Ipparco affermava nel II° sec. a.c.
che sarebbe venuto il giorno
in cui i cardini stessi del mondo
si sarebbero spostati dai loro luoghi
XI°
“ E' un dono che possiedo, semplice, semplice: un folle spirito stravagante, pieno di forme, immagini, figure, oggetti, idee, concetti, apprensioni, movimenti, rivolgimenti, generati nel ventricolo della memoria, nutriti nel grembo della pia mater e partoriti nella maturità dell'occasione.” Oloferne maestro di scuola. Pene d'amor perdute. william shakespeare
o colui che compensa le negligenze del mondo
ha unito le coppie e il regno
ha fatto grande la Bretagna con la penna
e a fatto splendere di poesia
l'opaca corona dei sovrani della terra
labirinto del mistero dell'universo
Sa malafroddha si biete kei s'abba korra.
Il varco aperto sulla mite Baronia d'Ohiai Benimindhe
Dami su koro Paskeddha
e ti lu torro manzanu
kes prima die 'e beranu
e frorit sa pruniskeddha
(Dammi il tuo cuore, o mia Pasqua
te lo ridò domani
che è il primo giorno di primavera
e fiorisce il pruno spinoso)
“ E' un dono che possiedo, semplice, semplice:
un folle spirito stravagante, pieno di forme,
immagini, figure, oggetti, idee, concetti,
apprensioni, movimenti, rivolgimenti,
generati nel ventricolo della memoria,
nutriti nel grembo della pia mater
e partoriti nella maturità dell'occasione.”
Oloferne maestro di scuola. Pene d'amor perdute.
william shakespeare
o colui che compensa le negligenze del mondo
ha unito le coppie e il regno, ha fatto grande
la Bretagna con la penna e a fatto splendere
di poesia l'opaca corona dei sovrani della terra
Amici, è ora di andare: io a morire, voi a vivere.
Chi starà meglio lo sa solo Dio.
fuori l’inganno degli infami sempre affamati
dalle dimore del popolo
e dentro gli onesti sazj con poco cibo
e moderati con le parole
ma sempre lieti e in buona salute
come gli asinelli a primavera
Socrate: Devo un galletto ad Asclepio
e una coppa di chiaretto a Dioniso
I primi muratori venuti su dal tepore
della Baronia scoprirono subito che le
case necessitavano del tetto, perchè a
Irillai dopo l'estate arrivava anche l'inverno
e fu il nobile Zuankinu ad adattare la prima
porta alle case poi toccò al figlio Zommaria
illuminato da un raggio di sole che penetrando
tra le fronde della quercia di Farcana e il leccio
di Soloti gli ispirò l'idea di una finestrella sul
mondo luminoso. Solo dopo Pepp'Antoni
fulminato dalla visione di un cardellino che la
faceva fuori dal nido intuì che anche la latrina di
sughero sarebbe stata più comoda fuori casa
e inventò il cesso.
I miei lavori quotidiani aspettano sempre
l'ultima mano come l'ultimo ritocco alla corona.
Poi vado via senza aver mai percosso alcuno.
Il capitale è accumulo di lavoro fatto. K.Marx
Distante Lansa-quapi illumina la stanza
nella notte dei poveri
lontani nella notte dal lavoro
te sogno al bacio del sonno
suono dolce di nome mite
Lansa-quapi che mi scalda le vene
e mi riposa la guancia su quel profondo suono
che vien dalle viscere del globo terracqueo
L’amore è quel desiderio che attrae per
debellare le molestie del mondo governato
finora dai preti protetti dal timor di Dio con
la funzione di versare olio sul fuoco della
fede che salva dalle offese
Quando bevi fatti facondo e spiritoso
come il vino nuovo
Il grave faticar sulla vigna fa eccellente
il licor che se ne ottiene
Quando gli anziani del Contone d’Irillai
siedono sul Muraglione del belvedere
Ballalloi conversano amabili e loquaci e
raramente si offendono tanto da ricorrere
alla roncola. Chi spesso è alticcio non
ammette di essere ubriaco tanto
che dirà sempre belle parole sul vino
che tien saldo l’animo e il cuore
ma non farà mai solenni promesse
non dirà mai parole famose
non avrà mai al collo
catene d’oro come i rigattieri
Ouvrier: "Colui che lavora abitualmente
con le mani e fa una qualche
opera per guadagnarsi da vivere".
L’Elisir di lunga vita
nell'antica formula d’Irillai
è una mescola di malva, gigli e
ciclamini , vin cotto, fichi secchi e
miele d'api di Baronia che dà
quiete al corpo e brio all’animo
Il ricordo di periodi infelici fa lieto
il presente tanto che passato
il mal di denti sgranocchierei
le gemme del granito d’Orotelli
Per ogni prete è dolce e facile
rievocare il suo incontro con Dio
e lo fa con la stessa facilità con cui
ciascuno di noi ricorda la sua nascita
A Irillai si invecchia prima di farsi autorevoli
Ecco perchè con i miei compaesani valeva
la pena andare a visitare il primo museo
del Nordamerica: per aver memoria.
Ci ricordammo di Kikinu Kukuia, morto da
tempo per dire di lui che era colto al
punto giusto come il pane ben cotto
e in più aveva un debole per Dioniso
che evocava soffiando nelle launeddhas
il pomeriggio della domenica sulla melodia di:
Dami sa manu Tiresa
candho ti dolet su coro
i su petorru 'e tziu Moro
dami si no su krapicu
(Dammi la tua mano, o Teresa
se ti fa male il cuore
nella salita che stanca anche il Moro
dammi se no il capezzolo)
Zenia, Manzela e Mallena in età di matrimonio
cercano marito a Gonone
dando le spalle a chi crede di farla franca
mostrandogli le guance dell'occhiello posteriore.
La storia è un calendario in cui risaltano
le date dei conflitti tra ricchi, prepotenti
e sfruttatori di poveri obbedienti come ribelli angariati
Dodici è il numero ideale per far ricca
la famiglia e riempire la tavola di spaghetti
come si deve (gli spaghetti giusti al dente
fan gioviali i commensali e i mortali
come i preti che governano il mondo) e
se tutti in famiglia apprendono a saper fare
un mestiere, in poco tempo avranno case
nuove, poi dodici sono i mesi dell'anno
dodici gli apostoli e dodici uova fanno
una dozzina, viva, quindi, il connubio
dei mortali e ricordati che ogni sorso di
vino contiene perlomeno dodici docili gocce
di sudore.
" Nessuna soffre tanto crudelmente del suo declino
quanto la classe degli operai". A. Smith
La politica (la vita) è il mezzo, la libertà il fine (felice).
Vale di più la vita o la libertà? Pensa e ripensa.
La vita è il mezzo per essere felici in libertà.
Il delinquente si vergogna solo
di non esserlo mai abbastanza
La politica è cura della comunità
la cultura è cura dell'animo
la vita è cura e riproduzione di se stessa
il lavoro è cura del viver per giustizia meglio.
Vado ogni giorno in piazza per
vedere quelli che stanno meglio di me
quelli in condizioni peggiori stanno alla
finestra di casa per vedermi passare
qualunque sia lo stato che mi accompagna
in quel momento essi lo fanno proprio e dicono:
Filize Fundhale est' a cara 'e feke -
{Felice Sedimento ha la faccia color feccia}
ma su binu no ndha neke,{ ma il vino è puro}
sapendo che chi parla vuol essere mordace
e mendace convinto com'è che sia
il mondo a trarre in inganno.
Solo a pochi eletti è consentito l'accesso
al circolo dei liberi in buonafede, dei non violenti,
dove si affollano i buoni bevitori che ogni tanto
ci lasciano in pace senza salutarci come
soldati in guerra vi stanno in fila i buongustai
e a loro si accodano gli onesti che han trovato
la porta di casa sbarrata, cacciati via dalla
virtuosa moglie, poi ci sono i canterini che ogni tanto
provano la voce più alta del coro, i dubbiosi
accolti e acclamati perché di quel che sentono
dire in giro chiedono a chi sia utile, che tornaconto
avranno se è utile per tutti e cosa spetterà loro
a fine giornata: un corno di bue sotto la coda
mormora Zigottu il bettoliere di chiara fama per
via del suo vino che estingue ogni sete anche
se a credito sulla fiducia nel nome del padre
"È questa un' arte che corregge la natura:
anzi la cambia, ma l'arte stessa è natura."
Racconto d'inverno, di W. Shakespeare
In dettaglio: persone di "semplice umanità "
Tali i minatori di Carbonia e Iglesias
da fare invidia ai carbonai della foresta di Farcana
presi dalla voglia di mettere i soldi in banca
non si sa mai che finiscano come il carbone.
Le illusioni sfuggono di bocca ai ciarlatani in piazza
e cercano tra la folla un padiglione dove sistemarsi
possibilmente le orecchie del tizio appartato in campagna
per non peccare più in città dove i lestofanti occupano
le strade e gareggiano per essere i primi tra i migliori
Chi è solo può stare una vita in silenzio
come un eremita e mormorare tra se e
se come a dir rosari, ma per stare insieme
alla gente si deve parlare, lavorare, amare
e adorare la giustizia.
Quando canta la civetta
chi si vanta trova credito
I fatti urlano spogliandosi per farsi sentire
davanti alla verità.
Le menzogne si gonfiano per camuffarsi
Per paradiso perduto si intende il tempo
volato via con le cose che ci
riguardavano da vicino e non avremo più.
Ogni notte al primo canto del gallo d’Irillai
il corteo dei morti ammazzati rientra nel cimitero
dopo aver visitato i luoghi della loro sciagura.
Amici e congiunti vi convergono nella speranza
di rivederli e persuaderli a dir chi è l’assassino:
anche un solo attimo, giusto il tempo di dire il
nome del sicario. Dateci i nomi dei congiurati
che vi hanno ucciso e ritorneremo qui con le
radici del loro cuore e assieme radichiamo
la nostra anima. Diteci chi è stato e mineremo
le loro case e salteranno in aria come funghi
velenosi. Ditecelo, per favore, vogliamo
conoscerli perchè non si può sopportare
di far la spesa accanto a loro sempre
armati come angeli spadaccini
dediti alla pugna scellerata
"Tutto è nell'uomo - tutto è per l'uomo." M. Gor'kij
Mi piace e mi dispiace svegliarti nonostante il gallo d’Irillai
abbia già più volte cantato, primo mi piace sentir la tua voce
e mi dispiace aver interrotto i tuoi sogni data l’età perfetti
’’libera volpe in libero pollaio’’
=
Libero delinquente in libro prepotente.
Mai che un prete col suo chierico e un diacono
di scorta si sia dato fuoco per kostui
come i monaci tibetani per il dalai…
Il pensiero si serve di immagini come la realtà.
Cosa significa pensare? Che senso ha il pensiero?
A dar luce al sole. Da che dipende la volontà
il desiderio, l'esperienza...dove si forma l'idea?
Dove fa capolino la necessità del corpo
di avere un idea, un pensiero? Credo di pensare
ma non so andar per mare come le anguille
che pur non hanno esperienza dei fiumi che visitano.
Non so come ma il nostro corpo è arrivato
a pensare e pensa se stesso!? O no?
Penso di pensare? Penso che il fuoco perenne
dell'inferno sia la necessità di tener deste le
fiamme necessarie a bruciare i miei stracci
con i rifiuti della città. Ogni tanto son preso
dall’assillo di tentare di capire come e perché
vien spontaneo pensare…per cercare di capire
di non essere nato invano e per caso…così, per
non sentirmi inutile come uno straccio lacero…
perché ho la facoltà di percepire lo stato delle cose…
che terminano con la coda...cos'è il pensiero? Come
nasce? E perchè? Cosa lo determina? Chi lo vuole?
A chi affidano i sensi i loro resoconti sensazionali?
Essi non sanno che farsene e li gettano alle...
ortiche, alle vergini idee appena concepite dai...
Il pensiero determina l'azione:
che tipo di azione è il pensiero?
Egli è – forse - l'unica creatura che pensa
e lo fa anche nel sonno, sogna senza luce
e vede al buio come i gatti, dorme per pensare
all'enigma, il labirinto della conchiglia: siamo venuti
alla luce della vita e non sappiamo
come uscirne senza sottostare alla morte
- sii affidabile come un ruota della giostra
e facendo in modo che chiunque si fidi di te -
L'uomo perbene pensa al meglio perchè mangia
di tutto, non è come l'asino che mangia quel che
gli va e in primavera si estrae dalla politica
municipale e pensa a stare insieme con le
somarelle che son tutte belle
come le lune dell'anno in carica
Il sogno non recupera pensieri dispersi, no
non è un guardiano notturno
il sogno è quel discolo che nel sonno
usa il nostro insondabile strumento
per affacciarsi all'altro mondo chiuso in se:
quello sconosciuto che dorme quando noi
vegliamo e incontrandolo di notte per caso
come un estraneo gli neghiamo perfino il
saluto. Il sogno è quel che noi siamo
non quel che siamo stati o saremo:
è il regime che stiamo vivendo
i sogni sbiadiscono e non serve annottarli:
dicono quel che sanno senza sapere quel
che dicono da ciò i tentativi d'interpretare
il suo oscuro meccanismo al buio
Che il pensiero sia il riflesso speculare
della realtà che via via si organizza e
se ne infischia delle catastrofi annunciate?
Che sia il solo pensiero a tenere la baracca
in piedi? E la realtà, allora, cos'è se non
l’ambiente che ci espone ai sensi? Un
ombra, secondo l'uomo della caverna:
abbiamo l'idea del vero mondo vedendo
la falsa realtà. Bo, boh. Bi su Boboi.
No, er Babai.
Meglio pidocchioso alla corte di un ricco
miscredente che avere un arnia e un ernia
con un delinquente prepotente e confidente
Nella casa del Nordamerica si consumano
10 litri di latte al giorno per mantenere
la pelle tenera e morbida e le tettine
come le provole modellate da
Predu Pilurzi casaro mancato
La storia è quel racconto finito che i
testimoni non permettono di modificare.
Zizitu Arkibuseri, casaro
che tingeva di morchia il cacio.
Tempo fa, in qualche parte del mondo
si usava squartare gli impiccati
per liberare l'anima in pena
altrimenti costretta a marcire
per l'eternità nelle interiora del condannato.
Caca e piscia danno ordine al mondo
quanto i pensieri d'amore, l'alpinismo
e - con le rose mariane - sedere al baccano
del bar col piacere di parlare a una madonna.
È una faccenda propria e singolare
Ha poco senso dire: l'uomo è solo
al mondo, come se fosse dio.
È solo - in proprio - nel mondo degli uomini.
Con gli uomini convive. Nessuno che sia nato è solo.
Chi non è nato non è nella mia mente:
non ho un buon ricordo di lui e gli do le spalle.
Nel mondo si convive nonostante le guerre fratricide.
Così è cominciato e va avanti il mondo:
scannandosi tra fratelli per un pezzo di terra
senz'atto notarile, perdio.
Non deve esser facile per chi è solo al mondo
- con tutto il suo coraggio - trovar la via di casa.
Raro splendore, per te
Chiacchiera il tamburo del cuore
Per te si accendono trionfanti
I sensitivi fari di Maria
Contro il bosco della perfidia
Per le tue guance in amore
Chi è solo nel deserto
in cima al monte e in mezzo al mare
difficilmente capirà che il sole brucia
e se non c'è altri con cui concordare sul calore
dubiterà del sole e non saprà di se stesso
se non c'è un'altro che glielo dica
Da solo una persona colta
può tutt'al più fabbricarsi una prugnetta:
progettarla e portarla a compimento
senza concertarla con l'orchestra
perchè l'impresa è tutta sua;
suo l'ardire, sua la spontaneità che l'incita
a farcela come la donna sculettante:
su consiglio divino la natura ha fatto la
coda per cacciar le mosche dal culo
Foto del pugile
Lorenzo, il tarzan di sant'Ussula sempre
alle prese con la combattiva moglie da
quando non gli stiro i calzini che gli fecero
perdere l'incontro sul ring di Macomer
dopo il quale decise che preferiva essere
sagrestano a Irillai
piuttosto che canonico a Ohiai Benimindhe
2) Kant: soltanto nell'esperienza è la verità
e ogni conoscenza che derivi
dal puro intelletto è mera parvenza.
A noi le amorose circostanze sulla terra
agli altri le chiare cose del cielo
e ai demoni gli ardenti affari dell'inferno
dove i sorvegliati sorvegliano i sorveglianti
che non rubino in casa, non maltrattino i bambini
e non insidiano le donne anche se
mostrano un tratto di coscia bianca
che fa dire al poeta che la femmina se ne ride
se l’uomo non la tocca.
Se finora il mondo ha avuto le classi sociali
è segno evidente che non si è potuto farne a meno.
Tutto come prestabilito per l'origine.
Nulla di nuovo sulla terra che non sia già stato
da qualche parte, eccetto i nuovi nati – gli ultimi -
sempre preceduti da altre innumerevoli novità.
Atlantide era l'utopia tutta classi privilegiate
senza servi, schiavi, commessi e autisti
ed è andata perduta come tutto ciò che è bello
ma è di passaggio.
La morte è inesorabile come il tempo
come un arbitro sportivo, un semaforo
all’ora di punta e la torrida canicola
quando squaglia il gelato senza leccarlo
In arrivo il nuovo modello di bara
d'oltremare dipinto con la mano sinistra
dai parenti di sangue e con la destra
dai parenti acquisiti del defunto a suo
gusto e misura dalla maria goretti della
tv neuroparlamentare che si è premiata
per aver corretto la propria linea.
- la compassione è la comprensione della pietà
nella sofferenza che provano gli altri -
Zuankinu se ne venne in altura a fondare
Irillai quando capì che non poteva essere
il primo in Baronia così anche gli eredi
scelsero per il meglio decidendo che
valeva di più far l’usciere del prefetto
d’Irillai che il sindaco a Ohiai benimindhe
Aria al vento, denaro alla borsa, immagini al mondo
luce al sole, salute al sano, parole alla bocca
terra al suolo, cibo al ventre, acqua al mare
miseria al poveraccio, suoni alle orecchie
infermità allo zoppo, nobiltà al vecchio
lignaggio d'Irillai sorto tra il secondo e terzo
nuraghe quando inventarono il vetro
ma non ancora gli specchi, stirpe discendente
dal ramo dinastico Perreddhu-Perrolu tra i primi
re di Lucula destinati a rimanere sempre bambini
cui successe il primo Diskissiu Macoco che era
solito dire: se mi tocchi ti scotti, che non sai
sognare, e la madre lo partorì di nascosto
da sola per assegnarlo alla casta sacerdotale
e lo tenne una settimana legato sotto
la gonna tanto era bruttino e discolo che si
divertiva a scompigliare la crocchia alle donne
che quando s'affacciavano alla porta
parevano reduci da una lite con la madonna
di Isporosile che s'abbrancava ai capelli
e ne strappava quanto consentiva la legge
dei pidocchi che si staccano a bocca piena
e quando nell'aia la gallina maggiore la
seguiva ricordandogli il suo dovere:
Marì, fai un uovo al bambino con un po'
di pane che deve andare a scuola per
imparare il catechismo e stare e parlare
con gli altri che hanno il necessario: a noi
poveri cristiani, la miseria ci tiene nell'ignoranza.
Noi veniamo dai protocristiani che se ne
infischiavano dei beni terreni
- che non avevano -
perché contavano di rinascere senza bisogni, là
dove bastava fare i buoni per essere perdonati.
Lasciami dire, io lo so che il perdono
è la coda della colpa e chi fa mostra
d'esser sempre buono fa l'attore.
Bella faccenda non poter essere tutti santi:
no, sarà santo chi più sopporta le offese e non
si fa vedere dove i malandrini adoperano i bastoni.
C'è poco da ridere: sii gentile con chi ti pesta il muso
ti prende a calci, malmena il corpo, rovina la pelle
ma la farai franca. Bella mia, dammi retta:
fuggi dal malaffare e ti salverai i capelli nelle zuffe
scrivi scrivi nel vento che viene e va da Bosa
verso il tramonto della notte-giorno in salamoia
i formidabili compatrioti degli eccellenti prodigi della natura sovrana
lussu emilio - amedeo nazzari e nivola costantino
con loro eterno può essere solo l’universo
Al dispiacere trascorso si scuote la testa.
Al ricordo del piacere si guarda increduli lontano.
Se sospettano che tu abbia rubato i cavalli
dei carabinieri e se c'e del vero, macellali subito
nella foresta di Farcana dividi la carne con i
cittadini di Soloti e dai gli avanzi ai villeggianti
poi, con la pelle copri le spalle del Redentore
che dal picco comanda alle valli e, come una burla
a carnevale, appiccica la coda al diavolo che folleggia
tra le gambe del Signore come per tendergli
lo sgambetto appena risorto per dire la verità
agli increduli. Poi vattene a Gonone, dove, da
poco Diskissiu Macoco è stato incoronato re del
chiaretto di Dorgali dai turisti tedeschi e polacchi
Sospettare di Pepantoni? Manco a parlarne!
Dirà Macoco. Quando mai?Il tafano del basso
Cedrino che chiama per nome le nuvole! Di me
Peppantpni, che non distinguo un baio rossoscuro
da un sauro rossochiaro? Stanno freschi!
Non nego di averne avuto qualche pezzo
è naturale tra amici, d'altronde è pur vero
che anche qualcosa di mio è finito in bocca
ai pidocchi che non lasciano la presa
se non con la bocca piena.
La miglior dimora è la memoria.
Vedi Lear che da quando ha perso il senno
non trova più il sonno.
Ora che la memoria sta nelle nuvole
è segno che vuole "assaltare il cielo".
Gli amici del corso allarmati perché i compari
tardano a comparire in fondo alla via maestra
Dovrei avere l’istinto del cane
per distinguere il fagiano dalla pernice.
Ti servirà anche per la quaglia.
L’esperienza è quella buona compagna
che ti consiglia sul da farsi
Eccitata e frenetica Suorina Lucianesca
buongiorno a te nel cortile dell’asilo
tanto è fulgida la tua presenza
che - confuso - mi perdo
ciononostante qualcosa trarro' da dire
innanzitutto sto in spontanea autonomia
crescendo e non esulo un giorno dalla
tua corte dove alla tua ombra modifico
il mio carattere leggo, scrivo e frequento
con comari e compari il circolo Voltaire
che ti ha per madrina Lucianesca
dove dialoghiamo sui redditi e sugli ostacoli
e sulla casualità della vita che costringe
a mangiar poco o alla rinuncia obbligata
del piatto di zucchine, perciò parlo come
dio vuole se l'ambiente lo permette
ti saluto ornata di gioia
La realtà è la madre prudente che
avverte i figli sui pericoli della strada
In qualche modo in casa si campa
fuori casa si è liberi di avere un randello
o un bastone da passeggio.
Sono i rapporti di vicinato
che condizionano la conduzione della casa.
Su mannalitarju
a so' santos topos una kolada 'e karkina
e a kie si lo kirkata, raios a dosina
Mi presento a te da buon coinquilino
con la passione per i libri rari che ci accomuna
la vicinanza anagrafica e geografica
col piacere del dialogo e della conversazione
lontana dagli sproloqui televisivi
mi mancano gli altri requisiti
in primis il rientro nei parametri sociali
che poi sarebbe lo star bene sulla croce
la bella presenza e lo studio e la cura dell'orto
rientro giusto nell'indice degli anni
non ballo, mi piace il blues del delta
quanto la poesia sarda improvvisata
sono sportivo e al calar del sole
mi ritiro a bere vino
come piace a chi ha fatto sua
la scuola dell'obbligo
ricordati di me quando mi incontri nelle scale
quando corri in coda alle tue aspettative.
Ciao
Sono il tuo idealtipo?
Posso essere io il tuo lui
ho la stazza giusta e la vicinanza propizia
se non fossi inadatto alla vita acquatica
(non sono un vispo delfino
come non fui un arzillo galoppino)
ho fatto la sola scuola necessaria
passo il mio tempo a leggere lontano
dalle turpitudini massmediatiche
a chi ama la vita amara
auguro il meglio di ciò che desidera
chi lo sa, poi, che non sia io il messianico
cavaliere che per sua virtù addolcisce il futuro
con lettere d’amore da spedire
ma dimenticate al focolare
Botteghino del Nordamerica nei giorni di magra.
In attesa della buona occasione...
Si dava per certo che in ogni angolo del
Nordamerica era libero sognare e a chi
non aveva quattrini per farlo la signora
del botteghino diceva: stai in rada.
Al cinema si usava: stai alla larga.
Gira al largo, tuonavano al Quadrivio;
e, aspetta un po'. Al botteghino
della stazione rispondevano di andare
a piedi sulla linea dove la strada era fatta.
E c'erano anche i prataioli; perchè la natura
ha le sue leggi in comunione col Signore
della Provvidenza e col questore del palazzo
delle Corporazioni che controlla i bisogni veri
e falsi della gente, che gli avran fatto?
Vatti a fidare delle donne, tu credi di conoscerle
a vista e loro ti conoscano a naso.
... i maschi in prima fila son quelli che le prendono
per tutti se son fortunati e in anticipo sui tempi
Ogni cosa nasce e cresce a
modo suo come le idee peggiori
dalle migliori
Sono io che bado al mio corpo e il mio animo
tiene a bada la mia frenesia
- Dimmi, chi sei tu, mi chiedo, che mostra il resto
della sua originaria baldanza solo andando
a letto a riposare e sempre col coraggio che
al calar del sole da una coppa di vino tinto
come il sangue del capretto da latte
Vivo come dio vuole, senza colpa né merito
senza voler nulla di meglio né di diverso
ma nemmeno peggio. Sto bene con gli amici
che mi guidano con i loro lasciti scampati
- per somma fortuna - all'incuria del tempo
Dimmi ti prego, perché, o mio dio
mi piace leggere, amare e comunicare?
La droga dal droghiere la prende anche il barbiere
I thelemiti dell’abbazia son tutti d’animo lieto
e se ne infischiano della dentatura dei
cinghiali, della coda del pesce e vivono
d'incanto del canto della civetta di Farcana
Le cose vanno male perchè i bevitori stanno morendo
gli affari dei sobri peggiorano d'ora in ora
tanto che cadono dal letto addormentati
sognando di affogare nel Cedrino
aggrappati alla bell’insegna dell’osteria:
il vino di Marreri lo bevono anche i barbieri
che tosano pompieri e carabinieri
Scoperto il mondo, il neonato
resta affascinato dai colori della luce
Come Mazzameo principe di Cacaboe
All’apparizione a lungo attesa
della beata sempre vergine di Lollobe
quelli che lavorano e hanno i risparmi in banca
per studiare la prole e poi sposarla
e chi si oppone, ebbene, crepi
Qualunque sia l’abito addosso al monaco
passerà per essere (il) suo (saio).
Parlare per non dimenticare.
La città di Irillai è stata costruita così com'è
attorno al mercato per dare concretezza ed eternità
ai sogni degli anziani che sempre han gravitato
nella piazza del contone Ballaloi contando e cantando
di quei paesi ideali che avevano visto
sparsi nel mondo, oltre il Gennargentu, dove
incontrandosi, ballavano l'allegro girotondo delle
origini quando pastori e contadini danzavano
con le spalle grandi e curve che cominciano ogni
nuovo giorno dalle faccende di ieri dicendo in
famiglia che quel che si comincia ha da essere finito
Dilemma mattutino del disoccupato e dell'eremita:
Non so se Iddio ci abbia abbandonato
o se siamo stati noi ad averlo lasciato solo
a regnare nel cielo che - specialmente la domenica -
ci pare vuoto come uno stadio il lunedì di pasqua
E' da quando la terra gira che il mondo vuole
intenderne lo scopo che – a detta dei sapienti
televisivi - è lo scambio libero o venale che fa civili
e regolari i rapporti tra persone di mondo ben educate
che – come da statuto - vanno al cesso dopo aver
pranzato a lavarsi con le mani, come, appunto
Pilato della cui esistenza i vangeli ricordano
l'effimero piacere che provava a travestirsi
per burla e vender bolle di sapone mescolandosi
al popolo che da sempre alleva i buffoni che un
giorno saranno consoli in Francia e prefetti nella
dolce Baronia terra di primizie, di meloni e fave
fresche di cui sono ghiotti i rattoppini d'Irillai
che le mangiano anche crude e quelle che
avanzano le passano in tegame a fil d'olio con
cipolle rosolate e mentuccia di rugiada prima
che lo sappiano i fabici e pitagorici e lo stesso
Ponzio che secondo l'evangelista o l'ecclesiaste(?)
usava nascondere la corona nella caviglia
quando si mascherava da mercante ambulante
per ridere delle basse beghe del popolo eletto
da dio in persona nel roveto (per intenderci
quello solitario relativo al divenire – nel senso:
che ha da venire - della coppia nel mondo)
cioè che parlava nascosto dal fuoco del roveto
come maschera per non esser visto e riconosciuto
come lo stesso Zeus soleva fare per cogliere
le primizie fuori del tempio
Ecco le prime galassie che han dato luce al cielo:
quella al centro ha visto sorridere il suocero
del mio nonno materno.
Che mai ci sarà dall'altra parte?
L'albero del melograno come appare
alla mia finestra appena s'è fatto giorno.
Dio l'Eterno, non è mai nato, figurati se un giorno
qualsiasi può morire senza aver mai avuto
un vitalizio come succede a noi
e ai soldati in trincea
Michelangelo traeva dallo specchio la sua rozza figura
e con essa personificare il vecchio Dio come un nobile
raffinato con la barba fluente e maestosa
che se ne infischia – comunque sia - della pensione
Al partito dei colti va bene una pagnotta e una mignotta
la plebe – quelli senz'arte né parte -
non siede a tavola se la tvù è spenta
i maccheroni non sono ben conditi
e se non c'è qualcuno a contar balle
I potenti vanno ai concerti come mecenati
gli obbedienti non mancano allo stadio
i disobbedienti s'affollano in galera
e gli onesti che non sanno che fare
pensano alla dieta e al suicidio come scelta
e distacco dal gruppo nel bosco di Borbore
I fortunati son tutti belli e vincono le gare
son ricchi, hanno tanti amici e sono anche saggi
le mogli parlano bene in pubblico
sanno tosare i mariti e pettegolano come comari
sedute davanti alla porta a dir
quel che pensano di male di chi passa davanti alla casa...
a me manca la fortuna di correre per i campi
e l'abilità di cogliere un fico maturo
se non cade dal ramo e di contare
all'indietro dal 10 all'uno e a spaccar lo zero…
mi manca ogni tipo di fortuna
come se mi avessero maledetto i vicini di casa
con l'ausilio dei loro santi protettori…
che mi hanno precluso ogni via
in piazza nessuno mi saluta più
e molti vorrebbero battermi
i vecchi mi tendono la sgambetto
altri screanzati davanti alla cattedrale
salivano come cani per sputarmi come un Giuda
sacrestano in una chiesetta diruta e sconsacrata...
ora, che resta di me oltre la sfortuna?
Il fresco vino di Marreri e Isalle.
Perciò trovo bello star sotto la pergola
a parlare e mangiare e bere fresco il vino
dalla botte, col quale chi non sa scusarsi
tace dopo aver parlato a vanvera, sotto la
pergola s'intende, con la luna che sale
all'orizzonte con un diavolo per capello
capace di spaccarlo più e più volte
ora me ne sto ad aspettare chi viene
dopo di me che sarà e farà meglio
di me che non ho mai avuto altro scopo
se non concludere quel che rimane a metà
io non sono uno che si arrampica sui monti
dove si rischia di rotolare, come succede a
valligiani e alpigiani che sollevano il sasso
che smuove la frana che precipitando travolgerà
ogni ostacolo e forse troverà quiete nel fondo
valle come il ruscello di Farcana che forse
domani sarà turbolento a Marreri e trascinerà
al mare il suo umore che – si sa – muta come
me con le stagioni
Per quanto uno sfaccendato stia attento
come l'aquila sull'alta roccia
non vedrà mai la fine del mondo
che pur con lui ha avuto spontaneo inizio
e ne morirà deluso
3) La struttura economica della società
condiziona la sua sovrastruttura ideologica. Marx
Il peccato arde e andrà lontano
e sghignazzera’ su Roma con il gracchiare
dei corvi fino a che i ciechi e i sordi
non lanceranno le stampelle contro il loro cielo
La parola giusta al momento giusto
vale un discorso lungo un anno
diceva don Filize Farkione
Quindi.
Non mi piacciono i leader con la pompa
di ricchi potenti e del clero i cui comici e
ridicoli costumi contrastano la fede nella
povertà di Gesù Signore degli Ultimi Sereni
e nella bontà di san Francesco che divideva
le sue sempre ultime quattro nocciole agli
anziani pensionati del popolo di Mannasuddhas
e Montejaca, famoso nell'isola per aver
ereditato un pezzo di terra comunale
e per la gioia di vivere con i frutti della natura
con la mai sopita passione per il canto e il
ballo sardo di così infantile ed ingenua
esecuzione che travolge persino i preti smarriti
nei mercati isolani e gli sciancati d'Ohiai derisi
dai maestri di ballo e canzonati ogni lunedì
dai barbieri profumati come poliziotti che
giocano a biliardo nei momenti di tregua.
Essi guastano l'immagine ideale della natura
di dio non guardandosi allo specchio
fedele al tempo della giustizia
naturale e sociale
del bel mondo.
Mi piace la sobrietà dei puri di cuore
che si meravigliano del creato e se ne
infischiano del leader di turno che prende
di petto la realtà del mondo e
mortifica con le sue diavolerie
i prodotti della società industriale
nuovi idoli sull'altare dei sacrifici obbligatori.
Amo esser pari tra i pari che non si chiudono
in se, a chiocciola, ma si avventurano
nel mondo comune
si ritirano quando si è perso il passo
e riposano sul margine del campo
tra siepi di lentischio dove saltano
le allodole che sfuggono alla colpa
e all'innocenza.
Ciò che conta è l'utilità sociale
+ l'utile delle società quotate nel mercato...
Perchè liberare i servi dalla casa del piacere
se il piacere non è un tiranno?
Che ognuno nato libero
sia libero di vendersi a modo suo.
Se ognuno è servo di se stesso
di se può fare ciò che vuole.
Sia quel che fai degno di te
anche in un vicolo chiuso, non visto.
Sia libero chi vuole di andar sotto padrone.
Per conto mio farò in modo
di non deludermi quando vado
al mercato e incontro il tiranno
nel senso che non tutto
quel che vedo mi è necessario.
Il lusso, idolo dei ricchi
è idolo anche dei domestici
che un tempo marinavano la scuola
la bottega del maestro
e il cantiere aperto ai garzoni
per raccogliere i trucioli
Egli
come forse chiunque altro discendente
dei pagani nuragici era sicuro di se
solo al cesso quando si liberava
dell'opprimente fardello e si accertava
del successo senza un filo di sangue
come se avesse conquistato il suo posto
nel globo appartenuto già ad altri che
parlavano la stessa lingua: il dialetto d'Ohiai
Benimindhe, così popolare nei canti d'amore.
Non posso fare a meno delle parole
che mi permettono di dire chiaro
e breve quel che intuisco e intendo.
Con me sono libero
le regole servono con i vicini
che vorrebbero frugare dentro casa per
aggiornarsi come se i miei vizi fossero
lacune nella loro intimità.
Che diamine!
Come dicono i cappellani militari
in congedo e testimoni volontari
dei cambiamenti del mondo.
Dal momento che avete deciso di scannarvi
fatelo nel nome del Signore.
Comprensivo, mi par giusto.
Così mi piace scherzare, divagare e parlare
a vanvera tra una pietanza e la bella
vivandiera senza peli sulla punta della
lingua a proposito degli alberi
genealogici che lei chiama “ sa tuppa manna”
- la gran siepe e il bel cespuglio del mondo -
da cui pendono i potenti della terra
Lo scagnozzo del signore è sempre peggio
del padrone, perché ci fa la cresta
da lacchè cosciente delle proprie virtù.
Egli ha solo bisogno di tempo libero
non ha i vizi che immiseriscono l’ozio
ogni momento va bene all'artista e al poeta
A che serve esser re e finire prigioniero
di un altro re che non passerà la notte
e morirà avvelenato come un topo?
Il chiaretto evita alle muse dolori e dispiaceri
non rivelando mai del tutto la verità .
La divina sorte stimola i fortunati a cercar tesori.
Ovunque si trovino.
Anche nella terra delle cose perdute.
Chi dalla poesia trae sostentamento
dovrebbe accendere fiaccole alle muse
che si eccitano e ardono come femmine
innamorate e prendono fuoco come secco
alloro che si spintonano gaie a margine
dei boschi dove si cela Dafne, leggere
come le janas di Farcana dove presente
è l'alloro senza gli obblighi di cui si è fatto
carico Apollo cinto d'alloro, per dovere verso
la futura verità: obliqua per volontà dell'oracolo
celeste che libera dal male come tre foglie
d'alloro liberano lo stomaco dai residui impuri.
Cosicché la poesia deve poter essere obliqua
per nascondere qualcosa di intimo, certo.
Il poeta non se ne va per tribunali
a testimoniare una verità qualsiasi:
egli ha la sua egli ha la sua e la confida alla moglie
Dio com'è bella la natura nell'occhio del cielo
il becco della luna dove covano gli uccelli
le mani della massaia, le dita degli anelli
le unghie delle dita tavolozza dell’arcobaleno
Sii riconoscente ai vecchi genitori
e fai della domenica il loro santo giorno
portando i pasticcini a pranzo senza far conto
dell’eredità e dell’ozio che dispone
a fare opere d’arte come te.
Le pratiche di Venere fan sudare come i fornai
che nascono quando possono
e mangiano quando han fame
bevono per dissetarsi, fanno discreti i loro bisogni
e si accoppiano al buio per riprodursi
poi con la pratica Minerva cuociono il pane all’olio
Un tempo per i cristiani cattolici, solo la domenica
valeva perchè era il giorno del Signore e degli Sposi
ora per non perdere il resto della settimana
sono solo cristiani e si sposano anche il sabato
con l'invito a procreare con la sposa
e a non uccidere nemmeno un briccone impacciato
davanti alla morte come succede anche ai migliori
in campo: Figliolo, non bere, stai accanto alla sposa
e accudiscila come un campo da seminare.
Solo per questo il padrone di casa seleziona la cucciolata
e a quelli che la sua mano afferra batte la testolina
sullo scalino di granito e lo butta nel secchio
della spazzatura da riempire col destino degli ultimi nati
tutti innocenti che reclamavano vita.
Troppi cuccioli sfiancano la madre.
Il libero contadino umile servo del campo
canta come può inni d’amore alla sua sposa
come usa il ciabattino quando martella il cuoio
e non disdegna la tenacia che riduce i bisogni
del singolo il sagace rattoppino che canta la sua Bosa
l'uomo è: Fraluisi Lubrè.
Il delinquente se ne infischia del bene comune
e pensa solo al proprio.
Come il disonesto agisce per il proprio tornaconto
Dio oltre se stesso
ha fatto anche figuri tristi e ridicoli
che si baciano, si leccano e si ridono in Suo nome.
L'uomo è: l’ineffabile don Verzè che volava
negli incontri ravvicinati col Gesù Cristo
a perdonare i debiti e sanare qualcuno
nell'aldilà a suon di milioni
Gli antichi e noi con loro
non prendevano sul serio le vicende umane
perche mutano continuamente col succedersi
delle generazioni con lo spettacolo inalterabile
dei nuovi nati che fanno eterna la vita
L'uomo è pienamente se stesso
solo quando fa quel che gli da la
soddisfazione per averlo saputo fare.
Quindi anche uccidere.
L'uomo è uomo quando è soddisfatto
di quel che non ha fatto.
Anche non uccidere, quindi.
L'uomo è tale come Dio l'ha fatto.
Fatto comunque sia.
L'uomo è tale quando è soddisfatto di sé.
L'uomo scorbutico è frutto unico
e multiplo della natura migliore.
Il suo scopo è fare a meno degli altri
senza cui non può vivere.
Si vuole solo per comandarsi come un re
e obbedirsi come un suddito.
Appena nato Pilurzi capì
che quello era il mondo che cercava
tanto ne aveva sentito parlare
poi finalmente il posto giusto
dove si semina, si raccoglie e si consuma
tenendo presente il risultato
poi dirà: qui è di casa Predu Pilurzi
e chi lo cerca sa dove trovarlo
la sua casa serve al riposo dell'ospite benvenuto
Perchè Predu Pilurzi è di casa ovunque vada
Nulla mi è apparso irresistibile come l'amore
almeno con me lo è stato
d'altri non dico
L'incontro avvenne in un caffè in riva al mare
poi è stato naturale ritornarci gli anni successivi
a seduzione avvenuta
Il suo fascino aveva la letizia
delle antiche donne d'Ohiai
così riservate sulle faccende personali
Con lei fu sempre facile sorridere di me
e di quel che ero stato
La meraviglia si destava in lei
perfino per il giorno e la notte
e nelle ore di veglia parlava sottovoce
per non disturbare le faccende
delle stelle transumanti.
In via del rinascimento passeggiano
gli ospiti dell'ospizio
cauti sul marciapiede
col timore di attraversare la strada
oggi che han pasta alle vongole
se davvero viene il sindaco in tuta sportiva
e il medaglione della nuorese sport
allora anguille arrosto e vino rosso.
Sapevano più di malaria che di Hiroshima.
Non avrebbero mai fatto quel che non gradivano.
Amavano più la famiglia che se stessi.
Mai servitù fu più gradita. Chiedevano
di capire la realtà, infischiandosene
delle barbare tradizioni d'oriente.
Scenario in giardino di chi un tempo
fu nomade e senza tradizione.
Carne di maiale in bocca
quando viene il prefetto della repubblica
in calesse vestito di velluto verde oliva
con la nuova tombola e il
sorriso dei cinquant'anni di chi ha fatto
figli delicati con donne mascoline.
Luccica il vino nel vetro e schiocca
sulle labbra davanti al tac dei denti
invade la bocca, traccia che sa di
rosso rimasta sul tavolo dice la sua:
non ha perso nulla, tal quale l'ultima volta
l'antico giglio rossochiaro di Marreri che
caccia il dolore e spalanca l'occhio del gufo
schiocca la lingua con l'ultima goccia:
la chioma rossovino fa sera prima
che sia giunta l'ora della notte, stride
l'uccello del lungo grido con l'eco del
tramonto e la sonante moneta sul marmo
di Zigottu l'oste sordo che ha fatto la guerra
alla Grecia e ai suoi dei dell'Olimpo che
come noi han trovato il mondo già fatto.
Vergogna a Zommaria Zigottu e a chi c’è l'ha mandato.
Dopo una magra battuta di caccia a Ohiai
tra luci e ombre gli esperti cacciatori prendono
di mira i cartelli stradali congruo compenso
per il mancato bottino, fino a cancellare il nome
del luogo della disfatta.
Così pittoresco nel ricordo, il ritorno a casa.
Come l'innamorato respinto squarcia rapido
il nome dell'amata nella corteccia, alla fine
dell'idillio. Lo spasimante. Così non si fanno
più acquarelli dell'arcobaleno. Dio, il mondo
cambia di continuo come nel disegno dei
bottegai, tutto è nelle loro mani poiché essi
soli vedono in lungo e in largo il prodotto da
consumare passa da loro al bisognoso.
Com'è paesana la decorazione del paese:
la fantasia di bucherellare Ohiai.
Li sento venire alla luce così come vedo
l'erba spontanea spuntare sulla superficie
del prato, seduto al sole marzolino
con uno straccio bagnato in testa a
stemperarne gli eccessi accolgo ciò che
passa il mondo, accolgo a dimora
quel che della mia indole sarà l'indomani
e mi sosterrà nella debolezza incipiente
nella mia dimora e in ciò che fa battere
il il cuore fino alla caduta, per ora amo
il sonno e i luoghi che mi fa conoscere
ampie vie e stretti cunicoli, cieli cupi e
focolari accesi per le ombre serene e felici.
Le cause quando non sono evidenti
sono immaginarie.
Da molto tempo la carne del vitello
costa più della pecora
ma si equivale con l'agnello
Le passioni riempiono i buchi del giorno
come il sogno riempie il sonno.
L'amarezza è figlia della causa persa
e inaspettata, non poter prendere
– o perdere l'occasione per puro caso -
quel che è a portata di mano.
È difficile che chi stia male pensi bene
così chi sta nel mezzo non sa
del meglio e del peggio
Dall'accordo sul cammino da fare
tra sole e terra viene il detto:
Da cosa nasce cosa.
Così è l'innamoramento del pane col vino
Nessuno vive senza riferirsi a esempi e modelli
In qualche modo se li inventa e li improvvisa
per se. A suo tempo, sull'orlo della fine
quando lieve si sentirà la macina del mulino
sarò quel che sono stato un tale che scambiava
intenzioni con i suoi sensi, domava quel che gli
suggerivano col rischio di farsi un torto.
Sono io solo dopo aver dormito e sognato
un campo di grano un pascolo e una vigna
per la mia massaia che mi farà il vino.
Milizianos e Barazelos con fatui bottoni
d'argento e boccoli d'oro, obbedienti come angeli
usciti dalla Bibbia per bagnarsi nella marina
di Orosei che accoglie il Cedrino senza clamore
il tutto che si versa nel Tirreno
che disperde le tracce e non lascia odori
gli angeli a detta di alcuni escono dal libro
più per punire a fine capitolo
che per redimere.
Ricordare la Resistenza pare un peso
ma è un fardello di valore. Liberazione da che?
Dai tedeschi nazisti alleati dei fascisti italiani.
Quanti sanno che l'Italia ha invaso la Francia?
Vergogna. Etiopia, Albania, URSS e Grecia.
Quanti son dispiaciuti di averlo fatto?
E quanti sono affranti di averle prese?
La destra accusa la scuola di far propaganda a sinistra.
Siccome fanno macchine belle pare incredibile
che i tedeschi abbiano devastato l'Europa.
L'Italia amica di Gheddafi che spara sul popolo libico
che non riesce a dare una mano a mandar via
il colonnello son tutto io, col petrolio mio.
Il satiro che ha fatto sua la ricchezza di tutti.
Ma come? Gli italici pronti per il Libano, il Kossovo
l'Afghanistan e l'Iraq, recalcitrano per la Libia?
Ah! La loro quarta sponda. Appunto loro
sostenevano il demiurgo del bunga bunga.
Che vicini di casa son quelli che sentono
le grida d'aiuto della moglie e dei figli
bastonati dal capofamiglia dirimpettaio
e non chiamano i carabinieri? E non gli
mettono i ferri di campagna perchè lui
è il padron di casa? Questa non è guerra
d'invasione: è dare soccorso a chi le prende
da un invasato che ci vende la benzina.
O l'accende. Temiamo di perderla per il buon
prezzo che forse avremmo avuto. Gratis.
C’è della vergogna in quel che accade.
C’è della vergogna nell’essere cittadino
di uno stato dove un cacico ha vinto
libere elezioni.
4) Il proletariato romano
viveva a spese della società
mentre la società moderna vive
a spese del proletariato. Sismondi
Sul capo della Vergine Maria
Sì posa un fringuello e uno scricciolo
Una capinera e un occhiocotto
Un gobbo salta nella sacra piazza
E uno zoppo collerico intona al vento
un canto
Di peccato d’adulterio e d’assassinio
I fratelli minori confidano sul soccorso
dei fratelli maggiori prima di mettere
in campo il gran padre di famiglia che
sta in foresta a far legna e carbone
Il cacico al governo si accanisce contro i
magistrati che lo colgono a violare la
legge in vigore, la legge che è la
ragione dello stato che governa i cittadini
allora lui cambia semplicemente la legge:
gli è più facile che corrompere i magistrati.
Ah, forse dobbiamo coprire le vergogne
del cacico con l'invasato. E dire che il mio
babbo è stato in Libia nel '911 e ha visto il
mare per la prima volta andando a sparare
turki e indigeni senza avere in cambio un
secchio di catrame come spesa del viaggio.
Egli non sapeva dell'ottomano, né della Sirte
corsa dall'argonauta con Argo in spalla.
Potevano farlo principe, finì col fare il
commesso in banca con una mano di legno.
Dall'incontro di due realtà sortisce la terza
novità di sempre al traino di giorno e notte
mentre si edificano alveari e città e in campagna
le greggi belano in cerca della giusta parola
per vivere insieme. Tutto cominciò per caso
al primo canto del gallo di Irillai e al capitano
di servizio al Kontone Ballaloi, Bakis Lubrè
fu servito un bicchierino di rosolio che gradì
come chi avrebbe preferito acquardente
dopo una chiacchiera in strada sulle
solitarie fate di Farcana che intagliano
negli alberi le loro vicende personali.
Il babbo coglieva i fichi maturi
onde nascevano i figli.
Divorziare significa aver già frainteso
una volta: d'ora in poi si vedrà.
Il mite carattere della persona
galleggia come il sughero sull'acqua.
Come l'ape operaia sul fiore.
Quelli d'Irillai che non si lavan mai
delle volte non si riconoscono
Anch'io delle volte non sono io
Non mi conosco
Non ho un paese precedente a questo:
in questo dovrò giudicare i miei fallimenti.
Dio garantisce al cuore nel buio
del petto la luce necessaria ad
ospitare ciò di cui non può fare ameno:
l'amore e la fiducia che ispira in
chi ci accoglie per avere e dare fiducia
Ruminano le greggi a mezzodì quando
Pan russa e il sole tira lenza e piombo
e i delinquenti si appostano nella strada
del bosco per fare esperienza e bruciare
gli orpelli della vita che scorre come il treno
sulle rotaie in una lunga galleria illuminata
dalla fede con riserva di correzione per
ciascuno il suo vagone è il principale
poiché porta la sua preziosa realtà:
appartenere alla generazione presente.
Sanno che quel che accade, se non
dipende da questo dipende da quello.
Accada quel che accadrà c'è sempre più
d'uno pronto a ridere e disposto a piangere.
Dai denti e dalle ossa di Alessandro sorsero
i diadochi, da un papa morto ne sortisce
uno vivo, come per incanto, da un treno in corsa.
Ogni figlio vede nel proprio padre il migliore in
campo e sugli spalti che lui stesso sostituirà
per il meglio non appena raggiungerà l'autonomia
di guadagno e di spesa. Il figlio farà ombra al
padre sedendo alla sua destra:
così per i cristiani; per gli animali non so.
Tutto cominciò col primo chicchirichì
del primo gallo d'Irillai mentre Pilurzi
sognava una moto. Voglio parlare
disse Pietro appena nato. E gli uscì detto:
Ohi. Via quella musoliera. Quel che dirò si
sentirà, siano ciancie o parole assennate.
Sono alla seconda prova e devo essere garbato.
Un nuovo tentativo a basso costo
còmpito, fuori dell'alveare con ali di libellula.
Avrai la tua parte di rosso di Marreri promise
Luisi Lubrè, il padrino. Un vino che è uno
spasso e si fa beffe delle persone serie.
Splendido, disse la madre Kikina Maseda.
E una gran voce corse per la prima volta tra le stelle:
è nato Dio.
E per la prima volta ricantò il gallo d'Irillai.
Anche chi ha subito una forzatura morrà
per esempio: “una pugnalata alle spalle” come
si usa da noi e non solo in affari d'amore
liti familiari e zuffe al bar naturalmente con
un certo anticipo: perchè naturale è morire
muore chi è colpito a morte, è naturale, la morte
è la parte finale della natura, la cosiddetta coda
delle nature difficili da scorticare, sempre natura è
di lei si tratta, noi nella natura, la natura in noi
la natura in chiaro, onnicomprensiva di tutti gli
artefici umani dai sandali di pelle agli zoccoli
di corteccia ai vestitini di chiffon e fustagno
fino alla bomba H e allo stesso dio delle cattedrali
che si diverte con le nostre idee, non dico le nostre
“tesi” perchè termine rigoroso, scolastico
altisonante e pretenzioso, dico idea perchè
è più bello e chiaro e antico
idee affumicate poi come formaggi al focolare
Siamo noi a pensare tutto quel che appartiene
a Dio e questo è l'essenziale
che se ne infischia della magia.
Ciascuno con la sua realtà
vive in mezzo al tempo
più precisamente nel suo secolo
anche se a cavallo uno dell'altro
che del tempo passato e del futuro
non si cura.
In via Paolo Sarpi si appostavano i sicari
e azzoppavano i frati
ora crescono diffidenti i cugini
che non salutano nemmeno i vicini
si credono i migliori e chi può va avanti
con una fiaccola pronto a difendersi
e a scappare come sul piede di guerra
chi ha tempo grida nella notte all'assassino
e i perplessi cambiano strada verso il rifugio
col timore di essere chiamati alle armi.
In via Paolo Sarpi si sente la macina del molino
il fagotto del garzone, il rantolo della morte
sa mola, il flebile respiro dell'agonia
che tiene compagnia
a chi va via nel tratto di strada che rimane
da fare col leggero sudario per la fatica.
Tutto ciò che abbiamo muore con noi
compresa la gran voglia di aver successo
a nche a costo di litigare con gli amici..
Il deus ex machina
che stesse all'ombra o accanto al focolare
ha dato il potere ai preti
e per la loro amicizia ha stravolto il mondo:
dalla repubblica è passato alla monarchia..
Sarò invidioso
ma l'invidia mi pare una diavoleria
che il diavolo ama dare ai suoi preti e massoni .
Essi cercano più prerogative degli altri.
Essi sono, nientedimeno
che la suprema voce di Dio in terra
e si sa che Iddio non sa che
farsene dei privilegi mortali.
Chi ha da dare non chiede nulla in cambio.
Dio è come la natura che da tutto
e non chiede nulla che non sia rispetto.
La natura non ha scarti
e Dio non abbandona le sue creature.
Che senso ha il lusso
e le attenzioni che circondano il papa e il re?
Chi non ha cose comuni da fare
tratta le sue cose come se
dovesse dare alla luce il suo primogenito.
Bisogna aver cura
di quel che fruga nell'intimo dell'animo.
Confronti e competizioni nascondono
le insidie anche per chi brama
primeggiare: può scornarsi.
L'ozio sposa la pigrizia
per evitare il lavoro e la stanchezza.
Prima la caccia, poi la pastorizia, poi l'agricoltura
poi il commercio, ma l'idea e l'arte manuale
c'era di gia con i soldati a scavar trincee
in prima linea e i pesisti d'Irillai a
coglier pietre per i nuraghi del primo secolo
Con la memoria penso di essere vivo.
Senza i sensi non si trova la via di casa.
I sensi non spiegano il mondo
ma ci regolano in esso.
Con la combinazione dei due penso
al buon vivere.
Voglio poter giudicare quel che fa la
gente comune
e quella che siede al governo
perchè mi pare di capire che
qualcuno sia disposto a farlo per me
come per l'ultimo sprovveduto della terra.
Colui che vive senza la vicinanza del quartiere
non sa neppure cosa sia il caffelatte.
Chi è solo si aspetta che dalla
sua potenza spuntino le ali.
Degli animali offesi è la rabbia
e il risentimento è frutto dell'abbandono
in cui fu lasciato Filottete con l'arco di Ercole
e il diabete del serpe strisciato
sul manto avvelenato di Nesso
con cui bruciò l'eroico padrino e si trovò
da solo come il formidabile Robinson
nell'isola dell'incanto sognato e temuto.
L'uomo privo di compagnia è un naufrago
ha bisogno di un servo per far avanzare
il mondo e sopravvivere per
raccontare le sue vicissitudini.
Zenia e Zomaria erano attratti uno dall'altro
per tirare avanti e tenere l'anima nel corpo
fino alla fine quando all'accordo di coppia è
rimasta solo la parola che già per anni ha
coperto la perfidia e la bontà che trovan dimora
nel cuore fatto apposta per coprire le malefatte
di ciascuno che ne è a conoscenza per bramare
la Grazia che avvolge le pietre in strada: ama
il prossimo tuo e non fargli guerra fu così che
dal principio Zomaria e Zenia sapevano di non
poter fare a meno uno dell'altro per amministrare
il loro amore sotto gli sguardi del mondo e fare
e rifare le faccende assieme senza mai giurare
sulla vita dei figli perché troppo facile
per chi figlio non è.
Essi, come d'altronde le mie donne
facevano orti e giardini senza offendere la
natura che poi l'offesa può anche essere
passeggera poiché la natura si adatta a
tutto quel che fai perchè nostra è l'idea
della distruzione. Essa natura avvolge tutto
quel che gli costruisci sopra, un ponte e
una citta, è un suo parto, una sua creatura
se distruzione c'è è quella che il figlio porta
dentro la casa di famiglia, se di mostri si tratta
sono i suoi mostri, il cacico non è caduto dal
cielo ma è figlio della società democratica e
repubblicana che l'ha concepito come nostro
padre, zio, figlio e fratello. Per annientare il cacico
e suoi fac-simile si dovrà smantellare l'ordine
costituito
col fondato timore che sia tutto inutile e dannoso.
Parrebbe che solo Iddio abbia la certezza
di quel che avverrà sia dunque come vuole
lui e contentiamoci di quel che ci passerà.
La natura sublime ci ha fatto per dominarla
e seppellirci dominando come nulla di più
elevato sui banchi del mercato in piazza
pronto a sostituire le divinità del cielo uccise
dalla solitudine e in via di identificazione
Forse fin dall'inizio c'era qualche difetto in giro
sul suolo e nell'ariasiamo difettosi, chi non
zoppica soffre dalle parti molli, che sia il famoso
peccato originale il difettuccio che ci rode l'animo
e la crescita? Si dice che è sempre possibile
scendere dal treno in corsa, certo col rischio di
rompersi l'osso del collo
Non esistono problemi che non siano
risolvibili dalla vecchia ragione
che abita tra la mensa e il cesso.
Vivo in ansia del previsto intervento risolutore
del Signore con l'integrità del mio corpo
che si sfalda quando il tempo volge al
peggio e quando il legittimo governo del
cacico imperversa con decreti maldestri e insani
e personali come affari di famiglia in rovina.
I vecchi del Kontone siedono all'ombra su
lastroni di granitomentre quelli che se ne
stanno nel muraglione vi si appoggiano
e seduti, fanno penzolare le gambe
molti camminano a testa china e a passi
sempre uguali altri si fermano a guardare
il volo degli uccelli, in certe occasioni si
azzuffano e rotolano per terra per poi aiutarsi
a rialzarsi, hanno buona memoria
e citano i versi dei poeti di montagna
poi tutti rientrano al calar del sole
dopo che l'alba li ha disseminati nei campi
scelgono la nuda terra per essere sepolti
ma non disdegnano le tombe di cemento
e marmo e starci con i familiari, sanno di
tutto senza esser stati marinai, molti
aborriscono far la questua come san Francesco
ma le donne non ci vanno a mendicare
molti vanno all'osteria del vino nuovo
con in tasca un pezzo di salsiccia o di cacio
mangiano le anguille e anche le sardelle salate
più o meno tutti sono stati nel bosco a far legna
i viaggi più lunghi li han fatti in treno
tutti conoscono la corriera che fa la traversale sarda
anche i vecchi più loquaci non parlano dei propri debiti
i più stanchi che non sostengono la
piazza se ne stanno a casa a riposare
al sofferente di mal di denti si addice l'acquardente
colui che indossa il vestito buono, ha udienza
in tribunale, chi è stato sotto le armi ha perso
presto la goffaggine, molti sono al corrente delle
ricchezze dei possidenti e loro hanno le brocche
vuote d'acqua, olio e vino
i più vecchi han tutti visto i signori in carrozza
lo sbadiglio corre di bocca in bocca e ne prolunga l'eco
tutti sollevano il berretto per grattarsi la testa
chi si soffia il naso gira la testa di lato
più discreto chi sollecita il solletico nelle parti molli
per il mal di ventre ciascuno si ritira nel suo comodo
i benestanti sono gli ultimi a vestir costume
e odorar di piscio, tutti sono al corrente
che Zenia la moglie di Zomaria Zigottu
che si veste da donna e sotto la gonna ha il tesoro
è ogliastrina come i bettolieri
che conoscono il lavoro e il denaro;
non ce ne uno che ricordi i genitori piangere;
sanno che i migliori avvocati – M. e O. e P. -
affrontano i fatti da ogni angolazione
per nascondere e far risaltare i loro scopi
molti affrontano l'estate in maniche di camicia
e l'inverno in gabbano col cappuccio
molti credono che le creature del diavolo
non siano innocenti, di certo, sostengono
il diavolo non ha sembianze umane
Parole chiare: non mi piacciono i leader
con loro pare che il tempo dei roghi
non passi mai.
Può darsi che sia giunto il tempo di
essere onesti e sinceri verso la Costituzione
o della Principale Legge Laica
- (Leggi degli Stati Civili per le Persone che vivono nel mondo)-
che protegga l'artista e l'uomo dalla furia
del dio che si sente trascurato:
infatti nessuno sacrifica più giovinetti
al minotauro di Minosse giudice dell'inferno
col fuoco sempre acceso per difendere Abramo
Gesù e Maometho nella Tomba
del Tempio del santo Sepolcro.
Per Prudenza Poi: ognuno si arrangi col suo dio
sia esso gentile o infedele, pagano, islamico
o cristiano, fate che sia un'affare privato.
Obama e Nixon che giurano sulla bibbia
compiono lo stesso rito con cui Komeini
e Osama son fedeli al corano
cantare dio salvi la regina vale
quanto gridare allah è grande
pregare il vangelo di gesù nello sfarzo
rinascimentale del vaticano è come
pregare nel muro del tempio di Gerusalemme
Socrate è morto - nel secolo di Pericle -
col debito di un pollastro a dio: oggi si muore
ancora per un'offesa fatta sempre a dio.
Si riservava sempre dei passi da fare
l'ultimo non era mai ultimo
poiché dall'ultimo, diceva, non si torna indietro.
Un ultimo passo ancora.
Poi mi rimane sempre l'ultimo.
Così gli ultimi paesani d'Oliena
frastornati dal fragoroso efflusso del Gologone
sono riconoscenti alla vecchia fornace del sole
dio mio che caldo
dio dei focolari che fondono il calcare
edificano altari solari a lui
fanno i bottai di Bacco, l'olivo di Atena
se ne vanno tutti al rivo a pescare
Si dissero: facciamo una pizza. Bene.
Acconsentirono. Lei prese la farina e l'impastò.
Ci lavorò un po' e si stancò. Dai a me, fece lui.
Andò avanti per un po' e ristette immobile
a guardar nel vuoto della finestra. Si risiedette.
Allora lei, l'antica capofamiglia
raccolse il tutto dal tavolo
e l'imbustò dicendo: questa è la vecchiaia
e buttò nel secchio della raccolta urbana.
Pagò di nuovo quel che aveva già pagato.
È la vecchiaia, o Dedalo.
E mi mancano le parole.
Dio com'è triste non aver parole per pensare.
Sorrisi a sentirli.
Ma, pensai, è il male che consuma quel che tocca.
Nessuno tocchi il male che si consuma da se.
L'uomo è difettoso a causa di un peccato
e alla fine perirà, col perdono e il pentimento
come rattoppo, fin dall'inizio.
All'uomo sarebbe piaciuto non conoscere il male
e non morir mai.
Non si può dire che la natura sia difettosa
essa matura e ringiovanisce
Devo aver fiducia in me e Affidarmi a Lei
Nella famosa incognita della morte
si perde il senso della certezza.
All'uomo retto e pio spetta un posto in paradiso
un buon ricordo di lui, e un pinguo conto in banca.
Orti, uliveti e vigne, circondano Irillai
mentre il lentisco abbonda ovunque
tutta Ohiai dorme con le antiche nenie civettuole…
e sorge a vita la mattina con le greggi al pascolo
e la littorina che fila sul dorso che declina
lieve sui giunchi di Lucula...
Ad ogni modo è il sole che ordina
e da linfa al nostro cielo.
Poi vengono gli altri, i pianeti che non sanno covare
e i satelliti che non sanno fare uno zabaione.
Ora che il sole abbia un'anima è affar suo
ma se d'improvviso si spegne è affar nostro.
Dio mio fa che sia eterno il sole focolare celeste.
È da sfacciati negare che il giallo dell'uovo
somigli al sole.
Agli amanti del lusso si addice una moglie fedele.
Perdono quel che da qualcuno è stato fatto
ma qualcuno si penta e sconti in qualche modo
per quel che ha fatto e restituisca
quel che ha preso col peccato.
Chi ama ha in cura il costume dell'amante.
Il migliore si faccia avanti.
Lei non deve nascondersi dietro gli altri.
Non sia modesto.
Il peggiore che occupa la prima fila
ha corrotto il migliore.
Alle mogli scapestrate va bene il morso
ai mariti si addice il cappuccio.
Quando era mezzo fatto soleva dire
che se fosse dipeso da lui alle donne
avrebbe lasciato in eredità solo panni da lavare.
Anche la donna
di nascosto dal signore
può baciare chiunque.
Chi si ritira in convento per studiare
se il mondo ha un'anima
ha il diritto di bruciare i suoi averi.
Certi parenti degli amici usano la moglie
in comune come un servizio di posate.
La natura non produce guasti
e dà in comunione i suoi comuni beni.
Aria, Acqua e Luce gratis
A chi nasce per morire.
Se il labirinto è nel sogno
e la mente è il mistero di fondo
l'olio santo non è strutto
e la coratella sostiene la struttura.
Uno è l'uomo; altro è l'animale.
Tutt'è due occupano la terra.
Uno ha le città, l'altro non ha nulla.
L'uomo ha due zampe e ha creato il senato
l'animale ha quattro zampe e non vota.
Ambedue mangiano con la bocca
e masticano con i denti.
Uno educa a scuola i figli legittimi
l'altro li addestra comunque in famiglia.
Uno si veste mentre l'altro
se ne sta nudo come l'uovo.
Uno uccide per aver ragione di vivere
l'altro uccide perchè non sa di dover morire.
Uno si sposa per aver figli leciti
l'altro fa figli naturali senza matrimonio.
Uno si inventa la dispensa
l'altro mangia quando ha fame.
Uno fa un nume del padre
l'altro non lo ricorda per l'abbandono.
5) Anassagora sostenava che il sole
fosse una pietra incandescente,
perciò fu esiliato
Palme d’amore scioglietevi
È aspro il sonno
Porticciolo della ragione
Al varco tra vita e morte
Passano le cose, mutano condizione,
e parte di me con loro.
Qualcosa, di diversa sostanza, risplende
come capita sovente nel cielo
dove sono un sì e potevo essere un no.
Non mi lamento della mia debolezza
perchè anche le più salde fondamenta
alla fine si sfaldano.
L'arte che soddisfa i miei bisogni
è quella di star quieto
nell'area che mi è stata assegnata:
ho da star vicino alla mia ombra.
So che quel che faccio non danneggia
nessuno: osservo quel che mi colpisce
e noto quel che vedo e sento.
Mi permetto solo di aggiungere
qualche virgola e togliere qualche punto.
Le minuzie dell'ambiente che passano inosservate
non mi riguardano.
Paesaggi e sembianze appartengono
a colori e pennelli: li adoperi chi sa usarli.
Devo essermi fedele
poiché mi piace parlare e sentire.
Così non penso all'età
tanto è lei a farsi avanti.
Sono un'artigiano diventato fiacco
a sua insaputa, ma sono certo
che chi è capace di far bene
può anche essere banale
perchè l'uomo senza pecche
muore prima che il tempo scada.
Quindi poiché vive gli è concesso.
Anche a chi ha talento capita
di perdere qualcosa per strada.
Finchè posso mi è d'obbligo
andar d'accordo con quel che faccio:
quel che vado combinando è del mio stato.
Dal momento che sono al mondo
sono esposto al giudizio e qui mi fermo
tanto più che posso vederlo anch'io
dove sta il merito e la pena.
Non vado oltre. preferisco giocar
con la memoria facendola scontrare
come pietra focaia
con quanto si accende con le scintille.
Utilizzo la memoria che mi ha in cura.
Non mi dice quel che è giusto
ma sottolinea quel che non lo è.
Tutti si va in cerca
della giusta misura delle cose.
Vivo con le credenze dei miei vicini
che di bestie in casa hanno qualche gatto
o cane, odiano le mosche e le zanzare
che portano il veleno
la malvagità dei topi è assodata:
son capaci di straziare i formaggi
e l'anima che tanto è delicata da rovinarsi col pensiero.
Un tempo le buone famiglie avevano nel cortile
una dozzina di galline per le uova fresche
un maiale per l'inverno
e una capra per il latte dei bambini.
Ma la ragione è sempre in agguato
contro la paura di contrarre malattie.
Così si beve il latte dalla tetta
che non si acida mai.
Ma, come tutti i sapienti
che conoscono i guasti del mondo
dottori e farmacisti non impediscono
che di questo si muoia se non di quello
anche i sanitari dell'ospedale dei clisteri d'Irillai
nascondono i propri vizi.
Ma la vita aumenta e l'età si conta
alle galline che non temono il contagio
e se ne infischiano del peccato
del perdono e del pentimento.
Dalle carte del tribunale d'Ohiai
risulto innocente: non sono mai stato
colto in flagrante con le mani
nel cassetto di un negoziante;
non ho mai ammesso di essere animoso
nemmeno al trentatreesimo brindisi
col rosso di Marreri; non son venuto meno
alle promesse fatte a mia moglie sull'altare;
quel che con una mano ho preso
con l'altra l'ho dato e giuro davanti a Dio
e al mondo di non aver mai alzato
la voce con uno più debole di me.
Così son pago.
Della Flora Fioripinta è il capestro di Borbore.
Anche Giuda, a modo suo
credeva di farsi buono impiccandosi.
La sua buona coscienza l'ha portato all'ardimento.
È morto soddisfatto di esser nato nel secolo giusto.
Non c’è corda che non somigli
a quella con cui Giuda si impiccò
per la sua ultima prodezza.
Tieni legato al polso il filo di Arianna
per non perderti
e abbilo caro più di un bracciale d’oro.
Terra e cielo avranno l'anima
e altre raffinatezze iridate
all'uomo bastano le viscere
la mente sveglia e un'abito stiracchiato.
Col senno di poi
anche io che non ho mai giocato
avrei potuto vincere alla lotteria.
Più di un balente col moschetto
nelle notti di gennaio prendeva di mira le campane
della chiesa d'Irillai e il gallo del campanile
mentre altri compari fermavano il tempo
sparando alle frecce dell'orologio…
ah, come rivive il passato nella memoria, basta poco...
Per quanto ciò possa contare
il ricordo dei miei antenati
non va oltre i miei genitori che erano
i figli primogeniti dei campanari della cattedrale
di cui accudivano gli orologi che chiamavano Boelle
quello della torre a sinistra della facciata
e Merzioro guardiano del campanile di destra
e – tutti e due molto vecchi -
a tocchi di campane annunciarono
il matrimonio dei figli e appresso la mia nascita
furono i nonni i primi a capire che per niente
al mondo avrei rinunciato a dir le bugie
che spettano a chiunque non tema
l’unica irripetibile punizione.
Le loro figure, per quanto nonni rispettabili
diluiscono con l’orgoglio del mestiere
e il buio del passato conserva l’eco sonoro
dell’annuncio: Predu Pilurzi è nato
alto quanto basta a cogliere il fico maturo.
Dio lo faccia savio, come tanti Predufava
e Predusimula lo sono già a Irillai.
Respirare e pensare è semplice quanto
lo spontaneo batter del cuore e delle ciglia
e la crescita delle unghie e dei capelli lisci o crespi.
Un suo ritratto da giovane mostra
quanto era bella Kikina Kuliluke che
aveva gli occhi neri come le madonne a sud
di Cinecittà, a Irillai dove la realtà è la faccia
del tempo che mi ha voluto presente
forse perchè son buono
e ogni cosa buona ha il suo fondo
io sono buono e il mio fondo è come
la morchia dell'olio e la feccia del vino.
I sogni sono i miei più prossimi e nobili affittuari.
La Legge che mi accusa ha le prove di quel che ho fatto.
Se mi accusano, qualcosa dovrò pur aver fatto.
Posso sempre dire di non aver fatto nulla.
d’altronde né Socrate, né Gesù
poterono dimostrare di essere innocenti.
Chi sei tu?
Uno che da una mano al tempo
che in qualche modo deve passare.
Gli epiteti qualificano le persone.
In confidenza, il mio è “Tzarrone”
che potrebbe passare per ciarlatano.
Mah. Se va bene per chiunque l'adoperi
va bene anche per me che sono
un peso del mondo venuto dal nulla.
Chi ha qualcosa da rivelare
ne ha altrettanta da nascondere.
Non è assurdo dire che dio sulla terra
è presente nella veste del papa
che ama dio più degli altri?
Non è giusto né bello che dio scelga uno
ed escluda gli altri. Forse non è nemmeno utile.
Uno che si presenta come vicario di dio in terra
perchè scelto da un gruppo di persone riunite
– per volontà celeste - in una sala
che non è facile ridipingere, cos'è?
Un marcantoni pagano con le chiavi del cielo
garbato come un gentile vestito da donna
come il gran sacerdote di Cleopatra.
Bene, se costui è un Marcantoni
chi gli crede cos'è?
Un credente salvato dall'arca.
O lo straordinario molosso
dei carbonai della foresta di Farcana
col muso nero tinto col sughero bruciato.
Occhio ai fanatici.
O il ginecologo dell'ospedale dei Clisteri
che è un po' come il veterinario
che fa strada al vitello.
Essi cercano la verità nell'opinione
che ha la meglio nell'agone.
Manca il sale alla terra e nessuno
ne ha un pizzico da aggiungere.
Ristagna il senso comune
dove gli affari perdono significato
–(le cose maltrattate sviliscono)-
Che troveranno da noi i viaggiatori
che giungono da paesi lontani?
Parole vuote per riempire le giornate
piovose accanto al focolare
e si è loquaci come grilli e cicale a luglio
Ai barbieri è stata data in dote la fermezza
della mano destra così che la sinistra
potesse bere senza esser vista
la prima delle mie donne
Badora, la dolce madre di Pilurzi
in un affresco dell'anno terzo del Primo Nuraghe
trovato nel rifugio del Kuzone.
Dio ricreò il mondo affidandolo a noi
come supergiù l'aveva avuto dal padre.
Da allora non mancano le farfalle nel mio cortile
e a mezza primavera si vede qualche cavalletta
che è sfuggita al disgelo, come l'ultima mosca
dello scorso autunno che sa ancora di mosto
Flora Fioripinta d'edera, oleandro e olivastro
con le ghiande dell'ombroso quercia
del leccio, della gentile e pungente ginestra
del bianco cisto fiorito, dell'alloro
del mirto e del corbezzolo
del ginepro e del rosmarino
con la mora del gelso e il rovo di Nannicoco
le castagne di Tonara, il ficod'india
l'ombelico di venere, il timo d'altura...
...calabriche biancospino, il tricolore pissialettu
citiso di Baronia, ginestra dei carbonai d'Ohiai
matricusa d'Orzhai, su kalike 'e muru
sa ferula de sant'antoni, s'ozastru a faker'arkiles
Erica s'iscopa de su mundhadore, ghiddhostre
froria es sa thiria chi durat'un'or'ebbia
cisto, mudrecu a sos porcos de su contone
corbezzolo, su melaidone chi iskossiminzata
euforbia, su latoricu chi lubat su poiu
e uffrat' sa minninna, lentiscus
dae sa kotichina sa kessa
dae sa kessa su lustunkinu
dae su lustinkinu s'ozu 'e sor mortos
dae sor mortos a sa cotikina
prugnolo, sa pruniskeddha 'e zia Kiskeddha
oleandro, su neulake de Neoneli, il giglio, su lizu
rosmarino, su romasinu 'e ziu Kikinu Kukineri
s'ispina santa de santu Biasu
Pascale fonnesu 'a s'ortu 'e mesu
ortica, su pistiddhori 'e beranu i su cubile
su gardu freu, asfodelo, irbutu, stelo
prima che fiorisca a primavera
s'iscraresia, s'irbutu de fra' Ignazio
sa trovoddha 'e Jacu piu
piumino, coa 'e lepore,
Riguardo alla debolezza delle donne
tra cui Mallena Mastrone la bella del Kontone
e Maria Cocone la buona del Kuzone
è con la loro possanza che si popola il mondo.
Lintu che briku.
Fui ricoverato nell'ospedale dei clisteri
fui curato, salvato e dimesso
senza garanzia d'immortalità.
L'antipatia si addice al mio nemico personale
mai mansueto e sempre minaccioso
che pare un selvaggio sicario scappato
dopo aver dato il fuoco rabbioso alla Foresta
di Farcana con le sue sopracciglia infuocate
abituate a lanciare sguardi ardenti di feroce
collera come esaltati frati addetti al rogo.
Dio, com'è antipatico!
Quanto lo scellerato della tv, servo del cacico.
Quelli che non hanno grilli per il capo son pelati
e vanno sulle mogli per dolce inclinazione
più che le mogli non vadano su di loro
a galoppare senza briglia sull'arcobaleno.
Storia del quarto di bue, dei coltelli affilati
e del chiaretto che calma gli animi
La tramontana sul promontorio del canale di Borbore
Al risveglio delle Janas nel libero bosco di Soloti.
Kikina Karai fiza ‘e ziu Maimai
Ghalu Ghalana semper bachiana.
Con la luna sopra la foresta di Farcana
Le civette di Borbore si dissolvono all'aurora
Giuda, Il fantasma del capestro di Borbore
sorto dalle sacre scritture
Tra le immagini che mi accompagnano sempre
non manca mai la figura di Meleto e di Giuda
se ne stanno si in disparte, col fiato mozzo
ma ben presenti tra le grazie e tra Diotima e Sofia
e le altre mie donne – morte d'estate -
alle quali devo quel che sono e ora mi aspettano
per certe confidenze che han da farmi
sulla loro modestia credo, e sui vestiti d'ogni giorno
che si consumano come i pomeriggi sotto la pergola
sulla terra dove signora è la formica.
Predu Pilurzi che dalla nascita sorride alla vita.
Quando mio padre che per vivere
faceva moggi di sughero, ritornò da una
guerra d'Africa giurò di non aver mai visto
un africano calvo come i noti pesisti d'Irillai
rinomati per la serietà del comportamento in gara
e per esigere la giusta ricompensa alla vittoria
tenendo sollevato il trofeo dal suolo
come una nuvola nel cielo dove il sole
si serve della luna per farci i favori
necessari affinchè la festa riesca
sempre bene e finisca in baldoria.
È sempre aperta la porta orientale d'Irillai.
Gli confessai sul letto di morte
di non aver mai capito il perchè
ci sentissimo distanti indifferenti e quasi ostili:
io che non avevo mai impugnato un'arma
e lui che aveva combattuto in due guerre.
Spirò senza avermi detto quella parola
per cui i figli son fieri dei padri.
Avrei potuto ravvedermi
se me ne avesse imposto la regola:
che ogni moggio d'arido va rasato.
Passo le mie giornate seguendo
la mia inclinazione alla quiete.
Non vado mai oltre quel che permette
la mia condizione che mi inclina verso terra.
Il mio animo non vola più in alto del suo peso
e non coglie un frutto che non sia alla sua portata.
Non sono capace di falciare un pugno d'erba
eppure bevo il latte ogni mattina e servirei l'ostessa
della bettola di Zigottu con più di un giudizio
sul vino nuovo delle colline del Mandrolisai.
Sono un mediocre mangiatore di polpette
che filtrano il vino di Marreri
e si ricorda del suo maestro artigiano
gran compagnone di ribotta, in grado di
unire le varie parti dell'opera a cui
aveva dato avvio dal primo mattino
Allertate i furbi: il loro regno s'avvicina
e nulla turberà più le coscienze
il divertimento durerà una settimana
senza chiedere scusa a nessuno.
Han costruito una casa nel bosco
la notte, di nascosto a Soloti.
Una gran stanza imbiancata e ordinata
col pozzo nero a inquinare la Fonte
delle Janas in riserva vicine alla luna
da dove vengono le bianche margherite del campo.
Non saranno i sensi a fornire il materiale
alle idee soprasensibili e alle narici mocciose?
Se tutto ha senso, nulla ha senso
se una dozzina di sapienti e persone comuni
è d'accordo.
Dare le spalle al mondo e soccombere.
Se nulla ha più senso, nulla ne ha mai avuto.
Nella inarrestabile catastrofe in corso
è inevitabile soccombere.
È così facile pensare
che lo facciamo senza pensarci.
Dicono che i furbi siano capaci di togliere
la spina senza dolore come usa la volpe
che incanta la gallina proponendogli di
vivere in amicizia con un uovo al giorno.
Il fondo dell'abisso si trova nell'ultimo chiarore
dell'ultima stella a oriente
che guida gli amanti alle zuffe d'amore
che concepiscono quelli che nascono
per pensare.
Dalla zuffa di due opposti che si scontrano
nasce la nuova vita col sempre naturale
bisogno di pensare.
Venite a vivere a Irillai:
vi piacerà, con le case riscaldate.
Un posto tranquillo
così accessibile dal mare di Orosei.
Gli antipatici stanno di casa a Soloti
dove deplorevole è il loro abuso.
Come un brutto raffreddore minaccia i bronchi.
Un polmone nel torace arde
come legna secca nel focolare.
Hanno offeso quelli che non han potuto farlo.
Come si fa ad essere padroni di un gran monte
con antichi alberi dove dal secolo scorso
son di casa gli uccelli?
Chi l'ha diviso e assegnato?
Il re di Spagna. Prima il giudizio di Eleonora.
6) La scarsa incitazione ad investire (che dipende dal saggio
di profitto) è la chiave del problema economico. (Keynes)
Germogli di viaggio dalla gelida lontananza
gemma che si apre alla rugiada dell’estate
i fiori dell’amore crescono e puri si sviluppano
e ti cingono viso e seno quì davanti a me
lontana e pur vicina, anima che fendi
l’animo mio e vi cali i fragili sogni
E’ ben certo quest’amore giammai vago
non si offusca senza aumentare di splendore
Per il primato si sono sacrificati i martiri cristiani.
Perchè aver fretta di sapere tutto
quel che concerne Dio (so così poco di Lui
che non ricordo una Sua confidenza segreta)
e che prima o poi ci sarà rivelato
dai sognatori di professione?
Di quel che non so- per non scivolare -
non dico nulla al cane codimozzo
di quel che credo di sapere
me ne guardo bene dal dirlo al corvo sapiente.
Le cose nel loro muto linguaggio
parlano di noi e del paese dei sogni
senza fine legati all'albero della cuccagna
a cui si arrampicano quelli che se ne
chiedono il perchè.
Difficile credere che sia morto
quel che forse non è mai veramente nato:
l'innocuo paese di cuccagna
sulle coste del Tirreno Orientale
con quel dio così solare.
La fortuna è spesso ospite nella casa
delle Fate di Farcana
che da più di un secolo lottano per l'esistenza
senza rassegnarsi a non aver ancora visto il mare.
Della menzogna si serve quello che si
spaccia per mio avversario politico
così curioso di vedere il presidente
e il papa soffrire senza contegno al
cesso per la stitichezza e il mal di pancia.
Il linguaggio della natura non ha bisogno
di orpelli: ha già l'arcobaleno, l'aurora
e le fiorite giornate di maggio.
Il gioco delle opinioni aperte
(per cui vale la pena vivere)
si pratica nei club e nei consigli
forse nei partiti il gioco duro è prassi
dell'apparato dei pezzi grossi
Quellichecontanodipiu: occhio ai leader
dunque, prima che diano fuoco al
parlamento dove siedono gli onesti
che non fanno degli elettori
cittadini di una classe inferiore
È necessario resistere a chi spaccia
le sue opinioni in certezze rivelate da
una colomba con uno stelo di frumento
nel becco ghermita da un falco eremita
più rapido degli altri che volano alto
nello spazio dove le nuvole si
assiepano come convogli colmi d'acqua
Chi si allontana dalla politica attiva
compie un gesto politico dimettendosi
fare lo spettatore allo stadio
senza le sbarre d'obbligo del galeotto
che pena per ciò che ha fatto
ha suonato e ora ascolti
i lamenti dello scapestrato
che col pendere dal capestro
si è ucciso da se stesso
Per non essere del tutto inutili
bisogna fare qualcosa di onesto.
Quando sono soddisfatto di me
non mi importa che altri me lo dicano.
I poeti sono cercatori di parole
e quando non le trovano diventano malinconici
come innamorati che vedono svilire la flebile
speranza di essere amati dallle femmine
in fiore e qualcuno cerca scampo nei fiaschi
di chiaretto, qualcun'altro smaltisce tra le
ombre cupe di Borbore le pene che assillano
come i tafani del re mentre altri ancora non
mancano di dire alla rovescia l'avemaria
e il padrenostro dopo la confisca dei loro beni
guardando alla tramontana che fischia come
una sirena e osserva le cose dall'alto e da
secoli infuria senza ostacoli spalancando
le case lontane dalle fabbriche degli
assennati di Orune che non si grattano
mai con la mancina, se ne infischiano di Mosè
delle campane e del mattino non conoscono
il mezzogiorno e si fidano dei babbi e dei
bambini di casa ma non dei carabinieri
son sempre in moto come le stelle che
ondeggiano come il frumento del firmamento
dormono poco come gli arcangeli senza riposo
eppur cosi beati, dicono, e non c'è galera
che spaventi gli spavaldi che a Natale e
Capodanno sparacchiano vivacemente sulle
caserme dove brindano e chiacchierano
accanto al focolare e l'indomani faranno
colazione in piedi cosi eleganti con l'armi
in spalla come spauracchi che se
ne infischiano dei fastidi della notte
Come fare con i disperati che
– crudeli con se stessi - se ne vanno
a Borbore a meditare su come vincere
l'ansia della morte? Sarà un buon cimento?
Si impiccheranno al ramo più saldo del
leccio perché esclusi dall'amore?
Poi, dopo aver strappato dal diario
la pagina nera come la fuliggine
riposeranno sulle bacche
di mirto come porcellini da latte
punti dallo spiedo giustiziere
Sappi sempre quel che sai e fai
non nasconderti più tra le siepi
come le allodole e i cinghiali
e tra le nuvole come l'acqua
e le idee invisibili come il vento
Trasforma quel che sai in immaginazione
prendi parte al festino delle cose buone
presso l'altare degli Amici del Signore
come se fosse l'ultima rebotta dell'anno
in corso con le porte sempre aperte
ai messaggeri del nuovo mondo
Riempite i ripostigli dei ricordi
Ricordati dei vecchi amici d'Irillai
del Pradu di Samatha con la Colonna Prade
e di Via Paska 'e Rosa, di Piazza Berrina
Largo Via Roma 51 col ricordo di
Samuel Istoki nella camera mortuaria del
cimitero coperto d'asfodeli e fiori di campo
che non mancano ovunque tu volga lo
sguardo
Ricordati di Sanzir Deu rattoppino
di Akkisorju e Sakkaiu gemelli d'una sacca
di Butzaca 'e Buddhale e Intrannas' de Buza
di Kosome Konzinu Lamiarju il giglio della
Santa Spina gagliardo come Gesù
quando se ne venne a Gerusalemme
in groppa a un somarello di Damasco
così mansueto senza temere la sua ombra
come il bizzarro cavallo di Alessandro
Ricordati del passato senza contare gli anni
conta le cose e abbi memoria di quelle
buone che meritano di essere ricordate
scrivile quindi nel calendario e non
confonderle con le feste comandate
Ricordati di ricordare.
Crudeltà e non aver pietà.
Silenzio quand'è l'ora di tacere.
Il silenzio si addice al ricordo dell'oblio.
La parola squilli come una campana
quand'è tempo di parlare.
Una buona vita è quella
che va in cerca della parola giusta.
Il linguaggio è parte di quel sistema
che fa in modo che io sia capito.
I buontemponi che se ne vanno
per l'erta china di Borbore
non sanno più che cosa fare
e non sanno più che cosa dire
ai compagnoni che alla malvasia
alternano la vernaccia e il cannonau.
Chi sbaglia di frequente trova scampo nell'oblio.
Chi dice le bugie va punito
con l'interdizione alle gelaterie.
Null'altro è causa d'angoscia come la possibilità
di organizzare nuovamente un'industria della morte
- Sono per l'Ultimo dei Maestri: il Primo dei Levi -
Oddio, ditemi qualcosa di certo su
quel che fece l'Inquisizione in Sardegna!
Ha bruciato le mie streghe che se
la davano a intendere al demonio.
Ditemi delle prime bluse di seta
delle pie donne d'Irillai fatte dal
maestro Sanzir Deu venuto da Bosa.
Ditemi delle madri di famiglia
che vantavano nella credenza
porcellane di Limoges.
Ho paura di quelli che colgono
le occasioni cosiddette vantaggiose
essi son soliti, come i figli degli infami
nella folla, di fare quel che capita
escono di casa per andare in chiesa
e finiscono allo stadio ad applaudire
chi più veloce salta gli ostacoli
Se credi di influenzare le opinioni
della “brava gente” finirai col perdere
il sacco della pazienza
e il sale della sapienza.
I migliori amici son quelli che danno
di quel che hanno se si tratta di pace
e non chiedono di quel che non hanno
se si tratta di ostilità
Non venir mai meno all'antico detto:
dai del denaro in prestito all'amico
se vuoi perderli entrambi
Solo i tuoi pari conoscono le pieghe
che coprono le cose e sanno
come vanno i tuoi affari
solo quelli che conoscono la strada
*Abbi cura di quelli per cui vale la pena dire:
sono ottimi amici quelli del fondovalle
a cui affidare le spezie orientali che condiscono
le carni avanzate al banchetto degli dei che rebottano
di solito nelle montagne dell'interno, tra Desulo e Fonni
Orgosolo e Orune, Irillai e Ohiai dove le mamme
si preoccupano delle calunnie che riguardano le figlie
Prima la pagnotta poi la mignotta
Il tempo sospinge il pianeta come una barchetta
carica di fiori e lettere d'amore mai spedite
senza formale invito né timore di arrivare in ritardo
o di arrivare per ultime nel vasto cielo
verso le stelle fisse come chiodi al muro
in festa nel firmamento dove l'ultima dama arrivata
brilla più della prima come la regina delle barche fiorite
nel golfo di Orosei a fine maggio
quando in attesa della nave che giunge dal Continente
sfoggiando i nuovi colori del mondo
come se fosse il morbido velluto della verde Baronia
che vestono anche gli eleganti di Orotelli
di bell'aspetto e di nobile portamento
quando promettono eterno amore davanti al Signore
Oh, prudenti e soavi farfalle
amiche delle piccole fate di Farcana
vestite di bianco che cordiali si affacciano
alla strada col riso argentino dei ruscelli
di Soloti dove folleggia il capraio e la civetta
quando chi teme l'estate cerca la brezza
del Monte Santo dove s'involano liberi i
sogni e si sprecano le parole d'amore
che viene con l'amicizia ed è bello
come la luna che a metà ciclo è
più affascinante del denaro non tuo
Si fruga nella terra con il desiderio
di trovare un tesoro e si finisce
col ritrovare le ossa di quel tal burlone
caduto in disgrazia tempo fa che non
lasciò niente a nessuno come scrissero i
giornali, nemmeno quel rosario d'argento
che aveva appeso alla testiera del letto
con la croce di Giotto benedetta in vaticano
non lasciò nemmeno quella alla chiesa del
Rosario dove da ragazzo scuoteva con la
fune le campane del campanile dei Ballaloi
Prima gli guarda la lingua in bocca
poi gli prescrive un clistere
il medico Innassiu Ittelinana dell'ospedale
dei clisteri civili, che tratta
con i guanti della vita la sua cuoca
che all'agnello in umido aggiunge
a fine cottura un pizzico di zafferano
Quelli d'Irillai facevano dei divi degli
abigeatari spartani e i “minghini”
erano i derubati del Peloponneso incapaci
di difendere i loro agnelli che saltavano
dove non manca l'asfodelo dove le api
fanno colare il nettare mellifluo e i cavalli
corrono proprio come se la prateria fosse
la loro e, con i primi bagliori dell'estate,
diventasse il più bell'ippodromo di Baronia.
Ma quando l'abigeatario veniva schioppettato
di lui non si parlava più e lo si dimenticava
come un minkione qualsiasi
Ai delinquenti comuni una comune galera
i criminali assassini all'isola degli omicidi
una dolce prigione per usurai e debitori
e per quei disperati malandrini colti in
flagrante a dividersi col coltello il magico
bottino: ossia la carne di una vecchia
pecora che aveva ancora lana
da mettere sul mercato.
L'antico trofeo della vittoria era la testa
del nemico sulla punta della picca
ora ci si contenta dello sventolio della
bandiera conquistata in cima al campanile
dopo la devastazione della capitale del
regno caduto nell'anno del giubileo
del Signore venuto dalla Baronia.
Chi mente a se stesso
profana il mistero della sua verità.
E' scandaloso o no che pochi siano
in possesso di enormi distese di terra
e la lasciano in eredità come se
fosse il materasso del loro letto?
Che importa alla morte degli usi e
costumi delle genti sparse nel mondo?
Importa che i vivi facciano la loro
doverosa figura davanti alla morte.
I sapienti con i mustacchi dei primi massoni
se ne infischiano di sapere qual'è cosa
si è mossa per prima sulla terra e nel cielo
all'abbrivo dei corpi celesti quando si aveva
tra le mani una calda pagnotta imbottita di
fresca mortadella e sul tavolino un quarto
di vino a testa, come si usa dalle parti del
Kontone Ballaloi mentre le pie madri
lucidano ancora il rame della cucina.
La lumaca, mezzo pietra e mezzo acqua
è l'organismo che si è mosso per primo nel mondo
poi è toccato al maschio mediterraneo con le basette
da maresciallo dei carabinieri, promosso di recente
per aver domato un verro, e ad Eugenia
principessa di Tharros e Benetutti uscita di casa
senza corredo in compagnia dello spasimante
che ha varcato le porte del Gennargentu senza
chiedere permesso, per vivere con lei e far famiglia
come usa chi vuol bene alla gente che sa amare.
Quel che si muove da se non ha bisogno
di dei padroni di servi e proprietari terrieri
egli è discreto nei suoi affari, riservato negli
affetti, moderato nei sentimenti e pudico
negli intimi bisogni non ama esser visto
premere la coratella al cesso.
O il corpo nasce con l'anima
o l'anima prende possesso del corpo
con l'aria e alla luce dell'intelligenza.
Dica ognuno la sua e tu dì la tua.
Il non lo so vale meno di niente
quindi dì qualcosa che aggiunga o no valore.
Dì qualcosa, perdio, se no non si va avanti
e si continua col gioco delle carte o alla morra.
Varcata la soglia della morte
si è persa la misura del coraggio.
Fa finta chè e parla per clichè
così il due viene dopo il tre
pensa che prima di fare
c'è di mezzo il mare
Dal ricordo del piacere viene
il desiderio di riviverlo
Dal ricordo del dolore
nasce il timore di riprovarlo
L'inventore del fuoco disinfetta i mali del mondo
Ogni straniero che viene da lontano
si accosta meravigliato al fuoco ardente
che sant'Antonio ha trafugato dall'inferno
complice Prometeo della primitiva colpa
che per avergli ha passato la ferula accesa
patisce ancora sulla vetta ghiacciata
lo sgarbo fatto all’ombroso cugino
meno amoroso dei cugini evangelici
L'animo è l'impulso che fa muovere il corpo
L'idea è più o meno misteriosa come il cielo
L'idea come una stella si vede quando appare
Man mano che una persona si conosce
scopre via via il mondo
Il vento si muove senza esser visto
come le anime dei morti recenti
che passano come pellegrini
davanti alle vecchie case d'Irillai
Il grand'attore bela meglio della pecora.
Tenete a bada quell'animale
che mi vuole mordere.
Ma è un'agnello.
E io non sono la sua mamma.
Alla fine tutti si ritorna dove si era prima dell'inizio:
nei luoghi di nessuno.
Quando si è giunti alla coda si va tutti via
per ricominciare da capo.
Frammenti: combinati dal libero arbitrio.
Il frammento più piccolo è la parola.
La parola è aria e penetra dappertutto come l'acqua
che goccia a goccia scalfisce il granito.
La parola è breve come un ahi
e lunga come un libro
di trecentosessantacinque giorni
dove ci sta di tutto.
Tutte le parole vanno in direzione del senso
come le strade che portano a Roma.
Qualsiasi parola ha il potere di formare
e deformare un'idea.
Una è la parola, molteplici sono i fatti che si vedono.
Una piccola parola ne chiama una maggiore
come una migliore ne chiama una peggiore.
La parola è un fatto fisico: è il suono dell'aria.
L'immagine vista dall'occhio è nominata dalla parola
ma di mezzo c'è il pensiero che si serve dell'occhio
e della parola per rendere l'idea.
Sia l'immagine che la parola
possono sottostare a trucchi.
L'autenticità della parola e dell'immagine
è personale come la verità di stagione.
Nessuna parola può annunciare
quella che la segue d'appresso.
La parola è rapida quanto il pensiero
tanto che a volte lo scompagina.
La parola che esce dal suo ambiente
sconvolge l'esistente.
La parola quand'è sola è timida, pacifica e neutrale:
sposala e squarcerà le lenzuola.
Ogni parola è eccentrica, perciò può contrastare le altre.
La parola, come Ipermestra
può rinunciare alla compagnia delle sorelle.
La maledizione è un augurio di sventura
Il debitore si augura la remissione del debito
Il condannato si aspetta il condono della pena
Chiunque dia un soldo in prestito
si aspetta almeno gratitudine
Chi ha un capo ha anche una coda
Se nella vita tutto è vano
la morte che vanifica cos'è?
Un deposito di scorie immorTali.
Agli infelici è permesso spigolare tra i banchi
del mercato all'aperto come agli uccelli beccare
gli acini caduti durante la vendemmia del fittavolo
Alla terra è concesso un maggio di riposo
e ai primi della scuola l'anno sabbatico
Il potere politico fa le leggi e le fa rispettare
dalle creature nate per pensare e riprodursi.
Sono nato si insanguinato, senz'anima
e incline al pianto ma con uno spiccato
preciso e deciso senso della giustizia
perchè col primo vagito il senno occupò
i polmoni di destra e di sinistra e ricordo
che la luce mi riempì gli occhi che la
mamma mia ricoprì con un'infuso di
malva per non diventare miope e da allora
mi piacciono i decotti d'erba paesana
così che distinsi subito il buono dal cattivo
l'alto dal basso e il dolce dall'amaro,
anche senza conoscere le leggi in vigore
come i miei genitori che non conoscevano
la costituzione del primo regno di sardegna
nemmeno nel suo meraviglioso titolo a sapor
di favola
Le leggi sono un'espediente per rimediare
alle manchevolezze della creazione.
In un paese di giusti anche le mogli
lo sarebbero non meno dei mariti.
Se la morte è un evento eccezionale
normale e inarrestabile
se ne infischia davvero
delle norme vigenti nei paesi civili
che leggono poco e in quelli selvaggi
che non sanno leggere e anche loro
a modo loro se ne infischiano.
La vita è come una stazione
dove c'è un po' di tutto
anche se gli arrivi
contano di più delle partenze.
La vita è il batter di ciglia di una stella
un palpito del sole permanente
uno sbadiglio intrattenibile del cielo
una irrevocabile fetecchia planetaria
l'arroganza della faccia nascosta della luna
la turbolenza d'Orione a gennaio
l'addio di una stella che muore a novembre
il vagito di una nuova stella che cerca la
mamma, l'effimero saluto della stellina
stanca di esser signorina e non sposa
col gagliardo sole d'oriente
inoltre la vita è la misericordia di Dio
la riconciliazione dopo la guerra atomica
il perdono all'omicida
la vita è l'uscita dal caos
l'inizio in una direzione presa a caso
e la sua grande bellezza non è la durata
ma l'automatismo spontaneo dell'esecuzione
ecco: la vita è la tecnica della sua esecuzione
quindi ognuno faccia quello in cui crede
evitando gli errori, gli strafalcioni e le
pernacchie ai santi del belvedere in
paradiso che si vedono a mezzanotte
dalla foresta di Farcana prima che
canti il primo gallo d'Irillai con la sua
inimitabile monodia.
Colui che vive per stare meglio
fa suo quel che fa e muore
col sorriso in bocca e la chiave del
cuore tra le mani giunte sull'addome
perchè alla morte si tirano le somme
di quel che è stata la vita in debito e in
credito come in banca che vogliono il
dovuto anche da chi non ha avuto
paura di morire dopo aver vissuto
in grazia di Dio e per merito della nazione.
Due ladri rubano nel pollaio:
il maestro si prende la gallina
e al garzone da l'uovo fresco.
I giorni successivi li trascorsero
inseguendo un fagiano che andava
per femmine da un campo
all'altro di padroni diversi.
I felici compagnoni alla fine della messa
dove il pollo è diventato cappone
7) “ io non credo che gli dei siano tali
che si possano corrompere con i doni
come un volgare usuraio”. Socrate
Figli dell’ala ribelle del vento
Del tempo del mare
Animi sempre gravidi per il delirio finale
C’è ragione d'amare l’arma che atterra e uccide
E la gogna confezionata all’umanità
La dignità sta ai vivi
come una lapide sta ai morti.
Quando si va al seppellimento
ogni condizione è misurata
la cerimonia non manca di nulla
né in nulla eccede
disprezzo e pompa, cura e
consolazione stanno al palo
nel cancello del cimitero
uno dentro e uno fuori.
Nella mente di Dio sta l'incognita.
L'ufficiale scappato davanti al nemico
viene degradato dal superiore
che gli strappa le spalline
lo priva della difesa di quel che
in origine apparteneva al suo corpo
quello della precisa e non cieca violenza
ora ci può mettere due gusci d'ostrica
a difesa dell'onore perso
come prima aveva due tavolette
per parare le sciabolate dell'invasore
ora si può dipingere le stellette sulla fronte
argento e oro sulle sopracciglia
peggio di strappargli i denti, i militari si
rasano per mostrare le cicatrici di guerra
e ora che non ha più il sostegno del
corpo gli sarà interdetta l'uniforme
Sarà interdetto dai giochi di guerra?
La farà meglio in silenzio a tavolino.
Senza spalline si rifarà con la moglie
e sarà il nuovo capitano dei barracelli d'Ohiai.
Di quelli che in un viottolo di campagna
salutano con un: vivi bene
senza che tutto quel che vedi sia tuo.
Come diceva Kikina Karai quando sentiva osservata
nella sua inviolata bellezza la rarità del seno mariano
sopra i misteri del cuore: Stai bene caromio
e non credere che tutto quel che vedi sia tuo.
Kikina Karai si guarda attorno
quando l’amore è in ritardo
si guarda attorno come per vedere
dove può aver perso un bottone della camicetta.
All'eroe non deve mancare un nemico
e poco gli importa che sia bello
o brutto quando spira.
Non so perchè il corpo venuto
su dal nulla alla fine del suo corso
debba essere detto povero e miserabile
per aver vissuto da galantuomo
e non come un balocco in grazia
di un burattinaio che al momento
della morte gli ha tolto la chiave
del suo animo e la scaglia lontano
dalla fossa del prima della
morte e del dopo la vita.
Ogni defunto ha da essere curato
secondo la sua espressa volontà
e i costumi della sua gente: nudo o vestito;
col prete o senza; interrato o cremato;
com'è desiderio inconfessato dei calvi
pesisti d'Irillai che non hanno
mai esibito i muscoli fuori pedana.
Accertati che sia morto davvero,
dicono alla moglie e all'allenatore.
E' un'operazione scanzonata quella
di far sopravvivere l'anima raffinata
al governo del corpo merdoso e un tempo
il più perfetto organismo della creazione
ora rovinato come un miserabile straccio
che ha lavato la terra sfrangiato come uno
scendiletto in uso nei ricoveri pubblici
assediati dai conti pubblici in mano alle
banche che sanno quel che han prestato
Immagine offerta dalle pie donne d'Hirillai
alla tomba di Zuanchinu E.Remitanu che
si è sempre vergognato di essere nato
nudo a Ohiai ed era oltremodo fiero di non
essersene andato in giro per il mondo
come succede a tanti disgraziati che
non si sa dove diavolo son finiti
lui era orgoglioso di essere nato
di aver vissuto ed essere morto a Hirillai
come giocatore della nuorese senza
aver mai visto una partita di fubbalu.
Genitori, riempite gli angoli vuoti
delle vostre case con quelle cose
che durano, si sfogliano e spingono
a congetturare. Dillo chiaro.
Chi è in grado di congetturare se
ne infischia di quel che non conosce
e si diverte con quel che crede di conoscere.
Avangulo.
Fatti una ragione di quel che non
puoi conoscere, gli dice la ragione.
Ti si crepi il cuore, ti si ingrossi il
fegato e sputa sangue dai polmoni!
La mia ragione è parte di quel
che è oltre la misura della cose.
Va e piscia sangue. Di cos'altro
si può esser certi come di morire?
Che dici? minchione! Del giudizio divino
che non potrà essere più terribile della
morte perchè dovrà pur avere
comprensione della sua creazione.
Ma vai a cagar sangue!
Che importa indagare sul silenzio del
deserto dei morti che dura d'anno in anno?
Che Dio condanni al massimo della pena
chi non beve la fresca bionda di Monastir!
Serve a non andarci?
Amen o ok o un dito d'acquardente?
Che la moglie (o chi per lei) lo cacci via
di casa! Carpentieri, su una forca!
Non c'è legna per la gogna!
Dove non c'è fuoco manca la cenere
per l'uva passa. Passa con l'acquardente.
Per Maria Papassa è il tempo che passa
per Kikina Karai il tempo non passa mai.
il primo gallo d'Irillai che canta sempre
un pò prima degli altri e si dice certo
di aver contribuito alla cura della tbc
della polio e delle pene d'amore.
Col temporale
anche il ladro di cinghiali posa in tana.
Cucummiau fa il gufo al gatto.
Dice la volpe alla gallina: mia cara
vicina mi presti un'uovo domattina?
Chi non sa stare a casa sua fa il galletto
al circolo per diventare il nuovo gallo d'Irillai.
Dal pollo il cappone e dal chierico il prete.
Dagli angeli i diavoli.
Da don Zancheta mezzo zoppo il futuro
e miglior papa. Bello. Una fortuna
essere sciancato come il prossimo papa.
Da domani il primo gallo d'Irillai canterà
un'ora prima. Bene; lo sentiranno
i ferrovieri a Nurdhole dove matura
il grano per i calvi pesisti d'Irillai
che mangiano l'agnello col pane carasau.
Mio Dio! È il pane carasau per i bambini?
Venite alla teca delle pastarelle, disse Gesù
ai pargoli. Un filo invisibile collega l'uovo
alla sfera e si chiama attrazione formidabile
tra vita e morte. Non c'è nausea né
commozione che viaggi in quel filo discreto.
Tutti i bambini del mondo sono uguali davanti
a una teca di pastarelle fragranti di crema
panna e cioccolato. Bambini, venite a far
merenda alla teca delle pastarelle, state vicini
alle mamme scarmigliate e attenti a preti.
Un disgraziato rientra a casa dal circolo
quando all'angolo la morte lo tocca
appena alle spalle, lui si volta come se
l'avesse strattonato e fa: che cosa c'è?
C'è che devi piantarla di aver piacere
delle cose belle con il desiderio di
svelare il senso delle cose nascoste.
Vieni via e non disturbare gli altri.
Ma vai dalla nonna, cercò di dire lui
e stramazzò per terra come uno straccio
marcio dalla piscia di cani e gatti.
Così gli succedeva quando vedeva
correre i cavalli sulla china del monte.
Il giudizio sulla giornata lo si trae
all'ora del crepuscolo prima che in
cucina si accenda la luce dei fornelli.
Una vera gioia, dove ciascuno ha
la sua sfera e una attrae l'altra e si
deformano fino a diventare l'uovo che
la mamma cova al focolare sotto la cenere.
Per i figli che da lunedì vanno a scuola
e meno male che ci vanno da soli.
Il significato dello stare sulla terra.
Fidati del fari-fari, calda cenere di
ancor vive braci che di notte cuoce
le patate. Così è l'amabile luna vista
dalla terra: finiremo per cucinarla.
Che tutto finisca in polvere
e in genuina acqua piovana.
Una verità è quel che i sensi percepiscono
su quel che i sensi non percepiscono
è meglio che congetturi la mente
che è più specializzata dello stomaco.
Il pensare lasciamolo al prete sull'altare
che vive ed è pagato per questo
e non può fare a meno di pensare
a Dio come se l'avesse scoperto lui.
Pare che Iddio gli abbia detto:
Lei faccia quello che gli piace
il resto è una perdita di tempo.
La mamma, senza mai un svago
mette al fuoco gli idoli di legno utili
alla crescita dei figli che sempre
ricorderanno il calore dell'infanzia
con le maglie di lana avute a Natale
come Gesù Bambino. Dorme tutta la notte
accanto al marito beato di averla al fianco.
Se non dorme fa cruciverba
o mette giù poesie per il primo
innamorato che non ha sposato.
La mamma che non batte la fiacca
e cuoce il pane di casa in casa
dice ai figli: fate i capitani barracellari
che s'intendono di venatoria e abigeato
non i camerieri che perdono subito i capelli
e apprezzano solo il carattere francese
dei nobili di Orune e Bitti quando
nei ricevimenti tintinnano i bicchieri.
La mamma quand'è in pena per il marito
che, ubriaco, non passi la notte
non da da mangiare ai figli e dice loro:
contentatevi che il tempo passi e raccogliete
i ricordi. Bambini, state lontano
dalla teca delle pastarelle.
La mamma vedova per amore
dei figli piccoli sposa un vegliardo
freddoloso a cui la carne piace calda
che le ha detto: Non è il tempo che
viene meno, siamo noi ad andar via.
La vita è breve, diceva il mio babbo
che la vita l'ha avuta da una fiaba
lunga come una barba.
Lei lo baciava tante volte
come fanno le suore con Gesù
affinchè lasciasse le sue sostanze
in eredità ai suoi figli. Bambini state
accorti attorno alla teca delle pastarelle.
Anche Caino (col buon gusto dei
personaggi biblici) si sarebbe fidato
della mamma se gli fosse rimasta vicino
in quei giorni grigi che incupiscono gli umori
e il freddo penetra nelle ossa (come l'acqua
penetra nella legna) come spesso succede
tra natale e capodanno con la casa aperta
ai parenti agli amici e ai conoscenti che
con la scusa degli auguri vogliono
assaggiare il vino nuovo di Marreri.
Chi non si fida della mamma che nutre
ogni figlio come se fosse il primo
e dedica il suo tempo a lui
e non dipinge e non fa poesie?
I figli della pizzaiola si affacciano al Muraglione
d'Irillai per salutare i ciclisti che pedalano
per l'occasione e si fidano ciecamente
della pizza della mamma mai giù di
corda quando pensa a loro.
Solo a un talento naturale femminile
è concesso far poesie d'amore
dopo otto ore di lavoro sorvegliato
e si diverte come una mamma
a frodare volentieri le ore della notte.
La prima volta che Kikina Karai così
tanto costumata, guardò negli occhi
un'uomo fu quando Kikinu Kirone la
fermò per dirle che si era innamorato
di lei offrendole una manciata di nocciole.
Sei la mia graziosa civetta; proprio così le disse.
Anche io di te e se non mi sposi
mi do al canto a chitarra.
E io canterò con te a Farcana, nelle femminili
notti di luna, misteriose come le janas
come le capre che non danno latte
e le timide civette.
Se avremo dei figli li dipingerai a matita
mentre io darò una mano di bianco alla casa.
Ogni madre rinuncia all'arte per i figli.
E Grazia Deledda?
Per scrivere rubava il tempo ai programmi della notte.
Di Zenia Pupusa, la bella e sterile
prima moglie di Zomaria Zigottu
tutti gli avventori erano innamorati
e certi che l'avrebbero fertilizzata
prima con sonori e gaudenti schiocchi
di risa e poi fecondata inondandola
di lunghi e profondi baci d'amore.
I linguacciuti che non hanno mai avuto
un sorriso da lei la chiamavano: figasecca.
Gesti passati allo specchio e sentiti dall'orecchio:
fa la cresta sul conto per tonificarlo.
Come l'upupa, uccello con la cresta
che canta quando gli pare
e piange per le uova rubate dal suo nido
e per le anime perse nel bosco di Soloti
devastato dagli abusivi che si divertono a fare
i buffoni ciucciando mentine con gli esclusi
dal giardino fatato che stanno in condominii
comodi come caverne stipate di pagliacci
instupiditi dal vago stupore
e non dall'acqua fresca con il vino.
Quando il marito rientra dopo vent'anni
d'assenza fuori casa con la faccia aggrinzita
come traliccio dei materassi di galera
la moglie-madre non sta li sulla porta a
chiedergli : che lavoro facevi in Francia?
I figli grandicelli come Telemaco
li sorvegliano di notte.
La madre per i figli
venderebbe il cavallo del marito
rinunciando alla monta.
Quante mamme han sposato
quel marito che non volevano?
Scambio di cortesie:
gli idoli sono gli idioti che amano gli idoli
e li nascondono in quel tabernacolo
dove finora han tenuto a bada i terremoti
in Sardegna che ha i suoi usi vecchi
come le pietre e i costumi colorati
come l'arcobaleno
vari modi di vivere e morire
e il clima mediterraneo
con la brezza marina durante la canicola.
Bene. Siate liberi e sarete immortali.
E Dio disse:
A ciascuno ciò che gli spetta
nel rispetto dei patti.
Il mondo dei greci era l'Egeo
quello dei romani il Mediterraneo
quello d'Irillai Lucula.
Ogni racconto visto e sentito
– che pare abbia fini educativi -
si riferisce al passato.
L'amore è cieco come l'appetito
ma vede più del falco chi gli vuole bene.
Il fuoco dell'amore per i begli occhi
di Kikina Karai dai tratti delicati come
una colomba che vive e vola nell'aria pura
fanciulla d'Irillai, paese di braccianti e pastori
doma la superbia giovanile dell'idolo d'Ohiai:
il focoso Predu Piskeddhu
con la torcia perenne della bellezza d'altura.
Egli, manco a farlo apposta, era figlio
di un bottegaio dall'umor nero, rissoso
e rugoso come la prima scorza del
sughero bruciacchiato per salvare
il tronco dall'incendio estivo
che Lui aveva appiccato
Grande è la confusione in casa
(dove solo mamma e babbo conoscono l'antefatto)
quando ognuno dice quello che sa
a proposito della stabilità del cielo
che certi sostengono sostenuta dall'armonia
di curve e rettilinei di cui è fatto
il mondo dell'amore
Colui che impasta la terra
pensa di farne quel che gli pare conveniente
(quel che viene viene e viene meglio):
e riempie i bucchi tra una pietra e l'altra della casa
Michelangelo, invece, toglieva la scorza al marmo
che conteneva quel che solo lui vedeva:
idoli resistenti al tempo
Cortile della casa di Zomaria Remitanu
postino che sa tutto d'Irillai
e bussa più volte prima di entrare.
Solo dio conosce la mia vera identità
e lo dico a voi: non sono un'attore.
Sono colui che è stato tramandato
da chi mi ha preceduto forgiando una catena di
enigmi a cui attenerci nelle riflessioni al cesso.
Egli mi ha fatto in modo che conoscendo
il metodo per cui l'innesto da buoni frutti
non fa di me un felice pellegrino della
terra che sappia cosa sia la verità.
Egli sa che quel che nell'intimo mi soddisfa
è quando mi pare di aver capito di amare
e disprezzare. Solo lui sa che quel che mi
è simile è parte di me, che la decenza mi è
compagna in quel che c'è da dire in piazza
e in quel che c'è da fare in cantiere.
Di notte mi da retta anche
in qualche dilettevole capriccio.
Al carpentiere Tadeu Mirabiere serve
il cuneo per scardinare la porta del Tempio
chiuso per indisciplina fin dalle origini.
Credo sia una fissazione fare del neonato
un peccatore perchè è nato per gioco, gratis:
egli è nato per ricordare grandi e piccole cose
ed è innocente come la Maria di Nazareth
e come lei è nato per guadagnarsi la presenza
al pranzo di natale e pasqua, quando i sovrani
si degnano come un tempo di mangiare con
gli umili che ogni notte animano in privato
i consigli rivoluzionari d'Ohiai e Baronia e di quei
luoghi del Supramonte dove è possibile vedere
ogni domenica, la ritrosa luna e le sfuggenti stelle
L'onesto è un minchione
che trova bello sapere dove si trova
per poterne spiegare la ragione alla
moglie dai tratti aspri del malumore:
perchè il rispetto reciproco regola il
vivere insieme delle persone perbene
che nemmeno per l'istinto di sopravvivenza
ucciderebbero un disoccupato maleducato
ma per gli ingrati e i ritardatari va bene
la Via Appia Antica, la colonia di Mamone
e l'oblio in fondo al Mar Tirreno.
Ciò che è stato fatto
non poteva essere evitato.
Fate che siano riabilitati gli ingrati.
Comincino i genitori che han dato il giusto.
Onore e gloria alla chiesa del Santo
Rosario d'Irillai che ha accolto le spoglie
del Povero Samuel Istoki per volontà di
Don Zancheta, Primo Presbitero di san
Pietro al Rosario.Il migliore della combriccola
d'Irillai è quello che guadagna di più e per
l'istinto di riproduzione si dice capace di
uccidere per difendere la prole, egli ha cominciato
l'avventura a Ohiai, lottando per il necessario
svegliandosi prima del canto del gallo per l'utile
e non sempre và per il sottile per l'onesto.
8)
Il potere politico è il nostro mezzo
e la felicità sociale il nostro fine.
Cartismo
Temo che con ghigno Fosco
Mi svegli la sfortuna
E il malocchio dei Gracchi
Devii il timone della ragione
Gli appena nati son ben accetti
ma il problema viene dopo
quando alla leva delle armi
trovano il mondo occupato.
Alla vita è necessario il cibo
e non può fare a meno del sonno
né di far coppia con quel che gli manca
per farsi più giovane e bella di quel che è.
Ah, dimenticavo che gli piace ricordare tutto ciò
e parlarsi e ascoltarsi gratis
altrimenti il gioco non vale la candela.
Chi nasce non sa quel che trova
è la mammina che l'informa che
quella è la miglior compagnia possibile
nonostante il cacico e la sua corte
di bellimbusti caduti da cavallo.
Invidio il ragno per come cuce l'aria
e se ne infischia del tempo e dello
spazio come Dio che ha riempito il
cielo di angeli d'oro e stelle brillanti
senza età né forma come il milite ignoto.
Poi come Dio, sta sempre zitto
trama e ordisce come un faccendiere
dal bell'eloquio che combina sulla terra
quel che sa trovarsi nel cielo.
Ah, dirà a suo tempo Predu Pilurzi
avessi saputo di trovare certa gente
non sarei nato.
Nessuno mi avvertì che c'era già qualcuno.
In effetti c'è sempre dell'altro.
Quel che accetti per quanto sia strano
conterà su di te e andrà oltre.
Così l'idea di Dio e della sua città
color del cielo estivo.
Gli antichi pensavano alle cose del mondo
come il cacico pensa alle scarpe e alle
cravatte che quando gode di piacere per
l'entrotacco crede che non si possa star
meglio nemmeno quando si sazia dei primi
fichi maturi e quando soffre per il di-dietro
è convinto che non si possa star peggio
nemmeno strappandogli la barba.
Disarmate i poeti:
la perdita della memoria li può perdere.
Chi incorre nel peccato
s'aspetta di essere salvato
in tempo per mettere le trappole
alle bestie isolate che non
presentono il futuro e che nulla
e nessuno grazierà.
Invocate i poeti:
che flebile non è la loro voce.
Per la sua natura s'interessava
di questo non meno di quello
non lasciava a casa la memoria:
senza di lei non varcava la soglia
non andava da nessuna parte
senza la bussola
Nessuna creatura libera di agire
per quanto umile e sottomessa
(come il papa nel suo saggio seggio)
in possesso di una speciale grazia del re
come di un bagaglio diplomatico
o la sicurezza temporanea del papa
può modificare quello che sarà
il suo destino.
La decisione è già presa
e nessun baratto è possibile
nemmeno ai poeti che di giorno
litigano col sole e di notte
fan comunella con la luna.
Che la tecnica di Efesto rifaccia nuove
le armi di Achille perse da Patroclo:
è necessario per arrivare armati a Hiroshima.
Invocate i poeti al silenzio:
non tendano all'utopia.
Dio protegge la società delle famiglie
che proteggono i padri di famiglia.
Egli ha concesso la morte
per liberare gli affanni dagli errori.
E' quindi maledetto
chi non è consapevole di quel che fa.
Nulla ero, ora sono poco, niente sarò:
anche se il tempo esalta la permanenza del
vecchio pellegrino negli incontri con la gente.
Dove il singolo è buono
il gruppo è mafioso.
Ai segreti della natura
si devono le margherite e gli assassini.
L'ardimento dell’eroe se ne infischia
del giorno e della notte:
per una scaramuccia
l'ora è sempre buona.
Ella si disvela all'alba
dopo averli liberati dalle pastoie
imposte dagli attori esperti
i soli che fingono meraviglia
per l'enorme invidia di Jago
e la cruenta cattiveria di Riccardo.
Solo ai presuntuosi è data
la ricerca della verità
fuori del binario – accusa, difesa.
Solo per poco
appena dopo il divezzamento
la persona è sincera.
Sa che solo alla mamma
è necessario obbedire
per un po' di latte e un bon bon.
Forse è conveniente obbedire
anche al babbo che adopera le
maniere forti, tipo tortura e rogo.
Sulla bontà dell'autorità divina
non mi pronuncio ma ho vago il
sospetto che disprezzi il tipo umano
specialmente quello dell'artigiano che
comincia l'opera e la porta a
compimento in nove mesi
affinchè sia simile a lui
e duri alla fine dopo di lui.
Il sentiero degli infelici parte dai giardini
di Marreri e dagli orti di Lucula e sale
su per il pendio di Borbore contiguo agli
arcani segreti della foresta di Farcana
dove gli spiriti liberi non sanno qual'è
la intima verità che trapela dalla schietta
sincerità delle saccenti pompe vuote.
Quel che il tempo non rovina
e il vento non porta via
va messo da parte
per fare un po la storia del paese
che ne ha bisogno
per aver perso le sue fonti
Ami ognuno chi vuole
me ama le sue donne e Rabelais.
Solo l'uomo solo
davanti a un corno colmo
di vino di Marreri, si sente pari a Dio.
Egli, dopo aver tolto il tappo alla bottiglia
non crede che finora qualcuno sia nato
senza essere stato voluto da chi la sa lunga
in fatti d'amore cantati dalle sirene senza sesso
nessuno nasce se non da persone vive
che sanno quel che fanno come l'ortolano nell'orto
la fanciulla nel talamo nuziale
il negoziante al mercato e la moglie col marito.
Abbandonato da Dio
è chi dimentica la sua protezione.
Nessuno può garantire un saldo
e sobrio corno, né un comò fermo
accanto al letto, ma può assicurarlo
per la solida immobilità, poi può
disprezzare la morte, la verità e la
gloria del giorno dopo, se sarà, come
è giusto che sia, sobrio come un corno
con una cappa di vento sulle tornite spalle
Per sollevare dal suolo le campane
della cattedrale, han dovuto inventare
i giganti Boelle e Merzioro e tramutarli in
campanili che le sospendono tra cielo e
terra affinchè le sentano i vaghi
angeli e gli arcani diavoli
Meglio liberi vecchi, sani e savi
che poveri schiavi, dementi e ammalati
ma senza coda, come il buon padre di
famiglia che alla fine si confronta
a malavoglia con morte che
non commenta i suoi editti.
Nelle domos de janas le fanciulle brutte
e senza naso vendono ai passanti collane
di fichi secchi, per mandare i figli a scuola
e i vecchi al mare
Oltre la Solitudine cala prima la sera
e in lieve pendenza c'è Borbore
dove chi vuole trova la sua dignità
nei sogni che vengono da settentrione
sulle ali degli uccelli che fuggono dal
freddo e riposano la notte tra le foglie
al riparo dalla luna di marmo bianco
come la tomba delle mie donne.
Dobbiamo a Dio l'esempio di san Francesco e
alla natura dobbiamo la creazione dell'osso duro
per proteggere la sostanza del midollo molle
più del cervello del cacciatore di topi a
cui dobbiamo l'invenzione delle trappole.
Sul ciglio delle strade di Farcana
siedono i pastori che danno
consigli a tutti sulle novità del Monte
vendendo grasso di maiale
come balsamo universale
Vattene pure, era solita dire la moglie
al marito Vattene pure nel bosco fatato
di Farcana A far le tue solite poesie
che non mi leggi mai Invece di giocare
a carte con me che perdo sempre
Sì, rispondeva lui, ma ricordati
che i piatti li ho sempre lavati io
Largo ai sapienti che sanno cose
particolari e chiamano il globo
antica palla di fertile fango
dove utile è la forchetta
ma senza non si muore di fame
perchè è d'argento che ha il suo valore
Vita e morte sono i genitori della famiglia
che governa il mondo e lo tiene unito
fino a chè uno non li disgrega
Questa è la sponda della vita che vola
graziosa come un filo d'erba e non può
essere separata dalla morte che ha
finito di volare e riposa dall'altra parte
e trattiene il fiato e stà tra l'incenso e
il pianto, dove il sangue alla lode
non colora le guance dei mortali
Come quel che è unito resiste come
un forte padrone al possibile sconquasso
quel che si separa si sfascia per fare
un'altro modello non dissimile dal primo
e fare un nuovo orto in famiglia dove
il coriaceo ortolano è il padrone e i
figli in dovere d'obbedienza vendono
le uova delle galline del babbo
La famiglia è il modello di convenienza
più duraturo adottato finora
dai giovani al primo impiego
Cos’è che non muore al giorno d'oggi?
La curiosità che vola
come gli uccelli di campo.
I preti con una dentatura perfetta
che non disdegnano di abitare lungo
il Tevere nelle case più belle del globo
terracqueo infatti se ne stanno nei palazzi
più belli di Roma dove vegliano per mostrare
intero il loro disprezzo allo strambo demonio
che se ne va nudo come un cappone con
un innocuo pungiglione la rima è bella
quando non è imbarazzante, spacciano
per verità rivelata da Dio nella fiamma del
più rigoglioso cespuglio del Monte
la loro presunta conoscenza del Signore:
loro è la somma conoscenza che concede
la visione finale frutto dei loro studi
dove non c'è nulla da sapere non la dotta
malignità che tende all'indagine di quel che ci
riguarda per vivere in pace come i vignaioli
e liberi come gli ortolani in giardini di letizia
e campi di delizie nell'isola della dovizia
come uccelli e api che volano tra fiori e frutti:
infatti nel deserto non cadono i petali
né matura il grappolo che fa pensare gratis
alle nostre faccende quotidiane
Oltre Dio non c'è nulla da vedere.
E il tempo non passa mai.
Al tempo dei primi nuraghi
alle capre senza denti
spuntavano le ali
quando cadevano nei dirupi
Si spacciano da profeti che scoprono Dio
a modo loro come se fosse insufficiente
la naturale bellezza del creato
essi conoscono il Signore Iddio
come se fosse un rinomato piatto
di interiora d'agnello con piselli.
Abbi fede, dice Don Zanchetone il precettore
e ti condurrò dove il lusso non ha senso.
Lo coprirò affinchè nessuno lo scopra.
Ma il lusso non è un peccato
peccato è il privilegio che deforma la realtà.
Don Zancheta col gemello di una sacca
don Zanchetone sono il provvidenziale
parroco e il suo vice della cristiana chiesa
di san Pietro svincolato dal Rosario il cui
parrocchiano crede con fede nella brezza
che discende dal campanile della sera.
I cinghiali di Farcana borbottano sottovoce
che gli Alarpi con le ali sulle braccia
sono i maschi delle Arpie che infettano
quel che guardano fino al ritorno degli
Arrabbios dai campi sconfinati del mondo
delle care primarie delizie della pentola
col coperchio che nasconde lardo con
cotenna osso buco con midollo
e vino puro per lo spirito della ribotta
L'uomo è libero di fare quel che nessuno
gli può imporre, nessuna legge può
varcare la sue difese, nemmeno il dolore
La fede è un'ancella fiorita
che arrossendo con grazia
ti prende per mano senza voltarsi
come a frenare i tuoi capricci da pensionato
mattacchione con i denti sani, che non vuole
saperne di segreti del confessionale
ma vuole pensare
– mano alla braghetta - a come spendere i soldi
della pensione senza andare a oriente
incontro al sole amico che vola più alto
di tutti e conosce la strada del
destino volubile del libero arbitrio
e dei fenomeni spontanei e naturali.
Anche le prossime generazioni
come quelle passate
risolveranno le loro beghe in tribunale
anche se i nuovi uscieri
saranno i vecchi principi.
A braccianti e zappatori a giornata
si addice il lardo ogni volta che
squillano le campane del villaggio
da loro verrà il nuovo messia
e accorcerà le giornate col trattore.
Chi coglierà domani le margherite?
Mani pure e le daranno al mare
per sedurre le triglie del Tirreno.
Ai ghiozzi son più adatte le rose
profumate per cui vanno ghiotti.
Un bacio e una leccata
una goccia di rugiada
un briccone per il campo
un merlo spennato per il suo canto
il vento d'Irillai che fa tossire
amici,
se con la tramontana
date sodomiti in ostaggio
nessuno li vorrà
Il passato non è mai morto,
non è neanche passato.. William Faulkner.
Solo in un buon libro troverai quel che cerchi
anche se non sarà quel che ti manca
se ti manca l'abito di velluto nero
che slancia la figura non ci sarà
e non ci sarà nemmeno la seggetta da campo
fatta di sughero da tziu Milianu Mingroi
inventore del cugno e del Kudzone
ma ci sarà la chiave del cielo
fatta di pura luce
aria fresca, acqua dolce e vino fino
rosso come le labbra della madonna
Tutti i genitori traggono il meglio di se
per darlo ai figli che nascono nudi
come la lumaca che nasce già
con le energie di farsi casa
Non sento pena quando qualcosa
di buono mi capita tra le mani
Ma mii sento meglio quando riesco a fare
qualcosa di nuovo che in più mi piace
.
Il mondo non è mai quello che era
perchè molti dei morti che hanno amato
e abbiamo amato non ci sono più
e dall'ignoto, sono arrivati vivi i nuovi
sconosciuti che non tarderanno a fare
a meno di se stessi come l'acqua del
Gennargentu che abbandona la sorgente
per correre in ogni modo al mare
In una stanza piena di gente i motivi
presenti si affollano. Dicono i raffinati
che in una data situazione han fatto
una certa cosa a cui nessuno pensava.
Son convinti di avere un metodo
Costoro son soliti dire che le donne
certe cose non le capiscono perchè son
sentimentali e le parole dolci le incantano.
Sono deboli, dicono.Anche se fan famiglia
e la tiran su. Hanno la tecnica, insistono.
Aspettano sempre l'angelo che gli annunci
la decisione della corte lassù. Ne parlino con
una donna incazzata che sta per perdere
il lavoro e il marito che beve come un disperato.
Provo vergogna per questi che si credono
chissachè convinti di cercare i motivi delle cose
e arrivano a dire che le costumate ragazze
di Baronia cercano un buon partito non
uno che le ami. Diceva alla suocera di
picchiare la figlia se faceva tardi quando
non era con lui. Dice che la bella serva
si aspetta di far innamorare di lei il
padrone di casa. O aspetta l'amore che
vien dal mare. A far che? La spia della
polizia. E uscirà con lui con le ciglia
sull'attenti
Che fai per campare oltre a mangiare?
Bevo l'acqua di Fonni che vien da molto lontano
e respiro l'aria del Gennargentu
scrivo all'Overlook hotel e fumo
una vecchia pipa inglese fatta a Gavoi
dai boscaioli e dai carbonai di Tonara….
Scrivere è metter giù quello che uno
pensa riguardo alla realtà che ha di fronte
chi scrive esprime quel che capisce
di quanto gli accade attorno.
Se è onesto non lo fa per rappresentare
la verità della realtà
scrive quel che la realtà lo costringe
e quel che la libertà gli permette di pensare.
Che abbia senso, certo.
Chi poi legge gli attribuisca il significato
che vuole perchè oggettivo è quel che
vedo soggettivo quel che scrivo.
Se i fatti non sono raccontati
valgono meno delle fandonie.
Quindi chi li racconta gli da il senso che
vuole e così collegare eventi singolari
ad altri con motivazioni ragionevoli.
Prendo il mondo per quel che mi appare
e non perchè ho la certezza di quel che è.
Nella parola - che tutto comprende
e spiega i pensieri - sta la prima azione
I vecchi poeti han sempre posto
in scena i messaggi portati in paese
dai forestieri di passaggio e con quelle
novità erano stati allevati ed educati.
Ulisse pianse al sentir la sua storia
raccontata dai messaggeri che sapevano
parlare, giunti prima di lui nell'isola dei Feaci.
La parola ha a che fare con la verità
e con la menzogna. Con la verità tacciono
con la menzogna ciarlano. O viceversa.
Ognuno ha la sua opinione
le famiglie di cui Dio cura i particolari
i governi in carica che decretano a riguardo
e i prefetti con le mogli adatte come voglion
le chiacchiere hanno la verità in casa.
Aprite i casseti dei segreti omissis
perchè la mafia con i suoi tentacoli
sta per far saltare i banchetti avversari
dei delinquenti padani, l'A1, la cima Coppi
l'isle de la Magdeleine il Gologone e, non
è improbabile la casa del popolo di san
Francesco di Assisi dove è d'obbligo
sgranocchiare nocciole nettate del coccio
e darle ai pellegrini con tanti baci perugini.
Chi parla molto tende a rifilar qualche bugia
senza poter impedire che sia anche grossolana
che, come la verità, la fame e la vecchiaia
sia la benvenuta.
" nel' 15-18 i soldati che avevano colpito il nemico
al volto accusavano contrazioni dei muscoli facciali;
quelli che lo avevano colpito allo stomaco
soffrivano di crampi addominali,
mentre i cecchini perdevano la vista."
Potendo, vorrei essere utile a qualcosa.