Argo in spalla. 

Potevano farlo principe, finì col fare il 

commesso in banca con una mano di legno.



Dall'incontro di due realtà sortisce la terza

 novità di sempre al traino di giorno e notte

 mentre si edificano alveari e città e in campagna

 le greggi belano in cerca della giusta parola 

per vivere insieme. Tutto cominciò per caso 

al primo canto del gallo di Irillai e al capitano

 di servizio al Kontone Ballaloi, Bakis Lubrè

 fu servito un bicchierino di rosolio che gradì 

come chi avrebbe preferito acquardente 

dopo una chiacchiera in strada sulle 

solitarie fate di Farcana che intagliano

 negli alberi le loro vicende personali.



Il babbo coglieva i fichi maturi

 onde nascevano i figli.

Divorziare significa aver già frainteso 

una volta: d'ora in poi si vedrà.

Il mite carattere della persona 

galleggia come il sughero sull'acqua. 

Come l'ape operaia sul fiore.



Quelli d'Irillai che non si lavan mai

delle volte non si riconoscono

Anch'io delle volte non sono io

Non mi conosco

Non ho un paese precedente a questo:

in questo dovrò giudicare i miei fallimenti.



Dio garantisce al cuore nel buio 

del petto la luce necessaria ad 

ospitare ciò di cui non può fare ameno: 

l'amore e la fiducia che ispira in 

chi ci accoglie per avere e dare fiducia



Ruminano le greggi a mezzodì quando 

Pan russa e il sole tira lenza e piombo 

e i delinquenti si appostano nella strada 

del bosco per fare esperienza e bruciare

 gli orpelli della vita che scorre come il treno

 sulle rotaie in una lunga galleria illuminata 

dalla fede con riserva di correzione per 

ciascuno il suo vagone è il principale 

poiché porta la sua preziosa realtà: 

appartenere alla generazione presente. 

Sanno che quel che accade, se non

 dipende da questo dipende da quello. 

Accada quel che accadrà c'è sempre più 

d'uno pronto a ridere e disposto a piangere. 

Dai denti e dalle ossa di Alessandro sorsero

 i diadochi, da un papa morto ne sortisce 

uno vivo, come per incanto, da un treno in corsa.

 Ogni figlio vede nel proprio padre il migliore in 

campo e sugli spalti che lui stesso sostituirà 

per il meglio non appena raggiungerà l'autonomia 

di guadagno e di spesa. Il figlio farà ombra al 

padre sedendo alla sua destra: 

così per i cristiani; per gli animali non so.



Tutto cominciò col primo chicchirichì 

del primo gallo d'Irillai mentre Pilurzi 

sognava una moto. Voglio parlare

 disse Pietro  appena nato. E gli uscì detto:

 Ohi. Via quella musoliera. Quel che dirò si

 sentirà, siano ciancie o parole assennate. 

Sono alla seconda prova e devo essere garbato. 

Un nuovo tentativo a basso costo

còmpito, fuori dell'alveare con ali di libellula.

Avrai la tua parte di rosso di Marreri promise

Luisi Lubrè, il padrino. Un vino che è uno 

spasso e si fa beffe delle persone serie.

Splendido, disse la madre Kikina Maseda.

E una gran voce corse per la prima volta tra le stelle:

 è nato Dio. 

E per la prima volta ricantò il gallo d'Irillai.



 Anche chi ha subito una forzatura morrà 

per esempio: “una pugnalata alle spalle” come

si usa da noi e non solo in affari d'amore

liti familiari e zuffe al bar naturalmente con 

un certo anticipo: perchè naturale è morire

muore chi è colpito a morte, è naturale, la morte

 è la parte finale della natura, la cosiddetta coda 

delle nature difficili da scorticare, sempre natura è

di lei si tratta, noi nella natura, la natura in noi

la natura in chiaro, onnicomprensiva di tutti gli 

artefici umani dai sandali di pelle agli zoccoli 

di corteccia ai vestitini di chiffon e fustagno

 fino alla bomba H e allo stesso dio delle cattedrali 

che si diverte con le nostre idee, non dico le nostre

 “tesi” perchè termine rigoroso, scolastico

 altisonante e pretenzioso, dico idea perchè

 è più bello e chiaro e antico

idee affumicate poi come formaggi al focolare



 Siamo noi a pensare tutto quel che appartiene 

a Dio e questo è l'essenziale 

che se ne infischia della magia.



Ciascuno con la sua realtà

 vive in mezzo al tempo

più precisamente nel suo secolo

anche se a cavallo uno dell'altro

che del tempo passato e del futuro

non si cura.



In via Paolo Sarpi si appostavano i sicari 

e azzoppavano i frati

ora crescono diffidenti i cugini 

che non salutano nemmeno i vicini 

si credono i migliori e chi può va avanti 

con una fiaccola pronto a difendersi 

e a scappare come sul piede di guerra

chi ha tempo grida nella notte all'assassino 

e i perplessi cambiano strada verso il rifugio 

col timore di essere chiamati alle armi.

In via Paolo Sarpi si sente la macina del molino

il fagotto del garzone, il rantolo della morte

sa mola, il flebile respiro dell'agonia 

che tiene compagnia

a chi va via nel tratto di strada che rimane 

da fare col leggero sudario per la fatica.

Tutto ciò che abbiamo muore con noi

compresa la gran voglia di aver successo

a nche a costo di litigare con gli amici..



Il deus ex machina

che stesse all'ombra o accanto al focolare

ha dato il potere ai preti

e per la loro amicizia ha stravolto il mondo: 

dalla repubblica è passato alla monarchia..



Sarò invidioso

ma l'invidia mi pare una diavoleria 

che il diavolo ama dare ai suoi preti e massoni .



Essi cercano più prerogative degli altri.

Essi sono, nientedimeno

che la suprema voce di Dio in terra

e si sa che Iddio non sa che

 farsene dei privilegi mortali.

Chi ha da dare non chiede nulla in cambio.



Dio è come la natura che da tutto 

e non chiede nulla che non sia rispetto.



La natura non ha scarti 

e Dio non abbandona le sue creature.



Che senso ha il lusso 

e le attenzioni che circondano il papa e il re?



Chi non ha cose comuni da fare

tratta le sue cose come se 

dovesse dare alla luce il suo primogenito.



Bisogna aver cura 

di quel che fruga nell'intimo dell'animo.



Confronti e competizioni nascondono 

le insidie anche per chi brama 

primeggiare: può scornarsi.



L'ozio sposa la pigrizia 

per evitare il lavoro e la stanchezza.



Prima la caccia, poi la pastorizia, poi l'agricoltura

poi il commercio, ma l'idea e l'arte manuale 

c'era di gia con i soldati a scavar trincee 

in prima linea   e i pesisti d'Irillai a

coglier pietre per i nuraghi del primo secolo



Con la memoria penso di essere vivo.

Senza i sensi non si trova la via di casa.



I sensi non spiegano il mondo

 ma ci regolano in esso.

Con la combinazione dei due penso 

al buon vivere.



Voglio poter giudicare quel che fa la 

gente comune

 e quella che siede al governo

perchè  mi pare di capire che 

qualcuno sia disposto a farlo per me

come per l'ultimo sprovveduto della terra.



Colui che vive senza la vicinanza del quartiere 

non sa neppure cosa sia il caffelatte.



Chi è solo si aspetta che dalla

 sua potenza spuntino le ali.



Degli animali offesi è la rabbia 

e il risentimento è frutto dell'abbandono 

in cui fu lasciato Filottete con l'arco di Ercole 

e il diabete del serpe strisciato

 sul manto avvelenato di Nesso 

con cui bruciò l'eroico padrino e si trovò 

da solo come il formidabile Robinson 

nell'isola dell'incanto sognato e temuto. 

L'uomo privo di compagnia è un naufrago

ha bisogno di un servo per far avanzare

 il mondo e sopravvivere per

 raccontare le sue vicissitudini.



Zenia e Zomaria erano attratti uno dall'altro 

per tirare avanti e tenere l'anima nel corpo 

fino alla fine quando all'accordo di coppia è

 rimasta solo la parola che già per anni ha 

coperto la perfidia e la bontà che trovan dimora

 nel cuore fatto apposta per coprire le malefatte 

di ciascuno che ne è a conoscenza per bramare

 la Grazia che avvolge le pietre in strada: ama 

il prossimo tuo e non fargli guerra fu così che 

dal principio Zomaria e Zenia sapevano di non 

poter fare a meno uno dell'altro per amministrare

 il loro amore sotto gli sguardi del mondo e fare 

e rifare le faccende  assieme senza mai giurare 

sulla vita dei figli perché troppo facile 

per chi figlio non è.



Essi, come d'altronde le mie donne

facevano orti e giardini senza offendere la

 natura che poi l'offesa può anche essere 

passeggera poiché la natura si adatta a

 tutto quel che fai perchè nostra è l'idea 

della distruzione. Essa natura avvolge tutto

 quel che gli costruisci sopra, un ponte e 

una citta, è un suo parto, una sua creatura

 se distruzione c'è è quella che il figlio porta 

dentro la casa di famiglia, se di mostri si tratta

 sono i suoi mostri, il cacico non è caduto dal 

cielo ma è figlio della società democratica e 

repubblicana che l'ha concepito come nostro 

padre, zio, figlio e fratello. Per annientare il cacico

 e suoi fac-simile si dovrà smantellare l'ordine

 costituito 

col fondato timore che sia tutto inutile e dannoso.



Parrebbe che solo Iddio abbia la certezza 

di quel che avverrà sia dunque come vuole

 lui e contentiamoci di quel  che ci passerà.

La natura sublime ci ha fatto per dominarla

e seppellirci dominando come nulla di più 

elevato sui banchi del mercato in piazza 

pronto a sostituire le divinità del cielo uccise 

dalla solitudine e in via di identificazione

Forse fin dall'inizio c'era qualche difetto in giro 

sul suolo e nell'ariasiamo difettosi, chi non 

zoppica soffre dalle parti molli, che sia il famoso

 peccato originale il difettuccio che ci rode l'animo 

e la crescita? Si dice che è sempre possibile 

scendere dal treno in corsa, certo col rischio di 

rompersi l'osso del collo



Non esistono problemi che non siano 

risolvibili dalla vecchia ragione

 che abita tra la mensa e il cesso.



Vivo in ansia del previsto intervento risolutore

 del Signore con l'integrità del mio corpo 

che si sfalda quando il tempo volge al

 peggio e quando il legittimo governo del

 cacico imperversa con decreti maldestri e insani

 e personali come affari di famiglia in rovina.



I vecchi del Kontone siedono all'ombra su

 lastroni di granitomentre quelli che se ne 

stanno nel muraglione vi si appoggiano 

e seduti, fanno penzolare le gambe

molti camminano a testa china e a passi

 sempre uguali altri si fermano a guardare 

il volo degli uccelli, in certe occasioni si 

azzuffano e rotolano per terra per poi aiutarsi

 a rialzarsi, hanno buona memoria 

e citano i versi dei poeti di montagna

 poi tutti rientrano al calar del sole

 dopo che l'alba li ha disseminati nei campi

scelgono la nuda terra per essere sepolti

ma non disdegnano le tombe di cemento 

e marmo e starci con i familiari, sanno di

 tutto senza esser stati marinai, molti

aborriscono far la questua come san Francesco

 ma le donne non ci vanno a mendicare

molti vanno all'osteria del vino nuovo 

con in tasca un pezzo di salsiccia o di cacio

mangiano le anguille e anche le sardelle salate

più o meno tutti sono stati nel bosco a far legna

i viaggi più lunghi li han fatti in treno

tutti conoscono la corriera che fa la traversale sarda

anche i vecchi più loquaci non parlano dei propri debiti

i più stanchi che non sostengono la

 piazza se ne stanno a casa a riposare

al sofferente di mal di denti si addice l'acquardente

colui che indossa il vestito buono, ha udienza 

in tribunale, chi è stato sotto le armi ha perso 

presto la goffaggine, molti sono al corrente delle 

ricchezze dei possidenti e loro hanno le brocche 

vuote d'acqua, olio e vino

i più vecchi han tutti visto i signori in carrozza

lo sbadiglio corre di bocca in bocca e ne prolunga l'eco

tutti sollevano il berretto per grattarsi la testa

chi si soffia il naso gira la testa di lato

più discreto chi sollecita il solletico nelle parti molli

per il mal di ventre ciascuno si ritira nel suo comodo

i benestanti sono gli ultimi a vestir costume

 e odorar di piscio, tutti sono al corrente

 che Zenia la moglie di Zomaria Zigottu 

che si veste da donna e sotto la gonna ha il tesoro

è ogliastrina come i bettolieri 

che conoscono il lavoro e il denaro;

non ce ne uno che ricordi i genitori piangere;

sanno che i migliori avvocati – M. e O. e P. - 

affrontano i fatti da ogni angolazione

per nascondere e far risaltare i loro scopi

molti affrontano l'estate in maniche di camicia

 e l'inverno in gabbano col cappuccio

molti credono che le creature del diavolo 

non siano innocenti, di certo, sostengono

 il diavolo non ha sembianze umane



Parole chiare: non mi piacciono i leader

con loro pare che il tempo dei roghi 

non passi mai.



Può darsi che sia giunto il tempo di 

essere onesti e sinceri verso la Costituzione 

o della Principale Legge Laica

 - (Leggi degli Stati Civili per le Persone che vivono nel mondo)- 

che protegga l'artista e l'uomo dalla furia

 del dio che si sente trascurato: 

infatti nessuno sacrifica più giovinetti 

al minotauro di Minosse giudice dell'inferno 

col fuoco sempre acceso per difendere Abramo

Gesù e Maometho nella Tomba 

del Tempio del santo Sepolcro.


Per Prudenza Poi: ognuno si arrangi col suo dio

sia esso gentile o infedele, pagano, islamico

 o cristiano, fate che sia un'affare privato.



Obama e Nixon che giurano sulla bibbia

 compiono lo stesso rito con cui Komeini

 e Osama son fedeli al corano

 cantare dio salvi la regina vale 

quanto gridare allah è grande

pregare il vangelo di gesù nello sfarzo 

rinascimentale del vaticano è come 

pregare nel muro del tempio di Gerusalemme

 Socrate è morto - nel secolo di Pericle - 

col debito di un pollastro a dio: oggi si muore

 ancora per un'offesa fatta sempre a dio.



Si riservava sempre dei passi da fare

 l'ultimo non era mai ultimo

poiché dall'ultimo, diceva, non si torna indietro. 

Un ultimo passo ancora. 

Poi mi rimane sempre l'ultimo.



Così gli ultimi paesani d'Oliena

frastornati dal fragoroso efflusso del Gologone

 sono riconoscenti alla vecchia fornace del sole

dio mio che caldo

 dio dei focolari che fondono il calcare

edificano altari solari a lui

fanno i bottai di Bacco, l'olivo di Atena

 se ne vanno tutti al rivo a pescare



Si dissero: facciamo una pizza. Bene. 

Acconsentirono. Lei prese la farina e l'impastò. 

Ci lavorò un po' e si stancò. Dai a me, fece lui.

 Andò avanti per un po' e ristette immobile 

a guardar nel vuoto della finestra. Si risiedette. 

Allora lei, l'antica capofamiglia

 raccolse il tutto dal tavolo

 e l'imbustò dicendo: questa è la vecchiaia

e buttò nel secchio della raccolta urbana. 

Pagò di nuovo quel che aveva già pagato. 

È la vecchiaia, o Dedalo. 

E mi mancano le parole. 

Dio com'è triste non aver parole per pensare.

Sorrisi a sentirli. 

Ma, pensai, è il male che consuma quel che tocca.

Nessuno tocchi il male che si consuma da se.



L'uomo è difettoso a causa di un peccato 

e alla fine perirà, col perdono e il pentimento

come rattoppo, fin dall'inizio.



All'uomo sarebbe piaciuto non conoscere il male 

e non morir mai.



Non si può dire che la natura sia difettosa

essa matura e ringiovanisce

Devo aver fiducia in me e Affidarmi a Lei



Nella famosa incognita della morte

 si perde il senso della certezza.



All'uomo retto e pio spetta un posto in paradiso

un buon ricordo di lui, e un pinguo conto in banca.



Orti, uliveti e vigne, circondano Irillai

mentre il lentisco abbonda ovunque

tutta Ohiai dorme con le antiche nenie civettuole…

e sorge a vita la mattina con le greggi al pascolo 

e la littorina che fila sul dorso che declina

 lieve sui giunchi di Lucula...



Ad ogni modo è il sole che ordina

 e da linfa al nostro cielo. 

Poi vengono gli altri, i pianeti che non sanno covare 

e i satelliti che non sanno fare uno zabaione. 

Ora che il sole abbia un'anima è affar suo

ma se d'improvviso si spegne è affar nostro. 

Dio mio fa che sia eterno il sole focolare celeste. 

È da sfacciati negare che il giallo dell'uovo

 somigli al sole.



Agli amanti del lusso si addice una moglie fedele.



Perdono quel che da qualcuno è stato fatto

 ma qualcuno si penta e sconti in qualche modo

per quel che ha fatto e restituisca

 quel che ha preso col peccato.



Chi ama ha in cura il costume dell'amante.



Il migliore si faccia avanti.



Lei non deve nascondersi dietro gli altri.

 Non sia modesto.



Il peggiore che occupa la prima fila

ha corrotto il migliore.



Alle mogli scapestrate va bene il morso

ai mariti si addice il cappuccio.



Quando era mezzo fatto soleva dire 

che se fosse dipeso da lui alle donne

 avrebbe lasciato in eredità solo panni da lavare.



Anche la donna

 di nascosto dal signore

può baciare chiunque.



Chi si ritira in convento per studiare 

se il mondo ha un'anima

ha il diritto di bruciare i suoi averi.



Certi parenti degli amici usano la moglie

 in comune come un servizio di posate.



La natura non produce guasti 

e  dà in comunione i  suoi comuni beni.



Aria, Acqua e Luce gratis

 A chi nasce per morire.



Se il  labirinto è nel sogno

 e  la mente è il mistero di fondo 

 l'olio santo non è strutto 

e la coratella sostiene la struttura.



Uno è l'uomo; altro è l'animale. 

Tutt'è due occupano la terra. 

Uno ha le  città, l'altro non ha nulla.

 L'uomo ha due zampe e ha creato il senato

 l'animale ha quattro zampe e non vota. 

Ambedue mangiano con la bocca 

e masticano con i denti. 

Uno educa a scuola i figli legittimi

 l'altro li addestra comunque in famiglia. 

Uno si veste mentre l'altro 

se ne sta nudo come l'uovo. 

Uno uccide per aver ragione di vivere

 l'altro uccide perchè non sa di dover morire. 

Uno si sposa per aver figli leciti

 l'altro fa figli naturali senza matrimonio. 

Uno si inventa la dispensa

l'altro mangia quando ha fame. 

Uno fa un nume del padre

l'altro non lo ricorda per l'abbandono.



5) Anassagora sostenava che il sole 

fosse una pietra incandescente, 

perciò fu esiliato



Palme d’amore scioglietevi 

È aspro il sonno 

Porticciolo della ragione 

Al varco tra vita e morte



Passano le cose, mutano condizione, 

e parte di me con loro. 



Qualcosa, di diversa sostanza, risplende

come capita sovente nel cielo

dove sono un sì e potevo essere un no. 



Non mi lamento della mia debolezza 

perchè anche le più salde fondamenta

 alla fine si sfaldano. 



L'arte che soddisfa i miei bisogni 

è quella di star quieto 

nell'area che mi è stata assegnata: 

ho da star vicino alla mia ombra. 



So che quel che faccio non danneggia 

nessuno: osservo quel che mi colpisce 

e noto quel che vedo e sento. 


Mi permetto solo di aggiungere 

qualche virgola e togliere qualche punto. 

Le minuzie dell'ambiente che passano inosservate 

non mi riguardano.

Paesaggi e sembianze appartengono 

a colori e pennelli: li adoperi chi sa usarli. 



Devo essermi fedele

 poiché mi piace parlare e sentire. 

Così non penso all'età

 tanto è lei a farsi avanti. 



Sono un'artigiano diventato fiacco

 a sua insaputa, ma sono certo 

che chi è capace di far bene 

può anche essere banale 

perchè l'uomo senza pecche 

muore prima che il tempo scada. 

Quindi poiché vive gli è concesso. 



Anche a chi ha talento capita 

di perdere qualcosa per strada. 



Finchè posso mi è d'obbligo

 andar d'accordo con quel che faccio: 

quel che vado combinando è del mio stato. 



Dal momento che sono al mondo

 sono esposto al giudizio e qui mi fermo

tanto più che posso vederlo anch'io 

dove sta il merito e la pena. 



Non vado oltre. preferisco giocar 

con la memoria facendola scontrare 

come pietra focaia

 con quanto si accende con le scintille. 

Utilizzo la memoria che mi ha in cura. 

Non mi dice quel che è giusto

 ma sottolinea quel che non lo è. 

Tutti si va in cerca 

della giusta misura delle cose. 



Vivo con le credenze dei miei vicini

che di bestie in casa hanno qualche gatto 

o cane, odiano le mosche e le zanzare 

che portano il veleno

la malvagità dei topi è assodata: 

son capaci di straziare i formaggi  

e l'anima che tanto è delicata da rovinarsi col pensiero. 



Un tempo le buone famiglie avevano nel cortile 

una dozzina di galline per le uova fresche 

un maiale per l'inverno 

e una capra per il latte dei bambini. 

Ma la ragione è sempre in agguato 

contro la paura di contrarre malattie. 

Così si beve il latte dalla tetta

che non si acida mai. 



Ma, come tutti i sapienti

 che conoscono i guasti del mondo 

dottori e farmacisti non impediscono 

che di questo si muoia se non di quello

anche i sanitari dell'ospedale dei clisteri d'Irillai

 nascondono i propri vizi. 

Ma la vita aumenta e l'età si conta 

alle galline che non temono il contagio 

e se ne infischiano del peccato

 del perdono e del pentimento. 



Dalle carte del tribunale d'Ohiai

 risulto innocente: non sono mai stato 

colto in flagrante con le mani 

nel cassetto di un negoziante; 

non ho mai ammesso di essere animoso 

nemmeno al trentatreesimo brindisi

 col rosso di Marreri; non son venuto meno 

alle promesse fatte a mia moglie sull'altare; 

quel che con una mano ho preso

con l'altra l'ho dato e giuro davanti a Dio 

e al mondo di non aver mai alzato

 la voce con uno più debole di me.

Così son pago.



Della Flora Fioripinta è il capestro di Borbore. 

Anche Giuda, a modo suo

 credeva di farsi buono impiccandosi.

 La sua buona coscienza l'ha portato all'ardimento. 

È morto soddisfatto di esser nato nel secolo giusto.



Non c’è  corda che non somigli

  a quella con cui Giuda si impiccò

 per  la sua ultima prodezza.



Tieni legato al polso il filo di Arianna

per non perderti

e abbilo caro più di un bracciale d’oro.



Terra e cielo avranno l'anima

 e altre raffinatezze iridate

 all'uomo bastano le viscere

 la mente sveglia e un'abito stiracchiato.



  Col senno di poi 

anche io che non ho mai giocato

 avrei potuto vincere alla lotteria.



Più di un balente col moschetto

nelle notti di gennaio prendeva di mira le campane 

della chiesa d'Irillai e il gallo del campanile

mentre altri compari fermavano il tempo 

sparando alle frecce dell'orologio…

ah, come rivive il passato nella memoria, basta poco...



Per quanto ciò possa contare 

il ricordo dei miei antenati 

non va oltre i miei genitori che erano 

i figli primogeniti dei campanari della cattedrale 

di cui accudivano gli orologi che  chiamavano Boelle

 quello della torre a sinistra della facciata 

e Merzioro guardiano del campanile di destra 

e – tutti e due molto vecchi -

 a tocchi di campane annunciarono 

il matrimonio dei figli e appresso la mia nascita

furono i nonni i primi a capire che per niente 

al mondo avrei rinunciato a dir le bugie 

che spettano a chiunque non tema

 l’unica irripetibile punizione. 

Le loro figure, per quanto nonni rispettabili

diluiscono con l’orgoglio del mestiere

 e il buio del passato conserva l’eco sonoro 

dell’annuncio: Predu Pilurzi è nato 

alto quanto basta a cogliere il fico maturo. 

Dio lo faccia savio, come tanti Predufava 

e Predusimula lo sono già a Irillai.



Respirare e pensare è semplice quanto

 lo spontaneo batter del cuore e delle ciglia

e la crescita delle unghie e dei capelli lisci o crespi.



Un suo ritratto da giovane mostra 

quanto era bella Kikina Kuliluke che  

aveva gli occhi neri come le madonne a sud 

di Cinecittà, a Irillai dove la realtà è la faccia 

del tempo che mi ha voluto presente

 forse perchè son buono 

e ogni cosa buona ha il suo fondo

io sono buono e il mio fondo è come 

la morchia dell'olio e la feccia del vino.



I sogni sono i miei più prossimi e nobili affittuari.



La Legge che mi accusa ha le prove di quel che ho fatto.

Se mi accusano, qualcosa dovrò pur aver fatto. 

Posso sempre dire di non aver fatto nulla.

d’altronde né Socrate, né Gesù

poterono dimostrare di essere innocenti.



Chi sei tu?

Uno che da una mano al tempo 

che in qualche modo deve passare.



Gli epiteti qualificano le persone. 

In confidenza, il mio è “Tzarrone”

 che potrebbe passare per ciarlatano. 

Mah. Se va bene per chiunque l'adoperi

va bene anche per me che sono 

un peso del mondo venuto dal nulla.



Chi ha qualcosa da rivelare

 ne ha altrettanta da nascondere.



Non è assurdo dire che dio sulla terra

 è presente nella veste del papa

 che ama dio più degli altri?



Non è giusto né bello che dio scelga uno 

ed escluda gli altri. Forse non è nemmeno utile.



Uno che si presenta come vicario di dio in terra

 perchè scelto da un gruppo di persone riunite 

– per volontà celeste - in una sala 

che non è facile ridipingere, cos'è?


Un marcantoni pagano con le chiavi del cielo

garbato come un gentile vestito da donna 

come il gran sacerdote di Cleopatra.


Bene, se costui è un Marcantoni 

chi gli crede cos'è?


Un credente salvato dall'arca.


O lo straordinario molosso

 dei carbonai della foresta di Farcana

 col muso nero tinto col sughero bruciato.


Occhio ai fanatici.


O il ginecologo dell'ospedale dei Clisteri 

che  è un po' come il veterinario

 che fa strada al vitello.



Essi cercano la verità nell'opinione 

che ha la meglio nell'agone.



Manca il sale alla terra e nessuno

 ne ha un pizzico da aggiungere.



Ristagna il senso comune 

dove gli affari perdono significato 

–(le cose maltrattate sviliscono)-



Che troveranno da noi i viaggiatori

 che giungono da paesi lontani? 

Parole vuote per riempire le giornate 

piovose accanto al focolare 

e si è loquaci come grilli e cicale a luglio



Ai barbieri è stata data in dote la fermezza 

della mano destra così che la sinistra

 potesse bere senza esser vista



la prima delle mie donne

Badora, la dolce madre di Pilurzi

 in un affresco dell'anno terzo del Primo Nuraghe

trovato nel rifugio del Kuzone.


Dio ricreò il mondo affidandolo a noi 

come supergiù l'aveva avuto dal padre.


Da allora non mancano le farfalle nel mio cortile

 e a mezza primavera si vede qualche cavalletta 

 che è sfuggita al disgelo, come l'ultima mosca 

dello scorso autunno che sa ancora di mosto



Flora Fioripinta d'edera, oleandro e olivastro

con le ghiande dell'ombroso quercia 

del leccio, della gentile e pungente ginestra 

del bianco cisto fiorito, dell'alloro

 del mirto e del corbezzolo 

del ginepro e del rosmarino

con la mora del gelso e il rovo di Nannicoco

le castagne di Tonara, il ficod'india

 l'ombelico di venere, il timo d'altura... 

...calabriche biancospino, il tricolore pissialettu

citiso di Baronia, ginestra dei carbonai d'Ohiai

 matricusa d'Orzhai, su kalike 'e muru

sa ferula de sant'antoni, s'ozastru a faker'arkiles 

Erica s'iscopa de su mundhadore, ghiddhostre

froria es sa thiria chi durat'un'or'ebbia

cisto, mudrecu a sos porcos de su contone

corbezzolo, su melaidone chi iskossiminzata

euforbia, su latoricu chi lubat su poiu 

e uffrat' sa minninna, lentiscus

 dae sa kotichina sa kessa

 dae sa kessa su lustunkinu 

dae su lustinkinu s'ozu 'e sor mortos

 dae sor mortos a sa cotikina 

prugnolo, sa pruniskeddha 'e zia Kiskeddha

oleandro, su neulake de Neoneli, il giglio, su lizu

rosmarino, su romasinu 'e ziu Kikinu Kukineri

s'ispina santa de santu Biasu

Pascale fonnesu 'a s'ortu 'e mesu

ortica, su pistiddhori 'e beranu i su cubile

 su gardu freu, asfodelo, irbutu, stelo

 prima che fiorisca a primavera 

s'iscraresia, s'irbutu de fra' Ignazio

 sa trovoddha 'e Jacu piu

piumino, coa 'e lepore,



Riguardo alla debolezza delle donne

 tra cui Mallena Mastrone la bella del Kontone 

e Maria Cocone la buona del Kuzone

è con la loro possanza che si popola il mondo.



Lintu che briku.

Fui ricoverato nell'ospedale dei clisteri 

fui curato, salvato e dimesso 

senza garanzia d'immortalità.



L'antipatia si addice al mio nemico personale 

mai mansueto e sempre minaccioso 

che pare un selvaggio sicario scappato 

dopo aver dato il fuoco rabbioso alla Foresta

 di Farcana con le sue sopracciglia infuocate 

abituate a lanciare sguardi ardenti di feroce

 collera come esaltati frati addetti al rogo. 

Dio, com'è antipatico! 

Quanto lo scellerato della tv, servo del cacico.



Quelli che non hanno grilli per il capo son pelati 

e vanno sulle mogli per dolce inclinazione

più che le mogli non vadano su di loro 

a galoppare senza briglia sull'arcobaleno.



Storia del quarto di bue, dei coltelli affilati 

e del chiaretto che calma gli animi

La tramontana sul promontorio del canale  di Borbore

Al risveglio delle Janas nel libero bosco di Soloti.

Kikina Karai fiza ‘e ziu Maimai

Ghalu Ghalana semper bachiana.

Con la luna sopra la foresta di Farcana

Le civette di Borbore si dissolvono all'aurora

Giuda, Il fantasma del capestro di Borbore 

sorto dalle sacre scritture



Tra le immagini che mi accompagnano sempre 

non manca mai la figura di Meleto e di Giuda 

se ne stanno si in disparte, col fiato mozzo 

ma ben presenti tra le grazie e tra Diotima e Sofia

e le altre mie donne – morte d'estate - 

alle quali devo quel che sono e ora mi aspettano

 per certe confidenze che han da farmi 

sulla loro modestia credo, e sui vestiti d'ogni giorno 

che si consumano come i pomeriggi sotto la pergola 

sulla terra dove signora è la formica.



Predu Pilurzi che dalla nascita sorride alla vita.

Quando mio padre che per vivere 

faceva moggi di sughero, ritornò da una

 guerra d'Africa giurò di non aver mai visto 

un africano calvo come i noti pesisti d'Irillai 

rinomati per la serietà del comportamento in gara 

e per esigere la giusta ricompensa alla vittoria 

tenendo sollevato il trofeo dal suolo 

come una nuvola nel cielo dove il sole

 si serve della luna per farci i favori 

necessari affinchè la festa riesca

 sempre bene e finisca in baldoria.



È sempre aperta la porta orientale d'Irillai.

Gli confessai sul letto di morte

di non aver mai capito il perchè 

ci sentissimo distanti indifferenti e quasi ostili: 

io che non avevo mai impugnato un'arma 

e lui che aveva combattuto in due  guerre.

Spirò senza avermi detto quella parola 

per cui i figli son fieri dei padri.

Avrei potuto ravvedermi 

se me ne avesse imposto la regola: 

che ogni moggio d'arido va rasato.



Passo le mie giornate seguendo 

la mia inclinazione alla quiete.

Non vado mai oltre quel che permette 

la mia condizione che mi inclina verso terra.

Il mio animo non vola più in alto del suo peso 

e non coglie un frutto che non sia alla sua portata.

Non sono capace di falciare un pugno d'erba 

eppure bevo il latte ogni mattina e servirei l'ostessa 

della bettola di Zigottu con più di un giudizio 

sul vino nuovo delle colline del Mandrolisai.

Sono un mediocre mangiatore di polpette 

che filtrano il vino di Marreri 

e si ricorda del suo maestro artigiano

gran compagnone di ribotta, in grado di

 unire le varie parti dell'opera a cui

 aveva dato avvio dal primo mattino



Allertate i furbi: il loro regno s'avvicina 

e nulla turberà più le coscienze 

il divertimento durerà una settimana

 senza chiedere scusa a nessuno. 

Han costruito una casa nel bosco

 la notte, di nascosto a Soloti. 

Una gran stanza imbiancata e ordinata

 col pozzo nero a inquinare la Fonte 

delle Janas in riserva vicine alla luna 

da dove vengono le bianche margherite del campo.



Non saranno i sensi a fornire il materiale 

alle idee soprasensibili e alle narici mocciose?

Se tutto ha senso, nulla ha senso 

se una dozzina di sapienti e persone comuni 

è d'accordo.

Dare le spalle al mondo e soccombere.

Se nulla ha più senso, nulla ne ha mai avuto.

Nella inarrestabile catastrofe in corso 

è inevitabile soccombere.

È così facile pensare

 che lo facciamo senza pensarci.



Dicono che i furbi siano capaci di togliere

 la spina senza dolore come usa la volpe 

che incanta la gallina proponendogli di 

vivere in amicizia con un uovo al giorno.



Il fondo dell'abisso si trova nell'ultimo chiarore 

dell'ultima stella a oriente 

che guida gli amanti alle zuffe d'amore 

che concepiscono quelli che nascono

 per pensare. 

Dalla zuffa di due opposti che si scontrano

nasce la nuova vita col sempre naturale 

bisogno di pensare.



Venite a vivere a Irillai:

 vi piacerà, con le case riscaldate. 

Un posto tranquillo

così accessibile dal mare di Orosei.

Gli antipatici stanno di casa a Soloti 

dove deplorevole è il loro abuso.

Come un brutto raffreddore minaccia i bronchi. 

Un polmone nel torace arde

 come  legna secca nel focolare. 

Hanno offeso quelli che non han potuto farlo. 

Come si fa ad essere padroni di un gran monte

con antichi alberi dove dal secolo scorso

 son di casa gli uccelli? 

Chi l'ha diviso e assegnato? 

Il re di Spagna. Prima il giudizio di Eleonora.



6) La scarsa incitazione ad investire (che dipende dal saggio 

di profitto) è la chiave del problema economico. (Keynes)



Germogli di viaggio dalla gelida lontananza

gemma che si apre alla rugiada dell’estate

 i fiori dell’amore crescono e puri si sviluppano

e ti cingono viso e seno quì davanti a me

 lontana e pur vicina, anima che fendi

 l’animo mio e vi cali i fragili sogni

E’ ben certo quest’amore giammai vago 

non si offusca senza aumentare di splendore



Per il primato si sono sacrificati i martiri cristiani.

Perchè aver fretta di sapere tutto 

quel che concerne Dio (so così poco di Lui 

che non ricordo una Sua confidenza segreta) 

e che prima o poi ci sarà rivelato 

dai sognatori di professione?



Di quel che non so- per non scivolare - 

non dico nulla al cane codimozzo 

di quel che credo di sapere 

me ne guardo bene dal dirlo al corvo sapiente.



Le cose nel loro muto linguaggio 

parlano di noi e del paese dei sogni

 senza fine legati all'albero della cuccagna 

a cui si arrampicano quelli che se ne 

chiedono il perchè.

Difficile credere che sia morto

 quel che forse non è mai veramente nato: 

l'innocuo paese di cuccagna

 sulle coste del Tirreno Orientale

 con quel dio così solare.



La fortuna è spesso ospite nella casa

 delle Fate di Farcana

che da più di un secolo lottano per l'esistenza 

senza rassegnarsi a non aver ancora visto il mare.



Della menzogna si serve quello che si 

spaccia per mio avversario politico

così curioso di vedere il presidente 

e il papa soffrire senza contegno al 

cesso per la stitichezza e il mal di pancia.



Il linguaggio della natura non ha bisogno

 di orpelli: ha già l'arcobaleno, l'aurora

 e le fiorite giornate di maggio.

 

Il gioco delle opinioni aperte

 (per cui vale la pena vivere) 

si pratica nei club e nei consigli

 forse nei partiti il gioco duro è prassi

 dell'apparato dei pezzi grossi 

Quellichecontanodipiu: occhio ai leader

 dunque, prima che diano fuoco al 

parlamento dove siedono gli onesti

 che non fanno degli elettori

 cittadini di una classe inferiore



È  necessario resistere a chi spaccia 

le sue opinioni in certezze rivelate da

 una colomba con uno stelo di frumento

 nel becco ghermita da un falco eremita 

più rapido degli altri che volano alto 

nello spazio dove le nuvole si 

assiepano come convogli colmi d'acqua



Chi si allontana dalla politica attiva 

compie un gesto politico dimettendosi

fare lo spettatore allo stadio

senza le sbarre  d'obbligo del galeotto

che pena per ciò che ha fatto

ha suonato e ora ascolti

i lamenti dello scapestrato

che col pendere dal capestro

si è ucciso da se stesso



Per non essere del tutto inutili 

bisogna fare qualcosa di onesto.



Quando sono soddisfatto di me 

non mi importa che altri me lo dicano.



I poeti sono cercatori di parole 

e quando non le trovano diventano malinconici 

come innamorati che vedono svilire la flebile 

speranza di essere amati dallle femmine 

in fiore e qualcuno cerca scampo nei fiaschi 

di chiaretto, qualcun'altro smaltisce tra le

ombre cupe di Borbore le pene che assillano

come i tafani del re mentre altri ancora non 

mancano di dire alla rovescia l'avemaria 

e il padrenostro dopo la confisca dei loro beni 

guardando alla tramontana che fischia come 

una sirena e osserva le cose dall'alto e da 

secoli infuria senza ostacoli spalancando

 le case lontane dalle fabbriche degli 

assennati di Orune che non si grattano 

mai con la mancina, se ne infischiano di Mosè

 delle campane e del mattino non conoscono

 il mezzogiorno e si fidano dei babbi e dei 

bambini di casa ma non dei carabinieri 

son sempre in moto come le stelle che

 ondeggiano come il frumento del firmamento

dormono poco come gli arcangeli senza riposo 

eppur cosi beati, dicono, e non c'è galera 

che spaventi gli spavaldi che a Natale e

Capodanno sparacchiano vivacemente sulle

 caserme dove brindano e chiacchierano

 accanto al focolare e l'indomani faranno

 colazione in piedi cosi eleganti con l'armi 

in spalla come spauracchi che se 

ne infischiano dei fastidi della notte



Come fare con i disperati che

 – crudeli con se stessi - se ne vanno 

a Borbore a meditare su come vincere 

l'ansia della morte? Sarà un buon cimento?

 Si impiccheranno al ramo più saldo del 

leccio perché esclusi dall'amore?

 Poi, dopo aver strappato dal diario 

la pagina nera come la fuliggine

 riposeranno sulle bacche 

di mirto come porcellini da latte

 punti dallo spiedo giustiziere



Sappi sempre quel che sai e fai

non nasconderti più tra le siepi 

come le allodole e i cinghiali 

e tra le nuvole come l'acqua 

e le idee invisibili come il vento

Trasforma quel che sai in immaginazione

prendi parte al festino delle cose buone 

presso l'altare degli Amici del Signore 

come se fosse l'ultima rebotta dell'anno

 in corso con le porte sempre aperte

 ai messaggeri del nuovo mondo



Riempite i ripostigli dei ricordi

Ricordati dei vecchi amici d'Irillai 

del Pradu di Samatha con la Colonna Prade 

e di Via Paska 'e Rosa, di Piazza Berrina

 Largo Via Roma 51 col ricordo di

 Samuel Istoki nella camera mortuaria del 

cimitero coperto d'asfodeli e fiori di campo 

che non mancano ovunque tu volga lo 

sguardo

Ricordati di Sanzir Deu rattoppino 

di Akkisorju e Sakkaiu gemelli d'una sacca

di Butzaca 'e Buddhale e Intrannas' de Buza 

di Kosome Konzinu Lamiarju il giglio della 

Santa Spina gagliardo come Gesù 

quando se ne venne a Gerusalemme 

in groppa a un somarello di Damasco 

così mansueto senza temere la sua ombra 

come il bizzarro cavallo di Alessandro

Ricordati del passato senza contare gli anni

conta le cose e abbi memoria di quelle

 buone che meritano di essere ricordate

scrivile quindi nel calendario e non 

confonderle con le feste comandate



Ricordati di ricordare.

Crudeltà e non aver pietà.

Silenzio quand'è l'ora di tacere.

Il silenzio si addice al ricordo dell'oblio.



La parola squilli come una campana 

quand'è tempo di parlare.

Una buona vita è quella

 che va in cerca della parola giusta.

Il linguaggio è parte di quel sistema 

che fa in modo che io sia capito.



I buontemponi che se ne vanno 

per l'erta china di Borbore 

non sanno più che cosa fare

 e non sanno più che cosa dire 

ai compagnoni che alla malvasia

 alternano la vernaccia e il cannonau.



Chi sbaglia di frequente trova scampo nell'oblio.



Chi dice le bugie va punito 

con l'interdizione alle gelaterie.



Null'altro è causa d'angoscia come la possibilità 

di organizzare nuovamente un'industria della morte

- Sono per l'Ultimo dei Maestri: il Primo dei Levi -



Oddio, ditemi qualcosa di certo su 

quel che fece l'Inquisizione in Sardegna!

Ha bruciato le mie streghe che se 

la davano a intendere al demonio.

Ditemi delle prime bluse di seta 

delle pie donne d'Irillai fatte dal 

maestro Sanzir Deu venuto da Bosa.

Ditemi delle madri di famiglia

 che vantavano nella credenza 

porcellane di Limoges.



Ho paura di quelli che colgono

 le occasioni cosiddette vantaggiose

essi son soliti, come i figli degli infami

 nella folla, di fare quel che capita

escono di casa per andare in chiesa 

e finiscono allo stadio ad applaudire 

chi più veloce salta gli ostacoli



Se credi di influenzare le opinioni

 della “brava gente” finirai col perdere 

il sacco della pazienza 

e il sale della sapienza.



I migliori amici son quelli che danno 

di quel che hanno se si tratta di pace 

e non chiedono di quel che non hanno

 se si tratta di ostilità



Non venir mai meno all'antico detto: 

dai del denaro in prestito all'amico 

se vuoi perderli entrambi




Solo i tuoi pari conoscono le pieghe 

che coprono le  cose e sanno 

come vanno i tuoi affari

 solo quelli che conoscono la strada



*Abbi cura di quelli per cui vale la pena dire: 

sono ottimi amici quelli del fondovalle

a cui affidare le spezie orientali che condiscono 

le carni avanzate al banchetto degli dei che rebottano 

di solito nelle montagne dell'interno, tra Desulo e Fonni 

Orgosolo e Orune, Irillai e Ohiai dove le mamme 

si preoccupano delle calunnie che riguardano le figlie



Prima la pagnotta poi la mignotta



Il tempo sospinge il pianeta come una barchetta 

carica di fiori e lettere d'amore mai spedite 

senza formale invito né timore di arrivare in ritardo 

o di arrivare per ultime nel vasto cielo 

verso le stelle fisse come chiodi al muro

in festa nel firmamento dove l'ultima dama arrivata 

brilla più della prima come la regina delle barche fiorite 

nel golfo di Orosei a fine maggio 

quando in attesa della nave che giunge dal Continente 

sfoggiando i nuovi colori del mondo

come se fosse il morbido velluto della verde Baronia 

che vestono anche  gli eleganti di Orotelli  

di bell'aspetto e di nobile portamento

quando promettono eterno amore davanti al Signore



Oh, prudenti e soavi farfalle 

amiche delle piccole fate di Farcana 

vestite di bianco che cordiali si affacciano 

alla strada col riso argentino dei ruscelli 

di Soloti dove folleggia il capraio e la civetta 

quando chi teme l'estate cerca la brezza 

del Monte Santo dove s'involano liberi i

 sogni e si sprecano le parole d'amore 

che viene con l'amicizia ed è bello 

come la luna che a metà ciclo è 

più affascinante del denaro non tuo



Si fruga nella terra con il desiderio 

di trovare un tesoro e si finisce 

col ritrovare le  ossa di quel tal burlone 

caduto in disgrazia tempo fa che non

 lasciò niente a nessuno come scrissero i 

giornali, nemmeno quel rosario d'argento 

che aveva appeso alla testiera del letto

 con la croce di Giotto benedetta in vaticano

 non lasciò nemmeno quella alla chiesa del 

Rosario dove da ragazzo scuoteva con la

 fune le campane del campanile dei Ballaloi



Prima gli guarda la lingua in bocca 

poi gli prescrive un clistere

il medico Innassiu Ittelinana dell'ospedale

 dei clisteri  civili, che tratta 

con i guanti della vita la sua cuoca 

che all'agnello in umido aggiunge 

a fine cottura un pizzico di zafferano



Quelli d'Irillai facevano dei divi degli 

abigeatari spartani e i “minghini”

erano i derubati del Peloponneso incapaci 

di difendere i loro agnelli che saltavano 

dove non manca l'asfodelo dove le api

 fanno colare il nettare mellifluo e i cavalli

 corrono proprio come se la prateria fosse

 la loro e, con i primi bagliori dell'estate,

diventasse il più bell'ippodromo di Baronia.

Ma quando l'abigeatario veniva schioppettato 

 di lui non si parlava più e lo si dimenticava

 come un minkione qualsiasi



Ai delinquenti comuni una comune galera

i criminali assassini all'isola degli omicidi

una dolce prigione per usurai e debitori 

e per quei disperati malandrini colti in 

flagrante a dividersi col coltello il magico

 bottino: ossia la carne di una vecchia 

pecora che aveva ancora lana

 da mettere  sul mercato.



L'antico trofeo della vittoria era la testa 

del nemico sulla punta della picca 

ora ci si contenta dello sventolio della

 bandiera conquistata in cima al campanile

 dopo la devastazione della capitale del 

regno caduto nell'anno del giubileo 

del Signore venuto dalla Baronia.



Chi mente a se stesso 

 profana il mistero della sua verità. 



E' scandaloso o no che pochi siano

 in possesso di enormi distese di terra

 e la lasciano in eredità come se

 fosse il materasso del loro letto?



Che importa alla morte degli usi e 

costumi delle genti sparse nel mondo?

Importa che i vivi facciano la loro 

doverosa figura davanti alla morte.



I sapienti con i mustacchi dei primi massoni 

se ne infischiano di sapere qual'è cosa

 si è mossa per prima sulla terra e nel cielo 

all'abbrivo dei corpi celesti quando si aveva

 tra le mani una calda pagnotta imbottita di

fresca mortadella e sul tavolino un quarto 

di vino a testa, come si usa dalle parti del 

Kontone Ballaloi mentre le pie madri 

lucidano ancora il rame della cucina.



La lumaca, mezzo pietra e mezzo acqua

è l'organismo che si è mosso per primo nel mondo

poi è toccato al maschio mediterraneo con le basette 

da maresciallo dei carabinieri, promosso di recente 

per aver domato un verro, e ad Eugenia 

principessa di Tharros e Benetutti uscita di casa 

senza corredo in compagnia dello spasimante 

che ha varcato le porte del Gennargentu senza 

chiedere permesso, per vivere con lei e far famiglia 

come usa chi vuol bene alla gente che sa amare.



Quel che si muove da se non ha bisogno 

di dei padroni di servi e proprietari terrieri

egli è discreto nei suoi affari, riservato negli 

affetti, moderato nei sentimenti e pudico

 negli intimi bisogni non ama esser visto 

premere la coratella al cesso.



O il corpo nasce con l'anima 

o l'anima prende possesso del corpo 

con l'aria e alla luce dell'intelligenza. 

Dica ognuno la sua e tu dì la tua. 

Il non lo so vale meno di niente

quindi dì qualcosa che aggiunga o no valore. 

Dì qualcosa, perdio, se no non si va avanti 

e si continua col gioco delle carte o alla morra.



Varcata la soglia della morte 

si è persa la misura del coraggio.



Fa finta chè e parla per clichè

 così il due viene dopo il tre

pensa che prima di fare 

c'è di mezzo il mare



Dal ricordo del piacere viene

 il desiderio di riviverlo

Dal ricordo del dolore

 nasce il timore di riprovarlo



L'inventore del fuoco disinfetta i mali del mondo



Ogni straniero che viene da lontano 

si accosta meravigliato al fuoco ardente 

che sant'Antonio ha trafugato dall'inferno

complice Prometeo della primitiva colpa

che per avergli ha passato la ferula accesa

patisce ancora sulla vetta ghiacciata 

lo sgarbo fatto all’ombroso cugino

meno amoroso dei cugini evangelici



L'animo è l'impulso che fa muovere il corpo

L'idea è più o meno misteriosa come il cielo

L'idea come una stella si vede quando appare

Man mano che una persona si conosce

 scopre via via il mondo

Il vento si muove senza esser visto 

come le anime dei morti recenti 

che passano come pellegrini 

davanti alle vecchie case d'Irillai



Il grand'attore bela meglio della pecora. 

Tenete a bada quell'animale 

che mi vuole mordere. 

Ma è un'agnello.

 E io non sono la sua mamma.



Alla fine tutti si ritorna dove si era prima dell'inizio: 

nei luoghi di nessuno.

Quando si è giunti alla coda si va tutti via 

per ricominciare da capo.



Frammenti: combinati dal libero arbitrio.

Il frammento più piccolo è la parola.

La parola è aria e penetra dappertutto come l'acqua 

che goccia a goccia scalfisce il granito.

La parola è breve come un ahi 

e lunga come un libro 

di trecentosessantacinque giorni

 dove ci sta di tutto.

Tutte le parole vanno in direzione del senso

come le strade che portano a Roma.

Qualsiasi parola ha il potere di formare 

e deformare un'idea.

Una è la parola, molteplici sono i fatti che si vedono.

Una piccola parola ne chiama una maggiore

come una migliore ne chiama una peggiore.

La parola è un fatto fisico: è il suono dell'aria.

L'immagine vista dall'occhio è nominata dalla parola

ma di mezzo c'è il pensiero che si serve dell'occhio 

e della parola per rendere l'idea.

Sia l'immagine che la parola 

possono sottostare a trucchi.

L'autenticità della parola e dell'immagine

 è personale come la verità di stagione.

Nessuna parola può annunciare 

quella che la segue d'appresso.

La parola è rapida quanto il pensiero

 tanto che a volte lo scompagina.

La parola che esce dal suo ambiente

 sconvolge l'esistente.

La parola quand'è sola è timida, pacifica e neutrale: 

sposala e squarcerà le lenzuola.

Ogni parola è eccentrica, perciò può contrastare le altre.

La parola, come Ipermestra

 può rinunciare alla compagnia delle sorelle.



La maledizione è un augurio di sventura

Il debitore si augura la remissione del debito

Il condannato si aspetta il condono della pena

Chiunque dia un soldo in prestito 

si aspetta almeno gratitudine

Chi ha un capo ha anche una coda



Se nella vita tutto è vano

 la morte che vanifica cos'è? 

Un deposito di scorie immorTali.



Agli infelici è permesso spigolare tra i banchi 

del mercato all'aperto come agli uccelli beccare 

gli acini caduti durante la vendemmia del fittavolo

Alla terra è concesso un maggio di riposo 

e ai primi della scuola l'anno sabbatico



Il potere politico fa le leggi e le fa rispettare 

dalle creature nate per pensare e riprodursi.



Sono nato si insanguinato, senz'anima 

e incline al pianto ma con uno spiccato 

preciso e deciso senso della giustizia 

perchè col primo vagito il senno occupò

 i polmoni di destra e di sinistra e ricordo 

che la luce mi riempì gli occhi che la 

mamma mia ricoprì con un'infuso di

 malva per non diventare miope e da allora

 mi piacciono i decotti d'erba paesana

così che distinsi subito il buono dal cattivo

 l'alto dal basso e il dolce dall'amaro,

anche senza conoscere le leggi in vigore 

come i miei genitori che non conoscevano 

la costituzione del primo regno di sardegna

nemmeno nel suo meraviglioso titolo a sapor 

di favola



Le leggi sono un'espediente per rimediare 

alle manchevolezze della creazione.



In un paese di giusti anche le mogli

 lo sarebbero non meno dei mariti.



Se la morte è un evento eccezionale 

 normale e inarrestabile

 se ne infischia davvero 

delle norme vigenti nei paesi civili 

che leggono poco e in quelli selvaggi 

che non sanno leggere e anche loro

a modo loro se ne infischiano.



La vita è come una stazione 

dove c'è un po' di tutto

anche se gli arrivi 

contano di più delle partenze.



La vita è il batter di ciglia di una stella

un palpito del sole permanente

uno sbadiglio intrattenibile del cielo

una irrevocabile fetecchia planetaria

l'arroganza della faccia nascosta della luna 

la turbolenza d'Orione a gennaio

l'addio di una stella che muore a novembre

il vagito di una nuova stella che cerca la

mamma, l'effimero saluto della stellina

stanca di esser signorina e non sposa 

col  gagliardo sole d'oriente

inoltre la vita è la misericordia di Dio

la riconciliazione dopo la guerra atomica

il perdono all'omicida

la vita è l'uscita dal caos

l'inizio in una direzione presa a caso 

e la sua grande bellezza non è la durata 

ma l'automatismo spontaneo dell'esecuzione

ecco: la vita è la tecnica della sua esecuzione

quindi ognuno faccia quello in cui crede

evitando gli errori, gli strafalcioni e le 

pernacchie ai santi del belvedere in 

paradiso che si vedono a mezzanotte 

dalla foresta di Farcana prima che

 canti il primo gallo d'Irillai con la sua

 inimitabile monodia.



Colui che vive per stare meglio

fa suo quel che fa e muore 

col sorriso in bocca e la chiave del 

cuore tra le mani giunte sull'addome

perchè alla morte si tirano le somme 

di quel che è stata la vita in debito e in 

credito come in banca che vogliono il 

dovuto anche da chi non ha avuto

 paura di morire dopo aver vissuto 

in grazia di Dio e per  merito della nazione.


Due ladri rubano nel pollaio: 

il maestro si prende la gallina 

e al garzone da l'uovo fresco.

I giorni successivi li trascorsero

 inseguendo un fagiano che andava

 per femmine da un campo

all'altro di padroni diversi.


I felici compagnoni alla fine della messa 

dove il pollo è diventato cappone



7) “ io non credo che gli dei siano tali 

che si possano corrompere con i doni

 come un volgare usuraio”. Socrate



Figli dell’ala ribelle del vento

Del tempo del mare

Animi sempre gravidi per il delirio finale

C’è ragione d'amare l’arma che atterra e uccide

E la gogna confezionata all’umanità 



La dignità sta ai vivi

come una lapide sta ai morti.



Quando si va al seppellimento

 ogni condizione è misurata

la cerimonia non manca di nulla 

né in nulla eccede

disprezzo e pompa, cura e

 consolazione stanno al palo 

nel cancello del cimitero

 uno dentro e uno fuori. 



Nella mente di Dio sta l'incognita.



L'ufficiale scappato davanti al nemico 

viene degradato dal superiore 

che gli strappa le spalline

lo priva della difesa di quel che 

in origine apparteneva al suo corpo 

quello della precisa e non cieca violenza 

ora ci può mettere due gusci d'ostrica

a difesa dell'onore perso

come prima aveva due tavolette 

per parare le sciabolate dell'invasore 

ora si può dipingere le stellette sulla fronte 

argento e oro sulle sopracciglia

peggio di strappargli i denti, i militari si

 rasano per mostrare le cicatrici di guerra

e ora che non ha più il sostegno del

 corpo gli sarà interdetta l'uniforme

Sarà interdetto dai giochi di guerra? 

La farà meglio in silenzio a tavolino. 

Senza spalline si rifarà con la moglie 

e sarà il nuovo capitano dei barracelli d'Ohiai. 

Di quelli che in un viottolo di campagna

 salutano con un: vivi bene

 senza che tutto quel che vedi sia tuo.

Come diceva Kikina Karai quando sentiva osservata 

nella sua inviolata bellezza la rarità del seno mariano 

sopra i misteri del cuore: Stai bene caromio

e non credere che tutto quel che vedi sia tuo.



Kikina Karai si guarda attorno 

quando l’amore è in ritardo

si guarda attorno come per vedere 

dove può aver perso un bottone della camicetta.



All'eroe non deve mancare un nemico 

e poco gli importa che sia bello

 o brutto quando spira.



Non so perchè il corpo venuto 

su dal nulla alla fine del suo corso 

debba essere detto povero e miserabile 

per aver vissuto da galantuomo 

e non come un balocco in grazia 

di un burattinaio che al momento

 della morte gli ha tolto la chiave 

del suo animo e la scaglia lontano

 dalla fossa del prima della 

morte e del dopo la vita.



Ogni defunto ha da essere curato

 secondo la sua espressa volontà 

e i costumi della sua gente: nudo o vestito; 

col prete o senza; interrato o cremato; 

com'è desiderio inconfessato dei calvi 

pesisti d'Irillai che non hanno 

mai esibito i muscoli fuori pedana. 

Accertati che sia morto davvero, 

dicono alla moglie e all'allenatore.



E' un'operazione scanzonata quella

 di far sopravvivere l'anima raffinata 

al governo del corpo merdoso e un tempo 

il più perfetto organismo della creazione 

ora rovinato come un miserabile straccio 

che ha lavato la terra sfrangiato come uno 

scendiletto in uso nei ricoveri pubblici 

assediati dai conti pubblici in mano alle 

banche che sanno quel che han prestato



Immagine offerta dalle pie donne d'Hirillai 

alla tomba di Zuanchinu E.Remitanu che

 si è sempre vergognato di essere nato 

nudo a Ohiai ed era oltremodo fiero di non 

essersene andato in giro per il mondo

 come succede a tanti disgraziati che 

non si sa dove diavolo son finiti 

lui era orgoglioso di essere nato

 di aver vissuto ed essere morto a Hirillai 

come giocatore della nuorese senza 

aver mai visto una partita di fubbalu.



Genitori, riempite gli angoli vuoti 

delle vostre case con quelle cose 

che durano, si sfogliano e spingono 

a congetturare. Dillo chiaro.

Chi è in grado di congetturare se

 ne infischia di quel che non conosce 

e si diverte con quel che crede di conoscere.

Avangulo.

Fatti una ragione di quel che non 

puoi conoscere, gli dice la ragione.

Ti si crepi il cuore, ti si ingrossi il 

fegato e sputa sangue dai polmoni!

La mia ragione è parte di quel 

che è oltre la misura della cose.

Va e piscia sangue. Di cos'altro

 si può esser certi come di morire? 

Che dici? minchione! Del giudizio divino

 che non potrà essere più terribile della 

morte perchè dovrà pur avere 

comprensione della sua creazione.

Ma vai a cagar sangue!

Che importa indagare sul silenzio del

 deserto dei morti che dura d'anno in anno?

Che Dio condanni al massimo della pena 

chi non beve la fresca bionda di Monastir!

Serve a non andarci?

Amen o ok o un dito d'acquardente?

Che la moglie (o chi per lei) lo cacci via

 di casa! Carpentieri, su una forca! 

Non c'è legna per la gogna!

Dove non c'è fuoco manca la cenere 

per l'uva passa. Passa con l'acquardente.



Per Maria Papassa è il tempo che passa

per Kikina Karai il tempo non passa mai.


il primo gallo d'Irillai che canta sempre 

un pò prima degli altri e si dice certo 

di aver contribuito alla cura della tbc

della polio e delle pene d'amore.



Col temporale

 anche il ladro di cinghiali posa in tana.

Cucummiau fa il gufo al gatto.

Dice la volpe alla gallina: mia cara

 vicina mi presti un'uovo domattina?

Chi non sa stare a casa sua fa il galletto

 al circolo per diventare il nuovo gallo d'Irillai.

Dal pollo il cappone e dal chierico il prete.

Dagli angeli i diavoli.

Da don Zancheta mezzo zoppo il futuro 

e miglior papa. Bello. Una fortuna

 essere sciancato come il prossimo papa.

Da domani il primo gallo d'Irillai canterà 

un'ora prima. Bene; lo sentiranno

 i ferrovieri a Nurdhole dove matura 

il grano per i calvi pesisti d'Irillai 

che mangiano l'agnello col pane carasau.

Mio Dio! È il pane carasau per i bambini?

Venite alla teca delle pastarelle, disse Gesù 

ai pargoli. Un filo invisibile collega l'uovo

 alla sfera e si chiama attrazione formidabile

 tra vita e morte. Non c'è nausea né 

commozione che viaggi in quel filo discreto.

Tutti i bambini del mondo sono uguali davanti 

a una teca di pastarelle fragranti di crema

 panna e cioccolato. Bambini, venite a far 

merenda alla teca delle pastarelle, state vicini 

alle mamme scarmigliate e attenti a preti.



Un disgraziato rientra a casa dal circolo 

quando all'angolo la morte lo tocca 

appena alle spalle, lui si volta come se 

l'avesse strattonato e fa: che cosa c'è?

C'è che devi piantarla di aver piacere

 delle cose belle con il desiderio di

 svelare il senso delle cose nascoste. 

Vieni via e non disturbare gli altri.

Ma vai dalla nonna, cercò di dire lui 

e stramazzò per terra come uno straccio 

marcio dalla piscia di cani e gatti. 

Così gli succedeva quando vedeva

 correre i cavalli sulla china del monte.



Il giudizio sulla giornata lo si trae 

all'ora del crepuscolo prima che in 

cucina si accenda la luce dei fornelli.



Una vera gioia, dove ciascuno ha 

la sua sfera e una attrae l'altra e si

 deformano fino a diventare l'uovo che

 la mamma cova al focolare sotto la cenere.

 Per i figli che da lunedì vanno a scuola 

e meno male che ci vanno da soli.

 Il significato dello stare sulla terra.

Fidati del fari-fari, calda cenere di

ancor vive braci che di notte cuoce

 le patate. Così è l'amabile luna vista

 dalla terra: finiremo per cucinarla.

Che tutto finisca in polvere

 e in genuina acqua piovana.



Una verità è quel che i sensi percepiscono

 su quel che i sensi non percepiscono 

è meglio che congetturi la mente 

che è più specializzata dello stomaco.



Il pensare lasciamolo al prete sull'altare 

che vive ed è pagato per questo 

e non può fare a meno di pensare

 a Dio come se l'avesse scoperto lui.

Pare che Iddio gli abbia detto: 

Lei faccia quello che gli piace

il resto è una perdita di tempo.



La mamma, senza mai un svago

mette al fuoco gli idoli di legno utili 

alla crescita dei figli che sempre 

ricorderanno il calore dell'infanzia 

con le maglie di lana avute a Natale

 come Gesù Bambino. Dorme tutta la notte 

accanto al marito beato di averla al fianco.

Se non dorme fa cruciverba 

o mette giù poesie per il primo

 innamorato che non ha sposato.



La mamma che non batte la fiacca 

e cuoce il pane di casa in casa

dice ai figli: fate i capitani barracellari

 che s'intendono di venatoria e abigeato

 non i camerieri che perdono subito i capelli 

e apprezzano solo il carattere francese 

dei nobili di Orune e Bitti quando 

nei ricevimenti tintinnano i bicchieri.



La mamma quand'è in pena per il marito 

che, ubriaco, non passi la notte

non da da mangiare ai figli e dice loro: 

contentatevi che il tempo passi e raccogliete

 i ricordi. Bambini, state lontano 

dalla teca delle pastarelle.



La mamma vedova per amore 

dei figli piccoli sposa un vegliardo

 freddoloso a cui la carne piace calda

 che le ha detto: Non è il tempo che

 viene meno, siamo noi ad andar via.

La vita è breve, diceva il mio babbo 

che la vita l'ha avuta da una fiaba 

lunga come una barba.

Lei lo baciava tante volte

 come fanno le suore con Gesù

affinchè lasciasse le sue sostanze 

in eredità ai suoi figli. Bambini state

 accorti attorno alla teca delle pastarelle.



Anche Caino (col buon gusto dei 

personaggi biblici) si sarebbe fidato 

della mamma se gli fosse rimasta vicino

 in quei giorni grigi che incupiscono gli umori 

e il freddo penetra nelle ossa (come l'acqua

 penetra nella legna) come spesso succede 

tra natale e capodanno con la casa aperta

 ai parenti agli amici e ai conoscenti che

 con la scusa degli auguri vogliono

 assaggiare il vino nuovo di Marreri.



Chi non si fida della mamma che nutre 

ogni figlio come se fosse il primo 

e dedica il suo tempo a lui 

e non dipinge e non fa poesie?



I figli della pizzaiola si affacciano al Muraglione

 d'Irillai per salutare i ciclisti che pedalano 

per l'occasione e si fidano ciecamente

 della pizza della mamma mai giù di

 corda quando pensa a loro.



Solo a un talento naturale femminile 

è concesso far poesie d'amore 

dopo otto ore di lavoro sorvegliato

 e si diverte come una mamma 

a frodare volentieri le ore della notte.



La prima volta che Kikina Karai così

 tanto costumata, guardò negli occhi 

un'uomo fu quando Kikinu Kirone la

 fermò per dirle che si era innamorato 

di lei offrendole una manciata di nocciole.

Sei la mia graziosa civetta; proprio così le disse.

Anche io di te e se non mi sposi 

mi do al canto a chitarra. 

E io canterò con te a Farcana, nelle femminili 

notti di luna, misteriose come le janas

come le capre che non danno latte 

e le timide civette.

Se avremo dei figli li dipingerai a matita 

mentre io darò una mano di bianco alla casa.

Ogni madre rinuncia all'arte per i figli.

E Grazia Deledda?

Per scrivere rubava il tempo ai programmi della notte.



Di Zenia Pupusa, la bella e sterile

 prima moglie di Zomaria Zigottu 

tutti gli avventori erano innamorati 

e certi che l'avrebbero fertilizzata

 prima con sonori e gaudenti schiocchi

 di risa e poi fecondata inondandola 

di lunghi e profondi baci d'amore.

 I linguacciuti che non hanno mai avuto 

un sorriso da lei la chiamavano: figasecca. 

Gesti passati allo specchio e sentiti dall'orecchio: 

fa la cresta sul conto per tonificarlo. 

Come l'upupa, uccello con la cresta 

che canta quando gli pare 

e piange per le uova rubate dal suo nido 

e per le anime perse nel bosco di Soloti

 devastato dagli abusivi che si divertono a fare

 i buffoni ciucciando mentine con gli esclusi

 dal giardino fatato che stanno in condominii

 comodi come caverne stipate di pagliacci 

instupiditi dal vago stupore 

e non dall'acqua fresca con il vino.



Quando il marito rientra dopo vent'anni

 d'assenza fuori casa con la faccia aggrinzita 

come traliccio dei materassi di galera 

la moglie-madre non sta li sulla porta a

 chiedergli : che lavoro facevi in Francia?

I figli grandicelli come Telemaco

 li sorvegliano di notte.

La madre per i figli 

venderebbe il cavallo del marito 

rinunciando alla monta.

Quante mamme han sposato 

quel marito che non volevano?



Scambio di cortesie:

 gli idoli sono gli idioti che amano gli idoli 

e li nascondono in quel tabernacolo 

dove finora han tenuto a bada i terremoti 

in Sardegna che ha i suoi usi vecchi

 come le pietre e  i costumi colorati

 come l'arcobaleno

vari modi di vivere e morire 

e il clima mediterraneo

 con la brezza marina durante la canicola. 

Bene. Siate liberi e sarete immortali.



E Dio disse:

 A ciascuno ciò che gli spetta 

nel rispetto dei patti.



Il mondo dei greci era l'Egeo

quello dei romani il Mediterraneo

 quello d'Irillai Lucula.



Ogni racconto visto e sentito

 – che pare abbia fini educativi - 

si riferisce al passato.



L'amore è cieco come l'appetito

 ma vede più del falco chi gli vuole bene.



Il fuoco dell'amore per i begli occhi 

di Kikina Karai dai tratti delicati come 

una colomba che vive e vola nell'aria pura

 fanciulla d'Irillai, paese di braccianti e pastori

doma la superbia giovanile dell'idolo d'Ohiai:

 il focoso Predu Piskeddhu 

con la torcia perenne della bellezza d'altura.

Egli, manco a farlo apposta, era figlio 

di un bottegaio dall'umor nero, rissoso 

e rugoso come la prima scorza del 

sughero bruciacchiato per salvare 

il tronco dall'incendio estivo 

che Lui aveva appiccato 


Grande è la confusione in casa 

(dove solo mamma e babbo conoscono l'antefatto)

 quando ognuno dice quello che sa

a proposito della stabilità del cielo

che certi sostengono sostenuta dall'armonia 

di curve e rettilinei di cui è fatto

 il mondo dell'amore 



Colui che impasta la terra

 pensa di farne quel che gli pare conveniente

 (quel che viene viene e viene meglio): 

e riempie i bucchi tra una pietra e l'altra della casa

Michelangelo, invece, toglieva la scorza al marmo 

che conteneva quel che solo lui vedeva:

 idoli resistenti al tempo



Cortile  della casa di Zomaria Remitanu

 postino che sa tutto d'Irillai

e bussa più volte prima di entrare.



Solo dio conosce la mia vera identità

 e lo dico a voi: non sono un'attore. 

Sono colui che è stato tramandato 

da chi mi ha preceduto forgiando una catena di

 enigmi a cui attenerci nelle riflessioni  al cesso.

Egli mi ha fatto in modo che conoscendo

 il metodo per cui l'innesto da buoni frutti

non fa di me un felice pellegrino della 

terra che sappia cosa sia la verità.

Egli sa che quel che nell'intimo mi soddisfa

è quando mi pare di aver capito di amare 

e disprezzare. Solo lui sa che quel che mi

 è simile è parte di me, che la decenza mi è

 compagna in quel che c'è da dire in piazza 

e in quel che c'è da fare in cantiere. 

Di notte mi da retta anche 

in qualche dilettevole capriccio.



Al carpentiere Tadeu Mirabiere serve 

il cuneo per scardinare la porta del Tempio 

chiuso per indisciplina fin dalle origini.

Credo sia una fissazione fare del neonato

 un peccatore perchè è nato per gioco, gratis: 

egli è nato per ricordare grandi e piccole cose 

ed è innocente come la Maria di Nazareth

e come lei è nato per guadagnarsi la presenza 

al pranzo di natale e pasqua, quando i sovrani 

si degnano come un tempo di mangiare con 

gli umili che ogni notte animano in privato

i consigli rivoluzionari d'Ohiai e Baronia e di quei 

luoghi del Supramonte dove è possibile vedere 

ogni domenica, la ritrosa luna e le sfuggenti stelle



L'onesto è un minchione

 che trova bello sapere dove si trova 

per poterne spiegare la ragione alla

 moglie dai tratti aspri del malumore: 

perchè il rispetto reciproco regola il

 vivere insieme delle persone perbene

che nemmeno per l'istinto di sopravvivenza 

ucciderebbero un disoccupato maleducato

ma per gli ingrati e i ritardatari va bene

 la Via Appia Antica, la colonia di Mamone

 e l'oblio in fondo al Mar Tirreno.



Ciò che è stato fatto 

non poteva essere evitato.

Fate che siano riabilitati gli ingrati.

Comincino i genitori che han dato il giusto.



Onore e gloria alla chiesa del Santo 

Rosario d'Irillai che ha accolto le spoglie

 del Povero Samuel Istoki per volontà di 

Don Zancheta, Primo Presbitero di san 

Pietro al Rosario.Il migliore della combriccola 

d'Irillai è quello che guadagna di più e per 

l'istinto di riproduzione si dice capace di 

uccidere per difendere la prole, egli ha cominciato

 l'avventura a Ohiai, lottando per il necessario

svegliandosi prima del canto del gallo per l'utile 

e non sempre và per il sottile per l'onesto.



8)

 Il potere politico è il nostro mezzo 

e la felicità sociale il nostro fine. 

Cartismo


Temo che con ghigno Fosco

Mi svegli la sfortuna

E il malocchio dei Gracchi

Devii il timone della ragione



Gli appena nati son ben accetti

ma  il problema viene dopo

quando  alla leva delle armi 

trovano il mondo occupato.



Alla vita è necessario il cibo 

e non può fare a meno del sonno 

né di far coppia con quel che gli manca 

per farsi più giovane e bella di quel che è.

Ah, dimenticavo che gli piace ricordare tutto ciò

e parlarsi e ascoltarsi gratis

 altrimenti il gioco non vale la candela.



Chi nasce non sa quel che trova

è la mammina che l'informa che 

quella è la miglior compagnia possibile

nonostante il cacico e la sua corte 

di bellimbusti caduti da cavallo.



Invidio il ragno per come cuce l'aria 

e se ne infischia del tempo e dello

 spazio come Dio che ha riempito il 

cielo di angeli d'oro e stelle brillanti

 senza età né forma come il milite ignoto. 

Poi come Dio, sta sempre zitto

trama e ordisce come un faccendiere 

dal bell'eloquio che combina sulla terra 

quel che sa trovarsi nel cielo.



Ah, dirà a suo tempo Predu Pilurzi

avessi saputo di trovare certa gente

 non sarei nato. 

Nessuno mi avvertì che c'era già qualcuno. 

In effetti c'è sempre dell'altro.

Quel che accetti per quanto sia strano 

conterà su di te e andrà oltre. 

Così l'idea di Dio e della sua città

 color del cielo estivo.



Gli antichi pensavano alle cose del mondo 

come il cacico pensa alle scarpe e alle

 cravatte che quando gode di piacere per

 l'entrotacco crede che non si possa star

 meglio nemmeno quando si sazia dei primi

 fichi maturi e quando soffre per il di-dietro 

è convinto che non si possa star peggio 

nemmeno strappandogli la barba.



Disarmate i poeti:

la perdita della memoria li può perdere.

Chi incorre nel peccato 

s'aspetta di essere salvato

 in tempo per mettere le trappole

 alle bestie isolate che non

 presentono il futuro e che nulla 

e nessuno grazierà.

Invocate i poeti: 

che flebile non è la loro voce.



Per la sua natura s'interessava 

di questo non meno di quello

non lasciava a casa la memoria:

 senza di lei non varcava la soglia

non andava da nessuna parte

 senza la bussola



Nessuna creatura libera di agire

per quanto umile e sottomessa 

(come il papa nel suo saggio seggio)

 in possesso di una speciale grazia del re

come di un bagaglio diplomatico 

o la sicurezza temporanea del papa

può modificare quello che sarà

 il suo destino.



La decisione è già presa 

e nessun baratto è possibile

 nemmeno ai poeti che di giorno

 litigano col sole e di notte

fan comunella con la luna.

Che la tecnica di Efesto rifaccia nuove 

le armi di Achille perse da Patroclo: 

è necessario per arrivare armati a Hiroshima.

Invocate i poeti al silenzio: 

non tendano all'utopia.

Dio protegge la società delle famiglie 

che proteggono i padri di famiglia.

Egli ha concesso la morte 

per liberare gli affanni dagli errori.

E' quindi maledetto 

chi non è consapevole di quel che fa.

Nulla ero, ora  sono poco, niente sarò: 

anche se il tempo esalta la permanenza del 

vecchio pellegrino negli incontri con la gente.



Dove il singolo è buono

 il gruppo è mafioso.

Ai segreti della natura 

si devono le margherite e gli assassini.

L'ardimento dell’eroe  se ne infischia 

del giorno e della notte: 

per una scaramuccia

l'ora è sempre buona.



Ella si disvela all'alba

dopo averli liberati dalle pastoie 

imposte dagli attori esperti

i soli che fingono meraviglia 

per l'enorme invidia di Jago 

e la cruenta cattiveria di Riccardo.

Solo ai presuntuosi è data

 la ricerca della verità

 fuori del binario – accusa, difesa.



Solo per poco

appena dopo il divezzamento

la persona è sincera. 

Sa che solo alla mamma 

è necessario obbedire 

per un po'  di latte e un bon bon. 

Forse è conveniente obbedire

 anche al babbo che adopera le

 maniere forti, tipo tortura e rogo.



Sulla bontà dell'autorità divina 

non mi pronuncio ma ho vago il

sospetto che disprezzi il tipo umano 

specialmente quello dell'artigiano che

 comincia l'opera e la porta a 

compimento in nove mesi

affinchè sia simile a lui 

e duri alla fine dopo di lui.



Il sentiero degli infelici parte dai giardini 

di Marreri e dagli orti di Lucula e sale 

su per il pendio di Borbore contiguo agli 

arcani segreti della foresta di Farcana 

dove gli spiriti liberi non sanno qual'è

 la intima verità che trapela dalla schietta 

sincerità delle saccenti pompe vuote.



Quel che il tempo non rovina 

e il vento non porta via 

va messo da parte

 per fare un po la storia del paese 

che ne ha bisogno 

per aver perso le sue fonti



Ami ognuno chi vuole

  me ama le sue donne e Rabelais.



Solo l'uomo solo 

davanti a un corno colmo 

di vino di Marreri, si sente pari a Dio.



Egli, dopo aver tolto il tappo alla bottiglia 

non crede che finora qualcuno sia nato 

senza essere stato voluto da chi la sa lunga

in fatti d'amore cantati dalle sirene senza sesso 

nessuno nasce se non da persone vive 

che sanno quel che fanno come l'ortolano nell'orto 

la fanciulla nel talamo nuziale 

il negoziante al mercato e la moglie col marito.



Abbandonato da Dio

 è chi dimentica la sua protezione.



Nessuno può garantire un saldo 

e sobrio corno, né un comò fermo

 accanto al letto, ma può assicurarlo 

per la solida immobilità, poi può 

disprezzare la morte, la verità e la 

gloria del giorno dopo, se sarà, come 

è giusto che sia, sobrio come un corno 

con una cappa di vento sulle tornite spalle



Per sollevare dal suolo le campane 

della cattedrale, han dovuto inventare

 i giganti Boelle e Merzioro e tramutarli in 

campanili che le sospendono tra cielo e

terra affinchè le sentano i vaghi

angeli e gli arcani diavoli



Meglio liberi vecchi, sani e savi

che poveri schiavi, dementi e ammalati

ma senza coda, come il buon padre di

 famiglia che alla fine si confronta 

a malavoglia con morte che 

non commenta i suoi editti.



Nelle domos de janas le fanciulle brutte 

e senza naso vendono ai passanti collane 

di fichi secchi, per mandare i figli a scuola 

e i vecchi al mare



Oltre la Solitudine cala prima la sera 

e in lieve pendenza c'è Borbore

dove chi vuole trova la sua dignità 

nei sogni che vengono da settentrione 

sulle ali degli uccelli che fuggono dal 

freddo e riposano la notte tra le foglie 

al riparo dalla luna di marmo bianco

 come la tomba delle mie donne.



Dobbiamo a Dio l'esempio di san Francesco e 

alla natura dobbiamo la creazione dell'osso duro 

per proteggere la sostanza del midollo molle 

più del cervello del cacciatore di topi a

 cui dobbiamo l'invenzione delle trappole.



Sul ciglio delle strade di Farcana 

siedono i pastori che danno 

consigli a tutti sulle novità del Monte

vendendo grasso di maiale 

come balsamo universale



Vattene pure, era solita dire la moglie 

al marito Vattene pure nel bosco fatato 

di Farcana A far le tue solite poesie

che non mi leggi mai Invece di giocare 

a carte con me che perdo sempre

Sì,  rispondeva lui, ma ricordati 

che i piatti li ho sempre lavati io



Largo ai sapienti che sanno cose

particolari e chiamano il globo 

antica palla di fertile fango 

dove utile è la forchetta 

ma senza non si muore di fame 

perchè è  d'argento che ha il suo valore



Vita e morte sono i genitori della famiglia 

che governa il mondo e lo tiene unito 

fino a chè uno non li disgrega



Questa è la sponda della vita che vola 

graziosa come un filo d'erba e non può

 essere separata dalla morte che ha

 finito di volare e riposa dall'altra parte

 e trattiene il fiato e stà tra l'incenso e 

il pianto, dove il sangue alla lode 

non colora le guance dei mortali



Come quel che è unito resiste come

 un forte padrone al possibile sconquasso

 quel che si separa si sfascia per fare 

un'altro modello non dissimile dal primo 

e fare un nuovo orto in famiglia dove 

il coriaceo ortolano è il padrone e i 

figli in dovere d'obbedienza vendono 

le uova delle galline del babbo



La famiglia è il modello di convenienza

 più duraturo adottato finora 

dai giovani al primo impiego



Cos’è che non muore al giorno d'oggi?

La curiosità che vola 

come gli uccelli di campo. 



I preti con una dentatura perfetta 

che non disdegnano di abitare lungo

 il Tevere nelle case più belle del globo

 terracqueo infatti se ne stanno nei palazzi 

più belli di Roma dove vegliano per mostrare

 intero il loro disprezzo allo strambo demonio 

che se ne va nudo come un cappone con 

un innocuo pungiglione la rima è bella 

quando  non è imbarazzante, spacciano

per verità rivelata da Dio nella fiamma del

più rigoglioso cespuglio del Monte 

la loro presunta conoscenza del Signore: 

loro è la somma conoscenza che concede 

la visione finale frutto dei loro studi

 dove non c'è nulla da sapere non la dotta

 malignità che tende all'indagine di quel che ci 

riguarda per vivere in pace come i vignaioli 

e liberi come gli ortolani in giardini di letizia 

e campi di delizie nell'isola della dovizia 

come uccelli e api che volano tra fiori e frutti: 

infatti nel deserto non cadono i petali 

né matura il grappolo che fa pensare gratis 

alle nostre faccende quotidiane

Oltre Dio non c'è nulla da vedere. 

E il tempo non passa mai.



Al tempo dei primi nuraghi 

alle capre senza denti 

spuntavano le ali 

quando cadevano nei dirupi



Si spacciano da profeti che scoprono Dio

 a modo loro come se fosse insufficiente 

la naturale bellezza del creato 

essi conoscono il Signore Iddio 

come se fosse un rinomato piatto

 di interiora d'agnello con piselli.



Abbi fede, dice Don Zanchetone il precettore 

e ti condurrò dove il lusso non ha senso. 

Lo coprirò affinchè nessuno lo scopra. 

Ma il lusso non è un peccato

peccato è il privilegio che deforma la realtà.



Don Zancheta col gemello di una sacca 

don Zanchetone sono il provvidenziale 

 parroco e il suo vice della cristiana chiesa

di san Pietro svincolato dal Rosario il cui 

parrocchiano crede con fede nella brezza 

che discende dal campanile della sera.



I cinghiali di Farcana borbottano sottovoce 

che gli Alarpi con le ali sulle braccia 

sono i maschi delle Arpie che infettano 

quel che guardano fino al ritorno degli 

Arrabbios dai campi sconfinati del mondo

delle care primarie delizie della pentola

 col coperchio che nasconde lardo con 

cotenna osso buco con midollo 

e vino puro per lo spirito della ribotta



L'uomo è libero di fare quel che nessuno 

gli può imporre, nessuna legge può 

varcare la sue difese, nemmeno il dolore



La fede è un'ancella fiorita 

che arrossendo con grazia 

ti prende per mano senza voltarsi 

come a frenare i tuoi capricci da pensionato

 mattacchione con i denti sani, che non vuole 

saperne di segreti del confessionale 

ma vuole pensare

 – mano alla braghetta - a come spendere i soldi 

della pensione senza andare a oriente 

incontro al sole amico che vola più alto

 di tutti e conosce la strada del 

destino volubile del  libero arbitrio

e dei fenomeni spontanei e naturali.



Anche le prossime generazioni

come quelle passate

risolveranno le loro beghe in tribunale

anche se i nuovi uscieri

saranno i vecchi principi.



A braccianti e zappatori a giornata 

si addice il lardo ogni volta che 

squillano le campane del villaggio

da loro verrà il nuovo messia 

e accorcerà le giornate col trattore.



Chi coglierà domani le margherite?

Mani pure e le daranno al mare 

per sedurre le triglie del Tirreno.

Ai ghiozzi son più adatte le rose

 profumate per cui vanno ghiotti.



Un bacio e una leccata

una goccia di rugiada

un briccone per il campo

un merlo spennato per il suo canto

il vento d'Irillai che fa tossire

amici, 

se con la tramontana 

date sodomiti in ostaggio 

nessuno li vorrà


Il passato non è mai morto, 

non è neanche passato..  William Faulkner.

 

Solo in un buon libro troverai quel che cerchi

anche se non sarà quel che ti manca

se ti manca l'abito di velluto nero 

che slancia la figura non ci sarà

e non ci sarà nemmeno la seggetta da campo 

fatta di sughero da tziu Milianu Mingroi 

inventore del cugno e del  Kudzone

ma ci sarà la chiave del cielo 

fatta di pura luce

aria fresca, acqua dolce e vino fino 

rosso come le labbra della madonna



Tutti i genitori traggono il meglio di se 

per darlo ai figli che nascono nudi 

come la lumaca che nasce già 

con le energie di farsi casa



Non sento pena quando qualcosa 

di buono mi capita tra le mani

Ma mii sento meglio quando riesco a fare 

qualcosa di nuovo che in più mi piace

Il mondo non è mai quello che era 

perchè molti dei morti che hanno amato 

e abbiamo amato non ci sono più 

e dall'ignoto, sono arrivati vivi i nuovi 

sconosciuti che non tarderanno a fare 

a meno di se stessi come l'acqua del 

Gennargentu che abbandona la sorgente 

per correre in ogni modo al mare



In una stanza piena di gente i motivi 

presenti si affollano. Dicono i raffinati 

che in una data situazione han fatto

 una certa cosa a cui nessuno pensava.

Son convinti di avere un metodo

Costoro son soliti dire che le donne

certe cose non le capiscono perchè son

sentimentali e le parole dolci  le incantano.

Sono deboli, dicono.Anche se fan famiglia 

e la tiran su. Hanno la tecnica, insistono.

Aspettano sempre l'angelo che gli annunci 

la decisione della corte lassù. Ne parlino con 

una donna incazzata che sta per perdere 

il lavoro e il marito che beve come un disperato.

Provo vergogna per questi che si credono

 chissachè convinti di cercare i motivi delle cose 

e arrivano a dire che le costumate ragazze 

di Baronia cercano un buon partito non

 uno che le ami. Diceva alla suocera di 

picchiare la figlia se faceva tardi quando 

non era con lui. Dice che la bella serva 

si aspetta di far innamorare di lei il 

padrone di casa. O aspetta l'amore che

 vien dal mare. A far che? La spia della 

polizia. E uscirà con lui con le ciglia 

sull'attenti



Che fai per campare oltre a mangiare?

Bevo l'acqua di Fonni che vien da molto lontano 

e respiro l'aria del Gennargentu 

scrivo all'Overlook hotel e fumo 

una vecchia pipa inglese fatta a Gavoi

 dai boscaioli e dai carbonai di Tonara….



Scrivere è metter giù quello che uno

 pensa riguardo alla realtà che ha di fronte 

chi scrive esprime quel che capisce 

di quanto gli accade attorno. 

Se è onesto non lo fa per rappresentare 

la verità della realtà

scrive quel che la realtà lo costringe

e quel che la libertà gli permette di pensare. 

Che abbia senso, certo. 

Chi poi legge gli attribuisca il significato 

che vuole perchè oggettivo è quel che 

vedo soggettivo quel che scrivo. 

Se i fatti non sono raccontati

 valgono meno delle fandonie. 

Quindi chi li racconta gli da il senso che 

vuole e così collegare eventi singolari 

ad altri con motivazioni ragionevoli. 

Prendo il mondo per quel che mi appare 

e non perchè ho la certezza di quel che è.



Nella parola - che tutto comprende 

e spiega i pensieri - sta la prima azione

I vecchi poeti han sempre posto

in scena i messaggi portati in paese 

dai forestieri di passaggio e con quelle 

novità erano stati allevati ed educati.

Ulisse pianse al sentir la sua storia

raccontata dai messaggeri che sapevano

 parlare, giunti prima di lui nell'isola dei Feaci.

La parola ha a che fare con la verità 

e con la menzogna. Con la verità tacciono

con la menzogna ciarlano. O viceversa. 

Ognuno ha la sua opinione 

le famiglie di cui Dio cura i particolari

 i governi in carica che decretano a riguardo 

e i prefetti con le mogli adatte come voglion

 le chiacchiere hanno la verità in casa.



Aprite i casseti dei segreti omissis 

perchè la mafia con i suoi tentacoli 

sta per far saltare i banchetti avversari 

dei delinquenti padani, l'A1, la cima Coppi 

l'isle de la Magdeleine il Gologone e, non 

è improbabile la casa del popolo di san 

Francesco di Assisi dove è d'obbligo 

sgranocchiare nocciole nettate del coccio 

e darle ai pellegrini con tanti baci perugini.


Chi parla molto tende a rifilar qualche bugia

senza poter impedire che sia anche grossolana 

che, come la verità, la fame e la vecchiaia

sia la benvenuta.

" nel' 15-18 i soldati che avevano colpito il nemico 

al volto accusavano contrazioni dei muscoli facciali; 

quelli che lo avevano colpito allo stomaco 

soffrivano di crampi addominali, 

mentre i cecchini perdevano la vista."



   

         Potendo, vorrei essere utile a qualcosa.








  

  


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